Soldi contanti: quanti se ne possono tenere in casa?

Molti, si sa in tempi di magra non sono contrari a mantenere un gruzzoletto di denaro in casa, magari col vecchio sistema dei nonni, di tenere i soldi nella mattonella o sotto al letto. O, più spesso in una piccola cassaforte. Ma, quanti soldi contanti si possono tenere in casa, eludendo le banche o la posta?

Contanti in casa: c’è un limite?

Abbastanza insolitamente, verrebbe da pensare, si tengono grosse somme di denaro in casa, in banconote. Molto spesso i soldi di grosse somme vengono tenuti sul libretto postale o in banca, sul conto corrente o nelle apposite carte di credito. Ma c’è un limite nel tenere soldi in casa?

Partiamo col dare una risposta alla domanda di base della nostra guida chiarificatrice, ovvero non vi è nessun limite.

Come detto, quindi non esiste un limite ai contanti in casa: se riesci a dimostrare la provenienza dei soldi, nella remota ipotesi di un controllo fiscale. Per fare un semplice esempio, una persona che guadagna 1 milione di euro l’anno e li dichiara all’Agenzia delle Entrate potrebbe conservare a casa tutto il denaro guadagnato senza limiti. Va detto però che, nel caso in cui dovesse poi procedere a spendere tali soldi, dovrà tenere conto dei limiti previsti dalla legge inerenti ai pagamenti in contanti.

Per dirla in breve, volendo pagare mille euro ad un ingegnere per dei lavori di ristrutturazione a casa non potrà consegnargli il cash ma, al più, si dovrà depositare il denaro in banca e farsi rilasciare un assegno circolare che è una forma di pagamento tracciabile, così come la legge vuole tutte le volte in cui si supera il tetto per l’utilizzo dei contanti. 

Condizioni e limiti dei soldi contanti in casa, cosa c’è da sapere

Ma, cos’altro c’è da sapere in merito alla questione del tenere i propri soldi contanti in casa?

Andando, dunque a riepilogare quanto detto poco sopra, possiamo così concludere, dicendo che non esiste un limite di soldi che si possono tenere in casa, salvo tener conto quanto segue:

  • dimostrare la provenienza del denaro nella remota ipotesi in cui la Guardia di Finanza dovesse fare un accesso presso la dimora e scoprire i contanti in possesso. La prova non può essere una semplice testimonianza, ma dovrà essere certificata da un documento su cui sia stata apposta una data “certificata” dal pubblico ufficiale (cosiddetta data certa); il che può avvenire o con la registrazione della scrittura o attraverso un atto notarile o con una spedizione del documento per via raccomandata a.r.;
  • nel caso in cui si voglia spendere il denaro, si dovrà tenere comunque conto dei limiti all’impiego di contanti, evitando di concentrare la somma in un unico pagamento, ma frammentandola in operazioni con soggetti differenti. 

Conviene tenere i soldi in casa?

Questa è una domanda a cui non esiste una risposta definitiva e certa, anche perché tenere soldi in contanti in casa significherebbe avere un grosso bottino per eventuali ladri, senza alcuna assicurazione in merito.

La possibilità di fare transazioni di denaro, limitate rispetto a quelle che si possono effettuare attraverso i conti bancari, così come la possibilità di far fruttare eventuali interessi sul proprio deposito in denaro. Ma, tuttavia, tenere grosse somme di denaro in caso, senza dover passare da istituti di credito può essere un vantaggio per evitare possibili pignoramenti e per avere sempre a portata di mano il cash.

Anche evitare il rischio di prelievi forzosi, in seguito a crisi economiche, può essere da considerare, tenendo il proprio denaro custodito in casa.

Insomma, sia ben chiaro che la vecchia abitudine di tenere i soldi sotto al materasso, almeno in Italia, non è mai del tutto passata di moda. E, probabilmente, mai passerà. Sebbene in pochi hanno la possibilità di mettere somme molto cospicue.

 

Pagamenti elettronici e Pos, le misure in arrivo con il decreto Pnrr 2

In arrivo nuove misure per i pagamenti elettronici con il decreto Pnrr 2, e sanzioni per gli esercenti che non applicano correttamente le regole del Pos. Con il provvedimento verranno anticipate al 30 giugno 2022 le multe i commercianti che non accettino i pagamenti mediante carte di credito e bancomat. Inoltre, gli esercenti saranno obbligati all’invio giornalieri degli acquisti. La misura rientra nell’obiettivo di incrementare i pagamenti digitali: con app, carte di credito, bancomat e altri strumenti di pagamento tracciabili i pagamenti elettronici nel 2021 hanno rappresentato il 38% del totale delle transazioni.

Sanzioni per la mancata accettazione del Pos: di quanto sono e come si calcolano

Il decreto Pnrr 2, che dovrebbe essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni, mira a stabilire nuovi paletti all’utilizzo del denaro contante. Il primo è l’anticipo al 30 giugno 2022 delle multe per i commercianti che non accettino i pagamenti elettronici per mezzo del Pos. La sanzione è fissata in 30 euro, più il 4% dell’importo della transazione. Dunque, per un acquisto di 50 euro, la sanzione in caso di non accettazione del metodo di pagamento elettronico, è fissata in 30 euro più il 4% di 50 euro. Ovvero, in totale in 32 euro. Il provvedimento in arrivo anticipa di sei mesi l’applicazione delle sanzioni. Inizialmente le multe erano fissate, infatti, al 1° gennaio 2023.

Pagamenti tramite Pos, carte di credito e bancomat: sanzioni difficili da applicare

La sanzione per chi non accetti i pagamenti tramite moneta elettronica per la vendita di prodotti e servizi vige dal 30 giugno 2014. Ma la misura non ha trovato effettiva applicazione per l’utilizzo di carte di credito e bancomat. Il provvedimento mira dunque a sanzionare chi non osservi le sanzioni previste. È stato tuttavia già obiettato che non sempre le sanzioni sono di facile applicazione. Ad esempio, si pensi i casi in cui l’esercente rifiuti il pagamento tramite Pos per mancanza di connessione.

Crediti di imposta sui pagamenti tramite Pos: fino al 30 giugno 2022 incentivi ancora attivi

Peraltro, fino al 30 giugno 2022 sono maturabili i crediti di imposta sulle commissioni sostenute dai commercianti per l’utilizzo dei metodi di pagamento elettronico tramite Pos. A partire dal 1° luglio 2022, il credito di imposta (potenziato al 100% fino al 30 giugno 2022), tornerà alla percentuale del 30%. Inoltre, la data 30 giugno 2022 rimane anche per i commercianti che acquistino, noleggino o utilizzino dispositivi Pos collegati ai registratori telematici e ai Server Rt. La scadenza del 30 giugno prossimo, dunque, fissa il termine per questi incentivi tramite credito di imposta.

Pagamenti tramite denaro contante: dal 1° gennaio 2023 la soglia scende da 2 mila euro a mille euro

I pagamento elettronici e i vari incentivi per l’utilizzo del Pos vanno combinati con l’abbassamento degli importi dei contanti a partire dal 1° gennaio 2023. A partire da questa data, infatti, il decreto legge “Milleproroghe” ha fissato l’abbassamento da 2 mila euro a mille euro dell’utilizzo del denaro contante. Con l’abbassamento dell’importo massimo, saranno vietate anche le transazioni frazionate in maniera artificiosa. Ad esempio, frazionare le transazioni per rimanere sotto la soglia dei mille euro comporterà sanzioni per la violazione del tetto di denaro contante.

Pagamenti elettronici richiesti per la tracciabilità e le detrazioni fiscali

Inoltre, i pagamenti elettronici sono richiesti per la tracciabilità e le detrazioni fiscali. Dal 2020, infatti, per la detraibilità del 19% è richiesto che i pagamenti vengano effettuati con mezzi tracciabili. La regola non vale per gli acquisti di medicinali e per le prestazioni effettuate presso le strutture del Servizio sanitario nazionale o quelle accreditate. Per determinate tipologie di spese, come ad esempio quelle di istruzione, universitarie o funebri, la detrazione è piena (al 100%) per chi ha redditi che non eccedano i 120 mila euro. La detrazione decresce per redditi fino a 240 mila euro fino a azzerarsi.

Cashback fiscale, a che punto è il rimborso immediato?

Presenta difficoltà di applicazione il Cashback fiscale, ovvero il rimborso immediato di alcune detrazioni collegate alle spese effettuate. Nella discussione del disegno di legge della delega fiscale si sono riscontrate delle difficoltà in particolare per le spese sanitarie e l’incrocio dei rimborsi delle Casse sanitarie.

Lotteria degli scontrini, si punta alle vincite immediate

Novità sono attese anche per la lotteria degli scontrini. Infatti, nel provvedimento dovrebbero arrivare misure che consentano di assegnare immediatamente premi legati agli acquisti e ai pagamenti elettronici al fine di superare le diffidenze del 2021 e rendere il meccanismo più accattivante accattivante. Infatti, nel debutto della misura lo scorso anno, l’estrazione avveniva settimanalmente, mensilmente e annualmente. Per l’assegnazione dei premi era necessario comunicare il codice lotteria dell’acquirente, ma ai premi concorrevano anche gli esercenti. Tuttavia, solo un terzo dei compratori comunicava il proprio codice lotteria. Il governo dunque sta studiando modalità per rendere più attraente la lotteria degli scontrini, assegnando premi immediati senza dover aspettare le estrazioni periodiche.

Controllo del fisco su giacenza media e movimenti contro l’evasione fiscale

Caccia ai redditi nascosti da parte dell’Agenzia delle Entrate, ad essere tenuti d’occhio sono i movimenti del conto corrente, ma anche libretti di risparmio e investimenti. Si potenzia così la lotta all’evasione fiscale.

Evasione fiscale

L’evasione fiscale è uno dei problemi che l’Italia proprio non riesce a risolvere e, sebbene la pandemia abbia fatto capire a tanti che occultare dei redditi può creare difficoltà nel momento del bisogno (molti aiuti elargiti in questi due anni hanno in considerazione come punto di riferimento i redditi prodotti nel 2019 e le perdite maturate nei mesi successivi, ma se nel 2019 c’erano redditi occultati risulta difficile dimostrare la perdita o la riduzione di reddito disponibile), le cose comunque non sono cambiate. L’Agenzia delle Entrate quindi ci riprova con controlli pesanti sui conti degli italiani e, vista l’invasività dei controlli, ha prima chiesto, e ottenuto, l’autorizzazione del Garante della Privacy.

Controlli attraverso incrocio di banche dati

L’Agenzia nella circolare ha sottolineato che i controlli saranno effettuati incrociando i dati delle diverse banche dati e con l’uso di algoritmi con elevata capacità di incrociare numerosi dati. Saranno creati due database, il primo conterrà l’elenco delle persone da tenere sotto controllo, questo database avrà il nome di “analisi”. Il secondo database è frutto di un’ulteriore scrematura dei dati del primo database, sarà chiamato “controlli” e coloro che entreranno in esso saranno molto probabilmente sottoposti ad accertamenti e dovranno quindi giustificare entrate ed uscite.

I parametri che saranno tenuti in considerazione per attenzionare i contribuenti saranno diversi:

  • in primo luogo sarà tenuta in considerazione la giacenza media di conti corrente e libretti di risparmio;
  • saranno attenzionate entrate ed uscite, ad esempio se un contribuente preleva poco, non preleva e non usa il denaro su conti e carte prepagate, molto probabilmente ha entrate in nero con cui sostiene le spese quotidiane;
  • naturalmente si avrà riguardo anche per la fonte da cui arrivano i soldi, cioè chi effettua il bonifico in favore del contribuente sottoposto ad attenzione.

Altri strumenti di lotta all’evasione fiscale

Ricordiamo che il limite ai pagamenti in contante è stato portato a 2.000 euro con il decreto Milleproroghe per il 2022 ciò solo per il 2022, dovrebbe ritornare a 1.000 euro nel 2023. Infine, le banche possono consentire prelievi in contanti anche di somme maggiori rispetto al limite all’uso del contante, ma per prelievi da 5.000 euro dovrà chiedere l’uso che deve essere fatto del denaro, naturalmente per iscritto.

Nella lotta all’evasione fiscale assume particolare rilevanza l’uso di strumenti elettronici di pagamento e la fatturazione elettronica che molto probabilmente nel 2022 sarà estesa anche a soggetti che in passato erano esclusi da tale obbligo. Si tratta dei soggetti in regime forfettario che possono ancora utilizzare la fatturazione cartacea tradizionale, ciò in attesa dei provvedimenti successivi.

Per conoscere l’iter che sta portando all’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica, leggi l’articolo: Fatturazione elettronica: novità in arrivo dal 2022 per i forfettari?

Obbligo fatturazione elettronica per i forfettari: ultime notizie

Ricordiamo che in caso di controlli, il contribuente può comunque dimostrare che non ci sono entrate in nero. Ad esempio un soggetto che preleva poco può dimostrare di vivere con un’altra persona, ad esempio convivente, coniuge o genitori che provvedono alle spese quotidiane.

Si sottolinea che nel momento in cui sono effettuati degli accertamenti, il contribuente può allegare documenti che dimostrano che non c’è evasione fiscale e nell’emettere il provvedimento finale l’amministrazione finanziaria deve utilizzare il metodo analitico per contestare la posizione del contribuente e le prove da questi fornite. Inoltre in una recente ordinanza della Corte di Cassazione è stato ribadito che tale onere spetta anche al giudice che non deve limitarsi a una motivazione sintetica che risulterebbe solo apparente.

Per maggiori informazioni sull’ordinanza della Corte di Cassazione, leggi l’articolo: Redditometro: il giudice non può limitarsi a una motivazione sintetica.

Salta il limite uso contante. Il Governo si spacca e torna a 2000 euro

Il decreto Milleproroghe spacca la maggioranza. L’esame degli emendamenti al Decreto Milleproroghe che deve essere convertito, pena la decadenza, spacca la maggioranza. L’ago della bilancia è rappresentato da Lega e Forza Italia che si smarcano da M5S e Pd.

Perché salta il limite all’uso del contante?

Il decreto Milleproroghe è al vaglio della Commissione Bilancio e Affari Costituzionali, i tempi sono stretti, quindi passerà in aula con la fiducia. Questo implica che il testo votato in Commissione al 98% sarà definitivo e le novità non mancano.

La prima novità importante di questi minuti è che Forza Italia e Lega votano insieme a Fratelli d’Italia e salta il limite all’uso del contante. Il decreto Milleproroghe lo aveva fissato a 1.000 euro. Tale limite era già in vigore dal primo gennaio 2022. Secondo le prime indiscrezioni l’emendamento presentato da Fratelli d’Italia sarebbe passato per un solo voto, ma questo basta a far traballare gli equilibri su un tema così importante per la lotta all’evasione fiscale.

Con il voto in Commissione il tetto al limite dell’uso del contante sale nuovamente a 2.000 euro.

Governo in difficoltà anche su ex Ilva

Non è questo l’unico tema che sta spaccando la maggioranza, infatti in Commissione Bilancio e Affari Costituzionali, sede in cui si stanno analizzando gli emendamenti presentati, il Governo è già andato sotto 4 volte. L’altro tema scottante sono i finanziamenti all’ex ILVA, ora partecipata da Invitalia. Il decreto prevedeva 575 milioni di euro per le bonifiche, le stesse erano fortemente volute dal ministro Giancarlo Giorgetti. La debacle è stata determinata dal fatto che sebbene i fondi fossero destinati alla decarbonizzazione, vi erano segnali che facevano pensare che in realtà fosse solo un modo per immettere nuove liquidità nelle casse dell’azienda, ciò a scapito della popolazione tarantina. la reazione è tale che alcuni ex esponenti del M5S stanno già chiedendo le dimissioni di Giorgetti.