Le novità del nuovo modello Irap

di Vera MORETTI

Dopo alcune anticipazioni, e una prima bozza, è stata presentata la versione ufficiale del modello dell’Imposta Regionale sulle Attività Produttive relative all’anno di imposta 2011.

Rispetto allo scorso anno, sono state apportate alcune modifiche:

  • In primo luogo, è stata inserita nel frontespizio una nuova casella, quella della Dichiarazione integrativa, da barrare nel caso in cui il contribuente, dopo aver già presentato una dichiarazione Irap, intende trasformare la richiesta di rimborso dell’eccedenza d’imposta in credito da utilizzare in compensazione. Tale possibilità è consentita fino a 120 giorni dalla scadenza del termine ordinario di presentazione e sempre che il rimborso non sia stato già erogato, anche in parte.
  • La tabella delle aliquote è più nutrita, dal momento che, oltre alle modifiche introdotte da leggi regionali, ci sono anche le aliquote statali che riguardano le imprese concessionarie diverse da quelle di costruzione e gestione di autostrade e trafori, le banche e gli altri enti e società finanziari, le imprese di assicurazione. La tabella presenta un elenco completo, suddiviso per regione, di tutte le aliquote applicabili, a ciascuna delle quali corrisponde un codice che va riportato nel quadro IR per la ripartizione regionale della base imponibile e dell’imposta.
  • I soggetti che applicano i principi contabili internazionali hanno a disposizione una nuova variante in aumento e in diminuzione (quadri IP e IC): si tratta dei componenti rilevanti ai fini Irap, imputati direttamente a patrimonio netto o al prospetto delle altre componenti di conto economico complessivo, per i quali non è mai prevista l’imputazione a conto economico e che rilevano fiscalmente secondo le disposizioni Irap.
  • Il quadro IS presenta una nuova sezione, dedicata all’affrancamento dei maggiori valori delle partecipazioni. In particolare, vi andranno specificati gli importi assoggettati a imposta sostitutiva rispetto ai valori delle voci avviamento, marchi d’impresa e altre attività immateriali suscettibili di affrancamento.
  • Il quadro IR presenta la nuova colonna deduzioni regionali nella sezione relativa alla ripartizione della base imponibile. Interessa, quest’anno, i contribuenti delle regioni Piemonte e Umbria per i quali è stata introdotta una deduzione in caso di incremento del numero dei lavoratori assunti a tempo indeterminato.

Gli italiani vogliono ancora fare impresa

Fare impresa non è un’attività che ha perso di appeal, agli occhi degli italiani, considerando che anche quest’anno sono state tante, e precisamente 55.217, le società che sono state registrate tra gennaio ed ottobre, con un aumento, perciò, dello 0.9% degli imprenditori su territorio nazionale.

Ma non è ancora il caso di sorridere, perché, nonostante una percentuale in positivo, l’anno scorso i dati parlavano di 71.198 nuove imprese. E, se consideriamo che sono quasi mille in più le imprese dichiarate fallimentari nei primi tre trimestri del 2011, allora capiamo che non è proprio il caso di cantare vittoria. Si tratta, in questo caso, di 10.323 unità, ovvero 38 società che, ogni giorno, dichiarano fallimento ed escono dal mercato.

Questo bilancio è stato diffuso da Unioncamere in occasione della 134° Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio – Consiglio generale di Unioncamere a Perugia dove Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere, ha dichiarato: “L’Italia dell’impresa diffusa non sta perdendo ‘smalto’ in questi mesi di crisi. Ma soffre. Servono misure capaci di far ingranare la marcia della ripresa e di restituire fiducia al nostro sistema produttivo. Al Governo, quindi, Unioncamere propone quattro linee d’azione per il rilancio del Paese: puntare sull’imprenditorialità e sui giovani; riorganizzare la rete per l’internazionalizzazione, anche attraverso le Camere di commercio in Italia e all’estero; fare della semplificazione e della giustizia alternativa una leva per lo sviluppo; diffondere le reti d’impresa e rafforzare la patrimonializzazione dei Consorzi Fidi”.

A fare da traino alle 6.131.549 imprese sono le società capitali, aumentate anche quest’anno di oltre 38mila unità. Ciò si spiega con una discrepanza, in positivo, tra iscrizioni e cessazioni, poiché le prime sono il doppio delle seconde.
Non così consistente l‘incremento delle ditte individuali (+8.344), anche se confermano la loro solidità all’interno della struttura economica nazionale con 3.375.822 imprese. Aumentano di 4.714 unità anche le società di persone mentre le Altre forme giuridiche crescono di sole 3.742 imprese poiché il numero di cessazioni è quasi uguale a quello delle iscrizioni.

Gli ambiti più “gettonati” quando si tratta di fare impresa sono quelli riguardanti Istruzione, Sanità, Noleggio e agenzie di viaggio, Attività artistiche, sportive e di intrattenimento.
Se la media di crescita è dello 0,9%, quella di questi settori ha toccato punte del 6,3%.
Male, invece, l’Agricoltura (-1,6% pari a oltre 13mila imprese in meno), l’Estrazione di minerali (-0,7%, con complessive 35 imprese in meno) e le Attività manifatturiere, le cui 1.550 unità in meno equivalgono a un tasso del -0,2%.
In valore assoluto sono però sempre i comparti del Commercio e delle Attività di alloggio e ristorazione a generare i volumi più consistenti: 11.522 le imprese in più nel settore commerciale (+0,7%) e 11.191 quelle del comparto della ristorazione (+2,9%).

Sul territorio, la crescita ha interessato maggiormente il Centro che ha registrato nei primi 10 mesi del 2011 15.553 nuove imprese (+1,2%). Ma anche il Mezzogiorno si è dimostrato piuttosto vivace, dal momento che ha visto aumentare il proprio stock dell’1,1% da inizio anno con un aumento in termini assoluti pari a 22.448 nuove attività.
Nord-Est e Nord-Ovest, in controtendenza, hanno registrato una crescita sotto la media, con nel complesso 9.737 unità in più nel Nord-Ovest e 7.479 imprese in più nel Nord-Est.
Rispetto ai primi 10 mesi dello scorso anno, sono proprio il Centro e, soprattutto, il Nord-Ovest le aree che registrano una attenuazione della dinamica di crescita delle imprese italiane.
Il Centro, infatti, aveva segnato un anno fa un incremento di oltre 19mila imprese (con un tasso di crescita dell’1,5%), mentre nel Nord-Ovest l’incremento era stato di più di 20mila unità, con un tasso di crescita del +1,3%.

La regione che si è dimostrata più dinamica è l’Abruzzo, poiché ha aumentato le iscrizioni di ben due punti, passando da +1,5% a +3,8% in un solo anno. Anche la Basilicata, dopo un anno modesto, è ora in ripresa, così come l’Umbria, mentre fanalini di coda sono Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia.
Nel confronto con il 2010, sono soprattutto il Piemonte e la Calabria le regioni che, in termini relativi, mostrano crescite meno consistenti: +0,2% in Piemonte contro il +1% dei primi 10 mesi del 2010; +0,7% la Calabria contro il +1,5% dell’anno scorso.
Guardando però ai valori assoluti, gli apporti più consistenti alla diffusione del tessuto imprenditoriale vengono sempre dalla Lombardia (+8.091 imprese) e dal Lazio (+6.901 unità).

Per quanto riguarda i fallimenti, invece, il maggior numero interessa il Commercio, con 2.290 imprese. Alle Attività manifatturiere (2.270) spetta invece il primato dell’incidenza delle imprese in fallimento ogni mille attività esistenti (3,65). Elevato poi il numero delle aziende delle Costruzioni costrette alle chiusura (1.987).

Vera Moretti

L’Umbria vicina alle aspiranti imprenditrici

La Regione Umbria è sempre più attenta alle donne. Da gennaio infatti apriranno nelle città di Perugia, Terni e Foligno apriranno, nell’ordine, un Guidance Point (nella sede di Sviluppoumbria) e due sportelli di orientamento locale volti all’orientamento e all’accompagnamento delle imprese femminili ed aspiranti imprenditrici.

Ciò avverrà nell’ambito del progetto Emma (Entrepreunership Methodology Mediterranaean Assistance), finanziato dall’Unione Europea con risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale(Fesr) nell’ambito del Med, il Programma transnazionale di cooperazione territoriale tra Paesi del Mediterraneo.

Questa nuova ed importante iniziativa è stata illustrata da Daniela Toccacelo, dirigente del Servizio Politiche di sostegno alle imprese della Regione Umbria, e dal presidente di Sviluppumbria, Calogero Alessi in una conferenza stampa. In quell’occasione è stato presentato il calendario degli appuntamenti previsti per promuovere il progetto su territorio regionale e avvicinare non solo le potenziali utenti, ma anche istituzioni, cittadini e soggetti interessati della prossima apertura del nuovo servizio.

Dopo il primo incontro, avvenuto mercoledì 23 novembre a Terni, ne seguiranno altri il 30 novembre a Gubbio e il 1 dicembre a Perugia, che si prevedono interessanti non solo per la crescita, il consolidamento e la competitività delle imprese al femminile, ma anche per reinventarsi sul lavoro dopo un‘esperienza deludente o dopo aver perso la propria occupazione a causa della crisi. Potrebbe essere questo, infatti, il momento giusto per aprirsi nuovi orizzonti professionali, con il supporto di persone qualificate e preparate.

I nuovi sportelli operativi offriranno, dunque, un aiuto concreto per promuovere la cultura d’impresa e offrire tutti gli strumenti indispensabili per avviare un’attività con successo e ciò avverrà grazie anche a referenti specializzati e al contributo della rete di uffici dei singoli partner presenti in tutto il territorio.

Anche le donne con una propria attività già avviata riceveranno un supporto valido per, ad esempio, affrontare problematiche interne e cercare strumenti innovativi e all’avanguardia per quanto riguarda la gestione d’impresa, oltre alla ricerca di finanziamenti.

A tal proposito, saranno organizzati anche incontri individuali e seminari presieduti da imprenditrici locali che metteranno a disposizione la propria esperienza personale per uno scambio e una creazione di reti nazionali.

Il progetto è ambizioso, perché si prefigge di propagarsi prima a livello nazionale, e poi di uscire dai territori italiani verso gli altri Paesi partner del progetto “Emma”: oltre all’Italia (con Sviluppumbria e Confapi – Apid nazionale), Spagna, Grecia, Portogallo.

Vera Moretti

Le ‘ragazze del Coyote Ugly’ sbancano in Lombardia

Hanno battuto gli uomini. E non parliamo di una gara all’ultimo shot. Le barladies lombarde hanno superato i loro colleghi maschi: le titolari donne di bar e locali nei primi 6 mesi del 2011 hanno raggiunto quota 51%. A rivelarlo un’indagine della Camera di Commercio di Monza e Brianza.

E’ nelle regioni del Nord Italia che si nota la concentrazione maggiore di barwomen, titolari di impresa individuale. In testa alla classifica, le bariste del Friuli-Venezia-Giulia, con il 66,7% del totale, medaglia d’argento all’Umbria con il
65,1%, mentre al terzo posto si classifica il Trentino-Alto-Adige con il 54,4% di donne dietro al bancone. Quarto il Piemonte (53,2%), seguito da Liguria (52,1%) e Lombardia.

Nei primi sei mesi del 2011, sono state più di 1.500 le imprenditrici che hanno aperto un bar, mettendosi in proprio o rilevando un’attività già avviata al punto da rappresentare il 46,3% del totale nazionale. Anche se nel Mezzogiorno, a prevalere è ancora la componente maschile, fino al caso estremo della Basilicata, che negli ultimi tre anni ha registrato addirittura un calo: dal 38,9% del 2009 al 28,2% del 2011.

“L’incremento dell’occupazione femminile, obiettivo che ci deve avvicinare all’Europa e strumento per il rilancio dell’economia del Paese, passa anche attraverso una crescente partecipazione delle donne al fare impresa” ha dichiarato Mina Pirovano, Presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Monza e Brianza. Brindiamo alle donne insomma, o forse sarebbe meglio un giro di shot?

A.C.

L’high tech non ha più misteri per le donne impreditrici

L’Osservatorio sull’imprenditoria femminile curato dall’Ufficio studi di Confartigianato porta buone nuove a proposito, appunto, dell’imprenditoria in rosa. A quanto pare, infatti, nonostante la crisi e il clima funesto che avvolge l’economia italiana, le aziende al femminile del Belpaese non solo “reggono” ma sono le prime in Europa per quantità.

Nel 2011 risultano in Italia 1.531.200 imprenditrici e lavoratrici autonome e, se consideriamo che la Germania, seconda in classifica, ne conta 1.383.500, il primato è scuramente ragguardevole.

A conferma di questi dati è anche il peso che l’imprenditoria femminile ha sul totale delle donne occupate: si tratta del 16.4$, a fronte di una media europea del 10.3%.

Ma dove si concentrano le imprenditrici, per quanto riguarda il territorio? La regione leader è il Friuli Venezia Giulia, seguito da Emilia Romagna e Umbria. Maglia “nera”, invece, per Calabria, Sicilia e Puglia.

I settori che impegnano maggiormente questo piccolo grande esercito non sono più quelli prevalentemente femminili, perché, ormai, le donne si occupano anche di high tech. La presenza “rosa” in questo campo è di 12.261 imprenditrici, che ora è riduttivo definire pioniere, e che si occupano di robotica, elettronica, chimica farmaceutica, produzione di software e apparecchiature ad alta precisione, telecomunicazioni, ricerca scientifica e consulenza informatica, per un totale del 22.5% di imprese innovative capitanate da donne.

Un bel numero, che ci auguriamo possa aumentare ancora di più.

Vera Moretti

Casa in Italia? Da sogno a incubo burocratico

Sugli stranieri, l’Italia esercita un fascino notevole che spinge chi se lo può permettere ad investire in immobili nel nostro Paese.

Se, da una parte, si tratta di uffici, centri commerciali o parchi di logistica, sono i residenziali gli immobili che rappresentano l’oggetto del desiderio, soprattutto quando si tratta di location famose in tutto il mondo. Non solo Costa Smeralda, Toscana e lago di Como, ma anche Umbria e Salento, le cui quotazioni ultimamente si sono alzate, fermo restando l’interesse per le città d’arte, Venezia in testa.

Ma, se da un lato potrebbe trattarsi di uno scenario incantevole e irrinunciabile, il rovescio della medaglia si presenta infausto o, come scritto sul Wall Street Journal, un incubo burocratico. Dall’acquisizione del codice fiscale, indispensabile per acquistare ma difficile da ottenere se stranieri, fino ad un interminabile elenco di tasse da pagare, le formalità alle quali occorre sottoporsi rischierebbero di scoraggiare anche i più fervidi ammiratori dell’italian style.

Nonostante ciò, però, qualcuno disposto ad affrontare cavilli e spese elevate c’è, e sono soprattutto gli americani, aumentati negli ultimi mesi, e i russi che, dopo un colpo di fulmine per le coste italiane, si stanno ora spingendo anche nell’entroterra.

Ma anche gli scandinavi stanno diventando una discreta quantità a dimostrazione che, forse, spendere tempo, oltre che denaro, per diventare proprietari di una dimora made in Italy vale la pena.

Vera Moretti

A Perugia un contributo per sostenere la liquidità delle piccole e medie imprese

Per cercare di sostenere finanziariamente le imprese che ricorrono al credito per operazioni di razionalizzazione della propria struttura finanziaria o per il sostegno alla liquidità aziendale, la Camera di Commercio di Perugia,  ha emesso un bando per erogare dei contributi in favore delle piccole e medie imprese operanti nella provincia. Le imprese che vorranno beneficiare dei contributi dovranno avere meno di 250 dipendenti; un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di Euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di Euro; essere in possesso, alla data di presentazione della domanda, del requisito di impresa autonoma; essere costituite in forma di società di capitali, società cooperative o società di persone.

La Camera di Commercio potrà finanziare i seguenti interventi:

  • finanziamenti di durata non superiore a 60 mesi, di importo compreso fra € 20.000,00 e € 150.000,00 e finalizzati:
  1. al reintegro del capitale circolante;
  2. alla realizzazione di progetti ristrutturazione finanziaria, quali la sostituzione di finanziamenti a breve e medio termine in regolare ammortamento e in essere presso il sistema bancario e finanziario nonché il consolidamento a medio/lungo termine di passività a breve;
  • finanziamenti di durata non superiore a 24 mesi, comprensivi anche di periodi di preammortamento, di importo compreso fra € 20.000,00 e € 100.000,00 e finalizzati al sostegno della liquidità aziendale.

I finanziamenti potranno essere erogati fino al 31 marzo 2011. Il contributo consiste nell’abbattimento di 2 punti percentuali del costo del finanziamento erogato. L’erogazione di tale contributo avverrà al netto delle ritenute di legge.

I soggetti interessati dovranno inviare domanda di contributo, entro e non oltre il 31 marzo 2011, al seguente indirizzo: CCIAA di Perugia – Ufficio Incentivi alle Imprese, Via Cacciatori delle Alpi, 42 – 06121- Perugia

A Terni e Perugia un serio contributo alle imprese ed ai professionisti che assumono disoccupati

La Regione Umbria e le Province di Perugia e Terni, erogheranno contributi per sostenere ed incentivare l’inserimento occupazionale dei disoccupati.

A beneficiare del bando potranno essere imprese e consorzi, associazioni, fondazioni cooperative, liberi professionisti in forma individuale, associata o societaria, altri soggetti ed organismi di natura privata. I datori di lavoro che intendono presentare domanda di contributo devono:

  • essere in possesso di Partita IVA e/o essere iscritti alla Camera di Commercio;
  • avere la sede o almeno una unità operativa in Umbria;
  • effettuare l’assunzione nella sede/unità operativa localizzata nel territorio regionale;
  • non aver effettuato nell’anno precedente e in quello in corso, licenziamenti individuali o plurimi;
  • non avere in corso, all’atto della domanda di contributo, procedure di CIGS;
  • non aver commesso violazioni rispetto agli obblighi relativi al pagamento di imposte e tasse, secondo la legislazione italiana;
  • accettare il sistema dei controlli, anche in loco, come previsto dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale;
  • trovarsi nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essendo sottoposti a procedure concorsuali né ad amministrazione controllata;
  • devono dichiarare che, nei propri confronti, non sussistono cause di divieto, decadenza o sospensione;
  • devono dichiarare di non essere sottoposti ad alcuna misura di prevenzione e di non essere a conoscenza dell’esistenza, a proprio carico, di procedimenti in corso;
  • devono dichiarare che non sussistono le cause di esclusione, di non essere destinatario di sanzioni interdittive (anche limitative).

Inoltre i datori di lavoro devono essere in regola: con l’applicazione del CCNL; con il versamento degli obblighi contributivi ed assicurativi; con la normativa in materia di sicurezza del lavoro; con le norme che disciplinano il diritto al lavoro dei disabili; con tutte le normative in materia di lavoro in genere; con il Regolamento (CE) n.800/2008; con le norme vigenti sugli aiuti di Stato, in caso di assunzione di lavoratori non “svantaggiati”.

Sono finanziabili le seguenti azioni:

  1. assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato, sia full time che part time, di soggetti disoccupati/inoccupati iscritti ai Centri per l’Impiego della regione Umbria che, alla data di presentazione della domanda, non siano percettori di alcun ammortizzatore ordinario, straordinario o in deroga che dia luogo ad indennità economica, o che lo abbiano esaurito.
  2. trasformazioni di contratti di lavoro da tempo determinato inferiore a dodici mesi che consentono il mantenimento dello stato di disoccupazione, a tempo indeterminato, sia full time che part time.

Il contributo sarà pari a € 4.500,00 per ciascuna assunzione/trasformazione purché il relativo contratto di lavoro preveda un orario settimanale pari o superiore al 75% dell’orario settimanale stabilito come ordinario dal CCNL. In ogni caso, per poter usufruire del contributo, il part-time non potrà essere inferiore alle 20 ore settimanali. In caso di assunzione/trasformazione con contratto a tempo indeterminato part-time che preveda un orario settimanale inferiore al 75% dell’orario settimanale stabilito come ordinario dal CCNL, il contributo verrà proporzionalmente ridotto.

I soggetti interessati dovranno inviare domanda di contributo (a seconda della provincia di appartenenza), entro il 31 dicembre 2011, ai seguenti indirizzi:

  • Provincia di Perugia – Ufficio archivio | Via Palermo, 106 – 06129 – Perugia
  • Centro per l’Impiego di Terni | Via A. Floriano, 16 – 05100 – Terni

 

Help! La Cna di Perugia, chiede provvedimenti ad hoc per le piccole imprese umbre

Secondo Renato Cesca, presidente provinciale della Cna di Perugia, servono al più presto nuovi provvedimenti ad hoc per aiutare le piccole imprese a superare definitivamente la crisi. Secondo Cesca, “le piccole imprese da sole oggi non ce la fanno più: costrette, oramai da alcuni anni, ad operare in un mercato interno stagnante e soffocate da una eccessiva burocrazia e da un’elevata pressione fiscale, stanno pian piano scivolando verso la marginalità e il sommerso”. Cesca ricorda che in Umbria operano circa 84 mila imprese, delle quali oltre il 90% hanno meno di 10 dipendenti. ”Esse – afferma – da sempre hanno svolto sia un ruolo economico che sociale, creando da un lato valore aggiunto e quindi ricchezza, ma anche ridistribuendola sul territorio in cui opera. Per tali motivi non è più demandabile nel tempo l’adozione di una nuova legge regionale per promuovere il riposizionamento strategico della piccola impresa. Credito, internazionalizzazione delle piccole imprese di subfornitura, innovazione organizzativa, formazione continua degli imprenditori e dei dipendenti, semplificazione amministrativa e una strumentazione per favorire l’aggregazione tra imprese, sono le linee lungo le quali una siffatta normativa dovrebbe svilupparsi, con risorse dedicate e congrue rispetto agli obiettivi”. Per il presidente provinciale della Cna di Perugia, quindi, occorre lavorare per ”rendere il sistema paese e dunque il sistema Umbria più competitivo, utilizzando tutte le potenzialità che tali sistema hanno”

Terni: centomila euro per contributi alle imprese. Da oggi al via due nuovi bandi

La Camera di Commercio di Terni, dopo il notevole successo riscosso dai bandi usciti nel 2009, per il 2010 ha stanziato 100 mila euro per contributi alle imprese. Dall’ 11 ottobre (fino alla fine dell’anno, salvo chiusura anticipata per esaurimento fondi), saranno aperti due bandi con i quali la Camera di commercio di Terni intende supportare e incentivare le imprese della provincia che partecipano a fiere in Italia o all’estero e le società che intendono effettuare operazioni di patrimonializzazione aziendale.

“Con l’intento di dare un segnale forte di continuità nella promozione economica delle imprese del territorio, la Camera di commercio di Terni propone, per l’anno 2010, due iniziative, la prima – spiega il Presidente Enrico Cipiccia – riguarda la concessione di contributi finalizzati alla partecipazione a fiere in Italia e all’estero, iniziativa ben accolta lo scorso anno dalle imprese e rivolta sia a quelle che vogliono promuoversi per la prima volta, sia a quelle che hanno avuto già la possibilità di ampliare la propria attività promozionale; con la seconda iniziativa, si intende continuare il processo iniziato lo scorso anno, per sostenere ed incoraggiare le imprese della provincia che realizzano operazioni di patrimonializzazione aziendale. I contributi del bando consentono un più efficace accesso al credito – conclude il Presidente – mediante la possibilità di ridurre i costi dei finanziamenti erogati dalle banche per le operazioni di patrimonializzazione”.

Per la partecipazione a fiere in Italia e all’estero (di riconosciuta importanza a livello nazionale e internazionale), sono stati stanziati 70.000,00 euro. Il contributo sarà erogato nella misura del 50% delle spese ammissibili fino ad un massimo di 2.000,00 euro per la partecipazione a manifestazioni che si svolgeranno in Italia; 3.000,00 euro per manifestazioni che si svolgeranno in paesi Europei e 2.000,00 euro per la partecipazione a manifestazioni che si svolgeranno in paesi Extra-Europei.

Per quanto riguarda i contributi per le operazioni di patrimonializzazione aziendale sono finanziate le operazioni relative ai seguenti interventi:

  1. aumento di capitale sociale;
  2. versamento dei soci in conto capitale.

La somma stanziata per questa iniziativa ammonta a 30.000,00 euro.

Il contributo sarà calcolato nella misura del 5% rispetto all’importo totale del versamento in conto capitale o in conto futuro aumento di capitale.

L’apporto minimo di capitale ammissibile al finanziamento è di 20.000,00 euro e il contributo massimo erogabile per azienda relativo ad operazioni di patrimonializzazione è di 4.000,00 euro.

Il testo dei bandi con la relativa modulistica, sono disponibili presso gli uffici della Camera di Commercio e presto saranno disponibili anche sul sito della Camera di Commercio di Terni.

Per ulteriori informazioni: promozione[at]tr.camcom.it | tel. 0744 489227/220/274