Bonus occhiali da vista 2023, le domande frequenti

Il bonus occhiali è un voucher del valore di 50 euro corrisposto per l’acquisto di occhiali da vista e lenti a contatto correttive. È stato introdotto con la legge di bilancio 2021, ma solo nel mese di maggio 2023 è stato attivato, proprio per questo sono molti i dubbi dei potenziali utilizzatori.

Può essere richiesto per acquisti effettuati dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023, da persone che appartengono a un nucleo familiare con Isee inferiore a 10.000 euro.

Il bonus occhiali 2023 ha creato molte perplessità, si cerca quindi di rispondere alle domande frequenti in merito.

Come posso ottenere il bonus occhiali per acquisti passati?

La piattaforma per richiedere il bonus occhiali è stata attivata solo il 5 maggio 2023, ma si è detto che il voucher può essere richiesto anche per acquisti effettuati prima di tale data, cioè dal 1° gennaio 2021. In questo caso è necessario chiedere un rimborso delle somme già pagate. Nel presentare istanza occorre quindi allegare i documenti che dimostrano l’acquisto. In particolare, secondo le indicazioni del Ministero della Salute, occorre inserire il giustificativo di spesa, indicare la Partita Iva del rivenditore, l’Iban del conto corrente del richiedente o beneficiario, la data e l’importo della spesa sostenuta (Iva inclusa).

Si può chiedere il rimborso solo per acquisti effettuati presso centri convenzionati.

Per chiedere il rimborso delle spese è necessario autenticarsi sul sito www.bonusvista.it usando le proprie credenziali digitali ( Spid, Cie o Cns).

Per gli acquisti successivi al 5 maggio, si può invece richiedere il voucher da spendere presso uno dei negozi convenzionati.

Leggi anche: Bonus occhiali da vista, pronta la piattaforma per le domande

Posso chiedere il bonus occhiali per acquisti online?

La risposta è positivi, l’importante è che si tratta di un negozio online presente nella lista messa a disposizione dal Ministero della Salute sul sito www.bonusvista.it

Entro quanto tempo deve essere speso il bonus?

Il bonus occhiali da vista deve essere utilizzato entro 30 giorni dall’emissione, nel caso di scadenza senza utilizzo è comunque chiedere un altro bonus.

Posso utilizzare il bonus occhiali da vista per l’acquisto di occhiali da sole?

Anche in questo caso la risposta è positiva infatti gli occhiali da sole se graduati rientrano tra i dispositivi medici e di conseguenza è possibile utilizzare il bonus occhiali da vista del valore di 50 euro per l’acquisto.

Gli occhiali costano molto di più di 50 euro, posso ottenere altri benefici?

Per le somme residue, cioè ulteriori rispetto ai 50 euro, è possibile ottenere le detrazioni previste per le spese sanitarie.

Leggi anche: Detrazioni 730/2023: l’elenco completo delle spese che si possono scaricare

In casa gli occhiali li indossiamo tutti, quanti voucher posso chiedere?

Per ogni membro del nucleo che ha bisogno di lenti correttive è possibile richiedere un bonus, questo vuol dire che se in casa due figli indossano gli occhiali è richiedibile un bonus per ciascuno. Occorre naturalmente rispettare i requisiti di reddito previsti dalla normativa.

 

 

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C’erano una volta i voucher: ecco dove sono finiti i buoni lavoro

Molto utilizzati in passato e molto discussi per via del collegamento con il lavoro precario, i voucher sono in un lento quanto inesorabile declino. Ormai inutilizzati o quasi, rispetto al picco del 2016, hanno perso il 95% del loro impatto economico sui lavoratori. Lo strumento che si utilizza comunemente per i prestatori del cosiddetto lavoro accessorio ha lasciato campo. Parliamo naturalmente dei lavoratori occasionali. E come si legge sul sito “Italia Oggi”, la perdita globale si assesta sul 93%.

I voucher in pillole

I voucher, chiamati comunemente buoni lavoro, sono uno strumento di pagamento di prestazioni di lavoro accessorio ed occasionale. Sono uno strumento che ormai da circa un ventennio sono in utilizzo. E sono nati per un motivo semplice. L’emersione del lavoro nero, o meglio, per fungere da stimolo a retribuire in maniera legale uno spaccato della società sempre più collegato al lavoro nero. Dalle ripetizioni scolastiche alle pulizie di casa, dal lavoro agricolo o della ristorazione, e quindi a carattere stagionale, fino al lavoro nel turismo. Sono questi i campi di applicazione maggiore di questi voucher.

Lavoro accessorio e voucher

Per quanto detto prima, i voucher sono strumenti che trovano la giusta applicazione per il lavoro accessorio. Prestazioni lavorative che non hanno un CCNL di riferimento, o quanto meno, non trovano normativa nei vari CCNL di categoria.  Particolare anche il campo dei datori di lavoro del lavoro accessorio. Infatti il voucher si inserisce nel vuoto normativo di alcune particolari figure di datore di lavoro. Parliamo di famiglie, Onlus e No Profit, imprese a carattere familiare o senza la definizio0ne tipica di impresa. Ma anche gli Enti pubblici, che spesso sfruttano lavoratori occasionali sono tra i soggetti che più di altri hanno utilizzato i voucher. Inoltre, il lavoro accessorio non ha limitazioni di platea. Infatti possono svolgere questo genere di attività tutti, ovvero i pensionati, gli studenti, i percettori di prestazioni integrative del salario o sostegno al reddito e i lavoratori part-time. Va detto che grazie ai voucher, il pagamento di un lavoratore assume i connotati della perfetta legalità. In sostanza,  mette in regola sia il datore di lavoro che il lavoratore. Il datore di lavoro, sia esso una famiglia piuttosto che un ente pubblico, ricevono una prestazione legale e il lavoratore è coperto anche dall’INAIL.

 Perché si registra un calo dei voucher

Se nel 2016 in totale si registravano oltre 1,6 milioni di lavoratori che venivano pagati con i buoni, oggi, o meglio, nel 2021, si sono registrati solo 100.000 casi. Il calo dei voucher, comprendendo anche il nuovo libretto famiglia, è evidente. E anche il numero uno dell’Inps, il suo Presidente Pasquale Tridico, in audizione alla Camera dei Deputati, ha messo in luce questi numeri in calo. L’occasione per elencare questi dati è stata il varo e la discussione di nuove Leggi per regolamentare proprio il prima citato lavoro accessorio. Da quando sono stati introdotti il libretto famiglia, ed è stato inserito nel nostro ordinamento il contratto di prestazione occasionale, il voucher ha perso popolarità.

I numeri non mentono

Ripetiamo, nel 2016 (ma si considera il biennio con il 2015), oltre 1,6 milioni erano le persone che avevano utilizzato i buoni lavoro. Anche se forse è sbagliato parlare oggi di voucher visto che si parla di prestazione occasionale e di libretto famiglia, secondo Tridico, come si legge sul quotidiano Italia Oggi, nel 2018 e 2019 si era passati a meno di 90.000 persone. Un trend confermato anche dai dati relativi all’anno scorso.

Tra 1/4  ed 1/3  dei voucher utilizzati nel 2016 è stato sostituito con contratti di lavoro dipendente a termine, dal contratto di lavoro domestico, da rapporti di collaborazioni e dalla gestione separata. Sono le argomentazioni che Tridico ha riportato a Montecitorio, giustificando il calo dei voucher.

Bonus Cultura: accesso alla piattaforma per i nati nel 2003

Il Bonus Cultura è un’iniziativa rivolta ai ragazzi diventati maggiorenni che possono ricevere un bonus di 500 euro da spendere in attività culturali in senso lato. Ogni anno, alla chiusura della finestra precedente, la piattaforma diventa accessibile ad una nuova classe, tocca ora ai ragazzi nati nel 2003 che potranno scaricare il voucher dal sito ufficiale.

Bonus Cultura: le novità introdotte nel 2022

Per i ragazzi nati nel 2002 era stata data la possibilità di accedere al Bonus Cultura dal mese di marzo 2021 al mese di agosto 2021 e di utilizzare il voucher fino al 28 febbraio 2022, si va quindi verso l’avvicendamento. I ragazzi nati nel 2003 potranno richiedere il voucher dal 17 marzo 2022 fino al 31 agosto 2022 e potranno utilizzarlo fino al 28 febbraio 2023.

A stabilire le modalità per l’accesso al Bonus Cultura 2022 è stato il decreto del Ministero della Cultura n. 244 del 20 dicembre 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 2 marzo 2022 . La prima e unica novità importante riguarda l’accesso alla piattaforma per la richiesta del voucher, infatti per i nati del 2002 era possibile accedere solo con il Sistema Pubblico di Identità Digitale, cioè con lo SPID, mentre per i nati nel 2003 viene implementato il servizio e sarà possibile accedere anche con la CIE (Carta di Identità Elettronica). Resta esclusa la possibilità di accedere tramite CNS (Carta Nazionale Servizi).

Come possono chiedere il Bonus Cultura i nati nel 2003?

Per accedere al voucher del valore di 500 euro basta andare alla pagina www.18app.italia.it. Il sito non prevede una relativa App, quindi l’unico canale è esclusivamente questo. La registrazione sarà possibile per i nati nel 2003 solo dal 17 marzo 2022.

Il Bonus Cultura può essere utilizzato per acquistare libri, biglietti per teatro, cinema, concerti, eventi culturali, per l’ingresso in musei, parchi archeologici, acquisto musica, abbonamenti a quotidiani, riviste in formato digitale o cartaceo. Inoltre il Bonus Cultura può essere utilizzato anche per seguire corsi di formazione, musica, danza o altre attività connesse al mondo della cultura.

Limiti all’uso del Bonus Cultura

Le attività accessibili saranno quelle comprese all’interno della lista degli esercenti, costoro devono iscriversi utilizzando lo stesso canale previsto per i ragazzi e quindi offrire i loro servizi con il Bonus Cultura. Essendo un titolo personale, l’esercente prima di consentire l’uso del voucher per l’accesso ai servizi dovrà verificare che colui che lo sta utilizzando sia l’effettivo beneficiario. Deve quindi chiedere l’esibizione di un documento di identità. I buoni validati non possono essere annullati o riaccredditati. Nel caso di restituzione dei beni acquistati con il Bonus Cultura sarà possibile solo scambiare tale bene con uno di uguale valore entro il termine di scadenza di utilizzo del beneficio, per i nati del 2003 il limite come visto è il 28 febbraio 2023.

Nei chiarimenti forniti si sottolinea che una stessa persona con il voucher non può generare più biglietti per lo stesso evento, ad esempio non può acquistare più biglietti per lo stesso spettacolo e portare parenti o amici, per ogni spettacolo/evento può acquistare esclusivamente un biglietto.

Il Bonus Cultura, come si può notare, ha molti punti di contatto con la Carta Giovani Nazionale, la stessa però prevede l’accesso a un numero maggiore di servizi e soprattutto si possono ottenere solo sconti ed agevolazioni.

Per conoscere i dettagli della Carta Giovani Nazionale, leggi l’articolo: Carta Giovani Nazionale: cos’è, come richiederla e come usarla. Guida

Libretto famiglia, ecco a chi conviene e come fare

I soggetti che intraprendono una attività lavorativa in modo saltuario, non continuativo e sporadico, rientrano nella disciplina delle prestazioni di lavoro occasionale. Un apparato normativo  introdotto dall’articolo n° 54 bis della legge n° 96 del 21 giugno 2017, quando fu convertito in legge il decreto n° 50 del 24 aprile 2017.

Le prestazioni di lavoro occasionale quindi, sono utilizzabili nel momento in cui un lavoratore intende lavorare senza carattere di continuità. Lo strumento Inps adatto a tale esigenza è il libretto famiglia. Si tratta di uno strumento che ha sostituito i vecchi voucher.

Prestazioni di lavoro occasionale e libretto famiglia

Gli utilizzatori delle prestazioni di lavoro occasionale possono acquisirle per il tramite del libretto famiglia. In pratica è un libretto composto da tanti buoni lavoro, nominativo (perché è intestato al lavoratore e non può essere utilizzato per altri soggetti), e prepagato.

Il libretto è così composto da tanti buoni lavoro da 10 euro cadauno. Ogni buono da 10 euro può essere speso come corrispettivo per una sola ora di lavoro. Infatti come si legge sulla scheda informativa dell’Inps, la durata dell’attività lavorativa non può superare un’ora di lavoro per ciascun buono utilizzato.

L’interessato a sfruttare il lavoro di un soggetto che svolge attività con carattere saltuario, può acquistare il libretto famiglia versando il corrispettivo per i buoni che intende comperare (in pratica per le ore di lavoro che intende sfruttare da parte del lavoratore).

Il versamento può essere fatto anche da casa, tramite il Portale dei Pagamenti o mediante il modello F24. Va detto con assoluta precisione che tale strumento si rivolge esclusivamente  a persone fisiche e non nell’esercizio di attività professionali o di impresa.

Libretto famiglia, come funziona?

L’utilizzo del libretto famiglia, oltre che per lavoro continuo, ha delle eccezioni al suo utilizzo. Quando si parla di prestazioni di lavoro occasionale in senso stretto, occorre ricordare i limiti reddituali a cui si è assoggettati per non essere considerati lavoratori in pianta stabile.

Nel lavoro occasionale si deve distinguere tra due figure, cioè il prestatore, che è colui che effettua la prestazione lavorativa, e l’utilizzatore, che è colui che usa il lavoratore e che lo paga tramite il libretto famiglia.

Limiti previsti per utilizzatori e prestatori nel libretto famiglia

In entrambi i casi c’è il limite dei 5.000 euro per anno solare riferito alla prestazione oggetto di questo rapporto di lavoro “particolare”.

Il prestatore, a prescindere dal numero di utilizzatori, non può superare i 5.000 euro come compensi per il tramite del libretto famiglia. Stesso discorso, pur se inverso, per gli utilizzatori, che non possono superare i 5.000 euro di buoni lavoro spesi a prescindere dal numero di prestatori utilizzati nell’anno solare di riferimento. Per rapporti tra un medesimo utilizzatore ed un altrettanto medesimo prestatore, la soglia annua è fissata in 2.500 euro.

Occorre ricordare che le cifre prima citate riguardano importi al netto di contributi, costi di gestione e spese. Nel caso di prestatori che sono pensionati (pensione di vecchiaia e di invalidità), oppure giovani studenti under 25, disoccupati e beneficiari di prestazioni a sostegno del salario, il compenso va calcolato al 75% dell’importo effettivo. Non si può usare il libretto famiglia con lavoratori con cui l’utilizzatore ha avuto rapporti lavorativi negli ultimi 6 mesi. Questo sia come lavoro dipendente che anche solo come Co.Co.Co.

Altre sfaccettature dello strumento per il lavoro occasionale

Colui che assume il ruolo di prestatore nel libretto famiglia ha diritto ad essere iscritto presso la Gestione Separata Inps, quindi all’assicurazione previdenziale e assistenziale per la vecchiaia, l’invalidità e i superstiti.

Al prestatore dei 10 euro di cui consta il buono del libretto famiglia, vanno 8 euro per ora di lavoro. Infatti, 1,65 euro riguardano la contribuzione IVS alla Gestione Separata,  0,25 euro sono come contributo Inail, e  0,10 euro sono il corrispettivo per i cosiddetti oneri gestionali.

Per quanto detto, sono numerose le limitazioni all’utilizzo del libretto famiglia, ma altre limitazioni sono di carattere strettamente lavorativo. Infatti non tutte le attività lavorative possono essere remunerate tramite il libretto famiglia da un utilizzatore. Le attività sono predefinite e specifiche e sono: elencate dall’Inps nella sua scheda informativa sul portale istituzionale. Tali attività, come testualmente riporta l’Istituto sono:

  • Piccoli lavori domestici, inclusi i lavori di giardinaggio, di pulizia o di manutenzione;
  • Assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità;
  • Insegnamento privato supplementare.

Contributi alle Pmi per la connessione a banda larga, voucher da 300 a 2.000 euro

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 33 del 9 febbraio 2022 il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) per l’erogazione dei contributi alle piccole e medie imprese per la connessione a internet a banda larga. Si tratta del Piano Voucher fase 2 (dopo la fase 1 a favore delle famiglie) per il quale il Mise ha stanziato 609 milioni di euro con il decreto del 23 dicembre scorso. Il provvedimento va nella direzione di realizzazione di una delle missioni del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). I contributi alle imprese andranno da 300 euro a 2.000 euro.

Voucher banda larga, quali imprese possono richiedere il contributo e per cosa?

I contributi della fase 2 della banda larga delle imprese permetteranno di sostenere interventi intesi all’incremento della velocità della connettività alla rete e di miglioramento del servizio. L’incremento della velocità di connessione deve essere realizzato mediante qualsiasi tecnologia. Il voucher è destinato alle sole micro, piccole e medie imprese (mPmi) iscritte al Registro delle imprese. Non è possibile ottenere il voucher per il semplice cambio del gestore dei servizi di connettività per servizi equivalenti. Deve esserci un miglioramento di tipo “step change”, inteso come incremento effettivo della velocità di connessione sulla base di tre singoli importi (del voucher) corrispondenti a diversi livelli di prestazioni.

Voucher per la connettività delle piccole e medie imprese: quali sono gli importi dei contributi?

I tre livelli di servizi di connettività corrispondono, dunque, alle tre tipologie di voucher, di differente importo, richiedibili dalle micro, piccole e medie imprese. Il voucher può essere dell’importo minimo di 300 euro, relativo a contratti dai 18 ai 36 mesi, per il passaggio a una velocità massima di connessione in download tra i 30 mega bit per secondo e i 300 mega bit per secondo. In alternativa la velocità di connessione può andare da oppure 300 mega bit per secondo a un gigabit per secondo.

Voucher di 2.000 euro alle imprese per la banda larga: quali sono i requisiti per fare richiesta?

L’importo del secondo voucher raggiunge i 500 euro di contributo per i contratti dai 18 ai 36 mesi. La velocità di download da raggiungere con il passaggio deve essere compresa 300 mega bit per secondo a un gigabit per secondo. Il terzo voucher assicura un contributo a fondo perduto di 2.00 euro per contratti dai 24 ai 36 mesi, per passaggi a connettività elevate, con velocità massima di download superiori a 1 gigabit per secondo.

Contributi per la banda larga delle imprese: da quando si può presentare domanda dei voucher?

La gestione degli interventi per l’incremento della connettività in banda larga delle imprese è affidata a Infratel. Nei prossimi 30 giorni la società realizzerà il Piano tecnico e un manuale operativo che descrivano, in maniera dettagliata, le modalità degli interventi a favore delle imprese e le modalità di richiesta dei voucher.

 

Bonus terme 2021: come funziona e quando sarà possibile prenotarsi?

Una pausa benessere aiuta a rigenerarsi e a ricaricare le energie e per rilassarsi le terme sono sicuramente il luogo ideale. Ora è possibile godere del benessere termale con un piccolo incentivo, cioè il Bonus Terme 2021.

Cos’è il Bonus Terme 2021

Il Bonus Terme 2021 è previsto dall’articolo 29-bis del decreto legge n. 104 del 2020 e ha trovato attuazione con il decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 1° luglio 2021. Il voucher  è finalizzato a favorire l’acquisto di prodotti/servizi termali, ma solo presso gli stabilimenti accreditati.

Il Bonus Terme 2021 è rivolto a tutti i cittadini maggiorenni e copre un importo massimo di 200 euro, nel caso in cui il costo del servizio di cui il cittadino usufruisce sia superiore a tale importo, sarà il cittadino a dover pagare la parte eccedente. Naturalmente non può essere utilizzato per il pagamento di servizi che sono già a carico del Servizio Sanitario Nazionale o di altri enti pubblici.

Come ottenere il Bonus Terme 2021

Per poter usufruire del Bonus Terme occorre però prestare molta attenzione ai termini per effettuare la richiesta, infatti è previsto un tetto massimo di spesa messo a disposizione dal Ministero che ammonta a 53 milioni di euro, per un totale di circa 250.000 voucher da emettere. Di conseguenza i bonus saranno erogati fino a copertura dell’importo massimo. Proprio per tale motivo è previsto un click day, cioè un giorno da cui sarà possibile iniziare a prenotare il proprio Bonus Terme 2021. Attualmente il click day ancora non è stato fissato, ecco perché è bene porre molta attenzione alle novità che vi saranno a breve. La  disciplina infatti prevede che sarà possibile godere delle cure termali a carico dello Stato a partire dalla metà del mese di ottobre e, di conseguenza, a breve si aspetta la fissazione del fatidico giorno.

Le piattaforme accreditate per prenotare il voucher sono quelle del MISE (Ministero Sviluppo Economico) e di Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa).

Chi può ricevere il voucher

La platea di coloro che potranno avvalersi del Bonus Terme 2021 è davvero ampia, infatti si tratta di tutti i cittadini maggiorenni senza alcun limite di reddito, ISEE o carico familiare. La platea è ampia perché in realtà l’obiettivo principale del provvedimento è aiutare un settore, quello termale, che più di altri, per le sue caratteristiche intrinseche, ha subito gli effetti della pandemia e del lock down. Naturalmente occorre essere residenti in Italia, inoltre ogni cittadino potrà ottenere massimo un voucher. Il Bonus Terme 2021 è personale e non può essere ceduto neanche a titolo gratuito, questo vuol dire che nel caso in cui si ottenga, ma non sia possibile usufruirne, sarà perso. Essendo personale, se si vuole richiedere il bonus per più persone occorre fare più richieste, ognuna con un accesso personale al sito.

Come funziona il Bonus terme 2021?

La procedura per rendere operativo il Bonus Terme 2021 è in fase di definizione, attualmente si procede all’accreditamento delle strutture che potranno ospitare coloro che hanno ottenuto il voucher. Una volta accessibile la piattaforma, ogni singolo cittadino potrà richiedere il voucher e scegliere tra le strutture accreditate quella in cui usufruire del voucher. Lo stesso sarà emesso a beneficio del cittadino richiedente, sarà poi il Ministero a rimborsare alla struttura termale gli importi maturati per le prestazioni effettivamente erogate, quindi il cittadino non riceve il denaro, riceve solo un voucher. Chi ottiene il bonus terme ha 60 giorni di tempo per utilizzarlo, potrà recarsi presso la struttura scelta, usufruire dei servizi, qui otterrà sul prezzo finale lo sconto di 200 euro, che in teoria potrebbe anche coprire per intero i servizi.

Per accedere alla piattaforma sarà necessario avere lo SPID: coloro che ancora non lo hanno ottenuto, devono affrettarsi a richiederlo anche pershé in vista della dismissione del PIN INPS dal 1° ottobre, potrebbero esservi rallentamenti nei servizi, soprattutto  quelli gratuiti. Ricordiamo che la richiesta del bonus è personale, quindi se si vuole andare in coppia presso il centro termale, occorre avere lo SPID di entrambe le persone e accedere singolarmente alla piattaforma per effettuare la richiesta, il marito ad esempio non può fare la richiesta per la moglie con il proprio SPID.

Leggi la guida per ottenere lo SPID

Vuoi essere costantemente aggiornato sulle novità relative al Bonus Terme 2021? Ecco il link della pagina dedicata: https://www.mise.gov.it/index.php/it/68-incentivi/2042546-bonus-terme oppure visita il sito www.invitalia.it  

 

Lavoro occasionale accessorio: come funzionano i voucher

In un momento di crisi abbondante su ogni frangente, andiamo ad esplorare il mondo del lavoro occasionale e l’uso degli appositi voucher. Iniziando a ricordare che i voucher Inps, noti pure come buoni lavoro, sono stati introdotti per la prima volta nell’ormai lontano 2003 dal secondo governo Berlusconi. La loro introduzione era indirizzata a permettere la retribuzione legale dei lavori accessori o salutari. Quei lavori, solitamente svolti a nero, come il dare ripetizioni scolastiche, o effettuare pulizie domestiche a domicilio, od anche svolgere i lavori stagionali agricoli o turistici.

Chi può utilizzare i voucher per il lavoro occasionale

E’ bene precisare che sia privati che famiglie possono utilizzare i voucher o, come detto, i “buoni lavoro”, per i “lavori occasionali” elencati poco sopra, e che essi possono essere acquistati presso gli Uffici Inps, via internet, nelle tabaccherie autorizzate e presso gli sportelli bancari abilitati. Ma anche gli enti di pubblica amministrazione possono utilizzarli, in ambito di regime istituzionale, come nei seguenti casi

  • Progetti speciali rivolti a specifiche categorie di soggetti in stato di povertà, di disabilità, di detenzione, di tossicodipendenza o che fruiscono di ammortizzatori sociali;
  • Lavori di emergenza correlati a calamità o eventi naturali improvvisi;
  • Attività di solidarietà, previa collaborazione con altri enti pubblici o associazioni di volontariato;
  • Organizzazione di manifestazioni siano esse sociali, sportive, culturali o caritative.

Quali sono i vantaggi del voucher?

Iniziamo col precisare che grazie al pagamento tramite voucher Inps si troveranno in regola sia il datore di lavoro (committente) che il lavoratore. Il datore di lavoro, pur non dovendo stipulare alcun contratto, avrà così una prestazione lavorativa in completa legalità e con la copertura INAIL per gli incidenti sul lavoro. Mentre, il lavoratore (ovvero il prestatore), oltre a poter integrare il suo reddito con le entrate di lavori occasionali, riceverà un contributo per la pensione che può cumulare con altri trattamenti pensionistici e che sarà compatibile con i versamenti volontari.

Ma quale è il valore dei voucher o buoni lavoro?

I buoni lavoro o voucher hanno un valore di 10 euro cadauno, tuttavia esistono anche voucher multipli del valore di 20 euro e di 50 euro. I buoni da 20 e da 50 euro equivalgono rispettivamente a 2 e a 5 buoni non separabili. Dunque, quando il prestatore riscuote il voucher, il 75% del valore va al lavoratore come retribuzione del lavoro svolto, mentre ciò che resta del valore valore viene diviso in contributi Inps (13% del totale) e contributi Inail (7% del totale). Il restante 5% va anch’esso all’Inps a coprire i costi per la gestione del servizio buoni lavoro. Il voucher dal valore di 10 euro è la paga oraria minima per un’ora di lavoro occasionale.

Il voucher prestO, per il lavoro occasionale ad imprese e professionisti

Ad una sorta di “sistema” a parte, appartengono invece gli operatori professionali (imprese e professionisti) che potranno retribuire prestazioni di lavoro occasionali o saltuarie di limitata entità utilizzando il contratto di prestazione occasionale “PrestO“. Ovviamente, dovranno osservare alcune piccole regole utili a garantire il monitoraggio del nuovo istituto dei buoni lavoro. A tal proposito, va ricordato che il ricorso al contratto occasionale tramite PrestO’ è vietato nei seguenti casi:

  • Soggetti che abbiano in corso o abbiano cessato da meno di sei mesi un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa col medesimo utilizzatore;
  • Coloro che abbiano alle proprie dipendenze più di cinque lavoratori subordinati a tempo indeterminato;
  • Imprese del settore agricolo, ad eccezione delle attività lavorative rese dai soggetti non iscritti nell’anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli;
  • Nell’ edilizia e nei settori settori affini;

Procedura di attivazione dei voucher prestO

L’utilizzatore del buono lavoro PrestO’ è tenuto a trasmettere, almeno un’ora prima dell’inizio della prestazione, con le medesime modalità, una dichiarazione. La quale dovrà contenere:

  • I dati anagrafici e identificativi del prestatore;
  • Il luogo di svolgimento della prestazione;
  • L’oggetto della prestazione;
  • La data e l’ora di inizio ed il termine della prestazione. Ovvero, se imprenditore agricolo.

Lavoro occasionale nel settore turistico

Attraverso la circolare 103 in data 17 ottobre 2018, INPS ha dichiarato chiarezza in merito all’uso dei voucher nell’ambito del settore del turismo.

Le aziende interessate a tale disposizione sono quelle che non occupano più di otto dipendenti a tempo indeterminato e che operano nel settore del turismo secondo quanto risulta dal Registro imprese. Si fa, dunque riferimento a quelle attività principali o prevalenti classificate con i seguenti codici ATECO:

  • Alberghi (codice Ateco 2007 55.10.00);
  • Villaggi turistici (55.20.10);
  • Ostelli della gioventù (55.20.20);
  • Rifugi di montagna (55.20.30);
  • Colonie marine e montane (55.20.40);
  • Affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed & breakfast, residence (55.20.51);
  • Aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte (55.30.00).

Per quanto riguarda i parametri economici, ai fin i del superamento della soglia massima di € 5.000 annui da parte dell’utilizzatore, va detto che i compensi erogati ai prestatori di lavoro occasionale nel turismo sono computabili al 75% del loro importo. Quindi un tetto massimo di erogazione annua di compensi che sale a 6,666 euro. Dunque, ora che abbiamo un quadro più chiaro inerente ai lavori occasionali, non vi resta che far buon uso dei suddetti voucher e mettervi in regola con le piccole, ma talvolta salvifiche, prestazioni occasionali che potranno, in tal senso, anche aiutarvi a costituire un piccolo reddito.

Disponibili voucher per la digitalizzazione delle imprese

Le micro, piccole e medie imprese, per rimanere al passo con i tempi devono investire non solo in internazionalizzazione, ma anche in digitalizzazione, perché la tecnologia davvero può fare la differenza.

Per questo, il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione voucher fino a 10 mila euro proprio per favorirne la digitalizzazione e, per fare dunque richiesta ed ottenere il beneficio, le imprese hanno tempo dal 30 gennaio al 9 febbraio.
In questo periodo di tempo, ora in pieno corso, possono essere trasmesse sia le domande compilate dal 15 al 29 gennaio, sia quelle compilate successivamente.
L’agevolazione, lo ricordiamo, non potrà comunque superare l’importo complessivo di 100 milioni.

Quali sono le spese ammesse per l’utilizzo di questi voucher? Ovviamente è compreso l’acquisto di software, hardware, ma anche servizi specialistici che permettano di migliorare l’efficienza aziendale, oppure strumenti volti a modernizzare l’organizzazione del lavoro, mediante l’utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità del lavoro, come ad esempio il telelavoro; sviluppare l’e-commerce; fruire della connettività a banda larga e ultralarga o del collegamento alla rete internet mediante la tecnologia satellitare; realizzare interventi di formazione qualificata del personale nel campo delle tecnologie informatiche.

Sul sito del Mise si legge inoltre che: “Gli acquisti devono essere effettuati successivamente alla pubblicazione sul portale web del Ministero del provvedimento cumulativo di prenotazione del voucher adottato su base regionale”.

E’ bene specificare che ogni impresa può beneficiare di un unico voucher, e fino all’importo di 10 mila euro, nella misura massima del 50% del totale delle spese ammissibili.

Nell’ambito della dotazione finanziaria complessiva è prevista una riserva destinata alle imprese che hanno conseguito il rating di legalità.

Vera MORETTI

Voucher digitalizzazione per micro e piccole imprese

Un’iniziativa molto importante per le micro, piccole e medie imprese, che possono approfittare di un’opportunità per diventare più innovative e competitive.
Si sa che spesso le imprese di piccole dimensioni non hanno un capitale elevato e si trovano così costrette a rinunciare ad adottare tecnologie e strumenti avanzati, indispensabili per rimanere al passo e reggere la concorrenza.

Per questo motivo, dal 30 gennaio al 9 febbraio 2018 le micro, piccole e medie imprese potranno richiedere i voucher per la digitalizzazione dei processi aziendali e per l’ammodernamento tecnologico.
Questo tipo di voucher prevede un contributo fino a 10 mila euro, che deve però corrispondere al massimo al 50% del totale delle spese ammissibili.

Per presentare la domanda, gli imprenditori devono collegarsi al sito del Ministero dello Sviluppo Economico a cominciare dalle ore 10 del 30 gennaio e fino alle ore 17 del 9 febbraio 2018.
In realtà, sarà possibile già dal 15 gennaio accedere alla procedura informatica e poter compilare la domanda, ma per poterlo fare è necessario essere in possesso della Carta nazionale dei servizi e di una casella di posta elettronica certificata attiva, che però sia stata registrata all’interno del Registro delle Imprese.

Vera MORETTI

Consulenti del lavoro intermediari del lavoro occasionale

La Fondazione Studi consulenti del lavoro, nella circolare 7 del 2017, è intervenuta circa i nuovi contratti di prestazione occasionale che sono stati introdotti in sostituzione dei voucher, eliminati senza lasciare, apparentemente, un sostituto valido.
In realtà, la disciplina del nuovo contratto di prestazione occasionale c’è, anche se alcuni cambiamenti, come ampiamente detto, ci sono, e riguardano lavoratori e datori di lavoro.

Questi ultimi, ad esempio, per attivare le prestazioni di lavoro, a differenza di quanto accadeva in precedenza, potranno rivolgersi ai consulenti del lavoro che opereranno in veste di intermediari abilitati.

La circolare della Fondazione analizza più da vicino la disciplina del contratto di prestazione occasionale, alla luce delle istruzioni fornite dall’Inps nella circolare 107 del 2017 e dall’Agenzia delle Entrate nella risoluzione 81/E.

Si legge nella circolare: “La novella normativa con limiti e regole molto più stringenti, consentirà ai datori di lavoro, sia famiglie e aziende, di utilizzare prestatori di lavoro per soddisfare tutte quelle esigenze occasionali mediante il contratto di prestazione occasionale”.

Vera MORETTI