Mutui, scende la rata, fino a 100 euro risparmiati

Buone notizie per chi ha un mutuo sottoscritto con tasso variabile, la rata può scendere anche di 100 euro al mese.

Mutuo a tasso variabile, ad aprile 2024 inizia a scendere la rata

La BCE ha fermato l’onda degli aumenti del costo del denaro e questo inizia a ripercuotersi anche sui muti stipulati con il tasso di interesse variabile e quindi legato all’andamento del costo del denaro. I primi effetti dovrebbero iniziare a vedersi già dal mese di aprile 2024, con un taglio di circa 10 euro al mese. Nei mesi successivi, se non vi sono scossoni all’economia con un aumento del costo del denaro, la rata dovrebbe continuare a scendere.

La BCE fino ad ora è stata cauta, terminata la serie di aumenti del costo del denaro legata all’inflazione, ha preferito non procedere con riduzioni, ma lasciare tutto fermo. Il timore è che l’inflazione potrebbe ricominciare a salire. Di fatto le previsioni sono però ottimistiche e proprio per questo le previsioni per il futuro fanno ben sperare in un’ulteriore riduzione del costo del denaro. Secondo uno studio di facile.it, già nei prossimi mesi la riduzione della rata dei mutui dovrebbe essere più sostanziosa, in particolare entro la fine dell’anno dovrebbe arrivare a 100 euro.

Euribor, scende il tasso di interesse del mutuo variabile

Al momento il tasso Euribor, punto di riferimento per i mutui a tasso variabile a 12 mesi, è circa 3,69% circa. Per capire il vantaggio basti pensare che nel mese di novembre 2023 era al 4,022% e ad ottobre al 4,160%. Continuando in questo modo, entro i prossimi mesi la rata dovrebbe scendere in modo graduale fino a 50 euro, per poi ridursi ulteriormente nella seconda parte del 2024.

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Proprio per questi motivi a partire dalla seconda meta dell’anno, se continua ad esservi questo trend, è consigliato anche chiedere dei preventivi per la rinegoziazione (stessa banca) del mutuo a tasso fisso ed eventualmente una surroga (banca diversa). È importante provare a capire il momento migliore per concludere tali operazioni in modo da avere una riduzione della rata che sia comunque considerevole, visto che non è certo possibile chiedere surroga e rinegoziazione ogni mese.

Leggi anche: Mutuo a tasso variabile con tetto,cap. Perché sceglierlo oggi?

Mutui: continua il rialzo dei tassi di interesse. Superata la soglia del 3%

Non si ferma la corsa dei prezzi dei mutui per l’acquisto di casa, ormai è stata superata la soglia del 3% per il mutuo a tasso fisso e 1% per il mutuo a tasso variabile.

Mutui a tasso fisso: superata la soglia del 3%

Come già abbiamo notato nei mesi scorsi, non si arresta la corsa al rialzo dei tassi di interesse per i mutui. Abbiamo visto che nel mese di maggio il tasso di interesse per i mutui a tasso fisso, cioè basati sull’indice Eurirs era al 2%, ora siamo invece arrivati già al 3% e le previsioni non sono molto lusinghiere perché con il rialzo del costo del denaro di 50 punti base attuati dalla BCE, si prevede un ulteriore aumento. Aggiungendo i vari costi connessi alla gestione del mutuo, il TAEG, Tasso Annuale Effettivo Globale, supera decisamente il 3%. Naturalmente è bene chiedere diversi preventivi, ma le oscillazioni tra i vari istituti bancari sono comunque limitate.

Mutuo a tasso variabile: di quanto è aumentata la rata?

I tassi di interesse del mutuo a tasso variabile sono più bassi, oscillano attualmente intorno all’1% quindi con una rata molto più bassa rispetto a un mutuo a tasso fisso, ma in questo caso occorre tenere presente che chi acquista una casa sottoscrive solitamente un mutuo almeno ventennale. L’attuale situazione del mercato fa ritenere che a breve potrebbero esserci ulteriori aumenti del tasso di interesse e quindi già dopo le prime rate ci si potrebbe trovare a dover pagare una rata più alta.

Ricordiamo che con il mutuo a tasso fisso l’importo della rata non cambia per tutto il periodo del piano di ammortamento, quindi non ci sono brutte sorprese in agguato.

Dalle simulazioni fatte emerge che rispetto alla fine dell’anno scorso, su un mutuo da 200.000 euro trentennale l’aumento della rata mensile è stato di circa 48 euro, mentre su un mutuo ventennale l’aumento della rata è di circa 36 euro. Non si tratta certo di somme irrisorie considerando anche l’impatto di tutti gli altri aumenti.

Per chi vuole comunque stipulare un mutuo a tasso variabile, quindi basato sull’andamento dell’indice Euribor, il consiglio è di scegliere un mutuo con cap o meglio con tetto massimo.
Per conoscere i dettagli del mutuo a tasso variabile con cap, leggi l’articolo: Mutuo a tasso variabile con tetto, cap: perché sceglierlo oggi?

In ogni caso è bene ricordare che tra le varie possibilità offerte a coloro che stipulano un mutuo vi è anche la possibilità di surroga del mutuo o rinegoziazione.

Mutuo: cosa scegliere tra tasso fisso e variabile dopo le decisioni BCE?

Ci troviamo in un momento economico che costituisce un importante passaggio, dopo 11 anni in cui il tasso di interesse BCE era stato sotto quota 0, ora si prevede a luglio un aumento di +0,25 punti percentuali e a settembre è stato annunciato un nuovo aumento del costo del denaro. In questa situazione quale tasso di interesse sul mutuo è bene scegliere? Ecco alcune riflessioni.

Effetti dell’aumento del costo del denaro deciso da BCE sui tassi del mutuo

L’acquisto di casa non è mai una scelta semplice e tra le variabili da valutare c’è sicuramente la scelta tra il tasso fisso e il tasso variabile. Diciamo la verità: acquistare casa nei mesi passati è stato davvero vantaggioso perché il costo del denaro era basso, il tasso fisso era molto conveniente e si aveva la certezza che durante tutto l’arco del piano di ammortamento la rata sarebbe rimasta immutata. A ciò si è aggiunto un mercato immobiliare stagnante e di conseguenza prezzi non particolarmente proibitivi.

Siamo però in un momento di transizione, i tassi di interesse, fisso e variabile, hanno iniziato la loro crescita già dalla fine del 2021. A dicembre 2021 in media veniva praticato sul tasso fisso un interesse dello 0.6%, al 9 giugno siamo arrivati con aumenti costanti 2,19% su un piano ventennale. Tali aumenti si sono registrati prima dell’intervento della BCE, sebbene gli stessi fossero largamente annunciati, questo implica che nei prossimi mesi molto probabilmente correranno ancora di più.

Il tasso variabile è sicuramente più basso, ma ricordiamo che questo viene costantemente aggiornato in base all’andamento dell’euribor e questo implica che potrebbe essere eccessivamente rischioso in questo periodo scegliere questa soluzione. Nonostante questo, negli ultimi mesi le richieste di mutuo a tasso variabile sono aumentate e rappresentano 1/5 del totale. L’aumento di richieste del tasso variabile è dovuto alla crescita abbastanza veloce del tasso fisso.

Le stime dei prossimi mesi

Mutuionline stima che nei prossimi mesi la forbice tra il tasso di interesse del mutuo a tasso fisso e quello del variabile dovrebbe stringersi proprio in virtù dell’aumento del costo del denaro che sarà attivo a luglio. Questo vuol dire che stipulando ora un contratto a tasso variabile si ha sicuramente una rata più bassa del mutuo a tasso fisso, ma già alla prossima revisione trimestrale è molto probabile che le rate dovrebbero pareggiare, il risparmio effettivo sarebbe quindi solo per i primi mesi.

Fino a quando cresceranno i tassi di interesse?

Fino a quando cresceranno i tassi di interesse non lo possiamo sapere perché molto dipenderà dall’andamento dell’economia. Il nuovo aumento del costo del denaro di settembre dovrebbe essere dello 0,25% o addirittura dello 0,50% e questo porterà sicuramente anche a un nuovo aumento dei tassi di interesse sui mutui.

La stessa BCE ha però reso noto che in questi mesi, cioè da luglio a settembre, ci sarà un’attenta osservazione delle dinamiche inflazionistiche e le scelte di settembre saranno dettate dalla necessità di calmierare i prezzi e quindi raffreddare gli investimenti delle aziende. Ecco perché non ci sarà più immissione di liquidità nel sistema attraverso il quantitative easing. Raffreddare l’economia potrebbe voler dire anche procedere ad aumenti importanti del costo del denaro in modo da limitare gli investimenti.

A questo punto chi ha già scelto di acquistare casa, ed è sicuro di poter fare questo investimento, è meglio che si muova e tenti di farlo il prima possibile. Deve però essere ricordato che le tempistiche in alcuni casi possono essere lunghe, da un’indagine condotta da Facile.it motore di ricerca che si occupa anche di confrontare i tassi di interesse praticati dalle varie banche, emerge che in Trentino Alto Adige, regione più celere, ci vogliono 85 giorni per completare la fase istruttoria, va molto peggio in Calabria dove possono volerci 5 mesi.

Soluzioni per tenere sotto controllo il tasso di interesse del mutuo

In ogni caso ricordiamo che, una volta stipulato il mutuo non si è costretti a mantenere condizioni fuori dal mercato. Questo vuol dire che se oggi stipuliamo un contratto di mutuo con tasso fisso o variabile e nel tempo le condizioni economiche cambiano nuovamente e quindi il costo del denaro diminuisce e con esso il tasso di interesse generalmente applicato ai mutui, si può chiedere la rinegoziazione del mutuo presso la stessa banca. Se questa non accetta di rinegoziare le condizioni, si può invece optare per la surroga, cioè il passaggio del mutuo presso un’altra banca. Si tratta di un’operazione gratuita e che, soprattutto, non può essere negata. Con la surroga si può avere una riduzione del tasso di interesse fisso, un passaggio dal tasso fisso al variabile e viceversa.

Una possibile alternativa è invece la scelta del mutuo a tasso variabile con cap, per conoscere i dettagli, leggi l’articolo: Mutuo a tasso variabile con tetto, cap. Perché sceglierlo oggi?

Infine, deve essere ricordato che in caso di mutuo per l’acquisto della prima casa vi sono delle agevolazioni fiscali, tra cui la possibilità di portare in detrazione gli interessi pagati alla banca pari al 19% degli interessi passivi e oneri.

Continua il buon momento dei mutui

Sarà anche merito della ripresa in atto, dei tassi d’interesse a minimi e dei prezzi delle case in calo, fatto sta che in Italia continua il buon momento dei mutui. Un trend confermato dall’Osservatorio sui mutui dei portali Mutui.it e Facile.it, secondo le cui rilevazioni nello scorso semestre il finanziamento medio concesso è stato di circa 123mila euro, +2,4% rispetto alla rilevazione di sei mesi fa e +8% anno su anno.

I due siti hanno analizzato le domande di mutui e le erogazioni registrate tra maggio e ottobre 2015 e i risultati hanno rivelato un livellamento tra la cifra richiesta e quella effettivamente ottenuta dalle banche. Il livellamento è la conseguenza, da una parte, del fatto che gli italiani richiedono somme in linea con i propri livelli di reddito e proporzionali al valore dell’immobile, dall’altra dalla maggiore disponibilità delle banche a concedere mutui e prestiti.

Come conseguenza di questo trend il loan to value medio, ossia la percentuale erogata in rapporto al valore dell’immobile da acquistare, è salito ancora e adesso è al 56,4%. Stabili rispetto a maggio scorso sono rimasti l’età media del mutuatario (40 anni) e la durata media dei mutui erogati (21 anni).

Per quanto riguarda la tipologia delle erogazioni, la finalità più ricorrente è la surroga (spesso anche surroga di surroga), il cui numero è raddoppiato rispetto alla rilevazione del maggio scorso (+96%). Complessivamente, le surroghe rappresentano il 59% di tutte le erogazioni del semestre, dopo le quali vengono i mutui prima casa (29%).

Si rafforza, rispetto al semestre precedente, la predilezione per i mutui a tasso fisso: le domande di finanziamento di questo tipo salgono al 64,3%, mentre i mutui a tasso variabile raccolgono circa il 32% di tutte le domande.

Mutui, crescono le richieste di surroga: rappresentano il 18% dei flussi. Boom al Centro-Nord

Il noto Decreto Bersani è stato in grado di portare una nuova rivoluzione nel mondo assicurativo e nel settore bancario, garantendo la concorrenza tra gli istituti di credito e introducendo importanti modifiche.

A tre anni dalla sua approvazione, quali sono gli aspetti che gli italiani hanno saputo sfruttare maggiormente in materia di mutui? Gli italiani hanno deciso di approfittare dei vantaggi portati dall’introduzione della surroga del mutuo. Lo confermano i dati diffusi da Mutui.it, comparatore online di offerte di mutuo, che grazie all’analisi di oltre 18mila richieste di finanziamento, arrivate al sito nei mesi scorsi, ha potuto rilevare che oggi le richieste di surroga rappresentano il 18% dei flussi.

Gli italiani, risparmiatori sempre più attenti, hanno capito come sfruttare al meglio i vantaggi offerti dalla surroga, approfittando sempre più del web per la ricerca di mutui on line: la surroga oltre a consentire il trasferimento del vecchio mutuo dalla propria banca a un nuovo istituto di credito, consente di evitare il pagamento di costi aggiuntivi, incluse le spese notarili.

Secondo i dati resi noti dal comparatore Mutui.it, le regioni in cui si è ricorso con più frequenza alla surroga sono state tre: il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia e le Marche, dove le percentualie di richieste di surroga hanno raggiunto rispettivamente, il 31,04%, 29,25% e 22,55%. A seguire, con un numero di domande degne di nota, la Sardegna (21,10%) e, a pari merito, l’Emilia Romagna e il Veneto (20,48%). Fanalini di coda Basilicata e Calabria, entrambe al di sotto del 10% di richieste.

Curiosi i dati delle richieste segnalati in base alla tipologia di professione del richiedente: il maggior numero di surroghe sono state richieste da dipendenti delle Forze Armate con il 27,09% delle domande, gli imprenditori e gli operai con rispettivamente il 20,49% e il 20,13% delle richieste di surroga.

Alberto Genovese di Mutui.it commenta così i dati dell’indagine: “La grande richiesta di surroga da parte degli utenti è un segnale importante e per questo abbiamo creato su Mutui.it una sezione dedicata a surroghe e sostituzioni che permette di orientarsi in maniera semplice fra le proposte degli Istituti di Credito. In pochi giorni le richieste giunte sono state migliaia“.

Di seguito  le percentuali di richieste di surroga ricevute dal comparatore di mutui on line in base alle diverse Regioni d’Italia e le professioni che si sono dimostrate più interessate a questa opportunità:

Trentino-Alto Adige: 31,04%
Friuli-Venezia Giulia: 29,25%
Marche: 22,55%
Sardegna: 21,10%
Emilia-Romagna: 20,48%
Veneto: 20,48%
Lombardia: 19,73%
Puglia: 18,11%
Campania: 17,56%
Valle D’Aosta: 16,56%
Lazio: 16,22%
Piemonte: 15,89%
Liguria: 15,62%
Abruzzo: 15,40%
Toscana: 14,10%
Molise: 13,62%
Umbria: 11,49%
Sicilia: 10,59%
Calabria: 9,87%
Basilicata: 8,32%

Forze Armate: 27,09%
Imprenditore: 20,49%
Operaio: 20,13%
Commerciante: 18,56%
Libero Professionista: 18,25%
Impiegato: 17,21%
Quadro/Funzionario: 17,08%
Artigiano: 15,60%
Pensionato: 15,28%
Medico: 14,84%
Insegnante: 11,41%
Dirigente: 11,27%
Consulente: 10,54%
Giornalista: 9,32%

In collaborazione con Mutui.it