La “privatizzazione” della Giustizia attuata con la mediazione obbligatoria (D. Lgs. 28/2010)

Torna da oggi a scrivere sulle pagine di Infoiva l’avv. Matteo Santini, avvocato in Roma. Dopo averci accompagnato, nei mesi scorsi, nel mondo del diritto societario, del diritto di autore, della due diligence, ora svilupperà, in 8 puntate, nuovi aspetti legati al mondo del diritto, dell’impresa e delle professioni. Gli articoli saranno redatti insieme all’avv. Fabrizio Bruni del Foro di Roma, il quale si occupa, tra le altre cose, di problematiche e questioni attinenti al mondo dell’avvocatura e delle professioni.

Il D. Lgvo 28/2010 e il suo regolamento attuativo, emanato con il D.M. Giustizia del 18.10.2010, oggettivamente esprimono la scelta operata dal legislatore: sottrarre all’Amministrazione della Giustizia dello Stato Italiano l’esame della tutela dei diritti di una parte maggioritaria della cittadinanza per l’inclusione delle controversie più comuni, come quelle sulla responsabilità civile auto, sul condominio, sulle successioni e divisioni ereditarie, sui diritti reali (cioè tutte le cause riguardanti gli immobili) e per qualsiasi controversia che abbia come parte una banca, un’assicurazione oppure un ospedale o un professionista per responsabilità medica.

Il provvedimento in esame dispiega una serie di strumenti “dissuasivi”, di forte impatto sociale, per impedire che gli utenti, i quali hanno necessità di fare ricorso ad un giudice, abbiano la concreta possibilità di adire i Tribunali della Repubblica.

Il primo degli strumenti è stato quello di impedire l’accesso al Giudice senza aver prima svolto il procedimento di mediazione. Si tratta della cd. “condizione di procedibilità”.

Il secondo strumento è quello di prevedere costi della mediazione notevolmente superiori a quelli previsti per il contributo unificato dovuto per l’introduzione del processo ordinario.

Si ricorda che per entrambi i sistemi il costo è progressivo ed in relazione al valore della controversia. Ebbene, il costo della mediazione a carico del cittadino è pari a circa il doppio di quello dei procedimenti innanzi ai Giudici Stato, mentre per le controversie di valore superiore ai 250.000 euro i costi si moltiplicano sino a giungere addirittura a circa nove volte di più per le cause di valore superiore ai 5.000.000 di euro.

Il terzo strumento “dissuasivo” è costituito dalla conseguenze per la parte che non intende accettare la proposta di mediazione della “commissione”, proposta che potrebbe essere fatta anche nel caso che la parte chiamata non abbia partecipato a tale procedimento: in questo caso è previsto (art. 13 D. Leg. 28/2010) che colui che non abbia accettato la proposta del mediatore, confermata poi nel successivo giudizio innanzi Giudice, seppur sia riconosciuto il suo buon diritto, sia condannato, alla pari di chi è soccombente, a pagare anche le spese della controparte, oltre ad una vera e propria “penale” pari al contributo unificato relativo a qual processo. Si tratta di una evidente violazione del principio della soccombenza processuale, teso esclusivamente a sanzionare, e quindi a dissuadere dal procedere innanzi al Giudice, la parte che non intenda accogliere la proposta di mediazione.

Se la parte che è chiamata dalla controparte davanti all’Organismo di mediazione non si presenta, anche in questo caso essa è sanzionata (art. 8 D. Leg. 28/2010), con la previsione che il Giudice può desumere argomenti di prova ex art. 116 del codice di procedura civile.

Tale soluzione legislativa viola la possibilità di accesso del cittadino alla Giustizia Ordinaria e può porre il legittimo dubbio che sarà utilizzata da soggetti privati per un vantaggio di natura prettamente economica consistente nella formazione dei mediatori e nell’attività di mediazione, senza assicurare un risultato positivo al cittadino. Non sarà questa la vera ratio della normativa?

Avv. Matteo SANTINI | m.santini[at]infoiva.it | www.studiolegalesantini.com | Roma

È titolare dello Studio Legale Santini (sede di Roma). Il suo Studio è attualmente membro del Network LEGAL 500. || È iscritto come Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma; Presidente Nazionale del Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori; Membro dell’AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Consigliere Nazionale AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Responsabile per la Regione Lazio dell’Associazione Avvocati Cristiani; Membro dell’I.B.A. (International Bar Association); Membro della Commissione Osservatorio Giustizia dell’Ordine degli Avvocati di Roma; Segretario dell’Associazione degli Avvocati Romani; Conciliatore Societario abilitato ai sensi del Decreto Legislativo n. 5/2003; Direttore del “Notiziario Scientifico di Diritto di Famiglia”; Membro del Comitato Scientifico dell’ A.N.A.C. || Autore del Manuale sul trasferimento dell’Azienda edito dalla Giuffré (2006); Co-autore del Manuale sul Private Equity (2009 Edizione Le Fonti). || Docente di diritto e procedura penale al Corso in Scienze Psicologiche e Analisi delle Condotte Criminali (Federazione Polizia di Stato 2005). || Collabora in qualità di autore di pubblicazioni scientifiche con le seguenti riviste giuridiche: Diritto & Giustizia (Giuffré Editore); Corriere La Tribuna (Edizioni RCS); Notiziario Giuridico Telematico; Giustizia Oggi; Associazione Romana Studi Giuridici; Il Sole 24 Ore; Studium Fori; Filo Diritto; Erga Omnes; Iussit; Leggi Web; Diritto.net; Ius on Demand; Overlex; Altalex; Ergaomnes; Civile.it; Diritto in Rete; Diritto sul Web; Iusseek.

Avv. Fabrizio BRUNI

Avv. Fabrizio Bruni del Foro di Roma. Avvocato civilista, esperto in diritto degli appalti, pubblici e privati, diritto della navigazione e delle assicurazioni. Presidente Nazionale dell’Associazione degli Avvocati Romani e co – fondatore del Notiziario Giuridico stragiudiziale.

La riforma delle professioni è una priorità secondo il Ministero della Giustizia

Il capo di gabinetto nel ministero della Giustizia, Settembrino Nebbioso, durante un incontro ufficiale con il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha affermato che “La riforma delle professioni è una delle priorità del ministero della Giustizia“. Secondo Nebbioso “L’ufficio legislativo  sta completando una serie dei passaggi tecnici che permetteranno di aprire in tempi brevi il tavolo di confronto con le categorie interessate, cui parteciperà anche la componente sindacale delle libere professioni“.

La legge quadro detterà i principi per garantire l’elevata qualità delle prestazioni definendo regole trasparenti e di facile interpretazione. Secondo il ministero della giustizia però per agevolare i lavori sarebbe meglio anticipare il  contributo della Confederazione, nel suo ruolo di rappresentanza unitaria delle professioni intellettuali. Ciò che serve è uno Statuto delle professioni.

Confprofessioni si è attivata per offrire la massima collaborazione nell’individuare quali sono le necessità di ciascuna professione intellettuale: “Ci siamo impegnati – ha detto il presidente Gaetano Stella – a far pervenire già nelle prossime settimane al presidente Nebbioso le nostre osservazioni sulla legge quadro, che dovrà contemperare l’urgenza di riformare gli ordini professionali con le necessità di garantire ai liberi professionisti, e anche ai giovani, gli strumenti idonei per competere sul mercato dei servizi professionali, alla luce dell’evoluzione normativa europea“.

Mirko Zago

Il bilancio d’esercizio: la bussola d’oro

Torna da oggi a scrivere sulle pagine di Infoiva il dott. Giovanni De Lorenzi, dottore commercialista in Padova. Dopo averci accompagnato, nei mesi scorsi, nel mondo della finanza agevolata, ora svilupperà, in 8 puntate, il concetto di controllo di gestione.

Il primo bilancio non si scorda mai. Mi ricordo ancora dell’agenda che i miei genitori tenevano per controllare le uscite settimanali. Alla fine del mese, calcolavano quanto erano riusciti a risparmiare, confrontando le uscite con le entrate. Seppure in forma molto rudimentale, utilizzando il metodo della cassa, avevano costruito un bilancio.

Nel caso di una realtà complessa come l’impresa, il bilancio si redige utilizzando dei metodi e delle regole previsti dai Principi contabili e dal Codice Civile; lo scopo è arrivare a un documento che possa essere letto da tutti gli operatori economici che vogliono avere informazioni circa l’andamento dell’impresa.

Senza delle regole condivise nella redazione di un bilancio, sarebbe impossibile esprimere dei giudizi sull’andamento dell’economia: le banche non potrebbero valutare il merito creditizio e calcolare il rischio nella concessione di un prestito; gli Istituti di statistica non potrebbero calcolare la crescita o meno dei settori in cui operano le imprese; gli uffici erariali non potrebbero stimare gli introiti derivanti dalle imposte e tantomeno verificare in modo oggettivo eventuali evasioni d’imposta.

Il bilancio è la bussola d’oro che guida il mondo dell’economia: un documento che sintetizza le operazioni che l’impresa ha svolto nel corso di un periodo di tempo e che hanno un loro impatto sulla sua situazione economica, patrimoniale e finanziaria.

La situazione economica è data dalla differenza tra ricavi e costi, riepilogati nel Conto Economico con il metodo della competenza; se i ricavi sono superiori ai costi ho un utile, altrimenti ho una perdita.

La situazione patrimoniale è data dall’insieme dei beni materiali e immateriali posseduti dall’impresa e, quindi, rappresenta la ricchezza dell’impresa.

L’impresa che fa utile consolida e accresce la propria ricchezza; il suo patrimonio aumenta grazie al risultato positivo della gestione economica.
L’impresa che va in perdita deteriora il proprio patrimonio e aumentano le difficoltà nei rapporti con i fornitori e le istituzioni finanziarie.

Per evitare che la perdita possa contagiare gli altri operatori del mercato, il legislatore ha posto delle forme di tutela, come il reintegro del capitale sociale dell’impresa nel caso di forte deterioramento del patrimonio.
Per prevenire le cause di indebolimento della propria struttura patrimoniale, l’impresa deve analizzare nel dettaglio la propria attività.

Il bilancio, elaborato con le regole e i metodi previsti dalla disciplina aziendale, è il punto di partenza per costruire indicatori e processi volti a migliorare la gestione d’impresa e quindi ad accrescerne il patrimonio nel tempo.

Dott. Giovanni DE LORENZI | g.delorenzi[at]infoiva.it | www.gdlstudio.it | Padova

Padovano, classe ’73, laurea in Discipline Economiche e Sociali e master in Economics presso l’Università Bocconi di Milano. Prima dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione di Dottore Commercialista ha lavorato come analista dei processi informativi bancari. Attualmente collabora con la società Advance Group Srl per la consulenza nel campo della finanza agevolata e con la società AD Soluzioni Avanzate Srl per la consulenza nel campo dell’informatizzazione dei processi aziendali.
E’ iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Padova, all’Albo dei Consulenti Tecnici d’Ufficio del Tribunale di Padova e al Registro dei Revisori dei Conti.
Dal 2007 è titolare di gdl Studio, che fornisce attività di consulenza in campo fiscale, dei processi informativi e dell’organizzazione aziendale e della finanza agevolata.

Architetti: ecco come se la passano in tempo di crisi

Secondo una ricerca realizzata dall’Osservatorio Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc) – Cresme e relativa a 600 rilevazioni distribuite tra gli Ordini di Milano, Como, Treviso e Bari la situazione che stanno affrontando gli architetti è assai grave (la peggiore di sempre secondo il 37% degli intervistati, dall’altro lato il 19% è ottimista e considera la situazione un’occasione di trasformazione).

Sono i dati a mostrare quanto la situazione sia difficile: un architetto su cinque riscontra una perdita di circa un quarto del proprio fatturato tanto per il 2009 quanto per il 2010. Nonostante ciò è elevata la disparità tra chi perde e chi guadagna: il 3,6% ha visto aumentare il proprio giro d’affari nel 2009 di oltre il 25% e nel 2010 questa percentuale è salita al 6,8%. Nell’altro versante troviamo un 11% che nel 2009 dichiara di aver perso tra il 5 e il 25% del fatturato e nel 2010 tale percentuale sale al 17%. Riassumendo è il 40% degli architetti a soffrire la crisi, mentre il 35% resiste a fronte di un 25% che riporta una crescita.

Positive sembrano essere le percentuali relative alla crescitadella riqualificazione del patrimonio residenziale e progettazione di impianti per il risparmio energetico, nonostante molto negativa sia la situazione invece delle attività di progettazione di nuove costruzioni (il calo percepito nel 2010 è sentito dal 54% degli intervistati).

Anche il  “piano casa 2”,  relativo agli ampliamenti del patrimonio esistente, è percepito in crescita nel 2010 per il 28,8%. Problemi importanti continuano ad essere l’insoluto e i ritardi nei pagamenti. Basti pensare che i tempi per i pagamenti da parte degli enti pubblici sono passati dai 100 giorni del 2008 ai 140 del 2010. Quasi duplicati i tempi di pagamento delle imprese (da 63 a 119).

Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme afferma: “la cosa che colpisce di più, nell’indagine che abbiamo condotto, non è solo quella della dimensione della crisi, della riduzione del fatturato, dei tempi lunghi di pagamento e dell’insoluto che disegnano un quadro che dovrebbe essere meglio valutato, per la sua criticità, dalla politica – le professioni, si può dire, se la devono sempre cavare da sole – ma  è sopratutto la consapevolezza, da parte degli stessi architetti,  che questa crisi vuol dire  trasformazione. Inoltre dalle risposte emerge come la conoscenza sia posta al centro della competizione di un mercato che va verso l’energy technology, il partenariato pubblico e privato, il facility magement, i nuovi materiali e le  forme nuove del processo edilizio. In sostanza è la consapevolezza che la crisi penalizza chi sta fermo e non è in grado di evolvere il proprio modello di offerta attraverso un maggiore livello di sapere.” In primavera è atteso un nuovo studio preliminarmente all’idea di istituire osservatori permanenti.

Mirko Zago

Rapporto sugli Ingegneri in Italia: il bilancio del 2010 è positivo

Da quanto emerso dal primo Rapporto sugli ingegneri in Italia, realizzato dal Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri e presentato recentemente a Roma, l’andamento del mercato del lavoro per gli ingegneri nel 2010 è andato bene. Il settore è in crescita come in crescita sono le quote rose di tale professione. Nonostante la crisi, i laureati in ingegneria continuano ad avere buone probabilità di trovare lavoro inerente al percorso di studio, specie  se ingegneria applicata ai servizi (basti pensare che nel 2009 possedevano il titolo accademico 547 mila persone e di queste 417 mila stavano lavorando).

Nonostante ciò la disoccupazione aumenta però dal 3,1% al 4%, a causa del crollo delle assunzioni nelle imprese private anche se per quest’anno è previsto un ritorno all’equilibrio. Buono anche l’andamento di quanti scelgono la strada della libera professione. Tornando alle quote rose, è interessante analizzare come ogni 4 neolaureati ingegneri ce ne sia uno donna (nel 2010 le ragazze iscritte a ingegneria erano il 23,8%, da traino al resto d’Italia soprattutto la Sardegna con un dato medio regionale del 21,7%, il dato medio nazionale di donne che esercitano la libera professione è del 12,5%).

Per Giovanni Rolando, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri nonchè promotore dell’iniziativa del Centro studi, ha commentato: “Questi dati sono forse la manifestazione più evidente della forza e della volontà delle donne di inserirsi in questa componente altamente qualificata della forza lavoro, per proporsi oggi come ulteriore motore dello sviluppo futuro del Paese“.

Mirko Zago

Diritto di famiglia, si replica il corso di perfezionamento e approfondimento a Roma

Esauriti tutti i posti per il corso di perfezionamento sul tema “Il diritto di famiglia: evoluzione normativa e giurisprudenziale“, in programma a Roma venerdì 17 e sabato 18 febbraio, nella Sala Conferenze del Vicariato, Via Aurelia 208, il Centro Nazionale Studi e Ricerche sul diritto della Famiglia e dei Minori replica l’appuntamento per venerdì 1 e sabato 2 aprile 2011, nella medesima location e con questa struttura: primo modulo, venerdì 1 aprile 2011, dalle 13 alle 20; secondo modulo sabato 2 aprile 2011, dalle 13 alle 20. Durata totale 14 ore, richiesti 14 crediti formativi.

Le relazioni e gli interventi del primo modulo verteranno su: Il Diritto di Famiglia Europeo – L’assegno di mantenimento e divorzile – L’addebito della separazione – Le obbligazioni alimentari – L’affidamento condiviso – L’assegnazione della casa coniugale – L’attività istruttoria nel processo di famiglia.

Le relazioni e gli interventi del secondo modulo verteranno su: I reati contro la Famiglia – Tecniche di mediazione e conciliazione nei procedimenti di famiglia – Il processo minorile – Il disconoscimento di paternità – La famiglia di fatto – Il regime patrimoniale della famiglia – Il risarcimento del danno nel diritto di famiglia.

Per informazioni sui Relatori e per le prenotazioni, inviare una e-mail a diritto_famiglia@email.it o contattare la Segreteria Organizzativa al numero 06-320289206.

Confprofessioni: per la ripresa servono nuovi professionisti

Il Consiglio dei ministri qualche giorno fa ha varato il pacchetto di misure per rilanciare l’economia, tanto atteso dal settore delle imprese e dei professionisti. Per Confprofessioni però, senza incentivi e formazione di nuovi professionisti, non si può andare lontano. “Il piano per la crescita può rappresentare realmente una frustata al cavallo dell’economia, purché tenga in considerazione tutte le forze economiche del Paese, libere professioni comprese” ha affermato Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni (principale organizzazione di rappresentanza dei liberi professionisti in Italia).

Stella ha ribadito inoltre  che “Si tratta di materie che coinvolgono trasversalmente tutto il sistema professionale e che incidono direttamente sulla loro attività. C’è una piena condivisione sugli obiettivi del governo, poi si tratta di vedere come i provvedimenti annunciati verranno resi operativi. Da quanto emerso finora, tuttavia, pare che le misure di stimolo all’economia viaggino in un’unica direzione, quella delle imprese, trascurando completamente il settore delle libere professioni”.

Viene criticato lo sbilanciamento a favore delle piccole e medie imprese, a danno delle categorie dei professionisti. Manca infatti nello “Small Business Act” interventi articolati per i professionisti. Stella sottolinea la gravità poichè “Dalla riforma degli incentivi si passa alla fiscalità di vantaggio per la creazione di nuove imprese al Sud, dove i professionisti e soprattutto i giovani professionisti sono costretti a migrare in altre regioni nella speranza di poter esercitare la loro attività“.

Mirko Zago

Accordo tra Comune di Torino e Notai per l’accesso all’anagrafe online

Un accordo che sicuramente porterà agevolazioni e una riduzione del carico burocratico è stato firmato il 31 gennaio dal Consiglio Notarile dei Distretti riuniti di Torino e Pinerolo e il Comune di Torino. Si tratta di una convenzione per consentire ai notai di accedere per via telematica alla banca dati dell’ anagrafe del Comune. L’accesso avverrà tramite lo stumento online “Torino Facile” (www.torinofacile.it) e sarà diretto.

I notai in questo modo avranno accesso a informazioni anagrafiche utili per redigere atti notarili, garantendo una maggior efficienza poichè i professionisti non dovranno più demandare all’utente finale la trafila burocratica per accedere ai certificati necessari. Si tratta di un accordo con una validità temporale limitata ad un anno. In seguito verranno effettuati controlli per valutare l’effettiva utilità di tale servizio e provvedere ad una sua replica per un tempo indefinito. E’ già stato fissato un incontro con questo intento per il febbraio 2012 a cui parteciperanno i vertici dell’Ordine e l’Amministrazione comunale e si è già sicuri che i riscontri saranno ottimi.

Il Comune di Torino aveva già proposto con successo di utilizzare lo strumento “Torino Facile” anche agli avvocati. Gli atti che questi professionisti possono richiedere per via telematica sono il certificato di residenza e il certificato di stato di famiglia.

Mirko Zago

Unioncamere e Commercialisti appoggiano la giustizia alternativa

A Roma è stato siglato nei gironi scorsi un accordo tra Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e Unioncamere per appoggiare iniziative di giustizia alternativa sostenendo lo sviluppo economico-finanziario delle Pmi partendo in particolare dall’analisi dei bilanci delle società di capitale nei vari settori di appartenenza e effettuando periodici studi statistici.

Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, firmatario dell’accordo ha affermato: “Dopo due anni di durissima crisi l’economia si è faticosamente rimessa in moto, anche grazie ad un ritorno alla voglia di fare impresa. Proprio per questo, in questa fase delicata di ricostruzione del nostro tessuto imprenditoriale, è essenziale far sentire alle imprese, a quelle in difficoltà come a quelle appena nate, il sostegno concreto delle istituzioni. L’accordo sottoscritto da Unioncamere e Dottori commercialisti si basa su questa consapevolezza. Il sostegno migliore per chi fa imprese viene infatti dall’avere intorno un contesto moderno: mercati che funzionano in modo trasparente, una pubblica amministrazione efficiente e poco invadente, una giustizia civile rapida e poco costosa. Le Camere di commercio operano su tutti questi fronti come sistema e, in questa logica, sono convinte che la loro azione potrà essere ancora più efficace se condivisa e sostenuta sul territorio anche dal mondo delle professioni“.

Claudio Siciliotti, presidente del CNDCEC ha aggiunto: “Gli ambiti oggetto di questo accordo-quadro sono tutti determinanti per il rilancio del sistema Italia. Sul fronte della costruzione di una nuova logica di accesso al credito abbiamo già avviato, con Abi, oltre che con Unioncamere, la fase sperimentale di un progetto che crediamo possa contribuire a creare un rapporto di rinnovata fiducia e trasparenza tra imprese e istituti di credito. L’affermazione della mediazione e della conciliazione civile, poi, sono un’occasione irripetibile per pervenire ad un reale e sostanzioso abbattimento dei carichi pendenti della giustizia civile, con tutto ciò che ne conseguirebbe in positivo per cittadini e imprese. Così come enormi vantaggi possono derivare a PMI, professionisti e cittadini da significativi processi di semplificazione amministrativa. La collaborazione che con questo accordo rafforziamo con un attore importante come Unioncamere, è per tutti questi motivi estremamente importante“.

I due enti sono impegnati nell’attuazione del decreto legislativo 28 del 2010 con particolare riferimento alle norme sulla condizione di procedibilità, offrendo a imprese e consumatori servizi di mediazione su tutto il territorio nazionale. Per la semplificazione amministrativa, Dottori Commercialisti e Unioncamere provederanno a semplificare unitamente la procedura di iscrizione dei trasferimenti di quote delle s.r.l., promuoveranno l’utilizzo della firma digitale con ruolo e del certificato di autenticazione CNS di categoria da parte dei professionisti; collaboreranno alla standardizzazione, semplificazione e al miglioramento delle istruzioni per la compilazione delle pratiche telematiche dirette al Registro delle imprese. Per il credito infine sono previste iniziative di educazione finanziaria rivolte ai piccoli imprenditori.

Pmi e camere di commercio uniti contro il rinvio della mediazione obbligatoria

Le camere di commercio, le imprese e i professionisti chiedono all’unisono al governo che non vi sia alcun rinvio della riforma della mediazione civile e commerciale (come previsto dal decreto legislativo28/2010). Le parti scese in campo in particolare sostengono che la “condizione di procedibilità”, ovvero l’obbligo di tentare una conciliazione delle controversie in modi “alternativi”, prima di appellarsi al giudizio di un tribunale ordinario dovrebbe essere applicata con una certa urgenza. Viene inoltre chiesto che a un anno dall’entrata in vigore del provvedimento sia compiuta una analisi per valutare l’introduzione di eventuali manovre correttive favorendo la realizzazione di iniziative di promozione della cultura della mediazione.

La “condizione di procedibilità” dovrebbe diventare efficace a partire dal 20 marzo prossimo, un suo rinvio causerebbe  di vanificare un importante sforzo riformatore perseguito dal Governo, come ricordato in una nota. Le parti schierate a favore di una applicazione immediata della norma ricordano il loro impegno  e gli investimenti compiuti per realizzare strumenti di giustizia alternativa al fine di ridurre i costi e i tempi della giustizia.

Il Documento è stato inoltrato al Ministro di Giustizia, Angelino Alfano, sottoscritto dai vertici di Unioncamere, di tutte le Confederazioni imprenditoriali (Cia, Coldiretti, Compagnia delle Opere, Confagricoltura, Confapi, Confcooperative, Confindustria, Lega delle cooperative, Rete Imprese Italia) e degli Ordini professionali (Consiglio nazionale degli Architetti, Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti ed esperti contabili, Consiglio nazionale dei Geometri e dei Geometri laureati, Consiglio nazionale degli Ingegneri).

Mirko Zago