Agevolazioni casa, come cambiano nel 2024

Il 2024 si presenta come un anno difficile per chi decide di acquistare casa, almeno per la prima parte dell’anno non sono previsti importanti cambiamenti per i tassi di interesse che molto probabilmente resteranno quasi fermi fino a primavera inoltrata ma, soprattutto, cambiano le agevolazioni per i mutui under 36, non è infatti stata confermata la defiscalizzazione.

Mutuo agevolato under 36 per acquisto prima casa

Con il decreto Sostegni Bis dal 2021 erano state introdotte agevolazioni per l’acquisto della prima casa per under 36. Le stesse venivano applicate l’acquisto della prima casa (non di lusso) a condizione che il reddito fosse inferiore a 40.000 euro. Le agevolazioni prevedevano la possibilità di accedere al fondo Consap per la garanzia sul mutuo, inoltre prevedevano la defiscalizzazione, questo implica che gli under 36 che rispettavano tutte le condizioni previste dall’agevolazione non erano tenuti a pagare imposta di registro, imposta ipotecaria e imposta catastale.

La misura era stata estesa fino al 31 dicembre 2023, molti si aspettavano una proroga al 2024, la stessa però non è arrivata. Resta quindi la possibilità di accedere al fondo Consap e viene meno la defiscalizzazione.

Nel frattempo la possibilità di accedere al fondo Consap è stata estesa alle famiglie numerose, indipendentemente da limiti di età.

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Quali imposte si pagano per l’acquisto della prima casa? Addio agevolazioni fiscali

La legge comunque prevede delle agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa, ma naturalmente sono ridotte rispetto alla defiscalizzazione.

Per l’acquisto della casa quindi sarà necessario versare:

l’imposta di registro del 2 per cento sul valore catastale dell’immobile (per immobili non rientranti nella categoria della prima casa è al 9%) l’importo comunque non può essere inferiore a 1.000 euro.

L’imposta catastale e l’imposta ipotecaria in misura fissa di 50 euro. Queste le imposte da versare nel caso in cui la compravendita avvenga da privato.

Nel caso in cui l’atto sia stipulato con un’impresa, ad esempio una società che si occupa di costruzione e vendita di immobili, la tassazione è agevolata, ma diversa.

In questo caso è necessario versare l’Iva al 4% ( per immobili non rientranti nella prima casa al 10%). Si aggiungono imposta ipotecaria e catastale in misura fissa a 200 euro.

Con le agevolazioni mutuo under 36 previste fino al 31 dicembre 2023 era possibile utilizzare l’Iva versata come credito di imposta. Anche questa agevolazione è caduta.

Dall’insieme di incentivi non confermati appare evidente che nel 2024 comprare casa potrebbe essere particolarmente oneroso.

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Bonus assunzioni 2023, via libera dell’Unione Europea

La legge di bilancio 2023 prevede la possibilità per le aziende di usufruire del bonus assunzioni per l’assunzione di under 36 e donne in condizioni di particolare svantaggio. La misura è rimasta finora inattuata a causa del ritardo dell’Unione Europea nel dare il via libera, si sblocca ora la situazione.

Bonus assunzioni 2023, arriva il via libera della Commissione

La legge di bilancio 2023 prevede che per le assunzioni di giovani under 36 e donne avvenute tra il 1° luglio 2022 e il 31 dicembre 2023 le imprese possano fruire di una detrazione contributiva fino a 8.000 euro. La misura rientra nell’ambito degli aiuti di Stato volti a fronteggiare le conseguenze derivanti dalla crisi in Ucraina. Il bonus assunzion può coprire anche il 100% dei contributi da versare.

L’Unione europea ha dato il via libera a questa misura con il comunicato stampa diffuso il 19 giugno 2023.

Siccome il bonus assunzioni rientra negli aiuti di Stato e di conseguenza può andare a impattare sulla libera concorrenza all’interno dell’Unione Europea creando condizioni di particolare vantaggio per alcune aziende, prima di poter procedere all’applicazione concreta l’Italia ha dovuto attendere l’autorizzazione delle Istituzioni europee e in particolare da parte della Commissione europea.

La Commissione ha ritenuto che la misura in oggetto sia in linea con il quadro temporaneo di aiuti di Stato. La stessa potrà essere applicata da tutte le imprese senza limiti inerenti settori o dimensioni aziendali. L’unico settore in cui non sarà possibile ottenere il bonus assunzioni è il lavoro domestico. Dobbiamo però ricordare che per questa categoria di lavoratori sono presenti le deduzioni dei contributi previdenziali e assistenziali.

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La Commissione ritiene che le misure previste dalla legge di bilancio 2023 siano necessarie, appropriate e proporzionate per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia generato dal particolare contesto socio-politico caratterizzato dal lungo conflitto in Ucraina.

Cosa prevede il bonus assunzioni?

Il bonus assunzioni prevede uno sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato avvenute tra il 1° luglio 2022 e il 31 dicembre 2023.

Lo sgravio può essere fruito anche nel caso di trasformazione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato.

Il bonus può essere fruito per l’assunzione di giovani under 36 e ha un valore massimo di 8.000 euro. Lo sgravio non andrà ad incidere negativamente sul welfare maturato dal lavoratore, in poche parole non incide sulle prestazioni pensionistiche future.

Lo sgravio potrà essere fruito per 3 anni, prorogati a 4 anni nel caso in cui coinvolga imprese del Mezzogiorno.

Per l’assunzione delle donne è previsto che si possa ottenere lo sgravio contributivo anche per l’assunzione con contratto a tempo determinato, ma in questo caso non sarà possibile usufruire dell’intero ammontare, ma in proporzione rispetto alla durata del contratto di lavoro.

Imprese: tutte le agevolazioni per assumere personale

Molte imprese vorrebbero aumentare la forza lavoro presente in azienda, ma hanno remore legate ai costi previdenziali, in realtà sono disponibili diversi incentivi che consentono di risparmiare, gli stessi mirano al collocamento di persone che hanno maggiori difficoltà a trovare lavoro o beneficiari di welfare e la cui assunzione alleggerirebbe il peso per lo Stato, ecco una breve disamina delle diverse possibilità che possono sfruttare le imprese che vogliono assumere.

Assumere personale di sesso femminile: le agevolazioni per le imprese

La prima misura di cui parlare è l’assunzione di donne svantaggiate. Questa prevede lo sgravio fino al 100% degli oneri contributivi in caso di assunzione di donne. Deve però trattarsi di donne che si trovano in particolari condizioni di svantaggio, cioè:

  • età anagrafica di almeno 50 anni e contemporaneamente disoccupate da almeno 12 mesi;
  • donne di qualsiasi età, che siano disoccupate da almeno sei mesi e che abbiano la residenza in una delle regioni ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna;
  • donne di qualiasi età ovunque residenti che siano prive di un impiego stabile da almeno 24 mesi.

L’agevolazione spetta per 12 mesi e per un ammontare dei contributi non superiore a 6.000 euro.

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Agevolazioni per l’assunzione di beneficiari del reddito di cittadinanza

Sappiamo che la normativa sul reddito di cittadinanza non prevedeva solo misure di sostegno al reddito, ma anche politiche attive per il lavoro volte ad aiutare i disoccupati a trovare un impiego. Tra le misure previste vi è lo sgravio contributivo in favore delle aziende che assumono percettori di reddito di cittadinanza. Anche in questo caso è possibile usufruire dell’esonero contributivo, non si applica però ai premi Inail, per un ammontare massimo di 6.000 euro e per la durata di un anno.

Imprese: agevolazione per assumere giovani under 36

Infine, un ultimo sgravio è previsto in favore delle aziende che decidono di assumere giovani under 36.

Lo sgravio si applica per i giovani under 36 che non abbiano mai avuto un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato con il medesimo datore di lavoro e con altro datore.

In questo caso la durata massima dell’incentivo è per 36 mesi che arrivano a 48 mesi se l’assunzione avviene in una delle regioni economicamente svantaggiate: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.

Prima casa under 36, come inserire il bonus nella dichiarazione dei redditi?

Con la dichiarazione dei redditi di quest’anno debutta l’agevolazione prevista per la prima casa dei soggetti under 36 nel modello 730 e in quello delle Persone fisiche. Il bonus spettante va inserito nel rigo G8 della sesta sezione del quadro relativo ai crediti di imposta, ovvero quello G. Nel modello Persone fisiche deve essere utilizzato il rigo CR 13. A beneficiarne saranno i giovani che, nello scorso anno, hanno maturato il credito di imposta perché hanno comprato la prima casa. Condizione essenziale per utilizzare il bonus è che l’acquisto della casa sia soggetto a Iva.

Bonus prima casa giovani under 36: a chi spetta?

Il bonus sull’acquisto della prima casa dei giovani under 36 spetta ai soggetti che non hanno ancora compiuto l’età di 36 anni durante l’anno in cui sia avvenuto l’acquisto stesso. Inoltre, è previsto che l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) della famiglia non ecceda il tetto di 40 mila euro all’anno.

Quali agevolazioni sono previste per il bonus prima casa giovani under 36?

Oltre al credito di imposta sull’Iva nel caso in cui l’acquisto della prima casa con il bonus under 36 sia soggetto all’imposta, la misura consente di beneficiare di altre agevolazioni. In particolare:

  • l’esenzione dal versamento delle imposte di registro, catastali e ipotecarie;
  • l’azzeramento delle medesime imposte per gli atti soggetti a Iva;
  • l’estensione dell’agevolazioni alle eventuali pertinenze all’immobile come, ad esempio, il box.

Agevolazione prima casa giovani under 36, il bonus sui mutui

Le agevolazioni sull’acquisto della prima casa dei giovani under 36, inoltre, prevedono l’esenzione dell’imposta sostitutiva sui mutui ottenuti per comprare, costruire o ristrutturare gli immobili a utilizzo abitativo. Il periodo temporale delle agevolazioni parte dal 26 maggio 2021 per arrivare al 31 dicembre 2022.

Bonus prima casa giovani under 36, come calcolare l’Isee?

Per ciò che concerne l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), il calcolo deve avvenire sui redditi prodotti e sul patrimonio posseduto nel secondo anno precedente rispetto alla presentazione della Dichiarazione sostitutiva Unica (Dsu) all’Inps. Il documento include i dati anagrafici, patrimoniali e di reddito per arrivare a stabilire la situazione economica del nucleo familiare che fa richiesta del bonus prima casa giovani under 36. Inoltre, l’Isee deve includere tutti i componenti della famiglia anagrafica al giorno in cui viene presentata la Dsu. Per i rogiti effettuati nel 2021, l’Isee di riferimento è quello dei redditi prodotti e dei patrimoni posseduti nell’anno 2019; per gli atti relativi all’anno in corso, l’Isee da considerare è quello dell’anno 2020.

Cosa fare per beneficiare del bonus prima casa giovani under 36?

I giovani under 36, nel momento in cui stipulano l’atto di acquisto della casa, per beneficiare delle agevolazioni devono dichiarare di possedere un Isee non eccedente l’importo di 40 mila euro. Per questo motivo, devono essere in possesso della relativa certificazione in corso di validità. È ammissibile la domanda del bonus per aver già provveduto alla richiesta prima dell’atto di compravendita o contestualmente alla stipula.

Come utilizzare il credito di imposta sull’Iva pagata per l’acquisto della prima casa dei giovani under 36?

L’aspetto più importante nella dichiarazione dei redditi è quello del credito di imposta maturato sull’Iva per l’acquisto della prima casa dei giovani under 36. Il credito di imposta maturato può essere usato a sottrazione delle imposte sui redditi, sugli atti e sulle denunce. Tali sottrazioni dovranno avvenire in data successiva a quella dell’acquisto della casa o mediante compensazione nel modello F24.

Bonus prima casa giovani under 36: come procedere sul modello 730?

Nel modello 730 utile per la presentazione della dichiarazione dei redditi e nel modulo Redditi persone fisiche è compreso un rigo specifico per beneficiare del bonus sull’acquisto della prima casa per giovani under 36. In particolare:

  • nel modello redditi Persone fisiche dovrà essere utilizzato il rigo CR 13;
  • nel 730, invece, il rigo G8.

L’acquisto, ai fini della dichiarazione dei redditi del 2022, deve essere avvenuto nell’anno 2021. Infatti, nei due modelli non vi è alcun rigo relativo a operazioni di compravendita della casa ammissibili per la prima parte dell’anno 2022.

 

Bonus prima casa under 36: quali novità dalla legge di Bilancio 2022?

Più tempo per gli aiuti ai giovani under 36 per l’acquisto della prima casa alle condizioni vantaggiose fissate dal decreto legge numero 73 del 2021. Gli under 36 anni, infatti, avranno tempo fino al 31 dicembre prossimo, anziché fino al 30 giugno della precedente scadenza, per acquistare la prima casa azzerando le imposte sulla compravendita. Le agevolazioni si allargano ai mutui stipulati da under 36. In entrambi i casi serve l’Isee familiare che non superi i 40 mila euro.

Bonus prima casa under 36: come calcolare il compimento dei 36 anni ai fini dell’agevolazione?

Ci saranno dunque sei mesi in più per richiedere il bonus prima casa degli under 36. La proroga avverrà fino al 31 dicembre 2022 e si potrà chiedere l’agevolazione sia sull’acquisto che sul mutuo. La legge di Bilancio 2022 ha esteso il limite temporale agli acquirenti della prima casa che, per tutto il 2022, non compiano i 36 anni di età. Pertanto se l’acquisto della prima casa avviene a marzo prossimo, ma l’età dei 36 anni dovesse essere compiuta prima della fine del 2022, l’agevolazione non spetta. Al contrario, se l’acquisto è fatto nel 2022 e il compimento dei 36 anni dovesse avvenire nel 2023, l’agevolazione compete.

Bonus prima casa giovani under 36: quali tasse e imposte sono da pagare?

Con il bonus prima casa sono quasi del tutto azzerate le tasse e le imposte sulla compravendita dell’immobile. È necessario considerare se chi vende la casa non applica l’Iva, come succede nelle compravendite tra soggetti privati, oppure applica l’Iva se si tratta dell’impresa costruttrice. Nel primo caso le tasse e le imposte sono del tutto azzerate. Nel secondo caso, la vendita della casa comporta il pagamento delle tasse ipotecarie e dell’imposta di bollo per un totale di 320 euro. Inoltre, l’applicazione dell’Iva, da pagare al venditore, comporta la maturazione del credito di imposta del giovane under 36 che acquista casa.

Come utilizzare il credito di imposta per l’Iva sulla prima casa dell’acquisto di un under 36?

Rimane invariato il meccanismo del credito di imposta dell’Iva applicata sull’acquisto della prima casa da un under 36. Il credito maturato non è rimborsabile ma si può utilizzare per pagare le imposte catastali, ipotecarie, di successione, di donazione e di registro. Inoltre, il credito di imposta può essere utilizzato in compensazione per l’Irpef sulla dichiarazione dei redditi successiva al giorno di acquisto della casa, anche nel medesimo periodo di imposta. Il credito può essere utilizzato anche per compensare gli importi dovuti come contributi assistenziali e previdenziali, per i premi assicurazione sugli infortuni sul lavoro e malattie professionali e ritenute di acconto.

Acquisto prima casa under 36: quale Isee deve essere considerato?

Per l’acquisto della prima casa degli under 36 alle condizioni agevolate è necessario che l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) della famiglia non superi i 40 mila euro. Per le compravendite del 2022 è necessario utilizzare l’Isee riferito ai redditi e al patrimonio dell’anno 2020. L’indicatore infatti è calcolato sui redditi ottenuti e sul patrimonio posseduto relativo al secondo solare antecedente la presentazione della Dsu (dichiarazione sostitutiva unica).

Acquistare casa con il mutuo o prenderla in affitto, quale conviene?

Quando è più conveniente comprare casa con un mutuo e quando è meglio andare in affitto? Rispondere a questa domanda non è sempre semplice: dipende da vari fattori tra i quali anche la località dove si vuole andare ad abitare. È importante dare un’occhiata ai dati, perché riferiscono di quanto siano cresciuti i tassi di interessi sui mutui e le spese di affitto. E, naturalmente, molto dipende dai risparmi messi da parte per investire nella casa.

Di quanto è cresciuta la percentuale di acquisto di case nel corso del 2021?

Il mercato immobiliare e dei mutui è studiato periodicamente dall’Osservatorio dell’Agenzia delle entrate. Seguendo gli ultimi dati a disposizione, nel secondo trimestre del 2021 gli acquisti di case nel residenziali si sono innalzati del 73,4% rispetto al 2020. Anche su base stagionale, l’aumento è stato del 26,1% rispetto allo stesso trimestre del 2019. Ma sono cresciuti anche gli affitti in numero assoluto che, in precedenza, avevano subito dei rallentamenti.

Confronto tra canone mensile di affitto e rata del mutuo: come stanno le cose nel 2021?

Ad oggi, tuttavia, la preferenza è per l’acquisto della casa. Ciò soprattutto se si considerano i dati di acquisto con gli affitti dei piccoli centri urbani. Nonostante il calo registrato negli ultimi mesi del canone di affitto, la preferenza degli italiani rimane quella di arrivare a comprare la casa. Il confronto che si può fare è tra il canone mensile di affitto e la rata mensile del mutuo. E, quest’ultima, continua a beneficiare di tassi di interesse che si mantengono ancora bassi, con il tasso fisso intorno all’1% medio. Quello variabile è ben al di sotto di quello fisso.

Quali sono le variabili dell’acquisto di una casa rispetto all’affitto?

Non sempre è possibile arrivare alla scelta se comprare casa con un mutuo oppure prenderla in affitto. Innanzitutto è necessario avere una quota di risparmi per la casa e una fonte di reddito sicura. Per chi non avesse questi due fattori dalla propria parte, l’alternativa reale è l’affitto. Nel mercato immobiliare del 2021 buona parte degli acquisti sono stati incentivati, peraltro, dalla prima casa per i giovani under 36.

Acquisto agevolato della prima casa per gli under 36 fino al 30 giugno 2022

La possibilità di risparmiare su tasse e imposte fino al 30 giugno 2022 si accompagna all’incremento della garanzia statale sui mutui, che può arrivare fino all’80% rispetto al rapporto tra la copertura del mutuo e il valore della casa stessa. Inoltre, le agevolazioni si traducono nel mercato immobiliare nella possibilità di ottenere mutui che coprano fino al 100% del valore della casa. Tuttavia, anche in questo caso è necessario avere da parte dei risparmi affinché la richiesta alla banca del finanziamento risulti “mutuabile”.

Quando è più conveniente acquistare casa con il mutuo?

L’acquisto di una casa con il mutuo rappresenta una formula nella quale la spesa in parte viene consumata (gli interessi sul mutuo) e in parte investita (la quota capitale dell’investimento). L’affitto, invece, rappresenta una spesa destinata al solo consumo. In questo senso, l’acquisto di una casa con il mutuo risulta più vantaggioso rispetto all’affitto. Le spese da sostenere per la casa (come quelle per la manutenzione) spesso sono detraibili per determinate quote. Le imposte, invece, sono in parte esenti quando si parla di prima casa, purché non si tratti di immobile di pregio.

Quando è più conveniente affittare una casa rispetto al mutuo per l’acquisto?

Non tutte le situazioni, ovviamente, sono uguali e delle volte la scelta dell’affitto di una abitazione può prevalere su quella dell’acquisto con mutuo. In tal senso, è utile fare il confronto non riferito al singolo mese ma per un periodo di tempo più lungo. Succede così quando non si ha una situazione lavorativa stabile. Oppure quando non si è sicuri di volersi stabilire in un posto per tanto tempo o definitivamente.

Quando il mutuo è troppo costoso per una famiglia e si ricorre all’affitto

Risulta importante anche la situazione finanziaria di una famiglia. In varie condizioni, infatti, la rata del mutuo potrebbe risultare troppo onerosa rispetto ai redditi del nucleo. Ciò può avvenire anche perché eventualmente la famiglia sta onorando delle spese che non erano previste. In linea generale, la rata del mutuo non dovrebbe superare la spesa di un terzo di quanto entra nella famiglia sotto forma di redditi.

Rata del mutuo per l’acquisto di una casa,  redditi e risparmi della famiglia

In linea generale risparmi e redditi familiari fanno spesso la differenza nella scelta di ricorrere a un mutuo per acquistare la casa. In queste situazioni, la domanda da porsi è: quanta parte dei redditi e dei risparmi devono essere impiegati per pagare la rata del mutuo? Nel caso in cui la rata del mutuo dovesse risultare molto più alta rispetto al canone di affitto ed assorbire buona parte del reddito e dei risparmi, come conseguenza si potrebbe avere un disallineamento della capacità di risparmio della famiglia. In questo caso, e nei casi in cui per l’acquisto della casa si impieghino tutti o buona parte dei risparmi accumulati, il patrimonio della famiglia si concentrerebbe su un solo asset, senza possibilità di diversificazione.

Cosa confrontare davvero nella scelta tra mutuo per acquistare la casa e canone di affitto?

Risulta necessario, in definitiva, fare il confronto tra acquisto della casa tramite mutuo e canone di affitto mediante le variabili patrimoniali e le spese mensili. Tra le variabili patrimoniali è necessario fare un confronto di alcuni valori:

  • il prezzo di acquisto dell’abitazione;
  • il valore del mutuo;
  • le altre spese che devono essere fatte inizialmente, come imposte, rogito, perizia e provvigioni.

Quale consiglio si può dare per la scelta della locazione di una casa?

In merito alle variabili patrimoniali, nel caso dell’affitto è necessario fare un confronto tra la rata mensile di locazione e quella del mutuo. Non si avrà alcun aiuto da una banca nel caso dell’affitto e dunque si può pensare di fare un investimento. Ovvero, nel caso in cui il canone di affitto risulti inferiore alla rata del mutuo, si può pensare a forme di investimento sulla differenza.

Il confronto delle spese mensili tra mutuo e canone di affitto

Un confronto nella scelta tra mutuo per l’acquisto di una casa e canone di affitto si può fare dalla svalutazione o rivalutazione dell’abitazione una volta che si è finiti di pagare il mutuo e la perdita o il rendimento atteso se si sceglie l’affitto. Da tutti gli importi vanno sottratte le spese mensili che si devono sostenere sia nei casi di acquisto della casa (manutenzione straordinaria e imposte, anche se per le prime case c’è l’esenzione) che nel caso di affitto.

Mutui, come scegliere i migliori in base a reddito e tassi

La scelta del miglior mutuo in base alle proprie esigenze non è quasi mai un’operazione agevole. Nella scelta concorrono diversi fattori, tra i quali il reddito del richiedente il mutuo, i tassi di interesse e l’andamento del mercato. Inoltre, la scelta deve essere fatta valutando non solo le esigenze al momento dell’acquisto di una casa, ma anche gli equilibri e le situazioni in cui ci si può ritrovare durante tutto il periodo di pagamento delle rate del mutuo stesso. Ecco come dare delle risposte e quali parametri di mutuo e di reddito prendere in considerazione, includendo anche le opportunità di acquisto della prima casa per i giovani under 36.

Mutui per acquistare la casa, meglio il tasso fisso o il tasso variabile?

Nella scelta del miglior mutuo è necessario compiere passaggi importanti per non sbagliarsi tra le tante opportunità del mercato dei finanziamenti. In primo luogo, è necessario avere le idee chiare su un mutuo a tasso fisso o a tasso variabile. In questo caso, la scelta può dipendere dal reddito che si ha a disposizione. Infatti, se il reddito è elevato è meglio scegliere un mutuo a tasso variabile.

Quale mutuo scegliere se il reddito non è elevato?

Per redditi non elevati, invece, l’opzione giusta è quella del tasso fisso. La regola generale da seguire è quella secondo la quale se il rapporto tra la rata mensile del mutuo e il reddito percepito ogni mese supera il 30%, la scelta migliore ricade su un mutuo a tasso fisso.

Perché informarsi sui mutui e sui tassi?

L’informazione sull’andamento dei tassi di interesse è importante anche successivamente alla stipulazione dei mutui. Infatti, per i mutui a tasso variabile è possibile che, nel tempo, le oscillazioni possano far segnare differenze importanti. In tal caso, ci si potrebbe ritrovare a pagare tassi di interesse e, dunque mutui, costosi, molto di più di quanto preventivato in fase di stipula.

Consulenze professionali per stipula di un mutuo e per le rate da pagare successivamente

Pertanto, nella scelta dei mutui, ma anche nei periodi successivi, è importante rimanere informati e farsi consigliare da dei professionisti dei finanziamenti. La consulenze potrebbe risultare utile non solo nella scelta del mutuo, ma anche per tutti gli anni necessari all’estinzione del mutuo stesso.

Assicurare un mutuo per la perdita del lavoro o per l’invalidità permanente

Particolare importanza nell’andamento odierno del mercato dei mutui assumono le polizze assicurative a sostegno dei finanziamenti. Si tratta di strumenti offerti dalle assicurazione che intervengono per il sostegno del reddito, ma anche per situazioni che dovessero verificarsi nel periodo di pagamento delle rate. Interventi a copertura del mutuo, in tal senso, sono da valutare per i casi di perdita del lavoro, oppure di problematiche non prevedibili al momento dell’accensione di un mutuo, come ad esempio l’invalidità permanente.

Bonus prima casa giovani under 36 anni: quali sono le condizioni per accedere al mutuo agevolato?

Buone opportunità di mutui fino a giugno del 2022 sono riservate ai giovani fino a 36 anni di età. Il bonus sui mutui per l’acquisto della prima casa garantisce, infatti, gli under 36 con un Isee familiare entro i 40 mila euro, fino all’80% dell’importo del mutuo per l’acquisto della casa principale. Inoltre, il risparmio è quantificabile anche per le spese connesse all’acquisto dell’immobile.

Mutui agevolati giovani per acquisto prima casa: i tassi fissi e variabili

Con il bonus sulla prima casa per i giovani, vengono inoltre azzerate le imposte ipotecarie, di registro e sul mutuo. Il tasso fisso viene calmierato al massimo dell’1,8%, e al 2,2% per quello variabile. L’importo richiedibile massimo per ottenere l’agevolazione è pari a 250 mila euro e devono essere incluse le eventuali spese di miglioramento energetico o di ristrutturazione dell’immobile.

Bonus prima casa under 36, come considerare l’Isee e l’età?

Sono due i fattori determinanti per il bonus prima casa agli under 36: l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) e l’età del richiedente il beneficio. Il bonus è riconosciuto ai giovani che non hanno ancora compiuto i 36 anni di età e che abbiano un Isee della famiglia di origine non superiore a 40 mila euro. L’acquisto della casa deve avvenire entro il 30 giugno 2022.

Quali sono i benefici del bonus casa per gli under 36?

Secondo quanto disciplina l’articolo 64 del decreto legge numero 73 del 2021, oggetto di beneficio del bonus è la compravendita della prima casa e il mutuo necessario per l’acquisto stesso. Acquisto e mutuo sono esenti da imposizione se la compravendita sia avvenuta o avverrà tra il 26 maggio 2021 e il 30 giugno 2022.

Quali sono i tributi eliminati dal bonus casa?

Per l’acquisto della prima casa, purché non imponibile di Iva, il bonus azzera le imposte ipotecarie, catastali e di registro. I tributi rimanenti da pagare sono l’imposta di bollo, i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie. Il totale dei contributi è stimato in circa 320 euro.

Credito di imposta maturata sull’Iva per l’acquisto della prima casa

Sull’Iva pagata al venditore matura il credito di imposta che deve essere utilizzato:

  • per il pagamento delle imposte ipotecarie, catastali, di successione e donazione e di registro;
  • si può pagare l’Irpef dovuta sulla base delle dichiarazioni dei redditi successive all’acquisto della casa;
  • si può usare il credito di imposta in compensazione sulle somme dovute a titolo di ritenuta d’acconto o di contributi previdenziali o assistenziali;
  • la compensazione può essere fatta valere anche sui premi per l’assicurazione contro le malattie professionali o infortuni sul lavoro.

Bonus prima casa e mutui: l’imposta sostitutiva

Chi beneficia del bonus sulla prima casa ottiene l’azzeramento dell’imposta sostitutiva. L’aliquota applicata è dello 0,25%. Risulta azzerata anche l’imposta di registro, quella ipotecaria e, infine, quella di bollo.

Bonus casa ai giovani: il requisito dell’età

Il requisito dell’età individuato dalla norma per ottenere il beneficio del bonus casa consiste nel “non aver ancora compiuto 36 anni di età nell’anno in cui sia stato rogitato l’atto”. Dall’interpretazione della norma, sembrerebbe che il bonus spetti al soggetto che non abbia ancora compiuto i 36 anni di età nel giorno del contratto. Tuttavia, alcune interpretazioni, come quella della Direzione regionale della Lombardia dell’Agenzia delle entrate, porterebbe a ritenere che i giovani che stipulano il contratto nel 2021 debbano compiere i 36 anni dal 2022 in avanti. E chi stipula il contratto nel 2022 debba compiere l’età a partire dal 2023.

Chi non rientra nel bonus prima casa per i 36 anni compiuti?

In questo modo, il richiedente del bonus che compia i 36 anni a dicembre 2021 e  che a novembre 2021 stipuli il contratto della prima casa non potrebbe ottenere l’agevolazione. La otterrebbe, invece, chi fa la stipulazione per la prima casa a dicembre 2021 e compia i 36 anni a partire da gennaio 2022. Sembrerebbe in definitiva che, in base alle disposizioni dell’Agenzia delle entrate, non abbiano diritto al bonus sulla prima casa i giovani che compiano i 36 anni nell’anno del rogito. L’indicazione per i nati del 1986 è quella, dunque, di andare al rogito entro il 31 dicembre 2021.

Requisito Isee per acquisto prima casa under 36

In merito ai redditi, la norma sul bonus della prima casa prescrive che l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superi i 40 mila euro. L’Isee, tuttavia, va calcolata non per il singolo richiedente, ma per tutto il nucleo della famiglia anagrafica. Pertanto, nel massimo dei 40 mila euro rientrano i redditi di tutte le persone che coabitano ed hanno la stessa residenza. Le persone devono essere legate dal vincolo del matrimonio o di parentela. Sono compresi, altresì, i vincoli di affinità, tutela, adozione o affettivi. Inoltre, vanno contati nel nucleo familiare tutti i soggetti a carico fiscalmente, anche se non convivono nella stessa abitazione.

Come si calcola l’Isee per la richiesta del bonus under 36 prima casa?

Il calcolo dell’Isee per la richiesta del bonus sulla prima casa degli under 36 deve prendere in considerazione i redditi e le giacenze patrimoniali del secondo anno che precede la domanda stessa. Pertanto, l’Isee 2022 verrà calcolato sui redditi e sulle giacenze medie dell’anno 2020. Analogamente, i saldi patrimoniali sono quelli riferiti al 31 dicembre 2020. Tuttavia, l’eccezione vige sui componenti del nucleo familiare. Infatti, vanno considerati solo i componenti effettivi al momento della domanda, e non quelli risalenti al secondo anno precedente l’istanza stessa.

Come considerare i figli che non lavorano ai fini Isee prima casa under 36?

Aspetto da non trascurare è quello di come considerare i figli, richiedenti il bonus prima casa, ai fini Isee. Uno studente o una studentessa che non lavorano e che quindi non producono reddito, sono da considerare necessariamente appartenenti al nucleo familiare. In questi casi, se la famiglia ha un Isee elevato, superiore ai 40 mila euro, non potranno accedere al bonus della prima casa. Essendo non produttori di reddito proprio e avendo un’età inferiore ai 26 anni, i figli vanno considerati a carico anche con diversa residenza anagrafica.

Isee per richiesta bonus prima casa: come considerare gli studenti che producono reddito?

Diverso è il caso di figli che abbiano un proprio reddito nella richiesta del bonus per la prima casa. Lo studente che non sia a carico dei genitori perché ha un reddito che supera i 4 mila euro (fino a 24 anni di età) o i 2.84,51 euro (sopra i 24 anni), potrebbe sperare di ottenere il bonus se risulta non residente all’indirizzo del nucleo familiare. In questi casi, studenti che condividano un appartamento per dividere le spese (e che non abbiano legami con i coinquilini), possono spostare la residenza nell’abitazione dove vivono. Infatti, lo studente farebbe nucleo familiare a sé nel calcolo dell’Isee.

Coppie conviventi nel calcolo Isee per acquisto prima casa con bonus under 36

Per casi di Isee familiare alto, sopra i 40 mila euro, che non farebbe beneficiare del bonus sulla prima casa è importante verificare le possibilità che concede la norma. Ad esempio, le coppie conviventi che mantengono la residenza presso l’abitazione della famiglia di origine, potrebbero spostare la residenza in modo da formare un nucleo familiare. L’operazione deve essere effettuata prima di richiedere l’indicatore Isee occorrente per accedere al beneficio della prima casa.

Mutuo under 36 prima casa, come si calcola l’Isee in base alla residenza con o senza i genitori?

I giovani che non hanno compiuto i 36 anni di età godono di convenienti agevolazioni per acquistare la prima casa. La condizione per beneficiare dei mutui agevolati è quella di avere un Indicatore della Situazione Economica Equivalente inferiore ai 40 mila euro. Proprio l’Isee può rappresentare un ostacolo per poter beneficiare della cancellazione delle tasse dovute sull’atto di acquisto della casa nel caso in cui la famiglia del giovane richiedente abbia un reddito Isee superiore ai 40 mila euro. Diventa importante allora considerare come si calcola l’Isee e quali sono le regole da seguire.

Mutui prima casa under 36, quali sono le agevolazioni previste?

Il tetto dei 40 mila euro di reddito Isee effettivamente può rappresentare un limite nella richiesta delle agevolazioni sulla prima casa. Secondo quanto prevede l’articolo 64 del decreto legge numero 73 del 2021, poi convertito nella legge numero 106 del 2021, le agevolazioni riguardano gli atti stipulati per l’acquisto della prima casa entro il 30 giugno 2022. Oltre alla quota di garanzia del 50% del mutuo contratto a carico del Fondo di garanzia della prima casa in caso di insolvenza, tra i benefici rientrano:

  • l’esenzione del pagamento dell’imposta di registro;
  • il non pagamento delle imposte ipotecarie e catastali;
  • il credito di imposta pari all’importo dell’Iva corrisposta, qualora dovuta;
  • l’esenzione dell’imposta sostitutiva dello 0,25% dell’ammontare complessiva in relazione all’atto del finanziamento (o mutuo).

Qual è l’Isee da calcolare per le agevolazioni sulla prima casa dei giovani?

Per beneficiare dei vantaggi sulla prima casa dei giovani che non hanno ancora compiuto i 36 anni di età, l’Isee da considerare è quello determinato dal regolamento ex Decreto presidente del Consiglio dei ministri numero 159 del 2013. Il calcolo Isee, pertanto, deve essere riferito al nucleo familiare di appartenenza del richiedente con un importo non superiore ai 40 mila euro.

Tre casi di come considerare l’Isee per la richiesta del mutuo giovani

Nel calcolo Isee, tuttavia, è opportuno fare ulteriori distinzioni in merito alla residenza del richiedente e al fatto che possa avere un proprio indicatore. Ricordando che è opportuno dichiarare la residenza dove si risiede effettivamente e stabilmente, è possibile distinguere tre casi:

  • il primo è costituito dai figli fino a 26 anni di età;
  • il secondo riguarda i figli oltre i 26 anni;
  • il terzo riguarda figli che vivono con i genitori ma hanno un nucleo familiare proprio.

Mutuo agevolato, Isee di richiedenti fino a 26 anni

Rientrano nel primo caso i figli che non abbiano un proprio nucleo familiare e con un’età fino ai 26 anni. In questa situazione i redditi dei figli vanno a cumularsi con gli altri redditi dei componenti il nucleo familiare. Il cumulo avviene anche se, di fatto, il figlio che voglia richiedere il mutuo non vive o non risiede nella stessa casa dei genitori. Pertanto, il limite di Isee cumulato da considerare è quello dei 40 mila euro, condizione che effettivamente, in questo caso, potrebbe limitare la possibilità di accedere alle agevolazioni sulla prima casa.

Richiesta benefici prima casa per figli oltre i 26 anni di età con Isee proprio

Il secondo caso riguarda il figlio che voglia richiedere il mutuo agevolato per la prima casa e che abbia un’età superiore ai 26 anni (e non superiore ai 35 anni). È necessario considerare, rispetto al caso precedente, la situazione nella quale il figlio abbia una residenza per proprio conto e un Isee indipendente da quello dei genitori. In questa stessa situazione, il richiedente potrebbe anche spostare la propria residenza (se è la stessa dei genitori) e fare un nuovo Isee, dichiarando i propri redditi e i propri risparmi. Se il nuovo Isee ammonterà a meno di 40 mila euro, il giovane potrà presentare domanda per il mutuo agevolato degli under 36.

Prima casa under 36: figlio che vive insieme ai genitori e al coniuge

Non si cumula con i redditi dei genitori, e dunque il tetto Isee potrebbe non essere sforato, anche il figlio che viva insieme ai genitori ma anche con il coniuge. In questa situazione, il figlio ha comunque un  nucleo familiare proprio e, pertanto, un valore Isee differente da quello dei genitori e dal resto del nucleo familiare di provenienza.

Rapporto tra mutuo e valore della casa nella richiesta di agevolazioni

Ulteriori chiarimenti in merito alla richiesta delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa dei giovani risiedono sull’importo del mutuo. Infatti, il limite dei 40 mila euro dell’Isee vale solo se si voglia richiedere un mutuo il cui rapporto con il valore della casa superi l’80%.

Mutui per i giovani, quando va presentato l’Isee corrente?

Infine, se la famiglia del giovane che voglia richiedere il mutuo agevolato per l’acquisto della casa ha un valore Isee già disponibile, ma successivamente sono intervenuti cambiamenti significativi (come la perdita del lavoro di un componente) che vanno a produrre modifiche decisive nelle entrate del nucleo stesso, è possibile fare richiesta dell’Isee corrente. In questo modo, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente fotograferà la nuova ed effettiva situazione dei redditi della famiglia.

A Biella un bando di concorso che favorisce l’occupazione

E’ stato pubblicato un bando dalla CCIAA di Biella con lo scopo di sostenere l’occupazione e migliorare al contempo il livello qualitativo e quantitativo delle imprese del territorio biellese.

Il contributo è accessibile da tutte le imprese che abbiano fino a 20 addetti e che alla data di presentazione della domanda:

  • abbiano sede e/o unità locale nella provincia di Biella;
  • siano iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Biella;
  • siano attive e in regola con il pagamento del diritto annuale;
  • siano in regola con il versamento degli oneri contributivi previdenziali, assicurativi e fiscali previsti per legge per il proprio personale assunto;
  • che non abbiano disposto licenziamenti o avviato procedure di C.I.G.S. che abbiano interessato lavoratori con la stessa qualifica e mansione nel semestre immediatamente precedente la data di apertura del Bando.
  • i soggetti per i quali si richiede il beneficio non devono essere: coniuge, fratello/sorella, parenti o affini in linea diretta discendente o ascendente fino al secondo grado del titolare, dei soci o degli amministratori dell’impresa.

I destinatari devono essere, in ogni caso, persone che non abbiano compiuto 36 anni alla data di assunzione e che operino nel territorio della provincia di Biella.

Il Bando si rivolge alle seguenti azioni, intraprese nel periodo compreso tra il 1° settembre 2012 ed entro il 31 dicembre 2012:

  • Sostegno all’assunzione di personale già presente in azienda: trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato; assunzione con contratto a tempo indeterminato di lavoratori con contratto interinale/di somministrazione/co.co.pro, altri contratti di lavoro atipico, lavoratori in stage o tirocinio, già presenti in azienda.

Le trasformazioni di contratto di lavoro o le assunzioni dovranno essere effettuate a partire dal 1° settembre 2012 ed entro il 31 dicembre 2012.

  • Sostegno all’assunzione di personale inserito ex novo in azienda: assunzione con contratto a tempo indeterminato contenente “patto di prova” della durata massima di 6 mesi.

L’assegnazione del contributo avverrà a condizione che si verifichi il superamento positivo del periodo di prova. Le assunzioni dovranno essere effettuate a partire dal 1° settembre 2012 ed entro il 31 dicembre 2012.

Il contributo per ogni singola azione realizzata è riconosciuto nelle seguenti misure:

  • Sostegno all’assunzione di personale già presente in azienda: trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato (tempo pieno): euro 2.000; assunzione con contratto a tempo indeterminato di lavoratori con contratto interinale/di somministarzione/co.co.pro, altri contratti di lavoro atipico, lavoratori in stage o tirocinio, già presenti in azienda (tempo pieno): euro 2.000.
  • Sostegno all’assunzione di personale inserito ex novo in azienda: assunzione con contratto a tempo indeterminato contenente “patto di prova” della durata massima di 6 mesi (tempo pieno): euro 2.000.

Ciascuna impresa potrà beneficiare di un solo contributo, scelto all’interno delle linee d’azione sopra descritte.

Le domande dovranno essere inviate, dal 10 settembre 2012 al 10 gennaio 2013, a mano, mediante consegna all’ufficio Promozione della Camera di Commercio di Biella, via Aldo Moro, 15 – 13900 Biella; per posta, con raccomandata A/R (farà fede il timbro postale), al seguente indirizzo:
Camera di Commercio di
Biella, via Aldo Moro, 15
13900 – Biella
indicando nella busta “Domanda di contributo per bando occupazione”; tramite posta elettronica certificata (PEC) in formato pdf firmato digitalmente all’indirizzo PEC cciaa@bi.legalmail.camcom.it.

Vera MORETTI