Ecco le modifiche agli studi di settore

Per quanto riguarda gli studi di settore, l’Agenzia delle Entrate ha portato alcune modifiche sulla modulistica.

Ecco quali quadri si presentano con le novità più rilevanti:

  • QUADRO A – “Personale addetto all’attività”: è stato cambiato per adeguarlo alla nuova metodologia di stima dei soci amministratori. In particolare, si introducono: – 2 nuovi righi denominati “Soci amministratori” e “Soci non amministratori” al posto dei precedenti “Soci con occupazione prevalente nell’impresa” e “Soci diversi da quelli di cui al rigo precedente”; – il nuovo rigo “Associati in partecipazione”, che sostituisce quelli presenti in precedenza, ovvero “Associati in partecipazione che apportano lavoro prevalentemente nell’impresa” e “Associati in partecipazione diversi da quelli di cui al rigo precedente”.
  • QUADRO F– “Elementi contabili”: le modifiche riguardano i dati relativi gli amministratori e le royalties. Inoltre, in seguito alle novità introdotte dal DL 70/2011 riguardo la deducibilità delle spese di importo < € 1.000 relativi a contratti a corrispettivi periodici di competenza di 2 periodi d’imposta l’agenzia nella C.M. 30/2012 invita gli Uffici a tener conto del nuovo criterio di deducibilità applicabile dal 2011.
  • QUADRO Z– “dati complementari”: nei modelli di alcuni studi delle attività professionali sono state richieste informazioni più precise riguardo alle prestazioni/incarichi per le quali, nel corso dell’anno, sono stati percepiti solo pagamenti parziali rispetto all’intero compenso pattuito per lo svolgimento della singola prestazione. Per questo motivo, in relazione a ciascuna tipologia di attività, vengono richiesti: – il numero dei soli incarichi/prestazioni per i quali nell’anno 2011 sono stati percepiti solo acconti e/o saldi (pagamenti parziali); – la percentuale dei compensi derivanti dagli incarichi/prestazioni per i quali sono stati percepiti solo pagamenti parziali, in rapporto ai compensi complessivamente percepiti nel 2011.
  • QUADRO X– “altre informazioni ”: ai fini dell’applicazione dei correttivi anti-crisi (DM 13/06/2012), devono essere indicati alcuni dati specifici che permettano a Gerico di rimodulare la stima dei ricavi o compensi sulla base degli stessi correttivi. In particolare, è richiesto di indicare: – i “Ricavi dichiarati ai fini della congruità relativi al periodo di imposta 2010” (per l’applicazione del correttivo relativo all’applicazione della normalità economica); – di compilare alcune voci di costo relative ai periodi 2009 e 2010.
  • QUADRO V– “Ulteriori dati specifici ”: è prevista una apposita casella da barrare qualora i contribuenti nel 2009 o 2010 abbiano cessato di avvalersi del regime dei minimi. In particolare, occorre barrare la casella presente a rigo V04 (per le imprese) ovvero V01 (per i lavoratori autonomi). Al riguardo, l’agenzia precisa che tali soggetti, oltre a barrare la relativa casella del quadro V, dovranno fare attenzione a fornire alcuni dati contabili, da indicare nei quadri F, G e X, senza tenere conto degli effetti derivanti dal principio di cassa, applicato nei periodi di imposta precedenti e correlato al citato regime.

Il prospetto delle “Imprese multiattività” può comunque essere compilato anche se i ricavi derivanti dalle attività non prevalenti non superano il 30% dei ricavi complessivi.

Per i soggetti che sono usciti dal regime dei minimi e che sono esercenti attività d’impresa, si rileva uno sfasamento tra il principio di “cassa” operante nel regime dei minimi e quello di “competenza” del regime ordinario.

Questo sfasamento potrebbe comportare delle distorsioni nei risultati degli studi di settore applicati in termini di congruità dei ricavi e posizionamento rispetto agli indicatori di coerenza e di normalità economica.
Per evitare questi effetti negativi, sono state previste particolari modalità di applicazione degli studi di settore, differenziando a seconda che l’uscita dal regime sia intervenuta nel 2011 ovvero nel 2010 o 2009.

Vera MORETTI

I nuovi requisiti per essere ammessi al regime premiale nel 2011 negli studi di settore

Come si legge nel provvedimento del 12 luglio, è stata approvata la differenziazione dei termini di accesso al regime premiale per i contribuenti soggetti agli studi di settore. Le disposizioni previste dall’articolo 10, comma 12, del Dl 201/2011, individuano le attività per le quali chi comunica fedelmente i dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore, dichiara ricavi o compensi congrui e risulta coerente con gli specifici indicatori, è ammesso ai benefici per il periodo d’imposta 2011.

I benefici del regime premiale
L’articolo 10, commi da 9 a13, del “Salva Italia”, ha introdotto alcuni benefici per i contribuenti soggetti all’accertamento basato sugli studi di settore, in possesso dei requisiti su ricordati: nei loro confronti sono preclusi gli accertamenti basati sulle presunzioni semplici, sono ridotti di un anno i termini di decadenza per l’attività di accertamento e la determinazione sintetica del reddito complessivo è ammessa a condizione che il reddito accertabile ecceda di almeno un terzo (invece che un quinto) quello dichiarato.

Coerenza e congruità “totali”
Il provvedimento di oggi, in primo luogo, precisa che, per poter accedere al regime premiale: la coerenza deve sussistere per tutti gli indicatori previsti dallo studio di settore applicabile; in presenza contemporanea di redditi d’impresa e di lavoro autonomo, entrambi devono essere assoggettabili all’accertamento basato sulle risultanze degli “studi”; in caso di applicazione di due diversi studi, la congruità e la coerenza devono sussistere per entrambi.

Gli ammessi per il 2011
Per il periodo d’imposta 2011 possono accedere al regime premiale i contribuenti che applicano gli studi di settore elencati nell’allegato 1. Si tratta degli studi per i quali risultano approvati almeno quattro dei seguenti cinque indicatori di coerenza economica:

  • di efficienza e produttività del fattore lavoro
  • di efficienza e produttività del fattore capitale
  • di efficienza di gestione delle scorte
  • di redditività
  • di struttura,

ovvero almeno tre e che contemporaneamente sono riferibili a settori di attività economica per i quali è stimata “una percentuale del valore aggiunto del sommerso economico (ipotesi massima) inferiore alla percentuale di valore aggiunto sommerso del totale economia (ipotesi massima)”.

Fedeltà dei dati
Il provvedimento precisa che la fedeltà dei dati dichiarati, necessaria per l’accesso al regime premiale, sussiste anche in presenza di errori o omissioni nella compilazione dei modelli degli studi di settore, a patto che non siano modificati l’assegnazione ai cluster, il calcolo dei ricavi o compensi stimati, il posizionamento rispetto agli indicatori di normalità e di coerenza.

Pubblicati i modelli per gli studi di settore

A seguito della pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale di sabato, del decreto del ministero dell’Economia di approvazione dei correttivi “crisi”, l’Agenzia delle Entrate ha divulgato i 206 modelli che riguardano i dati per l’applicazione degli studi di settore, da allegare ad Unico 2012.

Si tratta di 51 studi per il settore delle manifatture, 61 per i servizi, 24 per i professionisti, 70 per il commercio.
Tutta la gamma dei modelli ha subito modifiche per adeguarsi al trend negativo dovuto al momento di crisi, oltre a tenere conto degli interventi sugli studi di settore previsti dal decreto ministeriale 26 aprile 2012 e degli interventi correttivi, applicabili agli stessi studi per il solo periodo d’imposta 2011, previsti dal decreto ministeriale del 13 giugno 2012.

Vera MORETTI

La prima rata Imu prorogata fino al 9 luglio

E’ arrivata la proroga per le persone fisiche chiamate a pagare la prima rata dell’Imu.

Se, inizialmente, tale rata andava corrisposta entro il 18 giugno, ora si può aspettare fino al 9 luglio, senza alcuna maggiorazione. Per chi, invece, necessita di ancora un po’ di tempo, il pagamento, con una maggiorazione dello 0,40%, può essere effettuato entro il 20 agosto.

Queste date sono valide per tutte le persone fisiche, privati, imprenditori o lavoratori autonomi che presentano il mod. UNICO 2012, indipendentemente dal fatto che, per coloro che esercitano un’attività d’impresa, sia o meno stato elaborato il relativo studio di settore.

A beneficiare di questa proroga, però, possono essere anche soggetti diversi dalle persone fisiche solo se esercitano un’attività per la quale è stato elaborato lo studio di settore, dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore al limite stabilito per ciascuno studio di settore dal relativo decreto di approvazione del Ministro dell’economia e delle finanze.
Inoltre, devono essere tenuti ad effettuare il versamento delle imposte derivanti dal mod. UNICO / IRAP 2012, entro il 18.6.2012.

Rientrano nella proroga anche i soggetti titolari di redditi di partecipazione in società per le quali sussistono le condizioni per poter beneficiare della proroga.

I versamenti prorogati, inoltre, non riguardano solo le rate Imu ma anche il saldo 2011 e l’acconto 2012 di IRPEF, IRES e IRAP e:
• addizionali IRPEF;
• saldo IVA per i soggetti che presentano la dichiarazione in forma unificata;
• contributi previdenziali (IVS, Gestione separata INPS, contributi CIPAG);
• saldo 2011 e acconto 2012 della c.d. “cedolare secca”;
• acconto del 20% dell’imposta dovuta sui redditi a tassazione separata;
• imposte sostitutive (regime nuove iniziative, regime dei minimi, ecc.);
• imposta “patrimoniale” per attività/immobili detenuti all’estero, c.d. Ivie.

Vera MORETTI

Un decreto modifica gli studi di settore

Gli studi di settore sono stati modificati e resi più vicini a quelle che sono le realtà economiche delle aziende e dei mercati.
Le integrazioni si trovano nel decreto del 26 aprile del Ministero dell’Economia e delle Finanze e si applicheranno a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2011.

Negli allegati che accompagnano il decreto, l’allegato 1 contiene i nuovi indicatori volti a contrastare possibili ipotesi di non corretta compilazione dei dati dichiarati.
L’allegato 2 individua un nuovo indicatore di normalità economica basato sul valore dei beni strumentali, da applicare in caso di incoerenza dei dati.
L’allegato 3 aggiorna i valori soglia per l’indicatore di coerenza “ricarico” dello studio VOM4U (“farmacie”).

L’allegato 4 aggiorna la territorialità dei Factory outlet center, individuando le aree di mercato che sono state influenzate dalla presenza degli outlet.
L‘allegato 5, a questo proposito, riguarda in particolare Abruzzo, Campania e Sicilia, poiché proprio in queste regioni sono stati aperti, nel 2009 e 2010, nuovi outlet.

Gli allegati 6 e 7 aggiornano, rispettivamente, l’analisi territoriale a seguito dell’istituzione del Comune di “Gravedona ed Uniti” (provincia di Como) e lo studio sulle aree della territorialità del commercio a livello comunale, provinciale e regionale, al fine di capire quali variazioni sono state rinvenute nelle caratteristiche della rete distributiva, in rapporto al grado di modernizzazione e di copertura dei servizi di prossimità, e dello sviluppo socio economico del territorio.

Vera MORETTI

Orafi penalizzati dalla scomparsa dell’ICE

di Vera MORETTI

Gli studi di settore permettono di capire l’andamento dell’economia italiana in ogni ambito commerciale ma, come proposto da Confindustria FederOrafi, per questo particolare settore occorrerebbe distinguere tra commercio al dettaglio, che comprende 22.000 negozi di vendita di oreficeria/gioielleria, e il comparto produttivo, con oltre 10.000 imprese e 50.000 dipendenti che vanta il sesto saldo commerciale attivo con l’estero.

Licia Mattioli, presidente di Confindustria FederOrafi, ha presentato, a questo proposito, un testo nel quale, oltre a presentare tale richiesta, viene fatto un bilancio dell’andamento produttivo.

La crisi si è fatta sentire, causando, tra il 2005 e il 2010, un abbassamento del quantitativo di oro lavorato del 58%. Se, infatti, nel 2001, si trasformavano in gioielli quasi 500 tonnellate di oro, nel 2010 le tonnellate erano scese a 116. Conseguenza di ciò, è stata la riduzione non solo della produzione, ma anche di addetti, tanto che molti sono statti mandati in cassa integrazione, e delle imprese, alcune delle quali hanno subito pensatissime perdite.

Considerando che da sette mesi orami in Italia non esiste più l’ICE, che aveva come compito principale quello di aiutare le imprese, soprattutto PMI, nell’internazionalizzazione, il rischio di rimanere indietro rispetto gli altri Paesi è concreto. A questo, poi, si aggiunge l’aumento dei prezzi delle materie prime, che negli ultimi due anni ha visto l’oro aumentare del 60%, l’argento del 142% e il platino del 41%.

Dice la Mattioli: “Le imprese non stanno a guardare ma stanno reagendo per rilanciarsi sul mercato interno e su quelli internazionali (l’Italia esporta il 70%), investendo in nuovi prodotti, in innovazione tecnologica, in ricerca e sviluppo. Per evitare un’indiscriminata, dannosa e generalizzata “caccia alle streghe” bisogna quindi leggere bene i numeri. L’evasione va combattuta e l’Agenzia delle Entrate ha i mezzi e le competenze per affrontarla all’interno però di un contesto di regole fiscali chiare, certe, non vessatorie e, soprattutto, armonizzate almeno a livello dei 27 Paesi dell’Unione Europea per non creare ulteriori discriminazioni per i gioielli made in Italy“.

Il programma di revisione degli studi di settore 2012

L’anno d’imposta 2012 vede ben 69 studi di settore in vigore che dovranno essere revisionati e applicati. L’ok è partito dalla Commissione degli esperti con parere espresso lo scorso 1 dicembre.

Non è altro che un aggiornamento periodico previsto perché i parametri e i criteri definiti dagli studi continuino a rappresentare le situazioni che si vogliono fotografare. Il loro adeguamento viene effettuato sulla base di diverse voci che periodicamente vengono analizzate per testarne la corrispondenza con le attività cui si riferiscono.

L’aggiornamento riguarda studi di settore applicati dal 2009 e le cui attività economiche sono classificate in base alla tabella Ateco 2007. Per quanto riguarda i settori coinvolti, si va dalla riparazioni di telefoni alle agenzie matrimoniali o per la cura degli animali da compagnia. Da aggiornare anche i parametri per i produttori di carni e olio o per chi fabbrica vari tipi di articoli in plastica. Tra i 69 da revisionare anche studi medici e centri di medicina estetica.

Ex PMI ai regimi minimi: niente studi di settore

Esclusione dagli studi di settore le PMI che prima della manovra finanziaria rientravano nei regimi minimi. E’ la richiesta fatta al governo dal deputato leghista Gianluca Forcolin. Lo scopo è di evitare di penalizzare i piccoli imprenditori, artigiani e commercianti già gravati dalla crisi e che fino al luglio scorso potevano beneficiare dei regimi minimi.

Con l’approvazione della nuova Finanziaria il regime dei minimi è scomparso, per essere sostituito da un “Regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità“. Ma se prima della finanziaria il regime dei minimi riguardava il 96% dei contribuenti di tale fascia, oggi il nuovo regime fiscale di vantaggio riguarda meno del 5% dei precedenti beneficiari. Il regime dei minimi era infatti esteso alle imprese che rientravano nella fascia contributiva limite di 30.000 euro all’anno di fatturato.

Il nuovo “Regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità” favorirà infatti i giovani imprenditori, fino ai 35 anni d’età, e le imprese di nuova costituzione, quelle cioè create prima del 2008, per un periodo massimo di 5 anni. L’obiettivo è quello di favorire l’imprenditoria giovanile e le start up italiane. Ma l’esclusione dal regime di vantaggio degli ex contribuenti appartenenti al regime dei minimi obbligherà tali aziende a sottostare agli Studi di Settore, comportando un aumento significativo delle tasse a loro carico che potrebbe portare in alcuni casi alla chiusura dell’azienda.

Per evitare aumenti drastici a carico di lavoratori autonomi, professionisti e piccoli esercenti, il Fisco ha però concesso alle imprese con un basso ricavo, ovvero sotto i 30.000 euro all’anno (gli ex regimi minimi per intenderci) o con investimenti sotto i 15.000 euro al triennio un prelievo fiscale agevolato. Le imprese a basso livello di ricavo dovranno infatti versare al Fisco il 20% dei redditi prodotti, ma saranno esentati dal versamento dell’Irap e esonerati dagli obblighi Iva.

Alessia Casiraghi

Per gli studi di settore, arriva il controllo online

Anomalie e incongruenze dei bilanci rispetto agli Studi di settore possono essere evidenziati prima dell’invio.

Disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate la procedura di controllo che consente di verificare le eventuali discordanze e anomalie tra i dati inseriti nella dichiarazione dei redditi e nei relativi allegati e le indicazioni fornite dalle specifiche tecniche di Gerico 2011 e da quelle relative ai controlli telematici.

L’Agenzia raccomanda i contribuenti interessati dagli studi di settore di verificare, prima di trasmettere Unico 2011, che i dati inseriti nel modello e negli allegati alla dichiarazione concordino con le specifiche tecniche di Gerico 2011 e con quelle relative ai controlli telematici.

Studi di settore, via ai controlli anti-anomalie

Dall’Agenzia delle Entrate, già partire 190.000 comunicazioni di anomalie riscontrate nei dati rilevanti ai fini degli studi di settore.

Anche quest’anno, come avvenuto negli anni passati, l’Agenzia delle Entrate sta inviando a contribuenti ed intermediari specifiche comunicazioni di anomalie riscontrate nei dati rilevanti ai fini degli studi di settore.
Le comunicazioni in arrivo riguardano i dati dichiarati ai fini dell’applicazione degli studi di settore per il triennio 2007-2008-2009 e saranno circa 190.000.

La campagna mira ad ottenere un’attenta valutazione nella compilazione della dichiarazione relativa al 2010, dato che qualora le anomalie fossero riscontrate anche per tale periodo d’imposta, la posizione del contribuente sarà inserita nelle liste selettive per i controlli fiscali.