Decreto energia 2024, è legge e prevede importanti novità

Il decreto energia 2024 è legge e prevede importanti novità per le imprese, le Regioni sia nel settore fotovoltaico che eolico e non solo.

Decreto energia 2024, le principali novità

Approvato dal Senato il decreto energia 2024 con 97 sì, 74 no e 2 astenuti. Il testo convertito il legge introduce importanti novità per la sicurezza energetica del Paese. Ad esempio il decreto energia 2024 ha istituto, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, un fondo con la dotazione di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2043. Il fondo è destinato anche a coprire i ricavi per il servizio di rigassificazione.

Sul piano agevolazioni green ed efficienza energetica, il decreto energia 2024 convertito in legge prevede:

  • l’introduzione di semplificazioni nei processi di approvazione per gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili;
  • nuove agevolazioni per gli impianti che producono energia a partire da fonti rinnovabili;
  • un accesso semplificato agli incentivi per interventi di efficienza energetica su edifici danneggiati dal terremoto che ha colpito il Centro Italia nel 2016.

Decreto energia 2024, la Regione Siciliana

Da punto di vista energetico la Sicilia è un punto strategico e crocevia storico per l’Italia. Vento e sole non mancano e sempre più può usata per la produzione di energia alterativa. Il decreto energia però attribuisce al Presidente della Regione siciliana (oggi Renato Schifani) il ruolo di commissario straordinario per la gestione dei rifiuti, per la creazione di nuovi impianti di termovalorizzazione.

Il processo di termovalorizzazione dei rifiuti si basa su un sistema con griglia mobile raffreddata ad acqua, integrata con la caldaia per la produzione di vapore grazie al recupero del calore liberato dai rifiuti a seguito della loro combustione. Una svolta economica per l’isola anche perché ci sono a disposizione 800 milioni per i relativi investimenti, derivanti dal Fondo sviluppo e coesione e dal Fesr.

Altri interventi per ridurre la dipendenza dal fossile

Ridurre la dipendenza dal fossile è un obiettivo che non solo sta perseguendo l’Italia, ma tutta l’Europa. Così sono previsti fondi per l’introduzione di impianti fotovoltaici in campo agricolo. Ma ancora lo sfruttamento dei “tetti” di capannoni, siti produttivi, stalle, che possano permettere la produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici.

Previsti fondi anche  per l’individuazione di porti idonei per l’istallazione di impianti eolici, che possano sfruttare la potenza del vento. Essendo il territorio italiano una penisola, non dovrebbe essere particolarmente difficile riuscire ad trovare e a creare sistemi che possano sempre di più eliminare la dipendenza dal petrolio.

 

 

Bonus viaggi per anziani, i requisiti e chi sono i beneficiari

Bonus viaggi per anziani è ora una realtà, ecco quindi tutti i soggetti che possono richiederlo e quali sono i requisiti necessari.

Bonus viaggi per anziani, in cosa consiste?

E’ stato approvato il bonus viaggi per anziani over 65 per far garantire agli anziani la possibilità di effettuare viaggi di piacere e migliorare la propria vita. ​Una misura che riguarda la nuova approvazione del Parlamento ed il disegno di legge delega in materia di politiche a favore degli anziani. Così come riportato sul sito del Ministero e delle politiche sociali si è in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, e che prevede la stesura dei decreti attuativi, da adottare entro il 31 gennaio 2024, per disegnare un nuovo welfare a favore delle persone anziane

Il bonus viaggi dovrebbe quindi consistere in un’agevolazione per tutti coloro che hanno più di 65 anni. Ma non si esclude la possibilità di indicare un reddito di riferimento per accedere. L’indicatore come sempre sarà il valore ISEE che rappresenta la base per l’accesso a quasi tutte le misure disponibili dal Governo Meloni.

La spesa autorizzata per l’anno 2024 per il bonus viaggi anziani è di 5 milioni di euro, di cui:

  • 3,5 milioni di euro destinati a specifiche iniziative;
  • 1,5 milioni di euro a ulteriori misure di accessibilità turistico culturale.

Tutto quello che si sa sull’agevolazione

Secondo quanto riportato dalle prime notizie per accedere al bonus occorre avere un’età anagrafica superiore a 65 anni. Inoltre le agevolazioni riguarderanno la possibilità di fruire di soggiorni di lungo periodo presso specifiche strutture ricettive situate in prossimità di luoghi legati al turismo del benessere e alla cura della persona, a prezzi competitivi e vantaggiosi.

Un momento di relax e di benessere per chi magri non è abituato a farlo, magari perché vincolato da pensioni non certo elevate. Non si sa molto in merito a come poter richiedere del bonus, ma sicuramente dovrebbe essere disponibile già a partire dalla prossima primavera 2024. Si precisa che gli anziani devono essere autosufficienti e capaci di poter viaggiare. Il bonus non è cedibile a terze persone, come familiari, amici o nipoti.

L’iniziativa quindi puntano a migliorare la socializzazione tra le persone, la promozione turistica e territoriale con programmi che prevedo l’abbattimento di qualsiasi “barriera”.

It Wallet, arriva il primo portafoglio libero e gratuito sull’app Io

It Wallet è il primo portafoglio libero e gratuito sull’app Io che potrebbe rivoluzionare il mondo delle identificazioni digitali.

It Wallet, che cos’è e quando prenderà avvio?

Dovrebbe arrivare proprio oggi il via libera per It Wallet, il nuovo portafoglio gratuito e libero per tutti i maggiorenni. In realtà il Dipartimento per la trasformazione digitale lavora da tempo su in sistema che permetta maggiore collaborazione tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni. Un sistema solo per i possessori si App Io che permette di modificare l’applicazione riempiendola di nuovi servizi.

Il wallet digitale conosciuto anche come portafoglio elettronico, mobile wallet o portafoglio nello smartphone è un’applicazione di tipo finanziario che consente di memorizzare conti correnti, effettuare transazioni e tenere traccia dei propri pagamenti su dispositivi come smartphone e tablet. Una sola app è una soluzione rapida e sicura anche per l’utente, quindi tutti potrebbero tranne vantaggio.

It Wallet, come usarlo

Il fondo per la realizzazione della piattaforma it Wallet è pari a 1 miliardo e 700 milioni di euro. Nella prima fase si inizierà con una sperimentazione, riservata a poche centinaia di persone, che prevede di includere la tessera sanitaria e la carta della disabilità. Tutto in formato digitale e che potrebbe vedere la scomparsi di carta elettronica digitale e di autentificazione tramite SPID.

Intanto ad oggi è disponibile sull’applicazione IO. Come dice il sito dedicato, si tratta di “un’anomalia positiva” nel settore pubblico. Esprime una nuova visione dei servizi pubblici, completamente centrata sui bisogni dell’utente. E introduce un modo diverso di fare innovazione per e con i cittadini, seguendo dinamiche di sviluppo tipiche di una startup. Sull’appo arrivano davvero diverse comunicazioni come quelle dell’INPS, le disposizioni di pagamento e gli avvertimenti su prossime scadenze.

L’implementazione in tre fasi

L’implementazione di It Wallet arriverà attraverso tre fasi. La prima che dovrebbe prendere avvio proprio oggi è la sperimentazione su un gruppo selezionato di utenti, già loggati e utilizzatori di app Io. Tuttavia entro il prossimo 30 giugno dovrebbe potersi ampliare la platea degli utilizzatori. Quindi nella seconda fase i cittadini potranno quindi caricare sull’app la propria tessera sanitaria e carta della disabilità. Successivamente sarà possibile caricare anche la carta di identità nel giro di pochi mesi.

Infine si aprirà poi l’app Io ad una serie di altri documenti: la patente di guida, il passaporto, la tessera elettorale, titoli di studio e licenze professionali. Il Dipartimento per l’innovazione assicura che It wallet sarà sicuro, grazie a due livelli di validazione dei documenti.

Frodi Superbonus, dilatati i termini di accertamento

Con il decreto fiscale approvato il 25 gennaio 2024 cambiano i termini per l’accertamento delle frodi fiscali da Superbonus e altri bonus edilizi. Ecco cosa succede.

Frodi Superbonus, dilatati i termini per l’avviso di accertamento

Fin dal suo insediamento il Governo Meloni ha sottolineato che il Superbonus con la cessione del credito e lo sconto in fattura ha fatto lievitare in modo considerevole le frodi legate alle agevolazioni fiscali in edilizia. Il danno è ingente e diventa importante fare in modo che chi ha commesso errori paghi. Proprio per questo motivo si è provveduto ad aumentare i termini temporali entro i quali è possibile inviare l’avviso di accertamento ai contribuenti.

Nella generalità dei casi i termini per l’invio di un avviso di accertamento scadono al 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione sulla quale l’avviso stesso è stato emesso. A sottolineare l’importanza di questa novità è il vice-ministro all’Economia Maurizio Leo. Con le novità introdotte i termini salgono a 8 anni.

I documenti da conservare per  l’avviso di accertamento

Si sottolinea che le operazioni di indagine saranno concentrate soprattutto sulle operazioni di cessione del credito e sconto in fattura. Queste hanno permesso di eseguire i lavori senza anticipare le quote inerenti le agevolazioni fiscali. Le frodi finora scoperte hanno riguardato nel 5% dei casi il Superbonus, nel 23% dei casi l’ecobonus ordinario e nel 58% dei casi il bonus facciate.

Si invitano quindi i contribuenti che hanno effettuato tali lavori a conservare per un termine più lungo rispetto a quanto prima previsto la documentazione utile all’Agenzia delle Entrate per verificare i lavori.  Si devono conservare le fatture per i pagamenti, la comunicazione Enea, la delibera assembleare e le tabelle millesimali riferibili ai singoli condomini nel caso in cui i lavori siano eseguiti su parti comuni degli edifici.

Infine, deve essere ricordato che nel caso in cui emergano dati contraddittori inerenti operazioni di cessione del credito o sconto in fattura, saranno oggetto di controllo anche il fornitore e il cessionario.

Secondo le stime la maggior arte delle frodi fiscali operate sui bonus edilizi hanno avuto ad oggetto lavori inesistenti.

Leggi anche: Forfettario, superbonus, detrazioni, patrimoniale, le critiche dell’Ocse

No all’assegno di inclusione, l’INPS bocciata circa il 26% delle domande

No all’assegno di inclusione per circa il 26% delle domande presentate a causa di errori più o meno comuni, quindi attenzione.

No all’assegno di inclusione, bocciate molte domande

Il sostituto del reddito di cittadinanza si chiama assegno di inclusione. L’importo è destinato a famiglie con ISEE molto basso, in cui sono presenti minorenni, disabili o anziani con più di 60 anni. In pratica il sussidio è riservato a chi non può lavorare e può arrivare fino a 780 euro al mese, contributo per l’affitto compreso. In particolare si tratta di famiglie con minori o anziani over 60 o disabili e che hanno l’Isee al massimo di 9.360 euro e reddito massimo di €6.000.

I requisiti per l’assegnazione sembrano abbastanza chiari, ma ciò nonostante l‘INPS evidenzia che ben il 26% delle domande presentate sono state respinte. L’Inps ha respinto 117.461 domande per l’Assegno di inclusione sulle 446.256 presentate. La circolare fa notare che le domande sono state respinte per mancanza di requisiti.

No all’assegno di inclusione, l’errore nella DSU

Tra le principali cause risultano: esito negativo sopra soglia su Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica), superamento delle soglie di reddito, omessa dichiarazione dell’attività lavorativa. La dichiarazione sostitutiva unica è l’elemento base, anche per la richiesta dell’ISEE. In essa infatti sono presenti i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali del nucleo familiare.

I dati contenuti nella DSU sono:

  • in parte autodichiarati (come i dati anagrafici e i beni patrimoniali posseduti al 31 dicembre del secondo anno precedente a quello di presentazione della dichiarazione);
  • in parte acquisiti dall’Agenzia delle Entrate (reddito complessivo ai fini IRPEF) e da INPS (trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, erogati dall’INPS per ragioni diverse dalla condizione di disabilità e non rientranti nel reddito complessivo ai fini IRPEF).

Quindi è sempre bene prestare attenzione prima di inviare la domanda, che tutti i dati siano corretti, altrimenti come visto l’INPS boccia la richiesta per l’assegno di inclusione.

Altri errori molto comuni

Altro errore è quello di presentare una richiesta nonostante il superamento delle soglie di reddito. Si ricorda che l’Isee al massimo deve essere pari a 9.360 euro e reddito non superiore a 6.000 euro. Questo dato è semplice da verificare, perché lo stesso ente a cui ci si rivolge per la preparazione dell’Isee verifica l’importo, quindi presentare una domanda, per poi farla bocciare non ha molto senso.

Ultimo errore, comune se può spesso volontario del contribuente è l’omessa dichiarazione dell’attività lavorativa. Attenzione perché l’omessa dichiarazione è reato previsto dal d. lgs. n. 74/2000. Infatti l’omessa dichiarazione dei redditi si configura quando il contribuente non presenta al fisco le dovute dichiarazioni, indicando volontariamente i redditi percepiti nel periodo di imposta, al fine di non far determinare la relativa tassazione. Pertanto si consiglia di prestare massima attenzione quando si richiedere l’assegno di inclusione o tutti gli altri aiuti previsti dal Governo.

Banche online, le più convenienti per tutti

Le banche e soprattutto il rapporto tra banche e i clienti/utenti è completamente cambiato negli ultimi anni. I servizi telematici hanno sostituito gran parte delle operazioni perché comodi, flessibili ed economici. Ormai tutte le banche mettono a disposizione anche i servizi online, ma quali sono le migliori banche online?

Banche online con prezzi ridotti al massimo

Le persone sono sempre alla ricerca di una banca che possa offrire prestazioni di qualità a prezzi concorrenziali, la scelta della tipologia di conto cambia molto in base all’operatività, per questo la guida deve essere presa con le pinze tenendo in considerazione anche la tipologia di conto necessaria per le proprie esigenze.

Tra i parametri da valutare non vi sono solo i costi, ma anche i servizi disponibili, la fruibilità del sito e quindi dell’home banking e l’assistenza messa a disposizione. Naturalmente quando si opera online un occhio deve essere dato anche alla sicurezza.

Tra le banche online che offrono un buon rapporto qualità dei servizi/prezzo vi è Revolut che mette a disposizione un conto corrente standard gratuito. Al conto è possibile associare una carta di debito che viene recapitata con il costo di 5,99 euro. Mette a disposizione prelievi senza commissioni fino a 200 euro al mese o 5 prelievi al mese, questo può essere un limite visto che generalmente si prelevano più di 200 euro. Considerando però che non vi sono canoni mensili, risulta comunque conveniente. Revolut consente di effettuare bonifici istantanei SEPA e trasferimenti internazionali con una commissione dello 0,50% nei giorni feriali e dell’1% nel weekend.

Banche online convenienti

Particolarmente conveniente è anche Illimity bank, in questo caso il canone mensile è previsto: 3 euro, 3 prelievi gratuiti mensili (pari o superiori ai 100 euro), applicando ai seguenti 1,50 euro di commissione. I Bonifici Sepa sono gratuiti, mentre quelli extra-Sepa hanno un costo di 8 euro.

Si distingue per convenienza anche Banca Hype, anche in questo caso non c’è canone mensile, ma la carta debito ha un costo di 9,90 euro. Mette a disposizione un conto per minorenni, i Bonifici ordinari senza commissione, mentre quelli istantanei prevedono un costo di 2 euro a operazione. Vi sono però dei limiti, infatti il prelievo mensile massimo è di 1.000 euro e la disponibilità massima 7.500 euro.

La convenienza di queste banche online può essere confrontata con quella di Webank è la nuova banca online di Banco BPM che prevede un canone annuo di 58,20 euro, di cui 34,20 euro di imposta di bollo. Si tratta di un conto consigliato a chi ha un livello di operatività sostanzioso, infatti prevede bonifici e prelievi gratuiti e il rilascio gratuito di una carta di debito internazionale o di una carta di credito.

Leggi anche: Costo del denaro, BCE ancora ferma e mutui più leggeri

Affittare casa, ecco alcuni consigli per non sbagliare conduttore

Affittare casa può sempre essere un rischio per il proprietario. Ma conoscere alcuni piccoli consigli potrebbe fare la differenza.

Affittare casa, le paure del proprietario

Quando si decide di affittare il proprio immobile si tratta di una scelta senza dubbio molto importante. E quindi ci sta che il proprietario abbia tantissimi tentennamenti. Le paure principali riguardano il mancato pagamento dei canoni mensili oppure a fine locazione trovare una casa distrutta e quindi sostenere delle spese per la sistemazione dell’immobile. Tra le altre paure comuni c’è quello di locare casa ad un inquilino che reca disturbo a tutti gli altri residenti, non paghi le spese condominiali o non rispetti le regole della civile convivenza.

Il primo consiglio da dare è quello di affidarsi da un agente immobiliare. Un esperto del settore ha la possibilità di conoscere il mercato e trovare il prezzo corretto per la locazione del proprio immobile. Non solo, l’agente immobiliare è anche capace di fare una prima scrematura. Infatti facendo le visite con i diversi clienti, l’agente può già conoscere il “candidato inquilino” ed avere un’impressione, oltre al fatto che può chiedere la documentazione necessaria per la locazione.

Affittare casa, l’importanza del contratto di locazione

Il contratto di locazione regolarmente registrato presso l’Agenzia delle entrate permette di convalidare l’accordo tra le parti. All’interno della scrittura non devono mancare gli elementi essenziali come la durata, le parti coinvolte, i dati catastali dell’immobile, il canone di locazione e tutte le clausole che regoleranno gli anni a venire. Per l’indicazione del conduttore occorre anche farsi dare i documenti reddituali. Questo permette di dare una controllata alla capacità del soggetto di pagare il canone di locazione.

Attraverso i documenti carta di identità o tessera sanitaria si può semplicemente prendere informazioni sulle singole persone. A volte è consigliabile anche dare uno sguardo alle pagine social del probabile conduttore. Sembrerà strano ma dalle pagine dei social si può capire che tipo di persona si ha di fronte. Ma anche fare un appuntamento preliminare, cioè prima della stipula del contratto di locazione, fa si che si possano chiarire tutti i punti che poi saranno riportati nell’accordo definitivo.

Stipulare un’assicurazione può essere conveniente

Altro consiglio è quello si stipulare un’ assicurazione. Le assicurazioni sulle locazioni sono molto simili alle assicurazioni sulle auto. Una delle parti stipula la polizza che contiene le regole di funzionamento. Tutto si basa sull’affidabilità dell’inquilino. Infatti quando si stipula una polizza di questo tipo la compagnia assicurativa analizza i documenti personali e reddituali della o delle persone indicate come conduttore dell’immobile in oggetto. Molte agenzie immobiliari propongono questo servizio ai propri clienti.

E’ possibile anche chiedere delle referenze da parte dell’ultimo proprietario della casa in cui il conduttore ha vissuto, sempre se disponibile o non è la prima esperienza per il conduttore. Ultimo consiglio è quello di non avere premura, ma prendersi cura del proprio immobile e di considerare con attenzione i candidati disponibili a prendere la casa in locazione. Si evita così di finire in lunghe cause legali in cui recuperare il possesso dell’immobile non è semplice e scontato.

Carta dedicata a te, possibili anche sconti per la benzina

Carta dedicata a te promette anche sconti per la benzina nei ricevitori che hanno aderito all’iniziativa, ecco tutte le informazioni.

Carta dedicata a te, ricordiamo cos’è?

La Carta Dedicata a Te è la carta di pagamento prepagata sulla quale è precaricato un contributo «una tantum» di 382,50 euro. Soldi che rappresentano un sostegno alle famiglie che hanno delle difficoltà economiche e di conseguenza un ISEE basso (fino a 15 mila euro). La carta non è richiedibile dal cittadino, i beneficiari della Carta Dedicata a Te vengono individuati dall’INPS e dai Comuni.​

Il cittadino può solo ricevere la comunicazione e presentarsi presso gli uffici di poste italiane per ritirare la carta. Inoltre le somme dovranno essere interamente utilizzate entro e non oltre il 15 marzo 2024. Altrimenti si rischia la perdita del beneficio.​ Non sono previste commissioni ogni volta che si esegue un pagamento.

Carta dedicata a te, arrivano gli sconti sulla benzina

Lo “Sconto carburanti” è un’iniziativa rivolta ai possessori della carta “Dedicata a te” finalizzata alla applicazione di una scontistica, volontaria, da parte degli aderenti, sull’acquisto di carburanti effettuati con la Carta stessa (Decreto 29 novembre 2023 pubblicato in GU Serie Generale n° 302  del 29 dicembre 2023).

Come riportato sul sito del Ministero delle imprese e del Made in Italy le imprese aderenti all’iniziativa offriranno:

  • uno sconto immediato sull’importo del rifornimento
  • oppure un buono da utilizzare per un successivo acquisto di carburante.

L’adesione delle imprese all’iniziativa avviene su base volontaria. Gli aderenti rendono nota all’utente, secondo proprie modalità organizzative, compresa la facoltà di pubblicare sul proprio sito web e/o app gli elenchi dei punti vendita aderenti, la scontistica e le modalità di fruizione dello sconto che intendono applicare a favore dei possessori della carta “Dedicata a te”.

Non solo benzina tra gli sconti previsti

E’ possibile utilizzare la Carta nei supermercati e nei negozi alimentari abilitati al circuito Mastercard e che possiedono i requisiti previsti dal Ministero. La carta può essere usata per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità. I farmaci non rientrano in questa categoria.

Tuttavia il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) ha provveduto a stipulare accordi con tutti gli esercizi aderenti, appartenenti alla Grande Distribuzione Organizzata e non solo, per l’applicazione di un ulteriore sconto del 15% in favore dei possessori delle carte. È possibile consultare liberamente la lista delle Associazioni aderenti alla promozione della misura, e degli esercizi commerciali che si sono impegnati all’applicazione della scontistica del 15% alla seguente pagina: Convenzione MASAF/associazioni del commercio.

Costo del denaro, BCE ancora ferma e mutui più leggeri

La BCE ha deciso di lasciare invariato il costo del denaro, un sospiro di sollievo per il mercato immobiliare che prova ripartire.

Costo del denaro, la BCE continua a non aumentare il tasso di interesse

Eravamo abituati ai rialzi mensili del costo del denaro, rialzi che fanno tremare soprattutto il mondo immobiliare perché hanno come effetto immediato il rialzo dei tassi di interesse su prestiti e mutui. Dopo 10 rialzi consecutivi a distanza di 1 mese o poco più, da qualche mese tutto è rimasto fermo, in tre successive riunioni della BCE non c’è stato alcun rialzo dei tassi.

Il rialzo dei tassi di interesse è dovuto al tentativo di correggere l’inflazione attraverso una riduzione della domanda indotta. In effetti negli ultimi mesi la corsa dei prezzi sembra essersi calmata e proprio per questo motivo la BCE ha deciso di non continuare la serie di rialzi del costo del denaro.

Attualmente il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%.

Perché la BCE non rialza il costo del denaro?

La motivazione della BCE sono: “le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento. Le condizioni di finanziamento restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione”.

L’obiettivo è portare il tasso di inflazione al 2%, questo potrebbe voler dire che nel breve termine non è possibile aspettarsi una riduzione dei tassi di interesse, sicuramente non crescerà la rata del mutuo a tasso variabile.

Nel comunicato diramato dalla BCE si conferma che le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario.

Leggi anche: Crescono i mutui, ed il mercato immobiliare si avvia al disastro

Nuovo Cdm 2024, anziani, concordato preventivo e partite Iva

Nuovo Cdm 2024 prevede maggiori risorse per gli anziani, ma anche aiuti per le partita Iva ed il concordato preventivo.

Nuovo Cdm 2024, gli aiuti agli anziani

L’Italia è un paese in cui la presenza di anziani è senza dubbio massiccia. Infatti sono circa 14 milioni gli anziani presenti sul territorio. Pertanto il patto per la terza età, finanziato con oltre un miliardo di euro, prevede il mantenimento di una vita sociale dignitosa. Lo prevede il decreto legislativo sul tavolo dei Ministri.

Intanto a partire dal primo gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2026 arrivano importanti novità soprattutto per chi non è auto sufficiente. Infatti gli ultra ottantenni, non auto sufficienti, oltre all’accompagnamento riceveranno un assegno di assistenza pari a 1.000 euro al mese, se con ISEE inferiore a 6 mila euro. La quota dell’assegno è finalizzata a remunerare il costo del lavoro di cura re assistenza svolto da lavoratori domestici o l’acquisto di servizi di cura e assistenza forniti da imprese qualificate.

Nuovo Cdm 2024, tornano accertamento e concordato preventivo

Il Consiglio dei Ministri sta anche studiando in merito all’accertamento fiscale per le partita Iva ed il concordato preventivo. Con il concordato preventivo, l’Agenzia, al momento di proporre al contribuente la cifra da pagare, potrà calcolare un eventuale incremento del reddito rispetto a quello dell’anno di riferimento «fino al massimo del 10%, fatta salva la facoltà di una proposta difforme a tale limite motivata e sottoposta a contraddittorio con il contribuente prima di essere formalizzata»

Un patto a favore delle partita Iva che le mette al riparo dagli accertamenti da parte del Fisco per un biennio. Inoltre eliminata la clausola che prevedeva un voto minimo, almeno 8, nella pagella fiscale. Infatti potrà aderire chiunque, purché però non ci siano debiti tributari per importi superiori a 5 mila euro. Mentre slitta al 15 ottobre il termine ultimo per la presentazione della Dichiarazione dei redditi.

Multe anche per gli influencer

Nel mirino di un vero e proprio decreto di legge ci sono i proventi commerciali, con parte data in beneficienza e promossi dalle attività degli influencer. Infatti sulle confezioni dei prodotti pubblicizzati per eventi di beneficienza dovranno essere indicati: il prezzo, la parte che andrà in beneficienza e l’istituto a cui sono destinati.

Il non rispetto delle regole prevede delle multe severe (fino a 50 mila euro), oltre alla possibilità che venga interdetta l’attività per un anno per chi commette più volte lo stesso reato. Del resto il caso Ferragni ha creato uno sparti- acque sui controlli delle attività svolte dagli influencer, tanto da dover scendere in campo con un decreto legge.