Lavoro occasionale, serve sottoscrivere un contratto?

Dallo scorso lunedì 17 maggio 2010 anche in tabaccheria è possibile acquistare i buoni-lavoro per retribuire prestazioni di lavoro occasionale. Questa novità agevola notevolmente i datori di lavoro che con l’arrivo della stagione estiva avranno bisogno di qualche collaboratore in più per la propria attività. E chissà poi quanti saranno gli studenti che una volta chiuse le scuole si metteranno alla ricerca di qualche lavoretto per mettere da parte un po’ di soldi…

Nei giorni scorsi, abbiamo iniziato a trattare il tema del lavoro occasionale parlando proprio dei buoni-lavoro. Oggi invece vogliamo aiutare due piccoli imprenditori che nelle scorse settimane ci hanno scritto chiedendoci di spiegare come fare per redigere un contratto di lavoro occasionale.
In realtà, per i lavori cosiddetti occasionali, al lavoratore non è richiesta l’iscrizione ad un albo professionale né l’apertura di una Partita IVA, in quanto il corrispettivo versato dal committente (impresa, ente, professionista ecc.) è soggetto ad una ritenuta di acconto pari al 20% dell’importo. E proprio perché si tratta di una materia piuttosto libera, non esistono dei veri e propri schemi contrattuali da rispettare. La negoziazione e la contrattualizzazione è fatta in totale autonomia tra le parti. Ad ogni modo, vi rendiamo disponibile un nostro formulario per redigere un accordo per lavoro occasionale. Il formulario è personalizzabile inserendo i dati necessari ed è in formato .doc (cioè Word).

Due regole da rispettare in un rapporto di lavoro occasionale:

  • durata complessiva non superiore a 30 giorni nel corso dell’anno solare con lo stesso committente;
  • un compenso non superiore a € 5.000,00 nello stesso anno solare e con lo stesso committente;

Scarica il modello

A Genova si premiano le piccole imprese “responsabili”

Proporre corsi di formazione ai propri dipendenti, fare indagini sulla loro soddisfazione sul posto di lavoro, dare opportunità di impiego alle categorie più deboli, utilizzare energie rinnovabili, organizzare giornate di volontariato aziendale: ecco alcuni dei comportamenti tipo dell’impresa responsabile, quella che, nel perseguire il proprio profitto, non perde di vista il carattere sociale e ambientale dell’attività produttiva, e alla fine migliora i risultati.

Per incentivare i comportamenti responsabili delle piccole imprese della provincia di Genova, la Camera di Commercio ha istituito il Premio Responsabilità sociale d’Impresa, affidandone la gestione e l’organizzazione al Centro Ligure Produttività (CLP).

Il bando (che scadrà il 27 giugno) è rivolto a tutte le imprese iscritte alla Camera di Commercio di Genova che abbiano meno di 15 dipendenti e che abbiano realizzato o stiano realizzando iniziative riconducibili alla RSI (Responsabilità Sociale d’Impresa).  Le aree tematiche previste dal bando sono 7: qualità del lavoro e relazioni con i dipendenti; rapporti e progetti con la comunità; gestione dell’ambiente; rapporti con i fornitori; rendicontazione ambientale e sociale; marketing sociale; innovazione di prodotto e/o servizio di rilevanza sociale e ambientale.

Ad essere premiate saranno le prime quattro imprese: il vincitore riceverà un assegno di € 4.000,00, il secondo classificato uno di € 3.000,00, il terzo € 2.000,00 ed il quarto € 1.000,00.

Per iscriversi è necessario compilare e restituire al CLP entro il 27 giugno 2010 la scheda di partecipazione

Per ulteriori informazioni potrete telefonare alla Camera di Commercio di Genova al numero 010.55987228

DURC e INPS, come deve comportarsi una società in accomandita semplice?

Buongiorno volevo sapere se per una S.A.S. l’emissione del DURC può essere negato, se i problemi con l’INPS sono dei soci accomandanti o accomandatari e non sono in alcun modo collegati con la S.A.S. in questione. (Giuseppe F. – Sud)

Gentile lettore, non essendo specificate nel quesito notizie  riguardanti la presenza o meno di dipendenti nella società è opportuno  innanzitutto effettuare un distinguo fra:

  1.  Aziende senza dipendenti e senza obbligo (anche per tipologia di attività svolta) di iscrizione all’Inail, caso in cui il Durc non può essere richiesto, ma è sostituito dal certificato di regolarità contributiva.
  2. Aziende senza dipendenti,  con obbligo di iscrizione all’Inail ed eventuali figure inquadrate alla gestione separata Inps per le quali è possibile l’accesso al Durc.
  3. Aziende con dipendenti e conseguente obbligo di iscrizione all’Inail per le quali è prevista la procedura Durc.

Negli ultimi due casi, pur tenendo presente le svariate interpretazioni di cui è suscettibile  la disciplina Durc, possiamo ritenere che vertendo l’istruttoria sulla regolarità  societaria, essa non debba tenere conto di eventuali situazioni debitorie in capo alla posizione  personale dei soci, in ragione della distinzione fra soggetto giuridico e persona fisica.

Ciò nonostante, facciamo però presente che alcune sedi Inps in fase di istruttoria hanno proceduto alla richiesta di sistemazione contributiva dei soci pur esprimendosi sulla regolarità delle posizioni relative alle società.

Studio Ciraolo

Ditta individuale, la Comunicazione Unica è obbligatoria?

Dovrei aprire una partita Iva come ditta individuale. Mi spiegate a cosa serve la Comunicazione Unica?   (Mauro S. – Centro)

Gentile lettore, i soggetti che iniziano un’attività come ditta individuale dovranno effettuare tutti gli adempimenti necessari attraverso la Comunicazione Unica presentata al Registro delle imprese

Con la Comunicazione Unica le imprese avranno una gestione degli adempimenti più facile e tempi di attesa degli esiti delle pratiche più brevi. La Comunicazione Unica nel caso di inizio attività come ditta individuale, le servirà per i seguenti adempimenti: dichiarazione inizio attività e ottenimento del codice fiscale e/o della partita iva; domanda d’iscrizione di nuove imprese, nel Registro imprese e nel R.E.A., con esclusione dell’adempimento del deposito del bilancio; domanda d’iscrizione ai fini INAIL; domanda d’iscrizione, al registro imprese per l’INPS, relativamente alle imprese artigiane ed esercenti attività commerciali, ai sensi art. 44, comma 8, del decreto-legge n. 269/2003; domanda di iscrizione e cessazione di impresa con dipendenti ai fini INPS; domanda di iscrizione di impresa agricola ai fini INPS; domanda di iscrizione, di impresa artigiane nell’albo delle imprese artigiane.

Buoni-lavoro, ora li compri anche nelle tabaccherie

Da ieri (17 maggio 2010), a seguito dell’accordo sottoscritto lo scorso mese di marzo tra la FIT (Federazione italiana tabaccai) e l’INPS, sono arrivati nelle tabaccherie italiane i buoni-lavoro. A regime saranno 3.000 i tabaccai coinvolti nell’operazione. L’obiettivo è quello di rendere capillare la vendita per incrementare ulteriormente l’utilizzo del sistema e far emergere il più possibile attività confinate nel lavoro nero.

L’acquisto del buono-lavoro in tabaccheria va ad aggiungersi ai due canali già previsti: cartaceo presso l’Inps e telematico tramite registrazione sul sito dell’Istituto.

Il datore di lavoro (committente) interessato all’utilizzo dei voucher (ad es. privato cittadino, imprenditore, ente pubblico, impresa familiare, agricoltore o famiglia), recandosi dal tabaccaio riceve i buoni con un codice identificativo e, prima dell’avvio al lavoro deve effettuare una comunicazione di inizio prestazione all’Inps: codice fiscale, tipo di committente/attività, dati del prestatore, luogo di lavoro, data d’inizio e di fine della prestazione. Questa comunicazione è fondamentale ed indispensabile (in caso di inadempienza vengono applicate delle pesanti sanzioni previste in caso di prestazione di lavoro sommerso) e può avvenire seguendo tre possibili canali:

Il lavoratore, dal secondo giorno successivo alla fine della prestazione lavorativa e fino ad un anno dal giorno dell’emissione, può riscuotere i voucher presso tutti gli uffici postali sul territorio nazionale e in tutte le tabaccherie autorizzate.

INFOIVA ti ricorda che:

  • (per i datori di lavoro – committenti) il codice fiscale che comunicherai al tabaccaio all’atto dell’acquisto deve essere necessariamente quello del datore di lavoro in quanto, una volta chiusa l’operazione, i voucher non saranno annullabili se non recandosi presso la sede dell’INPS. Inoltre per l’acquisto dei voucher (indipendentemente dal numero) è previsto il versamento della commissione di € 1,00 al rivenditore autorizzato e che è possibile acquistare in una sola operazione fino a € 1.500,00di buoni-lavoro.
  • (per i lavoratori – prestatori) per consentire la riscossione del voucher presso gli uffici postali e il corretto accredito dei contributi previdenziali e assistenziali, ricordati di indicare tutte le informazioni richieste nel buono lavoro, compilando i campi relativi al codice fiscale del committente/datore di lavoro, codice fiscale del prestatore/lavoratore, data di inizio e di fine prestazione. Inoltre non dimenticare di portare con te la tessera sanitaria per la verifica del codice fiscale.

RICERCA LA TABACCHERIA AUTORIZZATA PIÙ VICINA

Finanziamento a fondo perduto: il FART finanzia le piccole imprese per nuovi progetti formativi

Il FART Fondartigianato, Fondi interprofessionali per la formazione, sta per attivare nuovi finanziamenti a fondo perduto, fino al 100%, alle piccole imprese che occupano fino a cinque lavoratori per progetti formativi.

La notizia è stata resa nota dalla Confartigianato di Bologna secondo cui Fondartigianato potrà finanziare, a fondo perduto, progetti formativi per le imprese. I progetti possono essere completamente gratuiti e possono riguardare qualsiasi area: qualità, sicurezza, protezione ambientale, innovazione tecnologica, informatica, innovazione organizzativa, aggiornamento normativo, lingue.

Per ulteriori informazioni invitiamo i lettori a prendere contatto con l’Ufficio formazione della Confartigianato di Bologna.

Business? Social è meglio!

Mi chiamo Paolo Colombo, sono nato a Novara 40 anni fa e oggi mi definisco “senza fissa dimora”  perchè in questo mercato le opportunità vanno viste e colte velocemente, seguendole in giro per il mondo. La mia vita, come quella di tanti che si occupano di marketing e vendite, è costellata di valige, aeroporti, autostrade e alberghi:  solo a Novembre sono stato in sette nazioni diverse prendendo 16 aerei e facendo quasi 6.000 Km su strada.

Quando i  miei amici, tutti piuttosto stanziali, mi chiedevano esattamente in cosa consistesse il mio lavoro, la definizione più breve e precisa che mi è venuta è  “io parlo con le persone, e le aggrego intorno a delle opportunità”. Ed in effetti credo che per quanto a prima vista possa apparire semplicistica, questa sia l’essenza del mio lavoro, quella che mi ha spesso permesso di portare innovazione e risultati nelle aziende in cui ho lavorato, sia da dipendente che da consulente o temporary manager. Parlare con le persone ti porta a vedere opportunità e a pensare se e come poterle cogliere. Spesso per farlo non puoi essere da solo ma hai bisogno di professionisti con skill molto elevate, informazioni, contatti, dritte… così inizi a mettere insieme persone e competenze.

Ricordo una bella discussione nel nostro gruppo di Linkedin, Il Commerciale, sul fatto che il venditore sia un lupo solitario o un animale da branco. Ecco, forse al momento della firma del contratto sei solo davanti all’ufficio acquisti, ma se ti giri ad osservare il percorso che ti ha portato a quel momento, ci vedi decine o centinaia di persone… hai parlato con tanta gente, hai costruito relazioni.

Sarà sicuramente anche per una inclinazione personale, ma io oggi credo che da soli non si riesca ad andare più molto lontano. Pensiamo solo alle vendite: concorrenza internazionale, multicanale, gestione di progetti che si sviluppano su continenti diversi, situazione di mercato difficile, organizzazioni aziendali intricate ed in perenne ristrutturazione con interlocutori multipli che cambiano ruoli e/o aziende in continuazione…. di quante informazioni abbiamo bisogno? quali fonti possiamo ascoltare? abbiamo davvero gli skills per gestire questa complessità? E allora le relazioni personali, anche quelle virtuali, diventano preziosissime. Io ho iniziato con Facebook nel 2006 invitato da ex compagni di master americani, managers che già credevano nell’importanza di trovare modi di fare rete, rimanere collegati.  All’inizio era più un gioco, ma in breve mi è parso chiaro che tra discussioni informali, scambi di idee e consigli, presentazioni ad amici avevo trovato un canale che, dal divano del mio salotto, mi apriva le porte ad un universo di fonti privilegiate, notizie dirette. Certo, perchè tutti quelli che fanno il mio lavoro hanno bisogno di contatti e notizie, e il mondo virtuale diventa un posto di scambio che prescinde dalle distanze geografiche, dai settori di appartenenza, dalle posizioni aziendali. Qui ti confronti anche con il tuo concorrente, perchè spesso ci si toglie i cappelli delle rispettive aziende ed il dialogo è tra professionisti interessati ad uno scambio. Do ut des. Oggi utilizzo molto Linkedin e Xing, due tra i più diffusi network professionali. Partecipo a pochi e selezionati gruppi di discussione, quelli più attivi, non mi collego a tutti quelli che mi capita ma solo alle persone che ho conosciuto personalmente o con cui credo di poter condividere delle opportunità… e se non li conosco personalmente spiego loro perchè chiedo una connessione.  Lo stesso Facebook che molti non considerano come un possibile strumento di lavoro  può dare risultati sorprendenti perchè si passa da un sistema formale ad uno più informale e rilassato, dove ovviamente accetto connessioni da pochi ma che sposta di livello la relazione.  I risultati? La principale delle mie società, Flow, che si occupa di temporary management, marketing internazionale e creazione di reti di vendita, ha trovato alcuni collaboratori molto validi tramite le interazioni in rete, permettendoci di cogliere opportunità che altrimenti avrebbero richiesto molto tempo per la ricerca dei partner giusti. Il mio attuale gestore del mercato tedesco arriva da una corrispondenza iniziata su linkedin, e lo stesso vale per le due persone con cui stiamo iniziando a fare business in Sud America. Tramite il gruppo di imprenditori di Facebook ho conosciuto persona che sta aprendo una catena di ristoranti gourmet in Messico, ed ora stiamo aggregando piccoli produttori di specialità alimentari italiane per rifornirli. Ed è sempre la rete che ci aiuta. I piccoli spesso non hanno forza commerciale, capiscono l’opportunità di aggregarsi e vedono nella rete un mezzo economico per provare a farlo. Ovvio che tutto questo ha un costo, anche se spesso nascosto. I social network richiedono tempo e costanza. Se non leggi i post e non partecipi, dopo un po’ sparisci dalla memoria degli utenti. Se invece sei presente, soprattutto se hai la sana convinzione che questo sia un mezzo per condividere idee ed opinioni e non solo una alternativa alla telefonata per presentare la tua azienda, puoi trarre grandi vantaggi, tra cui quello non indifferente , di conoscere persone con cui probabilmente non saresti venuto in contatto. Il secondo impegno, essenziale per concretizzare qualcosa, è la disponibilità ad esplorare il mondo reale: occorre viaggiare, incontrarsi di persona… magari per poi tornare a gestire il business con strumenti remoti come skype o clocking it. Cene, incontri, eventi…. mi è già capitato di andare fino a Monaco di Baviera per un incontro di social network. Pazzia? Io credo nei network, inclusa la loro componente virtuale. Tutti parlano di Web 2.0, ma poi in pochi lo conoscono e utilizzano… forse perchè proprio Facebook ci ha instillato il concetto che i social network si utilizzano nei 10 minuti di cazzeggio durante la pausa pranzo, e che se ci stai attaccato mezz’ora al giorno significa che non hai nulla da fare. Eppure grazie a Linkedin sono riuscito in 3 mesi a proporre un prodotto ai direttori marketing EMEA e in un caso addirittura mondiale di aziende multinazionali, senza uscire di casa. Arrivi a bussare alle loro porte presentato da un loro conoscente, sono anche loro in rete perchè si aspettano di cogliere opportunità… e ti ascoltano per capire se quello che gli offri e’ proprio una di quelle opportunità che cercano.

Abbiamo sviluppato, sempre utilizzando il web come base, un piccolo network di oltre 100 venditori a cui propongo prodotti tecnologici: se qualcuno pensa di avere delle opportunità di vendere, mi scrive e riceve mandato per agire. Di solito hanno già il cliente tra i loro contatti, quindi i loro costi sono molto bassi. E ricevono provvigioni sulla vendita molto interessanti. I prodotti li troviamo noi di Flow, tra le molte piccole aziende innovative che si rivolgono a noi perchè non hanno capacità di vendita o di marketing (quasi sempre entrambe). Accettiamo contratti solo quando i prodotti sono particolari e vediamo concrete opportunità di successo. Ora stiamo progettando un sito web che permetta di gestire questa rete di vendita un po’ particolare, ma che ha già permesso ad alcune piccole aziende di entrare in mercati di nicchia a costi esclusivamente variabili, dando a volte anche l’opportunità di trovare nuovi filoni anche a professionisti della vendita che, in questo periodo sfortunato, si son trovati loro malgrado senza lavoro.

Ho sempre creduto che periodi di crisi portino anche grosse opportunità, perchè distruggono gli equilibri esistenti. La mia strategia è la stessa dei registi dei film: intorno ad un buon copione costruisco il cast e la troupe per quella particolare sceneggiatura. Il network mi ha aiutato a velocizzare questo processo, consentendomi di accedere ad un know how esteso fatto da milioni di professionisti esperti nei loro settori. Oggi quanto valgono informazioni e relazioni per un venditore? Se la vostra risposta è simile alla mia, non c’è bisogno di sottolineare oltre il valore di un social network professionale.

Paolo Colombo

scarica e stampa questo articolo

Imprese, fine della crisi? Tra gennaio e marzo sono in ripresa le aperture.

La crisi allenta il morso sull’economia reale e la vitalità delle imprese italiane recupera i livelli del 2007, preannunciando il possibile ritorno alla stabilità nel corso del 2010. Sono state 123mila le imprese iscritte ai registri delle Camere di Commercio tra gennaio e marzo di quest’anno, 4.700 in più rispetto allo stesso trimestre del 2009. Un dato che segna un’inversione di tendenza apprezzabile rispetto agli ultimi due anni, segnati dall’esplosione della crisi internazionale: nei primi tre mesi del 2008, infatti, si registrarono circa 11.800 aperture in meno rispetto al 2007 e l’anno scorso la diminuzione rispetto al 2008 fu di ulteriori 12.200.

A questo recupero nella dinamicità delle iscrizioni ha fatto eco un sensibile rallentamento delle chiusure che, sempre tra gennaio e marzo, sono state di poco superiori a 139mila unità, oltre 10mila in meno rispetto al corrispondente periodo del 2009. Conseguentemente, il saldo tra aperture e chiusure di imprese nei primi tre mesi dell’anno si è attestato a –16.181 unità, risultato che si avvicina molto a quello registrato nel 2007 e che, soprattutto, dimezza quello del 2009 quando il “buco” all’anagrafe delle imprese, nei primi tre mesi dell’anno, era stato di oltre 30mila imprese. Ripresa delle aperture e rallentamento delle chiusure hanno determinato l’attestarsi del tasso di crescita trimestrale dello stock delle imprese al valore di –0,27% (contro il –0,5% fatto registrare nel primo trimestre dello scorso anno), portando il numero delle imprese presenti nei registri camerali a fine marzo al valore di 6.058.558 unità.

È questo il quadro di sintesi che emerge dai dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre dell’anno fotografati attraverso Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta per Unioncamere da InfoCamere – la società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane.

fonte: Uff. Stampa Unioncamere

Piccole e medie imprese assieme in RETE IMPRESE.

Carlo Sangalli

Il 10 maggio 2010 è stata ufficialmente presentata a Roma ‘‘Rete Imprese Italia”. Un nuovo soggeto con la vocazione di ”tenere insieme e connettere le imprese; a tenere insieme ed a connettere le imprese ed il territorio; a tenere insieme ed a connettere le imprese, il territorio, il Paese”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha iniziato il suo intervento all’Auditorium Parco della Musica di Roma in occasione della presentazione di ”Rete Imprese Italia”, il nuovo soggetto di rappresentanza unitario del mondo delle pmi e dell’impresa diffusa promosso dalle cinque maggiori organizzazioni dell’artigianato, del commercio, dei servizi e del turismo (Confcommercio, Confartigianato, Cna, Confesercenti, Casartigiani).

”’Rete per dire – ha proseguito Sangalli citando dal Manifesto del nuovo soggetto- di imprese che agiscono in rete, si uniscono per competere, fanno squadra’ e che ‘significano modernità e sistema-Paese. Significano futuro. Ecco – ha affermato Sangalli – Rete Imprese Italia soprattutto questo, oggi, vuol dire: una rete lanciata verso il futuro. Rete Imprese Italia nasce per dare, al ‘popolo del fare impresa’, identità e voce comune e dunque più forte; capacità di rappresentanza e di rappresentazione comune e dunque più forte. Comune e dunque più forte, perchè il nostro obiettivo non è la sommatoria aritmetica dei tanti – imprese ed imprenditori – che pur siamo e rappresentiamo”.”Il nostro obiettivo, la nostra ambizione è piuttosto – ha detto Sangalli – quella di modernizzare,come conclude il Manifesto, la rappresentanza delle imprese per modernizzare l’economia e la società italiana. E’ una nostra responsabilità. È un’opportunità per il Paese”, ha concluso Sangalli.

Il vicepresidente della commissione Attività Produttive della Camera dei deputati, Raffaello Vignali (Pdl) ha parlato di “una giornata storica per le imprese italiane”.”La nascita di Rete Imprese Italia – ha aggiunto – dà più voce ai piccoli e agli invisibili, all’economia reale. Non solo dando più rappresentanza, ma anche più rappresentazione a un mondo straordinario fatto di creatività e impegno, responsabilità e sacrificio, intelligenza pratica e umana”. Approvazione anche da Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc che ha parlato di una iniziativa “molto importante” perché dimostra che “c’è una rete nella società che si muove indipendentemente dalla politica”.

“Un passo in avanti rilevante” anche per Pierluigi Bersani, segretario del Pd, che così ha definito la nascita della rete delle rappresentanze delle piccole e medie imprese. “C’è un dato di unificazione che, tra l’altro, aiuta una concertazione rinnovata. Per le imprese è un aiuto non indifferente”, ha detto il segretario del Pd sottolineando che le piccole e medie imprese sono quelle “nate su una dimensione regionale con un istinto federalista che è quello che unisce”.

Siamo tutti persuasori!

Che tu te ne renda conto o no, ogni giorno entriamo in contatto con persone a cui vogliamo vendere qualcosa o che, a loro volta, vogliono venderci qualcosa. Non importa se fai il venditore di professione o se fai tutt’altra cosa: anche solo convincere la tua ragazza a guardare un film horror che tanto ti piace anziche l’ultimo film di Muccino, o convincere il tuo amico ad andare a sciare assieme a Plan de Corones piuttosto che nella solita pista che ormai fai ad occhi chiusi, rappresentano vendite che possono rivelarsi non poi così facili. Quando vendiamo qualcosa, che sia un’idea, un prodotto, un servizio, ecc. abbiamo a che fare con due aspetti importanti: la persuasione e la negoziazione. Il primo, che sarà il tema che tratterò in questa rubrica, riguarda la capacità di ottenere un “si” utilizzando leve motivazionali a costo zero. Il secondo ha sempre lo stesso scopo (ottenere un consenso) ma va ad utilizzare altre leve, ovvero le concessioni, il cui costo sarà più o meno considerevole. Come suggerisce Jim Thomas “Always persuade first. Negotiate only when persuasion fails” (“Persuadi sempre per prima. Negozia solo quando la persuasione non ha funzionato”). Di tecniche, metodi, modi di persuasione ce ne sono un’infinità, più o meno validi. Personalmente credo che tutti si possano raggruppare nei famosi sei principi del prof. Robert Cialdini, noto professore di psicologia dell’Università dell’Arizona e autore di alcuni bestseller nell’ambito della persuasione. A questi sei principi vanno aggiunti due aspetti che reputo importanti: la legge del contrasto e tutta quella macroarea attinente alla persuasione che chiamerò “linguistica” (es. l’utilizzo di certe espressioni verbali, di certi gesti, di alcune implicazioni più o meno veritiere…). Nei prossimi post andrò quindi ad analizzare i vari principi corredati da esempi concreti ed utili per capire come vengono usati e come poterli applicare alle nostre vendite. Infine, chiudo con una citazione che Sebastiano Zanolli riportò durante la serata di presentazione della rivista “Vendere di più” di martedi 2 marzo 2010: “le aziende vanno bene perchè vendono; le aziende vanno male perchè non vendono”. A mio avviso, questo vale anche per tutti noi.

Carlo Zampiva

Coloro che volessero esprimere un commento a questo articolo possono farlo inviando una mail a info@ilcommercialethesalesman.com o rispondendo direttamente a Carlo nella rubrica da lui tenuta “Fatti dire di Sì” sul sito ilcommercialethesalesman.com.