Imu e Tari, possibile sconto fino al 5% su importi da mille euro

Imu e tari c’è un possibile sconto del 5% sull’importo da versare fino a mille euro. Ecco chi ha ne ha diritto e come funziona lo sconto sulle due imposte.

Imu e tari, cosa sono le due imposte

L’imu e tari sono due imposte che devono essere pagate in quanto proprietari e utilizzatore di beni immobili. In particolare l’Imu è l’imposta municipale unico o imposta municipale propria. E’ un contributo del sistema tributario italiano, che si applica sul possesso dell’immobile. La pagano tutti i proprietari di immobili in maniera diretta ed è di tipo patrimoniale, essendo applicato sul componente immobiliare del patrimonio.

Mentre la tari è la tassa relativa alla gestione dei rifiuti in Italia, destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore. Inoltre è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi. Per entrambe le tasse sono previste comunque delle novità, con sconti sui versamenti.

Imu e tari, arriva lo sconto del 5%

Il Governo Meloni punta a delle semplificazioni, soprattutto nel campo delle imposte da versare. Secondo questo principio arriva la prima importante novità. Infatti è possibile compensare i crediti/debiti attraverso il modello F24 tra tributi dello stesso ente locale. Entrambe le imposte Imu e Tari vengono versate al comune in cui ha luogo l’immobile in possesso.

La seconda novità riguarda la possibilità di addebito diretto delle imposte locali sul conto corrente. Per i contribuenti che lo permetteranno, si pensa ad applicare uno sconto al contribuente del 5% fino a un massimo di 1.000 euro. Quindi nel caso in cui il comune possa addebitare direttamente sul conto corrente del contribuente le imposte da versare, questa darebbe diritto ad uno sconto del 5% sull’importo da versare. Tale accredito però non può superare le mille euro.

L’importanza delle compensazione

Ad oggi è possibile indicare sull’F24 i codici di due tributi diversi dello stesso ente, ma solo a debito. Invece se tale provvedimento dovesse essere approvato sarà permessa la compensazione tra tributi con un duplice effetto. La prima è che il contribuente, qualora avesse un credito, andrebbe a pagare solo la differenza tra crediti e debiti. Quindi l’esborso monetario potrebbe essere minore.

Tuttavia c’è anche un altro effetto, gli impiegati degli uffici comunali potrebbero snellire il proprio lavoro. Ma basterebbe solo usare il modello F24 per regolare la propria posizione. Infine le operazioni congiunte di compensazione ed addebito sul conto corrente si trasformerà in un’entrata sicura per il comune. Potrebbe quindi essere la soluzione migliore per tutti, soprattutto per i contribuenti che si troverebbero uno sconto del 5% direttamente applicato.

 

 

 

 

Fermo amministrativo auto, perché arriva in questi giorni?

Molti contribuenti in questi giorni stanno ricevendo, o riceveranno a breve comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate di fermi amministrativi auto, o ganasce fiscali. Perché questi invii massivi?

Perché contribuenti stanno ricevendo il fermo amministrativo auto?

Il fermo amministrativo auto, o ganasce fiscali, è un provvedimento adottato dall’Agenzia delle Entrate nel caso in cui risultino delle cartelle di pagamento non regolarmente pagate. Ciò che in questi giorni sembra strano è l’invio massivo da parte dell’AdE, quindi molti si chiedono come mai vi è tale particolare concentrazione in questo periodo.

Sappiamo ormai bene che entro il 30 settembre 2023 l’Agenzia delle Entrate ha comunicato ai contribuenti che hanno chiesto l’adesione alla rottamazione quater il prospetto delle cartelle che possono essere rottamate. Nello stesso sono indicati le rottamazioni totali, parziali e le cartelle che invece non possono rientrare nella rottamazione quater. Inoltre sono indicate le rate da pagare con le relative scadenze.

Cosa succede alle cartelle per le quali è stata chiesta la rottamazione quater e non sono state incluse perché non rientranti nella normativa prevista? Semplicemente riprendono vita e devono essere pagate regolarmente con il loro carico di sanzioni e interessi.

Non solo, per le stesse dove è possibile si possono applicare misure come il fermo amministrativo. Questo è il motivo per il quale molti contribuenti stanno ricevendo ora avvisi di fermo amministrativo.

Leggi anche: Rottamazione quater, avvisi inviati, attivati i servizi ContiTu e la domiciliazione

Cosa fare quando si riceve un avviso di fermo amministrativo?

Ricordiamo che quando si riceve un provvedimento con preavviso di fermo amministrativo si hanno 30 giorni di tempo per versare il dovuto oppure chiedere chiarimenti in merito se si ritiene che le somme non siano dovute.

Vi sono inoltre dei limiti alle ganasce fiscali, infatti se il veicolo è in uso a un disabile non è possibile applicare il fermo amministrativo, inoltre vi sono limiti nel caso in cui il veicolo sia utilizzato per attività di impresa.

Leggi anche: Fermo auto, arriva il risarcimento danni dall’Agenzia delle entrate

In genere quando vi è il fermo amministrativo auto, la stessa non può circolare su strada, non può essere rottamata, ma può essere vendita. Inoltre vi è il divieto di esportazione. Chi viene sorpreso alla guida di un veicolo sottoposto a fermo rischia una sanzione pecuniaria da 1.988 euro a 7.953 euro.

Condono o sanatoria edilizia, la novità che riguarda gli immobili

Condono o sanatoria edilizia sono due termini spesso usati in modo indifferenziato, ma non è così. Ecco cosa sono e cosa si pensa per il settore immobiliare italiano.

Condono o sanatoria edilizia, che cosa sono?

Il settore immobiliare italiano è sicuramente in difficoltà. Tra immobili bloccati a causa dei lavori mai realizzati dovuti al superbonus 110% e i tassi di interessi sui mutui troppo elevati, il nodo casa sta diventando sempre più stretto. Come se non bastesse, ci sono parecchi immobili che presentano delle struttura non regolari. Ed i proprietari sperano di mettere in regola. Ma prima di andare avanti è meglio capire la differenza tra condono e sanatoria edilizia.

Il condono edilizia, è una particolare tipo di condono, che permette di sanare le opere edilizie in contrasto con le norme urbanistiche e di conseguenza di eliminare i possibili provvedimenti sanzionatori. Mentre la sanatoria edilizia è un provvedimento amministrativo che permette, di sanare le situazioni in cui lo Stato di Fatto dell’immobile non è conforme allo Stato di Progetto, di cui ai relativi permessi di costruire depositati presso il comune di appartenenza.

Possiamo concludere, infine, che mentre il condono è rivolto a tutti i cittadini che si trovino in una determinata situazione in un certo lasso temporale, la sanatoria riguarda solo coloro che ne fanno espressa domanda. In entrambi i casi l’opera diviene lecita e si evitano le conseguenze penali connesse alla commissione di una abuso edilizio.

Cosa ci si aspetta per l’Italia?

La legge 326/2003 è stata formalmente l’ultimo condono edilizio. Grazie a questa legge molti italiani hanno potuto mettere in regola molti abusi sulle proprie abitazioni. Negli scorsi anni, circa ogni 10 anni veniva emanato un condono, ma ormai dopo vent’anni ci si chiede che cosa aspetta in Italia. Nel nostro paese più che altro si parla di rigenerazione urbana. Infatti nessun condono in vista, ma a possibilità di sanare piccole opere.

Si può sanare qualche piccolo lavoro, ma deve essere fatto all’interno di una strategia di rigenerazione urbana, magari anche con qualche sostegno europeo“. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Inoltre ciò che può essere sanato deve riguardare piccole difformità. Ma per «difformità non essenziali», ad esempio «se c’è un contenzioso col Comune per il tinello, il box, la cantina, e ci sono milioni di italiani in questa situazione che non possono rogitare, vendere casa, affittarla, non è più intelligente per lo Stato e i Comuni sanare queste piccole difformità?» dice Salvini, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

Ad oggi non c’è nulla di concreto, ma il fatto che se ne comincia a parlare è già qualcosa di nuovo. Anche perché, sanare un immobile conviene proprio a tutti. I proprietari hanno la possibilità di far muovere sul mercato il loro immobile. I Comuni incassano dalle quote versate e tutto lo Stato potrebbe godere di una riqualificazione urbana.

 

 

Rottamazione quater, avvisi inviati, attivati i servizi ContiTu e la domiciliazione

L’Agenzia delle Entrate ha completato il percorso per la comunicazione delle somme dovute a coloro che hanno fatto richiesta di adesione alla rottamazione quater entro il 30 giugno 2023, parte ora la seconda fase del lavoro con l’attivazione dei servizi online tra cui il servizio ContiTu che permette di scegliere quali avvisi pagare.

Come scaricare la comunicazione dell’AdE sulla rottamazione quater

L’Agenzia delle Entrate ha inviato 3,8 milioni di avvisi con l’indicazione degli importi dovuti da coloro che hanno aderito alla rottamazione quater. Non solo, ora sono disponibili i nuovi servizi online che consentono di scaricare copie dei provvedimenti utili a coloro che per qualsiasi motivo li avessero persi.

Oltre alla copia della comunicazione delle somme dovute, è possibile scaricare anche i moduli per i primi dieci pagamenti, utili a coloro che hanno chiesto il pagamento rateale. La copia può essere richiesta accedendo all’area riservata del sito Riscossione attraverso l’autenticazione con un’identità digitale, codice Spid, Cie o Cns.

Qui è possibile visionare tutte le cartelle in particolare le stesse sono identificate con i seguenti codici:

  • AT: accoglimento totale;
  • AP: accoglimento parziale;
  • AD per le adesioni con debiti “rottamabili” ma nessun importo da pagare;
  • AX per adesioni con debiti “rottamabili” per i quali non si deve pagare nulla e con un importo residuo da pagare per debiti “non definibili”;
  • RI: per indicare le adesioni rigettate in quanto i debiti indicati nella domanda non sono “rottamabili” e, quindi, l’importo deve essere pagato senza agevolazioni.

Come chiedere la domiciliazione per il pagamento delle rate della rottamazione quater

I servizi online disponibili consentono inoltre di chiedere la domiciliazione dei pagamenti. In questo modo gli importi saranno addebitati direttamente in conto corrente non si rischia di saltare delle rate per dimenticanza e non è necessario fare la fila. Per accedere a tale funzionalità occorre selezionare la voce “Attiva/revoca mandato SDD piani di Definizione agevolata” presente nella sezione Definizione agevolata.

Entrati in questa sezione sarà sufficiente selezionare il piano di Definizione agevolata su cui si vuole attivare la domiciliazione bancaria e inserire i dati richiesti. Terminata la compilazione l’Agenzia invia una e-mail di presa in carico all’indirizzo di posta elettronica indicato. In un secondo momento arriverà la comunicazione sempre tramite posta elettronica con la conferma dell’attivazione del servizio e l’indicazione della rata che sarà addebitata.

Nel caso in cui il contribuente non riceva la comunicazione in oggetto entro 10 giorni lavorativi antecedenti la scadenza della rata sarà necessario effettuare il pagamento con le modalità ordinarie.

ContiTu per scegliere quali importi pagare

L’Agenzia ha inoltre provveduto ad attivare il servizio ContiTu che permette di scegliere quali pagamenti effettuare scegliendo di pagare solo alcuni degli avvisi/cartelle “rottamabili”, con la possibilità di ricalcolare l’importo dovuto e ricevere i nuovi moduli di pagamento. Per esercitare questa opzione, una volta entrati nell’area sarà necessario compilare la richiesta con il codice fiscale, il numero della lettera ricevuta con la relativa data, nonché i numeri che identificano le cartelle/avvisi che si intendono pagare (presenti nella comunicazione).

Ricordiamo che la prima rata della rottamazione quater scade il 31 ottobre 2023.

Leggi anche: Rottamazione quater, non ho ricevuto i bollettini per il pagamento, dove li trovo?

Sanatoria scontrini con ravvedimento operoso, la novità

Sanatoria scontrini con ravvedimento operoso è la soluzione trovata da questo Governo per cercare di salvare migliaia di piccole imprese, i dettagli.

Sanatoria scontrini con ravvedimento operoso, ma cosa si intende?

Ci si aspettava una sanatoria sugli scontrini e sulle irregolarità fiscali già da qualche mese. Ma più che altro si è giunti alla conclusione di utilizzare il ravvedimento operoso per risolvere il problema e permettere a molte piccole imprese di rimettersi in regola. Con il “ravvedimento” (art. 13 del Dlgs n. 472 del 1997 – pdf) è possibile regolarizzare omessi o insufficienti versamenti e altre irregolarità fiscali, beneficiando della riduzione delle sanzioni. Infatti le violazioni su scontrini, ricevute fiscali, fatture potranno essere regolarizzate con il ravvedimento operoso.

Inoltre il governo ha stabilito che “chi effettua il ravvedimento operoso e paga le somme dovute sarà esentato dalla sanzione accessoria della sospensione della licenza. Il ravvedimento – applicabile anche a fatture e documenti contabili – prevede il pagamento degli importi dovuti, oltre agli interessi e una penale

Chi può aderire al ravvedimento operoso

Potranno aderire al ravvedimento operoso tutti i contribuenti che dal primo gennaio 2022 al 30 giugno 2023 abbiano commesso una o più violazione degli obblighi in materia di certificazione dei corrispettivi. Attraverso il ravvedimento operoso, potranno mettersi in regola entro e non oltre il 15 dicembre 2023. Tuttavia rimane la possibilità di contestare le violazioni, ma ciò è possibile fino al 31 ottobre 2023. 

Il ravvedimento operoso è consentito a tutti i contribuenti. Prima delle modifiche introdotte dalla legge di Stabilità per il 2015, per poterne usufruire occorreva rispettare determinati limiti di tempo. Inoltre, era necessario che:

  • la violazione non fosse già stata constatata e notificata a chi l’avesse commessa
  • non fossero iniziati accessi, ispezioni e verifiche
  • non fossero iniziate altre attività di accertamento (notifica di inviti a comparire, richiesta di esibizione di documenti, invio di questionari) formalmente comunicate all’autore.

Tali preclusioni, per i tributi amministrati dall‘Agenzia delle Entrate, non operano più e il ravvedimento è inibito solo dalla notifica degli atti di liquidazione e di accertamento (comprese le comunicazioni da controllo automatizzato e formale delle dichiarazioni). Infine in ogni caso, il pagamento e la regolarizzazione non precludono l’inizio o la prosecuzione di accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di controllo e accertamento.

 

 

 

Concorso Ministero degli Esteri, 1.200 posti disponibili anche per diplomati

Nuove opportunità di lavoro per chi vuole lavorare nel settore pubblico, sono stati annunciati nuovi bandi per il MAECI, Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Le assunzioni saranno effettuate tramite pubblico concorso e prevedono l’assunzione di 600 assistenti; 620 funzionari con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il Ministero fa però sapere che il numero delle assunzioni potrebbe aumentare.

Vediamo requisiti, tempi e procedureper il concorso Ministero degli Esteri.

Concorso Ministero degli esteri, posti disponibili

I vincitori dei concorsi Maeci 2023 e dei concorsi Maeci 2024 saranno assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Saranno inquadrati nell’Area degli assistenti e nell’Area dei funzionari.

Sono poche le notizie trapelate fino ad ora, ma sembra che tra i requisiti richiesti per il concorso funzionari vi sarà la laurea in uno dei seguenti settori: Ingegneria dell’informazione, Scienze e tecnologie fisiche, Scienze e tecnologie informatiche, Scienze matematiche e laurea Magistrale.

Per il concorso per l’assunzione di 600 assistenti, è molto probabile che sia richiesto solo il diploma di scuola media superiore di II grado. Con molta probabilità non sarà richiesto un diploma specifico e quindi basta un titolo che consenta l’iscrizione a un corso universitario.

Come candidarsi al concorso Ministero degli esteri

La domanda naturalmente dovrà essere presentata online attraverso il sito www.inpa.gov.it. Allo stesso si accede attraverso un’identità digitale tra Cie, Spid, Cns ed e-IDAS. Ricordiamo inoltre che dovrà essere indicato un indirizzo di posta elettronica certificata personale.

In base alle disposizioni normative inerenti i concorsi pubblici sarà obbligatorio inserire anche la valutazione della conoscenza delle più importanti applicazioni informatiche e lingua straniera.

Inoltre non vi è più l’obbligo di pubblicazione dei bandi sulla Gazzetta Ufficiale.

Non è dato sapere se anche in questo caso, come per il concorso Agenzia delle Entrate, ora in corso di svolgimento sarà prevista l’unica prova oppure si procederà con metodi tradizionali e più prove.

Deve essere, infine, detto che già ora è possibile inserire il proprio profilo sul sito www.inpa.gov.it si tratta infatti del sito ufficiale per il reclutamento di personale che deve usare la Pubblica Amministrazione. Una volta inserito il proprio profilo, è possibile aggiornarlo costantemente e quando si vorrà presentare la candidatura per un concorso basterà completare al procedura di iscrizione, senza dover nuovamente inserire curriculum e titoli.

Leggi anche: Concorso 1673 allievi finanzieri, scadenza bando e prove

Concorso Mimit, Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Concorsi pubblici, posti riservati a chi ha svolto il servizio civile

Mutui agevolati prima casa proroga fino al 31 dicembre?

Mutui agevolati prima casa arriva la proroga fino al 31 dicembre 2023. Ecco quindi quali sono le novità a favore di chi vuole comprare un immobile, come prima casa.

Mutui agevolati prima casa, confermata la proroga

In Italia diminuiscono le compravendite immobiliari. I motivi sono da attribuirsi al continuo crescere dei tassi di interessi per chi ha bisogno di accendere un mutuo. Tuttavia la prima casa si cerca ancora di aiutare i giovani a comprarne una. E così è stato confermato il rinnovo fino al 31 dicembre 2023 dei mutui agevolati a favore di alcuni italiani. In particolare si tratta degli under 36 che hanno un ISEE inferiore a 40.000 euro. E altre categorie prioritarie tra cui giovani coppie, famiglie monogenitoriali e conduttori di alloggi IACP.

La norma prevede che la garanzia massima dell’80% sulla quota capitale dei mutui destinati alle categorie prioritarie possa essere concessa fino al 31 dicembre 2023 anche quando il Tasso Effettivo Globale (TEG) sia superiore al Tasso Effettivo Globale Medio (TEGM), parlando di tasso di interesse del mutuo (il vicolo che nega l’accesso alle agevolazioni).

Mutui agevolati prima casa, rimane la garanzia Consap

Con il mutuo Consap, la garanzia statale esclude la presenza di altre garanzie, quindi la banca erogante il mutuo si impegna a non chiedere ulteriori garanzie fornite da terzi, mentre il soggetto mutuatario e il soggetto datore di ipoteca devono coincidere con il richiedente l’accesso al Fondo.

Il Fondo di garanzia Mutui per la prima casa, c.d. Fondo prima casa, è stato istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze con la legge 27 dicembre 2013, n. 147, art. 1 comma 48, lett. c). Il Fondo agevola il rapporto tra il cittadino e la banca offrendo una garanzia pubblica, sul mutuo per l’acquisto della prima casa. Consap si occupa dell’esame delle domande trasmesse telematicamente dai soggetti finanziatori per la verifica dei requisiti di accesso alla garanzia del Fondo.

Chi può accedere al mutuo agevolato?

Possono accedere al bonus prima casa chi ha un’età inferiore a 36 anni. Per accedervi occorre non avere altri immobili di proprietà ed avare un Isee inferiore a 40 mila euro. ll bonus sull’acquisto della prima casa degli under 36 permette di ottenere diverse agevolazioni, quali:

  • l’esenzione del pagamento delle imposte ipotecarie, di registro e catastali;
  • l’ottenimento del credito di imposta pari all’Iva, nel caso in cui si tratti di acquisto da soggetti soggetti all’Imposta sul valore aggiunto.

L’agevolazione scatta per gli immobili che rientrano nelle categorie catastali: abitazioni di tipo civile (A/2), economico (A/3), popolare (A/4), ultrapopolare (A/5), rurale (A/6), villini (A/7) e alloggi tipici dei luoghi (A/11). Si aggiungono poi le pertinenze agli immobili principali come i magazzini (C/2), le rimesse (C/6) e le tettoie (C/7). Sono esclusi tutti gli immobili di lusso.

Bolletta luce in aumento nel prossimo trimestre, ecco perché

Con l’arrivo dell’inverno e le temperature che si abbassano gli italiani si trovano a dover fare i conti non solo con le spese del riscaldamento, ma anche per la bolletta energetica, l’allarme bolletta luce arriva direttamente da Arera che per il prossimo trimestre prevede nuovi aumenti.

Tariffe luce in aumento nel prossimo trimestre

La dichiarazione arriva direttamente da Stefano Besseghini, presidente dell’Autorità di regolazione di energia, acqua, rifiuti che attualmente fissa i prezzi del settore energia in base alle quottazioni del prezzo.

Gli aumenti previsti per il prossimo trimestre non sono paragonabili a quelli visti nell’anno passato, è infatti cambiato il panorama degli approvvigionamenti e vi è sempre più energia prodotta con pannelli fotovoltaici ed eolico, quindi energia verde prodotta in Italia. Vi è un minore impatto della crisi Russo-Ucraina, ma in base alle dichiarazioni di Besseghini non è possibile ritornare alle tariffe del 2019 e nel prossimo trimestre vi sarà una leggera flessione delle tariffe verso l’alto. Gli aumenti sono determinati, in questo caso soprattutto dall’aumento della domanda.

Ci sarà la proroga del mercato tutelato per la bolletta luce?

Ricordiamo inoltre che il mercato tutelato termina il 1° gennaio 2024. Si era vociferato nei giorni scorsi di un possibile rinvio, ma all’interno del decreto Energia in realtà non è stato previsto. Sembra che il Governo stia pensando a una sorta di proroga, ma limitata solo ad alcune famiglie, cioè alle più bisognose.

Ricordiamo che Arera per chi è nel mercato tutelato aggiorna le tariffe trimestralmente basandosi sulle quotazioni del mercato, quindi se vi sono oscillazioni verso l’alto o verso il basso le bollette subito ne risentono. Nel mercato libero invece le tariffe sono stabilite in regime di libera concorrenza e in alcuni casi sono più elevate rispetto a quelle del mercato tutelato.

Proprio per questo motivo il mercato libero non ha trovato fino ad ora particolare entusiasmo e l’abolizione del mercato tutelato ha avuto diverse proroghe.

Leggi anche: Energia, addio al mercato tutelato, il governo accelera sul mercato libero

Smart working super fragili, solo per loro proroga fino a fine anno

o smart working super fragili sarà prorogato fino al 31 dicemebre 2023. Ecco chi sono i super fragili che potranno lavorare direttamente da casa.

Lo smart working super fragili, non è per tutti

Se c’è una cosa che il Covid ci ha insegnato è che si può, in molte professioni, andare avanti lavorando da casa. Una scelta che spesso ha trovato il parere favorevole di molte aziende. Molte hanno trovato in questo nuovo metodo  lavorativo la possibilità di risparmiare su molti costi fissi. Costi per esempio legali alla locazione di locali commerciali o a spese di energia. Per questo molte aziende hanno preso accordi controfirmati con i propri lavoratori e rappresentanti delle sigle sindacali, per regolamentare appunto il diritto di poter lavorare da casa alcuni giorni al mese o alla settimana.

Ma si ritorna a lavoro a partire dal 1 ottobre 2023 anche per chi ha ancora goduto dello smart working. Mancano ancora pochi giorni, poi anche i lavoratori fragili torneranno presso le loro sedi di lavoro. Quindi a rientrare negli uffici saranno anche i lavoratori “affetti da gravi patologie croniche con scarso scompenso clinico” – del settore pubblico e privato.

Lo smart working per chi sarà la proroga?

La proroga dello smart working fino al 31 dicembre 2023 coinvolge i lavoratori cosi detti super fragili. Si tratta di lavoratori fragili, ritenuti tali dai medici competenti in ragione dell’età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o, comunque, da comorbilità che possono caratterizzare una situazione di maggiore rischiosità accertata.

Per loro è stata prevista la possibilità di lavorare in smart working anche nel caso in cui le loro usuali mansioni non lo avessero permesso. Quindi il datore di lavoro ha permesso l’allontanamento dai luoghi aziendali, anche adibendoli a mansioni diverse da quelle delle loro categorie e aree di inquadramento individuate dai contratti collettivi di lavoro

Come fare a non rientrare?

Una soluzione per evitare il richiamo all’attività in sede è la richiesta di una certificazione medica che li faccia rientrare nelle condizioni di fragile, a maggior rischio di contagio e quindi con scadenza del lavoro da remoto fissato al 31 dicembre (anche se legato alla compatibilità delle mansioni).

Inoltre lo stesso quadro di regole valido per i fragili, compresa la data di scadenza della proroga, è quello che si applica ai genitori con figli under 14 a carico. Non sembrano ci siano strade diversa che il Governo Meloni voglia intraprendere. Almeno che non ci sia un aumento di contagi tali da dover fare un passo indietro.

Bonus carburante, chi può averlo? Tutte le novità

Importante novità per chi ha la carta Dedicata a te, sulla stessa sarà caricato un ulteriore importo di 80 euro destinato all’acquisto dei carburanti, ecco cosa succede.

Bonus carburante caricato sulla carta Dedicata a te

La misura del bonus carburante è stata inserita all’interno del decreto Energia. La stessa è stata necessaria a seguito del costante aumento del costo dei carburanti, infatti a benzina al self ha di nuovo superato i 2 euro al litro. I governi precedenti al verificarsi di ciò hanno preferito abbattere il costo del carburante per tutti attraverso un taglio delle accise di 30 centesimi, lo stesso era però coperto dall’aumento dell’Iva legato all’aumento del prezzo della materia prima.

Il Governo Meloni ha invece pensato di aiutare solo una parte dei cittadini e in particolare quelli con il reddito basso che hanno già ricevuto nel mese di luglio la carta Dedicata a te per consumi di prima necessità.

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Come avere il Bonus carburante?

Il problema è sempre la copertura finanziaria, infatti si era inizialmente previsto un bonus del valore di 150 euro, ma non vi era copertura finanziaria e quindi l’importo è stato ridotto a 80 euro. L’importo in realtà ancora non è esattamente stimato, infatti il decreto riconosce la misura del Bonus carburanti, ma sarà il ministero delle Imprese e del Made in Italy a dover definire con un provvedimento ad hoc tutti i dettagli della misura entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto Energia.

Il bonus carburanti sarà valido per tutte le tipologie di carburante:

  • benzina;
  • diesel;
  • Gpl e metano.

L’importo sarà accreditato direttamente a coloro che rientrano nei requisiti reddituali attraverso la carta Dedicata a te.

Il testo del decreto recita: A tal fine, all’articolo 1, comma 450, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 sono apportate le seguenti modifiche:

  • dopo le parole «beni alimentari di prima necessità» sono aggiunte le seguenti «e di carburanti»;

Non è necessario quindi presentare alcuna istanza, le somme saranno accreditate a coloro che hanno un reddito Isee inferiore a 15.000 euro.

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