Il ruolo del managment: il processo gestionale e decisionale

Il ruolo del managment spetta di solito agli amministratori o ai ruoli di maggior prestigio dell’azienda ed ecco in cosa consiste.

Il ruolo del managment: il processo gestionale

La gestione aziendale non cosa semplice. L’intero processo gestionale prevede delle fasi:

  • l’acquisizione delle risorse: è il momento in cui si cercano i fattori produttivi necessari per il raggiungimento degli obiettivi;
  • le decisioni: cioè  le scelte che devono essere prese
  • l’esecuzione dei programmi: che consiste nell’attivare i processi produttivi e distributivi;
  • il controllo: è un momento di verifica in cui si mette a confronto gli obiettivi prefissati con quelli raggiunti.

In questo intero processo l’attività manageriale impartisce le linee guida di comportamento dell’intera società.

Il ruolo del managment: il processo decisionale

La decisione è una scelta ponderata e consapevole operata tra alternative possibili. Tuttavia per giungere ad una decisione si segui il seguente percorso:

  • corretta individuazione del problema;
  • la raccolta delle possibili informazioni utili alla risoluzione del problema;
  • l’elaborazione dei dati acquisiti;
  • l’attuazione della scelta tra le diverse alternative proposte;
  • la qualificazione del grado di incertezza e di rischio nell’esecuzione dei programmi, tenendo conto delle variabili che possono influire sui risultati ottenuti;
  • esecuzione della decisione;
  • controllo su quanto deciso e sulle eventuali conseguenze.

Il ruolo del managment: i modelli di direzione aziendale

Prendendo in esame le strutture gestionali, esistono tre modelli:

  • plruifunzionale;
  • multidivisionale;
  • a matrice

La struttura plurufunzionale è l’ordinamento più adottato perché è un modello organizzativo in cui le scelte dipendono dal managment. Tuttavia le attività e le competenze dipendono in modo diretto dalla direzione attraverso funzioni omogenee. La struttura plurifunzionale è caratterizzata da tre livelli organizzativi:

  • la direzione generale
  • le varie direzioni di funzione o specialistiche;
  • i settori ed i servizi, cioè le singole unità operative.

E’ anche vero che questo tipo di struttura è accentrata nelle mani di pochi. E’ tipica delle imprese di dimensioni medie con un’attività produttiva molto tecnica.

Il modello multidivisionale

Nelle aziende di grandi dimensioni cresce la diversificazione delle produzioni, perciò il modello multidivionale è più ottimale. La sua caratteristica fondamentale è quella di collocare al primo livello non le funzioni, ma organi responsabili delle attività. In altre parole la struttura è caratterizzata da una o più deleghe di poteri e di responsabilità. Infatti le singole unità sono dotate di autonomia operativa e costituiscono altrettanti centri di profitto. Questo tipo di gestione permette numerosi vantaggi:

  • coordinamento delle attività mediante direttori di divisioni;
  • tempestività delle decisioni operative;
  • elasticità dell’operatività in relazioni ed eventuali mutazioni di mercato.

Mentre i limiti di questo modello sono rappresentati da eventuali conflitti che possono nascere tra l varie divisioni in merito all’assegnazione delle risorse. Ma anche tra il core business e le divisioni stesse per errori di comunicazione.

La struttura a matrice

E’ la struttura scelta dalle imprese che operano per progetti. In queste situazioni l’attenzione da dedicare agli aspetti funzionali si considera pari a quella che merita ogni singolo progetto. Si attua così una divisione del lavoro basata su un duplice criterio organizzativo:

  • una divisione per funzione;
  • una divisione per progetto da realizzare

Pertanto si istaura una doppia linea di comando: una facente capo al responsabile funzionale e l’altra al capo del progetto. In altre parole per la realizzazione di ogni singolo progetto c’è bisogno di un’apposita unità organizzativa. Questa è formata da personale specifico per la realizzazione del progetto. I vantaggi di questa struttura sono legati ad una grande flessibilità della gestione delle risorse umane a seconda delle necessità operative dei vari progetti. Mentre gli svantaggi potrebbero derivare dalla presenza della duplice linea di comando. Soprattutto se questa non comunica in modo chiaro al suo interno o con i dipendenti.

Industria 4.0, a Roma il roadshow ATEMA

La figura del temporary manager sta via via rivestendo un ruolo sempre più importante nelle imprese, come driver per favorire il cambiamento e per guidare le scelte strategiche delle imprese. ATEMA, l’associazione per il Temporary Management, fa la sua parte in questo processo per promuovere, da sempre, confronti sui temi che sono espressione del fabbisogno delle imprese o che rappresentano i modelli di innovazione imprescindibili per la crescita sostenibile del sistema imprenditoriale.

Per questo, ATEMA coglie le indicazioni dei giovani imprenditori, tra le quali quella di “puntare fortemente sull’economia della conoscenza abbinata a creatività e specializzazione per fare la differenza in un mercato globale come il nostro”.

Va in questo senso il roadshow di ATEMA “Verso Industria 4.0”, dove quest’ultima rappresenta il modello sul quale fondare lo sviluppo industriale in termini di innovazione e conoscenza: fare della trasformazione digitale dell’industria una opportunità per la crescita e l’occupazione.

Il roadshow, in programma a Roma il 15 marzo prossimo, è un’ulteriore prova di come ATEMA accompagna le imprese nella scelta del manager e del Temporary Manager a sostegno di tali trasformazioni digitali, consapevole che coniugare competenza, efficienza e innovazione sia l’elemento principale nella scelta di un candidato per un’impresa.

Clicca qui per scaricare il programma del roadshow ATEMA.

Nuovo presidente per Atema

Atema, associazione di Temporary Management leader in Italia ed attiva dal 1993 a supporto delle attività dei manager italiani, ha il suo nuovo presidente.
Si chiama Angelo Deiana ed è stato nominato dall’Assemblea dei soci riunitasi Milano e che ha provveduto al rinnovo complessivo degli organi sociali per il triennio 2013-2015.

Il neoeletto ha dichiarato: “Per me è un vero onore essere stato chiamato alla presidenza di un’Associazione manageriale di grande rilievo come ATEMA. La mia azione di lavoro e di propulsione sarà in piena continuità con quella di Paola Palmerini, il Presidente uscente, che assumerà la guida del nuovo Comitato Strategico e di Indirizzo e che ringrazio fin d’ora per i traguardi che raggiungeremo insieme sulla base del Piano Strategico approvato dall’Assemblea”.

La sua elezione non ha lasciato meravigliati gli addetti ai lavori, poiché Deiana è considerato uno dei maggiori esperti di economia e finanza, nonché dei servizi professionali in Italia.
La sua nuova carica va ad aggiungersi alle altre, ovvero quelle di presidente ANPIB, Associazione Nazionale Private & Investment Bankers, e di presidente del Comitato Scientifico del CoLAP, Coordinamento Libere Associazioni Professionali.

Il nuovo Consiglio Direttivo è formato da Cesare Sacerdoti (Vicepresidente), Loris Damiani (Tesoriere), Marco Croci, Luigi Di Marco, Massimo Barbesta, Marco Grassi, Paolo Polenghi, Flavio Zelco.

Vera MORETTI

ATEMA e Knowità insieme per parlare di Pmi

ATEMA patrocina l’evento Knowità sponsorizzato da BMC, sul tema: “Pmi e le aggregazioni: competitività e nuove opportunità attraverso il contratto di rete“, che si terrà a Milano il 28 febbraio prossimo.

Nell’attuale contesto economico, i sistemi locali e di filiera di fornitura non sono più sufficienti a garantire alle aziende una previsione di crescita e sviluppo nel lungo periodo. Diventa prioritario e imprescindibile per ogni impresa migliorare, quindi, l’efficienza aziendale – requisito indispensabile soprattutto in questo periodo di crisi e ristrettezze finanziarie – e aprirsi ai mercati internazionali per poter accrescere e diversificare il proprio bacino di potenziali clienti.

Soprattutto per le Pmi, che costituiscono la maggior parte delle realtà produttive del tessuto economico italiano, ha assunto un ruolo fondamentale la capacità di realizzare forme di aggregazione volte a condividere e integrare conoscenze ed esperienze professionali. In questo modo sarà possibile ottimizzare l’utilizzo dei punti di forza di ciascuna di esse su una scala dimensionale molto più vasta, andando ad aumentare così la competitività complessiva del sistema produttivo. Per poter realizzare questo ambizioso ma necessario disegno di politica industriale sono necessari due fattori: un cambiamento culturale radicale da parte degli operatori economici e delle istituzioni nonché un contesto normativo adeguato e in linea con le esigenze delle imprese.

Knowità, grazie a questo incontro, intende approfondire – attraverso testimonianze ed esempi pratici le interessati novità giuridiche e fiscali legate alle reti d’impresa e le principali dinamiche aggregative possibili in grado di realizzare progetti complessi, acquisire maggiore forza contrattuale, agevolazioni amministrative e finanziarie nonché avviare un processo di investimento sostenibile nei campi della ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico e governo della filiera.

Ai soci ATEMA è riservata una quota di ingresso pari a 300 euro + Iva del 21%, valida fino al 20 febbraio 2013. I soci interessati e in regola con la quota associativa 2013 devono effettuare l’iscrizione tramite ATEMA entro il 20 febbraio 2013 all’indirizzo e-mail academy@atema.net. Sarà poi ATEMA a veicolare l’iscrizione a Knowità. Per tutti i dettagli dell’evento clicca qui.

Temporanei per scelta, professionisti per vocazione

di Davide PASSONI

Sarà che in Italia nulla è più duraturo del temporaneo, fatto sta che esiste una professione – guarda caso non regolamentata – che con il perdurare della crisi economica e l’evolversi delle esigenze “manageriali” delle aziende assume sempre maggiore valore, ma che pochi conoscono. Si tratta del temporary manager, professione le cui istanze sono sostenute e difese da ATEMA, l’Associazione per il Temporary Management. Quattro chiacchiere con la presidente Paola Palmerini, aiutano a capire perché un manager temporaneo non è “figlio di un dio minore” rispetto ai colleghi “stanziali”.

Libere associazioni professionali: quale futuro alla luce della prossima riforma delle professioni?
Il disegno di legge 3270 è frutto di un grande lavoro eseguito dal CoLAP, con il quale ATEMA ha sempre cooperato, in particolare con il comitato scientifico, presieduto da Angelo Deiana. Si comincia finalmente – mediante il riconoscimento delle professioni non organizzate in ordini e collegi – a riconoscere che esistono attività che sono vere professioni al di fuori di quelle regolate da ordini o albi. Il Temporary Manager è una di queste: una identità professionale che ATEMA ha contribuito a delineare nelle specificità e contestualità di applicazione nel nostro mercato, la cui qualificazione è promossa da ATEMA mediante un processo non autoreferenziale che funge da indirizzo per l’aggiornamento continuo del singolo professionista e da trasparenza e equità al mercato delle imprese che intendono usufruire del servizio di temporary management.

E per il temporary manager in particolare, quale futuro?
E’ un momento molto importante, un percorso iniziato già dalla legge 206/2007 della Comunità Europea alla quale come Associazione ci siamo adeguati, e per i TM: una figura professionale che diventa visibile anche in Italia, che è costituita da manager preparati a svolgere la professione del manager come liberi professionisti, generando valore economico nelle imprese indipendentemente dalla tipologia di contratto di lavoro con il quale il loro apporto è regolato. Siamo consapevoli, e ATEMA è in questo impegnata,  che ciò implica competenze, abilità, formazione continua, multidisciplinarità, merito e competitività professionale. Ma ciò rende anche trasparente e competitivo il mercato, ed anche in questo .

Qual è, oggi, l'”umore” dei vostri associati?
Dicono “finalmente!!!” se la legge sarà approvata, anche se l’umore oggi è più condizionato dalla situazione economica, dal lavoro sempre meno riconosciuto come valore economico in particolare nei servizi. Riconoscono l’impegno che ne consegue sia personale che della associazione, ma credo vedano cominciare ad aprirsi spiragli di maggior applicazione del temporary management. Il problema: le culture  – imprenditore e manager esterno – che devono imparare ad avvicinarsi, trovare sinergia nella distinzione di responsabilità e di abilità, nella esecuzione di un progetto comune per l’azienda.  ATEMA ha sviluppato su questo una specifica formazione sia per imprenditori che per manager. Attraverso un networking sempre più di contenuti, ATEMA ha poi generato possibili contatti con nuovi soci che vengono dai Paesi in cui il temporary management è normale professione manageriale, come Regno Unito e Usa, ha generato la possibilità di incontro tra soci che hanno creato nuove imprese, ACTISS Italia ne è un esempio (opera nel campo delle risorse umane e consulenza per temporary manager e imprese) e altre in campi di servizi o industriali.

Temporary manager: che cosa caratterizza la professionalità dei vostri associati?
Sono buoni, anzi devono essere ottimi manager – perché lavorano con tempi e condizioni di solito di emergenza, si pensi al turnaround, o di start up, le quali non devono durare come start up in eterno… altrimenti addio reddittività ordinaria. Sono Liberi Professionisti, e quindi marketing, commerciale si deve affiancare alle capacità gestionali e di problem solving, e perché no anche a quelle di natura imprenditoriale, quindi assunzione di rischi, sapendoli valutare. Tutte queste ed altre sono oggetto del ns processo di qualificazione della professione del temporary manager.

ATEMA fa parte del CoLAP: che cosa significa per voi avere un coordinamento che rappresenta le vostre istanze?
E’ stato fondamentale, sia per la forza di impatto quantitativo che da soli – in un mercato ancora così lontano dall’anglosassone nel tema del temporary management – non avremmo avuto la forza, sia per aver favorito, e oggi credo ancor più,  le alleanze tra associazioni: fattore determinante a mio parere per il prossimo futuro. E poi si è fatto squadra, e credo sia significativo oggi più che mai.

Perché in Italia il corporativismo è così forte, a suo avviso?
Rendita di posizione, forti personalismi ed interessi, anche non sempre palesi conflitti, difficoltà nel ricercare conciliazioni (win-win) rispetto ad una più facile e meno complessa gestione del mantenimento dello status quo, scarsa propensione a guardare oltre il proprio confine e interpretare bisogni delle comunità civili.

Qual è, per voi, la strada per “contare di più”?
Non c’è dubbio: avere il riconoscimento da Istituzioni e mercato (quindi le norme e la comunicazione) della professione del temporary manager e della Associazione (siamo  l’unica aggregazione in forma Associativa regolamentata, che da tempo promuove il temporary management e da prima del 2007 rappresenta secondo le regole della legislazione in vigore la identità della professione del temporary manager). Abbiamo da poco incontrato UNI per avviare il nostro gruppo di lavoro per la norma tecnica della professione temporary manager. Ovviamente il numero degli iscritti, non solo per la rappresentanza, ma ancor più per la qualità del confronto e la cooperazione che deve essere il più ampio possibile per una professione così trasversale.

Poi?
Infine, ma non ultimo, la cooperazione con le Imprese e le aggregazioni, associative e non, di impresa: il valore del temporary management è una grande forma di flessibilità e progettualità, senza perdere in qualità professionale e del servizio, anzi!

Da AIMBA e ATEMA un interessante convegno a Roma

AIMBA e ATEMA organizano un interessante incontro sul tema “La via professionale per il management di successo – Etica, formazione e regole“. L’appuntamento è per il 19 ottobre dalle 15.30 alle 17.30 a Roma allo spazio Roma Eventi, Sala Belli, Piazza della Pilotta 4

AIMBA e ATEMA da sempre si occupano dello sviluppo professionale del management d’impresa e dell’evoluzione della professione manageriale, affinché sia sempre più adeguata alle esigenze del sistema imprenditoriale e ai cambiamenti del mercato.

Le moderne sfide della competitività e globalità, unite alle esigenze di un nuovo modello di sviluppo, oltre l’attuale crisi economica e le sue cause strutturali, richiedono una crescita dei processi di direzione aziendale più orientati al riconoscimento del management come una disciplina portatrice di proprie conoscenze, competenze e regole di condotta e anche capace di potere affermare il proprio patrimonio culturale sui processi di governo istituzionale.

Il convegno si propone di affrontare insieme ad autorevoli esponenti del mondo manageriale queste tematiche per costruire “la via professionale a un management di successo”: che porti alla definizione di processi di cambiamento per lo sviluppo di imprese sostenibili: innovazione e nuovi modelli di business; la formazione interculturale e multidisciplinare; responsabilità, integrità e qualità; condivisione di principi e regole di etica professionale.

In particolare, si analizzerà la funzione della formazione per lo sviluppo di un management professionale, concependo questa materia in un’accezione innovativa, che tenga conto non solo delle modalità tradizionali ma anche quelle che favoriscono logiche più partecipative e coerenti con le abilities richieste dalle attuali sfide di cambiamento.

Intervengono all’incontro:

Maurizio Bottari
Amministratore Unico Ambire

Guido Carella
Presidente Manager Italia

Stefano Cordero di Montezemolo
Presidente AIMBA

Marco Croci
Partner at Concerto

Angelo Deiana
Presidente Comitato Scientifico CoLAP

Marco Minghetti
Docente di Humanistic Management presso l’Università di Pavia

Paola Palmerini
Presidente ATEMA

L’ingresso è libero previa iscrizione entro il 18 ottobre ai seguenti recapiti: plusitalia@hotmail.it, tel. 3346653142

Temporary management per affrontare la crisi

In un contesto di crisi globale, molte piccole e medie imprese si trovano ad affrontare una situazione resa sempre più difficoltosa da una maggiore complessità gestionale e da uno scenario macroeconomico incerto.
In vista di decisioni difficili e cruciali per il futuro dell’azienda, l’imprenditore può rivolgersi ad un temporary manager, che in alcuni casi costituisce la soluzione per sopperire a una carenza manageriale e ad affrontare e superare situazioni indotte dalla crisi, cogliendo le opportunità che pur si possono celare dietro ai problemi.

Per conoscere meglio questa risorsa, l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano e da SAF – Scuola di Alta Formazione Luigi Martino ha organizzato il convegno “Il Temporary Management nell’area della finanza & controllo delle PMI. Il ruolo del Commercialista”, in programma il 13 giugno nella Sala Convegni di Corso Europa 11, a Milano.

Francesca SCARABELLI 

Turnaround: una buona opportunità per le aziende

Il successo di un’impresa dipende da diversi fattori, anche se ce ne sono alcuni dai quali non si può prescindere, sia che ci si occupi di marketing sia che ci si rivolga all’attività quotidiana dell’impresa. Per essere sempre competitivi ed autorevoli nel proprio settore, inoltre, occorre saper gestire alcuni fenomeni che, sottovalutati, potrebbero minare la stabilità dell’azienda.

Si tratta di saper gestire la centralità del cliente nello sviluppo dei prodotti e nella gestione della redditività, l’introduzione di nuovi prodotti o la trasformazione da prodotto industriale a offerta di servizi, l’efficacia delle azioni commerciali, la dinamicità delle risorse umane e finanziarie, insomma di tutta una serie di dinamiche fondamentali per il successo di un’impresa che sono identificati con il termine turnaround.

ATEMA, a questo proposito, segnala un convegno che si terrà a Padova il 12 dicembre dal titolo: Temporary Management e il turnaround, per porre l’attenzione sulle diverse possibilità cui le imprese possono accedere per fare del turnaround un’opportunità di sviluppo e di continuità sostenibile.

ATEMA è un’associazione professionale senza scopo di lucro che rappresenta dal 1993 un punto di riferimento della cultura del Temporary Management e, in questo ambito, si pone l‘obiettivo di far conoscere al mercato italiano l’utilizzo del Temporary Management, che racchiude in sé grandi potenzialità non solo di supporto, ma anche di risanamento e di innovazione.

Vera Moretti

Crisi, una lecture per approfondire

Dietro ogni crisi si nasconde sempre una grande opportunità. Anche per aggiornarsi. Ecco perché il Comitato Soci di ATEMA organizza per il 29 novembre prossimo, a completamento del ciclo di conferenze sulla “Crisi Internazionale”, la lecture “Dentro la tempesta perfetta. Riflessioni sull’attuale momento politico/finanziario in Italia e nel mondo“, a cura del Consigliere Onorario, Dott. Angelo Deiana, considerato uno dei maggiori esperti italiani di management e finanza internazionale.

L’appuntamento è per le ore 18 all’UNA Hotel Century di Via Fabio Filzi 25b, a Milano. Un evento, aperto a soci e non soci, che si concluderà, come al solito, con un aperitivo.
 
Costo della partecipazione: 10 euro a persona.
 
Le registrazioni possono essere effettuate cliccando qui.

Da Atema Academy un corso per rafforzare le abilità manageriali

Atema Academy presenta due giornate di formazione curate da Claudio Vettor sul tema del “Rafforzamento delle abilità manageriali” attraverso l’applicazione della “Theory of Constraints“. Appuntamento giovedì 10 Novembre 2011 e giovedì 24 Novembre 2011 dalle 9.30 alle 17.30 nella sede Atema di Milano, via G. Sacchi, 7.
 
Non sempre un eccellente tecnico è un buon manager, per cui è necessario non disperdere il capitale umano rafforzando le competenze manageriali. Operando in una organizzazione, il raggiungimento degli obiettivi fissati dipende tanto dalla disponibilità di competenze e risorse tecniche adeguate in qualità e quantità, quanto dalla presenza delle competenze manageriali “soft” necessarie a motivare e far funzionare al meglio il team disponibile, al suo interno e rispetto al suo contesto. Le due giornate di formazione organizzate da Atema Academy, fruibili anche separatamente, puntano a fornire ai manager partecipanti una serie di modelli e strumenti mirati a supportare tali competenze “soft”, partendo dal punto di vista forte e innovativo offerto dalla ToC, la “Theory of Constraints“.
 
Il Docente, Claudio Vettor, è ingegnere elettronico e ha svolto attività di consulenza presso aziende multinazionali, PMI ed Enti vari. Direttore di Produzione di aziende operanti nel settore IT, ha avuto esperienze di temporary management come Direttore Generale. Inoltre, è advisor ONTONIX e Socio ATEMA.
 
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