Gli incentivi per l’apicoltura in uno dei settori dell’agricoltura più fragili

Le api sono le sentinelle ambientali, la loro presenza infatti è indice di una buona qualità dell’aria. La loro vita è però messa a rischio da un uso eccessivo di pesticidi e dall’inquinamento. Il rischio è di perdere la biodiversità garantita dalla loro capacità di impollinazione. Inoltre offrono un prodotto, il miele, ma non solo, di eccellenza per gusto e proprietà nutraceutiche, proprio per tali caratteristiche l’apicoltura viene particolarmente incentivata. L’Unione Europea, insieme ad altre istituzioni, come gli enti locali e lo Stato, mettono a disposizione incentivi per l’apicoltura. Ecco il quadro completo.

Gli incentivi per l’apicoltura dal MIPAAF

Gli incentivi per l’apicoltura sono contenuti nel bando MIPAAF 2022 (Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali). Gli obiettivi sono:

  • migliorare la qualità dei mieli e valorizzare sul mercato i prodotti che derivano dall’apicoltura (ricordiamo che il miele non è l’unico prodotto, ci sono anche la cera d’api e la pappa reale che hanno importanti proprietà);
  • difesa delle api dall’inquinamento ambientale che negli anni ha drasticamente ridotto il numero di alveari presenti in Italia;
  • monitoraggio della produzione e del mercato;
  • attività di ricerca volta a migliorare l’apicoltura e superare le criticità.

Possono accedere alle risorse enti pubblici, organizzazioni e privati che abbiano una comprovata esperienza in questo importante settore dell’agricoltura.

Aiuti all’apicoltura di Agea

Ulteriori incentivi all’apicoltura sono previsti da Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura). In questo caso sono previsti finanziamenti per:

  • assistenza tecnica e formazione professionale degli apicoltori;
  • lotta alla varroasi, si tratta di un acaro che danneggia le covate delle api e di conseguenza ne riduce drasticamente il numero vista la facilità con cui si propaga;
  • razionalizzazione della transumanza;
  • provvedimenti a sostegno dei laboratori di analisi;
  • misure di sostegno per il ripopolamento del patrimonio apicolo comunitario;
  • collaborazione con gli organismi specializzati per la realizzazione di programmi di ricerca.

La domanda per ottenere gli aiuti all’apicoltura di Agea deve essere presentata entro il 15 aprile di ogni anno alla Regione o Provincia nel cui territorio è ubicato l’allevamento di api. Può essere presentata da:

  • singoli allevatori o imprese che siano però in regola con la denuncia delle arnie;
  • organizzazioni, associazioni e unioni di apicoltori;
  • consorzi di tutela del settore apistico.

In base alla tipologia di lavoro per il quale si richiede il finanziamento, si può ottenere dal 50% fino al 100% di quanto effettivamente speso. Sarà l’Amministrazione a cui è stata presentata la domanda a stilare una graduatoria con indicati gli importi a cui hanno diritto i singoli soggetti che hanno presentato la domanda e i pagamenti sono erogati entro il 15 ottobre dell’anno in cui è stata presentata la domanda.

Bandi per incentivi all’apicoltura regionali

Ulteriori bandi per gli incentivi all’apicoltura sono previsti dalle Regioni, ad esempio la Regione Piemonte ha stanziato finanziamenti per apicoltori che abbiano almeno 52 alveari, il bando per accedere è aperto dal 1° agosto 2021 al 31 luglio 2022. In questo caso è possibile ottenere finanziamenti per l’acquisto di attrezzature per la lavorazione, conservazione e il confezionamento dei prodotti derivanti dall’apicoltura e macchine e attrezzature specifiche per favorire il nomadismo delle api.

La Regione Toscana invece ha istituito un bando per favorire la commercializzazione del miele rivolta esclusivamente agli apicoltori con partita IVA e che pratichino il nomadismo.

Questi sono solo alcuni bandi disponibili per aiuti all’apicoltura, rivolgendosi ad associazioni che si occupano di agricoltura sul proprio territorio è possibile conoscere tutte le opportunità che caratterizzano questo interessante settore. Naturalmente l’apicoltura è un settore dell’agricoltura, quindi coloro che professionalmente allevano api possono accedere anche a tutti gli altri incentivi e aiuti previsti per questo settore dell’economia. Proprio per questo vi invitiamo alla lettura di ulteriori approfondimenti:

Agricoltura 4.0: cos’è e gli incentivi per le aziende agricole

Strategia Farm To Fork: come cambieranno agricoltura e consumi

Contratti di filiera del grano duro e contributi pubblici del Mipaaf

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) attraverso il finanziamento dei fondi per le filiere del grano duro incentiva i produttori di grano, questi per poter ottenere le erogazioni devono però stipulare contratti di filiera. Ecco come funzionano.

Fondi MIPAAF per i contratti di filiera

Il grano è una delle materie prime più importanti per l’Italia infatti siamo produttori di pasta e allo stesso tempo ne siamo grandi consumatori, a ciò deve aggiungersi che la pasta è uno dei prodotti più esportati dall’Italia. Di conseguenza la materia prima rappresentata dal grano costituisce un’importante risorsa, sebbene l’Italia non sia a sua volta autonoma, infatti una parte della produzione è basata sull’importazione soprattutto dal Canada. Proprio la bassa produzione del 2021 legata a eventi climatici avversi in Canada ha portato a una vistosa impennata dei prezzi.

Il Ministero, attraverso i fondi Mipaaf per i contratti di filiera grano duro, intende da un lato migliorare la qualità del prodotto attraverso l’uso esclusivo di sementi certificate e dall’altro si pone l’obiettivo di aiutare i produttori con erogazioni. Per il triennio 2020-2022 sono stati stanziati 30 milioni di euro a cui si aggiungono 10 milioni di euro avanzati dalle campagne precedenti. Tali fondi negli anni passati sono stati essenziali per sostenere il settore e in particolare i coltivatori che devono affrontare costi spesso elevati.

La normativa prevede contributi dell’importo massimo di 100 euro a ettaro di terreno coltivato a grano duro per una quantità di terreno massimo che può accedere al beneficio di 50 ettari per beneficiario.

Tale aiuto rientra negli aiuti de minimis e di conseguenza è previsto il limite massimo di 20.000 nell’arco del triennio, naturalmente devono essere sommati gli altri aiuti.

Per una disamina esaustiva sugli aiuti de minimis, puoi leggere la guida: aiuti de minimis: cosa sono, limiti, ammontare e come ottenerli.

Cosa sono i contratti di filiera del grano duro

I contratti di filiera del grano duro sono accordi stipulati tra produttori e le imprese di trasformazione del grano duro (pastifici) finalizzati a favorire la programmazione degli approvvigionamenti, ciò è molto importante soprattutto in questo periodo in cui le scorte di grano stanno terminando e i prezzi stanno aumentando a dismisura, inoltre tali contratti sono finalizzati anche a mantenere un’elevata qualità del prodotto. Il contratto può essere sottoscritto da produttori singoli o da consorzi. Per poter accedere al beneficio il contratto di filiera deve essere sottoscritto per almeno tre anni.

Le domande devono essere presentate tramite AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), per poter partecipare è necessario presentare il contratto di filiera, inoltre è necessaria la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà inerente gli aiuti de minimis già ricevuti.

Previsioni per la produzione dell’anno 2022

Naturalmente oltre a ricevere i contributi, si riceve anche il pagamento degli importi relativi al prodotto e stabiliti in base al contratto stipulato tra le parti. Su questo punto però non mancano dubbi, infatti le quotazioni dei pastifici, sebbene siano aumentate (330 – 350 euro a tonnellata per il 2022, rispetto a 270 euro della campagna 2021), sono più basse rispetto ai valori e alle quotazioni attuali della materia prima, le stesse oscillano intorno a 500 euro a tonnellata di prodotto.

L’aumento proposto dai pastifici è quasi irrisorio considerando l’aumento delle spese per i carburanti che andrebbe ad erodere proprio tali maggiori importi. Questo vuol dire che per i coltivatori potrebbe essere più conveniente vendere il grano con contratti standard e non con i contratti di filiera. Naturalmente le valutazioni da fare sono molteplici, infatti con una ripresa della produzione, i prezzi al termine della campagna 2022 potrebbero anche risultare più bassi, un primo raffreddamento dei prezzi si è già verificato.

Per il 2022 comunque è previsto un incremento della superficie coltivata del 5% e la stessa è concentrata soprattutto nel Nord Italia, zona dove le rese sono comunque maggiori. Tra i produttori importanti occorre ricordare anche la Puglia e la Sicilia.

E’ bene ricordare che chi si occupa di agricoltura ci sono ulteriori agevolazioni ad esempio:

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E’ nata Agrinsieme, per rappresentare le cooperative del settore agricolo

In rappresentanza delle aziende e cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane, che a sua volta comprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare, è nata Agrinsieme.

Coordinatore di questa nuova associazione è stato eletto Giuseppe Politi, presidente nazionale della Cia, che rimarrà in carica per un anno.
Il modello organizzativo è quello del Copa-Cogeca, il momento di raccordo europeo tra tutte le sigle del settore agricolo e cooperativo dei Paesi membri.

Il neo presidente, unitamente ai rappresentanti delle altre cooperative, ha dichiarato: “Agrinsieme rappresenta un momento di discontinuità rispetto alle logiche della frammentazione che spesso hanno caratterizzato il mondo agricolo, ed è portatore di un nuovo modello di rappresentanza. Il coordinamento integra, infatti, storie e patrimoni di valori che non vengono annullati, ma esaltati in una strategia unitaria fortemente orientata al futuro. Agrinsieme rappresenta, pertanto, un reale valore aggiunto rispetto a quanto le organizzazioni hanno realizzato e continueranno a realizzare autonomamente”.

Uno degli obiettivi della neonata associazione sarà quello di lavorare per la diffusione di strumenti di collaborazione tra imprese agricole e tra i diversi soggetti della filiera agroalimentare, agroindustriale e della distribuzione.
Il programma economico in corso di stesura, a iniziare dai settori dei cereali, del pomodoro, degli agrumi, della zootecnia, partirà su diverse aree territoriali, ed anche sulla base della progettazione che le stesse imprese stanno prefigurando attraverso iniziative di rete e di aggregazione.

Per ora, il piano di lavoro previsto per i prossimi quattro anni prevede quattro punti:

  • politiche di rafforzamento dell’impresa per favorire l’aggregazione in strutture economiche fortemente orientate al mercato; rilanciare la ricerca e le politiche di supporto al trasferimento dell’innovazione; sostenere il ricambio generazionale; definire strumenti per il credito (puntando pure su politiche innovative relative a strumenti assicurativi e fondi mutualistici).
  • sistematica azione di semplificazione burocratica, diretta a ottenere il riordino degli Enti e delle tecnostrutture operative, la semplificazione del meccanismo AGEA e la revisione del sistema SIN, l’ unificazione di competenze sia in ambito nazionale sia regionale per ridurre gli interlocutori amministrativi delle imprese.
  • politiche di corretta gestione delle risorse naturali (suolo ed acqua), per coniugare produttività e sostenibilità, valorizzare il ruolo delle aziende agricole, anche nel campo dei servizi eco-ambientali, sviluppare “agroenergie rinnovabili” (biomasse) e nuove opportunità della “chimica verde”.
  • aggiornamento del quadro normativo di riferimento a livello europeo, nazionale e regionale.

Vera MORETTI

Pubblicato l’elenco delle particelle oggetto di variazioni colturali

Sono state rese note con una lista ufficiale le particelle oggetto di variazioni colturali, che ora saranno aggiornate anche all’interno della banca dati catastale.
Ciò è stato possibile in seguito alle dichiarazioni rese nel 2012 dai contribuenti per ottenere contributi agricoli e messe a disposizione dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura.

L’Agenzia delle Entrate ha inoltre pubblicato l’elenco dei comuni nel cui territorio si trovano i terreni “modificati”.

Questo è accaduto in seguito al decreto legge n. 262/2006, secondo cui, a partire dal 1° gennaio 2007, le dichiarazioni relative all’uso del suolo sulle singole particelle catastali rese dai soggetti interessati per il riconoscimento di contributi agricoli comunitari devono contenere anche gli elementi per consentire l’aggiornamento del catasto, risultando in tal modo sostitutive della dichiarazione di variazione colturale da rendere al catasto terreni.

Sulla base di tali informazioni, l’Agea predispone una proposta di aggiornamento della banca dati catastali e la trasmette al Fisco per le consequenziali operazioni attuative.

L’elenco dei comuni e delle particelle interessate da aggiornamento è consultabile, per i 60 giorni successivi alla pubblicazione del comunicato nella Gazzetta Ufficiale, presso i singoli Comuni coinvolti, presso le sedi dei competenti Uffici provinciali – Territorio dell’Agenzia delle Entrate e sul sito internet della stessa Agenzia.

Se si vuole contestare la variazione dei redditi, si può presentare ricorso alla competente Commissione tributaria provinciale entro 120 giorni dalla data di pubblicazione del comunicato nella Gazzetta Ufficiale.

Vera MORETTI

In arrivo aiuti per le imprese agricole. Sotto i riflettori le imprese del comparto vitivinicolo

Il Ministero dell’Economia ha attivato un fondo di circa 16,5 milioni di euro per consentire alle aziende agricole di ammortizzare il costo dell’Iva calcolata sui contributi statali ed europei. Il fondo del Ministero servirà a coprire le imposte generate dalle misure di sostegno della Rete rurale nazionale e del Feasr (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale).  IN realtà l’ammontare della somma stanziata è di 25,5 milioni, di cui 9 andranno alle imprese del comparto pesca e 16,5 alle imprese agricole. Con questi fondi lo stato interverrà sulla leva fiscale dei soggetti produttivi consentendo di abbattere i costi contributivi dell’investimento.

Inoltre, il Governo ha stanziato anche un milione da utilizzare come cofinanziamento per i progetti di promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno e nei Paesi extra Unione Europea. Questi fondi sono gestiti dall’Agea, l’ente che si occupa dei pagamenti in agricoltura, al quale spetta l’onere di tenere i rapporti con le aziende e assegnare i contributi ai progetti.

Questi finanziamenti previsti dal Governo hanno l’obiettivo di potenziare gli ambiti in cui le aziende sono meno competitive e rafforzare le posizioni dominanti. In sede di assegnazione dei fondi sono ovviamente privilegiati quei progetti che prevedono la valorizzazione del Made in Italy come principio di eccellenza nel settore dei prodotti della terra. Uno dei settori a cui verrà prestata maggiore attenzione è sicuramente quello vitivinicolo, dove dal 1995 al 2009 il consumo procapite è sceso da 55 a 43 litri, e dove le imprese perdono sempre più quote di mercato interno.

Laura LESEVRE