A Treviso il Workshop Wines of Veneto

Il 18 ottobre 2012 si svolgerà a Treviso il Workshop Wines of Veneto, alla quale parteciperà la Camera di Commercio in collaborazione con il sistema camerale veneto e con il coordinamento di Veneto Promozione.

Si tratta di un incontro d’affari con buyer statunitensi del settore vino e distillati e prevede la realizzazione di incontri pre-organizzati tra Responsabili Acquisti provenienti dagli Stati Uniti e aziende venete operanti nel settore vinicolo che producono vini DOC e DOCG e che abbiano già effettuato la registrazione alla FDA – U.S. Food and Drug Administration.

Gli operatori che potranno partecipare saranno selezionati direttamente dai buyer e anche l’agenda degli incontri sarà redatta secondo gli impegni dei buyer e delle ditte venete.
Le imprese selezionate dovranno partecipare alle spese organizzative, con un contributo pari a Euro 150,00 + IVA (Totale Euro 181,50).

Le imprese interessate a partecipare all’iniziativa dovranno inviare entro il 7 settembre 2012 il modulo di adesione a Veneto Promozione (e-mail: info@venetopromozione.it – fax 041 2526210) e in copia alla Camera di Commercio di Treviso (e-mail: promozione@tv.camcom.it – fax 0422 595682).

Vera MORETTI

Incentivi dalle Regioni per i lavoratori svantaggiati

In alcune regioni italiane vengono stanziati incentivi per le aziende che assumono lavoratori giovani o soggetti svantaggiati.

In Emilia Romagna, ad esempio, sono stati stanzianti 20 milioni di euro per le imprese che nel corso del 2012 hanno assunto o assumeranno, a tempo indeterminato, giovani tra i 18 e i 34 anni disoccupati, inoccupati o discontinui, ovvero che abbiano lavorato 18 dei 36 mesi precedenti.

Il bonus è di 7mila euro se ad essere assunto è un uomo, 8mila se, invece, si tratta di una donna.
Sono previsti inoltre incentivi che vanno dai 3mila ai 6mila euro per gli uomini e dai 4mila ai 7mila euro per le donne se vengono trasformati in contratti a tempo indeterminato altre forme contrattuali (tempo determinato, progetto, ecc…)

Le imprese “premiate” dovranno tenere in vita il contratto per almeno tre anni dalla stipula e non ricorrere ad ammortizzatori sociali, pena la revoca del bonus.
Per ottenere il bonus, occorre presentare la domanda, disponibile su Formazionelavoro.regione.emilia-romagna.it entro il 31 gennaio 2013 presso la Provincia di residenza.

In Toscana, invece, sono stati stanziati 5,7 milioni per finanziare misure per l’inserimento o il reinserimento di soggetti svantaggiati (donne, disabili, disoccupati, inoccupati, tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti, detenuti ed ex detenuti).

I fondi, sottoforma di incentivi per le assunzioni, saranno destinati ai datori di lavoro disposti ad assumere con contratti a tempo determinato o indeterminato e ai lavoratori sotto forma di voucher formativi o voucher di conciliazione.

Le richieste vanno presentate entro il 31 dicembre 2013, utilizzando la piattaforma informatica di Sviluppo Toscana (svantaggio@pec.sviluppo.toscana.it).

Vera MORETTI

A Biella un bando di concorso che favorisce l’occupazione

E’ stato pubblicato un bando dalla CCIAA di Biella con lo scopo di sostenere l’occupazione e migliorare al contempo il livello qualitativo e quantitativo delle imprese del territorio biellese.

Il contributo è accessibile da tutte le imprese che abbiano fino a 20 addetti e che alla data di presentazione della domanda:

  • abbiano sede e/o unità locale nella provincia di Biella;
  • siano iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Biella;
  • siano attive e in regola con il pagamento del diritto annuale;
  • siano in regola con il versamento degli oneri contributivi previdenziali, assicurativi e fiscali previsti per legge per il proprio personale assunto;
  • che non abbiano disposto licenziamenti o avviato procedure di C.I.G.S. che abbiano interessato lavoratori con la stessa qualifica e mansione nel semestre immediatamente precedente la data di apertura del Bando.
  • i soggetti per i quali si richiede il beneficio non devono essere: coniuge, fratello/sorella, parenti o affini in linea diretta discendente o ascendente fino al secondo grado del titolare, dei soci o degli amministratori dell’impresa.

I destinatari devono essere, in ogni caso, persone che non abbiano compiuto 36 anni alla data di assunzione e che operino nel territorio della provincia di Biella.

Il Bando si rivolge alle seguenti azioni, intraprese nel periodo compreso tra il 1° settembre 2012 ed entro il 31 dicembre 2012:

  • Sostegno all’assunzione di personale già presente in azienda: trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato; assunzione con contratto a tempo indeterminato di lavoratori con contratto interinale/di somministrazione/co.co.pro, altri contratti di lavoro atipico, lavoratori in stage o tirocinio, già presenti in azienda.

Le trasformazioni di contratto di lavoro o le assunzioni dovranno essere effettuate a partire dal 1° settembre 2012 ed entro il 31 dicembre 2012.

  • Sostegno all’assunzione di personale inserito ex novo in azienda: assunzione con contratto a tempo indeterminato contenente “patto di prova” della durata massima di 6 mesi.

L’assegnazione del contributo avverrà a condizione che si verifichi il superamento positivo del periodo di prova. Le assunzioni dovranno essere effettuate a partire dal 1° settembre 2012 ed entro il 31 dicembre 2012.

Il contributo per ogni singola azione realizzata è riconosciuto nelle seguenti misure:

  • Sostegno all’assunzione di personale già presente in azienda: trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato (tempo pieno): euro 2.000; assunzione con contratto a tempo indeterminato di lavoratori con contratto interinale/di somministarzione/co.co.pro, altri contratti di lavoro atipico, lavoratori in stage o tirocinio, già presenti in azienda (tempo pieno): euro 2.000.
  • Sostegno all’assunzione di personale inserito ex novo in azienda: assunzione con contratto a tempo indeterminato contenente “patto di prova” della durata massima di 6 mesi (tempo pieno): euro 2.000.

Ciascuna impresa potrà beneficiare di un solo contributo, scelto all’interno delle linee d’azione sopra descritte.

Le domande dovranno essere inviate, dal 10 settembre 2012 al 10 gennaio 2013, a mano, mediante consegna all’ufficio Promozione della Camera di Commercio di Biella, via Aldo Moro, 15 – 13900 Biella; per posta, con raccomandata A/R (farà fede il timbro postale), al seguente indirizzo:
Camera di Commercio di
Biella, via Aldo Moro, 15
13900 – Biella
indicando nella busta “Domanda di contributo per bando occupazione”; tramite posta elettronica certificata (PEC) in formato pdf firmato digitalmente all’indirizzo PEC cciaa@bi.legalmail.camcom.it.

Vera MORETTI

Il nuovo registro revisori ai blocchi di partenza

Pubblicati in Gazzetta ufficiale 201 del 29/8/2012 i regolamenti ministeriali n. 144, 145 e 146 relativi alla tenuta del registro, iscrizione e cancellazione dei revisori, gestione del registro del tirocinio e le sue modalità di svolgimento. I regolamenti entreranno in vigore dal prossimo 13 settembre e prevedono alcune novità per i revisori.

Tra le principali, il fatto che anche gli attuali iscritti al registro dei revisori dovranno inviare al Ministero dell’economia e delle finanze una comunicazione con le informazioni necessarie per la gestione e l’iscrizione al nuovo registro dei revisori legali, oltre a tutti gli incarichi di revisione detenuti, anche nei collegi sindacali, e i corrispettivi pattuiti per ciascun incarico. Sanzioni sono previste nel caso di comunicazioni assenti o lacunose ed è prevista l’iscrizione d’ufficio con rischio di apposite sanzioni.

Nello specifico, coloro i quali sono attualmente iscritti al registro dei revisori contabili e all’Albo speciale delle società di revisione hanno diritto alla iscrizione nel nuovo registro istituito presso il Ministero dell’economia e delle Finanze. Dopo la definizione delle modalità di trasmissione delle informazioni per la comunicazione dei dati, gli attuali revisori entro 90 giorni saranno iscritti nel nuovo registro.

Iscritti su richiesta coloro i quali anteriormente alla data di entrata in vigore del regolamento hanno acquisito il diritto di essere iscritti nel Registro dei revisori contabili, purché producano istanza di iscrizione entro un anno dall’entrata in vigore del regolamento; oltre a loro, sarà iscritto su richiesta anche chi alla data di entrata in vigore del regolamento ha presentato istanza di partecipazione a una sessione d’esame non ancora conclusa per l’iscrizione al registro e ha superato l’esame alla data di presentazione dell’istanza.

Infine viene confermata la durata triennale del tirocinio e previste le modalità per iscriversi. Sono iscritti di diritto i tirocinanti che, al momento dell’entrata in vigore del regolamento, sono già iscritti al registro del tirocinio e in regola con la presentazione della relazione annuale. I periodi di tirocinio pari o superiori a 6 mesi sono equiparati a un anno ai fini del computo dei crediti formativi.

Mutuo? Scordatelo se hai un solo reddito

La crisi del credito non colpisce solo le imprese: anche le famiglie devono fare i conti con una stretta creditizia che, specialmente per quello che riguarda i mutui. Se infatti per un’azienda è sempre più difficile ottenere un finanziamento, per i nuclei familiari che intendono acquistare una casa la possibilità di accedere a un mutuo è spesso una chimera. Specialmente per le famiglie monoreddito, sempre meno propense a chiedere questo tipo di finanziamento.

Una tendenza figlia della crisi economica generale e di quella dell’edilizia in particolare, messa in luce da Mutui.it, che ha rilevato come solo il 2% delle richieste di mutuo arriva da famiglie monoreddito. Un’indagine svolta su un campione di oltre 160mila richieste di mutuo presentate negli ultimi sei mesi da famiglie con un solo reddito e almeno un figlio.

Qual è, dunque, l’identikit di questa persona con tanta voglia di mutuo? E quale importo riesce a finanziare prima di rischiare il tracollo delle finanze personali? L’età media di chi fa domanda di mutuo è di 42 anni, si tratta per lo più di uomini (76%) con un nucleo familiare superiore alle 3 unità e uno stipendio mensile più elevato della media, circa 2.100 euro netti. Il che porta queste persone ad avanzare una richiesta media di finanziamento pari a 122mila euro, da restituire in un periodo di quasi 23 anni. La percentuale da finanziare attraverso il mutuo si ferma al 52% del valore dell’abitazione.

Un trend che commenta così Lorenzo Bacca, responsabile business unit di Mutui.it: “Affrontare l’iter della richiesta di un finanziamento per l’acquisto di una casa potendo far fede su un solo reddito dimostrabile è piuttosto complesso; i casi sono limitati e le richieste formali arrivano solo da soggetti che dispongono di stipendi elevati e possono accontentarsi di finanziare circa il 50% del valore dell’immobile“.

Il 66% delle domande di mutuo è rivolta all’acquisto della prima casa, mentre solo il 6% delle richieste è destinata all’acquisto di una seconda abitazione e il 10% dei casi punta a rifinanziare un mutuo già in essere. Sulla tipologia di tasso non c’è partita: preferito è indubbiamente quello variabile (48% del campione), mentre il tasso fisso è fermo al 36%.

Tutti fattori che, per queste famiglie monoreddito, mettono al centro della questione il cosiddetto concetto di “rata sostenibile“: il reddito mensile, infatti, tolta la rata del mutuo ed eventuali altri finanziamenti deve consentire la conduzione di un normale tenore di vita e per questo i nuclei con una sola entrata mensile ottengono più difficilmente un mutuo da rimborsare con rate elevate. In più, l’età media più elevata di chi chiede un mutuo già con una famiglia da mantenere riduce la possibilità di avvalersi dei genitori come garanti.

Un’analisi, quella di Mutui.it, la quale non fa che confermare non solo e non tanto le difficoltà delle famiglie nella gestione di un bene primario come è la casa ma la difficoltà di un settore intero quale è quello dell’edilizia. Scarsi investimenti pubblici e privati, un indotto che frena, imprese artigiane che chiudono da una parte. Surplus di offerta, prezzi di mercato superiori alle capacità di spesa delle persone, stretta sui mutui dall’altra. Un settore che è stato sempre in prima linea nella ripresa dopo periodi di difficoltà economica ora non sembra avere le forze necessarie per risollevarsi. Speriamo di no: l’Italia è una repubblica fondata sul mattone.

Gea porta le donne nei CdA

Gea, società di consulenza che si occupa della diffusione del Made in Italy, ha messo a punto un programma executive dedicato alle donne imprenditrici e alle loro possibilità di carriera.

Si chiama “Donne nei CdA: rafforzare le competenze per ruoli di governance” e si rivolge alle donne che si distinguono per le loro innate doti di leadership, grazie alle quali hanno raggiunto posizioni senior e di responsabilità nelle aziende per le quali lavorano, indipendentemente dai settori di appartenenza.

Che si tratti di imprese commerciali, industriali, di servizi, o che siano società pubbliche, enti o organizzazioni, infatti, poco importa: le donne che si sono fatte strada utilizzando al meglio i loro talenti sono invitate, dopo il successo della prima edizione lo scorso maggio, alla sessione autunnale di questo programma, che prevede 6 giornate formative il venerdì e il sabato per tre settimane consecutive nei giorni 12, 13, 19, 20, 26 e 27 ottobre 2012.

La partecipazione è limitata, per permettere un interscambio il più diretto possibile tra docenti e partecipanti, ma anche per poter approfondire al meglio i temi affrontati.
A questo proposito, si parlerà di: Il consigliere non esecutivo, Corporate governance, Strategia, Organizzazione, Negoziazione, Investor relations, Performance management, Compensation, Finanza, Risk management, Legale, I cambiamenti del board e due moduli opzionali dedicati a Fare lobby e a Parlare in pubblico.

Ricordando l’entrata in vigore della legge che prevede per le società quotate in borsa una quota di genere di almeno il 20% negli organi di amministrazione e di controllo, destinata a salire al 30% nel 2015, l’appuntamento organizzato da Gea assume un’importanza ancora più rilevante.
E la terza edizione, prevista per maggio 2013, sarà rivolta anche agli uomini.

Enzo Losito Bellavigna, partner di Gea e responsabile del programma executive, ha dichiarato: “La formazione di persone senior e con posizioni executive è un tabù da sfatare anche in Italia. Il successo della prima edizione del nostro corso testimonia l’esistenza di un numero consistente di manager, imprenditrici e professioniste che hanno la consapevolezza di dover trovare occasioni adeguate di sviluppo professionale. Non è un tema solo al femminile, vale altrettanto, se non di più, anche per gli uomini. E’ il mutato contesto dei mercati che lo richiede. Chi non si adegua, si assume dei rischi”.

La sede degli incontri sarà, ancora una volta, la sede di Gea, in Corso Italia 47 a Milano, e sarà articolata in dodici moduli, strutturati come workshop interattivi che prevedono sia una componente teorica che un’esercitazione pratica su casi concreti, fornendo gli strumenti necessari da poter utilizzare nella realtà quotidiana.

Per maggiori informazioni sul corso, sui costi e i dettagli per l’iscrizione, consultare il sito Gea.it all’interno della sezione news/eventi oppure inviare un’email a: donnecda@gea.it.

Vera MORETTI

Niente “nero” in Emilia Romagna

Uno studio condotto dal Centro Studi Sintesi sull’economia sommersa, ovvero sui lavoratori “in nero” che non denunciano i loro guadagni al fisco, ha stilato una classifica delle regioni “virtuose”, ovvero dei luoghi dove i consumi sono più aderenti ai guadagni dichiarati.

Gli indicatori di benessere presi in considerazione sono sette e comprendono, ovviamente, le auto di lusso e le mega ville, e sono condensati tutti in un rapporto di ricavi e spese, risultato dei quali rappresenta la media nazionale.

Su una media di 100, dunque, le località che ottengono un punteggio superiore sono quelle in cui i consumi sono “giustificati” dai redditi, se il punteggio e’ più basso si spende mediamente più di quanto si dichiara al fisco.

La regione “regina” è l’Emilia-Romagna, che spicca sulle altre con 147 punti (media nazionale di 100), perdendone però 3 rispetto al passato. Al secondo posto c’è il Friuli Venezia Giulia, al terzo il Piemonte; sei anni fa accanto all’Emilia-Romagna c’erano la Lombardia e il Trentino Alto Adige.

Secondo la “mappa fiscale” del Paese, la provincia più fedele è invece Trieste, seguita da Milano, e Bologna che completa il podio.

Tra le province emiliane, dopo Bologna che è terza (149 punti, meno uno al confronto con un anno fa), Forli-Cesena è quarta (131, più 11), Parma ottava (126, meno quattro), Modena è undicesima (122, meno cinque), Ravenna quattordicesima (119, più otto), Reggio Emilia 19ma (116, più 15), Piacenza 24ma (115, meno 12), Ferrara 45ma (103, meno 42). Ultima, maglia nera della regione, Rimini, che si piazza al 59mo posto della classifica italiana e si ferma ad un punteggio pari a 95 e registra un meno otto rispetto al 2006.

Il commento pervenuto dalla provincia di Rimini in un comunicato è eloquente: “Questi dati ci segnalano ancora una volta la profondità del problema fiscale nel territorio riminese, anomalo anche rispetto alle aree dall’economia omogenea. Gli strumenti per intervenire non stanno sulla luna, molti stanno in capo all’esecutivo centrale, qualcuno di meno agli enti locali. Ma e’ la convinzione della priorità della ‘guerra’, come l’ha definita lo stesso Presidente Monti, l’elemento centrale di ogni strategia di contrasto”.

Positivo, invece, il commento del sindaco di Cesena Paolo Lucchi, il quale ha dichiarato: “Dopo il poco invidiabile exploit della scorsa settimana, quando la nostra provincia si è classificata al primo posto per l’aumento dei reati denunciati, questa volta la posizione alta e’ un segnale positivo, se e’ vero che l’evasione fiscale ha effetti devastanti per l’economica del nostro Paese, tanto da indurre il primo ministro Mario Monti, in genere sempre molto misurato, a parlare di un vero e proprio ‘stato di guerra’”.

Vera MORETTI

Imprese, al via la società a responsabilità limitata semplificata

Ha debuttato ieri la società a responsabilità limitata semplificata, con l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale Giustizia 138 del 23 giugno 2012 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale 189 del 14 agosto), che detta l’atto costitutivo standard della Srl semplificata (SRLS).

Ma di che cosa si tratta, precisamente? Una delle caratteristiche principali della SRLS è quella di esser priva di statuto; inoltre, il suo atto costitutivo deve coincidere con quello dettato dal DM Giustizia, non essendo consentite variazioni di alcun tipo. Ogni variazione rispetto al modello standard dovrebbe infatti avere come conseguenza la costituzione non di una SRLS ma, eventualmente, di una SRL ordinaria o di una SRL a capitale ridotto.

La SRL semplificata va costituita presso un notaio con atto pubblico. Il notaio, nel ricevere l’atto costitutivo della società a responsabilità limitata semplificata, accerta l’identità e la sussistenza delle qualità soggettive dei soci, in particolare il requisito anagrafico e la corrispondenza dell’atto costituivo al modello standard.

Ecco, in breve, le caratteristiche della SRLS:

1. Può essere costituita solo da giovani (persone fisiche) under 35 (vietata la cessione delle quote a soci che abbiano compiuto i 35 anni, è nullo l’eventuale atto di trasferimento).
2. La forma da adottare è quella dell’atto costitutivo pubblico redatto secondo il modello ministeriale.
3. La denominazione dovrà specificare che si tratta di SRL Semplificata.
4. L’amministrazione della società è in capo a uno o più soci.
5. Il capitale sociale per la costituzione varia da un minimo di 1 euro a un massimo di 9.999 euro. Deve essere versato in denaro direttamente agli amministratori della società.
6. Al compimento del 35esimo anno di età del socio, o questi esce dalla società o la SRLS si trasforma in SRL ordinaria, SRL a capitale ridotto o altro tipo di società.
7. Per la stipula dell’atto costitutivo non sono dovuti onorari al notaio.
8. L’atto costitutivo e l’iscrizione nel registro delle imprese sono esenti da imposta di bollo e da diritti di segreteria ma non sono da imposta di registro (pari a 168 euro), né dai diritti camerali di prima iscrizione (pari, mediamente, a 200 Euro) e annuali, né dai tributi per l’apertura della partita IVA, né da altre imposte e tasse. Non sono previste semplificazioni riguardo gli obblighi contabili e fiscali e il bilancio annuale.

Insomma, giovani imprenditori: fatevi sotto.

Oua: bene le task force per smaltire i processi civili

Le task force per smaltire l’enorme mole dell’arretrato civile? “Una buona soluzione“. Così commenta il presidente dell’Oua, Organismo unitario dell’Avvocatura, Maurizio de Tilla la proposta avanzata nei giorni scorsi dal ministro della Giustizia, Paola Severino.

La Severino, in un’intervista alla Stampa aveva dichiarato: “Il nostro processo civile è un malato al quale abbiamo dedicato già molte cure, ma che ha bisogno di riceverne ancora. In questi mesi abbiamo già preso decisioni importanti. Ricordo il filtro in appello: in prospettiva ci permetterà di non accumulare più arretrati. Ma occorre anche aggredire l’arretrato esistente. Abbiamo già cominciato a ragionare con le categorie interessate, intendo i magistrati e gli avvocati, sulle possibili soluzioni. L’idea è creare delle task-force da dedicare ai fascicoli pendenti da più tempo“. Task force composte “da un magistrato e due avvocati. Abbiamo fatto delle simulazioni: se applicassimo 200 persone a smaltire le cause in appello che sono in attesa di decisione da oltre tre anni, calcolando 40mila sentenze l’anno, impiegheremmo cinque anni per azzerare l’arretrato complessivo“, aveva detto il ministro.

Secondo de Tilla, quindi, l’idea è buona, “purché – avverte – questi (gli avvocati, ndr) siano all’altezza del ruolo che gli si affida“. De Tilla spiega che “vanno fissati alcuni principi di fondo: l’indipendenza, la selezione e la retribuzione. Il primo punto è che gli avvocati entrino a fare parte delle task force devono lasciare la libera professione, cioè si devono sospendere dall’Albo. Ovviamente per fare ciò – aggiunge – devono essere retribuiti adeguatamente anche sotto l’aspetto previdenziale, perché non sarebbe giusto ignorare che sono iscritti alla Cassa forense. A quel punto sarebbe scongiurato il conflitto di interessi“.

Penso – conclude de Tillache si dovrebbe fissare per legge quali cause affidare alle task force e quali al giudice spacializzato. Non procedere solo con il criterio aritmetico dei tre anni di pendenza“. Però, “il ministero deve investire sul processo telematico. Se davvero si arrivasse al fascicolo virtuale, senza più il cartaceo, avremmo in breve tempo risparmi incredibili in termini di spesa e di efficienza“.