Chiarimenti sull’APE volontaria da parte di Inps

Relativamente alle principali agevolazioni fiscali che riguardano l’anticipo pensionistico, è bene sapere che l’APE volontaria è esentasse, poiché non concorre a formare il reddito IRPEF.
Viene riconosciuto a lavoratori che abbiano alcuni particolari requisiti, e che viene restituito con rate ventennali applicate sull’assegno previdenziale.

Sugli interessi del finanziamento e sull’assicurazione c’è un credito d’imposta annuo del 50% dell’importo, pari ad un ventesimo degli interessi e dei premi assicurativi pattuiti nei relativi contratti.
Anche questo credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito IRPEF, ed è riconosciuto dall’INPS per l’intero importo, a partire dal primo pagamento della pensione.

L’INPS agisce come sostituto d’imposta, ciò significa che applica automaticamente l’agevolazione sulle rate mensili che si applicano alla pensione, rivalendosi poi sulle ritenute da versare al Fisco. In pratica, a partire dalla prima rata applicata sulla pensione come restituzione del prestito, viene versato il 50% degli interessi e del premio assicurativo, calcolato sulla base degli importi totali comunicati dall’istituto finanziatore con il piano di ammortamento e dall’impresa assicurativa.

Infine, all’APE si applicano tutte le agevolazioni fiscali per il settore del credito previste dagli articoli da 15 a 22 del Dpr 601/1973.

Vera MORETTI

Piemonte: le imprese di servizi superano il commercio

La situazione economica e finanziaria dell’Italia non sempre corrisponde a quella che caratterizza le regioni che la compongono.
Ad esempio, il Piemonte, se da una parte ha confermato che la crisi sta spingendo sul freno, dall’altra non può ancora dire che si sia verificata una inversione di tendenza.

Questo scenario è stato confermato da un’analisi condotta dalla Camera di Commercio di Torino, che si è in particolare soffermata sulla situazione del capoluogo piemontese e della sua provincia e si è basata sulle iscrizioni e cancellazioni registrate nel 2017.

Il trend non ha ancora cambiato rotta definitivamente, tanto che, a fine anno, e per il settimo anno consecutivo, si è verificata una diminuzione numerica di 848 unità, per un totale, a fine 2017, di 22.459 imprese.

La notizia positiva è che, rispetto al 2016, le perdite si sono dimezzate, mentre si è stabilizzato il tasso di sopravvivenza a un anno dall’apertura, dell’88%, in miglioramento a tre anni (dal 66,8% al 68%).

Ciò che emerge da questi dati è che, per la prima volta, i servizi alle imprese, grazie ad una crescita dello 0,2%, hanno sorpassato il commercio, che invece è sceso dello 0,8%. Parlando di numeri, le prime sono 56.144 e le seconde 55.759.
Si consolida inoltre il numero delle imprese guidate da donne, +0,31%, con più della metà di loro che sono ultracinquantenni.
In sofferenza le aziende guidate da giovani, poiché sono 615 in meno rispetto a un anno fa. Continua il boom delle imprese guidate da stranieri, +3.8%, l’11% del totale.

Vera MORETTI

Le idee del Cup per aiutare il Paese

Il Cup, Comitato unitario delle professioni, ha emanato, tramite la sua Alleanza Professionisti, una serie di idee utili per modernizzare il Paese, che sono state già presentate a Roma in occasione di un convegno e che verranno presto inviate al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Vediamo nel dettaglio quali sono le idee contenute nel documento redatto dal Cup:

Garantire la salute e il benessere dei cittadini.
Nel documento si legge: “Nonostante il Legislatore abbia avviato in questi anni numerose politiche di inclusione, protezione sociale e sostegno nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, c’è ancora molto da fare per garantire la salute e il benessere dei cittadini. Le eterogenee modalità di erogazione di servizi e prestazioni, differenziati a seconda delle diverse fasce di target della popolazione, non genera un sistema di welfare sempre efficace”.
Questo significa che ai professionisti servono azioni finalizzate a uniformare i servizi a loro necessari e ad assicurarne l’accesso in tempi brevi.

Una giustizia lenta è un’ingiustizia.
Uno degli annosi problemi dell’Italia riguarda sicuramente i ritardi dei procedimenti giudiziari, che si verificano in particolare in ambito civile.
L’Alleanza propone, a questo proposito, il rilancio di alcuni istituti che potrebbero semplificare l’azione giudiziaria, garantendo così che la legalità faccia il suo corso in tempi brevi. Importanti sono la mediazione e la rivisitazione del sistema successorio, eventualmente ricorrendo ad una riforma.

Più servizi pubblici di qualità: la sussidiarietà per rendere efficiente la pubblica amministrazione.
Altro cruccio del nostro Paese, le procedure lente e macchinose della pubblica amministrazione, che andrebbero sveltite ma anche rese più efficaci. A tal proposito, occorrerebbe dare seguito a quanto detto in materia di sussidiarietà tra Stato e professionisti: “La funzione sussidiaria dei professionisti ordinistici non deve e non può essere intesa come la sostituzione di soggetti privati all’azione pubblica, ma come un’azione di supporto allo Stato e di recupero di efficienza della pubblica amministrazione”.

Allargare la base occupazionale, incentivare il lavoro, rafforzare i sistemi di previdenza per i lavoratori.
L’Italia ha un tasso di occupazione che, fermo al 61,6%, è lontana dalle percentuali degli altri paesi europei. Ad esempio, in Germania il tasso di occupazione è pari al 78,6%, in Gran Bretagna al 77,5%, in Francia al 70%.
Occorre, dunque, agire rapidamente sostenendo le giovani generazioni, valorizzando le competenze professionali, creando strumenti che rendano più competitivo il lavoro senza trasformarsi in ulteriori incombenze per imprese e lavoratori. L’Italia deve proseguire nell’attuazione di politiche che incentivino l’ingresso e la permanenza nel mercato del lavoro attraverso sgravi fiscali e contributivi per le imprese e l’ulteriore riduzione del cuneo fiscale nel caso del lavoro dipendente”.

Un nuovo ciclo degli investimenti per una crescita equa, inclusiva e sostenibile.
L’inversione del ciclo degli investimenti registrata dal 2013 e l’incremento della spesa complessiva sono i punti da cui ripartire per immaginare uno sviluppo equo, inclusivo e sostenibile, che faccia perno sull’uso razionale ed efficiente delle risorse disponibili. A questi due fattori si deve aggiunge un processo di razionalizzazione della spesa pubblica, che elimini gli sprechi, identificando nel contempo gli ambiti strategici di intervento pubblico e privato. Lo Stato dovrà pianificare i propri investimenti orientandoli al miglioramento della qualità della vita, al rispetto del territorio e dell’ambiente, alla creazione di nuova e migliore occupazione, al sostegno di chi si trova, o rischia di trovarsi, in condizioni di marginalità economica e sociale”.
Gli ambiti di intervento riguardano: la salvaguardia, la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente; la realizzazione di infrastrutture sostenibili; le smart cities e la rigenerazione urbana; la diffusione dell’economia circolare; il sostegno alla ricerca e la diffusione di tecnologie innovative; l’utilizzo di nuove fonti energetiche; il rafforzamento del Piano Industria 4.0 e di un terziario di nuova generazione a crescente valore aggiunto.

Attuare la rivoluzione digitale per il Paese.
Si auspica, pertanto l’introduzione nel nostro ordinamento del diritto universale alla connessione in modo che possa essere sancito e garantito l’accesso al web su tutto il territorio nazionale, a costi uniformi e senza alcuna distinzione territoriale. Occorre rendere realmente disponibile a cittadini, istituzioni, imprese e professionisti il patrimonio di dati di cui dispone la P.a. sotto forma di ‘Open Data’, superando gli ostacoli di tipo tecnico, normativo, ma anche le resistenze politiche”.

Una formazione di qualità.
La formazione iniziale dovrebbe essere caratterizzata da percorsi formativi meglio identificati e soprattutto frutto di progettazione condivisa con il sistema economico. Le imprese e gli studi professionali possono diventare organizzazioni educative in grado di offrire, per quanto possibile, una combinazione di lavoro, apprendimento, ricerca e progettazione che può generare elevato valore aggiunto. Anche in tema di ricerca -spiegano i professionisti- è auspicabile un nuovo approccio, frutto di un consolidato raccordo università-impresa-broker dell’innovazione incentrato su incubatori aperti di saperi e conoscenze e su partenariati finalizzati al trasferimento tecnologico e alla costruzione circolare di competenze altamente professionalizzanti. In questa prospettiva, i professionisti sono in grado, come già dimostrato in passato, di fungere da broker dell’innovazione, ovvero da veicoli di know-how e capacità innovativa di elevato livello e in questo senso il sistema delle professioni intende mettersi a disposizione del Paese. Diventa imprescindibile il ricorso alla formazione continua, che deve diventare una reale opportunità per lavoratori e professionisti”.

Valorizzare e tutelare il patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale per nuovi percorsi di crescita.
E’ necessario investire maggiormente e sviluppare un patrimonio scientifico e culturale condiviso tra le diverse figure professionali che si occupano, a diverso titolo, di tutelare e valorizzare le diverse forme di capitale naturale e culturale di cui il Paese dispone. Va inoltre incentivata l’integrazione e coprogettazione tra figure professionali con esperienza e competenza nel settore ambientale, sociale ed economico/giuridico al fine di garantire la corretta ed efficace gestione e pianificazione ambientale. E’ necessario che i professionisti operanti, sia in ambito pubblico che privato, nella gestione delle problematiche ambientali siano formati, informati e aggiornati sull’evoluzione delle politiche, delle tecnologie e delle normative ambientali, paesaggistiche, forestali ed agroalimentari Non appare più rinviabile l’avvio di un processo di digitalizzazione delle informazioni (censimento, studio, realizzazione di un data base georeferenziato contenente le informazioni sul territorio e normalizzazione dei dati) e di promozione di certificazioni di qualità che facilitino anche il dialogo tra istituzioni, professionisti e cittadini”.

Rigenerare le città, curare le periferie urbane, valorizzare e tutelare il patrimonio edilizio per una migliore qualità della vita.
Si dovrebbe, secondo l’Alleanza, investire maggiormente in interventi di rigenerazione urbana attraverso un’unica regia che possa definire chiaramente gli obiettivi. Per farlo, occorre ovviamente avere la corretta idea del patrimonio edilizio esistente, senza la quale è impossibile avviare politiche mirate.

Gestione del rischio, gestione della sicurezza, tutela della salute.
Nonostante l’Italia sia un Paese a rischio di calamità naturali, “va constatato come il Paese sconti l’assenza di una gestione integrata del rischio, inteso solo nella sua dimensione emergenziale e non ordinaria; la carenza di una cultura manutentiva così come di un’educazione alla sicurezza che, a partire dalla scuola, consenta di creare quel sostrato di conoscenza e attenzione diffusa necessaria a favorire comportamenti orientati alla prevenzione”.

Modernizzare la rappresentanza degli interessi, rendere più efficiente ed efficace il ruolo degli Ordini professionali.
Da tempo si dibatte di crisi dei corpi intermedi e di ridefinizione del ruolo della rappresentanza. In questo contesto, il sistema degli Ordini professionali non intende esentarsi da una riflessione sul proprio ruolo, sulle proprie finalità e su come attivare, al proprio interno, un processo di modernizzazione e di maggiore efficienza, contribuendo così alla costruzione di nuovi percorsi di crescita. Gli Ordini professionali vanno interpretati, o meglio, reinterpretati come portatori di interessi diffusi, la cui azione parte dalla tutela delle singole categorie professionali per arrivare a coprire lo spettro ampio dell’interesse generale, in ogni suo ambito, sia pubblico che privato. Ciascun Ordine è portatore di competenze specifiche, che possono essere utilizzate nei diversi campi in cui il Paese ha in programma di progettare nuovi interventi e di generare più efficienza. A questo scopo, continuano i professionisti, appare essenziale mantenere lo status giuridico di ‘enti pubblici’, che non gravano sul bilancio dello Stato, e pensare a una riorganizzazione del sistema ordinistico con strutture integrate che conducano alla individuazione di un soggetto unitario di rappresentanza”.

Vera MORETTI

Cooperazione vincente tra Commissione Europea e Argentina

Il 2017 è stato sicuramente un anno proficuo per quanto riguarda la cooperazione tra Unioncamere e la Camera di Commercio Argentina.
Nell’ambito, infatti, del progetto Plataforma Mipymes AL CAC 5.0, promosso dalla Cámara Argentina de Comercio (Cac) in collaborazione con la Corporación Ambiental Empresaria de Colombia, Unioncamere ne era il referente europeo, con l’obiettivo, tra gli altri, di promuovere l’internazionalizzazione, la produttività e la collaborazione tra MPMI.

Gli interventi hanno riguardato le attività di alcuni gruppi di lavoro con le aziende argentine, per fornire assistenza tecnica su come tutelare la proprietà industriale, ma anche come migliorare i processi di organizzazione interna e impiego delle risorse umane, come strutturare la commercializzazione dei prodotti aziendali, come attrarre investitori e dare vita ad alleanze strategiche.

In altri, casi, hanno cooperato aziende appartenenti al settore delle energie rinnovabili. In questo caso, Unioncamere ha voluto sostenere le politiche di intervento di sistema promuovendo la partecipazione delle imprese assistite alla missione di sistema italiana in Argentina per il settore Energia.
La missione, svoltasi nel dicembre scorso, è stata promossa dai ministeri degli Affari esteri e Cooperazione internazionale e dello Sviluppo economico.

Il turismo ha avuto, ovviamente, il suo ampio spazio, ad esempio con l’iniziativa Discover Emilia Romagna, che ha permesso alle imprese argentine di venire in Italia per uno scambio di informazioni e di esperienze. In Argentina, inoltre, sono state organizzate giornate di lavoro dedicate alla destinazione turistica romagnola.

Un’altra azione nell’ambito della “Plataforma Mipymes AL CAC 5.0” è stata rivolta nel corso del 2017 alle imprese del settore ottico: in questo caso, focus puntato sulle aziende messicane, interessate a consolidare la loro presenza sul mercato latinoamericano, attraverso un’accorta analisi dei fattori competitivi, ma anche l’utilizzo di sistemi di CRM e sviluppo di relazioni imprenditoriali con controparti estere.

Vera MORETTI

Made in Italy 2.0 2.0: appuntamento a New York

Giornata importante per le startup Made in Italy, che oggi saranno protagoniste a New York della tappa del tour mondiale Made in Italy 2.0 2.0 di iStarter, acceleratore italiano con sede a Londra.

Cosa accadrà dunque oggi? A partire dalle 14, presso il Grand Central Tech, polo di eccellenza del settore tecnologico e innovativo della Grande Mela, un gruppo selezionato di startup italiane potranno presentare i loro progetti davanti ad investitori internazionali, e non solo americani.

Antonio Chiarello, amministratore delegato di iStarter, ha spiegato così questo importante progetto: “La mission di questa tappa americana è sicuramente mettere a confronto i migliori prodotti digitali italiani con la patria delle web-company mondiali e della Silicon Valley. Come diciamo da tempo, crediamo fortemente che i tempi siano maturi per investire nel nostro digitale: l’Italia non è solo cibo, moda e design, settori in cui sicuramente primeggiamo, ma, come dimostra la schiera di startup selezionate per New York, spaziamo dal Digital Health al Fintech alla Gamification con risultati a dir poco ottimi”.

Ecco le startup finaliste di oggi:

  • Amicomed: il primo servizio totalmente digitale e automatizzato di gestione della pressione arteriosa
  • Armadio: negozio online che offre accessori di moda italiani, unici e certificati. Si tratta di un’azienda tutta italiana che ha la sua sede operativa a New York, e che offre ai suoi consumatori la possibilità di fare shopping in Italia pur mantenendo la distanza di un oceano. Questo è possibile perché la compagnia ha contatti e relazioni commerciali con i maggiori bottegai e pellettieri italiani, e di fatto ha creato un canale di esportazione che permette agli artigiani italiani di approdare direttamente dai consumatori negli Stati Uniti.
  • Bidoo è la piattaforma di Shopping gamificata leader in Europa. Permette di acquistare prodotti scontati fino al 99% in modo divertente. Attualmente ha 1,4 Milioni di utenti registrati sulla piattaforma e lo scorso mese ha ricevuto 2,4 Milioni di visite sul sito
  • Bidtotrip: famoso sito di aste online dedicate a viaggi di lusso
  • Competitoor: è lo strumento B2B che consente a brand ed etailer di tenere traccia dei prezzi della concorrenza
  • dantelabs: compagnia che sta rendendo i test genomici avanzati accessibili a tutti, dando alle persone la possibilità di conoscere e approfondire le proprie informazioni genetiche
  • Desmotec: azienda italiana leader nelle tecnologie per l’allenamento isoinerziale, la preparazione atletica e la riabilitazione. Nasce da una lunga collaborazione tra allenatori di livello mondiale, atleti professionisti, medici, fisioterapisti ed imprenditori che credono fortemente nel settore
  • Evensi: un motore di ricerca geolocalizzato dedicato agli eventi. Su Evensi vengono consigliati all’utente gli eventi più rilevanti in base al luogo in cui si trova e ai suoi interessi
  • Orwell: partner ufficiale di Che Banca! per il 2017/2018, questa piattaforma di Cash Management ha sviluppato un esclusivo sistema di gestione della liquidità, un modello bancario senza confini e una tecnologia di pagamento rivoluzionaria.
  • Wearable Robotics: compagnia che progetta, sviluppa, produce e commercializza dispositivi robotici portatili avanzati, eventualmente integrati con sistemi di realtà virtuale

Vera MORETTI

Pmi proiettate verso l’estero grazie a ConfExport

Le piccole e medie imprese sono in grado di farsi sentire non solo in Italia, dove rappresentano il tessuto stesso dell’economia nostrana, ma anche all’estero, grazie ad un considerevole aumento dell’esportazione.

Nel 2017, infatti, le pmi italiane hanno venduto prodotti per un valore di 122 miliardi, con un aumento del 5% rispetto al 2016.

A supporto delle imprese che, dunque, desiderano farsi conoscere anche fuori dalle mura domestiche, c’è anche ConfExport, società che fa parte di Confartigianato specializzata a promuovere l’internazionalizzazione delle imprese.

Lo scorso anno sono state organizzate molte iniziative per favorire l’export, anche in collaborazione con Ice Agenzia, con il coinvolgimento di 682 imprese, che hanno potuto partecipare, ad esempio, alle maggiori fiere internazionali ed incontrare buyers stranieri in Italia, ma anche approfittare di attività di formazione e finanziamento delle imprese.

Il 2018 si apre con molti progetti nuovi, che interesseranno città come Tokio, Dubai, Parigi, ma anche Miami e Milano, ovvero alcune delle metropoli che sono tra le più prestigiose per il commercio mondiale.

Andando nel dettaglio, Tokio e New York ospiteranno Interior Lifestyle con il meglio dei complementi d’arredo, mentre a Dubai e Miami ci sarà, sempre per il settore dell’arredamento, Italian Luxury Interiors.

Milano si conferma capitale della moda con le 4 edizioni di White, con il Micam e Sì Sposa Italia. E ancora, il palcoscenico della Bit, la Borsa Internazionale del turismo, ha appena ospitato a Milano le nostre aziende del settore alimentare, in attesa di Tuttofood previsto agli inizi di maggio.
Mentre a marzo sarà la volta della meccanica al Mecspe di Parma.

Si tratta solo di alcuni esempi, che si intensificheranno grazie all’accordo siglato tra il salone White di Milano e ConfExport, che ora punta ad altre collaborazioni, questa volta con Fiera Milano e con le Fiere di Rimini e di Vicenza.

Vera MORETTI

Italiani più consapevoli contro il falso Made in Italy

Coldiretti ha dato il via alla petizione #stopcibofalso contro il falso Made in Italy che, purtroppo, spopola sugli scaffali dei supermercati, soprattutto esteri.

Fortunatamente, però, ultimamente gli italiani dimostrano di avere una nuova consapevolezza nei confronti dell’importanza della qualità dei prodotti che acquistano e consumano, ma anche della tutela del Made in Italy, che va difeso contro ogni contraffazione.

A dimostrazione di questa tendenza, quasi due terzi degli italiani sono disposti a pagare anche il 20% in più per essere sicuri di portare in tavola prodotti davvero provenienti dal Belpaese e senza contaminazioni estere.
Come conseguenza, il mercato dei prodotti patriottici, che riportano sulle confezioni la Bandiera Italiana e la scritta Product of Italy, è aumentato del 2,2%.

In particolare, sono aumentati i consumi di prodotti con certificazione di origine Doc/Docg e Dop/Igp.

Questa la nota di Coldiretti: “Per tutelare questo mercato dai troppi inganni nei suoi ultimi interventi l’Autorità Garante della concorrenza ha contestato tra l’altro la presenza della bandiera italiana e della scritta ‘Product of Italy’ su vasetti di Pomodori secchi a filetti e di Frutti del cappero provenienti rispettivamente da Turchia e Marocco perché in entrambe le etichette la presenza di bandiere e di scritte sull’italianità dei prodotti poteva indurre i consumatori a pensare che le conserve fossero preparate con verdure coltivate in Italia, ma la bandiera italiana è stata rimossa anche da tutte le conserve di un’altra azienda che produce ‘Spicchi di carciofi in olio di girasole’ perché nonostante la dicitura ‘Prodotto e confezionato in Italia’ la materia prima risultava importata dall’Egitto”.

Per difendere ancora di più il Made in Italy dalle contraffazioni, dalla commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso da Coldiretti, sono arrivate proposte di riforma dei reati alimentari, che si spera vengano approvate dal Consiglio dei Ministri.

Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, ha dichiarato: “Il primato italiano nella qualità e nella sicurezza alimentare conquistato grazie all’impegno degli agricoltori e ad una attività di controllo senza uguali nel mondo va difeso di quanti cercano di sfruttare impropriamente il valore aggiunto creato con l’inganno e le speculazioni. L’agricoltura italiana è la più green d’Europa con il maggior numero di prodotti a denominazione di origine Dop/Igp (293), la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico (quasi 60mila), ma anche con la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati”.

Vera MORETTI

SOS Recensioni, servizio per gli associati Fipe

TripAdvisor è spesso al centro delle polemiche per quanto riguarda recensioni non troppo veritiere e eccessivamente impietose su hotel e ristoranti.

Per questo motivo, arriva un valido ed importante sostegno in soccorso degli associati a Fipe, che dovrebbe risolvere le problematiche che ne derivano e che dovrebbe supportare la gestione di recensioni sospette o tentativi di vendita di recensioni che arrivano dalle società di ottimizzazione.

Si tratta di SOS Recensioni, rivolto a tutte le associazioni appartenenti a Fipe e realizzato da TripAdvisor, che parte da un indirizzo di posta elettronica dedicato in via esclusiva al sistema della Federazione. Con questo sistema, infatti, le Associazioni territoriali potranno aiutare il proprio associato nella gestione di situazioni che necessitano di un supporto aggiuntivo oltre a quello che deriva dall’utilizzo di TripAdvisor.

Aldo Mario Cursano, vice presidente vicario di Fipe e presidente di Fipe Toscana, ha dichiarato: “Ringraziamo TripAdvisor per aver deciso di mettere a disposizione dei nostri associati questo ulteriore strumento di supporto perché dimostra quanto TripAdvisor creda nella partnership con la nostra Federazione. Sapere di avere a disposizione uno strumento ulteriore di dialogo diretto con lo staff di TripAdvisor è per le nostre Associazioni una garanzia per gestire nel miglior modo le problematiche che i ristoratori riscontrano online. L’obiettivo finale è sempre offrire ai clienti un servizio migliore e quanto più trasparente possibile”.

Il sistema sarà ad uso esclusivo delle Associazioni di riferimento e non potrà essere utilizzato dal singolo ristoratore.
L’Associazione di riferimento, chiamata in causa dal ristoratore che avrà segnalato la problematica, invierà allo sportello SOS Recensioni una comunicazione con la quale verrà descritto il problema nel dettaglio.
Sarà poi cura di un incaricato TripAdvisor gestire al meglio la problematica ed inviare all’associato una risposta personalizzata.

Vera MORETTI

Chiarimenti sulla tassazione degli indennizzi nei contratti di prossimità

L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione 16/2018, ha deciso di fare chiarezza circa la corretta tassazione degli indennizzi in caso di contratti di prossimità, con la precisazione che devono essere tassati se sostitutivi di reddito.

Il riferimento è al regime impositivo delle somme corrisposte ai lavoratori dipendenti in base alle specifiche intese disciplinate dal Dl 138/2011, ovvero percepite a titolo di indennizzo in esecuzione dei contratti collettivi di prossimità.

Nell’ambito dei contratti collettivi di lavoro, che siano sottoscritti a livello aziendale o territoriale dalle associazioni del lavoratori più rappresentative, sia prevista la possibilità di stipulare dei contratti di prossimità, ovvero specifiche intese volte a perseguire alcuni determinanti obiettivi:

  • maggiore occupazione
  • qualità dei contratti di lavoro
  • adozione di forme di partecipazione dei lavoratori
  • emersione del lavoro irregolare
  • incrementi di competitività e di salario
  • gestione delle crisi aziendali e occupazionali
  • investimenti e avvio di nuove attività.

Questi contratti sono caratterizzati dalla possibilità di deroga dalle disposizioni di legge che disciplinano le materie oggetto delle intese e dalle relative previsioni dei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), entro determinati limiti previsti dal legislatore.
Nello specifico, i contratti collettivi di prossimità possono derogare alle disposizioni di legge o ai contratti collettivi soltanto nell’ambito delle materie tassativamente elencate nel comma 2 dell’articolo 8, tra le quali non è inclusa la normativa fiscale.

Con questa risoluzione, l’Agenzia delle Entrate chiarisce inoltre che, non essendo prevista alcuna deroga alla normativa fiscale, va tassato l’indennizzo erogato in esecuzione dei contratti collettivi di prossimità: tali indennità vanno assoggettate alla ordinaria disciplina prevista dal TUIR per la determinazione del reddito di lavoro dipendente, secondo cui il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro.

Il TUIR prevede inoltre, ricordano le Entrate, che i proventi conseguiti in sostituzione di redditi e le indennità conseguite a titolo di risarcimento di danni consistenti nella perdita di redditi, esclusi quelli dipendenti da invalidità permanente o da morte, costituiscono redditi della stessa categoria di quelli sostituiti o perduti.

L’indennizzo va tassato nel caso in cui abbia la funzione di compensare un mancato guadagno o, nel caso si trattasse di lavoro dipendente, le somme corrisposte al lavoratore, in quanto sostitutive di reddito, mentre non va tassato se ha funzione di reintegrazione patrimoniale in presenza di un danno emergente.

Vera MORETTI

Fintech Credito, progetto per l’accesso al credito alle pmi

E’ stato siglato un protocollo d’intesa tra Giuseppe Capanna, il direttore generale di Confesercenti Nazionale, e Pietro D’Anzi, amministratore delegato e direttore generale di Banca Progetto, in termini di accesso al credito.

Obiettivo di questo accordo, infatti, che vede la creazione del progetto innovativo che ha preso il nome di Fintech Credito, è agevolare l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese che appartengono ai settori di commercio, turismo e servizi.

Uniti, dunque, Confesercenti e Banca Progetto daranno vita a un Marketplace finanziario che aiuterà le piccole e medie imprese a individuare prodotti finanziari e assicurativi che possano rispondere al meglio alle proprie esigenze.

Il progetto vuole quindi rappresentare uno strumento che possa colmare il gap tra domanda e offerta di credito, che potrà dunque garantire alle aziende servizi di formazione, consulenza, prodotti di factoring dei crediti delle PMI verso le Pubbliche Amministrazioni, strumenti tecnologici per la conclusione a distanza di contratti bancari, finanziari, assicurativi e di altri servizi accessori.

L’accordo si inserisce nel processo di digitalizzazione della rete distributiva iniziato da Confesercenti che vede tra i suoi punti cardine proprio la creazione di un modello di servizio che possa dare valore e distintività alle aziende associate.

Vera MORETTI