Dichiarazione 2024 pronti i software per compilazione e controllo

L’Agenzia delle Entrate rende noto che sono pronti i software per l’invio telematico della dichiarazione dei redditi in totale sicurezza.

Dichiarazione dei redditi, dal 20 maggio al via le modifiche

La stagione della dichiarazione dei redditi è ormai aperta. Dal 30 aprile sono disponibili le dichiarazioni precompilate, mentre dal 20 maggio 2024 è possibile effettuare le modifiche alle dichiarazioni, inoltrarle senza modifiche e accedere alla dichiarazione semplificata. Per accedere alla dichiarazione precompilata è necessario autenticarsi sul sito dell’Agenzia delle entrate con il proprio codice Spid, Cie o Cns. Naturalmente per effettuare queste operazioni è necessario avere a disposizione software e piattaforme sicure. L’Agenzia mette a disposizione un pacchetto di applicazioni totalmente sicuro che consente di redigere i modelli ed effettuare il controllo degli stessi.

Software di compilazione e controllo per la dichiarazione 2024

I software appena pubblicati sfruttano una tecnologia che consente agli utenti di usufruire delle applicazioni direttamente dal web, assicurando automaticamente l’utilizzo dell’ultima versione disponibile senza dover eseguire alcuna procedura di installazione o di aggiornamento sul pc.

Il software di compilazione consente di compilare il modello direttamente da pc in modo semplice e intuitivo, mentre il software di controllo evidenzia errori ed anomalie.

I modelli disponibili con relativi software di compilazione e controllo sono:

Redditi Persone fisiche;

Redditi società di persone;

Redditi società di capitali;

Redditi enti non commerciali;

Scelte di destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille

Irap;

consolidato nazionale e mondiale;

modello 770;

modello 730 ( in questo caso solo software di controllo.

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Scadenze di maggio 2024, anche questo sarà un mese caldo

Le scadenze dii maggio 2024 sono numerose per i contribuenti e i liberi professionisti, ecco cosa non si deve dimenticare:

Scadenze di maggio 2024, ben 49 versamenti

Le scadenze di maggio 2024 sono numerose come quelle presenti in moltissimi mesi dell’anno. E si parte proprio da oggi con il versamento dell’imposta di registro sui contratti di locazione e affitto. Accordi stipulati in data 01/04/2024 o rinnovati tacitamente con decorrenza dal 01/04/2024. Si ricorda che tutte lo scadenziario completo è anche consultabile presso il sito dell’Agenzia delle entrate.

Altra data importante è quella del 16 maggio 2024, in quanto sono previsti ben 49 versamenti. Per tale data è previsto il versamento dell’IVA a debito del 1′ trimestre dell’anno da parte dei contribuenti trimestrali. Il pagamento avviene con l’utilizzo del modello F24 – codice tributo 6031 (versamento IVA primo trimestre). Inoltre è prevista anche la liquidazione periodica dell’IVA a debito con l’utilizzo del modello F24 – codice tributo: 6004 (versamento Iva mensile – aprile), da parte dei contribuenti Iva mensili.

La data importante del 16, i versamenti dell’INPS

Nella data del 16 maggio sono previsti i versamenti INPS per i contributi Artigiani e commercianti. Si tratta del pagamento della rata relativa al trimestre che va da gennaio a marco, calcolata sul reddito minimale, mediante versamento, con l’utilizzo del modello F24.

Ed ancora contributi INPS su personale dipendente. Pagamento dei contributi dovuti sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti di competenza del precedente mese, mediante versamento con l’utilizzo del modello F24. Ed infine ci sono anche i Contributi della gestione separata. Il pagamento effettuato, da parte dei soggetti committenti, dei contributi relativi alla gestione separata INPS dovuti sui compensi corrisposti nel corso del precedente mese. Per il versamento si utilizza il modello F24.

Scadenze di maggio 2024, la conclusione del mese

Il 20 maggio scade il termine per il versamento dei contributi Enasarco del 1′ trimestre. Mentre il 31 maggio sono previsti altri appuntamenti. Pagamento dell’addizionale erariale alla tassa automobilistica (c.d. superbollo), pari a venti euro per ogni kilowatt di potenza del veicolo superiore a 185 Kw, ridotta dopo cinque, dieci e quindici anni dalla data di costruzione del veicolo rispettivamente al 60%, al 30% e al 15%.

Ed ancora scadenza per il termine per accedere al ravvedimento speciale, versando la prima o unica rata e sanando le irregolarità commesse. Inoltre rinnovo contratti di locazione per i contratti non soggetti a “cedolare secca”. Infine in scadenza c’è anche il termine per:

  •  l’invio dei dati Li.Pe. del primo trimestre 2024;
  • il versamento dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche relative al primo trimestre 2024;
  • l’invio telematico della dichiarazione Uni-emens relativi al mese precedente;
  • il versamento prima o unica rata contributi minimi 2024.

 

Dichiarazione semplificata, ecco com’è

Il modello 730/2024 semplificato è finalmente disponibile, questa la principale novità dell’anno, ma cosa si deve sapere?

Come funziona la dichiarazione semplificata?

La prima cosa da ricordare è che il modello 730 è disponibile a partire dal 30 aprile 2024 ma solo per la lettura. Le modifiche potranno avvenire a partire dal 20 maggio 2024. Fino ad allora si possono solo consultare i modelli. Il modello 730/2024 ha l’obiettivo di semplificare ulteriormente la presentazione in autonomia della dichiarazione dei redditi, è basato sui dati già in possesso dell’Agenzia delle Entrate come i dati trasmessi attraverso il Sistema sanitario nazionale e riguardanti le spese mediche, i dati inerenti le spese per assicurazioni, dati provenienti dalle CU trasmesse dal datore di lavoro, bonus per detrazioni edili.

Il contribuente potrà accedere e rispondere a semplici domande per confermare o modificare i dati. Il modello 730/2024 è diviso in 6 macro-aree ognuna composta da diverse sottocategorie.

Come si compila la dichiarazione semplificata con il modello 730/2024

Attraverso il modello sarà possibile effettuare le modifiche per aree, ad esempio nella sezione “spese sanitarie” sono indicate le spese comunicate all’Agenzia delle Entrate e le relative deduzioni e detrazioni. Qui è possibile modificare l’importo della spesa o la percentuale di sostenimento in caso di onere per familiare a carico o di evidenziarne eventuali rimborsi.

Si può procedere in questo modo per le varie aree.

Le sei aree sono:

  • famiglia;
  • casa e altre proprietà;
  • lavoro;
  • spese sostenute per te e per la tua famiglia,
  • altri redditi;
  • altre informazioni.

Le aree, come detto, sono divise in sottocategorie e in essere sono indicati sia i redditi, ad esempio quelli dei fabbricati, sia gli oneri che danno diritto a detrazioni o deduzioni.

Nella sezione spese sostenute per te e per la tua famiglia, sono ad esempio indicate le spese in base alla categoria a cui appartengono, ad esempio spese sanitarie, spese per istruzione e spese per sport.

Ulteriori informazioni

Come già detto, le modifiche potranno essere apportate solo a partire dal 20 maggio, ma chi compila e inoltra il modello entro il 15 giugno potrà avere il rimborso Irpef (eventuale) già a partire da luglio, in particolare con il cedolino della pensione o con la busta paga. In caso di dichiarazione con debito Irpef, invece, sarà possibile ottenere la dilazione più ampia, cioè in sei rate, che si trasformano in 7 nel caso in cui si opti per la dichiarazione senza sostituto. Ricordiamo che da quest’anno possono optare per la dichiarazione senza sostituto anche coloro che in teoria avrebbero un sostituto di imposta. I termini per presentare la dichiarazione dei redditi con il modello 730/2024 scadono il 30 settembre.

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Detrazione Superbonus fino a 15 anni, a chi conviene?

Il Superbonus continua ad essere argomento di discussione, ora arriva la proposta bipartisan per estendere le detrazioni a 10 o 15 anni, ma cosa cambia?

La proposta arriva nell’ambito della conversione del decreto Superbonus e sta già facendo discutere, ma cosa potrebbe cambiare nella detrazione Superbonus?

Detrazione Superbonus in 10 o 15 anni?

Il Superbonus non ha mai incontrato il favore del governo Meloni, il problema principale sono i conti pubblici che hanno pesantemente risentito di questo importante aiuto. Venuti meno la cessione del credito e lo sconto in fattura che praticamente consentivano di ristrutturare casa senza anticipare le spese, si è tornati alle detrazioni fiscali, ma le stesse possono essere fruite in soli 4 anni. Questo implica:

1) rata più alta;

2) perdita economica per chi non ha capienza fiscale e quindi con l’Irpef dovuta in 4 anni non riesce a coprire le effettive detrazioni a cui avrebbe diritto.

Ecco che arriva quindi la soluzione che potrebbe aiutare le casse dello Stato (che potrebbero dilazionare la restituzione delle spese) e i contribuenti meno “ricchi” cioè la possibilità di fruire della detrazione per un arco temporale più lungo, 10 o 15 anni.

Cosa prevedono gli emendamenti per la detrazione Superbonus?

Gli emendamenti proposti da diverse parti e diversificati. Li riassumiamo in breve:

  • detrazione in 10 anni per le spese sostenute nel 2023 ma in questo caso la ripartizione in 10 rate è su opzione del contribuente, di conseguenza chi ha abbastanza capienza fiscale e non perde agevolazioni con la detrazione breve può continuare a usufruirne.
  • In altri emendamenti la stessa misura è ripartita in 15 anni;
  • ripartizione in 10 anni per le spese sostenute a partire dal 2022 e per le comunicazioni inviate fino al 4 aprile 2024.

Ulteriori emendamenti sono stati presentati al fine di estendere la deroga al divieto di cessione del credito e sconto in fattura per la ristrutturazione di immobili danneggiati dagli eventi sismici verificatisi dal primo aprile 2009 “per i quali sia stato dichiarato lo stato d’emergenza” e agli immobili danneggiati dagli eventi meteorologici verificatisi dal 15 settembre 2022 per i quali è stato dichiarato lo stato d’emergenza dal consiglio dei ministri del 16 settembre 2022 e del 19 ottobre 2022 situati nelle Marche

Un emendamento chiede di includere gli eventi sismici verificatisi a Ischia nel 2017.

Naturalmente si tratta di proposte e di conseguenza ancora non è chiaro quali saranno accettate, infatti estendere la durata del periodo in cui usufruire delle detrazioni può aumentare il debito a carico dello Stato visto che tutela chi non ha capienza fiscale e che rischierebbe di perdere le somme.

Tra le proposte vi sono anche maggiori poteri di vigilanza ai Comuni in modo da prevenire le truffe.

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Corsa alla dichiarazione dei redditi 2024 per un rimborso veloce

Dal 30 aprile 2024 sarà disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate la dichiarazione dei redditi precompilata/semplificata. Inizialmente è prevista la possibilità di sola lettura, mentre a partire, probabilmente dal giorno 11 maggio sarà possibile anche apportare modifiche alla stessa o semplicemente inoltrare. Chi compila la dichiarazione dei redditi entro la fine del mese di maggio potrà ricevere prima i rimborsi Irpef. Ma ecco le novità.

Dichiarazione dei redditi semplificata 2024

Dal giorno 30 aprile i contribuenti potranno identificarsi sul sito dell’Agenzia delle Entrate e prendere visione della propria dichiarazione dei redditi precompilata e da quest’anno anche semplificata. La dichiarazione dei redditi semplificata consente di apportare modifiche alle singole voci: redditi, deduzioni, detrazioni rispondendo a semplici domande. L’obiettivo è fare in modo che sempre più persone rinuncino a professionisti e Caf e compilino da sole la dichiarazione. La stessa è realizzata attraverso l’uso dei dati già in possesso dell’Agenzia delle Entrate inerenti i redditi e le spese da portare in detrazione/deduzione.

Rimborso diretto per tutti

La seconda novità è rappresentata dalla possibilità data a tutti i contribuenti, anche a coloro che in teoria avrebbero il sostituto di imposta di avvalersi del rimborso diretto da parte dell’Agenzia delle Entrate. In passato tale possibilità era data solo a coloro che non avevano un sostituto di imposta che comunque lo avevano perso. Ora tutti possono selezionare tale opzione.

Prima di inviare la dichiarazione è necessario selezionare la voce “Nessun sostituto”. In questo caso se dal 730 presentato emerge un credito, il rimborso arriva sul conto corrente o bancario comunicato all’Agenzia.

Se invece emerge un debito, il pagamento può avvenire in due modi:

  • direttamente dall’IBAN fornito alle entrate,
  • stampando il modello F24 già precompilato con i dati necessari.

Dichiarazione dei redditi 2024, destinazione 8×1000

Nel 2024 c’è un’importante novità per quanto riguarda la destinazione dell8x1000 Irpef, infatti, barrando la casella per la destinazione dell’8per mille allo Stato sarà possibile scegliere, oltre che tra le 5 opzioni classiche, anche per una nuova finalità.  Per effettuare la scelta di destinare l’8 per 1000 a finalità sociali indicate dallo Stato basta apporre la propria firma nel box dedicato allo “Stato” ed è possibile anche indicare il codice per la destinazione specifica:

  • Fame nel mondo (autosufficienza alimentare nei paesi in via di sviluppo, formazione di personale, contrasto a pandemie e denutrizione);
  • Calamità naturali (prevenzione e ricostruzione);
  • Edilizia scolastica (interventi per gli immobili adibiti all’istruzione scolastica, consistono nella ristrutturazione, nel miglioramento, nella messa in sicurezza, nell’adeguamento antisismico e nell’efficientamento energetico degli edifici);
  • Assistenza ai rifugiati (tutela di soggetti a cui siano state riconosciute forme di protezione internazionale o umanitaria);
  • Beni culturali (restauro, alla valorizzazione, alla fruibilità da parte del pubblico di beni immobili).

L’ultima opzione inserita riguarda il recupero da tossicodipendenze e altre dipendenze patologiche.

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Fringe benefit e detrazioni interessi mutui, facciamo chiarezza

Se il datore di lavoro eroga fringe benefit per il pagamento degli interessi del mutuo, si applica anche la detrazione?

La legge n. 213/2023 (legge di bilancio 2024) all’articolo 1 comma 13 ha previsto una piccola rivoluzione nel mondo del fringe benefit, cioè i benefit esenti da tassazione che i datori di lavoro possono erogare ai lavoratori. Ecco a cosa fare attenzione.

Fringe benefit, cambia la soglia

La prima cosa da sottolineare è che la nuova soglia dei fringe benefit esentasse è valida solo per il 2024. L’articolo 51 comma 3 del Tuir prevede che il limite per i fringe benefit senza tassazione è di 258,23 euro. Per il 2024 tale limite è portato a 1.000 euro che sale fino a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico.

La normativa ha incluso tra i fringe benefit concessi ai lavoratori anche le somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche di luce, acqua e gas, delle spese per l’affitto della prima casa e di quelle per gli interessi passivi sul mutuo della prima casa.

Proprio qui nasce il nocciolo della questione, infatti un contribuente ha chiesto all’Agenzia delle entrate se le somme corrisposte dal datore di lavoro come fringe benefit e che vanno a coprire gli interessi passivi dei mutui possono poi concorrere alla detrazione fiscale prevista per gli interessi passivi dei mutui.

Detrazioni fiscali e fringe benefit per gli interessi passivi dei mutui

La regola generale è che le detrazioni fiscali possono essere fruite su somme effettivamente spese dal contribuente. Nel caso dei fringe benefit si tratta di somme che non fanno reddito, non rientrano nelle tasse e di conseguenza su queste somme non si può ottenere il doppio vantaggio fiscale della detrazione.

Ricordiamo che per gli interessi passivi sui mutui è riconosciuta una detrazione pari al 19% su un limite di spesa massima di 4.000 euro. La detrazione si applica solo sugli interessi e corrisposti annualmente e non sulla quota capitale. Affinché si possa ottenere la detrazione, nell’immobile per il quale è stato stipulato il mutuo deve essere trasferita la propria residenza o quella del nucleo familiare.

Fatta questa precisazione, concludiamo ricordando che se gli interessi passivi del mutuo costituiscono fringe benefit esentasse riconosciuti dal datore di lavoro per gli stessi non si possono ottenere le agevolazioni fiscali.

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Nuove scadenze fiscali, precisazioni dell’Agenzia delle Entrate

Con il decreto adempimenti sono previste nuove scadenze fiscali e l’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 8/E dell’11 aprile 2024 ha fornito le istruzioni operative e lo scadenzario che i contribuenti dovranno seguire per i prossimi anni.

Nuove scadenze fiscali per il modello Redditi persone fisiche 2024

Con il decreto Adempimenti cambiano le scadenze per la presentazione del modello Redditi e Irap, resta ferma la scadenza per la presentazione del modello 730 che resta ferma al 30 settembre di ogni anno.

Per quanto riguarda il modello Redditi Persone Fisiche, con le nuove norme è prevista la 30 settembre cioè stesso termine previsto per il modello 730. Per il solo anno di imposta 2023, dichiarazione da presentare quindi nel 2024, il termine è stato posticipato al 15 ottobre 2024.

Sono infatti slittati i termini per aderire al concordato preventivo biennale a causa della necessità di predisporre software e piattaforme. Ci sarà temo fino al 15 ottobre e di conseguenza per facilitare le operazioni ai contribuenti, viene sostato al 15 ottobre 2024 anche il termine per la presentazione del modello Redditi Persone fisiche, ma si precisa che tale modifica è solo per quest’anno, dall’anno di imposta 2024, dichiarazione da presentare nel 2025 entra in vigore il termine ordinario in scadenza al 30 settembre.

Occorre però prestare attenzione infatti se il modello Reddito Persone Fisiche è presentato, da persone fisiche, tramite un ufficio di Poste italiane Spa, la consegna dovrà essere fatta tra il 1° maggio e il 1° luglio 2024.

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Nuove scadenze fiscali Irap, Ires, modello 770 sostituti di imposta

Per i soggetti Ires, se il periodo d’imposta coincide con l’anno solare, la dichiarazione dovrà essere trasmessa entro il 15 ottobre 2024, ovvero entro il giorno 15 del decimo mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta, per i soggetti con esercizio “a cavallo”, cioè con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare.

Per l’Irap, imposta redditi attività produttive, si applicano gli stessi termini di scadenza previsti per il modello Redditi persone fisiche.

Resta ferma la data di scadenza del 31 ottobre 2024, per la trasmissione, da parte dei sostituti d’imposta, del modello 770.

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730 più semplice e scadenza rottamazione, è tutto più semplificato?

730 più semplice per i cittadini che devono fare la dichiarazione dei redditi. Ma arriva anche la scadenza della rottamazione, come destreggiarsi

730 più semplice, almeno così sembra

Come ogni anno siano in quel periodo in cui occorre effettuare la propria dichiarazione dei redditi attraverso il modello 730 per i lavoratori dipendenti e pensionati. Attraverso questo modello il contribuente non deve eseguire calcoli e ottiene il rimborso dell’imposta direttamente nella busta paga o nella rata di pensione, a partire dal mese di luglio (per i pensionati a partire dal mese di agosto o di settembre). Mentre se deve versare delle somme, queste vengono trattenute dalla retribuzione (a partire dal mese di luglio) o dalla pensione (a partire dal mese di agosto o settembre) direttamente nella busta paga.

Le istruzioni per una corretta compilazione sono indicate in ben 152 pagine scaricabili sul sito dell’agenzia delle entrate. Il modello 730 è comunque abbastanza complicato cercare di non commettere errori soprattutto per quanto riguarda la richiesta di rimborso di alcune spese. Tuttavia il modello sembra essere più semplice del solito e questo fa bene sperare.

730 più semplice e precompilato, un aiuto dall’agenzia delle entrate

Sul sito dell’agenzia delle entrate è possibile scaricare il proprio modello 730 precompilato. Sono ben 4 milioni gli italiani che la riceveranno precompilata e facile da utilizzare, se non ci son variazioni rispetto all’anno precedente. Il contribuente non dovrà destreggiarsi nella compilazione dei righi. Ma grazie alle semplificazioni dovranno confermare o modificare le spese che danno diritto a sconti fiscali.

Tra queste ricordiamo che sono detraibili nel 730 le spese mediche per farmaci, visite, ticket e ricoveri. Possono anche detrarsi le spese relative alle assicurazioni, interessi passivi sui mutui, istruzione, funebri, spese si trasporto pubblico e veterinarie.  Mentre per quanto riguarda la casa possono essere portati in detrazioni i canoni di locazione, le intermediazioni immobiliari, superbonus, bonus verde, ristrutturazioni, bonus facciate e verde, sismabonus, rimozione barriere architettoniche ed acquisto per arredi ed elettrodomestici.

Scadenza rottamazione, in arrivo le cartelle di pagamento

Arriva anche la fine delle proroghe per la rottamazione. Tuttavia sembra essere previsto l’invio di molte cartelle esattoriali per i contribuenti che hanno debiti nei confronti del fisco. Per mantenere i benefici della Definizione agevolata (“Rottamazione-quater”) introdotta dalla Legge n. 197/2022, è necessario effettuare il versamento della quarta rata entro il 31 maggio 2024. La norma prevede comunque una tolleranza di cinque giorni, per cui il pagamento è considerato tempestivo se effettuato entro mercoledì 5 giugno 2024.

Le restanti rate del 2024 andranno saldate entro il 31 luglio e il 30 novembre, ovvero secondo le scadenze del proprio piano contenuto nella Comunicazione delle somme dovute. Infine si ricorda che in caso di mancato pagamento o se il pagamento avviene oltre il termine ultimo o per importi parziali, si perderanno i benefici della misura agevolativa e i versamenti effettuati saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute.

Rimborso Imu, ecco chi ne ha diritto secondo la corte costituzionale

Storica sentenza della Corte Costituzionale che sblocca l’accesso ai rimborsi per l’Imu già versata prima del 2023. Ecco chi può chiedere i rimborsi.

Imu immobili occupati abusivamente è incostituzionale

L’IMU è l’Imposta Municipale Unica dovuta su fabbricati (esclusa la prima casa), aree edificabili e terreni agricoli. La normativa prevede il pagamento in due rate. Pochi sono i casi di esenzione previsti, oltre la prima casa se non di lusso, vi è l’esenzione per i fabbricati rurali concessi in comodato a un imprenditore agricolo o per quelli per i quali l’importo da versare è basso.

La Corte Costituzionale nella sentenza n° 60 del 18 aprile 2024 ha sancito l’illegittimità costituzionale delle norme che prevedevano l’obbligo di versare l’Imu anche per gli immobili occupati abusivamente e per i quali era stata presentata regolare denuncia agli organi preposti. Vediamo nel dettaglio cosa succede.

Il problema degli immobili occupati abusivamente in Italia è molto sentito, spesso si tratta di immobili lasciati anche per poco tempo, magari per un ricovero e che vengono occupati da terzi soggetti. Oltre il danno la beffa, perché in molti casi sugli stessi è dovuta l’Imu. Il problema è stato risolto, dopo anni di giurisprudenza ambivalente, con il comma 81 dell’articolo 1 della legge di bilancio per il 2023, legge 197 del 2022, prevede l’esenzione dal pagamento dell’IMU per gli immobili occupati.

Affinché si possa essere esentati dal pagamento dell’Imu per gli immobili occupati è necessario che si verifichino determinate condizioni Deve trattarsi di immobili non utilizzabili né disponibili, per i quali sia stata presentata denuncia all’autorità giudiziaria in relazione ai reati di cui agli articoli 614, secondo comma, o 633 del codice penale o per la cui occupazione abusiva sia stata presentata denuncia o iniziata azione giudiziaria penale.

La norma si applica a partire dal 1° gennaio 2023, restano quindi scoperte le spettanze antecedenti.

Corte costituzionale, per chi ha pagato l’Imu prima del 2023 c’è il rimborso

Interviene quindi la sentenza n° 60 della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale l’articolo 9, comma 1, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, per non aver escluso dall’IMU gli immobili occupati abusivamente per i quali è stata presentata una denuncia tempestiva.

La questione di costituzionalità è stata sollevata dalla sezione tributaria della Corte di Cassazione per violazione dei principi costituzionali di equità fiscalecapacità contributivaragionevolezza e protezione della proprietà privata.

Grazie alla sentenza è possibile richiedere i rimborsi antecedenti rispetto all’entrata in vigore della legge di bilancio per il 2023.

Leggi anche: Terza rata Imu, chi deve pagarla? Scoprilo

 

Comunicazioni Fisco, adesso i messaggi arrivano direttamente sull’app IO

Comunicazioni Fisco arrivano delle novità sulle modalità di avviso e potrebbero arrivare direttamente sull’app Io del contribuente.

Comunicazioni Fisco, i messaggi in App Io

L’App IO arricchisce  le sue funzionalità e i suoi servizi per i contribuenti. La visione alla base di IO è mettere al centro il cittadino nell’interazione con la Pubblica Amministrazione, attraverso un’applicazione semplice e intuitiva disponibile direttamente sul proprio smartphone. In particolare, l’app IO rende concreto l’articolo 64 bis del Codice dell’Amministrazione Digitale, che istituisce un unico punto di accesso per tutti i servizi digitali, erogato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Come indicato dal sito del dipartimento per la trasformazione digitale, IO permette alle Pubbliche Amministrazioni di:

  • inviare comunicazioni ai cittadini tramite messaggi di notifica in app, semplicemente conoscendo il loro codice fiscale (senza dover chiedere un indirizzo di contatto);
  • comunicare e gestire le scadenze e ricevere pagamenti elettronici con maggiore facilità;
  • inviare, ottenere e gestire documenti (atti, notifiche, certificati) in modo semplice e efficiente;
  • gestire le preferenze di ogni cittadino in modo centralizzato;
  • ridurre i costi di gestione (delle notifiche, dei pagamenti, ecc.);
  • facilitare i pagamenti e ridurre i costi di recupero dei crediti

Fisco 2024, il comunicato dell’Agenzia delle entrate

L’Agenzia delle entrate comunica che arriva un nuovo servizio sull’App Io. Rimborsi in arrivo, scadenze di contratti, adempimenti e rate, comunicazioni non recapitate: sono alcuni dei messaggi in forma semplice e chiara che l’Agenzia invia ai cittadini sulle questioni fiscali di maggior interesse. Gli avvisi riguardano anche le abilitazioni conferite alle persone di fiducia per l’accesso alla propria area riservata e alcune date da ricordare, ma nel tempo si aggiungeranno via via nuovi contenuti.

Tuttavia grazie a questo servizio si può sempre essere aggiornati e non dimenticare date e adempimenti fiscali. L’app IO consente infatti di ricevere, comodamente in un’unica app sul cellulare, i messaggi del Fisco insieme a quelli delle altre amministrazioni, locali e nazionali, accreditate al servizio

Dove trovare l’App IO?

Si ricorda che l’app dei servizi pubblici “IO” è disponibile gratuitamente negli store iOS e Android. Per poterla utilizzare è necessario effettuare il login utilizzando i metodi di identificazione digitale. Tra questi ci sono la carta d’identità elettronica (Cie) e/o con Spid. L’uso dell’app come canale di comunicazione permette di eliminare il ricorso agli sms e alle email, che possono prestarsi con più facilità a campagne di phishing. Quindi avere una comunicazione pratica e sicura senza incorrere in pagamenti indesiderati o non dovuti.