Per Eni e Snam il miglior sito corporate

Le grandi società italiane sono quelle che hanno anche il migliore sito corporate. Lo afferma Webranking by Comprend, la più importante ricerca europea che dà voti e premi al migliore sito corporate.

Il sito corporate di Eni si è confermato vincitrice nella tredicesima edizione italiana della ricerca con 87 punti su 100. Al secondo posto il sito corporate di Snam (86,3 punti), che si porta a casa anche il riconoscimento come “best improver”, ossia la società che ha aumentato di più il proprio punteggio rispetto all’edizione precedente. Medaglia di bronzo per il sito corporate di Telecom Italia (83,3 punti).

La ricerca Webranking misura i fondamentali della comunicazione corporate e finanziaria e l’apertura al dialogo della società sui canali digitali. Ottenere un voto basso per il proprio sito corporate significa lasciare il mercato disinformato e rinunciare alla possibilità di governare la propria reputazione, soprattutto in tempi di forte trasformazione e soprattutto sui social network.

Il metro di misurazione della ricerca Webranking considera 50 punti come soglia minima per una buona comunicazione digitale sul sito corporate; una soglia superata solo da 20 aziende, più o meno come nel 2013. Il dato confortante, però, è che molte aziende hanno segnato forti miglioramenti di punteggio del loro sito corporate rispetto agli anni precedenti e la maggior parte dei nuovi siti lanciati è responsive, con grande attenzione verso l’accessibilità del sito tramite il mobile.

Inoltre, nonostante le aziende italiane siano carenti sul proprio sito corporate per ciò che riguarda le informazioni su strategia e innovazione aziendali, sostenibilità e risorse umane, sono allineate alla media europea per quanto riguarda risultati finanziari, performance azionarie, governance, ma utilizzano meno i social media. È stata anche riscontrata una maggiore attenzione alla creazione di contenuti editoriali, utili a raccontare l’azienda.

Enel Green Power trionfa ad Eurosolar 2014

Premio importante per Enel Green Power, che si è distinta nell’ambito di Eurosolar 2014 come eccellenza italiana.

Si tratta di un riconoscimento prestigioso che dal 1994 si occupa delle potenzialità della sfida solare e degli studi che si stanno svolgendo nell’ambito delle energie rinnovabili.

La manifestazione si è svolta ieri a Roma presso la Casa dell’Architettura ed è stata organizzata da Eurosolar e Eurosolar Italia, insieme al Dipse, Dipartimento progetto sostenibile ed efficienza energetica e al Dipartimento rigenerazione urbana dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia.

I progetti italiani premiati sono stati ben due: Pyramid lab k2 Nepal – Ardito Desio – Top recycling mission 2013, Nzeb urban planning Terra cielo di Niccolo Aste e Claudio Delpero, selezionati in due categorie nazionali e otto progetti europei, selezionati in sette categorie e cinque nazioni.

Ermete Realacci, presidente della commissione ambiente della Camera, ha dichiarato: “Il tema che si affronta oggi è la risposta alla crisi. Non usciremo dalla crisi se non cambiamo. Troppi pensano che si possa ripartire ricominciando da dove ci siamo fermati, ma dalla crisi si esce cambiando. L’innovazione è il tema di come rilanciare l’economia e l’occupazione“.

Ha poi aggiunto Silvia Costa, europarlamentare e presidente della commissione cultura ed educazione: “Oggi le nostre città, e le periferie in modo particolare richiamano con assoluta urgenza a nuovi investimenti, in termini di risorse ma anche di idee, progetti e soluzioni innovative. L’innovazione introdotta da ogni idea, analisi e progetto in ciascuno di questi campi deve far riscontrare impatti positivi negli altri, indirizzando i suoi effetti ad un obiettivo unico il miglioramento delle qualità delle nostre società e della vita di tutti i cittadini“.

Vera MORETTI

Poste Italiane, no aiuto di Stato per Alitalia

Poste Italiane e Alitalia, il matrimonio sembra si possa fare. La Commissione europea è infatti orientata a non considerare come un aiuto di Stato distorsivo della concorrenza l’investimento che Poste Italiane ha fatto nella malconcia compagnia di bandiera. Secondo quanto riporta l’agenzia LaPresse “non dovrebbero esserci problemi” per Bruxelles “sulla vicenda degli aiuti di Stato relativi a Poste Italiane“. A ottobre 2013 Poste Italiane aveva accettato di entrare nel capitale di Alitalia con 75 milioni di euro per evitare il fallimento della compagnia in crisi di liquidità.

Il rischio di vedere l’operazione bloccata da Bruxelles era palpabile. Il commissario alla concorrenza Joaquin Almunia aveva inviato al governo Renzi una lettera in cui chiedeva nuovi documenti, da consegnare entro il 22 luglio, sulla ricapitalizzazione del 2013 effettuata grazie a Poste Italiane. “L’aiuto di Stato – si leggeva nella segnalazione – consiste principalmente nell’aumento di capitale di Alitalia, principale operatore nazionale del trasporto aereo, finanziato da Poste, società controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, per una quota pari a 75 milioni di euro, corrispondente a un pacchetto azionario ancora non quantificato. La distorsione della concorrenza riguarda il settore dei trasporti aerei la concorrenza è alterata in quanto l’intervento del governo, attraverso Poste, è finalizzato a impedire l’uscita dal mercato di Alitalia e l’ingresso di nuovi operatori nella fornitura di servizi di trasporto aereo in Italia, nonché a elevare il prezzo di acquisto per eventuali operatori rispetto al prezzo che si sarebbe altrimenti manifestato“.

Inoltre, ad agosto, Poste Italiane aveva deciso un ulteriore investimento da 75 milioni di euro nella compagnia aerea, una volta completato il riassetto del gruppo. Il governo si era sempre rifiutato di considerare l’investimento di Poste Italiane un aiuto di Stato e il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi lo aveva definito un “investimento di mercato per cercare sinergie industriali e risorse per il futuro“.

Velivoli italiani per le Forze Armate slovacche

E’ stato firmato lo scorso 29 ottobre da Alenia Aermacchi ed il Ministero della Difesa della Slovacchia un importante contratto per la fornitura di due velivoli C-27J Spartan comprensivo del relativo supporto logistico iniziale e dell’ addestramento di piloti e addetti alla manutenzione.

L’acquisizione da parte della Forza Aerea della Slovacchia del C-27J di Alenia Aermacchi rientra nell’ambito del programma di ammodernamento delle Forze Armate slovacche, di cui i nuovi velivoli da trasporto tattico rappresentano un primo passo.
Il contratto rappresenta la conclusione della gara emessa dal Ministero della Difesa slovacco e che Alenia Aermacchi si era aggiudicata nel 2008, quando era stato selezionato il C-27J.

Alenia Aermacchi ritiene che “la scelta del Ministero della Difesa della Slovacchia è la conferma che quando il requisito richiede prestazioni e capacità che solo un vero velivolo da trasporto militare possono soddisfare, il C-27J è l’unica soluzione che garantisce un eccellente rapporto tra costi e prestazioni. Le Forze Armate della Slovacchia hanno in programma di incrementare il proprio contributo in ambito NATO ed il C-27J Spartan, grazie alle sue eccellenti capacità in teatri operativi, rappresenta il mezzo fondamentale per assicurare la piena interoperabilità con gli altri heavy airlifter di maggiori dimensioni operati nell’ambito di coalizioni internazionali”.

Il C-27J Spartan è un vero best seller nella categoria degli aerei da trasporto tattico medio di nuova generazione.
Si tratta infatti di un aereo bimotore a turbina con tecnologia allo stato dell’arte nell’avionica, nel sistema di propulsione e negli altri sistemi di bordo.

Per le sue elevate qualità tecniche, il velivolo è stato ordinato dalle Forze Aeree italiana, greca, bulgara, lituana, romena, marocchina, dagli USA, dal Messico, dall’Australia, da un paese africano, recentemente dal Perù e ieri dalla Repubblica Slovacca, per un totale di 78 velivoli.

Vera MORETTI

Accordo cileno per Enel Green Power

Siglato un contratto tra Enel Green Power ed Empresa Nacional de Electricidad SA, conosciuta con il nome Endesa Chile, per la fornitura di energia e la vendita di certificati verdi.

Questo accordo avrà durata di venti anni e porterà a due progetti eolici e un ulteriore della durata di 25 anni che prevede ben tre progetti fotovoltaici.

Il contratto, che ha un valore complessivo stimato pari a circa 2,3 miliardi di dollari statunitensi, consentirà ad Enel Green Power Chile di sviluppare impianti eolici e fotovoltaici con una capacità installata totale di circa 307 MW e un investimento complessivo di circa 611 milioni di dollari statunitensi.

Grazie ai progetti di Enel Green Power Chile, Endesa Chile è stata l’unica partecipante alla recente gara per le imprese di distribuzione del Sistema Interconectado Central (SIC), aggiudicandosi il 15% dell’offerta totale, ad un prezzo inferiore al tetto.

Vera MORETTI

Alitalia, Montezemolo designato presidente

Il Consiglio di amministrazione di Alitalia, riunitosi mercoledì, secondo quanto si apprende, ha individuato Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari dal 1991 fino a poche settimane fa, come presidente designato della nuova Alitalia. Designato, invece, vice presidente il ceo di Etihad, James Hogan. Il cda ha anche richiesto il versamento dell’anticipo di 80 milioni di prestito ponte sui 300 milioni di aumento di capitale deciso quest’estate fondamentale per proseguire le attività in attesa del conferimento delle attività nella nuova compagnia. La nomina dovrebbe arrivare dopo l’approvazione della fusione da parte delle autorità europee, attesa entro il 17 novembre. Montezemolo, comunque, non avrà deleghe operative, che saranno tutte attribuite all’amministratore delegato Silvano Cassano.

Telecom fa affari in Argentina

Anche se in ritardo di due mesi rispetto alla scadenza prevista, Telecom ha deciso di accettare la proposta di Fintech per Telecom Argentina.
Secondo quanto pattuito con il fondo argentino, dunque, la società di telefonia sudamericana verrà venduta al prezzo di 960 milioni di dollari, ma nell’ambito di un accordo che prevede più tutele per l’azienda guidata da Marco Patuano.

Secondo l’accordo, infatti, l’impegno di Fintech sarà “garantito da un pegno di un titolo collaterale del valore di 600,6 milioni di dollari”.

Ciò significa che il gruppo delle telecomunicazioni emetterà un bond ad hoc per quella cifra e il fondo di David Martìnez lo sottoscriverà per poi costituirlo in pegno a favore della stessa Telecom International e della capogruppo.
Ma non è tutto, poiché è stata stabilita una penale da 175 milioni di dollari che Telecom incasserà nel caso in cui, trascorsi 30 mesi, l’affare sfumi.
Nel comunicato, infatti, si legge che la cessione dovrebbe “realizzarsi entro i prossimi due anni e mezzo”.

Dei 960 milioni di dollari pattuiti per la vendita delle attività in Argentina, Telecom ne ha già incassati 113,7, in parte per gli attivi nel portafoglio della controllata Tierra Argentea e in parte come importi destinati da Sofora alla distribuzione come dividendo.
Ulteriori 550,6 milioni di dollari, spiega la nota del gruppo, saranno pagati per il 51% di Sofora.

Restano fuori 80 milioni di dollari che saranno corrisposti in parte da “un accordo per la messa a disposizione delle società del gruppo Telecom Argentina di servizi tecnici per tre anni, nonché la rinuncia o l’adesione alla modifica da parte di Telecom di alcuni diritti rivenienti dal patto parasociale con il gruppo Verthein”.

Ci sono poi altre garanzie nel caso in cui i tempi dovessero allungarsi.
Se la vendita a Fintech del 51% di Sofora non verrà conclusa nell’arco di 2 anni e mezzo, infatti, Telecom potrà recedere dall’accordo e avrà sei mesi per riacquistare la quota di minoranza del 17% già ceduta.
Se invece volesse comunque vendere la quota di controllo potrebbe farlo individuando un terzo acquirente, con garanzia da parte di Fintech di un corrispettivo minimo di almeno 630,6 milioni di dollari.
Se alla fine il prezzo fosse superiore, il differenziale sarà suddiviso fra Telecom e il fondo di Martinez secondo una formula prestabilita.

Vera MORETTI

Eni incrementa la sua presenza in Indonesia

Importante incremento della sua presenza in Indonesia da parte di Eni: è stata scoperta un’importante opportunità di business del gas nel sito esplorativo denominato Merakes, situato nel blocco East Sepinggan, di cui Eni è operatore con la quota del 100%.
Il blocco si trova al largo di East Kalimantan, nel Borneo, 170 chilometri a sud del centro di liquefazione di gas naturale Bontang GNL e a 35 chilometri dal campo offshore in sviluppo di Jangkrik, sempre operato da Eni.

La scoperta è stata effettuata attraverso il pozzo Merakes 1, che è stato perforato in una profondità d’acqua di 1.372 metri e ha raggiunto una profondità complessiva di 2.640 metri.

Merakes è il primo pozzo esplorativo perforato da Eni nel Blocco East Sepinggan, acquisito dalla società nel 2012 a seguito di una gara internazionale. Eni stima preliminarmente il potenziale della scoperta di Merakes in circa 36 miliardi di metri cubi di gas in posto e prevede un ulteriore potenziale che verrà valutato con una campagna di delineazione.

Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, ha commentato a proposito: “Questo nuovo successo concretizza ulteriormente la nostra strategia di crescita nel bacino del Pacifico, dove oltre alla presenza già consolidata in Indonesia, Australia e Cina, Eni ha recentemente firmato nuovi contratti esplorativi in Vietnam, Myanmar e nella stessa Cina. Questa nuova scoperta è importante, poiché rafforza la nostra posizione di operatori in Indonesia e, grazie alla sua vicinanza al campo di Jangkrik, oggi in sviluppo, potrà fornire ulteriori volumi di gas all’impianto di GNL di Bontang”.

Vera MORETTI

Piquadro, primo semestre in crescita

Bilancio più che positivo per Piquadro nei primi sei mesi del 2014. L’azienda di pelletteria fondata nella seconda metà degli Anni ’80 ha comunicato di aver chiuso il primo semetre dell’esercizio fiscale in corso con una crescita dei ricavi dell’8,2% a 32,3 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, chiuso a circa 29,9 milioni di euro. Il buon risultato, si legge nella nota diffusa, è stato determinato soprattutto dalle performance del mercato italiano (in corsa del 17%) e di entrambi i canali dos e wholesale (rispettivamente in aumento del 6,2% e del 9,2 per cento, anche in ragione dell’apertura di ulteriori sette negozi in franchising, di cui due in Italia, due in Europa e tre in Asia).

“Gli ottimi risultati riportati in Italia sono stati determinati dal riposizionamento del marchio, dall’ottimizzazione della rete di vendita e dall’ottimo andamento di alcune merceologie prima marginali sulle quali abbiamo investito e dalle quali ci aspettiamo ulteriori progressi – ha dichiarato Marco Palmieri, presidente e amministratore delegato di Piquadro. – La dinamica delle vendite estere ha invece scontato la chiusura di alcuni mercati e punti vendita non remunerativi e la crisi dei mercati russo e ucraino. Al netto di questi due fattori le vendite estere sono in considerevole crescita”.

Luxottica, Mehboob-Khan è il nuovo Co-CEO

Sarà Adil Mehboob-Khan ad affiancare Massimo Vian alla guida di Luxottica. Il CdA della società di Agordo ha anche nominato il consigliere indipendente Marco Mangiagalli quale membro del comitato Risorse umane in sostituzione del dimissionario Roger Abravanel.

Mehboob-Khan, 50 anni di origini pakistane, ad inizio della carriera ha lavorato in Procter & Gamble, ma ha avuto una lontana esperienza professionale in Italia, dal 1987 al 1993, che gli permette di avere una discreta conoscenza della nostra lingua. “Adil Khan – spiega una nota ufficiale di Luxottica – è capace di coniugare la visione strategica con l’operatività e si distingue per le sue spiccate doti di leadership. Crede nell’efficacia di organizzazioni poco gerarchiche e veloci, dove vengono premiate le capacità di iniziativa e di orientamento al risultato”.

Con la nomina di Mehboob-Khan al vertice della società leader nella produttore mondiale di lenti e montature è completato il riassetto di Luxottica dopo l’uscita di Andrea Guerra e le dimissioni del suo successore Enrico Cavatorta che avevano creato non pochi problemi al presidente Leonardo Del Vecchio.