Buono il trend dei finanziamenti alle startup innovative

Lo scorso anno il Fondo di Garanzia per le Pmi ha avuto più di un occhio di riguardo per le startup innovative. Secondo il quinto rapporto bimestrale sull’accesso al Fondo di Garanzia di startup e incubatori redatto dal Mise, nel 2015 ben 711 startup innovative hanno beneficiato di finanziamenti bancari facilitati dall’intervento del Fondo di Garanzia.

Il meccanismo ha consentito di erogare finanziamenti alle startup innovative per un totale di oltre 289 milioni (con un importo garantito pari a 225 milioni) che, spalmati su 1054 operazioni, hanno costituito in media un finanziamento di quasi 275mila euro a prestito (274.369, per la precisione).

I dati di dicembre seguono quelli di ottobre 2015, rispetto ai quali, rileva il rapporto, è stato registrato “un cospicuo incremento” sia nel numero di startup innovative che hanno utilizzato il Fondo (85 in più), sia nel totale erogato (+34,16 milioni), sia nell’importo garantito (+25,70 milioni), sia nelle operazioni effettuate (+136). Si è registrato un calo solo relativamente all’entità del prestito medio, che è calata di 3.440 euro.

Mipaaf e Intesa Sanpaolo per le imprese dell’ agroalimentare italiano

Le grandi realtà del credito del Paese si muovono a sostegno delle imprese dell’ agroalimentare italiano. Proprio guardando al periodo per nulla facile in Borsa per le banche italiane, il protocollo di intesa siglato tra il ministero delle politiche Agricole alimentari e forestali e Intesa Sanpaolo sull’ agroalimentare italiano assume un’importanza strategica.

L’accordo, firmato nei giorni scorsi dal ministro Maurizio Martina e dal consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, prevede l’attivazione di un plafond di investimenti da 6 miliardi di euro in 3 anni per finanziare imprese e filiere produttive, oltre che per sostenere servizi finanziari dedicati alle esigenze dell’attività agroalimentare. Con questa intesa, i firmatari stimano possibile la creazione di almeno 70mila nuovi posti di lavoro e 10 miliardi di investimenti.

Il protocollo potenzia anche gli strumenti di garanzia e istituisce un programma formativo destinato agli imprenditori dell’ agroalimentare italiano. Toccherà a un team centrale e a una rete di specialisti territoriali di Intesa Sanpaolo, garantire supporto finanziario e consulenza alle imprese agricole, con la supervisione e il sostegno del ministero, delle associazioni e degli enti locali.

Altra priorità che i firmatari del protocollo di intesa si sono dati, è quella di rendere più agevole l’accesso al credito per le imprese dell’ agroalimentare italiano. Con una maggiore e più facile disponibilità finanziaria, queste aziende potranno impegnarsi in maniera più decisa nella propria opera di internazionalizzazione, effettuare investimenti maggiori e più mirati nelle rispettive filiere produttive, favorire l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione e l’e-commerce, fondamentali per l’ agroalimentare italiano per crescere sempre di più all’estero.

Prestiti alle imprese in crescita dopo oltre 3 anni

Si tratta di una goccia nel mare, un misero zerovirgola in più, ma almeno è qualcosa. A novembre 2015 i prestiti alle imprese sono tornati a crescere (+0,2%) dopo che, da maggio 2012, si era registrato costantemente il segno meno. L’ultimo segno più nei prestiti alle imprese era dell’aprile di quell’anno, con un +1,3%.

In generale, come rileva Bankitalia nel documento “Principali voci dei bilanci bancari”, oltre ai prestiti alle imprese, sono tornati a crescere i prestiti al settore privato, con un +0,6% su base annua che, rispetto al -0,5% di ottobre, segnano un incremento di oltre un punto.

A trainare la ripresa sono stati proprio i prestiti alle non finanziarie, passati a novembre appunto a +0,2% dal -1,2% del mese precedente. Migliorano anche i prestiti alle famiglie, aumentati dello 0,8% sui base annua dal +0,5% di ottobre.

Oltre all’aumento dei prestiti alle imprese, Bankitalia segnala che rimane stabile il tasso di crescita delle sofferenze bancarie nel periodo novembre 2014 – novembre 2015: 11%, lo stesso dato di ottobre.

Tessile moda, accordo con UniCredit per il sostegno alle imprese

Importante sostegno al settore tessile moda da parte di uno dei colossi bancari in Italia e in Europa. Nei giorni scorsi è stato infatti firmato un accordo tra la Federazione Tessile Moda – Sistema Moda Italia (SMI) e UniCredit Factoring S.p.A., per il sostegno alle impreseitaliane della filiera tessile e dell’abbigliamento, soprattutto attraverso l’utilizzo della piattaforma di reverse factoring (supply chain finance) messa a disposizione da UniCredit Factoring alle imprese affiliate a SMI.

Il servizio di reverse factoring offerto dalla società di factoring del Gruppo UniCredit può costituire uno strumento idoneo a supportare finanziariamente le imprese appartenenti alla filiera del settore tessile moda e dell’abbigliamento, con particolare riguardo a quelle di minori dimensioni che operano nei cicli di sub-fornitura dei grandi gruppi e, più in generale, a offrire benefici di flessibilità finanziaria ed efficienza operativa alle filiere del tessile moda in Italia.

Sulla base dell’accordo, le parti si impegnano a “individuare e analizzare le peculiarità del settore moda e abbigliamento, con l’obiettivo di definire le linee guida per l’applicazione della piattaforma di reverse factoring a beneficio delle aziende affiliate a Sistema Moda Italia”.

UniCredit e SMI intendono infatti mettere a punto una soluzione di credito di filiera che si adatti alle esigenze specifiche del settore tessile moda, attraverso lo studio di alcuni casi-pilota, e che possa costituire uno strumento concreto, personalizzabile e scalabile.

Insieme, inoltre, promuoveranno l’iniziativa sul territorio per far conoscere i benefici dell’approccio al maggior numero possibile di aziende capofiliera e di filiere produttive ad esse collegate.

UniCredit Factoring ha stanziato per questo accordo un plafond creditizio iniziale di 2 miliardi di euro in tre anni. L’accordo ha decorrenza immediata, intendendosi tacitamente rinnovato, di anno in anno, sino al 30 settembre 2018.

Un fondo rotativo per aiutare i Neet

Sono tanti, in Italia, i cosiddetti Neet, ossia i giovani che non studiano, non lavorano ma che nemmeno cercano un’occupazione. Una risorsa importante per il Paese che però rischia di andare perduta se non viene aiutata almeno economicamente ad affrancarsi dalla propria condizione.

Proprio per sostenere i giovani Neet da questo punto di vista, dalla metà di gennaio 2016 partirà Selfiemployment, un fondo rotativo promosso dal ministero del Lavoro per favorire l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità dei giovani al di sotto dei 30 anni.

Il fondo sarà finanziato dal ministero del Lavoro per 50 milioni e da alcune regioni: Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Molise, Sicilia e Veneto. L’iniziativa, nelle aspettative del governo, dovrebbe estendersi almeno fino al 2020.

Selfiemployment consente ai giovani Neet iscritti al programma Garanzia Giovani di chiedere e ottenere prestiti agevolati per avviare la propria attività imprenditoriale. I prestiti saranno erogati attraverso un fondo, gestito da Invitalia, con una dotazione iniziale di 124 milioni di euro.

Le richieste di prestito da parte dei Neet potranno variare da un minimo di 5mila a un massimo di 50mila euro. Il finanziamento sarà erogato a tasso zero e senza bisogno di offrire garanzie personali. Il prestito dovrà essere restituito entro 7 anni.

Il ruolo di Invitalia sarà fondamentale. Oltre all’erogazione materiale dei fondi, aiuterà i giovani a realizzare i business plan, a controllare la misura del credito e farà da tutor ai giovani imprenditori che avvieranno le proprie start-up.

Imprese artigiane liguri e accesso al credito

Una boccata d’ossigeno per le imprese artigiane liguri. Questo è, a tutti gli effetti il nuovo bando Artigiancassa sui fondi comunitari approvato nei giorni scorsi dalla giunta della Regione Liguria, che dovrebbe migliorare le condizioni di accesso al credito per le imprese dell’artigianato.

La misura più importante dell’intervento è data da una riduzione sensibile del tasso di interesse dei prestiti alle imprese artigiane, unita alla riduzione del costo di parte della garanzia.

In questo modo, Confartigianato Liguria potenzia gli interventi di Artigiancassa, a favore delle imprese artigiane, supportando e migliorando le loro condizioni di accesso al credito. Sono proprio queste ultime che, spesso, determinano la ritrosia delle imprese a chiedere prestiti e finanziamenti, con il risultato che, come riportato nei dati diffusi recentemente da Confartigianato, i prestiti alle imprese artigiane liguri sono calati del 4,2% nell’ultimo anno, scendendo di 48 milioni di euro.

Secondo Luca Costi, segretario regionale di Confartigianato Liguria, quello approvato in giunta è “un bando molto atteso dagli artigiani liguri, che interviene migliorando decisamente un nervo scoperto, qual è l’accesso al credito: dal prossimo anno il credito in Liguria sarà più facile per le imprese e sarà possibile attingere a contribuiti sia per il credito agevolato, sia per quello garantito e la nostra regione sarà così la prima in Italia a prevedere una misura coordinata tramite fondi comunitari. Invitiamo tutte le imprese artigiane a rivolgersi alla nostra sede più vicina per un check-up finanziario gratuito e a utilizzare le nuove opportunità previste dal bando”.

Unimpresa: la crisi fa salire le riserve delle banche

Uno degli effetti più nefasti della crisi economica, che contribuisce ad avvitare la spirale recessiva degli ultimi anni, è la paura di spendere (per le famiglie) e di investire (per le imprese).

Una tendenza che porta a bloccare consumi e investimenti e, di conseguenza, ad aumentare le riserve delle banche. Lo ha certificato un rapporto stilato dal Centro studi di Unimpresa, basato su dati della Banca d’Italia, secondo il quale la crisi e la paura di nuove tasse hanno bloccato i consumi delle famiglie, gli investimenti delle imprese e congelato la liquidità delle banche, passata dai 1.494 miliardi di ottobre 2014 ai 1.559 di ottobre 2015 (+5%).

Secondo Unimpresa, il saldo dei conti correnti è aumentato di 86 miliardi, da 778 a 864 miliardi (+8%), mentre è sceso di oltre 30 miliardi il totale dei depositi con durata prestabilita.

Unimpresa ha rilevato che gli accantonamenti delle famiglie sono cresciuti di oltre 23 miliardi, quelli delle imprese di oltre 21, quelli delle banche di 14 miliardi. Contemporaneamente, nello stesso periodo le riserve di assicurazioni e fondi pensione sono aumentate di 1 miliardo, +5%, mentre quelle delle imprese familiari sono balzate in su di ben 3 miliardi (+7%).

Finanziamenti alle imprese, anche i Confidi in affanno

La stretta al credito non interessa solo le banche ma, purtroppo, anche i Confidi, i cui finanziamenti alle imprese continuano a ridursi. Secondo i risultati della 19esima ricerca sullo stato del credito a Pmi e artigiani in Italia di Fedart Fidi, nel 2015 i finanziamenti alle imprese erogati dai confidi ammonteranno a 35,3 miliardi di euro, rispetto ai 38,6 del 2014: -8,5%.

Un trend contrattivo che interessa anche il sistema artigiano, con un -15% di nuovi finanziamenti alle imprese garantiti dai confidi Fedart nei primi sei mesi del 2015.

Il dato incoraggiante, però, è che, sebbene la stretta ai finanziamenti alle imprese, continua a crescere il numero delle aziende associate ai Confidi, arrivate a 742mila nel 2014 e previste in aumento dell’1% nel 2015.

Secondo il presidente di Fedart Fidi, Adelio Giorgio Ferrari, “solo dall’integrazione e dal coordinamento tra tutti i soggetti è possibile far riprendere il credito alle Pmi. A questo dovrebbe affiancarsi una riforma nel funzionamento del Fondo Centrale che, andando in quella direzione, ottimizzi il funzionamento della misura stessa e l’impiego delle risorse pubbliche“.

Fashion Lab, UniCredit a sostegno della moda italiana

È stato presentato venerdì 18 dicembre a Milano Fashion Lab, un programma di accelerazione e di supporto continuativo, ideato da UniCredit e Camera Nazionale della Moda Italiana a favore di 18 brand emergenti: Alberto Zambelli, Angelos Bratis, Christian Pellizzari, Damiano Marini, Edithmarcel, flavialarocca, Giannico, L72, Leitmotiv, Les Petits Joueurs, L’F Shoes, Marcobologna, San Andrès Milano, Soloviere, Studiopretzel, TF Twins Florence, Vivetta, Voodoo Jewels. Tutti i talenti sono già presenti nei calendari delle Fashion Week di Milano.

L’iniziativa rientra nel più ampio accordo con cui, dallo scorso 18 settembre, UniCredit è diventata Official Sponsor di Camera Nazionale della Moda Italiana per il prossimo quadriennio, con l’obiettivo di sostenere uno dei settori chiave del made in Italy e simbolo di eccellenza del nostro Paese.

UniCredit crede nella moda e nell’industria tessile italiana, che costituisce un esempio straordinario della forza del Made in Italy nel mondo – ha affermato Federico Ghizzoni, Amministratore Delegato di UniCredit -. Il settore Moda è tornato a crescere dopo un biennio negativo, grazie in particolare al buon andamento delle vendite sui mercati internazionali. Nel nostro Paese, UniCredit conta oggi oltre 20mila clienti attivi nel settore, con impieghi per 2,2 miliardi di euro e una quota di mercato vicina al 14%”.

Il progetto Fashion Lab ideato con UniCredit, la Banca della moda è un passo importante e concreto che guarda al futuro del nostro settore. Si tratta di un’iniziativa dall‘approccio pragmatico, con un programma sviluppato sulle esigenze dei brand emergenti. Le nuove generazioni rappresentano il futuro del made in Italy, la nuova linfa di un sistema che tutto il mondo ci invidia. Garantire loro il massimo sostegno è uno degli asset fondamentali per la Camera Nazionale della Moda Italiana“, ha commentato Carlo Capasa, Presidente di Camera Moda.

Facendo tesoro di quello che abbiamo costruito e dell’immenso patrimonio che la moda italiana rappresenta, dobbiamo guardare avanti, cogliendo le sfide rappresentate dal futuro: la sostenibilità, la digitalizzazione, e soprattutto la creazione delle condizioni migliori, affinché i giovani creativi possano portare avanti e rafforzare la grande tradizione della moda italiana nel mondo.Tra heritage e innovation”, ha concluso Capasa.

Numerosi saranno gli appuntamenti del programma Fashion Lab in calendario per il 2016:

  • Fashion Academy: training manageriale per approfondire temi quali lo sviluppo, organizzazione e gestione del canale e-commerce, l’orientamento su nuovi mercati di interesse, la costruzione del Business Plan;
  • Innovation Day: appuntamento tra designer e i nuovi brand con le migliori startup innovative, selezionate da UniCredit Start Lab, che hanno sviluppato prodotti e soluzioni hi-tech applicabili nel settore della moda;
  • Incontri B2B organizzati con buyer internazionali selezionati;
  • Investor Day dedicati alla presentazione delle aziende selezionate a un network di investitori di settore interessati.

Stabili i prestiti a imprese e famiglie

I piccoli ma significativi segnali di ripresa dell’economia sono tanti. Nulla di trascendentale né di immediato, poiché per tornare ai livelli pre-crisi ci vorranno decenni, nella speranza di riuscire a tornarci. Però qualcosa si muove. E lo stop al calo dei prestiti a imprese e famiglie a novembre va in questa direzione.

Secondo il Bollettino mensile dell’Abi, lo scorso mese il totale dei prestiti a imprese e famiglie è rimasto invariato anno su anno (-0,03%), rispetto al -0,3% del mese precedente: miglior risultato da aprile 2012.

L’Abi mette in luce anche il buon andamento delle nuove erogazioni di prestiti bancari. Nei primi dieci mesi del 2015 i prestiti a imprese hanno fatto registrare +14% anno su anno; meglio ancora hanno fatto i mutui per l’acquisto di immobili: +94,3% anno su anno nei primi dieci mesi del 2015.

Guardando questi andamenti dal punto di vista delle banche, l’Abi sottolinea come, in controtendenza rispetto alle dinamiche dei prestiti a imprese e famiglie, siano calate a ottobre le sofferenze lorde delle banche italiane: 199 miliardi di euro dai 200,4 miliardi di settembre.

Nello stesso mese, le sofferenze nette sono passate dagli 87,1 miliardi di settembre a 87,2 miliardi e il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è stato del 4,85% a ottobre contro il 4,84% di settembre.