Ritardi nei finanziamenti alle imprese artigiane lucane: così non va.

In Basilicata, erano previsti contributi agevolati su finanziamenti regionali per gli investimenti delle imprese artigiane,come previsto dalla legge 949/52, invece Leo Montemurro, segretario regionale della Confartigianato, denuncia che “di quell’assegnazione che avrebbe già dovuto essere versata nelle casse di Artigiancassa, che avrebbe dovuto erogare i contributi, si è persa traccia. Risulta esserci la determina del dirigente generale ma, giunta in ragioneria, la delibera si è arenata. Colpa del patto di stabilità? Della burocrazia regionale? Vogliamo comprendere perché questi fondi non si trovano.”

Questo ritardo inspiegabile rischia di mettere in ginocchio un settore, quello dell’artigianato, già in difficoltà. Forti di questo provvedimento, le imprese infatti avevano effettuato investimenti, acquisto di attrezzature ma soprattutto nuovi posti di lavoro. I tempi programmati per l’erogazione dei contributi rappresentavano per loro un fondamentale sostegno grazie al quale poter intervenire per migliorare le proprie attività.  

“Questi ritardi, invece – aggiunge Montemurro – rischiano di creare non pochi problemi al settore, e alle aziende che in molti casi hanno chiesto anticipazioni bancarie, esponendosi sotto il profilo economico-finanziario, elemento che si traduce in aggravio di costi, servizi e disagi non facilmente risolvibili. La Regione chiarisca la causa di questa mancata assegnazione, in mancanza della quale gli ulteriori sforzi degli artigiani rischiano di finire nel nulla”.

Questo è quello che non vorremmo pubblicare, perché Infoiva è per l’Italia che produce, che sorride… Ma per produrre c’è bisogno di serietà. Anche – anzi, soprattutto – dalle istituzioni. Regione Basilicata, se ci sei batti un colpo!

 

fonte della notizia e delle dichiarazioni virgolettate: Lucania

Domenica green convegno sulle energie rinnovabili a Udine

Se a luglio 2010 erano a quota 4.236 gli impianti fotovoltaici incentivati in Friuli Venezia Giulia (1 ogni 290 abitanti, per una potenza totale di 33.964 chilowatt), il 35% del “grazie” di questo parco solare diffuso é da dare agli impiantisti di Confartigianato Udine.

Sempre di più, infatti, sono le cifre che testimoniano la fiducia di famiglie ed imprese nelle fonti rinnovabili.

Per questo, lo stesso Confartigianato Udine, con il sostegno della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e il Caem (Consorzio artigiano energia e multiutility), ha deciso di organizzare una domenica green, ovvero un convegno alla Fiera di Udine nell’ambito di Casa Moderna, dal titolo “Diamoci un’alternativa! Il bello ed il conveniente delle energie solari”.

Se foste interessati a conoscere le ultime novità in fatto di incentivi, ottimi modelli di integrazione architettonica, suggerimenti per risparmiare sulla bolletta elettrica e per ottenere un finanziamento su misura’ per l’impianto di casa: sito

Paola Perfetti

Nuovo fondo nazionale integrativo di assistenza sanitaria per pmi e artigiani dal 1 gennaio 2011

Dal primo gennaio 2011, saranno oltre un milione di lavoratori dell’artigianato e delle piccole imprese a poter contare su un nuovo fondo nazionale integrativo di assistenza sanitaria: avrà un valore di 125 milioni di euro l’anno!

Ad essere coinvolti sono tutti i lavoratori dell’artigianato e i dipendenti delle imprese che applicano i contratti sottoscritti dalle parti. Ne sono esclusi i lavoratori del settore edili.

E’ questo il risultato di un accordo tra le organizzazioni datoriali dell’artigianato – Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai – con le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil.

Il fondo fornirà ai lavoratori prestazioni sanitarie integrative a quelle del servizio sanitario nazionale; la contribuzione prevista da parte del datore del lavoro é pari a 10,42 euro al mese per lavoratore per dodici mesi all’anno, per un totatale di 124 euro annui.

L’adesione al fondo non e’ obbligatoria, tuttavia é scritto nel testo dell’accordo:

I contenuti dell’intesa verranno recepiti nei contratti collettivi di lavoro e l’azienda che omette il versamento dei contributi, é  responsabile della perdita delle prestazioni sanitarie cui ha diritto il lavoratore, salvo il risarcimento del maggior danno subito”.

A metà novembre le parti costituiranno ufficialmente il fondo presso un notaio e l’operatività scatterà a partire dal primo gennaio prossimo.

Paola Perfetti

Business coaching: scopriamo assieme le sue origini

Terza puntata del viaggio di Infoiva, il Quotidiano online delle Partite Iva, nel mondo del Business Coaching, professione che da qualche tempo si sta diffondendo con successo anche in Italia. In collaborazione con il Dott. Giulio Ardenghi, uno dei pochi e qualificati Business Coach italiani.

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Il verbo “to coach” in inglese significa, addestrare, istruire, appare nel 1830-1 a Oxford ed entra poi nel mondo dello sport. Solo verso il 1950, grazie all’apporto di altre discipline (management, marketing, scienze sociali, etc.) assume una configurazione precisa con degli standard operativi.

I primi esempi di business coaching si hanno fra gli Anni ’30 e ’60, quando in grandi imprese americane si forma l’abitudine che i senior manager addestrino e seguano le giovani promesse e, in modo più allargato, quando impiegati con esperienza si dedicano al training dei neoassunti.

Difficile dire quando il business coaching sia arrivato in Italia. Sicuramente al seguito di qualche emerita multinazionale americana. Il primo problema che ha dovuto affrontare è stata l’ostilità verso il cambiamento di molte imprese italiane, che vedono come costo e non come investimento l’affiancamento di un business coach a un proprio manager per creare e sviluppare insieme un business model, per sviluppare nuove competenze atte a comprendere e sfruttare la complessità dei mercati, per accelerare quei processi di cambiamento necessari per restare sul mercato e competere senza inibizioni col resto del mondo.

Inoltre, le varie associazioni di coaching e, soprattutto, le scuole, oltre che contendersi il mercato dei corsi di coaching si sono poco impegnate a dare una definizione unica, precisa e condivisa del coaching.

Così, pur essendo in Italia una disciplina nuova, si è già segmentata in almeno 12 sottocategorie, mentre è riconosciuto in tutto il mondo che usa davvero il coaching che le aree d’interesse sono sostanzialmente 3: life coaching, motivational coaching e business coaching.

Il life coaching agisce col cliente privato affinchè raggiunga i propri personali obiettivi. Il life coach interviene sull’analisi dell’ambiente, delle risorse, delle convinzioni e sui comportamenti del cliente. Insieme tracciano un percorso di sviluppo atto ad arrivare in meta, non si occupa di psicopatologie.
Il motivational coaching in Italia è in mano ai magnifici 3, ovvero a tre grandi professionisti della motivazione di rottura, dell’exploit. Hanno modellato maestri e guru americani e svolgono un importante ruolo, oltre che di diffusione del coaching, di rottura di schemi cementati, sclerotizzati, infondendo fiducia in sé e autostima a professionisti, ma anche a un pubblico generico. Lavorano con gruppi anche numerosi.
Il business coaching, come già chiarito, agisce in ambito professionale, è orientato al raggiungimento di obiettivi misurabili e interviene, per sintesi, in situazioni che necessitano trasformazioni veloci e durature.

Dott. Giulio ARDENGHI

http://www.businesscoachingefficace.com/

Prove di federalismo per gli studi di settore per il commercio al dettaglio del settore moda.

L’ipotesi di studio di settore su base regionale per il commercio al dettaglio di abbigliamento, calzature, pelletterie e accessori è stato presentato la scorsa settimana agli Osservatori regionali. Lo comunica in una nota l’Agenzia delle Entrate ricordando che si tratta del secondo studio di settore elaborato su base regionale, dopo quello del settore delle costruzioni.

Secondo quanto spiegato in una nota dall’Agenzia delle Entrate, si tratterà di un’iniziativa finalizzata a verificare, con la collaborazione dei rappresentanti di associazioni di categoria e degli ordini professionali, il funzionamento dello studio, ad integrazione delle analisi effettuate a livello centrale, anche a seguito di esame di specifici casi esemplificativi rilevati a livello locale.

Soddisfazione per queste novità negli studi di settore anche da parte di Federmoda, che vede accolte alcune importanti richieste della categoria. Il presidente di Federmodaitalia-Confcommercio, Renato Borghi, parla di ”un importante passo in avanti in direzione dell’affinamento della metodologia degli studi di settore secondo principi di equità e selettività.”

La grande Soluzione Impresa FASTWEB raggiunge anche le pmi

State aprendo una impresa commerciale e pensate a quale soluzione trovare per la vostra linea telefonica?

Una buona soluzione può essere quella lanciata da FASTWEB con il nome inequivocabile di My Business Parla Basic.

Il noto gestore telefonico, infatti, ha da poco proposto sul mercato una offerta telefonica dedicata a negozi, bar, ristoranti e locali pubblici con l’obiettivo che sia completamente corrispondente alle loro esigenze oltre che semplice e soprattutto innovativa.

Ma cosa riguarda? L’offerta My Business Parla Basic comprende una linea per Voce, fax e POS, e la possibilità di utilizzare Internet fino a 20 Mbit/s.

Si tratta di una proposizione convergente che include 500 minuti di chiamate verso telefoni fissi e 500 minuti verso i cellulari FASTWEB, e fortemente competitiva, con un meccanismo di tariffazione a consumo su Internet che permette di adeguare la spesa ai propri bisogni, senza rinunciare alla qualità della rete e del servizio FASTWEB.

Con questa strategica offerta, infatti, FASTWEB intende garantire anche ai piccoli esercizi commerciali quella tecnologia che, fino ad oggi, é stata ad appannaggio di medie e grandi imprese.

E lo fa, offrendo un soddisfacente rapporto qualità prezzo.

Per maggiori informazioni, è a disposizione il sito FASTWEB Soluzione Impresa.

Paola Perfetti

Donne imprenditrici: sono più forti degli uomini.

In Italia le donne che guidano un’impresa individuale sono circa 862 mila. Rispetto a cinque anni fa sono circa 25 mila in meno, ma ciononostante sembra stiano resistendo meglio dei colleghi maschi alla crisi che ha attraversato il Paese, tanto da diminuire di solo lo 0,06 tra dicembre e giugno scorsi di fonte a una flessione delle imprese individuali totali (-0,33%). Non solo, mettersi in proprio e creare un’impresa rappresenta un’opportunità alla quale ricorrono in misura maggiore, rispetto al sesso forte, le giovani donne, specie se immigrate.

Queste sono alcune delle tendenze emerse dai dati sulle imprese individuali femminili, presentati in occasione dell’avvio a Cagliari del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”.

L’iniziativa, promossa da Unioncamere insieme alle Camere di commercio e ai Comitati per l’imprenditoria femminile, si articolerà in 9 tappe sul territorio nazionale. Sarà un’occasione per le diverse componenti istituzionali, associative e della società civile di analizzare le peculiarità, caratteristiche ed eventuali criticità dell’universo femminile che svolge un’attività d’impresa privata e, più in generale, dell’inserimento delle donne nel mercato del lavoro.

Per le imprese artigiane torna il Festival nazionale della Persona, ad Arezzo

“Promuovere la centralità della persona rafforzando i valori che legano impresa, famiglia e comunità.”  Con questi obiettivi, il 23 settembre 2010, inaugura ad Arezzo la seconda edizione del Festival nazionale della Persona promosso dal sistema Confartigianato.

Carmelo Rigobello, coordinatore nazionale di Confartigianato Persone ha anticipato: “Confartigianato crede moltissimo in questo Festival che dopo i buoni risultati ottenuti lo scorso anno nella prima edizione, cresce ancora e allarga ulteriormente la cerchia dei partner”.

E ha continuato: “La nostra associazione si impegna in questo ambito poiché in Italia circa 6 milioni di persone lavorano nelle imprese artigiane, mentre i loro familiari sono circa 7 milioni. In buona sostanza circa 13 milioni e 400mila persone hanno di che vivere grazie al settore artigiano”.

Il Festival nazionale della Persona sarà di scena fino al 25 settembre.

Per maggiori informazioni: http://www.festivaldellapersona.it/

Paola Perfetti

Business coach? Sì, mi serve

Seconda puntata del viaggio di Infoiva, il Quotidiano online delle Partite Iva, nel mondo del Business Coaching, professione che da qualche tempo si sta diffondendo con successo anche in Italia. In collaborazione con il Dott. Giulio Ardenghi, uno dei pochi e qualificati Business Coach italiani.

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Il business coaching è usato da molti manager che intendono gestire la propria carriera, o da alte figure dirigenziali che si trovano ad affrontare e ad attuare cambiamenti nella propria posizione o nella gestione dell’azienda o istituzione. I professionisti si appoggiano al business coaching efficace nel momento in cui vogliono espandersi o quando desiderano diversificare la propria attività.

La profonda differenza col consulente classico è che il business coach lavora gomito a gomito col committente e insieme fanno emergere i veri “mal di pancia”. Il business coach è come un navigatore a fianco del pilota: gli indica le caratteristiche della strada da percorrere, evitando che vada fuori pista, e suggerisce la velocità in funzione delle abilità di chi guida e degli ostacoli della strada, facendo comunque il masssimo affinchè entrambi arrivino primi al traguardo

Un’altra caratteristica del business coach è che è legato ai risultati ottenuti dal suo intervento. Ecco perché nei primi incontri col proprio cliente (imprenditore, manager, professionista) è importante stabilire un preciso obiettivo da raggiungere, quando e come misurarlo con parametri quantitativi e non solo qualitativi. Per questo ho creato il R.O.I. del business coaching efficace, una novità per l’Italia che è oramai diventata prassi.

Il business coaching efficace non trascura mai l’aspetto personale del proprio cliente. Ne rispetta la privacy e agisce affinché siano ben chiare le conseguenze e le responsabilità che possono nascere dal cambiamento, anche a livello personale.

Un risultato professionale di eccellenza e duraturo nel tempo è ottenibile solo se l’imprenditore, il manager e il professionista vivono con soddisfazione non solo la loro vita professionale, ma anche quella personale.

Pragmatismo col cuore è il mio motto, proprio per sottolineare come un business coach, così orientato al raggiungimento degli obiettivi insieme al cliente, fra i propri obiettivi deve inserire la soddisfazione olistica del proprio committente.

Dott. Giulio ARDENGHI

http://www.businesscoachingefficace.com/

Business coaching: allènati per il successo

Infoiva, il Quotidiano online delle Partite Iva, in collaborazione con il Dott. Giulio Ardenghi, uno dei pochi e qualificati Business Coach italiani, ha provato a indagare e raccontare il fenomeno del Business Coaching, che da qualche tempo si sta diffondendo con successo anche nel nostro Paese.

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L’I.C.F., ovvero l’International Coaching Federation, la più vasta organizzazione mondiale che raccoglie chi pratica professionalmente il coaching, lo definisce così: il coaching è una forma di partnership con i clienti coinvolti in un processo maieutico e creativo che serve ai clienti per massimizzare il loro potenziale personale e professionale.

Trovo questa definizione così astratta e generica che se la proponessi ai miei clienti probabilmente non fatturerei un euro. Inoltre la si può riferire alla psicologia applicata, al counselling, alle tecniche (migliaia) di sviluppo personale e a qualsiasi “disciplina” collegata allo sviluppo di competenze, come la formazione e il training.

Il business coach professionista agisce in azienda come un enzima: è “un acceleratore di processi di trasformazione (e potrei fermarmi qui) veloci, duraturi, legati a obiettivi misurabili“.

Il business coach affianca imprenditori, manager e professionisti che vogliono raggiungere standard di eccellenza nella loro attività professionale, aggiornando le esperienze acquisite, mettendo in risalto le qualità e le risorse innate, costruendo insieme nuove competenze per comprendere e gestire la complessità del fare business oggi e apportare miglioramenti (cambiamenti) significativi nella propria sfera d’azione.

Il business coaching efficace è presente quando si tratta di cambiare o migliorare una situazione professionale presente per spingersi al raggiungimento di quella desiderata. Più semplicemente: sviluppa risorse personali per raggiungere obiettivi nella professione, con soddisfazione.

Il business coaching è una risposta concreta per chi vuole lanciare una start up evitando i soliti errori. Sappiamo quanto sia alto il tasso di mortalità delle start up dopo i primi 2-3 anni.

E’ utile all’azienda artigiana high tech che vuole diventare una PMI (piccola, media impresa), ma non desidera portarsi in casa a costo fisso tutte le competenze di marketing, commerciali, di organizzazione, di gestione. Per questo può adottare un business coach efficace che, affiancando la proprietà, svilupperà con essa la strada migliore per crescere, per introiettare e applicare specifiche e  nuove competenze e per affermare un principio sano quale: non esiste dinamismo commerciale senza un attento controllo dei costi. Il business coach può essere la leva utilizzata da un’imprenditrice per fare uno spin-off o per seguire la due diligence (analisi di dettaglio) di un’azienda da acquisire.

Il business coaching si rende utile alle aziende che devono affrontare la transizione generazionale. Il coach affianca il nuovo capo azienda, assicurando che eviti tranelli e che imposti un modello di business efficace, rapido, proficuo, che gestisca la propria reputazione e autorevolezza in linea con i principi dell’azienda., pur preparandola ad adeguarsi alle nuove esigenze dei mercati globalizzati. Oppure quando si decide di affrontare mercati nuovi. In alcuni casi è utile anche per gestire, insieme all’imprenditore, situazioni sociali difficili quali il ridimensionamento del perimetro operativo e della forza lavoro.

Dott. Giulio ARDENGHI

http://www.businesscoachingefficace.com