Telecom, 16mila posti di lavoro a rischio

 

Il tanto temuto passaggio di Telecom alla spagnola Telefonica rischia seriamente di far saltare la bellezza di 16 mila posti di lavoro tra esuberi e licenziamenti. In questi mesi a nulla sono servite le rassicurazioni del managment di Telecom ai sindacati, è più che concreta la possibilità che la nuova compagnia riorganizzi Telecom secondo il modello già applicato a Madrid, con il possibile addio ai call center e la marginalizzazione delle società satellite che si occupano di informatica.

Secondo i dati esposti dalla Cgil, dalla privatizzazione Telecom del 1997 sino ad oggi, il gruppo ha tagliato più di 70 mila posti di lavoro. Uscite che sono state realizzate in gran parte attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, con un costo a carico della collettività tutt’altro che trascurabile. Non resta che attendere poche settimane per l’inevitabile epilogo…

Quali sfide per le imprese e i professionisti nel mondo dell’hi-tech

di Davide PASSONI

Altro breve giro di tavolo sulle sfide che le nuove tecnologie impongono alle imprese e ai professionisti. 

Marco Fabio Parisi, Responsabile dei Progetto di Sviluppo It per le Pmi di Telecom Italia

La PEC non è solo un obbligo di legge ma un efficace strumento di lavoro. Quali i suoi vantaggi?
Per una piccola impresa o un professionista, calcolare i benefici che derivano dall’utilizzo della PEC è molto semplice. Basta contare quante raccomandate A/R è stato necessario inviare in un anno, moltiplicare per le ore necessarie a preparare la documentazione, stamparla, firmarla, inviarla dall’ufficio postale, archiviare il tutto e aggiungere i costi di spedizione. È evidente però, che tra i vantaggi non si possono ancora considerare quelli relativi alla “firma” e all’”archiviazione”. La PEC da sola non è in grado di garantire tutto questo. Mancano infatti la Firma Digitale e l’Archiviazione Sostitutiva, due ingredienti fondamentali secondo Telecom Italia per completare e ottenere la semplificazione dei processi amministrativi dell’impresa. Le soluzioni informatiche esistono, così come la tecnologia che rende tutto “a norma di legge” sicuro e garantito. Noi riteniamo che sia necessaria una norma attuativa semplice, per cui tutta la documentazione d’impresa possa essere prodotta, scambiata, firmata e archiviata in modo digitale e soprattutto che un documento digitale abbia valore legale a sostituzione di quello cartaceo. Solo così il beneficio per l’impresa sarà totale e sostanziale.

Fabiano Lazzarini, General Manager IAB Italia

Quali sono gli strumenti di advertising più efficaci per promuovere online la propria piccola impresa?
Oggi è essenziale presidiare internet. Gli strumenti disponibili per la promozione della propria realtà imprenditoriale in Rete sono molteplici e alcuni di essi possono essere utilizzati con estrema semplicità anche da utenti non esperti. Molto dipende dall’obiettivo della singola azienda, ma alcuni step possono essere considerati generalmente validi. Il primo passo per una piccola impresa è sicuramente quello di creare un buon sito web, professionale e ben strutturato in modo da essere immediatamente intellegibile dal proprio target. Il secondo passo è quello di rendersi facilmente rintracciabili in rete, indicizzando il proprio portale attraverso la scelta di parole chiave adeguate, che consentano di essere ai primi posti nei risultati sui motori di ricerca, laddove un potenziale cliente faccia una query online, alla ricerca di un prodotto o servizio che rientra nella propria offerta. A quel punto bisogna decidere, sulla base dei propri obiettivi di business e del budget che si intende investire, se e come implementare un piano di comunicazione online, ad esempio attraverso una pianificazione di advertising, ad esempio con dei banner, oppure con campagne di email o search marketing, o ancora una strategia di integrazione con i social network.

Al via il Festival Città Impresa

E’ cominciata ieri, 8 maggio, presso l’Antiruggine di Castelfranco Veneto, la sesta edizione del Festival Città Impresa promossa da Nordesteuropa Editore e VeneziePost, ed inaugurata quest’anno dal progetto Italiax10 presentato da Telecom Italia.

Obiettivo di questo evento è valorizzare le eccellenze dell’imprenditoria femminile italiana, e mettere tra loro in contatto realtà vincenti provenienti da territori e culture diversi tra loro.

Italiax 10 racconta 10 idee di 10 donne, tra le quali spiccano Sara Roversi e Andrea Magelli e il loro progetto nato nell’ambito dell’ “eat – tertainment” e sviluppato all’interno di You Can Group, fucina imprenditoriale di idee e startup con una divisione orientata alla creazione di food format innovativi.

Interessanti anche le iniziative proposte da Gabriella Chiellino, specializzata in ingegneria ambientale, Francesca Molteni fondatrice di Muse Project Factory, Margherita Morpurgo cofondatrice e responsabile scientifico di Ananas Nanotech, Lucia Pannese direttore generale di Imaginary.

E non finisce qui: all’appello hanno risposto anche Francesca Romano, amministratore delegato di Atooma e ideatrice di una app con funzionalità altamente innovative, Patrizia Iacovazzi, fondatrice di Perlamadredesign, Claudia Lubrano fashion designer fondatrice di Ecogeco e creatrice dei “jeans a km 0”, Chiara Caliceti fondatrice di Omniarelations per la promozione territoriale.
Infine Luciana delle Donne amministratore unico della cooperativa sociale per il reinserimento lavorativo Officina Creativa.

Vera MORETTI

Slitta la decisione sull’integrazione di 3 Italia con Telecom

Poco entusiasmo all’ultima assemblea per l’approvazione del bilancio di Telecom Italia, con una partecipazione di solo il 44% del capitale, del quale oltre la metà a cadi Telco, l’azionista di riferimento.
Ad aprire i lavori, il presidente Franco Bernabè, che nel suo lungo discorso ha spiegato come “una nuova regolamentazione dei servizi di rete fissa” per sviluppare l’infrastruttura di nuova generazione ma anche il “consolidamento del settore mobile”, rappresentino due prerogative indispensabili per garantire una crescita del gruppo telefonico, in affanno negli ultimi cinque anni.

E’ stata anche affrontata l’ipotesi di un integrazione con 3 Italia: “L’integrazione ipotizzata se realizzata a valori che rappresentino in modo corretto l’effettivo apporto delle due società presenta delle sinergie industriali che comportano riduzioni di costo in termini di strutture commerciali e di sviluppo delle reti Lte a cui si aggiungono i benefici di due bacini di clientela complementari”.

Circa la situazione della telefonia mobile in Europa, con il consolidamento di Orange e T-Mobile in Inghilterra e di Orange e H3g in Austria, Bernabè ha commentato: “eventuali freni o ostacoli al naturale consolidamento non potrebbero infatti che portare ad un ulteriore ritardo dello sviluppo delle reti Lte, su cui l’Europa registra per altro già un forte ritardo rispetto agli Stati Uniti”.

Occorre però specificare che 3 in Italia non è ancora a livello delle maggiori compagnie, almeno per quanto riguarda le reti di quarta generazione.

La decisione finale, comunque, verrà presa tra almeno due settimane, e solo se le valutazioni dei due gruppi, saranno fatte a “valori corretti”.
Nel frattempo, dall’analisi preliminare dei risultati del gruppo controllato da Li Ka Shing emerge che il margine operativo lordo sarebbe di circa 100 milioni (contro i 260 milioni annunciati), mentre i clienti attivi del gruppo sarebbero circa 7,3 milioni contro i 27 milioni di Tim. Sulla valutazione della società, 3 Italia ha precisato che “conferma che i suoi risultati finanziari, come riportato nella relazione annuale 2012 di Hutchison Whampoa Limited, sono veri e corretti in tutti gli aspetti”.

Vera MORETTI

Raggiunto un accordo tra Telecom e i sindacati

E’ stato siglato un accordo tra Telecom Italia e le Organizzazioni Sindacali per aumentare la produttività interna attraverso una più efficace organizzazione del lavoro e l’internalizzazione di lavorazioni esterne.
Si tratta di un’intesa innovativa per quanto riguarda la riqualificazione del lavoro, che permette anche di rispettare le indicazioni del Piano triennale aziendale, che prevede una prosecuzione del processo di riduzione dei costi, compreso quello del lavoro.

Telecom Italia, unitamente con le Organizzazioni Sindacali, ha ritenuto opportuno pensare ad interventi strutturali che potessero compensare la riduzione dei volumi di lavoro e salvaguardare la lunga durata dei livelli occupazionali.
Gli esuberi lavorativi, inoltre, previsti per il biennio 2013-2014 saranno gestiti attraverso ammortizzatori sociali come i contratti di solidarietà, che permettono di evitare licenziamenti.

Gli esuberi, 3.000 in tutto, saranno gestiti in questo modo:

  • 2.500 saranno gestiti attraverso contratti di solidarietà distribuiti su circa 32.000 addetti,
  • 500 lavoratori lasceranno la società perché in possesso del diritto alla pensione o, su base volontaria, avendo maturato il requisito pensionistico durante il periodo di fruizione della mobilità.

Ulteriori 350 esuberi individuati in Telecom Italia Information Technology nel periodo 2013/2014 saranno gestiti attraverso gli stessi strumenti di ammortizzazione sociale.

Tra le richieste sindacali che Telecom ha accolto c’è anche quella relativa alla Divisione Caring Services: la societarizzazione di queste attività sarà avviata dall’1 aprile 2014 e, nel frattempo, si provvederà alla chiusura di 47 centri con meno di 46 addetti, i quali potranno chiedere di lavorare in telelavoro.

Telecom provvederà anche alla riorganizzazione del lavoro dei tecnici che eseguono interventi di manutenzione e riparazione guasti.
Ad ogni tecnico verrà assegnato un automezzo sociale, che egli custodirà nella propria abitazione. In questo modo, oltre ad un risparmio di tempo, grazie alla delocalizzazione degli automezzi si potranno ottimizzare le modalità operative e migliorare gli standard di sicurezza.

Il settore maggiormente in crisi è quello del Directory Assistance: sono stati individuati ammortizzatori socialmente sostenibili, che consentano anche di formare nuove competenze per i lavoratori del settore con l’obiettivo di reimpiegarli in altre attività produttive.

Per quanto riguarda, infine, il nuovo premio di risultato per il periodo 2013-2015, le erogazioni saranno legate al raggiungimento di obiettivi annuali legati ai risultati economici (Ebitda e Ricavi) e qualitativi (Customer Satisfaction) dell’azienda.

Marco Patuano, AD di Telecom, ha dichiarato: “L’intesa raggiunta dimostra la nostra disponibilità a un confronto positivo con le Organizzazioni Sindacali, volto a garantire il rispetto e la tutela dei lavoratori, che rappresentano un importante capitale per il Gruppo. In questo contesto, ritengo particolarmente importante sottolineare l’atteggiamento costruttivo e responsabile dei sindacati, che non si sono limitati a condividere una soluzione non traumatica per la gestione degli esuberi ma hanno contribuito, d’intesa con l’Azienda, a realizzare un progetto di ampio respiro per aumentare la produttività a tutela del mantenimento dei livelli occupazionali nei prossimi anni. L’accordo siglato oggi, permettendoci di rispettare gli obiettivi di efficienza previsti nel Piano triennale, ci consente di proseguire con maggiore serenità il percorso degli investimenti necessari per un’azione di rilancio di Telecom Italia”.

Vera MORETTI

Telecom rinvia l’emissione dei bond ibridi

Intervenuto ad un convegno all’Università Bocconi di Milano, Marco Patuano, Ad di Telecom Italia, ha dichiarato: “Con il bond ibrido di oggi Telecom Italia ha voluto dare un segnale al mercato sulla propria capacità di finanziamento, anche se prevede di ottenere condizioni migliori nelle prossime emissioni”.

La domanda è stata molto alta e un segnale importante è stato riuscire a contenere la tranche.
Volevamo dare un segnale al mercato, ma in questo momento di alta volatilità è lecito attendersi per il futuro condizioni migliorative rispetto a quelle attuali”.

Telecom Italia aveva annunciato ad inizio febbraio un piano per l’emissione di 3 miliardi di euro di bond ibridi nei successivi 18-24 mesi con una componente equità del 50%. E’ stato tenuto il roadshow a fine febbraio ma poi il gruppo ha deciso di rinviare l’emissione.

Vera MORETTI

Anche in Italia si sta diffondendo il Mobile Payment

In ritardo rispetto agli altri Paesi Ue, si stanno finalmente diffondendo anche in Italia le nuove formule di pagamento elettronico.

Ciò che ha spinto anche gli italiani ad adottare queste procedure è da ricercarsi in tre diversi fattori:

  • i servizi che permettono di effettuare acquisti via smartphone – bollettini postali, canone Rai, parcheggi e corse autobus – sono in crescita del 20%;
  • la tecnologia che trasforma il cellulare in bancomat è divenuta realtà, grazie all’intesa con le telco italiane (Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3g e Poste Mobile) per l’impiego della SIM NFC (Near Field Communication);
  • la legislazione incentiva oggi l’uso dei pagamenti elettronici, grazie ai decreti Salva Italia e Sviluppo-bis.

In un solo anno, il Mobile Remote Payment & Commerce è aumentato del 30% passando da 700 mln di euro a oltre 900 mln. Di questi, 470 mln di euro riservati a contenuti digitali per smartphone (+20% per le app) con un +60% anche per acquisto di beni e servizi, pagamento bollettini postali, parcheggi e bus, per un valore di 310 milioni di euro.

Ad andare per la maggiore sono, ultimamente, le spese per la mobilità, che comprendono sia pagamenti di sosta e biglietti di trasporto pubblico, sia taxi, car & bike sharing.
Le cifre, infatti, mostrano come oltre 700.000 di ore di parcheggio siano state pagate dagli Italiani attraverso il cellulare, 600.000 i biglietti di corsa semplice e qualche migliaio le ricariche degli abbonamenti per il TPL attivate da Mobile.
Le corse di taxi pagate con cellulare sono quasi 10.000, per un totale di circa 1 milione di transazioni di piccolo importo.

Anche la spesa per transazioni di prossimità è cresciuta in misura considerevole. A fine 2012 sono stati registrati circa 30.000 terminali POS NFC attivi rispetto ai 5.000 del 2011, mentre nel 2013 si calcola possano arrivare a oltre 170.000.
I cellulari NFC venduti nel 2012 sono stati circa 2,5 milioni, 6 milioni stimati a fine 2013.
Le carte contactless già emesse sono 2 milioni: un incremento significativo, se si considera che nel 2011 quelle circolanti erano 750.000.

Vera MORETTI

Intesa SanPaolo e Telecom Italia rendono possibile il pagamento tramite cellulare

Per evitare code e perdite di tempo, ma soprattutto per incentivare i pagamenti per via telematica, Telecom Italia e Intesa SanPaolo hanno siglato un accordo che permetterà di effettuare pagamenti tramite telefono cellulare.

Ciò sarà possibile utilizzando un telefono dotato di SIM NFC di Telecom Italia abbinato ad una carta di pagamento del Gruppo Intesa Sanpaolo, con il quale sarà possibile pagare gli acquisti avvicinando semplicemente il cellulare ad un POS abilitato.
Questa iniziativa fa parte di un progetto in cui Telecom si è imbarcata, con altri operatori mobili, al fine di diffondere i servizi NFC basati sulla SIM.

Per quanto riguarda i pagamenti con cellulari, Telecom Italia si propone agli operatori finanziari come abilitatore tecnologico per lo sviluppo dei pagamenti in prossimità tramite smartphone, lasciando inalterata la filiera del valore tipica dei sistemi di pagamento.

Intesa SanPaolo, dal canto suo, ha inaugurato nel 2011, come prima banca in Italia, un progetto pilota di Mobile Proximity Payment basato sulla piattaforma Move and Pay messa a punto dal Gruppo.
Ora questa applicazione sarà disponibile su larga scala, con i clienti Tim per primi ma nei prossimi mesi diventerà una vera e propria App che si arricchirà progressivamente di servizi che semplificheranno la vita degli utenti, soprattutto per quanto riguarda le incombenze e i pagamenti quotidiani.

Telecom Italia si è dotata di un’architettura di gestione dei servizi NFC incentrata sulla SIM e su una piattaforma che permette il delivery e la gestione sicura di applicazioni anche di terzi sulle proprie SIM. L’architettura prescelta, che garantirà la piena interoperabilità delle soluzioni tecniche e dei servizi secondo gli standard GSMA, include la disponibilità di un portafoglio digitale aperto in grado di gestire tutte le carte di molteplici service provider, anche non bancari, virtualizzate sulla SIM.

Insieme a Setefi, società del Gruppo leader nella monetica, Intesa SanPaolo gestisce i servizi NFC attraverso una propria piattaforma in grado di supportare tutte le fasi, dall’attivazione all’assistenza post vendita, secondo elevati standard di sicurezza e interoperabilità. Setefi sta inoltre lavorando per accrescere in Italia il numero di esercenti abilitati ai pagamenti contactless ovvero la tecnologia che consente di pagare un acquisto avvicinando semplicemente la carta o il cellulare al POS.

Telecom, inoltre, per avere la possibilità di connettere il maggior numero di utenti a questo tipo di pagamento telematico, è favorevole all’interconnessione diretta con gli operatori finanziari e anche all’interconnessione tramite hub terzi.

Vera MORETTI

Unioncamere: un patto con Telecom per le imprese digitali

 

Se il Decreto Sviluppo, varato qualche giorno fa in Parlamento, ha focalizzato l’attenzione e gli interventi previsti su start up e Agenda Digitale, lo sviluppo delle imprese digitali in Italia sta a cuore a Unioncamere. L’Unione italiana delle camere di commercio ha infatti sottoscritto un accordo con Telecom Italia per supportare la massima diffusione delle infrastrutture di rete broadband e ultrabroadband su tutto il territorio nazionale.

Il protocollo d’intesa, siglato da Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere e Marco Patuano, Amministratore Delegato di Telecom Italia,  avrà durata triennale e mira a sensibilizzare le piccole e medie imprese italiane all’utilizzo efficiente dei servizi ICT resi disponibili dalla banda larga. Lo scopo del progetto è diffondere la cultura dell’innovazione digitale presso le micro e piccole imprese e nei distretti industriali di tutto il territorio nazionale, anche attraverso forme di cooperazione pubblico-privato.

L’obiettivo è di accrescere la competitività fra i sistemi d’impresa i sistemi territoriali, per avvicinarsi sempre più ai dettami dall’Agenda Digitale europea.

Le nuove tecnologie sono oramai uno strumento imprescindibile per la competitività delle nostre imprese – ha spiegato Ferruccio Dardanello, il Presidente di Unioncamere.  – Con questo accordo intendiamo richiamare l’attenzione di quegli operatori che ancora hanno scarsa familiarità con i servizi ICT sulle opportunità oggi disponibili, ma anche dare nuovo impulso agli investimenti in maniera da contribuire a colmare il digital divide che ancora incide sulle economie di tante aree del Paese”.

La realizzazione di infrastrutture broadband e ultrabroadband e soprattutto la diffusione dei servizi che esse abilitano – ha continuato Marco Patuano, Amministratore Delegato di Telecom Italia – daranno un forte impulso alla crescita economica delle piccole imprese e dei distretti industriali  La competitività di un sistema territoriale è infatti sempre più legata alla sua capacità di vivere in rete e di sviluppare i suoi nuovi usi. Siamo convinti che anche attraverso questa importante iniziativa, e con l’impegno concreto delle istituzioni locali, si possano traguardare gli obiettivi indicati dall’Agenda Digitale europeo”.

Alessia CASIRAGHI

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