Contributi imprese agricole e agroalimentare, incentivi a fondo perduto fino all’80%

Un decreto del ministero delle Politiche agricole ha sbloccato risorse per 500 milioni di euro dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) per le sovvenzioni alla logistica del settore agricolo e agroalimentare. I contributi a fondo perduto possono arrivare a finanziare fino all’85% delle spese di investimento. Il provvedimento è stato firmato dal ministro Stefano Patuanelli il 15 giugno scorso. C’è da attendere solo l’esame della Commissione europea per il via libera definitivo. Successivamente Invitalia, deputata a gestire le risorse, emanerà i relativi bandi per assegnare i fondi alle imprese che ne faranno richiesta.

Contributi a fondo perduto per le imprese agricole e agroalimentari:  riferimenti del Pnrr in attesa dei bandi

I contributi a fondo perduto rientrano nella misura del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza “Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo”. Gli incentivi verranno assegnati per potenziare la logistica delle imprese agricoli e agroalimentari anche nelle operazioni di stoccaggio, per innovare i processi produttivi del settore e per ridurre i costi ambientali. Inoltre, le aziende dovranno perseguire anche gli obiettivi di riduzione dei costi economici e ambientali e di sostenere l’innovazione dei processi produttivi.

Cosa finanziano i contributi alle aziende agricole e agroalimentari per la logistica?

Le aziende beneficiarie degli incentivi dovranno dunque utilizzare i contributi assegnati per sostenere investimenti che consentano di favorire la transizione verso sistemi di produzione più sostenibili e moderni. Nel raggiungimento di questo obiettivo procedere alla:

  • riduzione dell’impatto ambientale e all’aumento della sostenibilità del settore;
  • all’ottimizzazione della capacità di stoccaggio;
  • al miglioramento delle fasi di trasformazione delle materie prime;
  • all’ottimizzazione delle differenziazioni di prodotto in rapporto alla qualità, alla tracciabilità, alla sostenibilità e alla caratteristica di produzione;
  • al potenziamento delle possibilità di esportazione delle piccole e medie imprese dei settori agricoli e agroalimentari;
  • a favorire la digitalizzazione nella logistica;
  • all’abbassamento dello spreco alimentare.

Chi può ottenere i contributi a fondo perduto per la logistica delle aziende agricole e agroalimentare?

Saranno ammesse alla richiesta dei contributi a fondo perduto le  aziende, le coop e i consorzi che svolgano la propria attività nell’agricoltura e nell’agroalimentare. Inoltre, rientrano tra i potenziali beneficiari della misura:

  • le organizzazioni di produttori (Op);
  • le aziende commerciali e distributive;
  • le imprese industriali.

Quali sono i contributi a fondo perduto spettanti alle imprese agricole?

I contributi a fondo perduto per gli investimenti nella commercializzazione dei prodotti agricoli comprendono le seguenti percentuali di finanziamento:

  • il limite del 10% dei costi per il suolo aziendale, con percentuale di contributi del 50% per le regioni meno sviluppate (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Calabria, Basilicata, Sardegna e Sicilia) e del 40% per le altre regioni;
  • l’acquisto o la costruzione di immobili per spese ammissibili fino al 70% del totale (50% le regioni meno sviluppate, 40% le altre regioni);
  • l’acquisto o il noleggio di attrezzature e di macchinari (50% di contributi per le regioni meno sviluppate, 40% per le altre);
  • gli onorari degli ingegneri e degli architetti per la sostenibilità e per gli studi di fattibilità (50% le regioni meno sviluppate, 40% le altre regioni).

Per quali imprese i contributi a fondo perduto sono maggiorati?

Rispetto alle percentuali di intensità dei contributi a fondo perduto per le imprese operanti nell’agricolo e nell’agroalimentare, sono previste maggiorazioni di incentivi per:

  • i giovani agricoltori o per coloro che lavorano già nel settore da non oltre i cinque anni precedenti la data di presentazione della domanda;
  • le spese per gli investimenti effettuati nelle zone soggette a vincoli specifici o naturali;
  • gli investimenti effettuati in ricerca e innovazione (con copertura delle relative spese fino all’85%).

Esempi di spese ammissibili ai contributi a fondo perduto in agricoltura

Sulla base del decreto dei contributi a fondo perduto per le imprese agricole e dell’agroalimentare, risultano ammissibili le spese effettuate per:

  • le immobilizzazioni materiali e immateriali. Il suolo agricolo può essere finanziato nel limite del 10% del totale delle spese sostenute;
  • le opere murarie entro il limite del 70% delle spese;
  • le infrastrutture dell’impresa specifiche;
  • gli impianti, i macchinari e le varie attrezzature;
  • i programmi informatici, il know how, le licenze, i brevetti (nel limite del 50% delle spese per le grandi aziende);
  • i servizi e i beni che favoriscono l’efficienza energetica e le fonti di energia rinnovabili;
  • i mezzi di trasporto, purché non arrechino un “danno significativo”;
  • le consulenza, entro il 4% dei costi del progetto di investimento.

Quali tipologie di investimento sono ammissibili per i contributi alle imprese agricole?

Considerando che il massimo del contributo che si può ottenere è fissato in 12 milioni di euro, le tipologie di investimento devono avere un importo compreso tra i cinque e i 25 milioni di euro per:

  • spese relative alla logistica delle imprese operanti nel settore primario;
  • i costi relativi alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura;
  • le spese dei programmi di sviluppo della logistica del settore realizzati da aziende che operano in altri settori.

Come presentare la domanda per gli incentivi del settore agricolo e agroalimentare?

Per i bandi dei contributi a fondo perduto delle aziende agricole e dell’agroalimentare, il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) farà gestire a Invitalia le risorse da assegnare. L’Agenzia, inoltre, gestirà le domande dei contributi a fondo perduto valutandole e approvandole. Successivamente, le imprese ammesse stipulano il contratto e ottengono i finanziamenti richiesti. Invitalia avrà anche compiti di controllo e di monitoraggio dell’utilizzo delle risorse. Le imprese dovranno pertanto attendere il via libera definitivo della Commissione europea per l’emanazione dei bandi e la relativa presentazione delle istanze.

Agroalimentare, in arrivo contributi a fondo perduto per 500 milioni

In arrivo 500 milioni di euro dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) per i contributi a fondo perduto a finanziamento della logistica agricola e agroalimentare. Nella giornata di ieri, 15 giugno 2022, il ministro delle Politiche Agricoli Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli, ha firmato il decreto che prevede l’istituzione dei Contratti per la logistica agroalimentari. Il provvedimento ora passerà all’esame della Commissione europea per l’ok definitivo. Successivamente si passerà a emanare i relativi bandi per l’assegnazione delle risorse alle imprese interessate.

Contributi a fondo perduto alle imprese dell’agroalimentare: i riferimenti normativi del Pnrr in attesa dei bandi

I finanziamenti rientrano nella misura del Pnrr “Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo”. Il 40% dei fondi a disposizione andranno a favore delle imprese situate in Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Campania, Calabria, Basilicata e Abruzzo. L’obiettivo dei progetti è quello di rafforzare i sistemi di logistica e di stoccaggio delle imprese operanti nell’agroalimentare, anche potenziandone la competitività dalla filiera. Di fondo, le imprese dovranno contribuire anche a raggiungere gli obiettivi della riduzione dei costi economici e ambientali e del sostegno all’innovazione dei processi produttivi.

Quali sono gli obiettivi dei contributi alle imprese dell’agroalimentare per la logistica?

Le imprese beneficiarie dei contributi dovranno dunque utilizzare le risorse a disposizione del decreto nel sostegno di investimenti che permettano di conseguire la transizione verso formule di produzione più sostenibili e moderne. In questa direzione dovranno:

  • ridurre l’impatto ambientale e aumentare la sostenibilità del settore;
  • ottimizzare la capacità di stoccaggio;
  • migliorare le fasi di trasformazione delle materie prime;
  • ottimizzare le differenziazioni dei prodotti in base a qualità, tracciabilità, sostenibilità e caratteristica di produzione;
  • potenziare le possibilità di export delle piccole e medie imprese del settore agroalimentare;
  • procedere nella direzione della digitalizzazione nella logistica;
  • abbassare lo spreco alimentare.

Chi può accedere ai contributi a fondo perduto per la logistica delle imprese dell’agroalimentare?

Ammessi alla richiesta di finanziamenti sono le imprese, le cooperative e i consorzi operanti nell’agricoltura o nell’agroalimentare. Inoltre, possono presentare le domande di finanziamento:

  • le organizzazioni di produttori (Op);
  • le imprese distributive e commerciali;
  • le aziende industriali.

Quali sono le spese ammissibili ai fini dei contributi del settore agricolo e agroalimentare?

Ai fini dei finanziamenti alle imprese operanti nel settore agricolo e agroalimentare saranno ammissibili i progetti di investimenti che comporteranno spese per:

  • attivi immateriali e materiali che possano incrementare l’efficienza delle strutture. In particolare, quelle di stoccaggio, di magazzino, di trasformazione e di digitalizzazione;
  • opere infrastrutturali relative ad aree produttive, commerciali e logistiche.

Come presentare domanda per i contributi a fondo perduto del settore agricolo e agroalimentare?

Per i bandi dei contributi a fondo perduto delle imprese agricole e agroalimentari, il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) si avvarrà dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa (Invitalia). L’Agenzia, in particolare, gestirà i flussi delle domande di finanziamento al fine di valutarli e approvarli, prima di arrivare alla stipula dei contratti e all’erogazione delle risorse (con compiti anche di controllo e di monitoraggio). Occorrerà dunque attendere l’ok definitivo della Commissione europea prima dell’emanazione dei bandi e della relativa presentazione delle domande.

Agricoltura, ancora un anno di indennità di disoccupazione Covid in deroga

Ancora un anno di indennità di disoccupazione Covid in deroga per i lavoratori del settore agricolo. La conferma è arrivata dall’Inps che ha emesso la circolare numero 60 del 2022 su parere del ministero del Lavoro. La circolare riguarda:

  • l’indennità di disoccupazione agricola alla quale ha diritto il lavoratore agricolo per l’anno 2021;
  • la valorizzazione dei trattamenti di integrazione salariale in deroga corrisposti nello scorso anno ai lavoratori del settore agricolo in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid.

L’indennità di disoccupazione in deroga andrà a vantaggio dei lavoratori agricoli con contratto a termine e a quelli con contratto a tempo indeterminato.

Indennità agricola in deroga, chi può prenderla?

Analogamente a quanto già previsto per l’indennità del 2020, pure per accedere all’indennità di disoccupazione agricola del 2021 la circolare specifica che gli operai agricoli con contratto a tempo determinato debbano risultare effettivamente iscritti  negli appositi elenchi riferiti al 2021 per almeno 1 giorno. Gli operai agricoli con contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, assunti o licenziati nello scorso anno, pur non beneficiando di trattamenti di integrazione del salario in deroga, rientrano rientrano tra i fruitori dell’indennità di disoccupazione in deroga purché  abbiano prestato almeno 1 giorno di lavoro effettivo nel corso del 2021.

Cosa avviene per i lavoratori agricoli che abbiano due lavori?

I lavoratori che abbiano due o più contratti di lavoro, dei quali uno agricolo, beneficiano dell’indennità di disoccupazione in deroga sia per il lavoro svolto in agricoltura che per quello svolto nel settore differente. Per il calcolo dell’indennità di disoccupazione agricola del 2021, si considerano solo i periodi di cassa integrazione richiesti da aziende agricole e fruiti nel corso dell’anno 2021 per effetto della sospensione oppure della diminuzione dell’orario di lavoro agricolo.

Indennità di disoccupazione Covid per i lavoratori agricoli assunti a tempo determinato

Per gli operai agricoli assunti con contratto a tempo determinato, i requisiti per la disoccupazione sono i seguenti:

  • l’iscrizione per almeno 1 giorno negli elenchi del 2021;
  • la fruizione della cassa integrazione salariale in deroga per Covid nel corso dell’anno 2021.

Per la disoccupazione in deroga, ai fini del calcolo dell’indennità di disoccupazione agricola spettante per l’anno 2021, i trattamenti di integrazione del salario in deroga fruiti per l’emergenza sanitaria sono utili esclusivamente per i periodi nei quali siano stati corrisposti entro la scadenza del 31 dicembre 2021.

Indennità di disoccupazione Covid per i lavoratori agricoli con contratto a tempo indeterminato

Agli operai agricoli con contratto a tempo indeterminato, è richiesta l’iscrizione per almeno 1 giorno negli appositi elenchi dell’anno 2021. Inoltre è richiesta la fruizione della cassa integrazione salariale (Cisoa) per l’emergenza sanitaria nel corso del 2021. Per la disoccupazione in deroga, il calcolo dell’indennità agricola del 2021 comprende i trattamenti di integrazione salariale corrisposti per l’emergenza sanitaria per i periodi che sono stati effettivamente fruiti entro la scadenza del 31 dicembre 2021.

Disoccupazione agricola: il requisito contributivo per l’accesso

I requisiti contributivi per l’accesso alla disoccupazione agricola fanno capo all’articolo 22 del decreto legge numero 18 del 2020. In particolare, per il calcolo delle prestazioni di disoccupazione agricola di competenza del 2021, gli operai agricoli con contratto a tempo determinato saranno equiparati a lavoro ai fini del calcolo del requisito contributivo richiesto per accedere alla prestazione. Lo stesso avviene per i lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato. Si fa dunque riferimento ai periodi di Cisoa che sono stati fruiti nel corso dello scorso anno a causa dell’emergenza sanitaria.

Calcolo dell’indennità di disoccupazione, quanto spetta ai lavoratori agricoli?

I lavoratori ricevono l’indennità di disoccupazione agricola per un numero di giornate pari a quelle lavorate nel corso dell’anno di competenza, entro i 365 giorni. Al numero dei giorni deve essere applicato il parametro annuo di riferimento detraendo i periodi di lavoro:

  • agricolo;
  • non agricolo;
  • alle dipendenze;
  • autonomo;
  • le giornate già indennizzate mediante altri istituti, come malattie, infortuni e cassa integrazione;
  • le giornate non indennizzabili.

Qual è la retribuzione di riferimento per l’indennità di disoccupazione degli agricoli?

La retribuzione di riferimento per il calcolo dell’indennità di disoccupazione dei lavoratori agricoli, l’Inps utilizza l’importo giornaliero percepito per i trattamenti di cassa integrazione salariale. La retribuzione di riferimento si calcola mediante la media fra la retribuzione corrispondente ai giorni di effettivo lavoro e la retribuzione fruita a titolo di cassa integrazione salariale. In particolare per:

  • gli Otd (lavoratori agricoli con contratto a termine), l’indennità di disoccupazione corrisponde al 40 per cento della retribuzione di riferimento detratta del 9% a titolo del contributo di solidarietà. L’indennità è corrisposta fino a un massimo di cinque mesi (150 giorni);
  • gli operai con contratto a tempo indeterminato (Oti) percepiscono un’indennità corrispondente al 30 per cento della retribuzione effettiva. Per questi lavoratori non vengono applicate delle trattenute.

Bonus carburanti per agricoltura e pesca, arrivato codice per compensazione

L’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 23/E del 30 maggio 2022 ha reso noto il codice da utilizzare nel modello F24 per ottenere la compensazione per il Bonus Carburanti riconosciuto ad aziende agricole e imprese del settore pesca.

Cos’è il bonus carburanti per agricoltura e pesca

Il bonus carburanti per le imprese del settore agricoltura e pesca è stato istituito con il decreto Ucraina Bis, articolo 18. L’obiettivo è aiutare le imprese che operano in questi due settori a far fronte ai rincari del settore che, come risaputo, sono notevoli. Queste due tipologie di attività, più di altre, si ritrovano a dover fare i conti con gli aumenti, viste le quantità elevate di gasolio per autotrazione che utilizzano.

La norma prevede che a parziale copertura dei maggiori costi che le imprese dell’agricoltura e pesca si trovano a dover affrontare, sia riconosciuto un contributo straordinario sotto forma di credito di imposta. Il contributo è pari al 20% dei costi sostenuti per i carburanti nel primo trimestre del 2022, quindi i mesi di gennaio, febbraio e marzo.

Qual è il codice tributo per credito di imposta per carburanti agricoltura e pesca e come utilizzarlo

Avere un credito di imposta vuol dire di fatto che è possibile scontare il credito maturato attraverso altre imposte. In questo caso si tratta di imposte pagate con il modello F24. Il modello F24 ammette compensazioni attraverso i codici tributo, ma di fatto fino a quando non si stabilisce e rende noto il codice tributo per la compensazione, la stessa non si può ottenere. Proprio per questo le imprese impegnate nel settore dell’agricoltura e della pesca stavano attendendo la pubblicazione dello stesso.

L’Agenzia delle Entrate ha provveduto con la Risoluzione 23/E del 30 maggio. Il codice da indicare per i bonus carburanti è 6965. Occorre inserire il codice nel modello F24, nella sezione “Erario”, in corrispondenza della colonna importi a credito compensati”.

Nel caso in cui il contribuente debba riversare l’agevolazione, deve indicare il codice 6965 nella colonna “importi a debito versati”. Nel campo “anno di riferimento” deve essere indicato l’anno in cui è stata sostenuta la spesa in formato “AAAA”, cioè l’anno deve essere indicato per esteso .

Imprese agricole e agroalimentari: arriva il credito di imposta del 40%

Arriva il credito di imposta del 40% per le imprese agricole e agroalimentari. Si tratta dell’incentivo per il commercio elettronico delle due tipologie di imprese agricole che può arrivare al 40% per gli anni 2021, 2022 e 2023. Il limite ammissibile è pari a 50 mila euro all’anno, secondo quanto prevede il comma 131 dell’articolo 1, della legge numero 178 del 2020 (legge di Bilancio 2021). La misura va a sostegno, in particolare, dello sviluppo del commercio elettronico e del made in Italy.

Credito di imposta del 40% per imprese agricole e agroalimentari: i riferimenti normativi

A disciplinare il credito di imposta del 40% a favore delle imprese agricole e agroalimentare per le strutture informatiche del commercio elettronico è il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate numero 174713 del 20 maggio scorso. Le risorse messe a disposizione delle imprese ammontano a 15 milioni di euro per tutto il triennio 2021-2023, pari a 5 milioni di euro all’anno.

Bonus 40% delle spese sostenute da imprese agricole e agroalimentare: per cosa si può ottenere il credito di imposta?

Ammesse al credito di imposta del 40% sono le imprese agricole e agroalimentari. Il bonus può essere richiesto anche dalle cooperative o dai consorzi che aderiscono alle “Strade del vino”, come previsto dalla lettera a), del comma 1, dell’articolo 2, della legge numero 268 del 1999. Le spese ammissibili riguardano le infrastrutture informatiche per realizzare il commercio elettronico delle imprese agricole.

Quali sono le spese ammesse al credito di imposta del 40% a favore delle imprese agricole?

Più nel dettaglio delle spese ammesse al credito di imposta, per ottenere gli incentivi è necessario fare investimenti per:

  • migliorare le potenzialità delle vendite a distanza verso compratori che si trovino al di fuori del territorio italiano;
  • creare depositi fiscali virtuali all’estero, la cui gestione è a carico di organismi associativi;
  • migliorare gli accordi con gli spedizionieri doganali;
  • infine portare avanti progetti e investimenti che possano incrementare le esportazioni mediante software, tecnologie, sistemi di sicurezza e sviluppo di database.

Credito di imposta alle imprese agricole per il commercio elettronico: come viene calcolato l’incentivo?

Il credito di imposta delle spese ammissibili sostenute dalle imprese agricole per favorire il commercio elettronico  si calcola nella percentuale del 40% per:

  • gli investimenti ammissibili effettuati nel limite di 50 mila euro per le piccole e medie imprese che operano nella produzione primaria dei prodotti agricoli;
  • le spese nel limite di 25 mila euro effettuate dalle grandi imprese che operano nella produzione primaria;
  • gli investimenti effettuati dalle piccole e medie imprese agroalimentari nel limite di spesa di 50 mila euro.

In tutti e tre i casi, la percentuale del 40% e il limite delle spese ammissibili è da ritenersi per ciascuno degli anni dal 2021 al 2023.

Credito di imposta alle imprese agricole e agroalimentare: la comunicazione all’Agenzia delle entrate

Per usufruire del credito di imposta del 40% sulle spese per favorire il commercio elettronico delle imprese agricole, le imprese devono inviare comunicazione all’Agenzia delle entrate. La comunicazione per le spese sostenute nel 2021 va inviata a partire dal 20 settembre fino al 20 ottobre prossimi. Per le spese effettuate nel 2022, le imprese dovranno inviare comunicazione all’Agenzia delle entrate dal 15 febbraio al 15 marzo.

Imprese agricole, due novità: ristori da 15mila a 100mila euro e domande contributi innovazione dal 23 maggio

Due novità interessano le imprese agricole. La prima è una notizia dell’ultima ora relativa a ristori dell’Unione europea alle imprese del settore che siano state danneggiate dagli aumenti dei prezzi delle materie prime e delle fonti di energia. Le risorse per assicurare i ristori alle imprese sarebbero assicurate da una quota di investimento del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr). La seconda novità è la presentazione delle domanda di contributi a fondo perduto per gli investimenti innovativi a partire da domani, 23 maggio 2023.

Fondi Feasr per i ristori degli agricoltori: di cosa si tratta?

I ristori degli agricoltori assicurati dai fondi Feasr sono stati proposti dalla Commissione europea nella giornata del 20 maggio scorso per far fronte alle difficoltà delle imprese del settore. Si tratterebbe di pagare un contributo una tantum alle aziende agricole e agroalimentari danneggiate dalla crescita dei prezzi. In particolare, l’aumento dei costi si registra sia sulle fonti di energia che su particolari prodotti utilizzati, come i mangimi e i fertilizzanti. Le risorse per i ristori saranno ricavate dal 5% del totale della dotazione dei fondi Feasr per il biennio 2021 e 2022.

Ristori alle imprese agricole e agroalimentari, per cosa saranno assicurati e da quando le domande?

I ristori dovranno dunque assicurare un sostegno diretto alle imprese agricole e agroalimentare. Secondo le stime della Commissione europea, lo stanziamento per gli aiuti alle piccole e medie imprese agricole si aggira a circa 1,4 miliardi di euro per tutti i Paesi membri dell’Unione europea. Le imprese beneficiarie potrebbero ricevere contributi a fondo perduto nelle seguenti misure:

  • fino a 15 mila euro per le imprese agricole;
  • entro i 100 mila euro per le piccole e medie imprese che svolgono l’attività nella trasformazione, nella commercializzazione e nello sviluppo di prodotti agricoli.

Il Framework della Commissione europea prevede che i pagamenti dei ristori alle imprese agricole arrivino entro il 15 ottobre 2022.

Contributi a fondo perduto per l’innovazione delle imprese agricole, domande da domani

La seconda misura è di immediata attuazione. Riguarda la richiesta dei contributi a fondo perduto per le imprese del settore agricolo al fine di effettuare investimenti innovativi. Ammesse ai finanziamenti sono le micro e le piccole e medie imprese che svolgano attività nella trasformazione e nella commercializzazione dei prodotti agricoli. Sono escluse dai finanziamenti le imprese che vogliano investire in innovazione ma che abbiano ad oggetto in via esclusiva la produzione agricola primaria e non la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli. Si tratta del regime di aiuti e di incentivi previsti dal decreto direttoriale del 13 maggio 2022. In particolare, il ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) ha stanziato 5 milioni di euro a favore del Fondo per gli investimenti innovativi delle aziende dell’agricoltura.

Finanziamenti e contributi a fondo perduto imprese agricole: quali sono le spese ammissibili?

Per gli investimenti innovativi delle imprese agricole è previsto un mix di incentivi. Infatti, si possono ottenere agevolazioni nella formula di contributi a fondo perduto fino alla percentuale del 40% delle spese ammissibili e finanziamenti agevolati. In particolare, il contributo a fondo perduto standard è del 30% calcolato sulle spese ammissibili; il contributo aumenta al 40% per i beni compresi negli allegati A e B della legge numero 232 del 2016. Il limite del contributo per ogni imprese che ne faccia richiesta è fissato a 20 mila euro.

Quali sono le spese ammissibili dei contributi a fondo perduto e finanziamenti alle imprese agricole?

Le spese ammissibili riguardano l’acquisto di beni strumentali, sia materiali che immateriali. L’elenco dei beni acquistabili è presente negli allegati A e B della legge numero 232 del 2016. Le imprese potranno presentare istanza di richiesta dei contributi sia per i beni appartenenti all’Allegato A che per quelli dell’Allegato B.

Requisiti per l’ammissibilità delle spese ai fini dei contributi a fondo perduto delle imprese agricole

L’acquisto dei beni compresi nei due allegati deve, in ogni modo, rispettare i requisiti di ammissibilità previsti per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati a favore dell’innovazione delle imprese agricole. In particolare, gli investimenti devono assicurare che:

  • le spese siano inerenti ai processi di trasformazione o di commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura;
  • l’investimento deve essere avviato e concluso entro i dodici mesi successivi alla data di presentazione dell’istanza;
  • gli investimenti devono essere mantenuti per almeno tre anni a decorrere dal giorno di erogazione dei contributi a fondo perduto.

Contributi a fondo perduto imprese agricole, come presentare domanda?

La domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti per investimenti innovativi in agricoltura si può presentare a decorrere dalle ore 10:00 di domani, 23 maggio. La scadenza è fissata per le ore 17:00 del 23 giugno prossimo. Ogni impresa può inoltrare al Mise una sola istanza di concessione del contributo. Le domande verranno valutate secondo l’ordine cronologico di arrivo. Dopo la presentazione della domanda di concessione, la richiesta di erogazione del contributo dovrà essere presentata dal 30 settembre 2022 al 30 settembre 2023. Anche in questo caso, le domande verranno valute secondo l’ordine cronologico di presentazione. È infine possibile chiedere l’erogazione a titolo di anticipazione dell’incentivo di una quota pari al 50% del contributo concesso.

 

 

Agricoltura: Donne in campo, arriva la proroga dei termini per la domanda

Le donne che si occupano di imprenditoria in agricoltura sono in crescente aumento, le imprenditrici in questo settore sono oltre 200.000 in Italia ( il 28% a livello nazionale) e sono in grado di apportare innovazione e saper fare. Proprio per incentivare la presenza delle donne in questo settore, nasce Donne in Campo, la misura agevolativa rivolta alle donne che investono in agricoltura.

Cos’è Donne in Campo

Donne in Campo è una misura agevolativa che si rivolge a micro, piccole e medie imprese a conduzione femminile in forma singola o associata. Consente di ottenere mutui agevolati a tasso zero per importi fino a 300.000 euro . Il finanziamento a tasso zero si può ottenere per un importo massimo del 95% delle spese sostenute.

Donne in Campo nasce con l’obiettivo di finanziare progetti che abbiano l’obiettivo di migliorare il rendimento e la sostenibilità dell’azienda. Inoltre è possibile finanziare attività volte al miglioramento delle condizioni agronomiche e ambientali, il benessere degli animali, l’igiene, miglioramento delle infrastrutture e modernizzazione delle aziende.

Quali spese possono godere delle agevolazioni

Le spese sostenibili con il finanziamento a tasso zero previsto dal progetto Donne in Campo, gestito da ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare)  riguardano il progetto visto nella sua globalità, infatti possono essere comprese anche le spese relative allo studio di fattibilità. Questo però deve avere un importo che non supera il 2% del totale dei costi da sostenere per il progetto. A queste possono essere unite le spese per la progettazione, nel totale studio di fattibilità e progettazione non possono rappresentare oltre il 12% dell’investimento totale.

Possono essere finanziate, senza limiti:

  • lavori necessari per le infrastrutture e gli oneri per il rilascio delle concessioni;
  • acquisto di macchinari, attrezzature e per la realizzazione degli impianti, ad esempio irrigazione, ma anche per la distribuzione di cibo agli animali o per la mungitura ( molto dipende dalla natura dell’azienda)
  • spese per l’acquisto di beni pluriennali;
  • costi da sostenere per l’acquisto dei terreni, in questo caso l’importo non deve superare il 10% del totale del progetto per il quale si chiede il finanziamento, quindi deve rappresentare solo una decima parte dell’investimento complessivo;
  • infine, possono essere ricomprese le spese per la formazione dei soci e dei dipendenti.

La domanda per accedere a questa misura agevolativa, che ricordiamo deve essere presentata entro il 30 giugno 2022 ( il termine inizialmente previsto era il 30 marzo 2022), consente di ottenere esclusivamente un finanziamento a tasso zero per un ammontare massimo del 95% delle spese.

Per avere maggiori informazioni visita il sito www.ismea.it

Donne in Campo e Più Impresa: avvicendamento

Questa misura però è in via di superamento e sarà inglobata a breve nel progetto “Più Impresa” anch’esso diretto alle imprese al femminile. Si tratta di una misura agevolativa prevista dal decreto legislativo 185 del 2000, Titolo I, Capo III che per l’anno 2022 vede un incremento del fondo di 5 milioni di euro.

Il fondo Più Impresa rispetto a Donne in Campo permette di avere maggiore sostegno, infatti, consente di ottenere un contributo a fondo perduto che può arrivare al 35% del valore del progetto. A questa misura agevolativa si unisce un mutuo a tasso zero a copertura fino al 60% del valore del progetto con un limite massimo di spesa per ogni progetto di 1,5 milioni di euro. Il tutto fino a esaurimento dei fondi disponibili.

La riunione di Donne in Campo all’interno di Più Impresa è prevista dalla legge di bilancio 2022 che ha inteso semplificare il mondo degli aiuti alle imprese.

Ricordiamo che ISMEA mette a disposizione anche la Banca dei terreni agricoli. Per sapere come funziona leggi gli approfondimenti:

Banca delle Terre Agricole: uno strumento per trovare terreni incolti

Banca delle Terre Agricole: ISMEA mette a disposizione terreni in Puglia

Fondo perduto per il recupero di fattorie e casali nei terreni agricoli, la guida 2022

Un settore spesso trascurato ma assai importante in Italia è quello agricolo. Ed il governo italiano da tempo tende a considerarlo importante. Infatti non sono pochi gli aiuti previsti per chi intende avviare una attività in questo ambito, anche a fondo perduto. Le autorità tendono a spingere i giovani in un settore che statisticamente è il meno osservato proprio dai giovani. Ma oltre a incentivi per aprire le attività agricole, ed oltre a una serie di premi ed agevolazioni a chi imprenditore agricolo o mezzadro già lo è, ci sono diverse altre misure. Una di queste riguarda il recupero di casali, cascine e fattorie agricole.

I contributi a fondo perduto per le cascine ed i casali

Bonus e agevolazioni per recuperare cascine e fattorie non possono non collegarsi con quelli dedicati ai giovani che vogliono avviare o riavviare una attività proprio in una fattoria agricola. Tra contributi a fondo perduto e  bonus ristrutturazioni, mai come adesso recuperare casali, cascine e fattorie può essere vantaggioso. Va detto che proprio grazie a concreti aiuti offerti, il settore sta riscuotendo un interesse crescente. Il settore dell’agricoltura sta diventando sempre più interessante. Da un lato per via della crisi economica e della scarsità di opportunità lavorative in altri ambiti, ed un po’ per le tante misure, tra cui finanziamenti a fondo perduto e le tante agevolazioni, il settore sta interessando anche i giovani.

Fattorie agricole, le agevolazioni, tra detrazioni e fono perduto

Dagli agriturismo alla semplice coltivazione del terreno o all’allevamento del bestiame. Ciò che si può fare con una fattoria agricola è un argomento vasto e vario. Ormai sono largamente diffuse le  fattorie agricole che svolgono queste attività. E molte sono costituite da singoli imprenditori o rientrano nel novero delle Piccole e Medie Imprese (PMI). Il collegamento tra eccellenze del territorio da rivalutare e servizi quali la ricettività e la ristorazione, sono ormai fattori predominanti nelle fattorie agricole.

Oggi esistono diversi incentivi che permettono di guardare al settore come una opportunità. Per esempio, occorre registrare la possibilità di ottenere un finanziamento a fondo perduto pari al 50% della spesa  e dell’investimento sostenuto per i giovani che decidono di diventare agricoltori. Ma anche il 40% sempre a fondo perduto per recuperare e ristrutturare fattorie agricole già attive. Quest’ultimo incentivo è assai vantaggioso. Infatti arriva fino a 60.000 euro di contributo ammissibile.

Agricoltura, uno sguardo ai giovani anche a fondo perduto

Occorre essere giovani di età compresa trai 18 ed i 36 anni non compiuti. Non è necessario risultare già imprenditori agricoli, ma basta che tale qualifica sia ottenuta entro 2 anni dalla presentazione della domanda di agevolazione. Si tratta di finanziamenti che possono riguardano anche altre attività collegate al mondo agricolo quali l’allevamento, la pesca , gli orti e così via dicendo.

I bonus ristrutturazioni anche per il settore agricolo

Il recupero di cascine e fattorie di campagna rientra nel bonus ristrutturazioni sempre attivo. Il restauro e il risanamento di questi immobili rientrano nel bonus generale sulle ristrutturazioni edilizie. In questo caso non ci sono contributi a fondo perduto ma agevolazioni fiscali. Infatti c’è la detrazione del 50% della spesa sostenuta da utilizzare come vantaggio fiscale in dichiarazione dei redditi. Per spese ingenti, va ricordato che la detrazione può essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo.

Agricoltura, contributi in conto capitale e finanziamenti agevolati: domande dal 23 maggio

Si potranno presentare a partire dal 23 maggio 2022 le domande per i contributi in conto capitale e i finanziamenti agevolati dei contratti di filiera. Le agevolazioni riguardano, in particolare, le imprese agricole e quelle agroalimentari. È quanto specifica l’avviso numero 182458 emanato dal Mipaaf il 22 aprile scorso che specifica la percentuale degli incentivi variabile dal 10% al 100% in base alla dimensione dell’azienda che fa richiesta dei contributi e degli interventi programmati.

Bando contributi e finanziamenti Mipaf per l’agricoltura: di cosa si tratta?

Si tratta del quinto bando del Mipaaf pubblicato il 22 aprile 2022 relativo ai contratti di filiera del settore agroalimentare. L’avviso reca le caratteristiche, le modalità e le forme per la presentazione delle domande di accesso ai contratti di filiera e le modalità di erogazione delle agevolazioni di cui al decreto ministeriale numero 0673777 del 22 dicembre 2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 marzo 2022. Il Mipaaf avvisa, inoltre, che nelle prossime settimane verrano pubblicati gli avvisi inerenti i distretti del cibo e gli altri settori, in particolare di pesca e acquacoltura.

Contributi in conto capitale e finanziamenti agevolati del contratto di filiera: quali imprese agricole e agroalimentari possono richiederli?

Sono ammessi ai contributi in conto capitale e ai finanziamenti agevolati dei contratti di filiera:

  • imprese, anche in forma consortile;
  • società cooperative, i loro consorzi e le imprese organizzate in regi di impresa del settore agricolo e agroalimentare;
  • gli organismi di ricerca e di diffusione della conoscenza;
  • le organizzazioni di produttori agricoli e le associazioni di organizzazioni di produttori agricoli;
  • le società costituite tra soggetti che esercitano l’attività agricola e le imprese commerciali, industriali e addette alla distribuzione. In questo caso, almeno il 51% del capitale sociale debba essere posseduta da imprenditori agricoli, dalle cooperative agricole e dai loro consorzi.

Contratti di filiera, quali sono gli importi degli incentivi richiedibili?

Sono ammessi ai contributi in conto capitale e ai finanziamenti agevolati i soggetti per un importo complessivo degli investimenti tra i 4 e i 50 milioni di euro. L’importo del progetto per ogni singolo beneficiario è determinato in un minimo di spesa pari a 400 mila euro. Fanno eccezione gli investimenti nella produzione agricola primaria fatti dalle piccole e medie imprese. In questo caso, il minimo di spesa è pari a 100 mila euro. Non sono ammissibili spese relative a beni acquistati con la locazione finanziaria. Gli interventi devono essere completati nel termine di 4 anni dal giorno in cui si è sottoscritto il contratto di filiera.

Quali sono le spese ammissibili per il contratto di filiera?

I soggetti ammessi ai contributi e ai finanziamenti possono utilizzare gli incentivi per le seguenti spese:

  • investimenti in beni materiali e immateriali, purché connessi alle produzioni agricole primarie;
  • acquisti per la trasformazione di prodotti agricoli e per la commercializzazione degli stessi;
  • costi per partecipare ai regimi di qualità e alle misure promozionali dei produttori di prodotti agricoli;
  • spese per partecipare a fiere, mostre e concorsi;
  • costi sostenuti per i progetti di ricerca e di sviluppo del settore;
  • partecipazioni a fieri per investimenti volti a incentivare la produzione di fonti di energia rinnovabili.

Mix contributi in conto capitale e finanziamenti agevolati per il settore agricolo: cosa si può richiedere?

Le agevolazioni alle imprese agricole consistono in un mix di contributi in conto capitale e di finanziamenti agevolati. In particolare:

  • le due formule si possono richiedere con l’integrazione del finanziamento bancario. In tal caso, per la concessine degli aiuti, i soggetti beneficiari devono richiedere e ottenere un finanziamento bancario a copertura del 50% dell’ammontare del progetto;
  • solo in alternativa si può richiedere l’integrazione contributi in conto capitale e finanziamenti agevolati.

Come presentare domanda per i contributi in conto capitale e finanziamenti agevolati in agricoltura?

I soggetti ammissibili ai contributi e finanziamenti potranno presentare domanda all’apertura della piattaforma dedicata. L’apertura è prevista per il 23 maggio 2022. Il termine dell’invio delle istanza è fissato in 90 giorni a partire dall’apertura della piattaforma. La scadenza è fissata sempre in 90 giorni dall’apertura della piattaforma. Dunque se il 23 maggio prossimo non dovesse essere ancora attiva, il termine decorrerà dall’effettiva data di messa a disposizione della piattaforma. Le imprese interessate possono avere maggiori informazioni sull’invio della domanda dal decreto ministeriale numero 0673777 del 22 dicembre 2021.

Agricoltura, contributi a fondo perduto per il recupero del patrimonio rurale

Ammontano a 590 milioni di euro le risorse dei bandi regionali per il recupero degli immobili e degli edifici rurali. Si tratta di incentivi per restaurare e valorizzare il patrimonio paesaggistico e architettonico degli edifici e dei casali rurali. L’obiettivo di spesa dei fondi è quello di preservare gli immobili rurali al fine di valorizzarne il patrimonio materiale, immateriale e culturale. Ma anche di promuovere le attività del turismo sostenibile, legate alle tradizioni e alle culture locali.

Contributi a fondo perduto per il recupero rurale, quali opere sono finanziate?

Il bando da 590 milioni di euro di contributi a favore del recupero rurale ammette vari interventi. Nel dettaglio:

  • il recupero di edifici e degli immobili rurali che, in origine, erano destinati a utilizzi abitativi, come le masserie e i casali;
  • edifici rurali per attività produttive, come frantoi, mulini, stalli e case coloniche;
  • il patrimonio religioso, come chiese rurali ed edicole votive;
  • le scuole e le masserie didattiche;
  • le strutture rurali che con il tempo sono state abbandonate.

Chi può presentare domanda per i contributi a fondo perduto del recupero degli edifici rurali?

Il bando dei contributi a fondo perduto per il recupero degli edifici rurali è regionale. Ciò significa che ciascuna regione emette il proprio bando, con le proprie tempistiche di presentazione delle domande. Le istanze dei soggetti interessati andranno a sostenere le iniziative di recupero e di restauro del proprio territorio. I requisiti per la presentazione delle domande sono uniformi su tutto il territorio nazionale. In particolare, possono partecipare al bando:

  • le persone fisiche;
  • gli enti non profit e profit privati, inclusi gli enti ecclesiastici e quelli del terzo settore;
  • le cooperative, le associazioni e le fondazioni;
  • le imprese, sia a carattere individuale che societaria.

Bando recupero immobili rurali, quali sono i requisiti richiesti per presentare la domanda?

Inoltre, chi presenta domanda per i contributi a fondo perduto per il recupero rurale deve essere, a sua volta, proprietario o detentore di immobili rientranti nel patrimonio culturale rurale alla data del 31 dicembre 2020. Si può essere possessore dell’immobile a qualsiasi titolo. I vincitori del bando dovranno portare a termine le attività di recupero e culturali previste dal bando per un periodo non inferiore a cinque anni.

Quali attività sono previsti dal bando recupero immobili rurali delle regioni?

Le attività ammissibili dal bando di recupero degli immobili rurali, al fine di ottenere i contributi a fondo perduto, sono le più svariate. Oltre al recupero dal punto di vista edilizio e architettonico e della valorizzazione paesaggistica, il bando ammette anche attività di tipo sociale e culturale. Ad esempio, possono essere realizzati spazi da destinare a servizi di tipo sociale, turistico e ricettivi, all’educazione ambientale, alla conoscenza del territorio e al funzionamento delle imprese agricole.

Contributi e finanziamento per il recupero edifici rurali, ammissibili le spese degli impianti termici

I progetti che otterranno maggiore considerazione in termini di punteggio saranno quelli che presenteranno obiettivi e soluzioni compatibili con la transizione ecologica e con il ricorso a fonti energetiche alternative. A tal proposito, oltre ai lavori edilizi, negli interventi dovranno rientrare anche l’acquisto e l’installazione di impianti termici, comprendendo nei contributi anche le spese per le attrezzature, gli impianti e i vari pareri, nulla osta e consulenze dei tecnici.

Quando dovranno essere avviati i lavori di risanamento e di recupero degli immobili rurali?

I lavori di risanamento e di recupero edilizio, paesaggistico e architettonico per i vincitori dei bandi regionali ai fini dell’ottenimento dei contributi a fondo perduto dovranno essere iniziati entro il 30 giugno del 2023 e conclusi non oltre il 31 dicembre 2025. Il mancato rispetto delle date comporta la revoca dei contributi ottenuti.

Quali contributi e finanziamenti si possono ottenere con i bandi regionali di risanamento conservativo degli edifici rurali?

I contributi che si possono ottenere con i bandi emanati dalle regioni per il recupero e il restauro degli immobili rurali consistono:

  • in un contributo fino al limite di 150 mila euro come forma di cofinanziamento entro l’80% dei progetti di investimento;
  • il contributo può salire fino al 100% se l’immobile oggetto di lavori risulti dichiarato di interesse culturale. Rimane il limite dei 150 mila euro per intervento;
  • modifiche alle risorse disponibili variano a seconda delle regioni.

Come presentare domanda per i bandi regionali di recupero del patrimonio rurale?

Ogni Regione emette il proprio bando per i contributi finalizzati al recupero del patrimonio rurale e fissa le date per la presentazione delle domande. Alcune regioni hanno già fissato i termini delle istanze. Ad esempio, il Friuli Venezia Giulia e la Campania aprono le pratiche il 26 aprile 2022 e la scadenza delle domande è fissata al 20 maggio 2022. Da domani, 22 aprile, si potranno presentare le domande per la Regione Sardegna. Tuttavia, la piattaforma per la presentazione delle domande è unica per tutte le Regioni. È necessario collegarsi al Portale Paesaggi Rurali gestito dalla Cassa depositi e prestiti e autenticarsi con l’indirizzo di posta elettronica e la password.