Notaio e compravendita, quando è necessario e le sue responsabilità

Nella compravendita immobiliare la presenza del notaio è obbligatoria in quanto trasferisce la proprietà, ma quali sono le sue responsabilità?

Compravendita immobiliare, chi è il notaio

Quando si vuole acquistare un immobile occorre passare dal notaio per il trasferimento della proprietà attraverso l’atto da lui redatto. Il notaio è un pubblico ufficiale al quale lo Stato affida il potere di attribuire pubblica fede, cioè il valore di prova legale, agli atti che stipula. Perciò tutti, compreso il giudice, devono presumere vero ciò che è da lui attestato, salvo che sia accertato il reato di falso.

La sua figura quindi è fondamentale per il trasferimento della proprietà da un soggetto ad un altro. Un Notaio è un professionista del diritto che prepara, autentica e registra documenti aventi rilevanza legale, come contratti di compravendita immobiliare e testamenti, assicurandosi che siano validi e rispettino le leggi vigenti.

Compravendita immobiliare, quali sono i suoi doveri?

Nella maggior parte dei casi chi compra un immobile sceglie il notaio presso cui fare l’atto. Anche quando si acquista casa attraverso un’agenzia immobiliare si può scegliere sempre e comunque il proprio notaio di fiducia. Perché se è vero che il notaio è un pubblico ufficiale che agisce nel nome dello Stato, ci si sente sempre più tutelati dal notaio dove ad esempio si è già stipulato un atto precedente.

Tuttavia i compiti del notaio sono differenti, anche perché la responsabilità del trasferimento non è certo indifferente. La prima tra tutte è che deve operare nell’imparzialità tra le parti e nel rigoroso rispetto della normativa italiana. Dunque i compiti del notaio nella compravendita di un immobile sono i seguenti:

  • verifica che chi vuol vendere l’immobile abbia il titolo per farlo, in altre parole sia il reale proprietario;
  • controlla che sull’immobile non ci siano ipoteche o vincoli di altro genere, come un pignoramento;
  • fissa il giorno e l’ora in cui le parti (compratore e venditore) devono presentarsi per la stipula;
  • redige l’atto di compravendita e lo registra presso i pubblici uffici.

A conclusione di tutto l’inter consegna copia dell’atto alle parti, compresa la trascrizione, concludendo così il suo compito in sede di compravendita. L’intervento del notaio si ha anche quando ci sono delle donazioni, permute, redazione di un contratto di mutuo, passaggi di società, insomma il notaio è necessario davvero a molti atti.

Quali sono le responsabilità del notaio

Il notaio è responsabile di quanto scritto in un atto di compravendita. Infatti certifica l’identità dei soggetti che sono presenti attraverso la visura dei documenti sia delle persone che dell’oggetto della compravendita.

La responsabilità gravante sul notaio, nell’esecuzione del contratto di prestazione d’opera professionale, implica che su tale professionista non grava solo l’obbligo di predisporre un atto che produca gli effetti voluti dalle parti, formalmente e sostanzialmente valido, ma anche quello di osservare l’ obbligo contrattuale di correttezza e di informazione che discende  dall’incarico che egli riceve dal suo cliente che obbliga il professionista ad osservare un comportamento diligente.  (Cassazione Civ. sez. III, 28 novembre 2007, n. 24733).

Il notaio garantisce la legalità, legittimità e stabilità della transazione tra le parti. Ma anche l’affidabilità dei dati inseriti nei Pubblici Registri, affinché tutto si svolga in totale serenità per le parti coinvolte.

Condono edilizio, la nuova proposta di Salvini

Fin dal primo insediamento del governo Meloni, il condono edilizio è stato una battaglia di Salvini, ministro delle Infrastrutture, che più volte lo ha proposto. Nelle ultime dichiarazioni è emerso che vi sarebbe già una bozza del provvedimento, ma non mancano polemiche visto che il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha già dichiarato di non potersi esprimere in merito considerato che non ha visionato la bozza. Ecco cosa potrebbe prevedere il nuovo condono edilizio.

Condono edilizio per piccole difformità

In un periodo caldo dal punto di vista elettorale, parlare di condono edilizio non è semplice, ecco perché tutti sono cauti. Ovvio che la bozza ancora non sia nota, proprio per questo si susseguono ipotesi varie. Per ora sappiamo che il nuovo condono edilizio dovrebbe permettere di sanare piccole irregolarità.  È importante a questo punto ricordare che il condono consente di regolarizzare un intervento edilizio per il quale non può essere concessa autorizzazione se non in forza di una legge speciale. Si differenzia, quindi, dalla sanatoria concessa quando l’intervento poteva essere autorizzato, ma per il quale l’autorizzazione non sia stata richiesta. Quali potrebbero essere quindi le difformità oggetto del prossimo condono edilizio?

Tettoie, verande e soglia di tolleranza

Tra le ipotesi vi è la possibilità di regolarizzare verande e sottotetti. Non solo, c’è chi ipotizza un aumento della soglia di tolleranza prevista dall’articolo 34 bis del Testo Unico sull’edilizia. Esclusa da condono edilizio è, invece, la sanatoria per interventi in aree a rischio di dissesto idrogeologico, con vincoli paesaggistici e culturali. Tra le difformità sanabili con il condono anche piccoli interventi interni che non hanno minato la struttura, ad esempio la realizzazione di un tramezzo o una finestra posizionata diversamente.

Operazione verità per sbloccare il mercato immobiliare

Il ministro delle Infrastrutture parla di un’operazione verità che consentirà di vendere beni immobili ora bloccati. Sappiamo infatti che in caso di trasferimento di proprietà di un immobile vi deve essere concordanza tra quanto risultante dalle planimetrie e la situazione reale. Di fatto si tratta di ipotesi perché ad oggi la bozza annunciata non l’ha vista nessuno, neanche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

In caso di condono edilizio comunque è previsto il versamento di sanzioni al fine di regolarizzare la situazione, il ministro Salvini ha già dichiarato che le risorse  dovrebbero essere dirottate sul welfare e in particolare su un piano per gli asili nido.

Leggi anche: Acquisto casa con abusi edilizi, cosa rischiano notaio e acquirente?

 

Meno gite scolastiche, difficoltà per i genitori e i professori

Meno gite scolastiche a causa di diversi fattori come le difficoltà economiche delle famiglie e delle responsabilità dei genitori.

Meno gite scolastiche, ecco alcune motivazioni

Le gite scolastiche sono spesso una motiva di crescita culturale per gli studenti che vi partecipano. Certo non manca il divertimento, ma ci vuole molta responsabilità anche per i professioni che devono gestire i ragazzi. Purtroppo anche i fatti di cronaca non aiutano i docenti a portare in gita i propri ragazzi.

Sembra che il 31% delle scuole ha già comunicato ai genitori nelle varie assemblee che non si partirà. Mentre l’8% degli studenti rinuncerà per motivi personali o familiari. Ed infine il 12% è in attesa di capire cosa accadrà anche e però la scelta di non partire è sempre più vicina. Del resto ormai l’anno scolastico volge al termine e quindi non ci sono speranze.

Meno gite scolastiche, altre cause

Le cause principali che costringono a rinunciare al viaggio sono la mancata disponibilità dei professori ad accompagnare gli studenti (40%) e i costi troppo elevati dei pacchetti viaggio (12%). E’ vero che esiste il bonus gite scolastiche, ma copre davvero una fascia bassa di nuclei familiari.

Tuttavia si tratta di un aiuto economico di massimo 150 euro offerto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) alle famiglie in difficoltà economiche ed erogato sotto forma di sconto sui viaggi di istruzione. Per il bonus gite sono stanziati nei mesi scorsi fondi per 50 milioni di euro. E sembra che i fondi siano ancora disponibili quindi dovrebbe esserci spazio per tutte le famiglie richiedenti.

Altro problema è legato agli altri costi

Per chi non può usufruire del bonus il costo da sostenere per mandare in gita i propri figli rimane spesso molto elevato. Il 46% dei viaggi non supererà i tre giorni, con un budget che in due casi su tre si manterrà entro i 400 euro. Mentre i prezzi aumentano quando ci si sposta all’estero e per più giorni. Il pullman sarà il mezzo preferito (56%), seguito dall’aereo (22%) e dal treno (14%).

Tuttavia sono costi che le famiglie devono affrontare e che pesano sul bilancio. Ma tra professori rinunciatari e famiglie che non possono accontentare sempre i loro figli, le gite scolastiche diminuiscono sempre più. Magari privando i giovani di un’esperienza all’estero che invece potrebbe formarli. Possiamo dare qualche consiglio? Beh forse pensarci già a settembre, subito dopo l’inizio della scuola, con prenotazioni molto anticipate potrebbe aiutare ad abbassare i costi e rendere tutti felici.

Cambio della destinazione d’uso, possibile ma con alcuni criteri

Cambio della destinazione d’uso di un immobile può essere fattibile, ma attenzione a quando è possibile e cosa dice la normativa.

Cambio della destinazione d’uso, la finalità dell’intervento

Quando si parla di cambio di destinazione d’uso senza opere di un bene immobile si intende il semplice cambiamento delle finalità di utilizzo del suddetto bene senza il ricorso ad interventi di ristrutturazione edilizia. Per poterlo fare occorre affidarsi ad un professionista che verifica la possibilità dell’intervento soprattutto ai fini legali e nei contatti con il Comune dove ha sede l’immobile.

Tuttavia quando il cambio di destinazione d’uso avviene con il solo scopo di riadattare in modo funzionale un immobile è possibile. Ma attenzione non devono essere realizzate opere che possano incrementare il volume dello stesso. L’operazione va da considerarsi come una manutenzione straordinaria o di risanamento conservativo. 

La sentenza del Tar in merito all’argomento

Il TAR Lazio con la sentenza del 4 marzo 2024, n. 4370, che ha accolto il ricorso proposto contro il diniego dell’istanza di condono presentata ai sensi della Legge n. 326/2003 (Terzo Condono Edilizio), per mero cambio di destinazione d’uso (funzionale, senza opere), da casa agricola ad “ordinaria” abitazione residenziale, inerente un “fabbricato rurale” (di 80 mq).

La sentenza del Tar, la numero 4370/2024 ha quindi accolto il ricorso di una persona che aveva impugnato il diniego di Roma Capitale della richiesta di cambio di destinazione d’uso di un edificio da ex rurale agricolo a residenziale. In pratica  la modifica, se non prevede aumenti di volume, serve solo a rendere funzionale l’immobile, quindi non è corretto respingere il cambio di destinazione. In altre parole trattasi di una modifica mirata solo al riadattamento funzionale dell’opera, che non produce impatti sull’assetto territoriale né sul carico urbanistico

La specifica del vincolo paesaggistico

La stessa sentenza fa una specifica sul diniego da parte dell’amministrazione dovuto a causa del vincolo paesaggistico. La sanatoria in aree vincolate è ammessa  solo se:

a) si tratti di opere realizzate prima della imposizione del vincolo;

b) seppure realizzate in assenza o in difformità del titolo edilizio, siano conformi alle prescrizioni urbanistiche;

c) siano opere minori senza aumento di superficie (restauro, risanamento conservativo, manutenzione straordinaria);

d) vi sia il previo parere dell’Autorità preposta alla tutela del vincolo.

 

IT Wallet, arriva il portafoglio digitale con App IO

IT Wallet, la rivoluzione digitale in Italia promette un portafoglio di servizi innovativi con patente, carta disabilità e tanto altro. L’IT Wallet ha l’obiettivo di aiutare a conservare e utilizzare i documenti digitali

Italia da record, sarà il primo Paese nell’ambito UE ad implementare i servizi digitali disponibili da un’unica App, l’App IO. La rivoluzione digitale è pronta e promette servizi innovativi, accessibili e in grado di far risparmiare tempo e fornire maggiore sicurezza nell’accesso ai servizi.

IT Wallet, il nuovo portafoglio digitale con App Io

Il Consiglio del Ministri, il 26 febbraio 2024, ha adottato un nuovo decreto Pnrr che prevede l’istituzione di un portafoglio digitale, IT Wallet abbinato con l’App IO. La misura è inserita all’interno delle misure urgenti per l’attuazione del Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si apre ora la fase 2 cioè quella dei decreti attuativi, ma cosa prevede il portafoglio digitale IT Wallet?

Dal punto di vista tecnico l’IT Wallet si appoggerà all’App IO che già ora fornisce numerosi servizi.

L’accesso all’IT Wallet sarà possibile con la Cie e con lo Spid, ma vi sarà una “preferenza” per la Cie in quanto ha una struttura tecnologica maggiormente prestante. È già previsto un piano per facilitare l’accesso alla Carta di identità elettronica che a breve sarà disponibile nell’arco di pochi giorni dalla richiesta.

Quali documenti saranno disponibili con IT Wallet?

Il piano di attuazione prevede che il primo documento che sarà disponibile attraverso l’IT Wallet sarà la patente di guida, seguono la tessera sanitaria e la carta disabilità.

In seguito potranno essere attivati ulteriori documenti, tra cui la tessera elettorale e i titoli di studio. Ciò faciliterà molto i rapporti nel settore della Pubblica Amministrazione, ma anche nell’ambito privato perché attraverso un’unica App sarà disponibile la documentazione, sarà possibile accedere a servizi e prestazioni.

I vantaggi del portafoglio digitale

Il portafoglio digitale accessibile tramite l’App Io sarà il primo in Europa ad avere valore di legge. Per chi ancora non ha l’App IO la stessa già può essere scaricata. I tempi per l’accesso ai nuovi servizi ancora non sono noti, infatti i primi decreti attuativi dovrebbero essere pubblicati entro l’estate, attualmente il Poligrafico dello Stato e Pago Pa sono a lavoro sulle strutture tecniche che dovrebbero rendere operativo questo passaggio. Entro la fine dell’anno dovrebbe essere possibile effettuare le prime operazioni tramite il portafoglio digitale, mentre la transizione globale dovrebbe esservi nel 2025. Nel frattempo i servizi dovrebbero essere disponibili in via sperimentale per un gruppo limitato di soggetti.

Il servizio di portafoglio digitale dovrebbe avere diversi vantaggi, in primo luogo la possibilità di conservare documenti importanti senza il fastidio del cartaceo, inoltre vi è una maggiore sicurezza legata alla riduzione del rischio di furto o smarrimento dei documenti. All’interno dell’IT Wallet dovrebbe essere possibile anche l’inserimento di sistemi di pagamento, questo implica una maggiore sicurezza nelle transazioni e possibilità di gestire numerosi servizi tramite un’unica App.

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Cacao, aumenta il prezzo e supera i diecimila dollari

Il cacao aumenta il suo prezzo e supera i diecimila dollari, ecco le motivazioni, ma i consumatori lo avevano già notato.

Cacao, quest’anno le uova costano di più

E’ arrivata la Pasqua e come da tradizione i più piccoli e i più golosi ricevono le uova pasquali. Tra cioccolato e sorprese si festeggia la Resurrezione di Gesù. Ma quest’anno i genitori, lo sanno bene, i costi delle uova sono decisamente aumentati. Gli aumenti di prezzo delle uova di cioccolato delle marche più note vanno in media dal +16% al +24% rispetto allo scorso anno, e si aggiungono ai rincari del +15% già registrati nel 2023. – spiega il Codacons.

Ad esempio le uova di fascia più alta per adulti, con cioccolato al latte o fondente e un peso tra i 320 e i 365 grammi, arrivano a superare i 18 euro al pezzo, con incrementi superiori al 33% rispetto ai listini del 2023. Va meglio, si fa per dire, per i prodotti destinati ai bambini: i prezzi delle uova legate a cartoni animati, giochi, personaggi famosi, serie tv, ecc., aumentano in media del +16,7% rispetto allo scorso anno, rileva il Codacons.

Ma perché le Uova costano di più?

Uno dei motivi di aumento del costo delle uova è legato al prezzo del cacao. Ebbene il prezzo del cacao ha superato i 10 mila dollari a tonnellata. Ma a dire il vero, da inizio anno, il costo è più che raddoppiato. Ecco quindi perché il prezzo al consumatore dell’uovo di Pasqua è apparso quanto mai aumentato.

Tuttavia la crisi del cacao non è l’unica motivazione. Infatti sembrano essere aumentate anche altre materie prime, come lo zucchero i cui prezzi da listino sono cresciuti del +72%, e del burro di cacao, +52% – spiega il Codacons – I produttori, quindi, hanno scaricato i maggiori costi di produzione sui consumatori finali, attraverso incrementi dei listini al pubblico che renderanno la Pasqua più amara per tutti.

Il motivo della crisi del cacao

Il motivo principale della crisi del cacao è da ricercarsi nella minore resa delle piantagioni in tutto il mondo, soprattutto in Africa. Ebbene l’Africa è il continente in cui viene prodotto circa il 70% di produzione del cacao mondiale. E proprio in questo continente, a causa dei cambiamenti climatici, la produzione è notevolmente diminuita.

Nello specifico, sul Ghana si è abbattuto “El niño”, fenomeno meteorologico che rende il clima secco e i raccolti scarsi.  Si ricorda che il Ghana è il secondo paese leader, per il 2023/24 al minimo degli ultimi 14 anni, pari a 650.000-700.000 tonnellate, rispetto a una precedente previsione di 850.000 tonnellate. 

 

Vacanze Pasquali, ottimismo degli operatori, ma attenzione alle truffe

Le Vacanze Pasquali sono iniziate per molti italiani che hanno confermato la voglia di staccare la spina, ma attenzione alle truffe.

Vacanze pasquali, le mete preferite

Qualche giorno per staccare la spina quotidiana e ricaricarsi. Sono queste le vacanze pasquali per milioni di italiani che hanno scelto di passare del tempo a mare, in montagna o nelle città d’arte. Per Pasqua saranno 10,5 milioni gli italiani in viaggio: il 92% resterà in Italia, mentre l’8% sceglierà una località estera.

Le mete preferite per i viaggiatori che resteranno in Italia saranno il mare (32,5%), le località d’arte (28,9%), la montagna (21,8%), i laghi (3,4%) e le località termali (2,5%). Per coloro che invece si recheranno all’estero, vincono le grandi capitali europee (74,4%), seguite dalle crociere (10,2%) e dal mare (6,3%). Segni positivi per gli operatori che sperano anche quest’anno nell’arrivo della bella stagione e del tempo mite che ha accompagnato anche l’inverno.

Vacanze pasquali, attenzione alle truffe

A dire il vero sono già prenotate anche le vacanze per i ponti legati al 25 aprile, il primo maggio e il due giugno. Le  mete preferite in Europa sono le capitali classiche a cui si aggiungono: Canarie, Irlanda, Islanda, Portogallo, Repubblica Domenicana, e i paesi scandinavi. Tuttavia sul fronte dei prezzi si registra un aumento minore rispetto a quelli dello scorso anno. Anche se i maggiori rincari riguardano i prezzi dei voli, ma sicuramente più contenuti rispetto a quelli della scorsa estate. Tuttavia si registra un buon trend di crescita e questo fa ben sperare gli operatori del settore.

Ma in questo scenario di voglia di vacanza occorre stare attenti alle truffe. E’ il caso di annunci pubblicitari in cui vengono proposti dei soggiorni da favola che in realtà sono veri e propri incubi. Tra queste ci sono case in affitto messe a disposizione all’insaputa dei proprietari, case fatiscenti descritte come di estremo lusso, cene romantiche che sono tutt’altro. Quindi attenzione quando si decide di fare una vacanza fai da te.

Come proteggersi dalle truffe

La polizia postale ha stirato un vademecum per cercare di proteggersi dalle truffe online. La prima regola d’oro è quella di non condividere dati personali e sensibili su messaggi o mail. La seconda è quella di scegliere sempre pagamenti sicuri, siti noti e piattaforme legali per la ricerca della propria vacanza. Meglio sempre fare una verifica attraverso i più comuni motori di ricerca.

In ogni caso prima di prenotare è sempre meglio contattare la struttura per verificare la disponibilità dei posti, la veridicità di un messaggio o di un annuncio e controllare se l’offerta appare troppo allettante. Le vacanze devono essere un momento di relax, riposo, pertanto vanno scelte con intelligenza, senza pensare solo al lato economico.

 

Povertà assoluta, in Italia sono 5,7 milioni di persone

Povertà assoluta per circa 5,7 milioni di persone su un totale di circa 58.997.201 abitanti in tutta la Nazione, cosa sta succedendo?

Povertà assoluta, che cosa vuol dire?

In un periodo di crisi globale è inevitabile che il numero di poveri cresca. Persone che vedono totalmente cambiare la propria condizione, magari a causa della tanto temuta perdita di lavoro, per chiusura dell’azienda dove lavoravano. E per tantissime altre motivazioni, tra cui l‘inflazione che crea un aumento generale del livello dei prezzi. Altro dato negativo riguarda i minori. Appartengono a famiglie in povertà assoluta circa a 1,3 milioni minori, un numero sostanzialmente stabile rispetto al 2022.

La povertà estrema o povertà assoluta è la più dura condizione di povertà, nella quale non si dispone – o si dispone con grande difficoltà o intermittenza – delle primarie risorse per il sostentamento umano, come l’acqua, il cibo, il vestiario e l’abitazione. Si parla di persone e famiglie  che non riescono a mangiare. E che quindi non possono accedere a tutti i servizi che di solito ci sono all’interno di una casa.

Povertà assoluta, i dati dell’Istat

Secondo quanto dice l’Istat in generale, le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,5% del totale delle famiglie residenti (erano l’8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui (9,8%; quota pressoché stabile rispetto al 9,7% del 2022).

Nel 2023, la stima preliminare della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.728 euro mensili in valori correnti, in crescita del 3,9% rispetto ai 2.625 euro dell’anno precedente. Tale crescita, tuttavia, risente ancora in larga misura dell’aumento generalizzato dei prezzi (+5,9% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo). Lo indica l’Istat, aggiungendo che in termini reali, la spesa media si riduce infatti dell’1,8%.

Il sud soffre di più del Nord

L’incidenza di povertà assoluta familiare mostra il valore più elevato nel Mezzogiorno (10,3%, coinvolgendo 866mila famiglie), seguito dal Nord (8,0%, un milione di famiglie) e dal Centro (6,8%, 365mila famiglie). L’incidenza individuale conferma un Sud che mostra i valori più elevati (12,1%), sebbene, rispetto al 2022, il Nord presenti segnali di peggioramento (9% dall’8,5%; 2,4 milioni di persone).

L’intensità della povertà assoluta, cioè la distanza media della spesa per consumi delle famiglie povere dalla soglia di povertà, nel 2023 rimane stabile rispetto all’anno precedente (18,2%), con dinamiche differenziate fra le ripartizioni: è in crescita nel Nord (18,6%, dal 17,6% del 2022), mentre segna una riduzione nel Mezzogiorno (scende al 17,9%, dal 19,3%). Le stime preliminari 2023 mostrano per le diverse tipologie familiari una stabilità dell’incidenza, confermando il quadro del 2022.

 

Stretta superbonus, resterà possibile solo la detrazione fiscale

E’ stretta superbonus dopo il nuovo decreto semplificazioni approvato dal Governo Meloni, che vede delle novità importanti.

Stretta superbonus, solo detrazione

Via libera del Consiglio dei Ministri ad un nuovo decreto che restringe ulteriormente le regole sul superbonus. Si ricorda che il Superbonus è una misura di incentivazione edilizia introdotta dal Governo Conte nel 2020 con l scopo di migliorare l’efficienza degli edifici attraverso un sistema di agevolazioni e rimborsi. Misura che però ha portata solo crediti incagliati per le aziende che hanno eseguito i lavori e sanguinamento delle casse dello Stato. Tuttavia la misura suscita sempre molta attenzione per coloro che voglio ristrutturare il proprio immobile.

La nuova stretta prevede la cancellazione di tante agevolazioni, ma rimane solo la detrazione fiscale per coloro che eseguono lavori di miglioramento energetico. In pratica le spese possono essere detratte dalla Dichiarazione dei redditi, pagando meno tasse. Una scelta quasi obbligatoria visto che la misura è costata tantissimi soldi alle tasche dello Stato.

Stretta superbonus, le novità

Il consiglio dei ministri ha deciso di chiudere definitivamente i rubinetti per i fondi destinati al superbonus. Infatti sono stati cancellati sia lo sconto in fattura che la cessione del credito per le aziende che hanno eseguito i lavori. Rientrano in questa misura anche i lavori fatti in zone altamente sismiche e per l’abolizione di barriere architettoniche.

Annullata anche la remissione in bonis, cioè l’opzione introdotta per consentire ai contribuenti di rimediare a omissioni o ritardi nella presentazione della documentazione necessaria per beneficiare dei bonus edilizi. Tuttavia la presentazione in ritardo prevede una sanzione minima di 250 euro.

L’obbligo della comunicazione preventiva

Per tutti i nuovi bonus sarà obbligatorio fare una comunicazione prima dell’inizio dei lavori. In caso contrario è prevista una sanzione fino a 10 mila euro. In ogni caso e per tutti i bonus il termine ultimo per presentare le richieste rimane quello del 4 aprile.

“Norme nate in modo scriteriato e che hanno prodotto risultati devastanti per la finanza pubblica”, dice il Ministro dell’Economia Giorgetti in conferenza stampa. Si sta quindi cercando di mettere in salvo le finanze pubbliche. Anche se tale stretta sembra non piacere alle imprese edili. Nel comunicato finale del Cdm a proposito del nuovo decreto si legge anche che “al fine di garantire un’adeguata e tempestiva conoscenza delle grandezze economiche e finanziarie connesse alle misure agevolative oggetto del decreto” si prevede “l’introduzione di misure volte ad acquisire maggiori informazioni inerenti alla realizzazione degli interventi agevolabili”.

Bonus gite scolastiche 2024, da oggi è possibile richiederlo

Bonus gite scolastiche 2024, al via a partire da oggi 27 marzo 2024. Ecco chi e come le famiglie possono richiederlo per i figli.

Bonus gite scolastiche 2024, parte la possibilità di richiesta

Da oggi 27 marzo 2024 sarà possibile richiedere il bonus gite scolastiche per  le famiglie con figli che frequentano le scuole medie superiori. Il bonus nasce dall’esigenza di trovare un punto d’accordo tra gli studenti che vogliono partecipare a gite di istruzione e le famiglie che si trovano in difficoltà economica. E si perché in una famiglia le spese non mancano mai. Però sostenere i costi per figli che devono partire, può essere un’uscita che qualcuno non può permettersi. Eppure i ragazzi vogliono partire, non solo per andare in un posto nuovo, ma anche per condividere una nuova esperienza con i propri compagni di classe.

Tuttavia si tratta di un aiuto economico di massimo 150 euro offerto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) alle famiglie in difficoltà economiche ed erogato sotto forma di sconto sui viaggi di istruzione. Per il bonus gite sono stanziati nei mesi scorsi fondi per 50 milioni di euro. E sembra che i fondi siano ancora disponibili quindi dovrebbe esserci spazio per tutte le famiglie richiedenti.

Bonus gite scolastiche 2024, chi può richiederlo

Come in presenza di qualsiasi bonus ci sono dei requisiti necessari. Infatti possono richiedere il bonus da 150 euro le famiglie che hanno difficoltà economiche. In particolare c’è la possibilità di accedere al contributo fino a 150 euro anche per gli studenti che provengono da contesti familiari con Isee fino a 15mila euro. Il limite dell’Isee è stato, dunque, innalzato da un massimo di 5 mila euro a non più di 15 mila.

Per identificare i beneficiari si seguirà l’ordine cronologico di inoltro delle richieste da parte delle famiglie. Inoltre se in una famiglia ci sono più figli, è possibile chiedere una domanda per singolo studente, sempre se si rispettano tutti gli altri requisiti necessari.

Come richiedere l’agevolazione

Per trasmettere le domande è necessario collegarsi alla Piattaforma Unica “Famiglie e studenti” disponibile alla pagina “unica.istruzione.gov.it”. Occorre essere in possesso delle credenziali SPID, CIE, CNS e / o eIDAS. Le domande possono essere presentate dalle ore 8 del 27 marzo 2024 e fino alle 17 del 31 maggio 2024 alle ore 17:00. 

Il percorso da seguire è il seguente: Piattaforma Unica «Famiglie e studenti» (http://unica.istruzione.gov.it), mediante procedura di identificazione e autenticazione informatica e richiedere l’agevolazione nella sezione «Servizi», sotto sezione «Agevolazioni», ambito «Viaggi di istruzione». Infine si ricorda che chi ha già ottenuto il bonus non deve presentare nuova domanda.