Come non pagare le tasse in modo legale

L’Italia, tra i Paesi più industrializzati, è nota per il suo elevato livello della pressione fiscale. Si pagano infatti tante tasse, spesso troppe anche perché il nostro Paese ha un debito pubblico elevato.

Ma nello stesso tempo c’è anche da dire, proprio sulle tasse in Italia, che nel nostro Paese c’è pure un sistema consolidato di detrazioni e di agevolazioni fiscali che, se accessibili, possono permettere di ridurre le imposte da pagare e, quindi, da versare all’Agenzia delle Entrate.

Vediamo allora, nel dettaglio, come non pagare le tasse in modo legale. O comunque quali sono le vie ai sensi di legge che permettono e che quindi garantiscono le riduzioni di imposta anche rilevanti.

Ecco come non pagare le tasse in modo legale, o comunque pagare meno al Fisco

Nel dettaglio, su come non pagare le tasse al Fisco italiano in modo legale, una soluzione c’è anche se è drastica. Ed è quella di trasferirsi all’estero pagando lì le tasse, magari perché queste sono più basse. Ma il tutto a patto che la residenza all’estero sia vera e non fittizia. In quanto bisogna trascorrere nella residenza estera almeno 184 giorni l’anno.

Per il resto, su come non pagare le tasse in modo legale, o comunque per pagarne di meno, al contribuente non resta che sfruttare tutte le agevolazioni che sono concesse dalla legge. Ovverosia, le esenzioni, le detrazioni fiscali e le deduzioni fiscali. Nonché i crediti fiscali già maturati che, se compensati con altre tasse da pagare, portano poi alla trasmissione di un F24 a saldo zero.

In più, su come non pagare le tasse in modo legale. c’è anche da dire che i contribuenti quando sono in difficoltà possono chiedere la rateizzazione. Ed in tal caso in modo legale le tasse non si pagheranno subito ed in un’unica soluzione. Ma un po’ per volta.

Abolizione mini-tributi: tra queste la tassa sulla laurea e sul passaporto

L’abolizione dei mini-tributi potrebbe essere a breve realtà. Ecco l’elenco delle tasse che potrebbero a breve scomparire.

Abolizione mini-tributi: quali sono?

Alcuni mini tributi potrebbero essere cancellati. Si tratta di piccole somme che spesso l’utente non sa nemmeno di versare. Ma che sa di dover compiere parecchi adempimenti per ottenerli. Anche se nella loro somma si fanno sentire nelle spese familiari. Dall’altra parte si parla di introiti bassi per le casse dello Stato. Il Governo ha inserito l’abolizione di questi mini-tributi nella legge Delega di riforma del fisco. I dettagli sono ancora da definire, proprio per mettere a punto la lista che comprende tali tributi. Infatti potrebbe sparire la tassa sul passaporto, il bollo per la laurea, l’imposta sugli intrattenimenti ed il super bollo auto per le auto più potenti. Inoltre dovrebbero essere eliminate: la tassa regionale sull’abilitazione all’esercizio per le attività professionali e l’addizionale sulle utenze di acque pubbliche.  Si parla di un gettito complessivo di circa 250 milioni annui.

Parere positivo da parte dell’Agenzia delle entrate

L’abolizione dei mini-tributi trova il parere positivo del numero uno dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini.  “Già eliminando una serie di balzelli avremmo una vita più semplice noi in agenzia e soprattutto i contribuenti che devono fare una corsa a ostacoli“- ha infatti commentato. Il fisco perderebbe un gettito pari a 152 milioni su 11 micro imposte erariali, 91 milioni su 7 imposte regionali e 10  milioni su 3 micro imposte comunali. La tassa regionale sull’abilitazione all’esercizio professionale, invece, porta ad un introito di 1,8 milioni di euro. La legge Delega inoltre dovrebbe sanare queste perdite all’interno della legge stessa. E questo fa impensierire perché potrebbero arrivare nuovi tributi o aumenti su quelli in essere. Il Governo ha al massimo 18 mesi per far diventare la legge realtà ed andare a pesare meno sulle tasche del cittadino. Tasche già ampiamente provate dalla crisi pandemica. In attesa pertanto nei prossimi mesi delle decisioni del Governo.

Saccomanni:”La recessione è giunta al termine”

Alla domanda: “La recessione è finita?”.  Fabrizio Saccomanni non ha dubbi su quale sia la risposta. “Credo di sì, credo che tra questo trimestre e il quarto trimestre l’economia entrerà in ripresa: siamo tecnicamente in quello che si chiama punto di svolta del ciclo”.

Sono dichiarazioni positive quelle rilasciate ai microfoni di Sky Tg24 dal ministro dell’Economia, alle quali hanno fatto eco quelle del premier Enrico Letta che ha confermato il pensiero del collega sostenendo che “ci sono tutti i segnali per il prossimo semestre. Gli strumenti ci sono. In questi cento giorni si è fatto molto”.

Dando dunque uno sguardo al futuro, il premier annuncia le prossime imminenti riforme, a favore dei disoccupati e dei giovani: “Un intervento per rilanciare scuola e istruzione, mentre nei prossimi giorni lavoreremo per le donne, contro il femminicidio” ha dichiarato Letta, che ha poi sottolineato l’importanza della riduzione dei costi della politica:”Il taglio del 25% dei manager pubblici. Un fatto importante, un fatto di sobrietà. E abbiamo eliminato il doppio stipendio, di deputati e ministr. Spero che i partiti discutano al loro interno, ma evitino giochi e giochini. Dobbiamo lavorare alla ripresa”.

Per quanto concerne il tema scottante sull’abolizione dell’ Imu e dell’ Iva invece, il ministro Saccomanni commenta: “I soldi non ci sono. Nel senso che abbiamo detto più volte che non vogliamo incrementare ulteriormente il debito dello Stato e non vogliamo aumentare le tasse”. Lo stesso inoltre sui debiti della Pa ha stimato che entro fine anno verranno erogati altri 10 miliardi di euro, e altri 20 all’inizio del 2014.

Francesca RIGGIO

La Confartigianato Liguria propone di abolire la tassa di inizio attività

La Confartigianato Liguria propone l’abolizione della tassa regionale di concessione sulle nuove imprese. Si tratta per il Presidente Confartigianato Liguria Giancarlo Grasso un ”Inutile aggravio sulle pmi” che andrebbe tolto una volta per tutte seguendo la tendenza di diverse altre regioni.

Nella regione ligure per aprire un’attività occorrono circa 123 € che salgono a 150 € nel caso di imprese societarie, tra marche da bollo virtuali e adempimenti vari (18 euro per i diritti di iscrizione all’albo istituito presso le Camere di Commercio, 88 euro per i diritti annuali dell’ente camerale, e 17.50 euro per la marca da bollo virtuale a cui si aggiungono 32,02 € per i diritti alla Regione Liguria da effettuare con bollettino postale in modo esclusivo).

Grasso ha spiegato che ”visto l’esiguo importo dell’introito e il basso impatto che ha sul bilancio regionale abbiamo chiesto alla Regione Liguria che sia abrogata la tassa di concessione che, oltre ad appesantire gli oneri fiscali a carico delle imprese, costituisce un ostacolo all’opera di semplificazione in corso dato che l’unico versamento che non può essere fatto per via telematica. La Liguria inoltre una delle poche regioni italiane che chiede ancora il pagamento della suddetta tassa”.  In fatto di burocrazia la Liguria non si piazza certo ai primi posti, sintomo che ancora molto è da fare.