Contratto di sviluppo filiere Invitalia, come le imprese possono accedere ai fondi

Contratto di sviluppo filiere Invitalia è un progetto destinato a finanziare investimenti di grande dimensione nel settore industriale, agro-industriale, turistico e di tutela ambientale. L’obiettivo è sostenere lo sviluppo e la trasformazione dei settori strategici per l’economia italiana che negli anni dell’epidemia, a cui è succeduta un’importante crisi economica hanno purtroppo avuto pesanti colpi. Sostenere tali filiere vuol dire sostenere occupazione e Pil. Ecco le caratteristiche del Contratto di sviluppo filiere gestito da Invitalia.

Contratti sviluppo filiere, settori interessati

Vediamo ora i settori coinvolti e le tipologie di investimento che possono beneficiarne.

I Contratti di Sviluppo Invitalia sono rivolti a imprese delle filiere:

  • a) aerospazio e aeronautica;
  • b) design, moda e arredo;
  • c) metallo ed elettromeccanica;
  • d) chimico e farmaceutico;
  • e) gomma e plastica;
  • f) alimentare, con riferimento alle sole attività non rientranti nell’ambito della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.

Il fondo è destinato a finanziare progetti di valore minimo di 20 milioni di euro, ridotti a 7,5 milioni nel caso in cui trattasi di aziende impegnate nella trasformazione di prodotti agricoli.

I progetti possono essere presentati/realizzati anche da più imprese appartenenti alla stessa filiera. In questo caso è necessario che i singoli progetti d’investimento risultino strettamente connessi e funzionali alla nascita, allo sviluppo o al rafforzamento della filiera medesima.

Naturalmente le proposte possono essere presentate anche da una sola azienda, ma a condizione che il programma di sviluppo presenti forti elementi d’integrazione con la filiera di appartenenza. In poche parole il progetto, pur presentato da una sola azienda, una volta realizzato deve essere in grado di avere effetti positivi su tutta la filiera.

Cosa si finanzia con il Contratto sviluppo filiere Invitalia?

I contratti di sviluppo Invitalia prevedono la possibilità di accedere a:

  • contributi a fondo perduto in conto impianti;
  • contributo a fondo perduto alla spesa;
  • finanziamento agevolato;
  • contributo in conto interessi.

I Contratti di Sviluppo Invitalia prevedono anche, vista l’importanza strategica per l’intera filiera produttiva, degli accordi volti a semplificare le procedure e quindi velocizzare la realizzazione dei progetti.

Al fine di agevolare ancora di più i progetti presentati con il Contratto di Sviluppo Invitalia, il Ministero delle imprese e del Made in Italy ha recentemente disposto anche l’istituzione dello Sportello Filiere Produttive. Questo diventa quindi un punto di riferimento per le imprese che vogliono realizzare grandi investimenti strategici per l’intera filiera interessata.

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Bonus Mezzogiorno, al via le domande da questa settimana

Bonus Mezzogiorno già richiedibile a partire da questa settimana. Ecco tutti i dettagli, direttamente dal comunicato dell’Agenzia delle entrate.

Bonus Mezzogiorno, quando è possibile richiederlo?

Attraverso il comunicato del primo giugno 2023, l’Agenzia delle entrate spiega quando è possibile richiedere il bonus mezzogiorno e i crediti d’imposta Sud, Zes e Zls. Le imprese che investono quest’anno in beni strumentali nuovi da destinare a strutture produttive del Sud Italia possono richiedere il bonus Mezzogiorno a partire da giovedì 8 giugno e fino al 31 dicembre 2024. Tuttavia a partire dalle stesse date c’è la possibilità di accedere al credito d’imposta per gli investimenti 2023 nelle zone economiche speciali (Zes) e nelle Zone logistiche semplificate (Zls).

Le Zone Logistiche Semplificate (ZLS), al pari delle Zone Economiche Speciali (ZES), sono delle aree geografiche di dimensioni limitate all’interno delle quali sono previsti particolari agevolazioni e incentivi per le aziende insediate o che decidono di insediarsi. Mentre le zone Zes sono aree geograficamente delimitate con incentivi specifici per le attività commerciali e produttive che prendono solitamente la forma di esenzioni fiscali, semplificazioni amministrative e disponibilità di infrastrutture

In cosa consistono le agevolazioni?

Destinatarie del bonus per il Mezzogiorno sono le imprese che acquisiscono, anche mediante contratti di locazione finanziaria, macchinari, impianti o attrezzature destinati a strutture produttive in determinate regioni. Tra queste ci sono: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle zone assistite della regione Abruzzo. Anche le aziende operanti nelle Zes (zone delle regioni individuate dalla normativa europea come “meno sviluppate e “in transizione” che includono aree portuali) e nelle Zls (analoghe zone delle regioni “più sviluppate”) beneficiano di speciali condizioni, tra cui, appunto, misure di agevolazione fiscale come il credito d’imposta.

Al via le domande per i crediti d’imposta Sud, Zes e Zls

La comunicazione per le spese sostenute quest’anno potrà essere inviata, dal beneficiario o da un soggetto incaricato, tramite il software “CIM23”. Il software sarà disponibile sul sito internet dell’Agenzia a partire dall’8 giugno 2023. Da questa stessa data – e fino al 31 dicembre 2024 per gli investimenti effettuati nel 2023. Dovrà quindi essere utilizzata la nuova versione del modello, che consentirà alle imprese interessate di inviare le comunicazioni relative ai soli acquisti di beni strumentali nuovi effettuati a partire dal 1° gennaio di quest’anno.

L’aggiornamento si è reso necessario per recepire le recenti novità contenute nella legge di Bilancio 2023 (L. n. 197/2022) e, con l’occasione, il modello è stato semplificato. Infatti al posto dei riquadri con le annualità dal 2016 al 2022, è presente un solo spazio per gli interventi effettuati nell’anno (che andrà indicato sul frontespizio). I soggetti che intendono beneficiare dei crediti d’imposta per gli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2022, invece, dovranno inviare la comunicazione entro il 31 dicembre 2023 utilizzando il vecchio schema di domanda.

 

Infortunio Inail, aumentano i premi per la retribuzione giornaliera

In caso di infortunio sul lavoro il lavoratore riceve per i giorni in cui non può prestare lavoro un’indennità Inail calcolate in base alle tariffe fissate da Inail. Con la circolare 21 del 29 maggio 2023 l’Inail ha provveduto a rendere nota la nuova retribuzione minima giornaliera Inail fissate tenendo in considerazione l’indice di inflazione.

Come si calcola la retribuzione giornaliera Inail

L’inflazione che ha caratterizzato il 2022 e che continua a caratterizzare il 2023 ha portato l’incremento di molte retribuzioni, dei premi assicurativi Inps e Inail. Gli adeguamenti si stanno maniefstando nel tempo e l’ultimo in ordine di tempo riguarda l’Inail. L’Istituto Nazionale Assicurazioni infortuni sul lavoro  precisa nella circolare che le retribuzioni minime sono fissate avendo in considerazione diversi parametri in particolare:

  • la retribuzione effettiva;
  • retribuzione convenzionale;
  • la retribuzione di ragguaglio.

Precisa altresì che tenendo in considerazione l’inflazione registrata, per l’anno 2023 il limite minimo di retribuzione giornaliera è di 53,95 euro, somma pari al 9,5% dell’importo del trattamento minimo mensile di pensione a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti in vigore dal primo gennaio 2023. Lo stesso è pari a 567,94 euro mensili.

In passato la retribuzione giornaliera dei premi Inail era di 48,98 euro.

In caso di lavoratori part time il calcolo si rapporta alle ore effettivamente lavorate.

Il limite minimo mensile per le retribuzioni Inail aumenta a 1.402,70 euro, in passato era di 1.297,66 euro.

Casi particolari: retribuzioni minime Inail per operai agricoli, retribuzioni convenzionali, artigiani

Il limite ora visto è più basso per gli operai agricoli, in questo caso la retribuzione giornaliera minima è di 48 euro.

In caso di retribuzioni convenzionali inferiori rispetto al limite minimo di retribuzione giornaliera, l’Inail fissa il premio minimo in 53,95 euro nel caso in cui si tratta di lavoratori appartenenti a una categoria per la quale non è stato fissato un limite di retribuzione giornaliera e 29,98 euro per retribuzioni convenzionali di lavoratori con uno specifico limite di retribuzione giornaliera.

Cambia invece il metodo di calcolo per gli artigiani, in questo caso la retribuzione minima viene fissata su base annuale ed è di 16.185,00 euro, i premi dovuto variano in base alla classe di rischio del singolo lavoro svolto.

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Aliquote contributive operai agricoli 2023. Circolare Inps

Smart & Start per imprese, rifinanziato il fondo per le imprese innovative

Per la nascita e la crescita di imprese innovative è stato rifinanziato dal Mimit (Ministero per imprese e made in Italy), guidato da Adolfo Urso,  il fondo Smart & Start destinato a finanziare gli investimenti delle imprese innovative. Arrivano 108 milioni di euro. Ecco chi potrà accedervi.

Smart & Start, fondi differenziati tra Nord e Sud

Il rifinanziamento per gli incentivi Smart & Start arriva attraverso due decreti, il primo vale 8 milioni di euro ed è destinato a Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo.

Il secondo decreto ha maggiore valore e mette a disposizione ben 100 milioni di euro del Programma nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027”, diretti ad imprese collocate in Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Quali spese possono accedere a Smart & Start?

Con Smart & Start potranno essere finanziati progetti di valore compreso tra 100 mila euro e 1,5 milioni di euro. I progetti dovranno prevedere:

  • acquisto impianti, macchinari e attrezzature tecnologiche che siano coerenti e funzionali con l’attività di impresa;
  • investimenti per l’acquisto di beni immateriali come brevetti, marchi e licenze, certificazioni, know-how e conoscenze tecniche, anche non brevettate, correlate alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa;
  • servizi per la realizzazione del piano di impresa come consulenze specialistiche, collaudo di soluzioni architetturali informatiche e di impianti tecnologici produttivi e simili, servizi forniti da incubatori, marketing digitale;
  • spese per il personale dipendente e collaboratori che lavorino al piano di impresa.

Il fondo Smart & start è gestito da Invitalia, questo implica che le istanze per aderire devono essere inviate attraverso la piattaforma di Invitalia.

Possono accedere all’incentivo le start up costituite da meno di 60 mesi, soggetti che vogliono realizzare una start up e le imprese straniere, che si impegnano a istituire almeno una sede in Italia.

Come già visto, la maggioranza dei fondi è destinata a imprese del Sud Italia.

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Contributi a fondo perduto per imprese, la lista

Contributi a fondo perduto per imprese, la lista

Per chi vuole fare impresa ci sono diversi bandi che consentono di avere contributi a fondo perduto, si tratta di opportunità da sfruttare al meglio per dare il giusto input alla propria attività di impresa. Vediamo ora quali sono i bandi principali per ottenere contributi a fondo perduto.

Contributi a fondo perduto, arriva On Oltre Nuove Imprese

I contributi a fondo perduto sono particolarmente apprezzati in quanto consentono di ricevere a fronte di investimenti del denaro senza che ci sia l’obbligo di restituirlo. Non sono l’unica forma di incentivo previsto, infatti vi possono essere anche finanziamenti a tasso agevolato o garantiti dallo Stato, ma di fatto i contributi a fondo perduto sono i più interessanti per i beneficiari.

Il primo contributo a fondo perduto di cui parlare è On- Oltre nuove imprese a tasso zero, si tratta di una misura mista, infatti prevede la possibilità di accesso a contributi a fondo perduto, nel complesso l’aiuto può comprendere agevolazioni a copertura fino al 90% delle spese fino a un massimo di 3 milioni di euro. La procedura è gestita tramite Invitalia.

Un altro contributo riconosciuto a livello nazionale è il Fondo Impresa Donna, si tratta di un contributo rivolto alle imprese femminili, anche in questo caso la procedura è gestita da Invitalia.

Contributi per il Sud Italia

I contributi mirati ad aiutare il Sud sono numerosi. Particolarmente importante è Resto al Sud che mira a sostenere la nascita e lo sviluppo di imprese nel Sud Italia e nel cratere sismico del Centro Italia. In questo caso i contributi sono in forma mista con copertura al 50% come contributo a fondo perduto e al 50% sotto forma di tasso agevolato. La misura è destinata a imprenditori di età compresa tra 18 e 55 anni di età.

Sempre per le regioni del Sud e per il cratere sismico del centro Italia è disponibile anche il bando Smart & Start Italia che finanzia progetti con contributi a fondo perduto progetti di valore compreso tra 100.000 euro e 1,5 milioni di euro.

Cultura Crea 2.0 è invece un aiuto mirato alle attività imprenditoriali concentrate su industria culturale, creativa e turistica, che puntano a valorizzare le risorse culturali nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Anche in questo caso la struttura dell’aiuto è mista, cioè in parte contributo a fondo perduto e in parte investimenti a tasso agevolato.

Infine il fondo PMI Mezzogiorno è rivolto a investimenti imprenditoriali innovativi realizzati da imprese del Centro Sud Italia con copertura con contributi a fondo perduto a copertura fino al 75% delle spese.

Altri contributi a fondo perduto

Particolare attenzione viene posta anche alla internazionalizzazione delle imprese italiane e considerando che le imprese di piccole dimensioni possono andare incontro a maggiori difficoltà, nasce il contributo Bonus extra digitale. Si tratta di un progetto del Ministero degli Esteri e dell’Agenzia ICE che prevede un contributo a fondo perduto per le microimprese manifatturiere nelle attività di internazionalizzazione, attraverso soluzioni digitali. Anche in questo caso il contributo è gestito tramite Invitalia.

Per sostenere lo sviluppo di nuove tecnologie con batterie al litio vi sono i fondi Ipcei mirati a attività di ricerca, sviluppo e innovazione introducono tecnologie altamente innovative e sostenibili lungo l’intera catena del valore delle batterie agli ioni di litio con lo scopo di migliorarne la resa, la durata, la sicurezza e ridurne i tempi di caricamento.

Per alberghi e ristoranti sono invece previsti contributi per l’acquisto di strumenti e accessori green.

Occorre sottolineare che i bandi visti non sono tutti aperti attualmente, ma è bene prestare attenzione le varie finestre cercando la soluzione migliore.

Videosorveglianza, i limiti sui luoghi di lavoro. Multa da 50.000 euro

È sempre difficile capire i limiti tra bisogno di sicurezza e controllo in azienda e violazione della privacy per i dipendenti e a pagarne le conseguenze è stata un’azienda di abbigliamento che ha installato sistemi di video-sorveglianza. Il Garante privacy ha infatti comminato una multa da 50.000 euro. Ecco a cosa devono stare attente le imprese.

Video-sorveglianza, serve l’accordo anche se installata per porteggere dai furti

A rendere noti i particolari della sanzione è il Garante Privacy nella newsletter n. 503 del 26 maggio 2023. L’indagine parte dalla segnalazione di un sindacato che denuncia l’installazione nei diversi punti vendita della società di sistemi di video-sorveglianza che violano il diritto alla privacy dei dipendenti.

In base all’articolo 4 della legge 300 del 1970, Statuto dei lavoratori, i sistemi di video-sorveglianza non possono essere installati senza un preventivo accordo con i rappresentanti sindacali e l’Ispettorato del lavoro.

La catena di negozi invece ha installato nei suoi 160 punti vendita presenti in Italia, tali sistemi. A sua difesa ha eccepito che in realtà le telecamere erano necessarie a prevenire le conseguenze di furti di merce da parte di potenziali clienti e a tutelare gli stessi dipendenti e non per il controllo del personale.

Le telecamere attive erano 3 in ogni esercizio commerciale e attive h24, proprio perché la funzione principale non era controllare il personale, ma evitare furti. Le telecamere erano installate anche in zone riservate allo scarico merci dei fornitori e locali a solo uso dei dipendenti.

Multa di 50.000 euro per telecamere installate senza accordo

Sottolinea il Garante privacy che il comportamento dell’azienda è stato illecito in quanto non basta avvisare con cartelli della presenza di telecamere, ma visto l’alto numero dei dipendenti era nacessario un accordo con le rappresentanza sindacali e l’Ispettorato del lavoro. Proprio per questo viene applicata la sanzione di 50.000 euro. La stessa è particolarmente elevata perché si deve tener conto di diversi fattori:

  • numero elevato di dipendenti sottoposti a controllo, circa 500;
  • la violazione riguarda diversi punti vendita;
  • assenza di qualunque autorizzazione.

Bonus edilizi, le nuove proposte dei costruttori edili (Ance)

L’Associazione italiana costruttori edili arriva al dialogo con il Governo con proposte innovative per i bonus edilizi, sembra prendere il via una nuova strada che andrà incontro anche alle richieste dell’Unione europea per quanto riguarda la direttiva Case green.

Addio Superbonus, arriva il testo unico dei bonus edilizi

Archiviato il Superbonus è arrivato il momento di nuove normative per i bonus edilizi. Continuano i controllo serrati volti a trovare le truffe, ripristinate le detrazioni al posto di cessioni del credito e sconto in fattura ed effettuati gli interventi per sbloccare i crediti incagliati, non resta che cambiare strada e a proporre nuove soluzioni è l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili).

Il Governo nel frattempo è impegnato nella mappatura delle detrazioni dell’Agenzia delle entrate in modo da predisporre un testo unico ordinato e schematico che renda più semplice fruire delle varie agevolazioni fiscali. L’obiettivo della mappatura e della successiva realizzazione di un testo unico per le detrazioni è quello di andare incontro alle esigenze di chi deve adeguare il proprio immobile in vista dell’entrata in vigore della direttiva Case Green.

Con molta probabilità si riparte dalle agevolazioni per la riqualificazione degli edifici maggiormente energivori con particolare favore per coloro che hanno un reddito più basso.

Leggi anche: Case Green 2023, la guida completa di attuazione e normativa

Le proposte Ance

La proposta di Ance è quella di favorire maggiormente gli interventi di un certo spessore economico e che prevedono efficientamento energetico e adeguamento antisismico.

Tra le strutture da tenere in particolare considerazione, secondo l’Ance, ci sono i condomini, in questo caso occorre pensare soluzioni mirate che possano contemperare gli interessi anche degli inquilini che hanno basso reddito e che di conseguenza potrebbero avere problemi ad adeguarsi alle esigenze dell’intero condominio.

Per evitare ricadute sui condomini con bassi redditi e con capienza fiscale ridotta o nulla, che non potrebbero quindi usufruire delle detrazioni fiscali, l’Ance propone una copertura delle spese da parte dello Stato dei costi che sarebbero a carico dei contribuenti a basso reddito.

Al fine di evitare pesanti ricadute sul sistema fiscale, come avvenuto con il Superbonus, l’Ance propone di creare un apposito fondo a esaurimento, di conseguenza, non accesso limitato, fino al termine degli stanziamenti predisposti, in questo modo non si mette a rischio l’intero sistema della spesa pubblica.

Tra le proposte vi è anche lo sconto Iva al 50% per l’acquisto di case nuove da società, queste infatti sono generalmente già adeguate alle normative recenti in materia di efficientamento energetico e di conseguenza non necessitano di interventi edilizi.

Leggi anche: Casa green, la direttiva Ue è già legge?

Agricoltura, come accedere al fondo Agricat per danni meteo

Ismea, Istituto di servizi per il mercato Agricolo e alimentare ha pubblicato il 22 maggio un avviso per le imprese agricoleo che intendono accedere al Fondo Agricat per il risarcimento danni catastrofali alle produzioni vegetali causati da alluvione, gelo o siccità.

Catastrofi ambientali con danni all’agricoltura? Accedi al fondo Agricat

In Italia il clima rende sempre più difficile gestire delle aziende agricole che riescano a produrre utili, questo a causa delle avverse condizioni meteorologiche che nei vari anni colpiscono zone diverse, quest’anno, ad esempio è toccato all’Emilia Romagna dover fare i conti con ingenti perdite economiche legate a produzioni tipiche della zona, come le pesche, causate dall’alluvione. Per sostenere gli agricoltori è possibile stipulare polizze assicurative specifiche oppure accedere a fondi pubblici, tra questi vi è il fondo Agricat.

AgriCat è il Fondo Mutualistico Nazionale per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici alle produzioni agricole ed è stato istituito con la Legge n. 234 ( comma 216) del 30 dicembre 2021. Si tratta di uno strumento inserito all’interno del pacchetto PAC 2023-2027 ed è finalizzato a risarcire i danni alle aziende che hanno subito danni alle produzioni agricole a causa di eventi meteorologici, ad esempio un’alluvione o grandine.

Come funziona il fondo Agricat per risarcimento danni in agricoltura

Per presentare istanza è necessario accedere al sito www.fondoagricat.it si tratta di una procedura guidata di semplice utilizzo. Accesso avviene previa registrazione al Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) e utilizzando le stesse credenziali usate per la registrazione al Sian. La domanda può essere presentata direttamente dall’agricoltore o attraverso un Centro Assistenza Agricola.

Ricordiamo che è necessario comunque autenticarsi con l’identità digitale ( Spid, Cie o Cns).

Deve essere sottolineato che si tratta di un fondo mutualistico e di conseguenza possono ottenere il risarcimento danni per eventi catastrofali come alluvione, gelo o brina, siccità solo gli agricoltori che abbiano aderito al fondo stesso.

Per il 2023 lo stanziamento previsto è di 350 milioni di euro. Di questo il 70% è rappresentato dal fondo Feasr ( Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) il restante 30% è invece rappresentato dal prelievo del 3% sull’importo dei pagamenti diretti.

Per poter accedere al beneficio è necessario che le aziende agricole partecipanti al Fondo presentino una denuncia di sinistro.

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Agricoltura: arriva Generazione Terra, il contributo per gli imprenditori agricoli

Irap 2023, devono pagarla i lavoratori autonomi per il 2022?

I dubbi dei contribuenti sono numerosi, tra le richieste pervenute all’Agenzia delle entrate a cui è stata fornita risposta sulla rubrica ufficiale FiscoOggi vi è un dubbio sull’Irap, imposta sulle attività produttive. Il contribuente chiede in particolare se per il 2022 l’Irap è dovuta anche per le ditte individuali. Ecco la risposta dell’Agenzia delle entrate.

Irap per lavoratori autonomi cancellata dalla legge di bilancio 2022

Nella sua risposta al contribuente l’Agenzia delle entrate ricorda che con il decreto legislativo 446 del 1997 si è provveduto a disciplinare questa imposta che con la legge di bilancio 2022, articolo 1, comma 8 si è provveduto a escludere l’applicazione dell’Irap per le persone fisiche, cioè lavoratori autonomi e liberi professionisti.

Specifica l’Agenzia delle entrate nella sua risposta che restano assoggettati all’Irap i soggetti indicati nell’articolo 3 del decreto legislativo 446 del 1997. Si tratta di tutte le tipologie di società a cui si aggiungono gli enti citati dallo stesso articolo.

Nella riforma fiscale l’abolizione dell’Irap

Questo implica che coloro che nel 2022 hanno esercito attività di lavoratori autonomi o professionisti non sono più tenuti a effettuare gli adempimenti precedentemente previsti per l’Irap.

Ricordiamo inoltre che tra gli obiettivi dichiarati, dai precedenti e dall’attuale Governo, vi è il superamento dell’Irap. Il Governo già nella riforma fiscale a cui sta attualmente lavorando ha previsto misure volte a superare l’applicazione di questa imposta particolarmente sgradita. Si aggiunge l’obiettivo di eliminare le micro-imposte tra cui il Superbollo.

Leggi anche: Addio al Superbollo, il Governo vuole eliminare la tassa sulle auto di grossa cilindrata

Incentivi Imprese Mezzogiorno, arrivano nuovi fondi

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha approvato un nuovo decreto che prevede nuovi fondi in favore delle imprese del Mezzogiorno rientranti nel programma nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027 .

Incentivi imprese del Mezzogiorno, in arrivo 400 milioni di euro

In questo particolare momento per le imprese è essenziale riuscire a proporre progetti che siano al passo con i tempi, è difficile però vista l’inflazione e i tassi di interesse crescenti riuscire a ottenere prestiti e finanziamenti. Per far fronte a queste difficoltà arrivano nuovi aiuti dal Ministero per le Imprese e per il Made in Italy.

Il nuovo stanziamento è di 400 milioni di euro ed è diretto alle imprese del Mezzogiorno, in particolare regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Come sottolinea il comunicato del Mimit del 19 maggio 2023 “Obiettivo della misura è sostenere il processo di transizione delle piccole e medie imprese nelle regioni del Mezzogiorno mediante l’incentivazione di investimenti imprenditoriali innovativi, che facciano ampio ricorso alle tecnologie digitali, secondo il Piano Transizione 4.0.

Si possono ottenere fondi per la realizzazione di progetti che:

  • prevedano l’utilizzo di tecnologie rivolte all’ampliamento della capacità produttiva;
  • diversificazione della produzione,
  • realizzazione di nuovi prodotti;
  • modifica del processo di produzione già esistente;
  • realizzazione una nuova unità produttiva.

Criteri di valutazione dei progetti per incentivi imprese del Mezzogiorno

Ai fini della valutazione del progetto assumono rilevanza anche eventuali interventi volti all’efficientamento energetico, ma solo nel caso in cui abbiano prodotto un risparmio energetico almeno del 5%.

hanno inoltre rilevanza progetti di:

  • economia circolare;
  • che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici ;
  • certificazione ecologica dei prodotti;
  • efficientamento energetico.

Potranno essere finanziati i progetti di valore minimo non inferiore a 750.000 euro e valore massimo di 5 milioni di euro. Le imprese potranno ottenere un incentivo composto in parte da un finanziamento agevolato e in parte contributo a fondo perduto fino a copertura complessiva fino al 75%.

Leggi anche: Novità per le imprese: è online il sito incentivi.gov.it