Decreto Flussi, aumentano gli ingressi regolari

I settori del turismo e dell’agricoltura sono sempre più in affanno perché non riescono a trovare manodopera soprattutto per il periodo di più intenso lavoro, cioè in estate. Proprio per far fronte a queste necessità c’è il nuovo decreto flussi ( con il decreto Cutro ha validità triennale) che prevede l’ingresso in Italia di oltre 450 mila lavoratori nel prossimo triennio.

Decreto flussi, ingressi mirati nei prossimi 3 anni

Gli ingressi regolari previsti nel prossimo triennio saranno mirati a coprire la mancanza di lavoratori in determinati settori, in particolare ci saranno ingressi nel settore dell’assistenza socio sanitaria che richiede sempre più personale visto che l’Italia ha un’aspettativa di vita alta, poche nascite e un’età media sempre più elevata. Non solo.

Mancano idraulici ed elettricisti, insomma i classici lavori manuali che pur essendo molto remunerativi appaiono essere poco attraenti per gli italiani. Mancano lavoratori anche nel settore della cantieristica navale e nel settore edile anche se a questo proposito le imprese edili si lamentano perché sostengono di dover lasciare a casa i lavoratori a causa dei blocchi determinati dai problemi con il Superbonus. Una pressante domanda arriva anche dal settore autotrasporti.

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Decreto flussi, quanti migranti arriveranno in Italia nel prossimo triennio?

Il decreto flussi prevede che siano stipulati accordi di ingresso in Italia con i Paesi di provenienza dei migranti. Si tratta di flussi regolari rispondenti alle esigenze delle imprese che chiedono lavoratori. È previsto che i Paesi di origine rilascino il Nulla Osta ai fini dell’ingresso in Italia per lavoro stagionale o pluriennale.

Ricordiamo che questo è l’unico modo per entrare in Italia in modo regolare, oltre che chiedendo asilo, e quindi non essere considerati clandestini.

Gli ingressi previsti per il prossimo triennio sono:

  • 136 mila ingressi nel 2023;
  • 151 mila ingressi nel 2024;
  • 165 mila ingressi nel 2025.

I numeri sono sicuramente importanti, ma deve essere sottolineato che rappresentano circa il 50% del fabbisogno dichiarato dalle aziende, sembra infatti che manchino circa 833 mila lavoratori. Per il solo 2023 il fabbisogno rilevato è di 274.800 a fronte dei 136 mila ingressi programmati. In via urgente rispetto al decreto di dicembre sono stati integrati, per il 2023, 40.000 lavoratori.

Lavoro occasionale e voucher potenziati con la legge di bilancio 2023

Con la legge di bilancio 2023 sono stati riattivati i voucher, o buoni lavoro, per il lavoro occasionale utilizzabili in diversi settori.

Voucher e lavoro occasionale, dopo la stretta del 2017 ritornano nella legge di bilancio 2023

La legge di bilancio 2023, che è ora al vaglio delle commissioni parlamentari e arriverà in aula molto probabilmente il 20 dicembre, per evitare l’esercizio provvisorio di bilancio l’approvazione deve arrivcare entro il 31 dicembre 2022, prevede all’articolo 64 una nuova normativa applicabile al lavoro occasionale attraverso l’uso dei voucher.

Il lavoro occasionale pagato attraverso i voucher ha avuto un’importante stretta per decreto nel 2017 ( per evitare il referendum sulla materia previsto per quello stesso anno, raccolta delle forme curata da Susanna Camusso) ed è rimasta una forma residuale di pagamento per gli studenti, pensionati e percettori di ammortizzatori sociali in settori come agricoltura e turismo insieme al libretto di famiglia. La motivazione alla base di questa normativa stringente è stato l’uso che secondo molti va ad aumentare il precariato nel lavoro.

La nuova disciplina del lavoro occasionale

L’articolo 64 manovra prevede invece la reintroduzione con un aumento del limite del reddito percepibile con il lavoro occasionale fino a 10.000 euro annui con riferimento però alla totalità dei prestatori. Il contratto di prestazione occasionale potrà essere sfruttato da aziende che hanno alle proprie dipendenze fino a 10 lavoratori con contratto a tempo indeterminato. Nel settore agricoltura c’è un ulteriore limite, infatti l’impiego dei lavoratori occasionali con voucher non può essere superiore a 45 giorni nell’anno solare.

L’obiettivo è fare in modo che imprese operanti in settori in cui in determinate stagioni vi è bisogno di una maggiore forza lavoro, possano farvi fronte con contratti meno rigidi. Proprio per questo motivo a plaudere alla riforma sono stati gli imprenditori del settore agricolo, turistico e confesercenti. Molto critici sono invece stati i sindacati che hanno sottolineato come la nuova disciplina del lavoro occasionale e dei voucher alimenti il precariato nel mondo del lavoro. Oltre alla CGIL, che ha sempre espresso posizioni molto a sinistra, esprime perplessità anche la Cisl il cui leader Luigi Sbarra sottolinea come il perimetro per i lavori occasionali debba essere quello già tracciato in passato con la riserva in favore solo si pensionati, studenti e percettori di ammortizzatori sociali.

Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha invece dichiarato la propria soddisfazione perché l’agricoltura ha bisogno di poter stipulare contratti regolari anche per brevi periodi in questo modo diventa più semplice trovare manodopera e non abbandonare le produzioni.

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Contributi a fondo perduto turismo, si può rivedere il progetto per arrivare al 100% dei finanziamenti

Contributi a fondo perduto per le imprese del turismo rafforzate mediante la revisione del progetto già approvato e destinato a essere finanziato. È quanto si ravvisa dal decreto del ministero del Turismo in merito al mix di incentivi destinato alle imprese del settore mediante la rimodulazione degli investimenti e la possibilità di arrivare al 100% di finanziamento. Gli incentivi sono destinati a finanziare la realizzazione di investimenti di spesa relativi:

  • all’efficienza energetica;
  • alla riqualificazione per ridurre il rischio sismico;
  • a digitalizzare l’impresa.

Inoltre, i progetti devono rientrare nella misura prevista dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Quali sono le imprese del settore turistico che possono beneficiare fino al 100% del mix di finanziamenti?

In particolare, il decreto del ministero del Turismo mira a incrementare gli incentivi delle imprese del settore che hanno già visto riconosciute le domande di contributi a fondo perduto e di finanziamento. Si tratta, nel dettaglio, degli alberghi, degli agriturismi, delle aziende ricreative, congressuali e fieristiche, degli stabilimenti balneari, dei parchi a tema e porti turistici. Tutte hanno già presentato domanda per finanziare progetti a decorrere dal 28 febbraio 2022 per investimenti rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). La misura di riferimento è la M1 C1 – 4.2.1.

Come procedere con la rimodulazione delle linee di investimento per arrivare al 100% di incentivo?

Il provvedimento mira, dunque, ad incrementare la percentuale di finanziamento alle imprese del turismo che hanno ottenuto meno del 100% di incentivo. Per aumentare il beneficio, le imprese turistiche che hanno già presentato richiesta di incentivo dovranno procedere con la rettifica della scheda del progetto già presentata. In tal modo si possono ricalcolare gli ammontare degli investimenti e si può ridefinire ed eliminare anche una o più linee di investimento.

Come rimodulare gli investimenti per ottenere il mix fino al 100% di incentivo nel turismo?

Nel dettaglio, le imprese del turismo beneficiare già del mix di finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto, dovranno procedere nella rimodulazione delle linee di intervento rispettando i seguenti passaggi:

  • trasmettere di nuovo la scheda del progetto rimodulato, rispettando i tetti di spesa già concessi;
  • attenersi alle regole fissate dall’avviso del decreto del ministero del Turismo del 23 dicembre 2021.

Quali sono gli investimenti del settore del turismo che possono beneficiare degli incentivi?

Gli incentivi alle imprese turistiche prevedono un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati che possono coprire fino all’80% dell’investimento complessivo. Tali incentivi rimangono in vigore per investimenti effettuati dal 7 novembre 2021 al 31 dicembre 2024. Per interventi avviati a decorrere dal 1° febbraio 2020 e non ancora giunti a conclusione, la misura prevista è quella del contributo a fondo perduto per il 50% delle spese ammissibili. Il tetto di spesa è fissato in 40 mila euro, ma si può arrivare fino a 100 mila euro.

 

Imprese turistiche, arriva il credito di imposta del 50% sul saldo Imu

In arrivo per le imprese operanti nel settore del turismo e ricettive il credito di imposta corrispondente al 50% del saldo dell’Imu del 2021. Si tratta di una misura di sostegno alle imprese del settore che ha già incassato l’autorizzazione della Commissione europea ma che prevede rigidi requisiti. Primo tra tutti, che il proprietario dell’immobile utilizzato per l’attività turistica e oggetto di imposta Imu sia lo stesso che gestisce l’attività stessa.

Credito di imposta del 50% sull’Imu: quali imprese del turismo possono richiederlo?

Sul credito di imposta delle imprese del turismo e ricettive si è espressa favorevolmente la Commissione europea con l’autorizzazione numero C (2022) 4363 final dello scorso 21 giugno. L’incentivo a favore delle imprese del settore consiste nel credito di imposta del 50% sull’Imu pagata a saldo per l’anno di imposta 2021. Le imprese che possono richiedere il credito di imposta sono quelle operanti nel settore del turismo, nella ricezione all’aria aperta, le aziende operanti nelle fiere e nei congressi, i parchi a tema e le terme.

Quali sono i requisiti delle imprese turistiche per richiedere il credito di imposta sull’Imu versata?

La richiesta del credito di imposta sull’Imu è condizionata a specifici requisiti che le imprese turistiche devono possedere. In particolare:

  • deve trattarsi di immobili compresi nella categoria catastale D2;
  • negli immobili per i quali si fa richiesta di credito di imposta deve essere svolta l’attività turistica;
  • deve essersi verificato un calo del fatturato. In particolare, il calo deve essere determinato dai corrispettivi o dal fatturato dei mesi da luglio a dicembre del 2021 rispetto allo stesso semestre del 2019;
  • deve sussistere la coincidenza tra chi è proprietario dell’immobile e chi svolge e gestisce l’attività turistica. Pertanto, il proprietario dell’immobile deve essere anche il gestore diretto dell’attività economica.

Credito di imposta settore turistico, può essere richiesto da una società di capitali?

In merito all’ultimo punto dei requisiti precedentemente illustrati, è da ritenersi prudentemente che una società di capitali, proprietaria di un immobile di categoria catastale D2 sulla quale venga svolta un’attività di tipo turistico, possa essere ammessa al credito di imposta. Naturalmente, deve essersi verificato il calo di fatturato del secondo semestre del 2021 rispetto al 2019. L’inclusione al beneficio sussiste anche a prescindere dalle attività che i soci della società svolgano personalmente. Non è così, invece, per il socio proprietario privato dell’immobile sul quale venga svolta l’attività turistica della società di capitali. In tal caso, si ritiene che il credito di imposta non possa essere fruito dalla società e nemmeno dal socio.

Società di persone, possono richiedere il credito di imposta per le attività turistiche?

L’ultimo caso precedentemente descritto porterebbe, in ogni modo, a includere nella possibilità di richiedere il credito di imposta per il proprietario dell’immobile e socio di una società di persone. Verificandosi gli altri requisiti di richiesta del sostegno per l’attività turistica, e mancando nella società di persone la personalità giuridica, si ritiene che il bonus possa essere richiesto.

Come richiedere il credito di imposta sulle attività turistiche?

Il credito di imposta pari al 50% dell’Imu sugli immobili utilizzati per le attività turistiche può essere richiesto mediante istanza, contenente l’autodichiarazione, da presentare direttamente all’Agenzia delle entrate. Sarà proprio l’Agenzia delle entrate a definire, mediante apposito decreto, le scadenze e le modalità con le quali presentare domanda.

Contributi a fondo perduto imprese turistiche per immobili: domande fino al 31 agosto

Arrivano i contributi a fondo perduto per i soggetti pubblici e privati impiegati nel settore del turismo. Si tratta di incentivi che la Cassa depositi e prestiti (Cdp) gestirà per migliorare la ricettività. In tutto, le risorse sono pari a 150 milioni di euro e serviranno per valorizzare il patrimonio immobiliare. Ma anche per tutelare il patrimonio ricettivo, obiettivo prioritario del ministero del Turismo inserito tra le misure del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Oltre due mesi di tempo per preparare la domanda dei contributi.

Chi può presentare domanda dei contributi a fondo perduto per il patrimonio immobiliare del turismo?

Ammessi alla presentazione delle domanda per i contributi a fondo perduto del settore turistico sono i soggetti pubblici e privati proprietari degli immobili destinati alla ricettività turistica. Inoltre, rientrano tra i richiedenti anche i soggetti che abbiano avviato le pratiche per il cambio di destinazione di utilizzo degli immobili purché la domanda sia stata presentata prima del 1° novembre 2021.

Cosa finanziano i contributi a fondo perduto per gli immobili turistici?

I contributi a fondo perduto a favore degli immobili turistici finanziano:

  • la valorizzazione e la tutela del patrimonio ricettivo e turistico del territorio italiano;
  • l’acquisto o la ristrutturazione di almeno 12 immobili situate nelle aree secondarie o svantaggiate;
  • tra le aree svantaggiate e secondarie si menzionano le zone costiere, le regioni ultraperiferiche, le aree rurali e le zone costiere;
  • la riconversione in senso ricettivo di immobili pubblici;
  • gli incentivi a favore delle imprese turistiche per investimenti che possano incrementare la capacità di resilienza.

Contributi a fondo perduto per il turismo, sono inclusi anche gli investimenti nel digitale

Risultano inclusi tra gli investimenti ammissibili nell’ambito dei 150 milioni di euro stanziati per il turismo anche le spese per la digitalizzazione delle imprese e degli altri soggetti che possono presentare domanda. Inoltre, le spese possono avere a oggetto anche investimenti per sostenere la sostenibilità energetica.

Finanziamenti al turismo, entro quando si può presentare domanda?

La manifestazione di interesse ai contributi a fondo perduto per il turismo deve pervenire entro la fine del mese di agosto prossimo. Infatti, la piattaforma messa a disposizione dal ministero del Turismo sarà aperta fino alle ore 12:00 del 31 agosto 2022. L’istanza sarà vincolante fino al termine di maggio 2023 senza poter essere soggetta a nessuna condizione.

 

 

Turismo, contributi diretti alle imprese: sbloccati 600 milioni, ecco per quali spese

Sono stati sbloccati fondi per 600 milioni di euro per il finanziamento e i contributi a fondo perduto delle imprese operanti nel settore del turismo. Le agevolazioni alle imprese arrivano dalla pubblicazione della delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) del 14 aprile scorso, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 133 del 9 giugno 2022. Si tratta di contributi da assegnare alle imprese per investimenti riguardanti la sostenibilità ambientale, l’innovazione digitale e la riqualificazione energetica.

Aiuti alle imprese: mix di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per l’efficienza digitale, energetica e green

I nuovi contributi diretti alle imprese del turismo per l’efficienza digitale, energetica e green derivano dalle finalità del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) alla misura numero 4.2.5. In particolare, con obiettivo di assicurare finanziamenti per investimenti in riqualificazione energetica, in sostenibilità ambientale e per l’innovazione digitale, le imprese potranno beneficiare delle risorse fino al 31 dicembre 2025. I progetti di riqualificazione e di transizione dovranno avere un importo minimo di 500 mila euro; l’importo limite è invece fissato in 10 milioni di euro.

Qual è la copertura dei contributi e dei finanziamenti rispetto all’investimento delle imprese?

La copertura dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati a favore delle imprese è pari al 35% dei costi ritenuti ammissibili nel tetto di spesa totale di 40 milioni di euro. Il tetto di spesa è da considerarsi per ciascun singolo anno 2022 e 2023. Per il biennio successivo, i tetti di spesa sono innalzati a 50 milioni di euro. Per questi ultimi due anni (2024 e 2025) della misura è inoltre prevista una riserva del 50% per progetti che abbiano come obiettivo quello della riqualificazione energetica.

Incentivi alle piccole e medie imprese del turismo: mix di contributi e finanziamenti

La quota del progetto di investimento dell’impresa per  l’efficienza digitale, energetica e green che non è coperto dai contributi a fondo perduto o dai mezzi propri dell’azienda richiedente, può essere assistita mediante finanziamenti agevolati. Le condizioni stabilite per i prestiti riguardano la durata (fino a 15 anni, compreso il periodo di preammortamento fissato in tre anni). Inoltre, le imprese possono accedere alle garanzie sul finanziamento offerte da Sace. Le condizioni sono previste dalla legge numero 326 del 2003.

Quali sono le imprese che possono richiedere i contributi a fondo perduto per il turismo?

Le imprese ammesse alla richiesta dei contributi a fondo perduto e ai finanziamenti agevolati del settore del turismo possono essere:

  • gli agriturismi e gli alberghi;
  • le strutture ricettive all’aria aperta;
  • gli stabilimenti balneari;
  • i complessi termali;
  • le imprese operanti nel comparto dei congressi e delle fiere;
  • i porti turistici e i parchi tematici.

Contributi a fondo perduto per le imprese del turismo: si possono cumulare gli incentivi?

Gli incentivi relativi agli aiuti alle imprese del settore turistico per l’efficienza digitale, energetica e green sono alternativi rispetto ad altre misure. In particolare, agli incentivi previsti come contributi a fondo perduto e crediti di imposta dall’articolo 1 del decreto legge numero 152 del 2021. In linea generale, i contributi della misura del Pnrr 4.2.5 non si possono cumulare con altri incentivi, contributi e sovvenzioni statali ai quali le Pmi accedono per la stessa finalità di intervento.

 

Incentivi e garanzie alle imprese del turismo: le misure in arrivo anche per under 35

In arrivo nuove misure relative a incentivi e garanzie alle piccole e medie imprese operanti nel settore del turismo. E nuovi contributi per l’imprenditorialità nel settore sono attesi per i giovani under 35 anni e, in generale, fino a 40 anni di età. Gli incentivi andranno nella direzione della nascita di nuovi imprenditori e verso una maggiore competitività delle imprese del turismo. Si tratta degli obiettivi fissati dalla misura M1 C3 4.2.4 del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) “Sostegno alla nascita e al consolidamento delle piccole e medie imprese del turismo”. Nello specifico, il decreto legge numero 36 del 2022 del governo (decreto “Pnrr 2”), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 10 del 30 aprile 2022, ha dato una maggiore accelerazione agli obiettivi del Pnrr per il settore turistico.

Imprese del turismo, maggiore garanzie dal Fondo

Una prima misura prevede l’estensione della garanzia alle piccole e medie imprese del settore del turismo. In particolare, ricalcando gli obiettivi della misura M1 C3 4.2.4 del Pnrr, il Fondo di garanzia delle Pmi avrà una dotazione di 58 milioni di euro per il 2022; di 100 milioni di euro per il prossimo anno; e di 50 milioni di euro per il 2024 e il 2025. La metà del fondo è disponibile per investimenti in ambito di riqualificazione energetica. Sul piano della garanzia delle piccole e medie imprese, il Consiglio di gestione del Fondo dovrà predisporre un modello per valutare i rischi economici e finanziari delle imprese turistiche che presenteranno domanda di garanzia.

Quali imprese turistiche potranno presentare domanda di garanzia al Fondo Pmi del turismo?

Le imprese del settore del turismo che potranno presentare domanda per la garanzia del Fondo del settore sono:

  • imprese alberghiere;
  • strutture di attività agrituristiche e all’aria aperta;
  • imprese ricreative, fieristiche e congressuali;
  • parchi tematici, complessi termali e porti turistici.

Quale garanzia può essere richiesta dalle imprese del turismo al Fondo?

Per le imprese comprese tra quelle ammesse alla garanzia del settore del turismo, la garanzia può essere richiesta a titolo gratuito. Inoltre, l’importo massimo a garanzia di ciascuna singola Pmi è stato aumentato a 5 milioni di euro. Per la richiesta della garanzia, le imprese dovranno avere al loro interno un numero massimo di dipendenti non eccedente le 499 unità. La percentuale di garanzia concedibile dipende dalla disciplina emergenziale.

Turismo, nuove agevolazioni per i giovani che vogliano avviare un’impresa

Per i giovani dai 18 ai 40 anni di età è possibile ottenere garanzie a sostegno dell’avvio di una nuova impresa esclusivamente nel settore dell’agriturismo. Per gli altri settori del turismo (dalle strutture alberghiere e ricreative a quelle turistiche, dai complessi termali ai parchi acquatici) i giovani under 35 potranno ricevere il sostegno del Fondo per avviare una nuova attività. Sia per le imprese già esistenti, che per le nuove imprese gli obiettivi dei sostegni vanno nella direzione di finanziare investimenti per innalzare la competitività delle imprese. In particolare, il finanziamento riguarda le spese per la digitalizzazione e per l’innovazione dell’offerta con nuovi servizi e prodotti.

Quali imprese del turismo possono ottenere la garanzia per la nascita e il consolidamento? Ecco i codici Ateco

Le imprese del settore del turismo che possono ottenere i finanziamenti dal Fondo di garanzia devono avere i seguenti codici Ateco:

  • 49.31, imprese di trasporto terrestre di passeggeri in aree urbane e sub urbane;
  • 49.39.01, gestione di funicolari, di ski lift e di seggiovie;
  • 55.10.00, gli alberghi;
  • 55.20.10, i villaggi turistici;
  • 55.20.20, gli ostelli della gioventù;
  • 55.20.30 i rifugi di montagna;
  • 55.20.40 le colonie marittime e montane;
  • 55.20.51 gli affittacamere per soggiorni brevi inclusi i bed and breakfast, i residence e gli appartamenti per le vacanze;
  • 55.20.52, le attività di alloggio connesse alle aziende agricole;
  • 55.30.00, le aree di campeggio, per roulotte e camper;
  • 55.90.20, gli alloggi per gli studenti.

Anche agenzie di viaggio e tour operator ammessi ai finanziamenti per le imprese turistiche

Anche i tour operator e le agenzia di viaggio sono ammessi ai finanziamenti per le piccole e medie imprese turistiche. In particolare, le imprese con i codici Ateco:

  • 79.10.00, le attività dei tour operator e delle agenzie di viaggio;
  • 79.11.00, le attività delle agenzie di viaggio;
  • 79.12.00, le attività dei tour operator;
  • 79.90.00, gli altri servizi di prenotazione e le attività connesse;
  • 79.90.2, le attività di guide turistiche e di accompagnatori;
  • 79.90.19, gli altri servizi di prenotazione e le altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio non altrimenti classificate;
  • 79.90.11, i servizi di biglietteria per gli eventi sportivi, teatrali e di altri eventi di intrattenimento e ricreativi.

Finanziamenti alle imprese del turismo, ammessi anche scuole e società di organizzazione eventi

Ai finanziamenti del Fondo di garanzia delle Pmi sono ammessi anche determinate scuole e imprese che svolgono l’attività nell’organizzazione di convegni e fiere. In particolare, i codici Ateco corrispondenti sono:

  • 82.30.00, imprese di organizzazione di fiere e di convegni;
  • 84.13.8, imprese di regolamentazione degli affari e dei servizi riguardanti il turismo;
  • 85.59.30, scuole e corsi di lingua;
  • 91.03.00, gestione dei luoghi e dei monumenti storici e di attrazione simili;
  • 91.04.00, le attività di orti botanici, di giardini zoologici e di riserve naturali;
  • 93.21.00, i parchi di divertimento e quelli tematici;
  • 93.29.20, la gestione degli stabilimenti balneari, marittimi, lacuali e fluviali;
  • 93.29.90, le altre attività di divertimento e intrattenimenti non altrimenti classificate;
  • 96.04.20, gli stabilimenti termali;
  • 96.09.05, le organizzazioni di feste e cerimonie.

Contributi a fondo perduto imprese del turismo, via libera dell’UE: aiuti entro il 30 giugno 2022

La Commissione Europea ha dato l’ok nella giornata del 12 maggio ai contributi a fondo perduto, ai crediti di imposta e ai finanziamenti a favore delle imprese del turismo per un totale di 698 milioni di euro di aiuti. Gli incentivi rientrano nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) e nel quadro temporaneo per gli aiuti di Stato. I contributi a fondo perduto andranno a favore di tutte le imprese operanti nel settore turistico, comprese le agenzie di viaggio e i tour operator.

Quali tipologie di contributi a fondo perduto e crediti di imposta sono previsti per il settore del turismo?

Nell’ambito delle risorse stanziate per i contributi a favore delle imprese del turismo, il via libera della Commissione europea è stato dato in particolare per le sovvenzioni dirette e i crediti di imposta per le imprese operanti nel turismo. Gli aiuti andranno a copertura di una parte dei costi inerenti l’ammodernamento delle strutture e degli impianti. I contributi finanziano anche l’efficientamento energetico. In questo ambito, le imprese turistiche beneficiarie potranno avere diritto a una copertura fino al 50% dei costi ammissibili, nel tetto massimo di 100 mila euro per ciascuna impresa.

Crediti di imposta per le agenzie di viaggi e operatori turistici: quali incentivi sono in arrivo?

Il secondo via libera è stato dato dalla Commissione europea per i crediti di imposta per le agenzie di viaggi e per gli operatori turistici. I contributi vanno a coprire una parte dei costi inerenti la ristrutturazione delle imprese e le attività di sviluppo digitale. Le imprese turistiche beneficiarie potranno beneficiare di un credito di imposta che può arrivare fino al 50% delle spese ammissibili. Il massimale di spesa è pari a 25 mila euro per ciascuna impresa beneficiari. Gli incentivi a favore delle imprese del turismo non potranno eccedere i 2,3 milioni di euro per ciascuna impresa beneficiaria e il bonus sarà concesso entro il 30 giugno 2022.

Incentivi a fondo perduto per i servizi turistici a favore della disabilità, quali spese sono finanziate?

Tra i contributi a fondo perduto del settore turistico, rientrano anche i servizi volte a rendere più agevole la disabilità. Il relativo decreto del turismo per rendere le strutture ricettive e alberghiere più accessibili è previsto dalla scorsa legge di Bilancio. Il provvedimento sostiene la realizzazione di interventi che permettano alle persone con disabilità di fruire di una più ampia offerta turistica. Per questa misura il governo ha stanziato risorse per 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024. La misura sostiene, nel dettaglio, i servizi di rilascio delle certificazioni.

Turismo, chi può ottenere i contributi a fondo perduto per la disabilità?

Possono ottenere i contributi a fondo perduto per i servizi destinati a incrementare l’offerta turistica a favore dei soggetti disabili, le seguenti imprese:

  • gli hotel compresi nel Codice Ateco 55.10.00;
  • esercizi extra alberghieri che rientrano nei Codici Ateco 55.20.10; 55.20.20; 55.20.30; 55.20.40; 55.20.51; 55.20.52; 55.23.50; 55.30.00; 55.90.10; 55.90.20;
  • le strutture che svolgono attività sportive connesse alla fruizione turistica, sia del settore pubblico che privato.

Quali imprese turistiche possono ottenere i contributi a fondo perduto per le certificazioni sulla disabilità?

Nel dettaglio, il 35% dei fondi disponibili andrà a favore degli hotel e il 20% agli stabilimenti termali e balneari. Per le altre tipologie di imprese del settore turistico non vi sono limitazioni di fondi. Le spese ammissibili agli incentivi sono quelle necessarie per il rilascio delle certificazioni. Nello specifico, le certificazioni:

  • Uni Iso 21902:2022 sul turismo accessibile;
  • l’Uni Cei En 17210:2021 sull’accessibilità e sull’usabilità dei servizi turistici;
  • Uni Pdr 92:2020, inerente gli stabilimenti balneari, per le Linee guida sulla sostenibilità ambientale, sull’accessibilità, sulla qualità e sulla sicurezza dei servizi.

Per l’invio delle istanze si dovrà attendere il trascorrere dei 60 giorni dalla registrazione del provvedimento, dunque nella seconda metà di giugno. Al trascorrere dei 60 giorni, il ministero del Turismo inserirà, sul proprio sito internet, l’avviso pubblico per la presentazione delle domande.

Incentivi a fondo perduto del Pnrr al Turismo: possono partecipare pure le agenzie turistiche e i tour operator?

Ai fondi per le imprese del turismo previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) potranno accedere anche i tour operator e le agenzie di viaggio. Nel dettaglio, il ministero del Turismo autorizzerà le istanze delle due tipologie di imprese del settore per i 100 milioni di euro di fondi aggiuntivi inerenti gli incentivi a fondo perduto per le strutture turistiche e al credito di imposta, anche per le spese digitali delle imprese. La misura è compresa nelle istanze presentate per il bonus digitalizzazione, anche a favore dunque di tour operator e di agenzie di viaggio, rientranti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) M1 C3 Investimento 42.2.2.

Incentivi e credito di imposta per migliorare le infrastrutture turistiche: contributi anche ad agenzie di viaggio e tour operator

I contributi a fondo perduto verranno elargiti alle imprese turistiche, compresi tour operator e agenzie di viaggio, che hanno presentato domanda a decorrere dal 4 marzo 2022. L’allargamento della platea dei beneficiari della misura si integra con l’altro obiettivo, per il quale sono stati stanziati 98 milioni di euro, previsto dal decreto legge numero 152 del 2021. Si tratta della digitalizzazione delle imprese. La misura sostiene il miglioramento delle infrastrutture turistiche tramite l’assegnazione di crediti di imposta. Tra i destinatari, figurano: gli alberghi, gli agriturismi, le strutture termali e balneari.

Cosa sostengono gli incentivi a fondo perduto per il turismo?

Nel dettaglio, gli incentivi a favore del settore turistico, in relazione alle infrastrutture, sogno elargiti secondo un mix di interventi. In particolare:

  • un credito di imposta fino all’aliquota dell’80% delle spese ammissibili. Il beneficio fiscale può anche essere ceduto, ma si tratta di soggetti a regime controllato come banche e altri intermediari finanziari;
  • un contributo a fondo perduto entro il 50% delle spese ammissibili fino a un massimale di 40 mila euro. Il tetto può arrivare a 100 mila euro in presenza di specifici requisiti riguardanti la localizzazione delle imprese (purché nel Mezzogiorno), gli incentivi per l’impresa donna e la transizione digitale.

La misura, inoltre, sostiene il miglioramento delle strutture turistiche dal punto di vista infrastrutturale e dell’efficienza energetica, obiettivo al quale è destinata la metà delle risorse.

Contributi a fondo perduto per la digitalizzazione delle imprese turistiche: di cosa si tratta?

Ulteriori incentivi a fondo perduto sono a favore delle imprese del turismo per la transizione digitale. Anche per questa misura, l’invio delle istanze ha decorrenza dal 4 marzo 2022. La misura riconosce il 50% del credito di imposta per i costi sostenuti (purché ammissibili) per la transizione digitale. Il tetto massimo sostenibile è pari a 25 mila euro. Gli incentivi rientrano tra i fondi messi a disposizione dal decreto legge numero 152 del 2021. All’articolo 4 del provvedimenti, infatti, si stabiliscono le modalità di fruizione dei contributi dei tour operator e delle agenzie di viaggio. Il credito di imposta si può utilizzare in compensazione utilizzando il modello F24.

Turismo, contributi a fondo perduto per strutture e agenzie: arriva anche l’accessibilità

Vari sono i contributi a fondo perduto a favore delle imprese operanti nel settore del turismo. L’ultima misura riguarda gli aiuti alle strutture ricettive per essere più accessibili, permettendo la diversificazione dell’offerta turistica alle persone con disabilità. Il relativo decreto è stato firmato dai ministri del turismo e della disabilità, rispettivamente Massimo Garavaglia ed Erika Stefani. Inoltre, novità sono arrivate sui fondi messi a disposizione per la digitalizzazione delle imprese turistiche del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr): agli aiuti possono partecipare anche le agenzie turistiche e i tour operator.

Contributi a fondo perduto per i servizi alla disabilità del turismo, quali spese sono finanziate?

Il decreto del turismo per rendere le strutture alberghiere e ricettive più accessibili è previsto dalla legge di Bilancio 2022 e finanzia la realizzazione di lavori che permettano alle persone con disabilità di beneficiare di una più ampia offerta turistica. Le risorse destinate alla misura sono pari a 6 milioni di euro sia per il 2022, che per ciascuno dei prossimi due anni. La misura finanzia, in particolare, i servizi di rilascio delle certificazioni.

Chi può beneficiare dei contributi a fondo perduto per la disabilità nel turismo?

Possono beneficiare dei contributi a fondo perduto per i servizi volti ad aumentare l’offerta turistica ai soggetti disabili i seguenti destinatari:

  • gli alberghi compresi nel Codice Ateco 55.10.00;
  • esercizi extra alberghieri dei Codici Ateco 55.20.10; 55.20.20; 55.20.30; 55.20.40; 55.20.51; 55.20.52; 55.23.50; 55.30.00; 55.90.10; 55.90.20;
  • le strutture che garantiscono lo svolgimento delle attività sportive maggiormente inerenti alla fruizione turistica, sia private che pubbliche.

Quali sono le strutture turistiche che possono beneficiare dei contributi per le certificazioni per la disabilità?

In particolare, il 35% delle risorse disponibili andrà a favore degli alberghi e il 20% agli stabilimenti balneari e termali. Per gli altri soggetti del settore turistico non vi sono limiti di risorse. Le spese ammissibili ai contributi sono quelle del rilascio delle certificazioni. In particolare, le certificazioni:

  • Uni Iso 21902:2022 per il turismo accessibile;
  • l’Uni Cei En 17210:2021 per l’usabilità e l’accessibilità dei servizi turistici;
  • Uni Pdr 92:2020, relativo agli stabilimenti balneari, alle Linee guida sulla sostenibilità ambientale, all’accessibilità, alla qualità e alla sicurezza dei servizi.

Per la presentazione delle domande si dovrà attendere il termine di 60 giorni dalla registrazione del provvedimento. In tale termine, il ministero del Turismo pubblicherà, sul proprio portale istituzionale, l’avviso pubblico per l’invio delle istanze.

Contributi a fondo perduto del Pnrr al Turismo, partecipano anche le agenzie turistiche e i tour operator

Alle risorse a favore del turismo previste dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) parteciperanno anche le agenzie di viaggio e i tour operator. In particolare, il ministero ammetterà le domande dei contributi dei due soggetti del settore per i 100 milioni di euro di risorse aggiuntive relative ai contributi a fondo perduto per le strutture turistiche e al credito di imposta, anche per la digitalizzazione delle imprese. La misura rientra nelle domande presentate per l’obiettivo del bonus digitalizzazione, anche a favore dunque di agenzie di viaggio e di tour operator, rientranti nel Pnrr M1 C3 Investimento 42.2.2.

Contributi e credito di imposta per il miglioramento delle infrastrutture turistiche: aiuti anche alle agenzie di viaggio

I contributi a fondo perduto sosterranno le domande presentate anche dalle agenzie di viaggio e i tour operator a partire dal 4 marzo 2022. Il maggior numero di beneficiari alla misura va a integrarsi all’altro obiettivo, con risorse corrispondenti a 98 milioni di euro, del decreto legge numero 152 del 2021, relativo alla digitalizzazione delle imprese. Si tratta della misura che finanzia il miglioramento delle infrastrutture turistiche attraverso il credito di imposta, già destinato, tra gli altri soggetti, agli alberghi, agli agriturismi, e alle strutture balneari e termali. L’inclusione delle agenzie di viaggio e dei tour operator si legge nel testo del provvedimento recante misure urgenti per l’attuazione del Pnrr, firmato nella giornata del 22 aprile dal presidente del Consiglio dei ministri.

Cosa finanziano i contributi a fondo perduto per il turismo?

Nel dettaglio, gli incentivi per il settore del turismo, in merito alle infrastrutture, sogno garantiti da un mix di interventi relativi a:

  • un credito di imposta che può arrivare all’80% delle spese ammissibili. Il credito di imposta può anche essere ceduto a terzi, ovvero a banche e ad altri intermediari finanziari;
  • un contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese ammissibili per un limite massimo di 40 mila euro, elevabili a 100 mila euro per determinati requisiti legati alla localizzazione delle imprese del Mezzogiorno, alle imprese al femminile e alla transizione digitale.

La misura mira soprattutto al miglioramento delle strutture turistiche dal punto di vista infrastrutturale e dell’efficienza energetica, punto al quale è destinato il 50% dei fondi.

Contributi a fondo perduto per la digitalizzazione delle imprese turistiche: di cosa si tratta?

Ulteriori contributi a fondo perduto sono destinati alle imprese del turismo per la digitalizzazione. Anche in questo caso le domande sono partite dal 4 marzo scorso. Il bonus riconosce il 50% del credito di imposta per le spese sostenute e ammissibili per la transizione digitale. L’importo massimo finanziabile è pari a 25 mila euro. La misura è compresa nel decreto legge numero 152 del 2021 che, all’articolo 4, stabilisce le modalità di fruizione degli incentivi delle agenzie di viaggio e dei tour operato. Il credito di imposta si può utilizzare in compensazione mediante modello F24.

Bonus affitto turismo, il credito di imposta copre anche i canoni da gennaio a marzo 2022

Il bonus affitti delle imprese operanti nel settore del turismo copre anche i canoni versati a gennaio, a febbraio e a marzo 2022. Il credito di imposta, infatti, spetta se c’è stata una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi calcolata in almeno il 50% rispetto allo stesso periodo del 2019. È quanto prevede il decreto legge numero 4 del 2022. L’articolo 5, allunga infatti il credito di imposta sul costo delle locazioni sugli immobili che non siano a utilizzo abitativo.

Credito di imposta sui canoni di affitto delle imprese turistiche: come calcolarlo?

Pertanto, il bonus sui canoni di affitto degli immobili non a uso abitativo sono allungati ai mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022 se l’impresa turistica ha subito la diminuzione dei corrispettivi o dei fatturati di non meno del 50% rispetto agli stessi mesi del 2019. Con la legge di conversione del decreto legge numero 4 del 2022, inoltre, sono state incrementate le risorse per la misura a sostegno delle imprese del settore turistico di un milione di euro.

Bonus affitti, al credito di imposta del 50% concorrono anche le piscine

Tra le altre novità della legge di conversione del decreto legge anche quella che include, nel bonus affitti, anche le imprese che gestiscono piscine. Il codice Ateco di riferimento di queste imprese è il 93.11.20. Pertanto, secondo quanto prevede il comma 1 dell’articolo 5, del decreto legge numero 4 del 2022, sono ammesse al credito di imposta sull’affitto le imprese del turismo, incluse quelle che gestiscono le piscine, che abbiano pagato canoni nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022 e abbiano subito la riduzione dei corrispettivi o del fatturato di non meno del 50% rispetto agli stessi mesi del 2019.

Quali imprese turistiche possono chiedere il bonus affitti 2022?

Rispetto al decreto legge numero 34 del 2020, risulta ampliata la platea delle imprese del turismo che possono richiedere il bonus affitti per il 2022. Infatti, il provvedimento di due anni fa ammetteva al credito di imposta solo le imprese ricettive, i tour operator e le agenzie di viaggio. Concorrono pertanto al bonus “le imprese del settore turistico”, ivi comprese quelle che gestiscono le piscine.

Credito di imposta sulla seconda rata 2021 Imu delle imprese operanti nel turismo

Peraltro, le imprese del turismo possono beneficiare del credito di imposta per la seconda rata Imu versata nel 2021. Lo prevede il decreto legge “Ucraina” (il numero 21 del 2022) che, all’articolo 22 stabilisce che le imprese del comparto turistico possono richiedere un contributo in termini di credito di imposta nella misura del 50%. Ammesse al bonus sono:

  • le imprese turistiche e ricettive;
  • quelle che gestiscono agriturismi e strutture all’aria aperta;
  • quelle congressuali e fieristiche;
  • i parchi tematici e i complessi termali.

Imprese turistiche, come beneficiare del credito di imposta Imu 2022?

Per beneficiare del credito di imposta è necessario che il beneficio venga calcolato sugli immobili di classificati come D/2 presso i quali viene svolta l’attività turistica. Inoltre, occorre che i proprietari degli immobili siano anche i gestori delle attività turistiche. Infine, il calo dei corrispettivi o del fatturato deve attestarsi a non meno del 50% calcolato come rapporto tra il secondo trimestre del 2021 e lo stesso periodo del 2019.