Spese detraibili in base al reddito: quali sono e come procedere col bonus fiscale

Quali sono le spese detraibili nella dichiarazione dei redditi con variazione in base al reddito? Si tratta di tutta una serie di spese sostenute nel periodo di imposta la cui detrazione è ammissibile entro specifici limiti di reddito complessivo. Al di sopra della soglia di reddito, si perde la detraibilità.

Quali sono i limiti di reddito per la detraibilità delle spese?

Se non è indicato diversamente, il limite di reddito complessivo è pari a 240 mila euro. Al superamento di questo tetto, la spesa non si può detrarre. Se il reddito complessivo è di importo tra i 120 mila e i 240 mila euro, la detrazione decresce all’aumentare del reddito stesso.

Spese universitarie e spese differenti da quelle universitaria: come funziona la detrazione delle spese?

Per quanto concerne le spese universitarie, la detrazione fiscale è nella misura del 19%. Sulle spese sostenute per le università non statali oppure estere, il limite della detrazione è stabilito ogni anno dal decreto ministeriale. Per le spese di istruzioni differenti da quelle universitarie, la detrazione fiscale è fissata al 19%. Si tratta di spese sostenute per le scuole dell’infanzia, del primo ciclo di istruzione e per la scuola secondaria di secondo grado. Per la detrazione è necessario fare riferimento all’articolo 1 della legge numero 62 del 2000. L’importo massimo della detrazione è fissato in 800 euro per ciascuno studente. Si possono detrarre le spese dei familiari a carico e del contribuente.

Spese per l’assistenza personale e spese funebri: ecco la detrazione fiscale

Le spese per l’assistenza personale sono detraibili all’aliquota del 219%, nel massimale di 2.100 euro. La detrazione spetta solo se accompagnata dalla certificazione medita della condizione di non autosufficienza. Il limite del reddito per la detrazione fiscale è fissato a 40 mila euro, compresi i redditi derivanti dalla cedolare secca. Per le spese funebri, invece, il massimale è di 1.550 euro (con detrazione fiscale del 19%). In particolare, la detrazione può essere goduta anche se la persona deceduta non era legata da rapporti di parentela.

Le attività sportive dei figli sono detraibili nella dichiarazione dei redditi?

Anche le attività sportive dei figli sono detraibili nella dichiarazione dei redditi per il 19%. Il beneficio fiscale spetta, infatti, per i figli di età non inferiore ai 5 anni e non superiore ai 18 anni. In particolare, sono detraibili le spese sostenute per le associazioni sportive, le piscine, le palestre e tutti gli impianti e le strutture per svolgere sport a livello dilettantistico. Sono detraibili anche le erogazioni a favore delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche al 19% e fino a 1.500 euro.

Canoni di locazione per gli studenti fuori sede e intermediazione immobiliare: come funziona la detrazione fiscale?

I canoni di locazione per i figli studenti fuori sede sono detraibili al 19%, purché la locazione avvenga in un comune di almeno 100 chilometri distante da quello di residenza. Oppure, in un’altra provincia o in uno Stato differente d’Europa. Il massimale spettante per la detrazione è pari a 2.633 euro. Per l’intermediazione immobiliare, la detrazione è del 19% su abitazioni adibite come prima casa. Il massimale della detrazione è pari a mille euro.

Detrazione sulle spese di beni soggetti a regime vincolistico ed erogazioni liberali varie

La detrazione sui beni soggetti a regime vincolistico del 19% opera a favore dei soggetti obbligati dal decreto legislativo numero 42 del 2004 e dal decreto del Presidente della Repubblica 1409/63. Nel caso in cui suddette spese non siano obbligatorie per via della normativa, devono essere autocertificate al ministero della Cultura (Mibac).

Erogazioni liberali varie: come vanno detratte le relative spese?

Sulle erogazioni liberali a favore di attività artistiche e culturali si può beneficiare della detrazione del 19% solo per le spese che non rientrano nell’art bonus. Sono comprese le erogazioni liberali in natura sulla base di convenzioni. Tutte le spese devono essere autocertificate al ministero della Cultura (Mibac). Per le erogazioni liberali a vantaggio di enti che operano nello spettacolo (detrazione fiscale del 19%), il limite che non deve essere superato è quello del 2% del reddito complessivo.

Erogazioni liberali per le scuole, titoli di Stato e Onlus: le detrazioni

Per le erogazioni liberali a vantaggio di istituti scolastici, senza distinzioni di ordini e gradi, per finalità di innovazione tecnologica, edilizia scolastica ed universitarie, incremento dell’offerta formativa, la detrazione è del 19%. Si prevede il pagamento unicamente con versamento bancario oppure postale o tracciabile con carta di debito, carta di credito, carta prepagata e assegni circolari o bancari. Infine, per le erogazioni liberali al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato, il 19% deve risultare da una donazione o da una disposizione testamentaria. Sulle erogazioni liberali a vantaggio delle Onlus, la detrazione è del 26% su un massimale di 30 mila euro all’anno. Le Onlus devono essere impegnate in iniziative umanitarie e gestite da associazioni, da fondazioni, da comitati e dagli enti individuati dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri nei Paesi che non siano nell’area Ocse.

Spese sostenute per i soggetti sordi e veterinarie: quali detrazioni fiscali?

In entrambi i casi la detrazione fiscale è del 19%. In particolare, la detrazione si applica alle spese sostenute nell’anno di imposta per i servizi di interpretariato dei soggetti riconosciuti quali sordi. La legge 381 del 1970 disciplina la detrazione fiscale a favore dei portatori di minoranze. Le spese veterinarie hanno un massimale di 500 euro, mentre sulla parte eccedente il massimale è di 129,11 euro. La facoltà di avvalersi o meno del pagamento tracciabile vige solo per i medicinali veterinari. Diversamente, le spese di mantenimento dei cani guida danno diritto a una detrazione fiscale a forfait. Ovvero di 1.000 euro, indipendentemente dai documenti di spesa. Tale importo dal 2020 dipende dal reddito.

Premi assicurativi: quali spese si possono detrarre?

Tutti i premi assicurativi sono detraibili nella misura del 19%. Sui premi delle assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni, il massimale annuo è pari a 530 euro; per i premi assicurativi a tutela delle persone con disabilità grave, è necessario osservare che se il contratto è stato stipulato oppure rinnovato a decorrere dal 2001 solo per il rischio di invalidità permanente (più del 5%) o di morte il limite di detrazione fiscale è fissato in 750 euro. Per i premi assicurativi inerenti il rischio di non autosufficienza, il contratto deve escludere la possibilità di recesso della compagnia assicuratrice. Il limite è fissato in 1.291,14 euro.

Premi assicurativi per eventi calamitosi anche rientranti nel superbonus: quali detrazioni fiscali sono previste?

Sui premi assicurativi per eventi di calamità naturale, la detrazione fiscale del 19% è valida per gli immobili abitativi su polizze a decorrere dal 2018. Inoltre, per i premi sul rischio di eventi calamitosi rientranti nel superbonus, è previsto il 90% di detrazione fiscale. Se la polizza è stipulata contestualmente alla cessione del credito di imposta e l’intervento rientra nel super sisma bonus, la detrazione fiscale è del 110%.

Detraibilità spese abbonamenti trasporti, figli con Dsa e iscrizioni per studiare musica

Sugli abbonamenti ai servizi dei trasporti pubblici locali, regionali o interregionali, la detrazione è del 19% fino al massimo di 250 euro. Sulle spese per familiari con Dsa (sia minorenni che maggiorenni), il 19% si può detrarre fino al completamento della scuola secondaria di II grado per gli strumenti compensativi e i sussidi tecnici e informatici. L’iscrizione dei figli agli studi e alla pratica della musica dà diritto alla detrazione fiscale del 19%. L’età deve essere compresa tra i 5 e i 18 anni. L’iscrizione deve avvenire in conservatori, scuole Afam, bande, cori e istituti di musica riconosciuti. Il massimale è di mille euro fino a un reddito annuo di 36 mila euro. Oltre questa soglia si perde la detrazione.

Spese di canoni di leasing di abitazioni principali e contributi associativi alle società di mutuo soccorso e riscatto laurea: ecco la detrazione fiscale spettante

Sulle spese sostenute per i canoni di leasing di abitazioni da adibire a principale, la detrazione fiscale del 19% si applica ai contratti stipulati tra il 2016 e il 2020. Il reddito non deve eccedere i 55 mila euro. Sui contributi associativi alle società di mutuo soccorso si applica la detrazione del 19% per un massimale di 1.300 euro. Si possono detrarre al 19% anche le spese sostenute per riscattare la laurea di familiari a carico. Nel caso in cui tali spese siano state sostenute per sé, si può procedere alla deducibilità dal reddito.

Erogazioni liberali in natura o in denaro per Covid dell’anno 2020, detrazione del 30%

Infine, le erogazioni liberali in natura oppure in denaro effettuate per contrastare la Covid nel 2020 danno diritto alla detrazione fiscale del 30%. Si tratta di erogazioni fatte a favore:

  • dello Stato;
  • delle regioni;
  • degli enti locali, degli enti (anche religiosi, civilmente riconosciuti) o delle istituzioni pubbliche;
  • delle fondazioni, e delle associazioni no profit.

Modello 730 precompilato, quali sono le date per il rimborso o le trattenute?

Quali sono le date per ottenere il rimborso o versare le trattenute del modello 730 precompilato di dichiarazione dei redditi del 2022? A partire dal 23 maggio scorso, i contribuenti possono visualizzare nella propria area personale del portale dell’Agenzia delle entrate, il modello 730 precompilato. Se non vi sono rettifiche e correzioni da apportare, il modello può essere accettato così com’è e inviato all’Agenzia delle entrate per la dichiarazione dei redditi. Vi sono date e scadenze da rispettare sia per quanto riguarda la presentazione del modello, sia per la liquidazione del 730 de 2022. Si tratta, essenzialmente delle tappe a partire dalle quali i contribuenti potranno ricevere il rimborso nel caso di dichiarazione dei redditi positiva, o iniziare a versare le trattenute per la dichiarazione a debito.

Quali sono le scadenze per la presentazione del 730 precompilato all’Agenzia delle entrate?

Le scadenze per presentare il 730 precompilato all’Agenzia delle entrate sono i seguenti:

  • entro il 15 giugno 2022 il modello 730 precompilato dovrà essere presentato, in via telematica, all’Agenzia delle entrate. In particolare, entro questa data dovranno essere comunicati i risultati finali delle dichiarazioni presentate entro il 31 maggio. La presentazione potrà avvenire tramite un Centro abilitato fiscale (Caf) oppure tramite altri intermediari come consulenti del lavoro e commercialisti;
  • al 29 giugno, invece, dovranno essere presentati i modelli 730 precompilati presentati dal 1° al 20 giugno;
  • il 23 luglio è la scadenza dei modelli presentati tra il 21 giugno e il 15 luglio;
  • al 15 settembre è la data di scadenza dei modelli 730 presentati tra il 16 luglio e il 31 agosto;
  • il 30 settembre è la scadenza dei modelli presentati tra il 1° e il 30 settembre.

Liquidazione del modello 730 del 2022 per il mese di luglio e agosto per lavoratori e pensionati

Nel prossimo luglio, il lavoratore alle dipendenze riceve lo stipendio con il rimborso o con le trattenute nel caso in cui debba delle somme al Fisco. Nel caso in cui rateizzi il versamento del saldo e degli acconti, a luglio viene versata la prima rata. Le altre rate verranno versate nei mesi a seguire. Per la rateizzazione le somme sono aumentate del tasso di interesse pari allo 0,33%. Per i pensionati tale meccanismo parte dal mese di agosto o di settembre ed è visualizzabile sul cedolino del trattamento previdenziale.

Cosa fa il sostituto di imposta per la liquidazione del modello 730 precompilato?

Il sostituto di imposta, per il mese di luglio, versa il rimborso oppure trattiene l’importo dovuto per le imposte. Pertanto, a luglio trattiene la prima rata consistente nel saldo e nell’eventuale acconto. Nei mesi successivi trattiene le altre rate maggiorate del tasso di interesse pari allo 0,33%.

Cosa avviene se la retribuzione risulta insufficiente al pagamento delle imposte?

Nel caso in cui la retribuzione non sia sufficiente per il versamento delle imposte (anche per le eventuali rate con gli interessi), la quota residua verrà versata con le retribuzioni dei mesi susseguenti. Il tasso di interesse, in questo caso, è pari allo 0,4%. È, dunque, il sostituto di imposta a trattenere la parte residua delle imposte non coperte dalla retribuzione mensile e versata tramite le retribuzioni dei mesi susseguenti.

Dichiarazione dei redditi 2022, le scadenze di ottobre

A ottobre sono previste altre scadenze relative alla dichiarazione dei redditi 2022. Infatti, entro il 10 ottobre prossimo, il contribuente può comunicare al sostituto di imposta di non voler versare il 2° acconto dell’Irpef (oppure l’unico acconto). Può anche comunicare di volerlo fare in una quota inferiore rispetto a quanto indicato nel modello 730-3. Entro il 25 ottobre, poi, il contribuente può presentare il modello 730 integrativo. La presentazione può avvenire tramite il Caf oppure attraverso altri intermediari abilitati come consulenti del lavoro o commercialisti.

Quali sono le scadenze di novembre 2022 per la dichiarazione dei redditi?

Il contribuente, entro la scadenza del 10 novembre prossimo, riceve dal Caf o dal commercialista la copia del modello 730 integrativo. Oltre alla copia, al contribuente va anche il prospetto di liquidazione. Nel cedolino di busta paga del mese di novembre, al contribuente vengono trattenute gli importi dovuti a titolo di acconto Irpef. Nel caso in cui la retribuzione è insufficiente a pagare le imposte dovute, la quota residua verrà versata con la retribuzione del mese di dicembre. In tal caso, sul pagamento sono applicati gli interessi dello 0,4%.

Modello 730 precompilato da oggi, invio veloce per i rimborsi di luglio: tutte le novità 2022

A partire da oggi, 23 maggio, è on line nell’area personale del portale dell’Agenzia delle entrate il modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi del 2022. L’Agenzia delle entrate, infatti, metterà a disposizione dei contribuenti oltre 30 milioni di modelli precompilati. Le modifiche si potranno fare entro il 31 maggio prossimo, data a partire dalla quale si potrà anche inviare il modello. I Centri di assistenza fiscale (Caf) hanno già predisposto oltre un terzo dei modelli, ma chi sceglie di inviare il documento personalmente dovrà fare in fretta per non vedersi slittare il rimborso di luglio.

Dichiarazione dei redditi 2022, conguaglio o rimborso già da luglio per i dipendenti, pensionati da agosto

Sarà pubblicato da oggi dunque il modello 730 precompilato, in ritardo rispetto alla scadenza temporale fissata entro il 30 aprile. Proprio per questo, i contribuenti dovranno fare in fretta per ottenere i rimborsi in caso di saldo a credito della dichiarazione dei redditi 2022. La scadenza ultima per l’invio del modello 730 precompilato è fissata al 30 settembre 2022. Ma presentarlo in anticipo consente di ottenere il conguaglio in caso di saldo positivo della dichiarazione dei redditi. I lavoratori alle dipendenze potranno anticipare, in questo modo, il conguaglio a luglio; per i pensionati, l’eventuale credito arriverà con il cedolino di agosto o di settembre.

Entro quando bisogna inviare il modello 730 precompilato per avere il conguaglio a luglio?

Dunque, i contribuenti che hanno un saldo positivo nella dichiarazione dei redditi 2022 possono ottenere il rimborso dell’imposta versata. Ma dovranno accettare, eventualmente modificare e inviare il modello 730 precompilato indicativamente prima della fine di giugno. In tal modo, riceveranno il conguaglio nel cedolino di luglio. Più tempo a disposizione avranno, invece, i contribuenti il cui saldo sia negativo. Ma più in ritardo si inoltra il 730 precompilato e meno mesi saranno a disposizione per rateizzare l’eventuale trattenuta.

Modello 730 precompilato: chi lo riceverà?

I contribuenti che riceveranno il modello 730 precompilato per dichiarare i redditi saranno:

  • i lavoratori alle dipendenze e assimilati come i contribuenti che lavorano con contratto a progetto;
  • chi ha redditi di terreni, fabbricati e da capitale;
  • i lavoro autonomi senza partita Iva, come i prestatori di lavoro occasionale;
  • i contribuenti con redditi diversi, maturati per esempio da terreni e fabbricati situati all’estero;
  • alcune tipologie di tassazione separata, come i contribuenti che hanno redditi da eredità.

Come si presenta la dichiarazione dei redditi 730 precompilata?

Il modello 730 precompilato dell’area personale del sito dell’Agenzia delle entrate è accessibile mediante credenziali:

  • Spid;
  • Carta di identità elettronica (Cie);
  • la Carta nazionale dei servizi (Cns).

Si può delegare un Centro di assistenza fiscale o in commercialista. Accedendo all’area personale del portale dell’Agenzia delle entrate, il contribuente può:

  • visualizzare i dati del modello 730 precompilato;
  • correggere e integrare le informazioni;
  • lasciare inalterate le informazioni (il che permette di escludere i controlli del Fisco);
  • infine inviare il modello precompilato all’Agenzia delle entrate.

Modello 730 precompilato dal 23 maggio 2022, quali sono le novità?

Sono varie del modello 730 precompilato per l’anno 2022. Innanzitutto, in tema di bonus 100 euro, vi è la riduzione del prelievo fiscale sui contribuenti che lavorano alle dipendenze. Per l’anno di imposta 2021, il totale del trattamento integrativo del bonus 100 euro è pari a 1.200 euro. È stato aumentata a 550 euro la spesa massima detraibile per le spese veterinarie. Confermato, invece, il 19% di detrazione per le spese sostenute per iscrivere i figli ai conservatori, alle scuole di musica e agli Afam. La detrazione massima è di 1.000 euro per ciascun figlio iscritto purché il reddito complessivo non ecceda i 36 mila euro.

Quali altre detrazioni spettano nella dichiarazione dei redditi 2022?

Tra le altre detrazioni fiscali, è stato aumentato a 609,50 euro il beneficio per gli appartenenti al comparto della sicurezza. Nella dichiarazione dei redditi 2022 si può indicare il credito di imposta maturato per la misura della prima casa agevolata per gli under 36. È necessario l’Isee entro i 40 mila euro e aver acquistato una prima casa soggetta a tassazione Iva.

Superbonus 110% nella dichiarazione dei redditi 2022: quale detrazione?

Per la dichiarazione dei redditi 2022 sono previste anche le detrazioni spettanti per gli interventi rientranti nel superbonus 110% dell’anno di imposta 2021. In particolare per:

  • l’eliminazione delle barriere architettoniche;
  • interventi di sisma bonus ed eco-bonus con detrazioni maggiorate, a determinate condizioni, al 110%;
  • gli interventi di installazione della colonnina di ricarica purché i lavori siano iniziati nel 2021;
  • il bonus per sostituire il gruppo elettrogeno, con detrazione fiscale del 50%;
  • il credito di imposta per i depuratori dell’acqua e la riduzione del consumo dei contenitori di plastica;
  • la detrazione spettante per il bonus mobile che, per il 2021 è pari al 50% per un limite di spesa di 16 mila euro.

Modello 730 precompilato, tutte le date del 2022

Lunedì 23 maggio l’Agenzia delle entrate pubblicherà sul proprio portale le dichiarazioni dei redditi precompilate per il 2022 di circa 30 milioni di contribuenti italiani. Con la pubblicazione del modello, saranno a disposizione dei contribuenti i dati e le informazioni fiscali, soprattutto in merito alle spese detraibili e deducibili. Si calcola che saranno 1,2 i miliardi di informazioni inerenti a queste spese caricate nei modelli. Si tratta essenzialmente di spese scolastiche e sanitarie, di costi per interessi sui mutui, di bonus casa e superbonus 110%, di contributi previdenziali e di altri dati fiscali.

Dichiarazione dei redditi 2022 e modello 730 precompilato: l’obiettivo dell’invio senza modifiche

L’obiettivo di questa tornata di dichiarazioni dei redditi è quello di aumentare la percentuale di invii dei modelli 730 precompilati senza l’apporto di modifiche da parte dei contribuenti. La semplificazione permette di prendere visione del modello messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate e di inviarlo senza variazione dei dati in esso contenuti.

Invio senza modifiche del modello 730 precompilato 2022

Con la presa visione del modello 730 precompilato a partire dal 23 maggio prossimo, l’invio sarà possibile a decorrere dalla data del 31 maggio 2022. A partire dalla stessa data sarà possibile per i contribuenti procedere con le modifiche del modello precompilato. Il termine ultimo dell’invio del modello è fissato al 30 settembre 2022. L’invio senza ritocchi del modello 730 precompilato, visibile nell’area personale del sito dell’Agenzia delle entrate, ha il vantaggio dei mancati controlli sul modello stesso. Le modifiche possibili riguardano le informazioni contenute nel modello. In particolare, i dati sulle spese detraibili, sugli oneri deducibili o su un reddito mancante. Dall’altra parte, il modello 730 precompilato contiene informazioni che, in vari casi, il contribuente avrebbe dimenticato di inserire.

Spese mediche e altri costi sostenuti nel 2021 nel modello 730 precompilato

Particolare attenzione dovrà essere posta dal contribuente sulle spese mediche e sugli altri costi sostenuti nell’anno di imposta 2021. Ad esempio, bisognerà prestare attenzione a eventuali spese mediche non tracciate e a calcolarle prima di inviare il modello. Per quanto concerne i bonus casa, è necessario riscontrare le spese sostenute nel foglio informativo. Tale foglio è allegato al modello 730 precompilato. In questo caso, il confronto dei dati si effettua dai bonifici emessi.

Calendario modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi 2022: accesso ai dati dal 23 maggio

Seguendo il calendario del modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi 2022, la prima data utile è quella del 23 maggio prossimo. Si tratta, dunque, del giorno di messa a disposizione dei contribuenti dei dati del modello 730 precompilato. Per visualizzarli, è necessario accedere alla propria area personale del portale dell’Agenzia delle entrate. Si può entrare con lo Spid, la Carta di identità elettronica (Cie) o la Carta nazionale dei servizi (Cns).

730 precompilato, dal 31 maggio 2022 le modifiche e l’invio

A decorrere dal 31 maggio 2022 si potrà accettare il modello 730 precompilato così com’è, modificarlo e inviarlo all’Agenzia delle entrate direttamente dall’area personale. Si potrà, dunque, variare e inoltrare il modello Redditi precompilato e usare la compilazione assistita per gli oneri deducibili e detraibili relativi al “quadro E”.

Dal 6 giugno 2022 si potrà inviare il modello dei redditi aggiuntivo

È fissata al 6 giugno 2022 la data a partire dalla quale si potrà inoltrare il modello Redditi aggiuntivo al 730 precompilato, presentando il frontespizio e i quadri “RW”, “RM”, “RS” e “RT”. In alternativa, si potrà correggere e sostituire il modello 730 precompilato già inviato o annullarlo presentando una nuova dichiarazione dei redditi mediante l’area personale dell’Agenzia delle entrate. Si può annullare il modello già inviato una sola volta e non oltre il 20 giugno 2022. Entro il 30 giugno 2022 si dovrà procedere con il versamento del saldo e del 1° acconto dell’Irpef per i contribuenti che non hanno il sostituto di imposta oppure che presentano il modello Redditi.

Maggiorazione per gli interessi e termine di presentazione del modello 730 precompilato

Scade il 22 agosto 2022 il termine della maggiorazione. Ovvero, entro tale data, i contribuenti senza il sostituto d’imposta oppure che abbiano presentato il modello Redditi, dovranno versare la maggiorazione corrispondente allo 0,4% di interessi, il saldo e il 1° acconto. Il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi con il modello 730 precompilato è fissato al 30 settembre 2022.

Dichiarazione dei redditi 2022, le scadenze di ottobre

Entro il 10 ottobre i contribuenti dovranno procedere con la comunicazione dell’acconto ridotto. Ovvero, entro tale data dovrà essere comunicata al sostituto di imposta di non voler procedere con il 2° acconto dell’Irpef, o con l’unico acconto, oppure di voler versare nella misura minore. Il termine per la presentazione del modello 730 integrativo è fissato invece al 25 ottobre 2022. Entro questa scadenza dovrà essere presentato il modello al Centro assistenza fiscale (Caf) o a un professionista abilitato. Il giorno 10 novembre è invece la scadenza per presentare all’Agenzia delle entrate il modello 730 integrativo. Si tratta del modello di “tipo 2” che dovrà essere inoltrato attraverso l’area personale del portale dell’Agenzia delle entrate.

Dichiarazione dei redditi 2022, la scadenza del 30 novembre e del 28 febbraio 2023

Entro la scadenza del 30 novembre 2022 è necessario presentare il modello Redditi precompilato e il modello Redditi aggiuntivo al 730. Si tratta del frontespizio e dei quadri “RW”, “RM”, “RS” e “RT”. Entro questa data si può inviare il modello Redditi correttivo al 730. È previsto, inoltre, entro questa data che il contribuente proceda con il versamento del 2° acconto o dell’unico acconto. Si tratta dei contribuenti senza sostituto di imposta o con il modello Redditi. Il 28 febbraio 2023, infine, è il giorno di scadenza per il modello Redditi in ritardo. Ovvero si può presentare il modello Redditi precompilato a 90 giorni dalla scadenza del 30 novembre 2022. Si può scaricare, entro questo giorno, anche il modello redditi Persone Fisiche (Pf).

Modello 730 precompilato: quali sono le novità fiscali anche del superbonus 110%?

Sta per arrivare il modello 730 precompilato relativo all’anno 2022: si potrà scaricare a partire dal 23 maggio sul sito dell’Agenzia delle entrate. La messa a disposizione tuttavia arriverà in ritardo. Il modello 730 precompilato avrebbe dovuto essere disponibile entro la fine di aprile scorso. Il ritardo inciderà anche sulla dichiarazione delle cessioni dei crediti di imposta per i lavori del superbonus 110% e degli altri bonus edilizi. I contribuenti avranno meno tempo per procedere all’invio entro giugno e ottenere l’accredito dei rimborsi in busta paga nel mese di luglio.

Dichiarazione dei redditi 730 precompilato: entro quando deve essere presentata?

La data di scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi con il modello 730 precompilato dei lavoratori dipendenti e pensionati è quella del 30 settembre prossimo. Presentando in anticipo la dichiarazione si può ottenere il conguaglio, nel caso in cui la dichiarazione dei redditi risulti a credito. L’accredito del conguaglio avviene nella busta paga, direttamente dal sostituto di imposta. Per i pensionati il rimborso arriva nella rata del trattamento di pensione di agosto o di settembre.

Conguaglio dichiarazione dei redditi: perché è importante presentare subito il 730 precompilato

Pertanto, i contribuenti dovranno accettare, modificare qualora ce ne fosse bisogno e inviare il modello 730 precompilato indicativamente entro la fine di giugno. In questo modo potranno ricevere il conguaglio positivo nella busta paga di luglio. Diversamente, se il 730 risulta a debito, dovranno procedere al pagamento delle rate con la trattenuta. Più presenteranno il modello 730 precompilato in ritardo e minori mensilità avranno a disposizione per procedere a saldare il dovuto.

Come accettare, modificare e inviare la dichiarazione dei redditi del 730 precompilato?

Con la messa a disposizione del contribuente del modello 730 precompilato da parte dell’Agenzia delle entrate a partire dal 23 maggio 2022, si dovrà attendere la data a partire dalla quale il modello potrà essere accettato e inviato. Si può procedere anche delegando un Caf o professionisti abilitati. Accedendo dall’area personale del portale dell’Agenzia delle entrate (tramite Spid, Cie o Cns), il contribuente può personalmente scegliere di:

  • visualizzare i dati del modello precompilato 730;
  • correggere e integrare i dati;
  • lasciare inalterati i dati;
  • infine, inviare il modello 730 all’Agenzia delle entrate.

Quali vantaggi se si visualizza e si invia il modello 730 dall’area personale dell’Agenzia delle entrate?

È pertanto importante sottolineare che se non si fanno correzioni o integrazioni nel modello 730 precompilato che si visualizza nell’area personale del sito dell’Agenzia delle entrate, si può procedere semplicemente a inoltrare il modello stesso. L’accettazione del modello 730 precompilato senza correggerlo o integrarlo, inoltre, permette al contribuente di evitare i controlli dell’Agenzia delle entrate circa gli oneri deducibili e detraibili.

Modello 730 precompilato: quali sono le novità del superbonus nella dichiarazione dei redditi 2022?

Le novità contenute nel modello 730 precompilato per la dichiarazione dei redditi del 2022 prevedono:

  • la riduzione del prelievo dei lavoratori alle dipendenze. Si tratta del bonus Renzi, poi integrato a 100 euro. L’importo annuale della detrazione è aumentato a 1.200 euro. Tale bonus, nel 2022, è stato assorbito dalle novità relative alle detrazioni rientranti nella riforma dell’Irpef;
  • il tener conto del superbonus 110% per il periodo di imposta del 2021. In particolare, le spese per gli interventi dell’ecobonus, del sismabonus e del superbonus 110%, nonché sui lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche, prevedono la relativa detrazione fiscale;
  • sulle colonnine di ricarica per l’anno 2021 è necessario considerare che gli interventi di installazione hanno dei nuovi limiti di spesa.

Credito di imposta sulla prima casa under 36 e altri spese alle quali fare attenzione nel modello 730 precompilato

Occhio anche al credito di imposta sulla prima casa degli under 36 anni nella dichiarazione dei redditi 2022. Nel modello 730 precompilato figura il credito di imposta maturato per l’acquisto della prima casa degli under 36 purché l’Isee familiare non ecceda i 40 mila euro. In tal caso, la compravendita della casa deve essere stata soggetta a Iva. Sul bonus mobili è necessario considerare che nel 2021 il limite di spesa era di 16 mila euro per una detrazione pari al 50%. Nell’anno in corso il limite di spesa è diminuito a 10 mila euro. Per le spese veterinarie, invece, nel 2021 il limite delle spese era di 550 euro con detrazione del 19%.

Quali altre spese si possono detrarre nella dichiarazione dei redditi 2022?

Tra le altre spese sostenute nel 2021 che si possono detrarre nella dichiarazione dei redditi 2022, si ritrovano le detrazioni del 19% per le iscrizioni ai conservatori, agli Afam e alle scuole di musica. La detrazione massima è di 1.000 euro per ciascun figlio iscritto, purché il reddito complessivo familiare non ecceda i 36 mila euro. Sul comparto sicurezza l’importo massimo della detrazione è di 609,50 euro, mentre viene riconosciuto il credito di imposta per i depuratori dell’acqua.

730 e detrazione spese assicurazioni, quali sono e come fare

Anche le assicurazioni compaiono nel lungo elenco di spese detraibili che possono essere utilizzate per pagare meno tasse sui redditi. Anche quest’anno, con le dichiarazioni dei redditi occorrerà andare a scaricare le spese del 2021. L’anno di imposta infatti è quello precedente l’anno in cui si presenta la dichiarazione reddituale. Per questo le spese assicurative detraibili devono essere quelle che il contribuente ha sostenuto nel corso del 2021. Ma quali sono le spese assicurative che è possibile portare in detrazione? Una domanda a cui dobbiamo dare risposta elencando tutte le possibilità che sono in mano ai singoli contribuenti.

Le spese detraibili in sintesi

Prima di addentrarci nell’argomento specifico delle spese assicurative, va sottolineato che per detrazioni si intende una parte della spesa che un contribuente ha sostenuto e che può servire per abbassare l’Imposta sul reddito delle persone fisiche dovuta. Infatti la detrazione, in genere pari al 19% di una determinata spesa, spesso oltre una determinata franchigia, serve per ridurre l’Irpef fuoriuscita dalla dichiarazione dei redditi. L’Irpef è calcolata sugli scaglioni di reddito e in percentuale diversa a seconda dello scaglione di appartenenza. Si calcola applicando l’aliquota predeterminata sul reddito imponibile. Il 19% di quanto speso per una determinata voce detraibile, va a scorporarsi dall’Irpef dovuta, riducendola quando è il caso di pagarla, o producendo un rimborso quando invece è stata già pagata. Ed è così anche per le spese assicurative, che ripetiamo, sono una voce presente nel panorama delle spese detraibili dal 730. Non vanno confuse con le deduzioni che sono sempre voci di spesa, ma che vanno ad abbattere il reddito imponibile, cioè la voce su cui si calcola l’Irpef.

Assicurazioni e spese detraibili, la guida

Ricapitolando, anche le spese assicurative danno diritto, sempre in favore del contribuente, ad usufruire delle relative detrazioni. Le assicurazioni detraibili sono quelle sulla vita e contro gli infortuni . La detrazione fiscale si ottiene inserendo la spesa assicurativa sostenuta nel 2021, nella dichiarazione dei redditi con il modello 730/2022 o nel modello Redditi Persone Fisiche. In entrambi i casi la detraibilità è pari al 19% della spesa sostenuta. Le spese assicurative detraibili rientrano tra quelle che per essere scaricate, devono essere state pagate tramite strumenti tracciabili. In altri termini, occorre  aver pagato con carte di credito, bancomat, carte prepagate, bonifici e via dicendo.

Tutte le assicurazioni da portare in detrazione

I premi relativi alle assicurazioni prima citate sono detraibili al 19%. Nel dettaglio le assicurazioni utili a questo sconto sulle tasse sono:

  • i premi sui contratti di assicurazione sulla vita;
  • I premi sui contratti relativi alle polizze assicurative contro gli infortuni;
  • assicurazioni a copertura del  rischio morte;
  • assicurazioni per rischio invalidità con non autosufficienza.

Va ricordato che le prime due voci dell’elenco riguardano contratti stipulati prima del 31 dicembre 2000, mentre per le altre i contratti devono essere stati stipulati in data successiva.

Le assicurazioni sull’auto invece, non possono essere portate in detrazione. Infatti la polizza obbligatoria per circolare in auto, la cosiddetta RC Auto non può essere detratta. Ma una parte di questa spesa da diritto alla detrazione, anche se si parla di cifre irrisorie. Infatti tra le detrazioni ammesse, l’unico costo detraibile della polizza RC Auto è la quota di costo per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Se esterna alla polizza Rc Auto invece, anche la polizza infortuni da diritto allo sconto. Infatti può essere scaricato anche il corrispettivo pagato per i premi versati per le assicurazioni contro gli infortuni relative al conducente auto.

I chiarimenti del Fisco sulle detrazioni degli oneri assicurativi

Tra i tanti chiarimenti che l’Agenzia delle Entrate ha fornito anche la materia delle detrazioni dei prodotti assicurativi è stata affrontata. Lo ha fatto con la circolare n°7/E del 2021. In quell’occasione le Entrate hanno spiegato che la detraibilità delle spese spetta se il contribuente è:

  • contraente e assicurato insieme;
  • contraente della polizza con soggetto assicurato che deve essere e un suo familiare a carico;
  • assicurato con contraente che invece è un suo familiare a carico;
  • contraente e assicurato è un suo familiare a carico;
  • contraente ed assicurato sono due soggetti diversi ma in entrambi i casi sono familiari a suo carico.

Polizze vita per i lavoratori dipendenti e assicurazioni stipulate dai contratti collettivi

Per le assicurazioni sulla vita possono dare diritto alle detrazioni anche quelle stipulate direttamente da società o da organizzazioni sindacali di imprenditori o lavoratori dipendenti in nome e per conto del lavoratore dipendente, che in questo caso è il nostro soggetto dichiarante che deve scaricare la polizza. Per le dichiarazioni dei redditi 2022 la detrazione del 19% è assoggettata a due limiti. C’è quello massimo che prevede la possibilità di scaricare dal reddito la spesa massima di 530 euro all’anno. Pertanto il limite massimo recuperabile è di 101 euro. Il limite è univoco nel senso che riguarda l’intera possibilità di scaricare le assicurazioni e non ogni singolo contratto avviato.

Modello 730, la guida alla corretta procedura per presentare la dichiarazione reddituale

Presto potrà essere presentato il modello 730. Anche se con avvio posticipato, la versione precompilata del modello di dichiarazione presto sarà disponibile nel cassetto fiscale dei contribuenti. Basterà accedere come sempre con Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), o con Carta di identità elettronica (CIE) o Carta nazionale dei servizi (CNS). Collegandosi all’area riservata del sito istituzionale del Fisco italiano (www.agenziaentrate.gov.it), e accreditandosi con le credenziali prima citate, ecco che si potrà iniziare a prendere confidenza con la dichiarazione dei redditi, iniziando a controllare eventualmente, i dati preinseriti.

La dichiarazione dei redditi 2022

La stagione della dichiarazione dei redditi è iniziata apertamente. Per pensionati, lavoratori dipendenti, autonomi, e chiunque altro ha redditi da dichiarare, è il momento di iniziare ad adoperarsi. La stagione reddituale è quella 2021 naturalmente, perché come consuetudine, si vanno a dichiarare i redditi prodotti l’anno di imposta precedente. Come prassi, il primo modello a partire è il 730. Parliamo del modello utilizzato soprattutto da pensionati e lavoratori dipendenti. La presentazione del modello 730 è un adempimento obbligatorio. Presenta i soliti vantaggi che tutti conoscono, ecco perché è largamente usato. Il contribuente o chi da lui delegato (Caf e commercialisti), non devono  eseguire calcoli particolari come invece accade con il modello Redditi Persone Fisiche. Eventuale maggiore imposta da versare rispetto a quella trattenuta e versata dal datore di lavoro o dall’Inps, sono versate direttamente in busta paga o cedolino subito dopo aver completato la presentazione del modulo di dichiarazione. Allo stesso modo se ci sono i rimborsi fiscali da ricevere, questi verranno erogati al dichiarante sempre tramite busta paga o cedolino di pensione.

Possono utilizzare il modello 730

Ricapitolando, il modello 730 calza a pennello a chi ha un sostituto di imposta che può effettuare i conguagli fiscali a nomee per conto del dichiarante. Devono e possono usare il modello 730, i titolari di:

  • redditi di lavoro dipendente;
  • redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente;
  • pensioni e indennità assoggettate all’Irpef;
  • redditi dei terreni e dei fabbricati
  • redditi di capitale
  • ricavi da prestazioni di lavoro autonomo per i quali non è richiesta la partita Iva;
  • redditi diversi ;
  • redditi assoggettabili a tassazione separata.

Il modello 730 può essere usato anche da chi ha prodotto uno o più di uno dei redditi prima citati, e che nel corso del 2022 non hanno più un datore di lavoro o in generale, un sostituto di imposta. In questo caso al posto di inserire dentro il frontespizio della dichiarazione, il sostituto di imposta, si può barrare la casella di assenza sostituto. Così facendo i conguagli fiscali a dare o ad avere, verranno risolti tutti con l’Agenzia delle Entrate come per il modello Redditi PF, solo che i versamenti o gli accrediti avverranno tra dicembre 2022 e marzo 2023 e non con le lungaggini dell’ex modello Unico Persone Fisiche.

Modello 730/2022, la versione precompilata

Come anche il Fisco sul suo portale istituzionale sottolinea, la versione precompilata del modello è quella che sarà resa disponibile dall’Agenzia delle Entrate al Contribuente dal prossimo mese di maggio (esattamente dal 23 maggio 2022). Nel modello 730 precompilato i dati fiscali e anagrafici del contribuente sono già inseriti, insieme alle informazioni fiscali di cui l’Agenzia delle Entrate è in possesso grazie all’incrocio delle banche dati. Il contribuente può naturalmente modificare i dati se questi non corrispondono a quelli in suo possesso. Modifiche e correttivi possono essere inseriti precedentemente all’invio, dal momento che le due cose non devono essere contemporanee. In pratica, si può correggere il modello 730 ed inviarlo in un secondo momento.

Come dicevamo, si parte dal 23 maggio prossimo e ci sarà tempo per completare la partita con il Fisco fino al giorno 30 settembre 2022. La scadenza vale sia per il 730 ordinario che per quello precompilato. Va sempre sottolineato che la scadenza è quella oggi prevista ma come consuetudine, non sono rari gli slittamenti e le proroghe. Una volta inviato il modello, se ci si rende conto di errori e difformità, si può intervenire annullando l’invio e riproponendone un altro. Questa operazione può essere effettuata una sola volta e fino al 22 giugno 2022.

Alcune particolarità del modello 730 2022

Prima abbiamo elencato i soggetti tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Adesso occorre segnalare i soggetti che pur se con redditi, sono esonerati da questo obbligo. Non si deve presentare la dichiarazione dei rediti nel caso in cui un soggetto possiede:

  • solo redditi da lavoro dipendente;
  • solo redditi da pensione;
  • redditi da lavoro dipendente o da pensione insieme a al reddito dell’abitazione principale e delle pertinenze di questa abitazione principale;
  • Solo redditi da CO.CO.CO o da CO.CO.PRO;
  • Redditi lordi inferiori ad 8.000 euro annui.

Oneri detraibili, l’elenco

Oltre che pagare o recuperare Irpef e relative addizionali comunali e regionali all’Irpef, con il modello 730 il dichiarante può destinare una parte dell’imposta dovuta allo Stato, ad un Istituto religioso, a società con fini sociali o ai partiti politici. Questo tramite l’8 per mille, il 5 per mille e il 2 per mille. Si possono scaricare dalle tasse:

  • spese sanitarie;
  • spese mediche e sanitarie collegate alla invalidità;
  • spese veterinarie;
  • spese per l’acquisto di cani guida per i ciechi;
  • interessi passivi sui mutui se aperti per l’acquisto di una prima casa;
  • spese d’affitto;
  • spese scolastiche;
  • spese universitarie;
  • spese per l’abbonamento ai mezzi di trasporto pubblico;
  • spese per l’assistenza (badanti) di anziani o persone affette da disabilità;
  • spese per le attività sportive dei figli;
  • spese per l’asilo nido dei figli;
  • spese funebri;
  • spese di intermediazione immobiliare;
  • canoni di affitto studenti universitari fuori sede;
  • premi assicurativi;
  • erogazioni liberali associazioni sportive dilettantistiche;
  • contributi associativi alle società di mutuo soccorso;
  • spese per il riscatto della laurea ai fini previdenziali;
  • lavori di ristrutturazione edilizia;
  • bonus mobili;
  • Lavori di riqualificazione energetica;
  • Contributi previdenziali e assistenziali;
  • Assegno periodico corrisposto al coniuge;
  • Contributi per gli addetti ai servizi domestici e familiari;
  • Contributi ed erogazioni a favore di istituzioni religiose.

Il Fisco cambia riscossione delle cartelle esattoriali con il modello 730

Nell’ultima legge di Bilancio niente, ma c’è stato un momento in cui sembrava in procinto di passare la volontà di mettere mano alla riscossione delle cartelle esattoriali, cambiando l’attuale meccanismo e rendendolo più semplice per lo Stato. Una nuova norma a vantaggio dello Stato che modificava il testo unico sulla riscossione. Nulla è stato fatto, ma ciò non vuol dire che nulla si farà, perché il progetto resta. In pratica si velocizzavano le operazioni di rientro dei crediti dello Stato, mettendo mani alle dichiarazioni dei redditi, come il modello 730.

La riscossione oggi, come funziona il meccanismo delle cartelle esattoriali

Ogni cittadino deve pagare le tasse. Questa è la regola generale. Ed ogni cittadino colpevole, se prende una multa la deve pagare. I debiti con Enti pubblici vanno onorati (ma a dire il vero anche quelli tra privati). Non pagare le tasse mette in moto un particolare meccanismo. L’Ente a cui la tassa era dovuta, continua per un periodo più o meno lungo, a chiedere al contribuente di pagare. Si passa alle lettere di sollecito, alle diffide ad adempiere e alle minacce di passare all’esecuzione forzata. Quest’ultima tira dentro, nel rapporto tra Ente a cui la tassa è dovuta e cittadino che deve pagare, un terzo soggetto. SI tratta del concessionario alla riscossione. Il più delle volte è Agenzia delle Entrate Riscossione, come una volta era Equitalia. E quindi da un debito fiscale classico si passa ad una vera e propria cartella esattoriale.

Quando il debito diventa di competenza del concessionario alla riscossione

In quel caso il debito diventa cartella esattoriale, o come si dice in gergo tecnico, si passa a ruolo. E ricomincia il tutto, con solleciti e intimazioni di pagamento, stavolta di Agenzia delle Entrate Riscossione. In questo caso si rischia di più, perché la cartella è un titolo esecutivo come lo erano le tanto diffuse cambiali di una volta. Il concessionario alla riscossione può procedere con pignoramenti, sequestri, fermi amministrativi, confische e ipoteche. Procedure lunghissimi nella maggior parte dei casi. E non sempre lo Stato riesce a recuperare quanto preteso, per via di prematuri decessi dei debitori, per condizioni di nullatenenza dei debitori e così via. Per questo si guarda oltre, si cercano soluzioni differenti. E una di queste è il progetto di cui parliamo che ancora non è stato avviato ma che presto potrebbe tornare in agenda dopo il nulla di fatto della legge di Bilancio.

Dal debito alla cartella esattoriale del concessionario alla riscossione

La novità sarebbe l’utilizzare il modello 730 per recuperare, dove possibile, il corrispettivo dovuto dal contribuente per delle cartelle esattoriali. Il modello 730, serve per pagare le imposte sui redditi (Irpef e relative addizionali comunali e regionali). Quest’anno si presenta la dichiarazione  per l’anno fiscale 2021. Oltre che per pagare le tasse, il modello 730 serve anche per recuperare dalle tasse già pagate, eventuali spese detraibili sostenute sempre nel corso dell’anno 2021.

E non è raro che un contribuente si trovi ad andare a credito, cioè ad essere beneficiario di un rimborso fiscale. Spese sanitarie, spese dentistiche, spese funebri, ristrutturazione edilizia, il nuovo superbonus 110%. Sono solo alcune delle spese detraibili, che permettono di recuperare dal 19% al 110% dell’importo sostenuto, al netto di eventuali franchigie o limitazioni di importo che sono presenti per alcune tipologie di spese. Significa che spesso il contribuente riceve indietro dal Fisco diverse centinaia se non migliaia di euro. Fino ad oggi, a prescindere dalla presenza di eventuali cartelle esattoriali, il rimborso eventuale, non veniva per niente toccato. E non verrà per niente toccato nemmeno oggi.

Debiti fiscali, cartelle e modello 730 tutti sullo stesso piano

Debiti fiscali e cartelle esattoriali viaggiano su un binario differente rispetto all’Irpef e alle dichiarazioni dei redditi. Certo, non è raro che il mancato versamento dell’Irpef o delle addizionali regionali all’Irpef o comunali all’Irpef, finiscano con il passare da Agenzia delle Entrate ad Agenzia delle Entrate Riscossione diventando a loro volta cartelle.

Ciò che la proposta o il progetto, al momento ancora fermo, intende fare, è il consentire allo Stato di bloccare il rimborso fiscale spettante, fino alla soddisfazione di un eventuale debito del contribuente. In altri termini, se una persona deve recuperare 1.900 euro di Irpef per una spesa dentistica da 10.000 euro, potrebbe non ricevere nulla, ma si troverebbe ad aver pagato la cartella esattoriale da 1.900 euro per una serie di bolli auto non pagati per esempio. Rimborsi sul modello  730 bloccati alla fonte quindi, o tagliati se i debiti e le cartelle sono inferiori al rimborso spettante. L’idea sarebbe di aprire a questo genere di provvedimento, in qualsiasi caso, anche qualora il credito fiscale fosse insufficiente per azzerare una cartella.

Alcuni esempi che dimostrano la facilità delle operazioni di riscossione delle cartelle esattoriali

Se per esempio si hanno 1.000 euro di debiti, dal rimborso di 1.900 euro dell’esempio precedente, si passerebbe ad avere solo 900 euro, perché i 1.000 euro vengono utilizzati per la cartella sospesa. Allo stesso modo, se il debito fosse di 3.000 euro, tutti i 1.900 euro servirebbero per ridurre la pendenza che passerebbe da 3.000 euro a 1.100 euro. In attesa della dichiarazione dei redditi dell’anno successivo, quando si ripeterebbe pari pari l’operazione.

La semplificazione a favore dello Stato però anche sulle cartelle esattoriali

Parlare di semplificazione è esercizio assai facile in questo senso, anche se si tratta di una semplificazione delle operazioni di riscossione che va ad esclusivo vantaggio dello Stato. Senza considerare che le cartelle o i debiti fiscali di ogni genere, possono essere oggetto di contestazioni, riscorsi e vie giudiziarie. Probabilmente sono queste le difficoltà oggettive che hanno portato il progetto ad essere al momento accantonato, dopo che per settimane si dava per assai probabile il suo inserimento nella legge di Bilancio 2022.

 

 

Dichiarazione dei redditi: ecco perché usare il 730 e perché a molti conviene il modello Redditi PF

Le dichiarazioni dei redditi interessa milioni di italiani ogni anno. Nel nostro sistema fiscale esistono due modelli utili ai contribuenti per pagare l’Irpef. Uno è il modello 730, l’altro il modello Redditi Persone Fisiche (PF). Il risultato in entrambi i casi è sempre lo stesso, cioè pagare le tasse. In alcuni casi però c’è chi recupera parte delle tasse versate. Proprio questo è uno dei motivi per cui ci sono contribuenti che utilizzano il modello 730 ed altri che invece optano per il secondo. Molto dipende proprio dai rimborsi, anche se c’è chi sceglie una delle due vie perché prevedono due diverse forme di pagamento delle tasse.

A dire il vero negli ultimi tempi, o meglio da diversi anni, anche il modello 730 ha una sua versione che lo rende simile al modello Redditi PF, ma le differenze tra i due modelli sono sostanziali e profonde.

Modello 730, perché usarlo?

Il modello 730 è quello che comunemente viene utilizzato da chi ha redditi da lavoro dipendente, redditi da pensione, redditi immobiliari e poco altro. Infatti reddito di impresa e redditi da attività autonome pretendono l’utilizzo dell’altro modello. Con il 730 nove volte su dieci la partita fiscale, cioè i conguagli sull’Irpef e sulle addizionali regionali e comunali dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche, si risolvono in busta paga o con i cedolini di pensione. Nel primo caso il datore di lavoro si sostituisce al lavoratore con trattenute Irpef o rimborsi Irpef. Chi ha un datore di lavoro che si presta a fungere da sostituto di imposta ed ha capienza fiscale elevata, può tranquillamente scegliere la via del 730. Se dalla dichiarazione dei redditi esce fuori un credito di imposta per il lavoratore, cioè se deve vedersi restituire parte dell’Irpef e delle addizionali versate, il datore di lavoro con la busta paga del mese di luglio o agosto, erogherà le risultanze della dichiarazione insieme allo stipendio di quel mese.

Per contro, se il lavoratore dovrà versare delle tasse, il datore di lavoro negli stessi mesi effettuerà le trattenute. In pratica, tratterrà dallo stipendio del mese in oggetto, ciò che il Fisco pretende. Con il 730 il lavoratore non ha oneri e non deve effettuare praticamente nulla se non presentare la dichiarazione con le varie formule previste (CAF, Commercialisti, sostituto di imposta, cassetto fiscale con Spid, Cie o Cns). Ciò che accade per i lavoratori dipendenti accade per i pensionati. È l’Inps che in questo caso funge da sostituto di imposta, quasi fosse il datore di lavoro del pensionato. In questo caso è sul cedolino di pensione che si effettuano i conguagli, tanto in avere che a dare.

Modello Redditi PF, perché usarlo

Il modello Redditi invece, tiene fuori i sostituti di imposta, perché non li utilizza proprio. I conguagli a debito o a credito vengono effettuati direttamente con il Fisco. La via del modello Redditi Persone Fisiche è quella che utilizza chi ha redditi diversi oltre a quelli da lavoro dipendente o da pensione. Ma anche chi ha problemi con il datore di lavoro, magari di incapienza fiscale di quest’ultimo o perché è soggetto particolare e non virtuoso da questo punto di vista. Per i pagamenti fiscali in questo caso, tutto si risolve con il contribuente che tramite modello F24 deve andare a versare le imposte a debito. In caso di imposta a credito invece, sarà l’Agenzia delle Entrate a saldare il tutto con un bonifico direttamente al richiedente. In genere nel giro di 15/24 mesi.

Il modello 730 senza sostituto di imposta

Una via alternativa, come abbiamo detto in premessa, può essere quella di un 730 particolare. Parliamo del modello 730 senza sostituto di imposta. Nel modello 730 infatti, nel frontespizio, si inserisce il nome con tutti i dati del soggetto che deve effettuare il conguaglio, cioè del sostituto di imposta. Se non viene inserito e si barra la casella “assenza di sostituto”, si sceglie di fatto di fare effettuare i conguagli direttamente al Fisco. I tempi degli eventuali rimborsi però si allungano. Infatti occorrerà indicare all’Agenzia delle Entrate il numero del codice Iban per ottenere i rimborsi, che così arriveranno direttamente sul conto corrente del contribuente. Ma se con il sostituto di imposta tutto si risolve con le buste paga di luglio e agosto, con il 730 senza sostituto tutto si incassa a dicembre direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Pagamenti con F24 anche con il 730 senza sostituto

Senza Iban invece, tempi ancora più lunghi, perché è a marzo dell’anno successivo quello di dichiarazione che arriveranno i rimborsi.

Tempi più lunghi quindi, ma soluzione più vantaggiosa rispetto al modello Redditi PF. Ma il modello 730 anche se senza sostituto, non può essere utilizzato da tutti, perché chi è obbligato al modello Redditi PF dovrà continuare per forza di cose ad usare quello. Con il 730 senza sostituto infine, eventuali imposte a debito vanno versate con il modello F24 di pagamento. Se si utilizzano i canali dei Caf e dei commercialisti contemporaneamente alla presentazione del modello 730 verrà rilasciato anche il modello F24.

Bonus facciate, visto di conformità e congruità nel 730 e detraibilità delle spese

Per interventi rientranti nel bonus facciate del 60% per il 2022 (il 90% fino alla fine del 2021) o per il bonus casa del 50% (o bonus ristrutturazioni), se si decide di utilizzare il credito di imposta nella dichiarazione dei redditi o modello 730, anziché procedere con la cessione del credito stesso o con lo sconto in fattura, è necessaria l’asseverazione di congruità delle spese sostenute e il visto di conformità? La risposta è negativa, ma è necessario distinguere caso per caso. Inoltre, nel caso di sostenimento delle relative spese, si può procedere con la detrazione fiscale delle stesse.

Bonus facciate, quando non serve l’asseverazione di congruità e il visto di conformità delle spese?

L’asseverazione di congruità delle spese sostenute per il bonus facciate o per il bonus casa e il visto di conformità non sono necessari se si voglia godere della detrazione fiscale diretta nella dichiarazione dei redditi. Sono invece obbligatori i due adempimenti nel caso di scelta di una delle due opzione. Ovvero di  cessione del credito di imposta o di applicazione dello sconto in fattura. Lo stabilisce il comma 1 ter, dell’articolo 121 del decreto legge numero 2020.

Quando serve l’attestazione di congruità delle spese nel bonus facciate per la detrazione diretta?

Tuttavia, negli adempimenti del visto di conformità e nell’attestazione di congruità delle spese è necessario distinguere il caso le diverse tipologie di lavori. E, dunque, l’obbligo di visto può persistere anche per la detrazione diretta nella dichiarazione dei redditi. Nello specifico, per i lavori relativi alle strutture opache verticali delle facciate esterne è necessario inviare i dati all’Enea. Pertanto, per i lavori che vanno a influire dal punto di vista energetico oppure che interessano il rifacimento dell’intonaco per una percentuale superiore al 10% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio, visto e asseverazione sono necessari. E lo sono per gli interventi a partire dal 6 ottobre 2020, in conformità a quanto stabilisce l’articolo 8 del decreto ministeriale del 6 agosto 2020.

Bonus facciate o bonus ristrutturazioni ‘energetico’, l’attestazione di congruità serve sempre

L’adempimento serve ad attestare la rispondenza dei requisiti tecnici necessari per svolgere i lavori e l’asseverazione comprende già al suo interno la congruità dei costi sostenuti in rapporto ai lavori effettuati. Pertanto, in linea generale, per il bonus facciate non energetico e per il bonus casa o ristrutturazioni al 50% non è necessaria l’attestazione di congruità delle spese per la detrazione diretta nella dichiarazione dei redditi o nel modello 730. L’adempimento è necessario, invece, nel caso in cui il bonus facciate riguardi lavori “energetici”, anche nel caso di detrazione diretta.

Detraibilità delle spese per il visto di conformità nel bonus facciate

Gli ultimi interventi legislativi hanno chiarito anche la questione relativa alla detraibilità fiscale delle spese sostenute per il visto di conformità e per l’asseverazione di congruità. È possibile avvalersi della detrazione fiscale per le relative spese sostenute nel 2022. Il beneficio fiscale vige anche per le spese di visto e asseverazione sostenute a partire dal 12 novembre 2021 e per tutto il periodo fino alla termine dello scorso anno. La data del 12 novembre 2021 segna l’inizio dell’obbligo dell’adempimento con l’entrata in vigore del decreto “Antifrodi”. La conferma della detraibilità fiscale dei costi delle attestazioni è arrivata dopo gli aggiornamenti apportati dalla legge di Bilancio 2022 alla legge 234 del 2021 (legge di bilancio 2021).

Bonus facciate, si possono detrarre le spese dei visti a partire dal 12 novembre 2021?

Si ritiene, infatti, che le spese professionali per le attestazioni di congruità e per il visto di conformità per i lavori non rientranti nel superbonus 110% risultino detraibili come previsto dal comma 15, dell’articolo 119, del decreto legge numero 34 del 2020. Secondo quanto chiarito anche dall’Agenzia delle entrate, la detrazione fiscale di dette spese è ammissibile a prescindere dalla data in base alla quale siano state sostenute. Pertanto, risultano detraibili sia le spese di visto di conformità e di asseverazione di congruità sostenute a partire dal 1° gennaio 2022, sia quelle dei due mesi precedenti a partire dal 12 novembre 2021. Il beneficio fiscale risulta pertanto coerente con il trattamento già in vigore per i lavori rientranti nel superbonus 110%.