Savings and Loans, una crisi dimenticata

 

LEGGI LA SECONDA PARTE

Altro problema per le S&L e legato all’inizio degli anni ’80 furono i brokered deposits, cioè certificati di deposito acquistati e rivenduti da broker, di solito cd a breve termine per 100.000$. In pratica sono dei depositi collettivi , sottoscritti da molte persone; il broker raccoglie il denaro e bussa alla porta degli istituti: deposita il denaro presso quello che offre il tasso più elevato. Può anche decidere di cambiare banca, se un’altra gli offre di più. Sono quindi prodotti estremamente rischiosi per la banca che li accetta, perché costretta a tenere tassi elevati e col rischio di vederseli portar via da un momento all’altro. Le banche e le S&L potevano avere solo il 5% dei propri depositi affidati a broker. Ma questo limite venne elevato e anche le più piccole S&L poterono attrarre per i tassi elevati che ,offrivano sui certificati di deposito. Per fare ciò dovevano investire a loro volta in rischio. Venne inoltre creato da alcuni broker il linked financing, cioè il broker offriva ad una S&L molti depositi se la S&L concedeva prestiti a chi loro ritenevano, in pratica a loro clienti spesso insolventi. Questa pratica contribuì ad aumentare la gravità della crisi, soprattutto per le piccole S&L.

Nel 1989 scoppia uno scandalo politico di senatori corrotti da una S&L. Vennero soprannominati i Keating Five i cinque senatori che ricevettero contributi dal presidente della Lincoln  S&L Association, Charles  Keating, appunto, per eliminare le barriere ed i vincoli  ancora esistenti per le S&L. La Lincoln aveva infatti investito, oltre i limiti consentiti, in terreni, azioni in progetti di investimento immobiliare, e junk bond . Una indagine del Federal Home Loan Bank Board mise in luce tali irregolarità e dubitò che la situazione delle S&L fosse sostenibile ancora e che il loro fallimento sarebbe costato molto agli Americani. I cinque senatori intervennero che chiedere spiegazioni al capo del FHLBB e per interrompere l’indagine.  I contributi alle campagne elettorali dei candidati sono legali negli States, ma i senatori in questione vennero accusati di favorire il loro sostenitore, e questo non è consentito. Nessuno dei 5 venne completamente scagionato dalle accuse, nel migliore dei casi furono ritenuti responsabili di “poor judgment”. Questa storia è costellata di nomi celebri: quello che vedete al centro della foto è proprio quel John McCain candidato presidente nel 2008 e Keating chiese la perizia di un autorevole e allora indipendente economista, tale Alan Greenspan, il quale dichiarò che gli investimenti diretti della Lincoln non erano dannosi.

Nel 1989 la Lincoln fallì e i senatori furono indagati.

 Dott. Marco Degiorgis – Life Planner / Consulente indipendente per la gestione dei patrimoni familiari, Studio Degiorgis

Rotondi: “Jobs Act non è la soluzione. Siamo fermi agli Anni ’60”

In questa nostra settimana dedicata alla scoperta del nuovo Jobs Act presentato la settimana scorsa dal nuovo premier Matteo Renzi, dopo le parole di ieri del presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi Riccardo Alemanno, oggi abbiamo incontrato l’Avv. Francesco Rotondi, socio fondatore dello studio legale LABLAW, specializzato esclusivamente in diritto del lavoro e diritto sindacale, per una breve chiacchierata in merito.

Avv. Rotondi, la settimana scorsa Renzi ha presentato il suo Jobs Act…
È strano che questo provvedimento desti così tanto clamore, non ci sono innovazioni giuridiche o tecniche inedite. Il mio parere è fortemente negativo, è sbagliato pensare che attraverso le norme si possano creare posti di lavoro. Questo Job Act è un atto molto relativo.

Per creare posti di lavoro il governo Renzi dovrà rivolgersi al mercato piuttosto che al diritto…
Deve fare in modo che chi vuole intraprendere l’attività imprenditoriale sia facilitato, dall’accesso al credito alla semplificazione legislativa. Lo Stato deve essere al tuo fianco, non può complicare la vita. In Francia lo Stato rende operativa un’impresa nel giro di una settimana, in Italia tra le mille complicazioni dell’apparato statale ci vorrà qualche mese. Questa situazione, inevitabilmente, impedisce la creazione di nuovi posti di lavoro, se non abbiamo la facilità nemmeno di immaginare una Startup non capisco come si potrebbe ampliare il mercato del lavoro. Bisognerebbe rifare tutta la legislazione sul diritto del lavoro, siamo fermi a norme degli Anni ’60.

Non c’è proprio nulla che salverebbe nel piano lavoro?
Si, la liberalizzazione del contratto a termine può avere una sua valenza, ma deve essere collocata in un ambito più strutturato. Ritengo che oggi la liberalizzazione del contratto a termine debba stare nell’equiparazione tra il lavoro subordinato a tempo indeterminato e quello determinato. Il termine non deve essere un’eccezione, altrimenti non cambierebbe granché.

Non sembriamo essere sulla strada giusta…
Forse da un punto di vista filosofico. La volontà non manca, ma spesso la fretta non è buona consigliera. Invece che metterci un mese perdiamoci tre mesi, ma facciamo riforme davvero strutturali.

Jacopo MARCHESANO

E-commerce in ascesa, ma si deve ancora migliorare

Il commercio elettronico sta diventando sempre più importante nel nostro Paese, e a confermarlo sono o dati resi noti dall’Osservatorio Confesercenti: nei primi 10 mesi del 2013, infatti, l’e-commerce ha registrato l’apertura di ben 1905 attività, ovvero 472 nuove imprese in più rispetto allo stesso periodo dell‘anno precedente.

In percentuale, le imprese che si dedicano alla vendita online sono aumentate del 16,1%, ed ora sono attestate intorno alle 11.791 unità.
Non si tratta, comunque, di una crescita uniforme su tutto il territorio, poiché, se nel centro-nord l’aumento è del 14,3%, nel sud, che però parte da livelli inferiori, è del 21,3%.
Maggiore exploit è quello della Puglia, attiva nel settore con 670 imprese, delle quali 132 sono nate nel 2013.

Nonostante i numeri positivi, però, l’Italia rimane ancora indietro rispetto agli altri Paesi Ue, sia per volumi di vendita che per numero di imprese presenti e operanti sul web.
Questo divario culturale deve essere abbattuto per contribuire al rinnovamento del nostro sistema economico e produttivo.

L’argomento è stato anche trattato in occasione del convegno organizzato da Confesercenti Puglia tenutosi a Bari lo scorso 24 febbraio, durante il quale è emersa l’importanza cruciale dell’approccio strategico da seguire per poter avviare, e soprattutto mantenere il proprio business online.

Per questo motivo, Confesercenti, rivolgendosi principalmente alle piccole e medie imprese che operano nel turismo, nel commercio e nei servizi, ha voluto spronarle ad innovarsi e considerare la vendita online come complementare al commercio tradizionale.

A tal proposito, Confesercenti, nell’immediato futuro, metterà a punto un pacchetto completo per l’e-commerce che preveda assistenza tecnica commerciale ed informatica, formazione, adempimenti burocratici e consulenza finanziaria.

Questo progetto si propone di raggiungere il maggior numero possibile di imprese per portare l’innovazione e, di conseguenza, l’e-commerce con le opportunità di business che ne discendono, a prezzi contenuti e con tempi di risposta velocissimi nelle piccolissime, piccole e medie imprese pugliesi, in collaborazione con Banca Sella ed altri eventuali partner locali.

Vera MORETTI

Jobs Act e piano Renzi, il punto di vista dell’INT

Il Jobs Act del presidente del Consiglio Renzi divide. Ci mancherebbe altro, siamo in Italia… E quando mai un provvedimento governativo ha unito qualcuno? Ma divide anche i lavoratori. Perché se i diretti beneficiari delle misure di Renzi saranno i lavoratori dipendenti, che tra un paio di mesi dovrebbero vedere gli effetti delle misure del governo in busta paga, come spesso accade il popolo degli autonomi e dei professionisti resta alla finestra.

Sono oltre 5 milioni e mezzo, come rileva l’Istat relativamente all’ultimo trimestre del 2013. Aggiungiamo circa 6 milioni di partite Iva che comprendono anche le imprese. E abbiamo le dimensioni del fenomeno.

Tra i professionisti c’è chi accoglie positivamente le indicazioni del Presidente del Consiglio in attesa di vederne la concretizzazione. È il caso dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) il cui presidente, Riccardo Alemanno, ha dichiarato:“Certo ognuno avrebbe voluto di più per la propria categoria o per le proprie necessità, in un momento di crisi tutti vivono momenti difficili, qualcuno però sta affrontando anche difficoltà maggiori e credo che i soggetti individuati dal Presidente Renzi, come destinatari del maggior beneficio annunciato nei giorni scorsi ovvero i lavoratori dipendenti, siano proprio coloro che più di altri risentono della crisi economica. Bisogna uscire dalla logica della difesa del  proprio orticello, cosa che ha prodotto sempre negatività per la collettività, soprattutto il mondo professionale dovrebbe comprendere tale necessità anteponendo linteresse generale al proprio, ricordando che solo se lintera collettività potrà avere maggiori risorse da immettere sul  mercato con implementazione dei consumi, solo così anche le varie categorie produttive, professionisti compresi potranno uscire dall attuale situazione di  stagnazione economico-finanziaria”. “Purtroppo – prosegue Alemannoproprio in questi giorni giungono segnali che vanno in tuttaltra direzione, aumentare ad esempio i compensi dei servizi professionali resi reintroducendo tariffe minime credo che in questo  momento sia, pur se legittimato dalla norma, qualcosa di incomprensibile e che avrà un effetto positivo per pochi e negativo per la collettività. Da parte nostra, lo abbiamo già comunicato al Presidente Renzi, siamo  pronti a fare la nostra parte, senza chiedere riconoscimenti, senza mettere sul piatto contropartite, ma solo ed esclusivamente nell’interesse generale del Paese. Sicuramente proseguiremo la nostra battaglia sulla semplificazione e sulla riforma fiscale, continueremo a criticare ciò che merita di essere criticato perché non va nel verso dellequità e della giustizia sociale,  ma questa è una battaglia di tutti e per tutti  e non di parte”.

Ancora ribassi per i carburanti

Non solo il week-end all’insegna dei ribassi. Anche oggi, al’alba di una nuova settimana, gli automobilisti possono fare il pieno approfittando di ulteriori ribassi sui carburanti.

Dopo Eni, che aveva fatto da apripista, ci sono Tamoil con benzina e diesel a -1 centesimo al litro, IP rispettivamente con -0,6 e -0,5 cent, Esso con -0,5 su entrambi i prodotti, Q8 con-1 cent solo sul diesel e TotalErg con -1 cent su benzina, diesel e Gpl.

Per quanto riguarda le medie nazionali, benzina e diesel si fermano per oggi rispettivamente a 1,783 e1,702 euro/litro mentre il Gpl si ferma a 0,756.
Si registrano punte in alcune aree che toccano per la verde fino 1,827 euro/litro, per il diesel a 1,738 e per il Gpl a 0,779.

Più nel dettaglio, a livello Paese e in modalità servito, il prezzo della benzina va dall’1,754 euro/litro di Eni all’1,783 di Tamoil (no-logo a 1,654).
Per il diesel si passa dall’1,681 euro/litro di Eni all’1,702 di Shell (no-logo a 1,563).
Il gpl è invece tra 0,741 euro/litro ancora di Eni e 0,756 di Esso.

Vera MORETTI

Settore automobilistico: rafforzato connubio tra Italia e Cina

Il legame tra Italia e Cina, almeno per quanto riguarda il settore automotive, sta diventando sempre più stretto.
Ciò grazie ad un evento appena svoltosi a Liuzhou (Guangxi), ovvero il primo China-Italy automotive industry forum, che aveva proprio l’obiettivo di favorire l’incontro e la collaborazione tra le aziende dei due paesi nel settore automobilistico.

Il Forum è stato organizzato dall’organizzazione camerale italiana presente nel paese asiatico e dall’Industrial & Information Technology Commission della municipalità di Liuzhou, in collaborazione con il consolato generale italiano a Canton.

La scelta è caduta su Liuzhou perché la città cinese rappresenta uno dei poli dell’automotive più importanti nel Paese del Sol Levante, la cui storia legata all’industria automobilistica è iniziata alla fine degli Anni 50 e che oggi vanta circa 400 aziende che operano lungo l’intera filiera di settore, con una produzione pari al 7,5 per cento dell’intera produzione cinese di veicoli e all’8,5 per cento dell’intera produzione cinese di motori, con tassi di crescita compresi tra il 20 ed il 30 per cento annui.

L’incontro tra le rappresentanze di Italia e Cina ha rappresentato un’importante occasione per promuovere le capacità italiane nel settore, offrendo alle imprese partecipanti una cornice per favorire la reciproca conoscenza, condividere esperienze, stabilire contatti utili ad avviare collaborazioni.

All’iniziativa, che si è rivelata un vero successo, hanno partecipato 44 aziende cinesi e 13 italiane e ai partecipanti è stata illustrata la situazione del mercato automobilistico cinese, nonchè le caratteristiche e la capacità, in particolare in termini di innovazione, delle aziende italiane nel settore, con una speciale enfasi sulle tecnologie eco-compatibili.

Vera MORETTI

Il Jobs Act per punti

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ama molto i social network e adora esprimersi con termini e locuzioni inglesi. Una di quelle che più è risuonata prima e dopo la sua entrata a Palazzo Chigi è Jobs Act, ovvero un piano lavoro che prevede, tra l’altro un contratto unico, un assegno universale per chi perde il lavoro con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare nuove proposte di lavoro, tutele crescenti, rappresentanza sindacale nei cda. Ecco un decalogo per meglio conoscere il Jobs Act

Apprendistato
Sarà semplificato e avrà meno vincoli. Cade l’obbligo di confermare i precedenti apprendisti prima di assumerne di nuovi.

Retribuzione
La retribuzione dell’apprendista, relativamente alle ore di formazione, ammonterà al 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento finale.

Contratti a termine
Viene innalzata da 12 a 36 mesi la durata del primo rapporto di lavoro a tempo determinato e non viene richiesto il requisito della causalità (il motivo dell’assunzione); fissato al 20% il limite massimo per l’utilizzo.

Proroghe più semplici
Sarà possibile prorogare i contratti a termine più volte.

Cassa integrazione
Vengono mantenute la cig ordinaria e straordinaria, con l’introduzione del cosiddetto “meccanismo premiante”: si abbassa il contributo di tutti ma si usa maggiormente la cassa.

Tutele crescenti
Punto tutto da chiarire. Secondo il testo, è possibile l’introduzione “eventualmente in via sperimentale, di ulteriori tipologie contrattuali espressamente volte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti”.

Garanzia universale
Il sussidio è inserito nel ddl delega, per la cui applicazione ci vorranno almeno sei mesi. Questo sussidio ssorbirà Aspi e mini Aspi e sarà “graduato in ragione del tempo in cui la persona ha lavorato”.

Garanzia giovani
Partirà dalll’1 maggio e riguarderà almeno 900mila persone, con risorse per 1,5 miliardi.

Meno forme contrattuali
Riordino e snellimento delle attuali 40 forme contrattuali.

Smaterializzazione del Durc
Un intervento su cui Renzi punta molto: nel 2013 i Durc presentati sono stati circa 5 milioni.

Autotrasporti in ginocchio a causa della concorrenza sleale

Tra i settori in particolare crisi, c’è anche quello dell’autotrasporto, che, come denunciato anche da Giuseppe Barberis, presidente Cna Fita Liguria, “sta assumendo contorni emergenziali preoccupanti“.

A causare i disagi maggiori alle imprese italiane del comparto è il continuo aumento dei costi, che costringono gli autotrasportatori a chiudere.
E ad approfittarne sono le aziende dei Paesi dell’Est Europa, che beneficiano di vantaggi competitivi sul costo del lavoro, delle assicurazioni e del carburante, ai quali l’Italia non riesce ad opporre un’efficace resistenza.

Ha aggiunto Barberis: “L’autotrasporto sta subendo un attacco senza precedenti, con gravissime ripercussioni in termini economici e occupazionali. Il risultato? Minore contribuzione previdenziale, minor introito di tasse e soprattutto minore sicurezza. E in Liguria le imprese dell’autotrasporto – tra piccole, medie e grandi dimensioni aziendali – sono circa 3000 con una realtà occupazionale stimata in circa 7000 addetti!

La denuncia riguarda la situazione italiana in generale ma si sofferma sulla Regione Liguria, che si trova a contrastare una concorrenza sleale da parte dei vettori esteri, come ha voluto puntualizzare Gino Angelo Lattanzi, responsabile della Cna Fita Liguria: “Più volte nel corso degli anni abbiamo segnalato questa grave situazione agli organi di controllo preposti, Polizia Stradale e Guardia di Finanza, e al Prefetto di Genova. In altre regioni italiane controlli mirati e ben coordinati hanno fatto emergere nel concreto l’inquietante realtà di illegalità composta dal non rispetto dei contratti di lavoro, del Codice della Strada e delle regole fiscali. Una realtà preoccupante anche per la sicurezza stradale. In Liguria cosa si aspetta per fare altrettanto?

Vera MORETTI

Manpower: in rialzo l’occupazione

ManpowerGroup ha diffuso i dati dell’indagine trimestrale Previsioni Manpower sull’Occupazione, che offrono uno spaccato della situazione attuale, ancora sofferente a causa della crisi, ma in leggera ripresa rispetto al 2013.

Le prospettive di assunzione dei prossimi mesi registrano, infatti, un miglioramento di 8 punti percentuali rispetto allo scorso trimestre, e di 6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Inoltre, in tre delle quattro aree geografiche i datori di lavoro segnalano un aumento nelle assunzioni e la previsione migliora in tutte e quattro le regioni in confronto allo scorso anno, pur rimanendo con segnali negativi.
Anche le intenzioni di assunzione si rivelano in miglioramento in ben sette settori industriali su dieci, rispetto al primo trimestre 2014 e in cinque di loro rispetto allo scorso anno.

La previsione netta per l’occupazione resta negativa per il quinto anno consecutivo: -7%, che fa media con gli impieghi stagionali.

Ciò che fa veramente la differenza è la riduzione sostanziale dei datori di lavoro che prevedono una riduzione delle assunzioni, la cui percentuale si assesta al 9%, un buon risultato rispetto al 17% del primo trimestre.

L’85% manterrà invariati gli organici, mentre i datori di lavoro in Italia riportano la loro migliore previsione dal terzo trimestre del 2012.

Stefano Scabbio, presidente e amministratore delegato di ManpowerGroup Italia e Iberia, ha dichiarato a proposito: “A mio parere è un segnale positivo che dimostra come l’economia stia iniziando una ripresa, soprattutto per quanto riguarda i settori maggiormente esposti all’esportazione. Spero che il programma di ripresa si consolidi nei prossimi mesi. L’Italia è un paese che ha bisogno di riforme soprattutto sul fronte fiscale”.

Vera MORETTI

Week-end con carburanti in discesa

I mercati internazionali che riguardano i carburanti sono ancora in discesa, e questa situazione si sta riflettendo anche sulle quotazioni nazionali, in forte ribasso.

A fare da apripista è stato, anche questa volta, Eni, che è intervenuta ritoccando i prezzi raccomandati al ribasso sia per quanto riguarda benzina e gpl (-1 centesimo), sia per il diesel (-1,5).
IP ha abbassato la benzina di 0,5 centesimi al litro e il desel di 1 centesimo, Esso ha ritoccato la benzina di 0,3 e il diesel di 0,5, mentre TotalErg è intervenuta solo sul diesel, oggi a -0,5 centesimi al litro.

Le medie nazionali, dunque, sono oggi, rispettivamente per benzina e diesel, a 1,786 e 1,704 euro/litro (gpl a 0,757).
Le punte in alcune aree sono per la verde fino a 1,834 euro/litro, il diesel a 1,741 e il gpl a 0,775.

La situazione a livello Paese, in modalità servito, vede il prezzo medio praticato della benzina che va oggi dall’1,755 euro/litro di Eni all’1,786 di Tamoil (no-logo a 1,659).
Per il diesel si passa dall’1,683 euro/litro di Eni all’1,704 di Shell (no-logo a 1,566).
Il gpl, infine, è tra 0,742 euro/litro ancora di Eni e 0,757 di Tamoil (no-logo a 0,719).

Vera MORETTI