Bando per le startup piemontesi

Per favorire la nascita di imprese innovative, la Regione Piemonte ha deciso di erogare contributi rivolte alle startup tramite la concessione di incentivi per i ricercatori, ma anche per gli aspiranti imprenditori.

Per accedere al bando, gestito da Finpiemonte in partenariato con gli incubatori universitari locali, occorre presentare la richiesta di contributi dopo aver inoltrato la domanda presso uno degli incubatori universitari pubblici ubicato sul territorio della Regione Piemonte.

Lo scopo del Progetto Sovvenzione Globale “Percorsi integrati per la creazione d’imprese innovative spin off della ricerca pubblica estesi anche alle imprese innovative che intendono avviare un’attività economica di innovazione sociale” è quello di sostenere l’imprenditorialità attraverso l’erogazione di servizi mirati a favorire lo sviluppo di nuove imprese innovative e spin-off della ricerca, attività nate attraverso gli sportelli degli incubatori.

La Regione, dunque, si occuperà di favorire l’avvio di attività di formazione e consulenza/tutoraggio nei confronti degli aspiranti imprenditori al fine di valutare l’effettiva validità dell’idea di base.
I beneficiari degli incentivi sono i ricercatori di provenienza accademica, i soggetti che propongono un progetto di innovazione sociale.

Le domande devono essere presentate attraverso l’apposita modulistica a partire dal giorno della pubblicazione del bando sul BUR Piemonte: gli incentivi saranno erogati fino ad esaurimento dei fondi previsti.

Vera MORETTI

Intesa Sanpaolo vola in Brasile

Intesa Sanpaolo sta per approdare in Brasile, e precisamente a San Paolo, con una propria banca per la clientela corporate.

E’ stata aperta una Subsidiary Bank il cui effetto sarà visibile solo nei prossimi mesi, dopo l’ottenimento della licenza di banca commerciale e banca di investimento, con l’autorizzazione ad operare in valuta locale e nel mercato dei cambi.

Si tratterà di un Banco Multiplo, secondo la definizione dell’autorità bancaria brasiliana, e svolgerà il ruolo di partner industriale a fianco delle imprese italiane e delle aziende brasiliane e internazionali attive nel Paese.

La nuova sede operativa farà parte della direzione internazionale della divisione corporate e investment banking e opererà in stretta sinergia con il network internazionale e le strutture italiane del gruppo.

Tra i settori industriali di particolare interesse, ci sono i comparti che maggiormente sono legati all’economia brasiliana, come le infrastrutture, l’oil and gas, l’energia, il settore agricolo.
La sede di San Paolo fornirà una piattaforma avanzata di prodotti e servizi mirati per supportare lo sviluppo commerciale e gli investimenti delle pmi.
In particolare, le imprese potranno avvalersi di una consulenza dedicata per il loro ingresso sul mercato brasiliano e per promuoverne le attività cross-border, come finanziamenti per l’export, assicurazione crediti ed export factoring e project finance internazionale.

Gaetano Miccichè, direttore generale e responsabile divisione corporate & investment banking di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “Il Brasile costituisce un ulteriore tassello per la nostra crescita organica a livello internazionale. Si tratta di un percorso che riteniamo imprescindibile, che ci consentirà di accompagnare le imprese sui mercati globali: da un lato per cogliere le migliori occasioni per la crescita e l’internazionalizzazione del nostro tessuto industriale, dall’altro per mettere a disposizione dei clienti locali e internazionali esperienza, professionalità e network anche in Brasile“.

Vera MORETTI

Pos obbligatorio sopra i 30 euro, batosta da 5 miliardi l’anno

L’ora X è, inevitabilmente, arrivata: da oggi scatta infatti l’obbligo per commercianti, artigiani e professionisti di accettare pagamenti con «moneta elettronica» quando l’importo supera i 30 euro, ma saranno pochi quelli che già in giornata saranno pronti. Non sono, però, previste sanzioni per gli inadempienti (!), che saranno forse introdotte in un secondo momento quando magari i costi di gestione saranno resi più abbordabili.

Ma vediamo nel dettaglio i costi: per la Cgia di Mestre con 100mila euro di movimentazione il costo annuo dovrebbe oscillare addirittura da 2.478 a 2.608 euro a seconda delle tecnologie utilizzate (semplice Pos, Pos cordless o Gsm) che al netto delle detrazioni fiscali scenderebbe poi a 1.183-1.240 euro, non proprio un’inezia… Secondo uno studio dei Consulenti del lavoro, inoltre, il canone oscilla dai 10 euro del Pos standard ai 28 del Gsm. Come se non bastasse, per ogni operazione si pagano poi 20 centesimi per la chiamata ad un numero automatico ed una commissione bancaria che in media si aggira sul 2% dell’importo transato.

Confesercenti parla di una «batosta» da 5 miliardi l’anno per le imprese tra costi di esercizio e commissioni, e di novità che «rischia anche di essere inutile» visto che «a grande maggioranza degli italiani (il 69%) non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini di pagamento». Inoltre, «così com’è configurato, l’intervento per favorire la moneta elettronica è squilibrato, poiché sposta l’intero onere dell’operazione sugli esercenti, mentre banche, poste e uffici della pubblica amministrazione continuano ad essere restii ad accettare le transazioni elettroniche».

«E’ il solito pasticcio all’italiana, una vera e propria buffonata – attacca il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Nonostante vi sia un obbligo, lo Stato non è in grado di farlo rispettare visto che non sono previste sanzioni, e i commercianti che da domani non si doteranno di Pos, non rischieranno nulla, e potranno comportarsi come meglio credono».

Jacopo MARCHESANO

Oggi partenza del progetto dedicato alle successioni europee

Si sta svolgendo oggi a Roma, presso l’Auditorium del Consiglio Notarile di Roma, la conferenza di apertura del progetto dedicato alle successioni europee dal titolo: “Towards the entry into force of the succession regulation: building future uniformity upon past divergencies”.

L’iniziativa è co-finanziata dal Programma Civil Justice dell’Unione Europea ed è realizzato dall’Università di Milano insieme con le Università di Genova, Monaco di Baviera, la Fondazione Italiana del Notariato e i notariati di Romania e Spagna.

Questo progetto di formazione è rivolto ad operatori del diritto ed accademici e si pone come obiettivo quello di contribuire all’applicazione uniforme del diritto europeo in tema di successioni ma anche la creazione di un certificato successorio europeo, attraverso l’analisi comparata della disciplina nei diversi Paesi Ue e lo scambio di best practice a livello internazionale.

All’incontro di Roma faranno seguito una serie di seminari e scambi che si terranno a Madrid, Bucarest e Monaco di Baviera, che poi culmineranno nella conferenza finale di Milano, nel marzo 2016.

La chiusura dei lavori coinciderà con la creazione di un white paper e di un practice paper per la condivisione di regole comuni in materia successioni nei diversi Stati membri a vantaggio dei cittadini europei.

La conferenza di oggi si aprirà con l’intervento di saluto di Roberto Barone, Vice Presidente Fondazione Italiana del Notariato e il discorso introduttivo di Stefania Bariatti, Ordinario di Diritto internazionale privato e processuale – Università di Milano Facoltà di Giurisprudenza. Presiederà i lavori Paolo Pasqualis, Coordinatore del Comitato Scientifico della Fondazione Italiana del Notariato.

Tra coloro che interverranno, ci sono Ilaria Queirolo, Ordinario di diritto internazionale, Università di Genova, Facoltà di Giurisprudenza; Domenico Damascelli, Notaio in Bologna; Associato di Diritto Internazionale – Università del Salento Facoltà di Scienze Sociali, Politiche e Territoriali; Alexandra Irina Danila, Notaio in Bucarest; Isidoro Calvo Vidal, Notaio in A Coruña; Ugo Friedman, Notaio in Milano; Peter Kindler, Professore di Diritto privato internazionale e Diritto comparato – Università di Monaco, Istituto di Diritto internazionale; Stefania Bariatti, Ordinario di Diritto internazionale privato e processuale – Università di Milano, Facoltà di Giurisprudenza.

Vera MORETTI

Saldi estivi: al via con scetticismo

Nonostante le previsioni non siano particolarmente ottimistiche, la settimana prossima partirà la sessione estiva dei saldi. I primi a partire saranno il Lazio, il Piemonte, la Toscana ed il Veneto che daranno il via il prossimo 5 luglio. Il 6 luglio sarà la volta della Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna, mentre il 7 luglio i saldi prenderanno il via in Abruzzo, Basilicata, Campania (con l’eccezione di Napoli che sarà la prima città ad anticiparli il 2), Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta. A Milano, Bologna, Firenze, Perugia, Cagliari e Napoli dureranno un massimo di 60 giorni, a Torino terminano dopo 8 settimane e a Roma dopo 6. Genova riduce la durata a 45 giorni, a Venezia, Ancona e Reggio Calabria finiscono il 31 agosto. Bari e Palermo invece fissano lo stop al 15 settembre.

Nel 2008, spiegano dal Codacons, la spesa complessiva delle famiglie durante gli sconti estivi di fine stagione era stata di circa 4 miliardi di euro, mentre quest’anno si attesterà attorno a 1,8 miliardi, con uno scontrino medio che non supererà i 65 euro: 2,2 miliardi di euro in meno in soli sei anni.

«Meno di una famiglia su due (il 45% circa) approfitterà dei saldi per fare qualche acquisto – prosegue il rapporto del Codacons – prestando molta più attenzione degli anni passati al fattore prezzo e confrontando i listini dei vari negozi prima di effettuare compere».

Jacopo MARCHESANO

Collaborazione tecnologica tra Italia e Corea

Tra i Paesi asiatici all’avanguardia nel settore dell’elettronica c’è la Corea del Sud, che inaugurerà una collaborazione con l’Italia per l’utilizzazione di una tecnologia digitale che le permetterà di realizzare il proprio campione nazionale di capacità elettrica, ovvero la grandezza fisica che si utilizza per “misurare” un dispositivo elettrico o elettronico.

A sviluppare questa tecnologia all’avanguardia sono stati gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim) di Torino.
Il loro sistema di ponti digitali d’impedenza ha un’importanza fondamentale per l’accuratezza delle misure in ambito industriale e presenta numerosi vantaggi che hanno attirato l’attenzione del Korea Reasearch Institute of Standards and Science (Kriss).

I sistemi tradizionali che servono a determinare il farad (l’unità di misura della capacità elettrica) sono infatti circuiti dispendiosi e di grandi dimensioni, il cui funzionamento richiede la costante presenza di operatori altamente specializzati. Quella dell’Inrim è invece una tecnologia a basso costo, compatta, maneggevole e automatica, basata su tecniche digitali, in grado di assicurare gli stessi livelli di accuratezza dei sistemi classici.

Massimo Inguscio, presidente dell’Inrim, ha dichiarato: “I bassi costi del nostro sistema consentono la realizzazione del farad anche ai laboratori metrologici che non possono permettersi i sistemi tradizionali. Si progredisce così nell’opera di disseminazione dei campioni delle unità di misura e si amplia e si rafforza la rete di istituti metrologici del mondo”.

E’ stato inoltre inaugurato un nuovo filone di ricerca, tema del progetto AimQuTE, di recente approvazione da parte della Comunità Europea, per il quale Inguscio ha aggiunto: “Si perseguono così gli obiettivi fissati dall’articolo 185 del trattato dell’Unione Europea che mira all’integrazione dei programmi di ricerca europei, razionalizzando gli sforzi delle varie nazioni e guidandole verso obiettivi comuni“.

Vera MORETTI

Decreto Irpef, c’è l’ok definitivo

La Camera ha dato l’ok definitivo al disegno di legge che riguarda la conversione, con modificazioni, del decreto legge del aprile 2014, n. 66, recante Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale.

L’approvazione è stata data lo scorso 18 giugno, ed il Senato ha già dato il via libera.

Il decreto legge Irpef è relativo alle deleghe al Governo per il completamento della revisione della struttura del bilancio dello Stato, per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, nonché per l’adozione di un testo unico in materia di contabilità di Stato e di tesoreria.

Vera MORETTI

In Toscana, agevolazioni per le micro e piccole imprese

Sono state approvate, dalla Giunta della Regione Toscana, due nuove delibere delle quali beneficeranno le imprese regionali che desiderano investire in innovazione.

Si tratta di attivazione di garanzie per l’accesso al credito e di nuovi finanziamenti rimborsabili.

A presentate l’iniziativa è stato Gianfranco Simoncini, assessore alle Attività produttive della Regione Toscana: “Stiamo ridisegnando gli strumenti di ingegneria finanziaria per sostenere, attraverso l’accesso al credito, quegli investimenti che sono indispensabili al sistema produttivo toscano, alla sua crescita e al suo posizionamento competitivo sui mercati interni e internazionali. Con questi strumenti, che utilizzano le risorse del Fesr ma anche risorse regionali, rientri delle imprese su fondi rotativi e disponibilità giacenti su vecchi fondi chiusi, puntiamo in particolare al trasferimento tecnologico, all’innovazione, agli investimenti in ricerca e sviluppo e alle start up d’impresa“.

In concreto, la Regione erogherà prestiti a tasso zero alle micro, piccole e medie imprese di tutti i settori manifatturieri e di tutte le dimensioni, finanziamenti mirati a potenziare gli investimenti innovativi.

Il nuovo fondo di garanzia è finalizzato a sostenere gli investimenti delle imprese operative nei settori dell’artigianato, industria, cooperazione, favorendo anche l’imprenditoria femminile giovanile e i lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali.

Vera MORETTI

Thun, il franchising degli articoli regalo

Tra i marchi che non hanno bisogno di presentazioni, e che sono attivi nel franchising in Italia, c’è anche Thun, brand che si occupa di articoli regalo, bomboniere e bijoux.

Thun è presente su territorio nazionale dal 2003 con 29 punti vendita diretti e ben 284 in franchising, ma è alla ricerca di nuovi franchisee da avviare a questa nuova attività.

La superficie ideale per aprire un nuovo negozio è di 50-60 mq, che sia ubicato in zone centrali di grande passaggio o in centri commerciali.

L’investimento iniziale richiesto è di 100.000 euro, senza alcun diritto di entrata né canoni periodici da corrispondere.
Per quanto riguarda l’esperienza pregressa, non è richiesta, poiché è prevista una formazione iniziale di tre giorni.

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito Thun.

Veneto: in calo il numero di lavoratori irregolari

Una buona notizia arriva dal Veneto e fa ben sperare che possa espandersi anche in altre regioni.

Tramite l’Ufficio Studi della Cgia, infatti, è emerso che nel Veneto è stato registrato un forte calo del numero dei lavoratori in nero, nel periodo tra il 2007 e il 2012.
La diminuzione dei lavoratori irregolari è del 9,7%, pari a 19.500, che ha contribuito a far scendere l’esercito dei lavoratori in nero a 181.000 unità nell’intera regione.
Nel Nordest è stato registrato un calo pari a 30.900 unità, pari a 10.1%.

Giuseppe Bortolussi ha commentato a proposito: “La crisi ha tagliato drasticamente la disponibilità di spesa delle famiglie venete. Pertanto, anche per le piccole manutenzioni, per i lavori di giardinaggio o per le riparazioni domestiche non si ricorre nemmeno più al dopolavorista o all’abusivo. Questi piccoli lavori o non vengono più eseguiti, oppure si sbrigano in casa. In questi anni, infatti, abbiamo assistito ad un vero e proprio boom del cosiddetto fai da te casalingo: di persone che di fronte ad un guasto o a una rottura si sono messe a fare l’idraulico, l’elettricista, il fabbro o il falegname. Certo, non tutti i settori hanno subito una contrazione della presenza degli abusivi. In quello della cura alla persona (parrucchieri, estetiste, massaggiatori, etc.), tra i dipintori, nel settore della riparazione auto e nel trasporto persone l’aumento degli irregolari è stato molto preoccupante. Senza voler colpevolizzare nessuno ricordo che oltre il 40% dei lavoratori in nero, del valore aggiunto prodotto dall’economia sommersa e del gettito di imposta evasa, sono riconducibili alle Regioni del Mezzogiorno, mentre il Nordest, in passato additato come un’area ad alta vocazione al sommerso, è la macro area meno interessata da questo fenomeno“.

Vera MORETTI