‘Sbloccacrediti’ per le micro e piccole imprese lombarde

di Alessia CASIRAGHI

Un ulteriore stanziamento di 5 milioni di euro per il fondo rotativo regionale “Sbloccacrediti“, lanciato un anno fa per aiutare le micro e le piccole imprese lombarde che vantano crediti scaduti verso i Comuni lombardi.

Unioncamere Lombardia, Unicredit e Anci Lombardia rilanciano e arricchiscono il contributo regionale per le PMI che non sono in condizione di onorare gli impegni contrattuali per i vincoli posti dal patto di Stabilità.

Il fondo stanziato raggiunge così la quota di 15 milioni di euro. La novità riguarda anche il massimale dei crediti smobilizzabili, che passano da 15 mila euro fino ad un massimo di 50 mila euro.

Grazie a “Sbloccacrediti” le imprese lombarde potranno richiedere agli istituti di credito, senza alcun costo, né per spese bancarie né per interessi, un anticipo sui crediti scaduti nei confronti dei Comuni se, a causa dei vincoli posti dal patto di Stabilità, hanno difficoltà a rispettare le scadenze dei pagamenti ai fornitori di beni e servizi.

Per aderire all’iniziativa e fare richiesta del credito le PMI dovranno rivolgersi a una delle agenzie di UniCredit in Lombardia, presentando la domanda di accesso al fondo. La Banca attiverà in seguito i contatti con il comune debitore per svolgere tutti gli adempimenti necessari, senza alcun costo per l’impresa e senza alcun obbligo per i titolari dell’impresa di diventare correntisti della Banca.

Per ulteriori informazioni potete visistare il sito di UnionCamere Lombardia o www.co.camcom.it.

Imprese familiari, scudo dell’occupazione

La cosa più importante? La famiglia. No, non è un refrain in stile “Il Padrino“, ma è un dato di fatto che si riscontra nel mondo dell’impresa italiana, piccola e media. Anche nelle difficoltà economiche dell’ultimo triennio, infatti, le imprese familiari hanno dato il contributo più significativo all’occupazione, come rileva la terza edizione dell’Osservatorio AUB su tutte le aziende familiari italiane di medie e grandi dimensioni. L’Osservatorio è stato realizzato da Guido Corbetta, Alessandro Minichilli e Fabio Quarato della Cattedra AIdAF-Alberto Falck di Strategia delle aziende familiari della Bocconi in collaborazione con AIdAF (Associazione italiana delle aziende familiari), gruppo UniCredit e Camera di Commercio di Milano.

L’Osservatorio analizza le aziende italiane con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro (che sono 6.816) e si sofferma sulle caratteristiche e le performance di quelle a controllo familiare (3.893, il 57,1% delle medio-grandi imprese italiane, ridotte 2.423 dopo l’eliminazione delle sovrapposizioni dovute agli intrecci proprietari).

Nel periodo 2007-2009 le imprese familiari hanno accresciuto il numero di dipendenti del 12,1%, rispetto ai risultati più modesti di cooperative e consorzi (+3%) e coalizioni (+2%) e a quelli negativi di filiali di multinazionali (-4,2%), aziende statali (-10%) e controllate dal private equity (-14,3%).

Anche se il numero di imprese familiari di medio-grandi dimensioni si è ridotto, nell’ultimo anno, di 328 unità, le aziende familiari si sono dimostrate più resistenti di altre a operazioni straordinarie (solo 200 aziende ne sono state coinvolte) e solo nel 58,5% dei casi si trattava di operazioni di M&A (81% per le multinazionali, 75% per quelle a controllo statale; 68% sia per le coalizioni che per cooperative e consorzi).

Lazio, Puglia, Sicilia e Trentino Alto Adige, in controtendenza rispetto al dato complessivo, hanno visto aumentare il numero delle aziende familiari; le flessioni maggiori si sono riscontrate in Toscana, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Abruzzo. Le regioni con le performance reddituali migliori sono Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania.

Le aziende familiari sono tra quelle che hanno accusato di più la crisi, ma che sembrano aver risposto meglio ai primi segnali di ripresa. Nel 2010 hanno registrato una crescita del 7%. Anche la redditività è tornata a crescere nel 2010, attestandosi però ancora a livelli inferiori a quelli pre-crisi: il ROI è cresciuto dal 6% al 7,2%, ma nel 2007 era al 9,8%, mentre il ROE è cresciuto dal 4,3% al 6,7%, ma nel 2007 era al 10,7%.

Resta critico l’indebitamento, con oltre la metà delle imprese che denuncia un rapporto tra posizione finanziaria netta ed Ebitda superiore alla soglia d’allarme di 4, e una media che si attesta ben al di sopra (6,4). Il dato è però controbilanciato da due novità positive: l’incremento delle aziende con disponibilità liquide in eccedenza rispetto ai debiti finanziari (dal 16,3% del 2008 al 19,4% del 2010) e la riduzione delle aziende con Ebitda negativo (solo il 4,1%).

La sfida che le imprese familiari dovranno affrontare nei prossimi anni – sottolinea Guido Corbetta, titolare della Cattedra AIdAF-Alberto Falck di Strategia delle aziende familiari – è quella della complessità. Le imprese familiari tendono a mantenere strutture proprietarie e gestionali piuttosto semplici, forti dei buoni risultati che queste conseguono. Quando la strategia si fa più complessa, anche la struttura deve diventare più complessa rendendo necessari innesti manageriali dall’esterno, che tuttavia occorre imparare a saper gestire con equilibrio“.

Bot e Btp, l’Italia si offre ai risparmiatori

Saranno due i giorni dedicati all’acquisto di titoli di Stato, e precisamente il 28 novembre sarà dedicato ai titoli italiani sul mercato secondario mentre il 12 dicembre toccherà ai Bot messi all’asta dal Tesoro.

La novità, oltre ad un doppio Btp day, è che le banche rinunceranno per un giorno alle commissioni nei confronti dei risparmiatori che acquisteranno titoli di Stato. Ad aderire a questa iniziativa, lanciata da Giuliano Melani, responsabile di una società di leasing, con lo slogan Ricompriamoci il nostro debito pubblico, sono i maggiori gruppi bancari del Paese: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, il gruppo Ubi Banca, Bnl e Banca Sella.

Poi è intervenuta l’Abi, che ha indicato le date ufficiali, raddoppiate, “per dare un chiaro segnale d’impegno anche da parte del settore bancario al difficile momento che il Paese sta attraversando“.
L’iniziativa definita nei dettagli dall’Abi consentirà di risparmiare sulle spese legate all’acquisto dei titoli di Stato: le commissioni di sottoscrizione o di negoziazione per la realizzazione dell’investimento e quelle di eseguito o ineseguito se l’ordine va o meno a buon fine.
Nel caso dell’asta di Bot a un anno del 12 dicembre si tratta della misura massima applicabile stabilita dalla legge: 0,30 euro ogni 100 euro di capitale sottoscritto.

In concreto, secondo una simulazione dell’Unicredit, se si acquistano 2 mila euro di Btp a scadenza 01/09/2021, attualmente al valore di circa 86,50, il risparmio lunedì sarà di 15,65 euro. Se l’ordine non fosse eseguito, nel caso in cui il limite di prezzo chiesto dal cliente non incrociasse quello di mercato, risparmierà i 5 euro di ineseguito per le operazioni disposte allo sportello. Estendendo il calcolo a un ammontare superiore, ad esempio 20 mila euro, si eviterà di pagare circa 105 euro di commissioni.

Se, da un lato, comprare titoli di Stato non comporterà il pagamento di commissioni, possederli, però, prevederà ovviamente un costo. Chi non possiede già Bot o Btp deve aprire un deposito titoli presso la propria banca: il costo annuale per i diritti di custodia è di circa 20 euro, cui si deve aggiungere l’imposta di bollo sulle comunicazioni periodiche che fino ai 50 mila euro è di 34,20 euro. Quindi un deposito titoli di Stato sotto i 50 mila euro costa all’anno un po’ più di 50 euro.

I cittadini che hanno intenzione di investire piccole cifre devono considerare anche questo aspetto.

Vera Moretti

Le imprese italiane emigrano in Ticino e Romania

Tre o quattro buoni motivi per investire in Romania? Il livello della tassazione ora al 16%, il nuovo codice del lavoro, le condizioni attuali del mercato rumeno. La visita di Stato del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è un’occasione preziosa per fare il punto sulle opportunità che offre il Paese e l’area dei Balcani nel suo complesso.

Sottolinea Luca Serena, presidente di Confindustria Romania e vicepresidente vicario di Confindustria Balcani “Al momento le aziende italiane registrate in Romania sono circa 30mila. Una presenza che non ha eguali nel mondo.Le aziende italiane contribuiscono per il 5% al pil rumeno, con un interscambio pari a 7,6 miliardi“. Il punto è rendere ancor più attrattivo il paese, “la competitività è il frutto di una serie di fattori che devono interagire“.
La crisi che si è abbattuta sull’economia rumena nel 2008 sembra archiviata in fretta, come mostra l’incremento dell’1,7% registrato nel primo trimestre del 2011.

Mentre nel Belpaese l‘iva sale al 21%, non vi è dubbio che aver ridotto dal 40% al 16% la tassazione sugli utili delle imprese in Romania è un elemento di notevole appeal. Il taglio delle tasse, in presenza di una manovra di contenimento del deficit da lacrime e sangue, è stato finanziato con l’emersione del lavoro nero e l’attrazione di ulteriori investimenti esteri, Il tutto all’insegna della massima flessibilità. Quanto alle prospettive di mercato, quello rumeno è un grande mercato di assorbimento.

L’Enel è il primo operatore energetico del paese, con un investimento di oltre un miliardo di euro“, rimarca Serena.
Occorre poi mettere nel conto i 9 miliardi dei fondi strutturali europei da spendere nei prossimi tre anni. Nell’intera area balcanica l’Italia è esposta per 10miliardi di euro“. Solo in Romania Confindustria rappresenta ormai circa 700 aziende associate, tra cui Enel, Eni, Intesa San Paolo e Unicredit tra le altre.

Marco Poggi

Turismo, in arrivo quasi 4 miliardi di finanziamenti

Tre miliardi e 615 milioni di euro a disposizione delle imprese del turismo per sostenerle e promuovere la competitività del settore. Si tratta dello stanziamento previsto dal progetto Italia&Turismo, realizzato dal ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, e presentato nei giorni scorsi a Palazzo Chigi con i rappresentanti di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Gruppo Banco Popolare, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Sondrio, Monte dei Paschi di Siena, Banca Nazionale del Lavoro e Banco Popolare dell’Emilia Romagna. Il finanziamento è destinato alle imprese turistiche così come definite dalla Riforma del turismo da poco diventata legge, quindi non solo le strutture ricettive, le agenzie di viaggio, i tour operator, ma anche le imprese della ristorazione, gli stabilimenti balneari, e ogni altro tipo di soggetto economico attivo nel settore.

Gli oltre 20mila sportelli degli otto istituti di credito firmatari, insieme ai consorzi di garanzia fidi delle associazioni di categoria appartenenti a Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, saranno a disposizione delle imprese turistiche per supportarle nelle operazione di investimento e consolidamento. Bernabò Bocca, presidente di Confturismo, ha sottolineato che “stiamo facendo del nostro meglio, il turismo e la cultura sono quello che il Paese ha. Il futuro di un Paese va basato sulle carte importanti che si hanno nel mazzo, queste solo le carte più alte“.

5 miliardi da Unicredit per le imprese lombarde


Buone notizie per le 53mila imprese associate a Asconfidi Lombardia che potranno avere accesso ad un plafond di 5 miliardi di euro messo a disposizione dal gruppo bancario Unicredit. Si tratta di una nuova iniziativa a supporto della produzione locale, un incentivo importante per le piccole imprese del territorio lombardo.

Grazie agli aiuto sarà possibile adottare specifiche soluzioni finalizzate a favorire il ritorno alle assunzioni, incentivare la ripresa del ciclo produttivo e lo start up delle imprese e a stimolare gli investimenti in ricerca e innovazione. L’operatività di Asconfidi Lombardia (la cui attività ha preso avvio dall’inizio del 2011) a regime svilupperà 4.500 operazioni di finanziamento con gli istituiti di credito convenzionati.

Monica Cellerino, responsabile di Territorio per la Lombardia di UniCredit spiega: “L’accordo siglato con Asconfidi Lombardia è finalizzato a sostenere le piccole e medie imprese in tutte le fasi del ciclo economico e aziendale, sia mettendo a disposizione dell’imprenditoria maggiore liquidità, necessaria in una fase di calo della domanda, sia grazie a soluzioni che vanno ad affrontare alcune esigenze specifiche particolarmente sentite dagli imprenditori in questa fase congiunturale dell’economia”.

Carlo Alberto Panigo, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Asconfidi Lombardia dal canto suo commenta: “La crisi ha lasciato il segno, ma confidiamo nella rinnovata partnership con UniCredit per dare una pronta e forte risposta alle esigenze di credito delle aziende da noi rappresentate, la micro piccola e media impresa che è la ricchezza diffusa italiana”.

Da UniCredit, 50 milioni per l’esportazione in Russia

Un fondo di 50 milioni è stato costituito per finanziare e agevolare operazioni di export di attrezzature e beni strumentali verso la Russia.

UniCredit ha sottoscritto un accordo di finanziamento, garantito da Sace, con OJSC VTB-Leasing, società leader nel mercato russo del leasing, per un importo complessivo di 50 milioni.
Il finanziamento, che è diviso in due tranche di 30 e 20 milioni per una durata complessiva di 6 anni, è stato accordato in considerazione dei rilevanti rapporti commerciali esistenti tra OJSC VTB-Leasing e aziende italiane, con l’obiettivo di sostenere nuove forniture italiane di beni strumentali e macchinari acquistati in leasing da controparti russe.

 

Il Talento delle Idee per premiare i giovani imprenditori

UniCredit e i Giovani Imprenditori di Confindustria lanciano la nuova edizione di “Il Talento delle Idee” con la volontà di individuare, premiare e sostenere i giovani imprenditori in grado di produrre idee innovative attraverso la collaborazione tra diversi soggetti economici presenti sul territorio.

Per partecipare occorre rispettare questi criteri:

  • Criterio di partecipazione anagrafico: sono ammesse a partecipare le persone fisiche che abbiano un’età compresa tra i 18 e i 40 anni che detengano, da sole o congiuntamente ad altre persone fisiche, almeno il 51% del capitale di una società ovvero che intendano avviare una nuova impresa entro i confini dell’Italia. Non sono ammessi a partecipare i dipendenti del Gruppo UniCredit, dei Giovani Imprenditori di Confindustria e i Giovani Imprenditori che ricoprono cariche associative territoriali o regionali a livello di presidenza
  • Criterio di partecipazione aziendale: sono ammesse a partecipare società con età aziendale massima pari a 3 anni
  • Criterio di partecipazione settoriale: sono ammesse a partecipare le società operanti nei settori dell’industria e dei servizi
  • Le start up/proposte imprenditoriali vincenti saranno selezionate sulla base di criteri oggettivi in grado di valutare la qualità del progetto imprenditoriale, del team proponente insieme alle potenzialità del mercato di riferimento e alle proiezioni economico-finanziarie. Tale valutazione verrà sintetizzata attraverso l’attribuzione di uno specifico scoring utilizzando un modello sviluppato da UniCredit.

    Tutte le informazioni sul bando a questo sito.

     

    Confindustria premia i talenti e le innovazioni

    E’ aperta la partecipazione al concorso “Il Talento delle Idee”, che premia le migliori idee e imprese innovative italiane.
    Possono partecipare i giovani imprenditori tra 1840 anni.
    L’iniziativa è promossa da UniCredit e dai Giovani Imprenditori di Confindustria.

    Il concorso prevede sia dei premi locali valutati da commissioni locali, sia un premio finale nazionale tra i vincitori di ogni area territoriale (Nord Ovest, Lombardia, Nord Est, Centro Nord, Centro, Sud, Sicilia) più le 8 migliori proposte imprenditoriali selezionate tra i secondi e terzi classificati a livello locale.
    In palio 25.000 euro per il primo classificato, 15.000 per il secondo e 10.000 euro per il terzo. Altri 10 mila euro  potranno essere assegnati da UniCredit alla miglior idea imprenditoriale, oppure alla migliore start-up.

    Per queste ultime ci sarà anche la possibilità di entrare a fare parte di un programma di Mentoring/ Tutorship di UniCredit e Confindustria, le quali offriranno una consulenza periodica per lo sviluppo del business.

     

    Siglato accordo tra Rete Imprese Italia e Unicredit per finanziamenti alle Pmi

    Unicredit e Rete Imprese Italia (che raccoglie Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) hanno firmato a Roma un accordo con il quale promuovere il progetto “Ripresa Italia“. Si tratta di un’intesa con cui l’istituto di credito mette a disposizione un plafond di un miliardo di euro e arricchisce ulteriormente il panorama degli interventi finanziari di supporto da realizzarsi con il confronto con le associazioni. Ripresa del ciclo economico; competitività e innovazione; formazione; internazionalizzazione; sviluppo di reti di impresa sono le cinque parole chiave. I primi tre punti saranno attuati da subito a seguire ci si concentrerà sugli altri due. Tra le novità introdotte si trovano prestito per assunzione “EntiCash” (linea di fido a breve termine per smobilizzo crediti commerciali); supercash e supercash rotativo (affidamento a breve destinato a sostenere l’intero ciclo produttivo dell’impresa 12 mesi); “WinEvo” (soluzione di finanziamento finalizzata al sostegno del ciclo produttivo aziendale). Per l’innovazione si ricorrerà a mutui appositamenti pensati per far fronte all’adeguamento tecnologico e alla ricerca oltre che finanziamenti per nuove attività in fase di start-up.

    Roberto Nicastro, direttore generale di Unicredit ha ricordato che “Nel 2010 UniCredit ha supportato l’economia con oltre 10 miliardi di euro di nuovi finanziamenti a quasi 200 mila piccole aziende e grazie al forte rapporto con i Confidi e le associazioni di categoria sono stati erogati quasi tre miliardi di nuovi finanziamenti a oltre 40 mila piccole imprese, a riprova di un forte rapporto con il territorio e di una consolidata e proficua collaborazione“. Ha proseguito poi affermando che “Questa nuova iniziativa è la naturale prosecuzione di Impresa Italia e Sos Impresa Italia e nasce, come sempre, da un dialogo continuo e costruttivo tra UniCredit e i propri partner del mondo imprenditoriale per disegnare soluzioni concrete che diano sostegno alle aziende in tutte le fasi del ciclo economico“. Parole alle quali si è unito anche Giorgio Guerrini presidente di Rete Imprese Italia.

    Si tratta di un progetto nato dall’esigenza creditizia degli artigiani e delle Pmi con il quale si vuole sostenere una crescita economica proficua e duratura nel tempo.

    Laura LESEVRE