Elezioni 2013: arriva il Partito dei Cacciatori

 

Millecinquecento doppiette pronte a candidarsi al seggio elettorale. Tutto è nato qualche giorno fa in Fiera a Vicenza, dove un folto gruppetto di iscritti dell’Associazione cacciatori veneti, stanchi dei soliti politici che li hanno ‘traditi’, hanno deciso di fondare il loro di partito: quello dei cacciatori.

Proteggere l’arte venatoria, certo, ma anche dare un serio contributo al proprio Paese, con un obiettivo ben preciso: presentarsi alle regionali del 2015. 

I cacciatori aspiranti politici sono indignati perché quest’anno non sono state concesse deroghe e perché a causa di alcune sentenze del Tar è stata sottratta all’attività venatoria una decina di giorni all’anno. Al malcontento generale si aggiungono le tasse pagate per la concessione regionale, che ora Acv, l’Associazione cacciatori veneti, vorrebbe indietro, perchè “ingiustamente intascate dalla Regione con la promessa di consentire l’esercizio venatorio in base a un calendario che invece è stato successivamente falcidiato dal Tar del Veneto“.

Fucili puntati, la guerra alla politica è appena cominciata.

Se il prosecco arriva sulle note del tango

 

La guerra al Prosecco ‘tarocco’ è appena cominciata. E poco importa se si tratti di brasiliano, neozelandese o made in Melbourne, spacciarsi per bollicine nostrane non va già ai produttori di vino e prosecco DOP.

L’ultimo in ordine di arrivo è il famigerato Prosecco di Buenos Aires: note tanguere, bouquet speziato con un retrogusto di pampa e note di fondo che evocano la Terra del Fuoco. “Noi produttori di vero Prosecco DOP siamo arcistufi. Quello scovato a Buenos Aires e’ solo l’ultimo caso, in ordine di tempo, di Prosecco ‘tarocco’”: sono le parole con cui Mirco Battistella, produttore 27enne veneto delle celebri bollicine trevigiane, denuncia l’ultima scoperta enologica proveniente dalla Slovenia. Nel corso di  ‘Slovenian Wine Event’, la kermesse enogastronomica organizzata dall’Hotel Kempinski Palace è stato scoperto un Prosecco spacciato per made in Italy e commercializzato in Sudamerica, con tanto di leone marciano come logo in etichetta, prodotto da uve coltivate nella campagna attorno alla città argentina di Mendoza, al confine con il Cile.

Anche l’Argentina ci scippa il Prosecco – prosegue Battistella.Siamo arrabbiati e demoralizzati, mentre nell’azienda Battistella e in centinaia di altre piccole e grandi aziende italiane si produce del Prosecco DOP – vino a denominazione protetta tutelato dalla UE ndr – rispettoso di un rigido disciplinare, garanzia di qualità per il consumatore, in Argentina, viene prodotto un vino ‘metodo classico’ dal nome ‘Proseccus Vino Espumoso Prosecco’ che del vero Prosecco DOP ha davvero poco se non il nome”.

Battistella denuncia la situazione in cui si trovano ad operare i produttori di Prosecco DOP: “Da una parte ci troviamo costretti ad operare in un mercato nazionale e internazionale che valorizza bollicine sempre più economiche, talvolta ‘veicolate’ con il nome prosecco, anche se in etichetta la magica parola Prosecco non e’ inserita: bensì si leggono ‘Glera’ o nomi di fantasia. Stiamo vivendo, infatti, un abbassamento costante dei prezzi, fenomeno allarmante e, negli ultimi 12 mesi, sempre più frequente e tendente a dinamiche di dumping. Dall’ altra l’attuale contesto normativo non e’ in grado di tutela, e quindi valorizzare, all’ estero le peculiarità della Denominazione: il nome ‘Prosecco’ ad esempio

E il tema dell’Italian sounding è tra le questioni poste al centro dell’incontro che si è tenuto il 12 dicembre a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, e i rappresentanti delle maggiori organizzazioni della filiera agroalimentare nazionale: Sergio Marini, presidente di Coldiretti, Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, Giuseppe Politi, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori, Franco Verrascina, presidente di Copagri, Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane – settore Agroalimentare, e Filippo Ferrua Magliani, presidente di Federalimentare.

Qualche numero: l’italian sounding “scippa” al nostro paese 50 miliardi, con 2 prodotti alimentari su 3venduti all’estero che di italiano hanno soltanto il nome. La pirateria agroalimentare è il nuovo fenomeno da combattere, almeno a suon di bollicine.

Quando Babbo Natale è un truffatore

 

Lunga barba bianca e cappello rosso, talvolta si aggirava persino in compagnia dell’amata/odiata Befana: un Babbo Natale in piena regola che ogni giorno a Treviso e nell’hinterland peregrinava di casa in casa per chiedere soldi da destinarsi a fantomatiche associazioni di volontariato.

Solo che poi il Santa Claus in salsa trevigiana i soldi li metteva sul suo conto e non nella slitta del volontariato. A scoprire il giro d’affari natalizi del finto (anzi dei finti) Babbo Natale è stata una ragazza di Treviso che, dopo aver visto l’anziano padre aprire la porta di casa a un Babbo Natale e consegnarli 50 euro da destinare ai bambini poveri, non ha creduto alla favola della slitta e dei doni che arrivano sotto l’albero.

Allertato il 113, gli agenti giunti per il riconoscimento hanno individuato sotto barba e cappello un uomo di 40 anni disoccupato, residente a Paese, che è stato immediatamente denunciato per truffa. E in questo caso pare che gli agenti abbiano proprio fatto tombola: tra Canizzano e Quinto di Treviso negli ultimi giorni era già segnalata la presenza di un trio, composto da Babbo Natale, aiutante (un elfo?) e Befana, che con le stesse modalità scampanellavano di casa in casa per chiedere una donazione.

E’ vero che a Natale siamo tutti più buoni però l’esperienza insegna che è meglio non credere alle favole. Quelle lasciamole ai bambini.

 

Altri sette comuni vicentini nel patto antievasione

Si aggiungono altri sette comuni della provincia di Vicenza in quello che è definito patto antievasione, volto ad individuare le modalità di collaborazione delle amministrazioni comunali all’attività di controllo fiscale.

La stipula del protocollo d’intesa, che comprende i comuni di Arsiero, Chiuppano, Malo, Piovene Rocchette, Velo D’Astico, Villaverla e Zanè, è avvenuta nella sede municipale di Thiene alla presenza dei rappresentanti dei comuni interessati e di Giovanni Achille Sanzò, Direttore Regionale del Veneto dell’Agenzia delle Entrate.

Le amministrazioni comunali si impegnano dunque ad inviare telematicamente alle Entrate informazioni che possano servire per l’accertamento dei tributi e l’individuazione di eventuali casi di evasione fiscale. Come corrispettivo riceveranno fino al 100% delle imposte recuperate e delle sanzioni.

I controlli fiscali a cui i comuni parteciperanno riguardano i seguenti ambiti:

  • commercio e professioni: soggetti che esercitano una attività economica senza partita Iva o che si qualificano come enti non profit svolgendo, tuttavia, lucrose attività commerciali;
  • urbanistica e territorio: contribuenti che hanno venduto aree edificabili senza dichiararne i proventi o che hanno partecipato ad abusivismi edilizi sia di tipo residenziale che industriale;
  • proprietà edilizia e patrimonio immobiliare: proprietari che non dichiarano seconde, terze case, che affittano appartamenti senza registrare i contratti o che omettono dichiarazioni Imu o Tarsu;
  • residenze fittizie all’estero: soggetti che dichiarano di risiedere all’estero ma di fatto continuano a mantenere i loro interessi familiari ed economici in loco;
  • disponibilità di beni indicativi di capacità economica: contribuenti che possiedono una quantità di beni economicamente rilevanti non coerenti con i redditi dichiarati.

Sanzò ha dichiarato: “Perché siano davvero efficaci per il recupero dell’evasione fiscale ed il presidio del territorio è importante che questi accordi vengano sottoscritti non solo con i comuni capoluogo, ma si estendano anche ai comuni della provincia,. Per questo, oggi, siamo particolarmente soddisfatti del successo che il patto antievasione ha riscosso tra le amministrazioni comunali della provincia di Vicenza” .

Vera MORETTI

8 milioni a disposizione delle imprese veronesi

L’economia veronese avrà a disposizione, per l’anno 2013, 8,2 milioni di euro messi a disposizione dall’Ente camerale.

La cifra stanziata è stata approvata dal Consiglio camerale il 13 dicembre ed ha la finalità di favorire in particolar modo i progetti di innovazione tecnologica e di internazionalizzazione.

Dopo il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, una delle principali novità, rispetto al passato, è l’introduzione dell’invio delle domande di contributo esclusivamente con modalità telematica, che avviene in modo gratuito tramite registrazione al sito Registroimprese.it.

E’ stato inoltre eliminato il criterio prioritario che dipendeva dalla data di invio dell’istanza. L’unico parametro che verrà preso in considerazione ai fini della determinazione dei beneficiari finali sarà dato dall’ammontare, in ordine crescente, dell’investimento, a partire da un minimo di € 5.000,00 IVA esclusa.

Vera MORETTI

Segno positivo per l’export veneto

In uno scenario contrassegnato dal segno “meno”, l’unica voce che, al contrario, chiude il 2012 del Veneto in positivo è l’export, che tiene a galla l’economia dell’intera regione.
C’è ben poco da rallegrarsi, però, perché la situazione regionale non è per niente rosea e il Pil ha subito una contrazione del -2,1%, appena sopra la media nazionale, che è ferma a -2,3%.

Alessandro Bianchi, presidente di Unioncamere Veneto, ha dichiarato: “Sul versante dell’attrazione degli investimenti diretti esteri la situazione regionale non appare confortante. Le fasi produttive localizzate in Italia fanno fatica a competere con quelle presenti in altre economie sviluppate. Esiste ancora un vantaggio nei confronti delle economie emergenti, in particolare nella produzione di beni strumentali e beni intermedi, anche se negli ultimi anni si è progressivamente ridotto”.

Le esportazioni, soprattutto in un periodo critico come questo, devono essere incoraggiate per due motivi: alcuni mercati oltre confine sono floridi e disposti ad investire e spendere, inoltre gli sbocchi esteri possono portare all’avvio di nuove attività economiche o al potenziamento di quelle precedenti, e quindi contribuire all’innalzamento del livello tecnologico delle produzioni locali.

Vera MORETTI

La Seconda Guerra Mondiale riemerge dal Lago di Garda

 

Un’immersione nella acque gelide del Lago di Garda e un salto indietro nella storia di oltre 60 anni. E’ quello che è successo ai volontari del Garda con sede a Salò, che, a largo di Torbole, hanno rinvenuto sul fondale del lago a 276 metri di profondità il relitto di mezzo militare americano inabissatosi durante la Seconda guerra mondiale.

Un pezzo di storia che racconta la tragedia consumatasi nella notte tra il 29 e 30 aprile del 1945 sulle sponde del Lago di Garda, nella quale persero la vita 24 soldati tra i 18 ed i 25 anni della decima Divisione di Montagna di stanza in Italia. Il relitto ritrovato è infatti quello del Dukw, l’autocarro anfibio da 2 tonnellate, soprannominato ‘anatra’, che serviva per trasportare rifornimenti e munizioni al reparto dell’esercito americano stanziato a Torbole, in provincia di Trento, sulla punta Nord del lago di Garda.

Quella notte dell’aprile del 1945 il vento che soffiava troppo forte fece ribaltare che caduto in acqua, si inabissò in pochi istanti. L’unico superstite fu il caporale Thomas Hough, perchè riuscì ad aggrapparsi ad un pezzo del mezzo anfibio e a raggiungere a nuoto la riva. Anche il lago di Garda ha il suo piccolo Titanic.

 

Finanziamenti alle pmi per il contenimento dei consumi energetici

Per le pmi venete è operativo il “Fondo di rotazione e contributi in conto capitale per investimenti realizzati da PMI e finalizzati al contenimento dei consumi energetici”, presentato dalla Regione Veneto.

Le agevolazioni sono accessibili da parte delle pmi che hanno sede legale o sede operativa nel territorio della Regione Veneto.

Ad essere ammesse sono le piccole e medie imprese che operano nei seguenti settori:

  • Agricoltura e silvicoltura
  • Estrazione di minerali da cave e miniere
  • Attività manifatturiere
  • Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata
  • Fornitura di acqua; Reti fognarie; attività di gestione dei rifiuti e risanamento
  • Costruzioni
  • Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli
  • Trasporto e magazzinaggio
  • Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione
  • Servizi di informazione e comunicazione
  • Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese
  • Istruzione
  • Sanità e assistenza sociale
  • Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento
  • Altre attività di servizi

I progetti oggetto di finanziamento devono riguardare:

  • il miglioramento del rendimento energetico degli impianti esistenti;
  • la produzione combinata di energia termica ed elettrica in cogenerazione;
  • la produzione di energia elettrica mediante celle a combustibile;
  • la produzione di energia da fonti rinnovabili, ovvero da quelle fonti definite come tali dalla normativa di settore vigente.

Le tipologie di spesa finanziabili sono:

  • Impianti attrezzature macchinari: acquisto di macchinari, apparecchiature, attrezzature, impianti inerenti al progetto e le relative spese di trasporto, montaggio e assemblaggio;opere edili strettamente connesse e dimensionate, anche dal punto di vista funzionale, ai macchinari e agli impianti di cui al punto precedente ed esclusivamente ad essi dedicate;software di gestione della strumentazione di controllo e regolazione degli impianti;
  • Investimenti immateriali: acquisto di diritti di brevetto, di licenze, di know-how e di conoscenze tecniche non brevettate;Spese tecniche: spese tecniche per progettazione, direzione lavori, collaudo, coordinamento sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, certificazione degli impianti, eventuale certificazione dei costi da parte di un revisore esterno dei conti studi specialistici di diagnosi energetica dell’attività produttiva e degli impianti (“audit tecnologico”), in connessione agli investimenti di risparmio energetico e di produzione di energia da fonti rinnovabili

Non sono invece ammissibili le spese che riguardano:

  • impianti per produzione di energia termica e/o elettrica per uso residenziale;
  • progetti che abbiano come fine l’adeguamento agli standard prescritti dalla normativa europea e nazionale vigente o contenuti nei singoli provvedimenti autorizzativi o prescritti nel giudizio di compatibilità ambientale;
  • coibentazione di opere edili;
  • mezzi ed attrezzature di trasporto di merci e persone;
  • interventi riguardanti la sola sostituzione del tipo di combustibile qualora questo sia di origine fossile;
  • acquisto di beni usati. Pertanto sono ammissibili unicamente i beni “nuovi di fabbrica”, ossia quei beni mai utilizzati e fatturati direttamente dal costruttore.

Le agevolazioni previste sono:

  • un contributo in conto capitale in misura non superiore al 23% del costo di investimento ammissibile (Quota Contributo);
  • un finanziamento agevolato, tramite fondo di rotazione, fino a copertura dell’importo del costo di investimento ammissibile, composto da una quota pubblica a tasso zero, non superiore al 50% (cinquanta per cento) del finanziamento (Quota Fondo) e una quota privata fornita dalle Banche convenzionate con il Gestore regolata ad un tasso convenzionato o ad un tasso inferiore liberamente negoziato dai Beneficiari (Quota Banca).

Saranno agevolate le operazioni di importo compreso tra euro 25.000 e 2.000.000 di euro, mentre l’importo massimo delle operazioni agevolate a valere sul Fondo è fissato in Euro 5.000.000.
La durata del finanziamento agevolato non può superare 84 mesi.

Le domande possono essere presentate entro il 30 giugno 2015 al Gestore per il tramite delle Banche oppure degli Intermediari.

Vera MORETTI

Confermata la squadra di Confcommercio Unione Venezia

Nessun cambiamento alla presidenza di Confcommercio Unione Venezia: per il periodo 2012-2017, infatti, è stato riconfermato Massimo Zanon, ma anche il Comitato di Presidenza nella sua interezza.

Al fianco di Zanon, un’ovazione ha acclamato il presidente onorario dell’Unione Livio Chiariot, presidente di 50&Più, sistema associativo che offre consulenze a professionisti che operano in Italia e all’estero, il quale ha annunciato di continuare a ricoprire la carica con entusiasmo.

In occasione dell’incontro, l’Assemblea dell’associazione, che rappresenta oltre 10mila aziende del commercio, del turismo e dei servizi in tutta la provincia veneziana, ha annunciato di aver adottato il nuovo Statuto, che sottolinea l’importanza dell’etica d’impresa nei rapporti tra aziende e con il territorio grazie al recepimento di un apposito Codice etico, nonché la volontà di collaborare attivamente e responsabilmente alla crescita del paese ed offrire alle imprese associate gli strumenti per essere davvero in grado di competere in Europa.

Il nuovo Statuto prevede anche un aumento dei membri della Giunta, che passeranno a 19, soprattutto per consentire una maggior rappresentatività territoriale ma anche dei settori che compongono il sempre più diversificato terziario.

Ecco i nomi della squadra che affiancherà Massimo Zanon per il prossimo quinquennio: Ennio Gallo, Vicepresidente Vicario; Vicepresidenti: Elio Dazzo ed Adelino Carraro; Giuseppe Fedalto: Amministratore. Gli altri membri sono: Roberto Magliocco , Marino Boetto, Maurizio Sabadin, Angelo Faloppa. Luigino Fontanello, Doriano Calzavara, Stefano Montesco e Alessandro Da Re.
Entrano per la prima volta: Marco Francalli, Manrico Pedrina, Leonardo Ranieri, Massimo Gorghetto, Ennio Matterazzo.

La Giunta alla prima riunione si completerà con ulteriori due membri da cooptare che Zanon ha già annunciato saranno Livio Chiarot e Alberto Teso.

Vera MORETTI

A Padova villa bunker contro i Maya

 

Prima profetizzata per il fatidico 12-12-12, poi spostata alla data del 21 dicembre 2012, la fine del mondo secondo il Calendario Maya continua a turbare le notti insonni di molti italiani, ma non solo. Al punto che, nel dubbio di un’Apocalisse imminente, qualcuno ha deciso di non farsi trovare impreparato: un avvocato veneto ha realizzato infatti un bunker anti-Maya sotto la sua villa sulle colline padovane.

Una piccola fortezza in grado di proteggere lui, la moglie e il figlio: 60 metri quadrati a circa 3 metri di profondità nel terreno,  in grado di resistere a terremoti ed esplosioni, dotato di due camere, servizi igienici e cucina, con un generatore di elettricità d’emergenza che funziona a gasolio e pannelli solari. Un vero gioiello dell’architettura green, tra l’altro. Il costo? Soli 50 mila euro.

Ma non si tratta dell’unica costruzione scaccia-Maya nel nostro Paese: Leonardo Remorini, imprenditore toscano a capo della Matex Security, ha svelato di aver progettato e curato nell’ultimo periodo decine di rifugi blindati, soprattutto al Centro-Nord.  Domanda: e se i Maya avessero previsto il diluvio universale?