La start up bolognese #x-party, partita da feste, arriva a fiere ed eventi corporate

Spesso in Italia i giovani vengono visti sotto la lente sbagliata. Ormai siamo abituati a vederli in contesti formativi, mentre fanno zigzag tra lauree triennali, magistrali, dottorati e master per riuscire finalmente ad approcciare un mondo del lavoro con sempre più pretese. C’è però chi decide di andare in controtendenza, al grido di “ora o mai più”. Qualcuno crede fermamente nella propria vision imprenditoriale, ed ha ancora voglia di mettersi in gioco. Ne sono l’esempio i ragazzi di #x-party, un gruppo composto da giovani poco più che ventenni che sta facendo grandi cose sul territorio di Bologna. 

Partiti da “Syncro”, il loro primo evento svolto in collaborazione con O2 Oxigen ed Alchimia, ora puntano a dire la loro anche in ambito corporate e fieristico, andando a stringere rapporti commerciali con solide realtà del settore che ne hanno saputo riconoscere il potenziale. 

Questi ragazzi si occupano della gestione di eventi su piccola, media e larga scala, curandoli a 360°. Ciò che li contraddistingue dagli altri competitor è la loro rete informatica, resa modulare e personalizzabile in base alle esigenze del singolo cliente: grazie a essa si possono infatti occupare di luci, audio, video, effettistica, gestione ospiti e molto altro.

Il vero fruitore di #x-party è il cliente

Tolta la parte “burocratica” è l’avventore il vero fruitore di questi servizi. Giochi di luci, effettistica, interazione con l’ambiente circostante sono solo alcune delle particolarità che vi renderanno parte del contesto. Immaginate di voler usufruire del servizio bar ad un festival: sicuramente invitante, la fila un po’ meno. Con i servizi di #x-party, potrete ordinare dal vostro telefono tramite la comoda app e recarvi a ritirare il prodotto solo una volta pronto, avvisati dall’apposita notifica! Niente più code al bar mentre suona la band preferita.

E se voglio una foto con i miei cari mentre ascoltiamo il nostro artista del cuore? Addio fotografi dispersi per l’ambiente, basterà recarsi a uno dei totem fotografici sparsi nella zona, per poter scattare una foto. “Eh si, e se è buio?” nessun timore, sempre utilizzando l’app di cui sopra, alcune luci del locale dirigeranno il loro fascio di luce direttamente verso di voi, permettendovi anche di sceglierne il colore!

Questi ragazzi hanno già all’attivo uno storico di eventi in club e luoghi pubblici. La nuova frontiera? Fiere ed eventi corporate, dove si cominciano già a vedere dei risultati concreti.

Con #x-party, la soluzione sarà sempre ideale per il contesto in cui è pensata.

Non ci resta che augurare il meglio a questi giovani imprenditori!

#x-party, di una start up italiana, debutta il 2 dicembre in una festa al limite del futuristico

Si parla spesso di eccellenze italiane che emigrano all’estero senza pensare che fior fiori di menti brillanti decidono di restare in Italia per provare a sfondare nel fare quello che credono. E proprio questo hanno fatto il gruppo di ventenni che ha creato l’#x-party che debutterà fra poco più di una settimana nella prima festa completamente digitale.

Gestita, appunto, dall’#x-party, un programma ideato e scritto dal programmatore della start up  che promette di cambiare il modo di concepire le feste non solo per quel che riguarda gli inviti, ma anche per lo svolgimento dell’evento stesso. Abbiamo contattato il giovane che ci ha confidato che per la creazione dell’app sono stati utilizzati 4 linguaggi di programmazioni più l’intelligenza artificiale.

#x-party creato da giovani per i giovani

Il 2 dicembre 2022 sarà una serata unica nel suo genere che la nostra redazione ha intenzione di seguire molto da vicino per capire come il digitale possa intervenire in una nottata di musica e divertimento e di come l’#x-party possa diventare uno strumento commercializzabile nel settore e utilizzabile non solo da PR e organizzatori ma anche dagli invitati stessi.

Dalla programmazione all’ideazione di totem, giochi di luci, pagamenti digitali automatici che dovrebbero eliminare la coda al bar, fino ad arrivare alla visualizzazione del brano che si sta ascoltando in quel momento. Tutto da proprio smartphone.

Nella nostra chiacchierata con il programmatore del gruppo ci è stata spiegata in anteprima la funzione del fotografo robotizzato che l’invitato potrà, durante la serata, gestire dal suo smarphone. 2 luci della discoteca si bloccheranno per puntarsi sull’utilizzatore con funzione di flash e si potrà scegliere, sempre tramite il proprio device, la colorazione dell’illuminazione delle stesse prima dello scatto che, poi, apparirà solo sullo smartphone dell’invitato. E questa è solo una delle tantissime gestioni digitali che l’#x-party promette.

E dietro tutto questo c’è il duro lavoro di un gruppo di giovani poco più che ventenni desiderosi di stravolgere un mondo che, seppur divertente, tendeva ormai a diventare monotono per i loro standard. Il tutto in collaborazione con Alchimia 13, locale in Via Giuseppe Petroni, 1/2b a al centro della movida bolognese che, come noi, ha creduto fortemente nel progetto.

La data e la location dell’evento

Ci aspettiamo grandi cose dall’#x-party che debutterà, come detto, il 2 dicembre 2022 alle ore 23,00 alla discoteca O2 Oxygen in Via dell’Incisore, 2 a Bologna. Dove speriamo che i nostri intrepidi giovani riescano a dimostrare il loro genio con la determinazione che li ha contraddistinti nell’organizzazione del tutto.

Cos’è un Business Angel e quali sono le differenze con il Venture Capital

Tra le attività di una nuova impresa, che sono caratterizzate da idee spesso innovative e rivoluzionarie, spiccano le start-up. Si tratta, nello specifico, di imprese in fase di sviluppo che, per la loro natura, presentano un elevato tasso di insuccesso. Mentre le imprese che escono dalla fase di start-up riescono poi ad entrare sul mercato grazie ad un’idea o ad un progetto che si è poi rivelato vincente.

In tutto questo c’è una figura all’interno delle start-up che spesso fa la differenza. Si tratta, nello specifico, del cosiddetto Business Angel. Vediamo allora, nel dettaglio, chi è e cosa fa un Business Angel e quali sono le differenze che caratterizzano questa figura chiave, per le start-up a partire da quelle innovative, rispetto al Venture Capital.

Chi è il Business Angel e cosa fa a supporto delle start-up a partire da quelle innovative

Nel dettaglio, un Business Angel, a differenza del Venture Capital che in genere investe in imprese che sono già consolidate, è una figura che offre ad una start-up promettente non solo il capitale, ma anche la conoscenza che spazia dalla consulenza strategica all’assistenza tecnica.

Quindi, rispetto agli istituti di credito, che in genere possono sostenere le start-up solo attraverso la concessione di capitale, per esempio attraverso dei prestiti, il Business Angel per l’attività di nuove imprese si presenta, in tutto e per tutto, come un investitore informale.

Come, quando e perché il Business Angel investe i propri capitali e le proprie competenze in una start-up

Tra le conoscenze, le competenze ed i capitali, il Business Angel, quindi, investe denaro ed esperienza in una o più start-up al fine di sviluppare le loro idee. In genere, con il conferimento di capitali, il Business Angel acquisisce una quota della start-up che può avvantaggiarsi del fatto di sfruttare l’apporto di competenze a costo zero durante le prime fasi di vita.

Rispetto alle società di Venture Capital, inoltre, i Business Angel sono in tutto e per tutto delle persone fisiche che spesso ad una start-up offrono capitale e competenze per ragioni che non sono prettamente di natura economica, e quindi non necessariamente orientate al profitto. Ma lo fanno, semplicemente, perché quell’idea innovativa piace e può offrire un contributo importante alla collettività. Per esempio, un progetto medico-sanitario innovativo che può salvare molte vite.

Start up, contributi a fondo perduto di almeno 80mila euro: domande dal 14 luglio

Arriva la conversione in contributi a fondo perduto di quanto le start up innovative abbiano ottenuto sotto forma di finanziamento. Si tratta dunque dei finanziamenti agevolati concessi mediante la misura Smart & Start per investimenti relativi al capitale di rischio. La conversione in contributi a fondo perduto avviene per il 50% di quanto ottenuto in finanziamenti agevolati, con un minimo di importo di 80 mila euro. Le domande potranno essere presentate a partire dal prossimo 14 luglio.

Conversione dei finanziamenti delle start up in contributi a fondo perduto: i riferimenti normativi

La trasformazione dei finanziamenti ottenuti è contenuta nella circolare del direttore del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) numero 253833 dello scorso 4 luglio che modifica la precedente circolare numero 439196 del 16 dicembre 2019. In particolare, il sostegno alle start up innovative può essere richiesto e ottenuto una volta sola a fronte di spese effettuate per il capitale di rischio della start up. Sono previste due formule di agevolazioni: quella richiedibile dagli investitori terzi e quella delle persone fisiche.

Contributi a fondo perduto start up: la misura per gli investitori

Nel caso degli investitori terzi delle start up, la misura della conversione dei finanziamenti in contributi a fondo perduto richiede che l’investimento sia stato fatto da un solo investitore. Inoltre, l’investimento deve essere:

  • in equity;
  • realizzato nel termine dei 5 anni a decorrere dalla data nella quale siano stati concessi gli incentivi.

Incentivi ai soci di start up: i requisiti richiesti dalla misura

Nel caso in cui gli investitori sono i soci persone fisiche della start up, l’investimento deve essere stato realizzato mediante l’apporto di conferimenti con conseguente incremento del capitale sociale.

Contributi a fondo perduto in sostituzione dei finanziamenti delle start up: come funziona?

La conversione dei finanziamenti agevolati in contributi a fondo perduto è ammissibile fino al 50% degli:

  • investimenti effettuati dagli investitori terzi;
  • di quanto conferito dai soci persone fisiche.

In ogni caso, il limite del 50% persiste sul totale degli incentivi ottenuti, compresi gli eventuali importi ottenuti a titolo di contributi a fondo perduto. La parte di finanziamento non convertita in contributi a fondo perduto mantiene le medesime condizioni del finanziamento originario. Pertanto, la start up dovrà procedere all’estinzione del debito rispettando le condizioni in precedenza già stabilite.

Come dovrà essere utilizzata la quota dei contributi a fondo perduto dalle start up?

La quota convertita dal finanziamento agevolato ai contributi a fondo perduto dovrà essere utilizzata dalla start up per:

  • riserva nei casi in cui si debba procedere a coprire le perdite;
  • gli aumenti di capitale.

In entrambi i casi, il vincolo vige per un periodo totale di 5 anni, al termine del quale la quota riserva rientra nella disponibilità dei soci e può essere anche distribuita.

Come presentare domanda di conversione dei finanziamenti in contributi a fondo perduto?

La domanda di conversione dei finanziamenti agevolati a contributi a fondo perduto possono essere presentate a decorrere dal 14 luglio 2022. Il soggetto gestore dei finanziamenti provvede alla verifica delle istanze presentate sia per quanto riguarda i criteri soggettivi di ammissibilità che per la tipologia di finanziamento. È infatti necessario che la forma di investimento in capitale di rischio rispetti le condizioni stabilite. Le pratiche verranno analizzate secondo l’ordine cronologico di invio.

Come si crea una Startup? Gli step, il modello di business e i finanziamenti

Per creare una startup è fondamentale sapere cosa si vuole fare e dove si vuole arrivare, ma prima di tutto da dove partire e se si hanno gli strumenti, iniziali risorse e spirito di sacrificio nonché passione, determinazione, grande volontà e ambizione. D’altronde, quando si parla di startup, s’intende un’impresa da avviare che abbia alla base un’idea molto innovativa e un progetto di crescita molto rapido, con l’obiettivo di soddisfare un bisogno o risolvere un problema, a cui nessuno, fino a quel momento, è riuscito a trovare soluzione.

Come creare una startup

Alla base della creazione di una startup c’è un’idea innovativa che possa essere valida nel tempo e fattibile, e insieme la ricerca di creare un modello di business replicabile e scalabile. Da soli, difficilmente si può partire, ma soprattutto non si possono raggiungere grandi obiettivi se non ci si avvale di un gruppo di persone competenti, determinate e con la giusta visione e passione. Una volta formato un team si analizza se l’idea è valida per trasformare un’impresa emergente in una grande azienda che può attrarre investitori, attraverso la scelta di un modello di business vincente.

A questo proposito, lo strumento più conosciuto e utilizzato per la sua costruzione è il business model canvas, ideato da Alexander Osterwalder che lo suddivide in blocchi, in cui ciascuno riporta uno dei nove elementi necessari al funzionamento di un’impresa:

  • Customer Segments o Segmenti di Clientela
  • Value Proposition: valore creato dai tuoi prodotti o servizi
  • Channels: canali con cui raggiungere il cliente
  • Customer Relationships: insieme di relazioni che si instaurano con i clienti
  • Revenue Streams: ricavi generati
  • Key Resources: risorse chiave che l’azienda mette in campo
  • Key Activities: le tue attività chiave
  • Key Partners: partner strategici con i quali l’impresa intende allearsi al fine di creare valore per il cliente
  • Cost Structure: struttura dei costi relativi a risorse, attività e partner chiave.

Il canvas precede la redazione del business plan nel quale ricordiamo vengono evidenziati i soli aspetti economici dell’impresa.

LEGGI ANCHE: Startup innovative: cosa sono, requisiti e agevolazioni

Startup: finanziamenti

Diversamente da un’azienda, la startup si caratterizza per l’utilizzo iniziale di limitate risorse economiche che devono servire almeno per cercare di coprire i costi. Per questo motivo è importante poter ricorrere a determinate forme di finanziamento.

  • Bootstrap: autofinanziamento, quindi i capitali propri del Founder.
  • Crowdfunding: raccolta di somme di denaro principalmente attraverso il canale web, con l’ausilio di piattaforme di crowfunding che si realizza in 4 forme diverse (Donation, Reword,
  • Equity e Lending).
  • Business angel: persone fisiche (ex imprenditori, manager, consulenti, professionisti ecc.) che investono in cambio di azioni di minoranza. I Business Angel possono investire anche in gruppo informale od organizzato.
  • Venture Capital startup: l’investitore di un fondo di Venture Capital entra nel capitale di rischio della società (quote o azioni) restandoci fino alla scadenza del finanziamento (3-10 anni) o in caso di vendita della società a un’altra compagnia (exit).
  • Incubatori startup: società che offrono spazi fisici e di co-working e alcuni servizi come: servizi amministrativi e organizzativi, formazione, consulenza, accesso a finanziamenti e networking.
  • Acceleratori: organizzazione che accelera e rende sistematico il processo di creazione di nuove imprese (molti di essi investono in startup in cambio di equity.
  • Prestiti bancari: concessi dalle banche tramite fondi di garanzia governativi per le PMI, competition o mutui per le nuove imprese.

Fondazione della startup e scelta della forma giuridica

Per creare una startup si deve scegliere tra uno dei modelli societari previsti dal codice civile: S.p.A; S.a.p.A; S.r.l.; S.r.l.s..

Per le start up innovative è previsto che si possano costituire come società di capitali, anche in forma cooperativa. Le più gettonate sono la SRL Semplificata e la SRL Start up innovativa.

Minimum Viable Produvt (MVP)

Il passaggio successivo al modello di business delineato è la trasformazione rapida e a basso costo delle ipotesi di prodotto o servizio. Realizza un “Prodotto Minimo Fattibile o MVP”, cioè un prodotto o servizio che presenta delle caratteristiche minime, ma che lo facciano funzionare. Immetti l’MVP nel mercato facendolo testare da uno specifico target di consumatori o di buoni clienti e fatti rilasciare dei feedback. Utilizzate strumenti come il Validation Board ed i feedback ricevuti per adattare il MVP alle esigenze del cliente e misurane l’efficacia.

Verifica del mercato

E’ necessario validare i clienti e verificare se il modello di business è scalabile dimensionalmente (in termini di prodotto, acquisizione della clientela, pricing, canali): come? Facendo partire attività di marketing e immettendo una quantità limitata di prodotti o servizi in aree selezionate di mercato e valutarne le eventuali vendite che, se raggiungono il Product Market Fit: i clienti esprimono soddisfazione verso il prodotto o servizio perché risolve il loro problema.

La fase successiva sarà quella di fornire al mercato la giusta user experience e continuare ad investire nel marketing in modo che la domanda cresca. Se la customer validation non funziona occorrerà ritornare alla fase precedente e scoprire ciò che non ha funzionato o abbandonare l’idea e passare ad un altro progetto.

Cosa s’intende per startup? Caratteristiche e classificazioni

La traduzione letterale della parola inglese “startup”, in italiano significa “avviare”. In economia questo termine indica un’impresa emergente basata sull’innovazione, ovvero un’organizzazione creata di recente con un modello di business che le permette di crescere rapidamente, con l’obiettivo di divenire una grande impresa scalabile, ripetibile e temporanea.

Startup: le quattro caratteristiche

La startup nasce per la risoluzione di un problema, fino a quel momento insoluto. Le caratteristiche di una startup, come già accennato, sostanzialmente sono quattro. La replicabilità del modello di business, in quanto può essere riproposto in diverse zone geografiche e in differenti periodi temporali, senza la necessità di apportare modifiche rilevanti. La scalabilità, ovvero la capacità della startup di aumentare le sue dimensioni e il suo giro d’affari in modo esponenziale con l’utilizzo di poche risorse. L’innovazione di processo e di prodotto, ovvero la capacità di soddisfare un bisogno rimasto ancora tale o un bisogno che potrebbe divenire tale. La startup nasce, quindi, per creare o sconvolgere un mercato. La temporaneità, in quanto è solo la prima fase di un percorso aziendale di crescita che porterà la startup a divenire una grande impresa.

Startup e azienda: differenza

Sostanzialmente, la differenza tra una startup e un’azienda è che quest’ultima rappresenta un’impresa già avviata e affermata. L’obiettivo di un’azienda è mantenere il proprio status ottenuto e continuare a produrre per generare profitti. Le startup e le aziende hanno più o meno gli stessi obiettivi, ma le scelte sono molto diverse. Spesso, le startup vengono acquisite dalle grandi aziende, come se fossero dei piccoli centri di ricerca che sfruttano l’innovazione e risorse nettamente inferiori a quelle impiegate dalle imprese per crescere velocemente.

L’articolo 2195 del codice civile definisce l’impresa: un’attività economica professionalmente organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi. Da tale definizione si evince palesemente la diversità tra azienda e startup.

Tipologie di startup

Qual è la classificazione delle startup? Esistono varie tipologie a seconda dei parametri utilizzati. Con riferimento alla qualità del bene prodotto o del servizio offerto, esse sono catalogate in visionarie, innovative oppure ordinarie.

Con riferimento al mercato o al segmento di appartenenza sono classificate in startup MedTech in ambito medico, FinTech in ambito finanziario, FoodTech in ambito di cibo e bevande, viaggi in ambito turistico, fashion nell’ambito dell’abbigliamento, digitali nell’ambito digitale.

Un’altra classificazione delle startup è stata fornita dal guru della Silicon Valley, Steve Blank. L’imprenditore riconosciuto come uno dei massimi studiosi di queste imprese emergenti e innovative, le colloca nelle seguenti categorie:

  • Lifestyle: nella quale gli imprenditori lavorano per portare avanti le loro passioni;
  • Di piccole dimensioni: società poco redditizie costituite da imprenditori che assumono familiari e amici come dipendenti;
  • Scalabile: costituita per essere grande, da imprenditori che vogliono rivoluzionare il mondo;
  • Acquisibile: società che può generare alti profitti, ma che rischiano di essere acquisite con poco per necessità di capitali;
  • Sociale: nella quale lo startup manager si pone l’obiettivo di migliorare il mondo;
  • Grandi startup company: dove si persegue l’innovazione o si rischia di fallire;

 

Seed Money, un sostegno per le startup early stage

I primi passi di un’impresa nel mondo del business sono i più difficili e i più delicati da compiere. Esistono però realtà come Seed Money che aiutano in questa fase cruciale.

Seed Money è infatti un progetto che punta allo sviluppo di startup early stage, ossia giovani aziende in una fase molto iniziale di messa a punto del business.

Che cosa è

Come racconta Federico Barcherini, socio fondatore, “Seed Money è un veicolo di investimento e acceleratore per startup early stage fondato da un team di Business Angel di grande esperienza”.

I soci che entreranno a farne parte, grazie alla campagna di equity crowdfunding, potranno affiancare il team in tutte le fasi di lavoro”.

Barcherini ha fondato Seed Money insieme a una cordata di professionisti di grande esperienza, che conoscono in profondità il mercato delle startup.

Il crowdfunding

Seed Money ha da poco avviato una campagna di raccolta fondi su CrowdFundMe.it che proseguirà fino alla fine di novembre.

Siamo partiti con un obiettivo di 50mila euro, ma in pochissimo tempo abbiamo raccolto circa 70mila euro. Segno che nel nostro Paese un’iniziativa del genere ha spazio e mercato”, prosegue Barcherini.

Per gli investitori questa è una nuova opportunità di diversificazione, perché difficilmente le startup early stage trovano spazio nelle campagne di equity crowdfunding”.

Con Seed Money, oltre a partecipare ai successi del veicolo di investimento, tutti i soci saranno coinvolti dal team nelle fasi di selezione e accelerazione e potranno anche interagire direttamente con le startup”.

Oltretutto, molti dei soci che fanno parte del progetto sono artefici di altre startup di successo, professionisti di grande esperienza: una garanzia in più per chi si approccia a questo settore”.

I numeri del mercato

Per capire il quadro d’insieme in cui si muove Seed Money, è necessario dare un’occhiata al contesto di mercato.

Nel 2017 in Italia gli investimenti dei Business Angel sono cresciuti del 10%, per un totale di 26,6 milioni di euro, rispetto ai 24,4 milioni del 2016.

Il 34% dei Business Angel ha investito individualmente, mentre il 66% preferisce il co-investimento attraverso club di investitori o gruppi di Business Angel come Seed Money.

L’obiettivo

Il nostro obiettivo è aiutare gli imprenditori nella fase iniziale del loro progetto, nei momenti delicatissimi di messa a punto del prodotto e di primo approccio con il mercato”, conclude Barcherini.

Vogliamo dare a tutti la possibilità di partecipare alle nostre iniziative: è proprio questa apertura alla nuova generazione di Business Angel la parte più innovativa del nostro progetto”.

Seed Money ha inoltre attivato una collaborazione con Startup Academy, la business school di Startup-News.it per formare gli imprenditori di domani.

Call for Ideas: largo alle startup degli studenti bolognesi

C’è tempo fino al 28 febbraio per approfittare della Call for Ideas, iniziativa che permetterà alle migliori proposte imprenditoriali e startup di poter partecipare allo StartUpDay dell’Università di Bologna, che avrà luogo sabato 19 maggio 2018.

Il progetto è aperto a startupper appartenenti all’ateneo di Bologna, che possono essere sia studenti sia laureati provenienti da qualsiasi laurea, i quali potranno presentare fino a tre proposte relative a qualsiasi ambito.

Per essere selezionati, si procederà a valutare soprattutto la capacità di seguire le linee guida fornite, ma anche la realisticità delle informazioni riportate nella domanda e sulla sinteticità espressiva.

La selezione prevede due fasi distinte, poiché al termine della Call for Ideas verranno selezionati 50 progetti e, tra questi, saranno scelti in secondo luogo i 30 progetti che otterranno un tavolo per il team meeting durante lo StartUpDay.

Per poter incontrare il team StartUpDay sono previsti alcuni eventi informativi:

  • Rimini – 14 febbraio h. 17.30 – Innovation Square, Corso d’Augusto, 62;
  • Forlì – 21 febbraio h. 17.00 – Basement Club, Piazzale della Vittoria, 15;
  • Bologna – 22 febbraio h. 18.00 – Scuola di Economia, Aula 1, Piazza Scaravilli, 2.

Chi fosse interessato a partecipare, deve procedere all’iscrizione del proprio progetto attraverso il sito dedicato alla Call, allegando la scheda di presentazione.

Vera MORETTI

Aumentano le startup costituite online

Le startup innovative costituite attraverso la nuova modalità digitale e gratuita sono in continuo aumento: al 31 dicembre 2017 erano ben 1.117, con un tasso di crescita registrato pari al 39,6%, come dimostrato dal nuovo rapporto trimestrale di monitoraggio pubblicato dal ministero dello Sviluppo economico, in collaborazione con Unioncamere e InfoCamere.

E’ da luglio 2016 che si può costituire una società anche di capitali senza dover far ricorso all’atto notarile, ma tramite un modello standard per gli atti fondativi dell’impresa, personalizzabili dall’utente sulla piattaforma online dedicata.
Inoltre, si ricorre alla firma digitale a garanzia dell’identità dei contraenti e la procedura rimane gratuita, senza contare la rapidità con cui si riesce a portare a termine l’intero iter di costituzione della startup. Per chi ne necessita, c’è anche la possibilità di avvalersi dell’assistenza qualificata della Camera di Commercio.

Il rapporto reso noto fa sapere che, solo nel quarto trimestre del 2017, sono nate 246 imprese innovative online, con un incremento annuale di 937 unità, poiché solo un anno prima, nel dicembre 2016, le startup costituite online erano solo 180 in tutto.

A livello territoriale, la regione che vanta il maggior numero di adesioni a questa nuova misura è la Lombardia, con 275 startup costituite online, delle quali ben 181 si trovano nell’area di Milano, che è la prima provincia in classifica e che, insieme a Roma (115 startup) supera le 100 unità.
Seconda regione è però il Veneto, che raggiunge le 151 costituzioni online, con tre province tra le prime cinque. Dopo Milano e Roma, infatti, seguono Padova, Treviso e Verona.
Al contrario, ci sono province di grandi dimensioni che ancora fanno registrare poche società costituite attraverso la nuova modalità. Tra queste, ci sono Torino, Napoli, Modena e Firenze.

Vera MORETTI

Cinque milioni di euro per le startup sarde

La Giunta della Regione Sardegna ha deciso di stanziare ben 5 milioni di euro per startup e imprese innovative, supportandole e aiutandole concretamente a diventare davvero competitive sul mercato.

Un milione è destinato alle startup già nate, tre alle nuove imprese innovative e un milione al programma Entrepreneurship and Back, dedicato ai giovani che dopo un’esperienza imprenditoriale all’estero hanno deciso di tornare in Sardegna e realizzare la loro idea imprenditoriale.

Raffaele Paci, vicepresidente della Regione nonché assessore della Programmazione e del Bilancio, ha dichiarato in proposito: “La Giunta sostiene con tantissimi strumenti il processo di innovazione delle imprese, che considera prioritario e che non si applica solo ai settori ad alta tecnologia, ma anche all’edilizia, all’agricoltura, all’artigianato, al turismo, al sociale. Mettiamo a disposizione finanziamenti per le imprese e le accompagniamo in tutto il loro percorso sin dalla nascita dell’idea, appunto con il sostegno alle start up, ma anche con strumenti come il fablab, l’agenda digitale, il contamination lab. Non c’è sviluppo economico senza impresa, e noi lavoriamo ogni giorno per creare le condizioni migliori per fare impresa nel miglior modo”.

I fondi sono messi a disposizione con il meccanismo del bando a sportello, che garantisce procedure più rapide e snelle ma anche più efficienti.
Il milione messo a disposizione per le startup va ad aggiungersi ai 2,5 milioni già stanziati sull’Asse I e destinati alle start up del sociale: prevede un finanziamento fra 50 e 100mila euro per le startup che, in qualunque settore, si dimostrano innovative nel prodotto, nel processo produttivo o nell’orientamento rispetto al mercato.
Per questo bando è in corso la fase di valutazione delle domande e, una volta esauriti i fondi, potrà essere rifinanziato.

I tre milioni destinati alle nuove imprese innovative riguardano quelle che, superata la fase di startup, si trovano comunque agli inizi e necessitano di essere supportate e rafforzate per non soccombere nel confronto con le imprese più navigate e quindi arrivare sul mercato in modo convincente e consistente.

Per ogni domanda che sarà valutata positivamente è previsto un finanziamento fino al 70% sul totale dell’investimento, graduato in base al livello di innovatività proposto.
Il bando è pronto per essere pubblicato nei prossimi giorni.

La terza tranche è dedicata al programma Entrepreneurship and back e vede coinvolti studenti universitari o neolaureati che, dopo aver accresciuto le loro competenze attraverso percorsi formativi in centri di eccellenza, possono finalmente inserirsi in un contesto produttivo e mettere a frutto quanto appreso.
In questo caso, il milione stanziato dalla Giunta servirà a finanziare l’idea maturata all’estero ma da realizzare nella realtà regionale.

Vera MORETTI