Bonus casa minori per mobili, elettrodomestici, verde e acqua potabile: cosa sono?

Fino a tutto il 2024 (il 2023 per l’acqua potabile) si può usufruire dei bonus casa minori per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici e per la sistemazione del verde. Le detrazioni fiscali su questi tre bonus variano da un minimo del 36% fino a un massimo del 50% con differenti limiti di spesa. Tuttavia, per poter beneficiare dei bonus, è necessario rispettare determinate condizioni.

Bonus mobili e grandi elettrodomestici, per cosa si può prendere?

La legge di Bilancio 2022 ha prorogato fino a tutto il 2024 la detrazione fiscale spettante per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici. Tuttavia, per poter ottenere il bonus fiscale è necessario aver svolto i lavori per il recupero edilizio previsti dall’articolo 16 bis del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir). Ovvero che sia stato utilizzato il superbonus. Pertanto, il bonus sull’acquisto dei mobili e dei grandi elettrodomestici è subordinato ai lavori di ristrutturazione edilizia.

Bonus mobili ed elettrodomestici, quali sono le spese ammesse alla detrazione fiscale?

La detrazione fiscale del 50% del bonus mobili e grandi elettrodomestici deve essere ripartita per 10 quote annuali di uguale importo. Si inizia dal periodo di imposta nel quale si è sostenuta la spesa per l’acquisto dei beni oggetto di agevolazione fiscale. Tuttavia è necessario fare attenzione alle caratteristiche dei mobili e soprattutto degli elettrodomestici. Infatti, i grandi elettrodomestici ammessi alla detrazione devono essere di classe a partire dalla A per i forni; dalla classe minima F per i congelatori e per i frigoriferi; dalla classe minima E per le lavatrici, le lavastoviglie e le asciugatrici. L’ammontare della spesa non deve superare i 10.000 euro per gli acquisti effettuati nel 2022; o i 5 mila euro per le spese degli anni 2023 e 2024.

Bonus mobili ed elettrodomestici, come considerare il rapporto con gli interventi di ristrutturazione edilizia?

Specifica attenzione deve essere posta per quanto concerne il momento in cui vengono svolti i lavori oggetto di ristrutturazione edilizia e quello nel quale vengono effettuati gli acquisti. Ad esempio, per gli acquisti di mobili ed elettrodomestici fatti nel 2020, gli interventi di ristrutturazione edilizia devono essere iniziati a decorrere dal 1° gennaio 2019. L’anno di svolgimento degli interventi edilizi diventa anche l’anno di riferimento per i limiti di spesa del bonus mobili ed elettrodomestici dell’anno successivo.

Bonus verde 2022, 2023 e 2024: per cosa si può ottenere la detrazione fiscale?

Fino a tutto il 2024 si può beneficiare della detrazione fiscale prevista del bonus verde. Si tratta di un beneficio fiscale ottenibile per i seguenti interventi:

  • la sistemazione a verde delle aree scoperte private relative a edifici esistenti, a unità immobiliari e pertinenze e recinzioni;
  • alla realizzazione degli impianti di irrigazione o di pozzi;
  • alla costruzione delle coperture a verde o di giardini pensili;
  • alle relative spese di progettazione e di manutenzione.

Quali interventi non beneficiano della detrazione fiscale del bonus verde?

Non sono oggetto di bonus verde, e quindi di detrazione fiscale, i seguenti interventi:

  • la manutenzione ordinaria e quella periodica di giardini già esistenti. L’intervento non comporta innovazioni;
  • gli interventi in economia.

Si possono ottenere i benefici fiscali del bonus verde anche nel caso in cui il contribuente si rivolga a più fornitori per acquistare piante, alberi, arbusti, specie vegetali, cespugli utili a realizzare i lavori. L’intervento sull’area verde deve essere complessivo e comprendere anche i lavori necessari per realizzarlo.

Bonus verde, che tipo di detrazione spetta ai contribuenti?

Sia nel 2022 che nei prossimi due anni, gli interventi sul verde rientranti nel bonus comportano una detrazione fiscale del 36%. Il beneficio fiscale va applicato sulle spese sostenute per un totale di 5 mila euro. La detrazione massima ottenibile è pari dunque a 1.800 euro. È necessaria la tracciabilità dei pagamenti effettuati per ottenere il bonus: vanno bene anche gli assegni bancari, i bonifici ordinari e le carte di credito. La detrazione fiscale deve essere ripartita in 10 quote annuali di uguale importo a partire dall’anno di imposta nella quale si sono sostenute le spese.

Bonus verde, cosa avviene nel caso di detrazione fiscale del condominio?

Il bonus verde è previsto anche nel caso in cui i lavori ammessi al beneficio fiscale siano effettuati all’esterno delle parti comuni di un condominio. In tal caso, la detrazione fiscale va calcolata sulla quota imputabile e versata nei tempi previsti per la dichiarazione dei redditi da ciascun condominio. Risulta sufficiente la detenzione o il possesso dell’immobile oggetto di intervento. Pertanto, oltre al proprietario dell’unità abitativa, beneficiano del bonus verde anche il nudo proprietario, il titolare di un diritto reale di godimento sull’immobile, il locatario, il comodatario, l’imprenditore individuale o la società di persone per i beni che non rientrano tra quelli strumentali.

Bonus acqua potabile, fino a quando si può ottenere l’agevolazione fiscale?

Tra i bonus casa minori c’è da menzionare quello relativo all’acqua potabile. Il bonus fiscale è valido fino al 31 dicembre 2023 per le spese sostenute sull’acquisto di depuratori per l’acqua e per i sistemi di mineralizzazione, di filtraggio, di addizione dell’anidride carbonica alimentare. Si può ottenere la detrazione fiscale anche per i costi sostenute per l’installazione degli strumenti.

Chi può beneficiare del bonus acqua potabile ed entro quali limiti di spesa?

La detrazione fiscale connessa al bonus acqua potabile è pari al 50% delle spese ammissibili. Tuttavia sono previsti due limiti di spesa. Per le persone fisiche il massimo della spesa ammissibile è di 1.000 euro. Il limite deve essere inteso per ogni unità immobiliare. Per i soggetti che svolgono attività di impresa, di arte o di professione e per gli enti non commerciali il massimo della spesa ammissibile è fissato a 5 mila euro. In tal caso l’immobile deve essere adibito all’attività professionale o istituzionale.

 

Credito di imposta bonus edilizi: come fare prima, seconda e terza cessione?

Riparte il mercato delle cessioni del credito di imposta e dello sconto in fattura legati al superbonus 110% e bonus edilizi. Il Banco Bpm risulta già operativo alle operazioni dopo la sospensione dettata dalle nuove disposizioni del decreto “Sostegni ter”. AnchePoste Italiane e Cassa depositi e prestiti stanno per mettersi nuovamente al lavoro. La nuova operatività delle operazioni di cessione del credito e dello sconto in fattura arriva dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri dei provvedimenti che rivedono le norme del decreto di gennaio.

Bonus e superbonus casa, ecco le novità per la cessione del credito di imposta e sconto in fattura

Proprio con le nuove regole del governo in merito alla cessione dei crediti di imposta e alla corretta applicazione dello sconto in fattura sui bonus e superbonus edilizi, è possibile realizzare la prima cessione, la seconda e la terza. Si tratta di tre passaggi che ampliano la circolazione della “moneta fiscale” anche se con delle limitazioni ben precise rispetto a quanto avveniva fino al 16 febbraio scorso. La prima cessione diventa operativa dopo la realizzazione degli interventi rientranti nel superbonus 110% e dei bonus e la maturazione della detrazione.

Quando si può cedere più volte il credito di imposta sui superbonus e bonus casa?

In prima battuta rimane possibile beneficiare delle agevolazioni fiscali in edilizia con lo sconto in fattura. Lo sconto determina una successiva cessione del credito di imposta maturato. Questo ultimo passaggio si può fare a qualsiasi soggetto, senza che vi siano particolari limiti. La prima cessione del credito di imposta rimane, pertanto, libera. La stretta può avvenire in caso di secondo e di terzo passaggio. Infatti, in seconda battuta, ovvero per i trasferimenti susseguenti, la cessione si può fare solo in un ambito controllato. E, pertanto, la seconda e la terza cessione del credito di imposta può avvenire solo a favore delle banche e degli intermediari finanziari elencati dall’articolo 106 del Testo Unico Bancario (Tub). Sono compresi nell’elenco anche i gruppi bancari e le assicurazioni.

Bonus casa, no alle cessioni parziali e pene più severe ai tecnici che fanno le asseverazioni

Una novità sulle cessioni dei crediti di imposta sui bonus e sui superbonus edilizi partirà per le operazioni a decorrenza del 1° maggio 2022. Il provvedimento prevede che, una volta comunicata la prima operazione di cessione del credito di imposta, il credito stesso non potrà essere spacchettato attraverso il trasferimento parziale. Per garantire l’interezza dell’operazione, al credito verrà attribuito un codice identificativo univoco che servirà a identificarlo. Infine, pene più severe sono previste per i tecnici abilitati che effettuano le asseverazioni relative ai bonus edilizi. Nel caso in cui forniscano false informazioni sul visto da apporre, è prevista la reclusione da 2 a 5 anni. La norma punta soprattutto a punire le false asseverazioni relative alle effettive realizzazioni degli interventi che beneficiano dei bonus casa.

Superbonus 2022, tornano le cessioni e arrivano le multe

Il Superbonus 2022 è stato oggetto dello scorso Consiglio dei Ministri ed ha portato una ventata di novità, tra cessioni e multe per le imprese.

Superbonus 2022, le novità appena approvate

Il Superbonus 2022 è stato approvato dal Consiglio dei ministri portando con se una serie di novità. Del resto a causa degli ultimi eventi e di coloro che hanno sfruttato l’agevolazione per comportamenti illeciti, si aspettava una nuova stretta ed una regolamentazione più chiara ed attenta. E così è arrivata, cercando di apportare una serie di correzioni per garantire la continuità del superbonus ed il lavoro per le imprese edili.

Infatti la prima novità riguarda le cessioni che possono essere fino a tre, mentre prima il Governo aveva ridotto ad una sola. Anche se le ultime due cessioni saranno rivolte solo a banche, intermediari finanziari o intermediari iscritti all’albo e quindi autorizzati. Una misura che si spera rimetta in moto il settore delle imprese edili che era stato bloccato a seguito delle ultime strette sulle cessioni dei crediti. Però erano necessarie, per evitare le frodi in uno dei settori economici principalmente esposti a questo tipo di illegalità.

Codice identificativo e multe per i trasgressori

Tra le novità arriva il codice identificativo univoco da attribuire al credito d’imposta alla prima cessione. Il codice sarà operativo dal primo maggio 2022. Questo permetterà di tracciare tutti i movimenti e le cessioni in modo chiaro e lineare. Come se fosse un bollino di garanzia anche questo con lo scopo di evitare qualsiasi tipo di frode o volontà dei professionisti di farsi rimborsare costi e spese mai sostenuti.

Arrivano anche le multe per i tecnici che certificano delle spese in realtà non fatte. Ebbene sono anche introdotte delle sanzioni per i tecnici che firmano documenti falsi. Le multe andranno da 50 mila a 100 mila euro. Ma non solo, prevista anche la reclusione da due a cinque anni. Questo quindi dovrebbe comportare una maggiore stretta per chi commette o vuole commettere dei comportamenti illeciti in tema di superbonus.

Superbonus 2022, nuove regole della sicurezza sul lavoro

Un’altra novità riguarda la sicurezza all’interno dei cantieri. Infatti i bonus saranno concessi solo alle imprese che applicano contratti collettivi nazionali di settore per i propri dipendenti.Quindi solo queste imprese potranno operare nel settore delle ristrutturazioni legate al superbonus 2022. Una misura che garantisce formazione e maggiore sicurezza per chi lavora nei cantieri, anche perché sono molti i casi di morte sul lavoro e nei cantieri.

Ad oggi l’intervento ha fatto si che si siano realizzati circa 7 mila interventi edilizi in tutta Italia. E questo ha sicuramente messo in moto aziende edili, lavoratori, produttori di materie prime, trasporti e tutto l’indotto legato al settore. Perché oggi come ieri, il settore edile è sempre trainante nell’economia del nostro paese.

 

 

Superbonus, da oggi addio alla cessione del credito

Il Superbonus da oggi perde un’opzione molto cara, quella della cessione del credito nei confronti delle imprese, ecco come cambia.

Superbonus, la via la stretta sull’agevolazione

Da oggi entra ufficialmente in vigore la stretta sulle cessioni dei crediti dei bonus edilizi. Ta questi c’è il superbonus 110% e il bonus facciate introdotte dal Decreto sostengi-ter. Con esattezza termina anche il periodo di transizione, per comunicare all’Agenzia delle entrate la cessione multipla del credito. Termine che aveva una prima scadenza al 7 febbraio, con proroga al 17 febbraio, proprio ieri.

Da oggi è aria nuova per il superbonus, una misura voluta anche delle forze politiche per cercare di riequilibrare e mettere un freno ai così detti “furbetti” del contributo. Ma l’imposizione del blocco delle cessioni, ha già prodotto un malcontento generale. Tuttavia alcune correzioni devono ancora essere fatte, ma intanto le cessioni avranno un limite massimo di 3.

Le parole del Ministro Giorgetti

Il ministro dello sviluppo Giancarlo Giorgetti spiega i motivi che hanno spinto il Governo ad intervenire sul blocco delle cessioni del credito. E lo ha fatto attraverso queste parole: “”Sul superbonus il governo è intervenuto, diciamo così in modo rozzo con il blocco delle cessioni. Credo che a questo problema che ha creato oggettivamente una situazione di blocco e grave tensione nel settore si rimedierà a brevissimo con un provvedimento di urgenza, che contemplerà però anche altre misure credo per formalizzare l’attività economica legata all’edilizia e al superbonus, comprese – credo di poter anticipare – anche nuovi strumenti sanzionatori per reprimere ed evitare che succeda ancora“.

Parola che non lasciano alcun dubbio sulla volontà di mantenere il super bonus 100% ancora attivo, anche perché smuove tutto l’indotto edile. Ma che comunque ha bisogno di una regolamentazione diversa per evitare blocchi sia sull’erogazione che sulle cessioni.

Superbonus una nuova regolamentazione per salvare il salvabile

Tutto è nato a causa dei comportamenti fraudolenti di alcuni “furbetti del superbonus“. Cessioni pagate per operazioni inesistenti ai danni dello Stato. Sembra ce si parla di circa 4 miliardi denunciati dal governo a inizio anno. Illeciti che corrono lungo tutto lo stivale, da Sud a Nord senza alcuna differenza. Il Governo è subito corso ai ricavi bloccando le cessione del credito ad una sola volta. Il rimedio è stato peggiore del danno, perché si è creato un blocco del settore edile. Da oggi si può cedere ma con un limite di 3 volte.

E’ chiaro che serve una regolamentazione più precisa ed attenta, da mettere a punto nel breve tempo.  Magari qualche novità potrebbe arrivare dal Decreto Mille proroghe. Mentre è stato prorogato al 7 aprile 2022 la scadenza per comunicare all’Enea la cessione del credito d’imposta o lo sconto in fattura per le spese sostenute nel 2021.

 

 

 

Bonus barriere architettoniche al via, si può fare la cessione del credito di imposta?

Per tutto il 2022 sarà possibile utilizzare il bonus barriere architettoniche. La misura, attesa al debutto nei prossimi giorni, permette la detrazione fiscale del 75% degli interventi effettuati per l’eliminazione degli ostacoli fisici che causano disagi per la mobilità. In questi giorni, l’Agenzia delle entrate è intervenuta per aggiornare le specifiche inerenti i lavori sulle parti comuni degli edifici. Inoltre, l’agevolazione fiscale consente di utilizzare la cessione del credito di imposta come opzione alternativa alla detrazione diretta. L’attesa è per le nuove disposizioni su come potrà essere esercitata la scelta.

Eliminazione delle barriere architettoniche, quali sono i lavori ammessi?

Con il provvedimento dell’Agenzia delle entrate numero 46900 del 2022 sono state adottate nuove interpretazioni tecniche per inviare la comunicazione relativa alla detrazione del 75% del bonus barriere architettoniche. I relativi lavori consentiranno il vantaggio fiscale per tutto il 2022. Il bonus può essere utilizzato a partire dal 24 febbraio 2022 per:

  • eliminare gli ostacoli fisici che causano disagio alla mobilità di chiunque, specificatamente per chi ha capacità motorie ridotte o impedimenti sia temporanei che definitivi;
  • abbattere gli ostacoli che impediscono o limitano a chiunque l’utilizzo di parti, di attrezzature e di componenti in modo comodo e sicuro;
  • sopperire all’assenza di segnalazioni e accorgimenti per orientarsi e riconoscere i luoghi e le situazioni di pericolo. Questo elemento si riferisce sia nel caso di non vedenti, ipovedenti o sordi, che per chiunque.

Quali altri lavori sono possibili con il bonus barriere architettoniche?

Oltre agli interventi finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche, con il bonus è possibile fare favori di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità abitative funzionali a eliminare le barriere architettoniche. Se si sostituisce l’impianto, il bonus spetta per le spese inerenti lo smaltimento e la bonifica dei materiali e dell’impianto sostituito. Devono essere rispettati, inoltre, i requisiti elencati dal decreto del ministro dei Lavori pubblici numero 236 del 14 giugno 1989 relativi all’accessibilità degli edifici.

Bonus barriere architettoniche, si può utilizzare la cessione del credito di imposta?

Con il bonus barriere architettoniche si può esercitare l’opzione della cessione del credito di imposta. L’attesa è per l’emendamento al decreto “Milleproroghe” che potrebbe consentire fino a tre passaggi nell’operazione di cessione del credito stesso. In alternativa si può richiedere lo sconto in fattura al fornitore per i pagamenti effettuati entro la fine dell’anno.

Bonus barriere architettoniche, quando si può utilizzare il superbonus 110%? Le ipotesi dei condomini

Il bonus barriere architettoniche si può utilizzare anche come superbonus 110%. In tal caso, e fino a tutto il 2023, viene riconosciuta la detrazione fiscale del 110% ma è necessario che il lavoro di eliminazione degli ostacoli rientri tra gli interventi trainati del condominio. Risulta, in ogni modo, necessario che i lavori vengano effettuati sulle parti comuni del condominio nel caso di deliberazioni di ulteriori interventi:

  • cappotto termico;
  • sostituzione impianto di climatizzazione invernale;
  • lavori per la sicurezza antisismica;
  • interventi a favore degli ultra 65enni (decreto legge numero 34 del 2020).

Cessione credito bonus, le novità attese per oggi

Sono attese per la giornata di oggi, 15 febbraio, alcune novità relative alle cessioni dei crediti di imposta legati ai bonus e superbonus edilizi. Il tetto delle cessioni potrebbe salire a tre nel testo dell’emendamento al decreto “Milleproroghe” che verrà depositato in Commissione Bilancio alla Camera nella giornata odierna. Ulteriore novità riguarda l’assegnazione di un certificato di qualità per le operazioni di cessione. L’operazione consentirebbe di ricostruire i passaggi delle cessioni e di stabilirne una tracciabilità. Inoltre, con le novità in arrivo i tempi si fanno stretti per l’aggiornamento della piattaforma dell’Agenzia delle entrate per le relative comunicazione delle opzioni di scelta (cessione dei crediti di imposta e sconto in fattura).

Cessione dei crediti di imposta su bonus e superbonus edilizi, i nodi da sciogliere

I nodi da sciogliere sui limiti alla cessione dei crediti di imposta rimangono, dunque, vari. E i tempi per arrivare a una soluzione iniziano a essere ristretti. Se il provvedimento non dovesse approvare in aula entro giovedì 16 febbraio, potrebbe sfumare la possibilità di approvazione nel contesto della conversione del decreto “Milleproroghe”. L’alternativa sarebbe quella di adottare le correzioni nel decreto relativo al caro bollette. In tempi così stretti è necessario pertanto trovare l’accordo unanime di tutti i partiti per l’approvazione definitiva. Tra le modifiche alla cessione dei crediti di imposta l’ipotesi più accreditata è quella di aumentare il numero delle operazioni e dei passaggi tra i soggetti.

Superbonus e bonus edilizi, i passaggi della cessione del credito di imposta potrebbero salire a tre

Nella conversione del decreto si potrebbe salire al numero di tre passaggi nelle operazioni di cessione del credito di imposta legati ai superbonus e ai bonus edilizi. L’operazione sarebbe a vantaggio dei soggetti vigilati dalla Banca d’Italia e delle società dei gruppi bancari. Inoltre potrebbe essere introdotta una certificazione di qualità dei crediti di imposta in modo da renderli tracciabili. Tale documentazione andrebbe apposta a valle dei controlli dell’Agenzia delle entrate.

Cessione dei crediti di imposta sui bonus edilizi, in arrivo un nuovo aggiornamento della piattaforma dell’Agenzia delle entrate?

Suddette operazioni potrebbero comportare un nuovo aggiornamento della piattaforma dell’Agenzia delle entrate per le comunicazioni degli operatori delle opzioni di scelta sul bonus e superbonus edilizi. Si tratta delle comunicazione con le quali i soggetti scelgono tra cedere i crediti e avvalersi dello sconto in fattura. Le due opzioni sono alternative alla detrazione fiscale diretta di quanto previsto dai bonus e dal superbonus 110% in termini di vantaggi fiscali.

Cessione dei crediti di imposta sulle agevolazioni fiscali: la questione della privacy

In ogni caso, l’introduzione di una certificazione di qualità nelle operazioni di cessione dei crediti di imposta dei bonus implicherebbe la necessità di tutela della privacy dell’originario soggetto che ha provveduto a cedere il credito di imposta. La ricostruzione del percorso delle operazioni di cessioni implicherebbe, dunque, il parere del Garante della privacy. Con ulteriore allungamento dei tempi di conversione del decreto.

Crediti di imposta, cosa ne sarà di quelli oggetto di frode o inesistenti?

Peraltro, la misura dovrebbe andare a consentire anche la possibilità di cedere i crediti di imposta, sottoposti a sequestro, nel corso degli anni susseguenti alla maturazione. Il passaggio, in altre parole, dovrebbe consentire ai soggetti titolari del credito di poterlo utilizzare nel tempo per non perdere il beneficio fiscale. Annessa alla questione diventa di primaria importanza stabilire cosa ne sarà dei crediti di imposta legati a operazioni oggetto di frodi e, ancora più indispensabile, il nodo legato a operazioni di crediti inesistenti.

Comprare casa con i bonus e superbonus antisismici: come fare?

Con i bonus edilizi si può non solo far eseguire degli interventi per la riduzione del rischio sismico, ma acquistare anche delle unità immobiliari. Oltre al bonus ristrutturazioni, infatti, si possono ottenere benefici fiscali anche con i bonus che prevedono la messa in sicurezza antisismica per acquistare una casa. L’agevolazione è sfruttabile fino al 2024 nel caso del bonus; fino a fine 2022 per il superbonus. E, come per gli interventi, anche nei casi di acquisto di una unità immobiliare con i bonus e superbonus antisismici, oltre alla detrazione dell’Irpef, il vantaggio fiscale può essere ottenuto anche dallo sconto in fattura o dalla cessione dei crediti di imposta. Due, in chiave di antisismica, sono nel dettaglio le misure con le quali procedere con l’acquisto di una casa: il bonus e il superbonus 110% per l’acquisto di unità immobiliare antisismica.

Bonus antisismico per acquisto di una casa: che cos’è?

Il bonus antisismico per svolgere lavori di messa in sicurezza da eventi sismici è un’agevolazione fiscale che può essere sfruttata fino al 31 dicembre 2024. L’agevolazione fiscale può essere utilizzata anche per acquistare una unità immobiliare. Il vantaggio fiscale è previsto dal comma 1 septies, dell’articolo 16, del decreto legge numero 63 del 2013. La detrazione fiscale, da sfruttare in cinque anni, è pari al 75% del prezzo di acquisto di una casa fino al massimo del vantaggio fiscale di 96 mila euro. Per acquistare una unità immobiliare è necessario che l’edificio sia stato ricostruito dopo la totale demolizione di un precedente immobile, qualunque sia la precedente tipologia.

Caratteristiche dell’unità immobiliare per beneficiare del bonus antisismico per acquistare una casa

L’intervento in chiave antisismica deve essere stato effettuato a partire dal 1° gennaio 2017 per poter sfruttare il bonus antisismico anche per l’acquisto della casa. L’ambito territoriale dell’immobile deve essere classificato nella zona sismica 1, 2 o 3. Risulta necessario, in ogni caso, che l’acquisto della casa deve essere effettuato entro i 30 mesi susseguenti dal termine degli interventi. E, comunque, l’acquisto deve essere effettuato entro il 31 dicembre 2024.

Acquisto casa con il bonus antisismico, come applicare la detrazione fiscale sul prezzo di acquisto?

La detrazione fiscale sull’acquisto di una casa con i bonus antisismici deve essere ripartita per i 5 anni successivi. Il calcolo dell’aliquota di detrazione fiscale dipende dal numero delle classi di riduzione del rischio sismico derivanti dai lavori di ricostruzione dell’immobile. Si distinguono infatti le percentuali del:

  • 75% del prezzo di acquisto dell’unità abitativa se la riduzione del rischio sismico è stato di una classe;
  • dell’85% del prezzo con il quale si acquista se la riduzioni delle classi è stata di almeno due;
  • in entrambi i casi, il limite della detrazione non può eccedere i 96 mila euro.

Come calcolare la detrazione fiscale nel caso di bonus antisismico e acquisto di una nuova unità immobiliare?

Per procedere a calcolare quanto stetti di detrazione fiscale nel caso di unità immobiliare ricostruita con il bonus antisismico, è necessario procedere come segue:

  • se il prezzo di acquisto è stato di 400 mila euro, il limite sul quale effettuare la detrazione è di 96 mila euro;
  • su 96 mila euro si applica il 75% se la riduzione del rischio è stata pari a una classe. E, dunque, la detrazione fiscale è pari a 72 mila euro;
  • nel caso in cui la riduzione di classi di rischio è pari a due, si applica l’85% per una detrazione fiscale pari a 81.600 euro.

Superbonus per acquistare una casa, come fare?

Oltre al bonus antisismico, per l’acquisto di una casa si può beneficiare anche del superbonus. Anche in questo caso, l’entità della detrazione fiscale dipende dalla riduzione delle classi di rischio sismico ottenuta con l’intervento. L’acquisto di una casa, che non sia di categoria A/1, A8 e A/9, nel caso del superbonus può generare una detrazione fiscale del 110%. Il superbonus per l’acquisto di unità immobiliari successivo agli interventi in super sisma bonus 110% sono disciplinati dal comma 1 septies, dell’articolo 16, del decreto legge numero 63 del 2013 e dal comma 4, dell’articolo 119, del decreto legge numero 34 del 2020.

Superbonus 110% per acquistare casa, cosa si può acquistare?

Nel caso di immobili che abbiano ricevuto interventi in super sisma bonus, si può procedere con l’acquisto, nel limite di due unità immobiliari, purché siano a destinazione abitativa. L’acquisto e la fine dei lavori in superbonus deve avvenire entro il 30 giugno 2020. Si può ottenere una proroga di questa scadenza (entro il 31 dicembre 2022) nel caso in cui entro il 30 giugno 2022 sia stato effettuato almeno il 30% dell’intervento complessivo. Risulta necessario, come confermato dall’Agenzia delle entrate nell’interpello numero 57 del 2022, che l’atto di acquisto dell’immobile oggetto di lavori sia stipulato entro la fine di giugno 2022.

Super sisma bonus 110%, a quali condizioni si può acquistare un immobile a destinazione abitativa?

Per poter beneficiare del 110% di detrazione fiscale su un immobile a uso abitativo oggetto di interventi in super sisma bonus è necessario che:

  • l’intervento di riduzione del rischio sia stato effettuato nelle zone sismiche 1, 2 o 3;
  • i lavori abbiano prodotto la demolizione dell’intero edificio, qualunque sia la sua natura;
  • dopo la demolizione l’edificio sia stato ricostruito, anche con incremento volumetrico, purché la ricostruzione sia avvenuta dopo il 1° gennaio 2017 da imprese di costruzione e di ristrutturazioni.

Come calcolare la detrazione fiscale nel caso di superbonus 110% per interventi antisismici?

La detrazione massima, anche in caso di acquisto di una unità immobiliare abitativa con superbonus antisismico, è pari al 110%. Ciò significa che, nel caso di prezzo di acquisto pari a 400 mila euro, la detrazione massima ottenibile (sul limite di 96 mila euro) è pari a 105.600 euro. In alternativa, si può sfruttare il vantaggio fiscale mediante cessione del credito di imposta o sconto in fattura.

Sconto in fattura, come si applica nel caso del superbonus 110 con interventi antisismici?

Nel caso di sconto in fattura per l’acquisto di una casa interessata da interventi in superbonus 110% per la riduzione del rischio sismico, l’impresa che vende procede con uno sconto sul prezzo dovuto fino all’importo corrispondente all’entità della detrazione stessa. L’impresa venditrice poi potrà procedere con il recupero dello sconto in fattura mediante il credito di imposta. L’importo del credito è pari alla detrazione spettante. Il soggetto (anche banche e altri intermediari finanziari) che riceve il credito successivamente può, a sua volta, procedere con una ulteriore cessione.

Cessione del credito di imposta nel caso del superbonus 110%

La seconda opzione in alternativa alla detrazione fiscale per il soggetto che acquista una casa con il superbonus 110% è la cessione del credito di imposta. In tal caso, chi acquista casa può effettuare la cessione del credito (di importo pari alla detrazione spettante) al venditore, alle persone fisiche (anche lavoratori autonomi, di impresa, società ed enti), alle banche e agli altri istituti di intermediazione finanziaria.

Visti e asseverazioni nel caso di acquisto di una casa con bonus antisismici e superbonus 110%

Per quanto attiene ai visti e agli asseverazioni nel caso di acquisto di una casa con il bonus antisismico o il superbonus 110%, è necessario considerare che:

  • in entrambi i casi, non sussiste l’obbligo di pagare tramite bonifico;
  • è necessaria l’asseverazione fatta da un professionista abilitata riguardo l’efficacia dell’intervento e la riduzione del rischio sismico delle classi corrispondenti. L’asseverazione deve essere allegata al titolo edilizio;
  • occorre il progetto degli interventi di riduzione del rischio sismico;
  • il collaudatore e il direttore dei lavori devono procedere con l’attestazione di conformità degli interventi del progetto.

Superbonus 80%, nei contributi a fondo perduto turismo anche wifi e mobili: domande dai prossimi giorni

Novità in arrivo per il superbonus 80%, la misura a vantaggio degli alberghi e delle attività turistiche e dei contributi a fondo perduto previsti dal decreto del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Il decreto legge 152 del 2021, infatti, è stato meglio specificato dall’elenco delle spese ammissibili dal ministero del Turismo. Il dicastero guidato da Massimo Garavaglia ha stilato, infatti, la lista di quanto rientri nei contributi a fondo perduto.

Spese rientranti nel superbonus 80% e contributi a fondo perduto del turismo: anche wifi, mobili e terme

Tra le spese finanziabili dal superbonus e dai contributi, anche quelle per il wifi, i mobili e le terme. Rimane invariata la percentuale delle spese che deve essere vincolata all’efficienza energetica: il 50%. Intanto è quasi pronta la piattaforma del ministero del Turismo per la presentazione delle domande del superbonus e dei contributi a fondo perduto: si prevede che la domanda potrà essere presentata già dai prossimi giorni.

Contributi a fondo perduto turismo e superbonus 80%: ecco le spese ammissibili aggiornate

Secondo i chiarimenti del ministero del Turismo, dunque, anche i mobili, il wifi e le piscine termali faranno parte del paniere delle spese ammissibili ai fini del superbonus 80% e dei contributi a fondo perduto. I finanziamenti andranno a vantaggio degli alberghi e delle strutture turistiche secondo quanto prevede il decreto del Pnrr numero 152 del 2021. L’elenco delle spese dovrà, in ogni modo, tener presente dei vincoli, in primis delle risorse stanziate. Primo tra tutti, quello relativo al 50% di risorse che verranno messe a disposizione per l’efficienza e la riqualificazione energetica. La metà dei 500 milioni di euro stanziati fino al 2024 dovrà andare a vantaggio dell’impatto ambientale.

Superbonus 80% e contributi a fondo perduto: gli obiettivi della riduzione delle emissioni

Infatti, tra i vincoli dei contributi a fondo perduto a favore delle imprese operanti nel turismo vi sono una serie di obiettivi ai quali gli interventi devono tendere. In primis, i lavori devono permettere la riduzione della dispersione termica, la schermatura solare e la produzione di acqua calda. Inoltre, nella direzione degli obiettivi della riduzione delle emissione e del cambiamento climatico devono essere programmati anche i lavori relativi agli impianti di climatizzazione invernale e della building automation.

Quali altre spese sono finanziabili con il superbonus 80% e i contributi a fondo perduto del turismo?

Ulteriori obiettivi dei contributi a fondo perduto del turismo e del superbonus 80% riguardano:

  • la riqualificazione antisismica (miglioramento del comportamento antisismico dell’immobile o spese per beni destinati a strutture esistenti);
  • l’abbattimento delle barriere architettoniche;
  • i lavori di manutenzione straordinaria, di restauro, di risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia;
  • la realizzazione e la ristrutturazione delle piscine termali, degli spogliatoi e dei servizi igienici;
  • gli investimenti in digitalizzazione (spese per wifi, dispositivi per i pagamenti elettronici, sistemi di gestione e relative licenze, router e modem);
  • l’acquisto dei mobili, dei complementi di arredo e l’illuminotecnica;
  • spese per le prestazioni dei professionisti per relazioni, attestati tecnici, asseverazioni nella misura massima del 10% dei costi ammissibili.

Contributi a fondo perduto turismo e superbonus 80%, da quando si può presentare la domanda?

Si hanno novità in merito alla presentazione delle domande del superbonus 80% per il turismo e dei contributi a fondo perduto. Il ministero del Turismo, infatti, sta mettendo a punto la piattaforma che deve essere pronta entro il giorno 21 febbraio 2022. Particolare attenzione deve essere tenuta in considerazione sui tempi. Infatti, dall’apertura della piattaforma, le imprese potenzialmente beneficiarie dei contributi avranno 30 giorni di tempo per presentare tutta la pratica. Difatti, tra permessi, visti e documenti vari, sono addirittura 29 le richieste alle quali adempiere per inviare la richiesta.

Importi degli interventi ammessi al superbonus 80% e ai contributi a fondo perduto

Tra gli interventi finanziabili dal superbonus 80% del turismo, anche il credito di imposta relativo agli interventi realizzati tra il 7 novembre 2021 e la fine di gennaio 2024. Si può ottenere il credito di imposta anche per gli interventi avviati a partire dal febbraio del 2020. Tuttavia, è necessario che le relative spese siano state sostenute a partire dal 7 novembre 2021. L’importo degli interventi varia da un minimo di 40 mila euro a un massimo di 100 mila euro.

Comprare casa con il bonus ristrutturazioni: come fare?

Acquistare casa con i bonus previsti per i lavori edilizi. Si può e, soprattutto, la scelta ricade su varie formule di detrazioni fiscali possibili. Ad esempio, per le case ristrutturate o messe in sicurezza antisismica, le agevolazioni sono possibili fino al 2024. E si può utilizzare anche la cessione del credito di imposta o lo sconto in fattura per sfruttare il vantaggio fiscale. I bonus edilizi, dunque, non sono utilizzabili solo per svolgere gli interventi di ristrutturazione necessari, ma possono finanziare anche le unità immobiliari.

Comprare casa con il bonus ristrutturazioni, cosa si può fare?

Il bonus ristrutturazioni può tornare utile anche per acquistare una casa. Si tratta di comprare un immobile abitativo che faccia parte di un edificio interamente interessato da interventi edilizi di recupero, di restauro, di ristrutturazione o di risanamento conservativo. L’agevolazione fiscale può essere sfruttata fino al 31 dicembre 2024 alle condizioni attuali, prima della riduzione della percentuale di detrazione spettante. Il beneficio fiscale può risultare maggiore rispetto a quello ordinario. Ovvero la detrazione, da ripartire nell’arco dei 10 anni, è pari al 50% anziché al 36%. Più alto è il limite di spesa che arriva a 96 mila euro anziché a 48 mila euro.

Bonus ristrutturazione per comprare una casa, ecco come fare

L’utilizzo del bonus per acquistare una unità immobiliare ristrutturata è prevista dal comma 3, dell’articolo 16 bis del Testo unico imposte sui redditi (Tuir). In particolare, la detrazione può arrivare al 50% del 25% del prezzo di acquisto, con il limite di 96 mila euro. Ad esempio, se il prezzo di acquisto di un immobile è di 400 mila euro, il 25% risulta 100 mila euro. La detrazione fiscale del 50% su 100 mila euro è pari a 50 mila euro che rappresenta il beneficio ottenibile su questa operazione di acquisto.

Quali sono le condizioni per utilizzare il bonus ristrutturazioni?

Il bonus ristrutturazioni è a favore del proprietario dell’immobile, del nudo proprietario, dell’usufruttuario e del titolare di un altro diritto reale. Si possono far svolgere interventi sull’immobile purché comportino il restauro o il risanamento conservativo dell’edificio stesso. Il bonus ristrutturazione deve riguardare lavori svolti da imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare da far effettuare su tutto il fabbricato. Non c’è obbligo di utilizzare il bonifico per il pagamento. Se il prezzo dell’intervento viene pagato prima che i lavori siano terminati, la detrazione è possibile solo dall’anno di ultimazione e per i dieci anni successivi.

A quali condizioni si può acquistare casa con il bonus ristrutturazioni?

Comprare casa usufruendo dei vantaggi fiscali del bonus ristrutturazione si può fare su unità immobiliari di qualsiasi tipo. L’acquisto deve essere effettuato entro 18 mesi dal termine degli interventi di ristrutturazione e, in ogni modo, entro il 31 dicembre 2024. Per gli acquisti effettuati a partire dal 1° gennaio 2025 la detrazione fiscale scende al 36% del 25% del costo di acquisto, fino al limite della detrazione di 48 mila euro.

Sconto in fattura per acquisto casa con il bonus ristrutturazioni

Al posto della detrazione fiscale diretta nella dichiarazione dei redditi, il contribuente può scegliere le due alternative dello sconto in fattura o della cessione del credito di imposta. Ovvero, nel caso di sconto in fattura, si può ottenere un beneficio sul prezzo di vendita dovuto all’impresa venditrice fino a corrispondere l’entità della detrazione. In questo caso, l’impresa venditrice recupera l’importo concesso come sconto dal credito di imposta, per un importo pari alla detrazione spettante. La società venditrice può, a sua volta, cedere il credito di imposta mediante successiva operazione a favore di altri soggetti, inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

Cessione del credito di imposta nel caso di acquisto di immobile con bonus ristrutturazioni

Analogo discorso per la cessione del credito di imposta derivante dal prezzo di acquisto di un’unità immobiliare ristrutturata con il bonus edilizio. Nel dettaglio, la cessione del credito di imposta avviene per l’ammontare pari alla detrazione fiscale stessa. In tal caso, chi acquista l’immobile può, a sua volta, cedere il credito maturato a favore del venditore, di altre persone fisiche che esercitino anche attività di impresa, di società o enti, o di esercenti attività di lavoro autonomo. Il credito può essere ceduto anche a istituti di credito o a intermediari finanziari. In tutti questi casi, tuttavia, in ottemperanza al decreto legge “Sostegni ter”, chi riceve il credito di imposta non può più trasferire ulteriormente il credito stesso. La stretta, al momento, è attiva fino al 17 febbraio 2022, in attesa di ulteriori sviluppi della normativa.

Visti e asseverazioni di conformità e di congruità delle spese nel caso del bonus ristrutturazioni

Anche il bonus ristrutturazioni, come gli altri bonus e in applicazione del decreto “Antifrodi”, poi recepito dalla legge di Bilancio 2022, è soggetto ai visti di conformità delle spese e all’asseverazione di congruità delle stesse. In particolare, per i casi di sconto in fattura o di cessione del credito di imposta, il visto di conformità deve essere rilasciato da un professionista abilitato alla presentazione delle dichiarazioni fiscali. Per l’asseverazione della congruità delle spese è necessario, invece, il rilascio di un tecnico abilitato che certifichi le spese sostenute. Tuttavia, quando la detrazione corrisponde al prezzo di acquisto dell’unità immobiliare, l’asseverazione di congruità delle spese non è necessaria secondo quanto stabilito dall’Agenzia delle entrate negli interpelli numero 190 del 2021, 556 del 2021 e 697 del 2021.

Cessione dei crediti di imposta: ecco il nuovo modello dei bonus edilizi

In arrivo il nuovo modello dell’Agenzia delle entrate per la comunicazione della cessione dei crediti di imposta inerenti il superbonus 110% e gli altri bonus edilizi. Il provvedimento aggiorna lo schema per l’esercizio della scelta dell’opzione per sfruttare la detrazione fiscale e comprende anche lo sconto in fattura. Il modello è disponibile sul sito dell’Agenzia delle entrate con le relative informazioni sulle modalità per effettuare la comunicazione stessa.

Quali bonus edilizi necessitano del nuovo modello Agenzia delle entrate per la comunicazione del credito di imposta?

Oltre al superbonus 110%, il nuovo modello potrà essere utilizzato per le comunicazioni di cessione del credito di imposta del bonus facciate e degli altri bonus. Sono compresi i lavori in edilizia libera e quelli inerenti gli interventi fino a 10 mila euro di importo. A differenza degli altri bonus edilizi, gli operatori potranno comunicare queste ultime due tipologie di interventi senza apporre il visto di conformità delle spese. A comunicare l’introduzione del nuovo modello è stata l’Agenzia delle entrate con il provvedimento direttoriale numero 0035873. Il decreto dà attuazione alle norme contenute agli articoli 119 e 121 del decreto legge numero 34 del 2020.

Superbonus 110% e altri bonus edilizi, come utilizzare lo sconto in fattura o la cessione del credito

L’intervento dell’Agenzia delle entrate in merito alle opzioni esercitabili come detrazione fiscale del superbonus 110% e degli altri bonus edilizi specifica che continueranno a poter essere esercitate le opzioni alternative a quella della detrazione fiscale diretta in sede di dichiarazione dei redditi. I contribuenti potranno, pertanto, continuare a esercitare la cessione dei crediti. Oppure a poter ottenere lo sconto sul corrispettivo. Il chiarimento dell’Agenzia delle entrate si è reso necessario per meglio specificare le procedure da seguire dopo le novità del decreto “Antifrodi”. La legge di Bilancio 2022 ha recepito il provvedimento. Ulteriori disposizioni sui bonus edilizi sono contenute nel  decreto “Sostegni ter”.

Blocco cessione del credito di imposta nel superbonus 110% e altri bonus edilizi: cosa significa?

In particolare, il decreto legge numero 4 del 2022, nel contrastare le frodi sulla cessione del credito di imposta del superbonus 110% e degli altri bonus edilizi, ha imposto un termine per l’esercizio ripetuto dell’opzione stessa. Pertanto, chi possegga il credito di imposta potrà avvalersi di una sola e ultima cessione. L’ultimo detentore del credito di imposta non potrà più continuare a cedere il credito di imposta. Ma dovrà, necessariamente, utilizzare il credito direttamente nella detrazione fiscale della dichiarazione dei redditi.

Cessione dei crediti di imposta, da quanto scatta il blocco di circolazione della moneta fiscale?

La data di entrata in vigore del blocco alla circolazione dei crediti di imposta era stata fissata al 7 febbraio. Ciò implica che i soggetti interessati possono fare una ulteriore cessione del credito di imposta entro domenica 6 febbraio. Salvo, poi, poter svolgere un’ultima e unica cessione oltre il 7 febbraio. Recentemente la data di decorrenza del blocco della moneta fiscale è stata fissata al 17 febbraio: il periodo transitorio, nel quale la moneta fiscale della cessione del credito di imposta può continuare a circolare, scade il 16 febbraio prossimo. Si attendono, date le difficoltà degli operatori di poter procedere con le ultime operazioni di cessione, novità relative a un ulteriore slittamento, da attuare per decreto.