Turismo Made in Italy ancora poco digitalizzato

Si è tenuto da poco il Convegno di presentazione dei risultati dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo 2017 ed è emerso che il turismo Made in Italy ha completamente, o quasi, tralasciato alcuni aspetti che, invece, dovrebbero essere considerati fondamentali, perché tali sono per chi si appresta per partire in vacanza.

Se, infatti, è basilare pianificare il trasporto e la sistemazione, è altrettanto importante sapere cosa fare una volta giunti a destinazione. Ciò significa che i turisti vanno informati sugli eventi nel periodo delle loro ferie, ma anche sulle attrazioni naturali e architettoniche, e sui piatti tipici locali, per fare solo qualche esempio.

Quando poi questi servizi esistono, non sono digitalizzati, e ciò preclude che vengano conosciuti dalla maggioranza. Ormai, infatti, i viaggiatori si documentano online, e spesso se non trovano informazioni sul web, faticano a reperirle altrove.
Eppure, la domanda in questo caso sarebbe alta, poiché ben l’84% dei turisti italiani è abituato a prenotare online in anticipo almeno uno dei servizi offerti dalla località di vacanza, ma si deve poi scontrare con la mancanza di offerta, in particolare in Italia.

Considerando anche solo le attività più richieste durante il viaggio, meno del 10% dei musei italiani ha un sistema di biglietteria online e meno del 25% dei ristoranti è presente su applicazioni o portali dedicati alla ristorazione come 2Spaghi o TheFork.

A ovviare a questa lacuna, ci sono alcune startup che stanno cercando di intrufolarsi nel settore ora monopolizzato da Google e Airbnb, e che ce la fanno nel momento in cui sono in grado di fornire informazioni specifiche per un determinato territorio, che nei grandi portali rimangono invece generiche.

Alcuni esempi sono quello di Musement che ha recentemente annunciato l’integrazione con Triposo, che permetterà di unire la tecnologia di machine learning della startup olandese ai servizi di scoperta e prenotazione di esperienze in-destination di quella italiana.
Musement ha anche siglato un accordo con la startup guidata da Ficarra, che intende diventare il tour operator e distributore di turismo incoming, B2C e B2B, di riferimento per la destinazione Italia.

Da notare anche l’esempio di Fabertest, che ha digitalizzato la distribuzione e la gestione operativa di tour e attività locali grazie a un software che abbatte i tempi di gestione degli ordini con un complesso sistema di rating e notifiche, permettendo così all’utente finale di poter prenotare tour e attività anche last minute.

Vera MORETTI

Un nuovo Polo dell’Illuminazione Made in Italy

Al fine di creare un Polo dell’Illuminazione di design completamente Made in Italy, tre aziende di eccellenza nel settore si sono unite in un’alleanza ambiziosa ed importante.

Si tratta di Axo Light, acquisita al 100% da Italiana Illuminazione, e da Stilnovo Investimenti.

Questa operazione finanziaria riguarda da vicino il mondo dell’arredo-design, che per diventare sempre più competitivo, in Italia e all’estero, punta molto sulle fusioni e sulle aggregazioni aziendali. Questa linea è stata scelta soprattutto per favorire e far emergere le piccole e piccolissime imprese, spesso molto creative e produttive, ma senza le risorse economiche necessarie per stare al passo con la globalizzazione e con i mercati esteri.

A questo proposito, Giuseppe Scaturro, nuovo ceo di Axo Light e socio al 50% di Italiana Illuminazione, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è crescere per linee interne ed esterne. Per quanto riguarda Axo Light, partiamo dalle basi solide di un’azienda che ha 20 anni di storia ed è riuscita a coniugare la tradizione dell’arte vetraria veneziana con le più moderne tecnologie e uno stile di design di avanguardia“.

Axo Light, infatti, genera all’estero, e il ben 80 Paesi, il 90% del fatturato totale, che nel 2016 ha raggiunto i 10 milioni di euro e che promette lo stesso risultato nell’anno in corso, ma che sono destinati a subire un’impennata nel 2018, grazie ai progetti in atto e agli investimenti previsti in ricerca e sviluppo. I mercati su cui si punterà maggiormente, almeno per ora, sono quelli già conosciuti e maturi dell’Europa e del Nord America.

In questa avventura, Scaturro è affiancato da Michele Befacchia, presidente di Axo Light, e da Sebastiano Fregogna, da due anni direttore Sales and Marketing dell’azienda, il quale ha dichiarato: “Con il cambio societario è stato avviato un nuovo modello di management e governance, che mirano a una struttura più adeguata a una multinazionale tascabile come Axo Light. Sul fronte delle vendite, è previsto un rafforzamento della nostra presenza principalmente in Europa e in Nord America, che rappresenta già il nostro primo mercato di riferimento“.

Vera MORETTI

A tutela del Made in Italy è nata Filiera Italia

L’agroalimentare Made in Italy va difeso, tutelato e sostenuto e, a tal fine, si assiste in questo momento ad uno storico accordo tra agricoltura e industria alimentare italiana di eccellenza, sottoforma di realtà associativa chiamata Filiera Italia, di cui è stato appena firmato l’atto costitutivo.

Questa associazione è stata promossa da Coldiretti e Ferrero, Inalca/Cremonini e Consorzio Casalasco (Pomì e De Rica), ma tra i soci fondatori ci sono anche Bonifiche Ferraresi, Ocrim, Farchioni Olii, Cirio agricola, Donna fugata, Maccarese, Ol.Ma, Giorgio Tesi group, Terre Moretti (Bellavista) e Amenduni Spa.

Si tratta di tutelare i valori comuni dell’identità territoriale e nazionale, che partono dalla trasparenza e dalla sostenibilità, per fare in modo che i consumatori siano consapevoli ed informati, ma anche per favorire la diffusione di pratiche alimentari basate sui principi della dieta mediterranea, attraverso la combinazione di tutti gli ingredienti utili ad una alimentazione sana.

Luigi Cremonini, presidente della associazione, ha parlato di un’alleanza di filiera che unisce due produzione agricola e industria italiana, elementi dai quali non si può assolutamente prescindere.
Le parole di Cremonini: “Finisce una contrapposizione immotivata e fuorviante e nasce un’alleanza che tutela la vera distintività e l’eccellenza della produzione agroalimentare italiana. Un nuovo protagonista fiero ed orgoglioso di rappresentare in Italia ma anche sui mercati mondiali sia i prodotti di eccellenza del vero made in Italy sia il modello efficiente e sostenibile dell’agroalimentare italiano che tutto il mondo ammira e richiede”.

Ha poi aggiunto Enzo Gesmundo, vice presidente: “Si tratta di una nuova forma di rappresentanza in cui Coldiretti, sempre più sindacato imprenditoriale di filiera, insieme a campioni industriali nazionali dei rispettivi settori, compresi i mezzi tecnici per l’agricoltura e la tecnologia avanzata per la trasformazione alimentare, sono uniti per la realizzazione di accordi economici e commitment concreti finalizzati ad assicurare la massima valorizzazione della produzione agricola nazionale anche attraverso la realizzazione di contratti di filiera sostitutivi dell’ormai superata stagione della sterile interprofessione“.

Vera MORETTI

Made in Italy verso i Paesi MENA

Non solo i Paesi Brics, ma anche i Paesi MENA (Medio Oriente e Nord Africa) rappresentano per il Made in Italy un ottima opportunità di business.

Ad oggi, l’interscambio tra Italia e Area MENA vale 70 miliardi di euro, con una stima di crescita per il 2018 a 80 miliardi, come reso noto dal settimo rapporto annuale di SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno di Intesa Sanpaolo.
Si tratta di mercati dalle grandi potenzialità, che nei prossimi anni conosceranno una notevole espansione, e le imprese italiane non possono certo farsi scappare questa ghiotta occasione.

Il valore delle esportazioni è ora di 41,4 miliardi, che ricoprono circa il 10% dell’export complessivo dell’Italia, superiore, per fare un esempio, alla quota detenuta dagli Stati Uniti.

Nel dettaglio, l’Area MENA si estende dal Marocco, ad ovest, attraversa la fascia nord-occidentale dell’Africa e prosegue verso l’Iran nel sud ovest asiatico. I Paesi che ne fanno parte, secondo la Banca Mondiale, sono Algeria, Bahrain, Djibouti, Egitto, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Kuwait, Libano, Libia, Malta, Marocco, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Siria, Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Cisgiordania e Gaza, Yemen.

Tra questi, le destinazioni adesso in pole position sono gli Emirati Arabi, con 9 miliardi di investimenti, e l’Egitto, con 8 miliardi.

Le imprese che in Italia intrattengono scambi con questi Paesi si trovano principalmente nel Mezzogiorno, poiché l’interscambio del Sud Italia con questi Paesi vale 14 miliardi di euro e rappresenta il 20% circa del totale. La quota delle spedizioni dal Mezzogiorno verso l’area MENA (15%) supera di 5 punti percentuale la media italiana (10%).

A favorire gli scambi è anche il potenziamento del Canale di Suez, che attualmente supera il canale di Panama per passaggio di navi e merci da e per l’Oriente. Questo conferma anche l’importanza sempre più pregnante del Mediterraneo nel commercio mondiale.

Considerando i dati registrati nei primi nove mesi del 2017, finora sono transitate attraverso il canale 667,8 milioni di tonnellate di merci, con un aumento del 9,8% rispetto allo stesso periodo del 2016. Ad aumentare significativamente (+18,9%) è stato il traffico nella direzione nord-sud, cioè dall’Europa all’Asia, ma è in crescita, anche se in misura minore, anche quello nella direzione opposta (+1,4%).

Vera MORETTI

Successo in Cina per la moda Made in Italy

Non solo le grandi griffe, ma anche la tradizione artigiana della moda Made in Italy sta conquistando il mercato cinese. Da sempre attirata da tutto ciò che è tipicamente italiano, la Cina però sta cominciando ad affinare i suoi gusti e a far emergere le sue preferenze, senza più accontentarsi delle proposte delle grandi marche nella loro totalità.

Per fare emergere ancora di più la tradizione sartoriale e l’alta qualità dell’artigianato italiano, Confartigianato ha promosso e messo in atto un progetto molto ambizioso, che ha riscosso un sorprendente successo, direttamente in Cina, dove dal 13 al 15 ottobre si è svolta la Fashion Week di Shanghai, un appuntamento ormai irrinunciabile per il Paese del Sol Levante e per l’Asia più in generale.

In questi tre giorni, 56 medie e piccole imprese di moda contemporanea rigorosamente al 100% Made in Italy hanno avuto la possibilità di farsi conoscere e presentare le loro collezioni nell’ambito di Style Routes to Shanghai, una piattaforma realizzata da Confartigianato in collaborazione con il Salone della moda White e il sostegno di Ice Agenzia.

Giuseppe Mazzarella, delegato all’Internazionalizzazione di Confartigianato, ha potuto essere presente ed affiancare gli imprenditori presenti, potendo così fare un bilancio di questa importante iniziativa: “La manifestazione ha visto più di 2000 visitatori realmente interessati. Le nostre imprese sono state visitate da numerosi buyers e molte aziende hanno ricevuto ordinativi e stabilito contatti. Stiamo lavorando sui settori della moda, del complemento d’arredo e dei mobili, del food, della meccanica. Siamo impegnati nelle fiere, negli incoming, negli outgoing. Abbiamo fatto fiere sul complemento d’arredo a Miami negli Usa e a Dubai negli Emirati Arabi, a Parigi abbiamo partecipato a ‘Maison et Objet’. Ora stiamo lavorando per portare le nostre imprese a Londra, Parigi, in Cina, Giappone, su tutti i mercati che consideriamo appetibili per la tipologia e la dimensione d’impresa che presentiamo al mondo. Ma siamo anche impegnati sui servizi da offrire alle imprese, in particolare sulla formazione in materia di branding, per aiutare gli imprenditori a valorizzare la storia della sua impresa”.

Vera MORETTI

Made in Italy da record, ma il falso prolifica

Coldiretti, in una sua analisi basata sui dati Istat relativi al commercio estero di agosto 2017, ha confermato che il Made in Italy alimentare, tra prodotti agroalimentari e bevande, ha registrato un aumento del 9,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Considerando che l’anno scorso l’export aveva raggiunto 38,1 miliardi, se il trend positivo si manterrà stabile fino a fine 2017 si supererà quota 40 miliardi, un record assoluto per l’agroalimentare Made in Italy.

Questo exploit è stato ottenuto grazie alle performance positive nei Paesi dell’Unione (+9,5%) e di quelli fuori dell’Europa (+8,6%).

Tra i Paesi più affezionati ai prodotti italiani ci sono Germania, Francia e Stati Uniti, che dimostrano di apprezzare particolarmente il vino e l’ortofrutta fresca.

Ovviamente, occorre tenere gli occhi aperti sull’agropirateria, che all’estero propone prodotti taroccati due volte su tre, a cominciare dai formaggi, con Parmigiano e Grana Padano in testa, ma anche salumi e olio d’oliva sono particolarmente colpiti dal mercato del falso.

A preoccupare, inoltre, anche gli effetti del Trattato di libero scambio con il Canada (CETA) in corso di ratifica in Italia in cui per la prima volta nella storia l’Unione Europea si legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele.

Il danno non è limitato al solo Canada, dove viene venduto un formaggio chiamato Parmesan, falso clone del Parmigiano Reggiano, poiché anche altri Paesi emergenti potrebbero arrivare a chiedere le stesse concessioni, e questo non farebbe altro che diffondere ancora di più prodotti che di italiano non hanno nulla.

Vera MORETTI

Made in Italy in continua crescita grazie a Brics ed Europa

Il Made in Italy gode di ottima salute, tanto che, ad agosto, l’export mostrava segno positivo dell’8,4%, di oltre quattro punti superiore al mese precedente.
Le performance positive riguardano sia i mercati extra Ue sia quelli intercontinentali, con i Bric’s che segnalano aumenti in doppia cifra in Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Austria e Paesi Bassi.
Bene anche Francia e Spagna, con crescite di poco inferiori a 10 punti, mentre la Germania rimane indietro, pur incrementando gli acquisti di merci italiane del 3,8%.
Per quanto riguarda i settori, quelli che registrano i migliori dati sono l’energia, ma anche i beni di consumo durevole e intermedi.

Male, invece, i settori delle auto, le cui vendite estere sono in contrazione del 13,8%, e pongono fine ad un lungo periodo positivo che, nel bilancio degli ultimi otto mesi, rimane comunque un guadagno di circa 16 punti.

Ma si tratta comunque di una goccia nel mare, poichè segni positivi appartengono a tutti gli altri settori, dalla farmaceutica alla chimica, fino all’elettronica e ai macchinari e i prodotti in metallo.

Non solo l’export sta marciando bene, ma anche le importazioni stanno crescendo, e precisamente dell’8,2%, grazie ad energia, beni intermedi, strumentali e prodotti di consumo durevole.

Vera MORETTI

Agroalimentare Made in Italy forte negli Stati Uniti

Anche se il settore agroalimentare Made in Italy riscuote sempre più successo all’estero, negli Stati Uniti i prodotti più amati restano il vino, con il 35% delle preferenze, l’olio d’oliva con il 13% e i formaggi, terzi con l’8%.
Stessa graduatoria in Canada, dove però le percentuali sono leggermente diverse, mentre in tutto il Nord America i prodotti meno gettonati sono le conserve di pomodoro (2% in Usa e 3% in Canada) e il caffè (2% e 3%), mentre la pasta pesa per il 7% negli States e per il 5% in Canada.
Solo il vino vale quindi 1,33 miliardi negli Usa e 3076 milioni in Canada.

Facendo la somma dell’export totale, negli Stati Uniti si raggiungono 130 miliardi di euro, cifra che fa gli States il primo mercato al mondo per import di prodotti agroalimentari, mentre in Canada si raggiungono 32 miliardi. Si tratta di cifre importanti che comunque presuppongono margini di crescita altrettanto importanti.

A questo proposito, Andrea Goldstein, capo economista di Nomisma, che ha condotto lo studio insieme a Crif, ha dichiarato: “Il consumo di food & beverage (cibo e bevande, ndr) italiano è ancora fortemente concentrato negli Stati costieri degli Usa, che presentano i maggiori consumi pro-capite, mentre il ‘made in Italy’ risulta poco diffuso nel mid-west e nelle altre zone centrali del Paese”.

I margini di miglioramento, dunque, riguardano zone poco battute, dove le importazioni dall’Italia non arrivano nemmeno a 10 milioni.
Ha aggiunto dunque Goldstein: “Nonostante si tratti di mercati maturi, ci sono enormi potenzialità di ulteriore sviluppo grazie a consumi del food & beverage in aumento, elevata capacità di spesa di ampia parte della popolazione e import pro-capite di prodotti italiani non elevato ma in continua crescita”.

Niccolò Zuffetti, marketing manager di Cribis, ha concluso: “La rischiosità commerciale del settore del cibo e bevande (F&B) negli Stati Uniti è mediamente inferiore a quella dei nostri maggiori partner europei e sempre più bassa di quella italiana, soprattutto nel commercio all’ingrosso e nel dettaglio. Questa bassa rischiosità commerciale unita alla presenza di un altissimo numero di player rappresentano una chance importante per le nostre imprese del F&B pronte a esportare, pur in un contesto caratterizzato da una maggiore concentrazione d’impresa rispetto alla prevalenza di micro-operatori in Italia”.

Vera MORETTI

Appuntamento ad Arezzo con l’oro Made in Italy

Ad Arezzo è di scena, da ieri 21 ottobre, e fino a domani, 23, la quinta edizione di GOLD/ITALY 2017, la fiera internazionale dedicata esclusivamente alla gioielleria Made in Italy, che vede l’oro assoluto protagonista.
Si tratta di un evento promosso ed organizzato da Italian Exhibition Group, società nata dall’unione tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza, dopo il grande successo di VicenzaOro.

La location di Arezzo è stata scelta a seguito dell’intesa siglata con Arezzo Fiere e Congressi, per la definizione di un’organizzazione unica dedicata alle manifestazioni del settore orafo-gioielliero in Italia.
Per questo motivo, sono presenti al’appuntamento oltre 300 brand selezionati, appartenenti ad aziende italiane ed assoluti protagonisti delle eccellenze dell’oro e dei gioielli provenienti da tutti i maggiori distretti orafi nazionali: Arezzo, Vicenza, Valenza, Torre del Greco, Milano, Firenze.

Parteciperanno inoltre buyers provenienti ai principali mercati mondiali, come Emirati Arabi, Hong Kong, USA, Cina, Arabia Saudita, Asia, India, Medio Oriente, Africa del Nord, Sud Africa, Paesi Balcanici ed ex Unione Sovietica, Europa, Canada, America Centrale e Sud America.

Filo conduttore di questa quinta edizione è Il Cerchio, protagonista di tutti gli eventi legati al tema del gioiello senza tempo, al quale si ispira anche il concorso #CreateYourLove: partendo dal cerchio, i designer delle aziende espositrici sono invitati a creare una collana che, in maniera ispirazionale ed emozionale, trasmetta un sentimento legato all’amore e all’infinito. A selezionare i gioielli più innovativi sarà una giuria di giornalisti, stilisti, specialisti del mondo della moda e del fashion style, presieduta dall’art director Beppe Angiolini.

In occasione di GOLD/ITALY 2017 è nato il progetto Creative Design Lab // Jewels Lab Design, la prima area performance dedicata alla creatività.

Vera MORETTI

Appuntamento a Milano con Host, salone dell’ospitalità

Da domani, venerdì 20 ottobre, fino a martedì 24, Fiera Milano ospiterà, ed è proprio il caso di dirlo, HostMilano 2017, il salone internazionale dell’ospitalità e della ristorazione, ormai leader mondiale del settore.

All’interno del polo espositivo saranno presenti ben 2.165 aziende di 52 Paesi, il 7,7% in più rispetto allo scorso anno, con gli espositori italiani a quota 1.322, (+4,4%) e quelli esteri 843 (+13,4%), per un’edizione dei 40 anni da record.

Per l’occasione, e per intendere l’importanza dell’evento, arriveranno a Milano 1500 top buyer selezionati pronienti da Europa (10%), Mediterraneo e Sudafrica (7%), Medio Oriente (15%), Nord America (23%), Centro e Sud America (8%), Russia (18%), Asia e Oceania (19%).

A conferma di ciò, anche i dati percentuali: la produzione del settore, con macchinari, apparecchiature e accessori per la ristorazione, la panetteria, la pasticceria e la gelateria in Italia è stimata in quasi 4 miliardi di euro, in crescita costante dal 2014 del +1,9% annuo e il 66% è destinato all’export.
Questi numeri fanno dell’Italia, valore che fa il terzo esportatore mondiale, con una quota del 7,2% nel 2016, inferiore soltanto a Cina (39,3%) e Germania (7,8%).

I macchinari prodotti in Italia piacciono molto e raccolgono sempre più consensi, a cominciare dalla Francia (437 milioni di euro, quota del 19,7%), Germania (361 milioni, 10%), Regno Unito (189 milioni, 9,3%), Spagna (162 milioni, 6,7%), Usa (153 milioni, 2,1%).

Fabrizio Curci, amministratore delegato e direttore generale di Fiera Milano Spa, ha commentato:
HostMilano è una buona sintesi di ciò che questo Paese sa fare quando si parla di eccellenze. Il settore ha numeri impressionanti che confermano la capacità delle nostre imprese di competere e innovare sul piano industriale e la fiera riflette lo stato dell’economia del Paese. Con il suo 40% di espositori esteri conferma che l’attrattività della manifestazione si deve alle sue specificità, che ne hanno fatto un riferimento mondiale. Proprio il tasso di internazionalizzazione in continuo aumento dimostra quanto HostMilano abbia saputo evolversi da fiera di prodotto a momento di incontro e confronto, dove si presentano in anteprima mondiale l’innovazione tecnologica, i nuovi format e le nuove tendenze di consumo. Una leadership che Fiera Milano ha saputo conquistarsi sul campo grazie a competenza, innovatività, impegno e un costante dialogo con tutti gli attori delle filiere, italiani ed esteri. Ed è la dimostrazione della sua importanza come piattaforma espositiva di supporto alle imprese e al sistema produttivo italiano, in particolare alle Pmi perché fornisce strumenti importanti per aiutarle nel processo di internazionalizzazione”.

Ivan Scalfarotto, sottosegretario allo sviluppo economico, ha aggiunto: “Siamo un Paese di successo e dovremmo iniziare a rendercene conto: il made in Italy ha aumentato la propria penetrazione del 26% in Cina, del 20% in Russia, del 16% nei paesi del Mercosur, del 14% in Turchia. Siamo il nono Paese al mondo per export, il sesto con la miglior bilancia commerciale. C’è rispetto e ammirazione per i nostri prodotti e per le nostre imprese: dal food alla moda, dalle scarpe al design e alla meccanica. Questo grazie al piano straordinario lanciato dal governo per il made in Italy, con il quale abbiamo quintuplicato i soldi a disposizione per la promozione”.

Ha poi concluso Michele Scannavini, presidente dell’Ice: “HostMilano è una manifestazione importante soprattutto perché parla della nostra tecnologia, settore in cui l’Italia non è particolarmente conosciuta nei mercati lontani, nonostante abbiamo grandi competenze e capacità di espressioni di tecnologie che sono all’avanguardia in tantissimi settori. Per questo abbiamo deciso, anche con il governo, di rinforzare le attività per far conoscere la tecnologia italiana: Host è una manifestazione perfetta per questo scopo”.

Tra le novità previste da Host edizione 2017 c’è The Experience Gallery, che unisce i padiglioni 10 e 14 dove gelato, pasticceria e caffè la fanno da padroni, e che simbolicamente accoglie i visitatori in un ambiente elegante ed accogliente, come anche i prodotti proposti sanno essere, a cominciare dal caffè, che da sempre rappresenta un invito alla convivialità.

Ovviamente, ci sono tanti eventi in programma, con 500 appuntamenti in calendario, a cominciare da workshop e seminari, ma anche degustazioni e show-cooking.

Vera MORETTI