Più sconti contributivi in agricoltura, tre sostegni ai pescatori

Sconti contributivi in agricoltura più ampi dopo i chiarimenti dell’Inps sul regime applicabile alle zone particolarmente svantaggiate e montane. E alcune misure a favore dei pescatori penalizzati dalla crisi scaturita dal conflitto in Ucraina. Sono queste le due novità arrivate a sostegno dei datori di lavoro e dei dipendenti del settore primario. In particolare, come chiarito dall’Inps, l’esonero contributivo applicato al 75% per i territori montani e al 68% per le zone svantaggiate, può essere beneficiato anche dai datori di lavoro non inquadrati nel settore agricolo per i dipendenti addetti alle attività classificate come agricole.

Sgravi contributivi 2022, a quali aziende agricole vanno?

Il chiarimento è arrivato dall’Inps con la circolare numero 1666 del 2022. La misura a favore del settore agricolo consiste nella diminuzione dei premi e dei contributi dovuti dai datori di lavoro del settore per i propri dipendenti. Gli sconti contributivi possono essere goduti sia per il personale assunto a tempo determinato che indeterminato. In particolare, per i territori montani particolarmente svantaggiati, l’agevolazione a favore del datore di lavoro consiste nella riduzione al 25% di premi e contributi. Con un abbattimento degli stessi del 75%. Per le zone agricole svantaggiate occorre far riferimento all’Obiettivo 1 del regolamento numero 1260 del 1999 che comprende anche le regioni di Basilicata, Molise e Abruzzo. L’agevolazione a favore dei datori di lavori è fissata al 32% dei premi e dei contributi dovuti, con uno sgravio dunque del 68%.

Quali imprese, anche non agricole, possono beneficiare degli sgravi contributivi?

La circolare Inps ha chiarito che le attività agricole comprese nello sgravio dei contributi, compresa l’assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro, le disposizioni per l’assistenza e la previdenza, rientrino anche i datori di lavoro i cui dipendenti assunti, sia a tempo determinato che indeterminato, siano da considerare come agricoli anche nei casi in cui si tratti di:

  • pubbliche amministrazioni per gli interventi di forestazione;
  • aziende associate o singole impegnate in appalti o in concessione per interventi di forestazione;
  • consorzi per l’irrigazione e il miglioramento fondiario, inclusi i consorzi di bonifica e quelli per la manutenzione degli impianti irrigui;
  • aziende, anche in forma associata, che si occupano di proteggere e curare la fauna selvatica e al controllo della caccia;
  • imprese non agricole che sono collegate alla raccolta di prodotti agricoli e alle attività di pulitura, cernita e imballaggio;
  • le aziende che fanno interventi di manutenzione e di sistemazione forestale e agraria.

Aziende pesca, in arrivo nuovi sostegni per i pescatori dovuti alla guerra in Ucraina

Per le aziende del settore della pesca sono in arrivo tre nuovi sostegni per contrastare gli effetti negativi scaturiti dalla guerra in Ucraina. Si tratta di bonus per l’arresto temporaneo delle attività di acquacoltura e della pesca, anche per la mancanza di sicurezza. Infatti, il primo intervento in arrivo è quello che sostiene le imprese del settore per i fermi temporanei delle attività nel caso di rischi per l’aggressione della Russia all’Ucraina; il secondo intervento sostiene le imprese dedite a immagazzinare i prodotti ittici in ammasso, secondo quanto prevede il Regolamento comunitario numero 1379 del 2013; il terzo sostiene le aziende ittiche per il mancato guadagno e per le spese aggiuntive derivanti dalla crisi in Ucraina. Gli aiuti funzioneranno anche come rimborsi per le spese sostenute a partire dal 24 febbraio 2022.

Agricoltura: i 7 professionisti più richiesti dalle aziende agricole

Il mondo dell’agricoltura è in forte evoluzione grazie a una nuova concezione, con approccio maggiormente scientifico, e grazie alla nuova Politica Agricola Comune che mira ad aumentare i redditi di chi si occupa di agricoltura e a favorire il ricambio generazionale. Proprio per questo nel mondo dell’agricoltura nascono e sono ricercate nuove professioni, vedremo ora quali sono i 7 professionisti più richiesti e quali sono le prospettive.

Le figure storiche nel mondo dell’agricoltura

Tradizionalmente nel mondo dell’agricoltura abbiamo figure storiche, cioè il coltivatore diretto, l’imprenditore agricolo professionale, IAP, i lavoratori occasionali che vengono impiegati nei periodi di maggiore lavoro. Accanto a loro sempre più spesso ritroviamo anche altre figure che si occupano di sviluppare idee innovative o comunque di portare innovazione, scienza e tecnologia all’interno delle aziende. Vediamo ora chi sono tali professionisti. Insomma, è bene dire addio a lavori usuranti, manuali e poco pagati. Il mondo dell’agricoltura è in completa evoluzione e si possono avere soddisfazioni economiche vivendo a contatto con la natura.

Professionisti più richiesti nelle aziende agricole: Perito agrario e agronomo

La prima figura di cui parlare è il perito agrario, non si tratta di una novità, infatti già da decenni questa figura affianca l’imprenditore agricolo all’interno delle aziende. Tale titolo viene attribuito a chi ha conseguito un diploma presso un istituto tecnico superiore di agraria ed è iscritto in apposito albo. All’interno delle aziende svolge attività di consulenza, progetta interventi per la ottimizzazione della produzione, attraverso anche tecniche di rotazione delle colture. Affine, ma molto più specializzato è l’agronomo, si tratta di un professionista laureato in percorsi universitari che comprendono esami di chimica, agraria, zootecnia, diritto agrario, economia agroalimentare. Tra le facoltà che consentono di accedere a tale professione ci sono: scienze e tecnologie agrarie, pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale, scienze e tecnologie agrozootecniche, ingegnerie per l’ambiente e il territorio, scienze e tecnologie agroalimentari, scienze per la cooperazione e lo sviluppo.

Queste prime due professioni hanno il merito di portare un approccio scientifico all’agricoltura, ad esempio attraverso piani specifici di produzione volti a migliorare e aumentare la produzione. Sfida molto importante nel terzo millennio visto che la popolazione sta aumentando e c’è la necessità di fornire cibo a tutti. Vediamo ora professioni un po’ insolite ma che stanno avendo sempre più successo.

Agricoltore didattico

Chi vuole lavorare nel settore dell’agricoltura può provare la professione dell’agricoltore didattico. Si tratta di un professionista impegnato all’interno delle fattorie didattiche, queste affiancano alla normale attività agricola anche l’accoglienza a comitive (soprattutto scolastiche) con l’obiettivo di avvicinarle all’agricoltura o quanto meno insegnare da dove viene il cibo che arriva in tavola e gli aspetti ecologici ed etici della filiera agroalimentare.

Agrichef

Un’altra figura sempre più richiesta è l’Agrichef. Lavora soprattutto nell’ambito di agriturismo, si tratta di uno chef che però prepara i suoi piatti avendo particolare attenzione alla stagionalità dei prodotti. Utilizza prevalentemente prodotti provenienti dall’azienda stessa o comunque da aziende in prossimità. L’obiettivo è migliorare il rapporto tra le persone e il cibo attraverso un meticoloso rispetto dei tempi della natura e recuperando ricette dei tempi passati e della cucina contadina.

Botanico

Esiste già da tempo, ma solo negli ultimi anni è maggiormente richiesta, la figura del botanico. Anche in questo caso siamo di fronte a un professionista che però si occupa soprattutto di semi e quindi di incroci volti a creare specie ibride (ad esempio creare semi per piante in grado di resistere meglio agli attacchi di funghi e parassiti), ricerca di nuove specie, ricerca di semi antichi andati perduti e studio di tecniche volte a migliorare i metodi di coltivazione e favorire la biodiversità.

I professionisti più richiesti nel mondo dell’agricoltura: agricoltore biologico

Nella figura degli agricoltori spicca invece l’agricoltore biologico, cioè un professionista specializzato in agricoltura biologica e quindi in grado di produrre senza uso di pesticidi. Questa figura sarà molto importante nei prossimi anni perché tra gli obiettivi della PAC 2023-2027 vi è proprio l’incremento delle produzioni biologiche attraverso tecniche come impollinazione per favorire al biodiversità che a sua volta è in grado di assicurare un maggiore controllo dei parassiti e inerbimento volto a sostituire l’uso di diserbanti.

Agricoltore digitale

Tra i professionisti più richiesti nelle aziende agricole, per ultimo, ma sicuramente il più innovativo, è l’agricoltore digitale. Si tratta in realtà del tradizionale agricoltore che però utilizza strumenti all’avanguardia per la gestione dei campi e delle stalle. In questo caso è essenziale l’uso di nuove tecnologie come i droni e rilevatori di umidità e di altri parametri.

Ad esempio, vi sono numerosi agricoltori che pur avendo l’azienda principale, o base, in Italia, hanno scelto di coltivare anche in molti paesi dell’Est Europa, in questo caso usano le nuove tecnologie per valutare a distanza se è necessario irrigare i terreni e quindi dare l’input a distanza agli impianti di irrigazione. Sempre a distanza sono in grado di analizzare i terreni e determinare se c’è bisogno di particolari concimazioni, ad esempio di potassio o azoto. Aziende particolarmente evolute sono in grado anche di utilizzare a distanza trattori con guida automatizzata. L’agricoltore digitale si occupa spesso anche di allevamenti con gestione a distanza delle stalle.

Ricordiamo che per lo sviluppo di tecniche di produzione innovative sono previsti anche aiuti e tra questi assumono particolare rilevanza i Programmi di sviluppo rurale. Per saperne di più, leggi l’approfondimento: Agricoltura: cosa sono i PSR, Programmi di Sviluppo Rurale, e come accedere ai fondi?

Agricoltura: girasole e soia, dalla UE sbloccano 22.000 ettari a riposo, inizia la corsa

Circa 22.000 ettari a riposo in agricoltura, sono stati sbloccati in Emilia Romagna con provvedimento della UE. Terreni precedentemente a riposo che adesso andranno verso le coltivazioni di mais e soia. Una notizia buona questa, perché sul sito “sulpanaro.net”, si parla di una Emilia Romagna che vira dritto verso la produzione di girasole, soia e sorgo per  rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare, mai come adesso in pericolo.

Sbloccati 22.000 ettari di terreni a riposo

Dalla UE la notizia che molti addetti al settore agricolo attendevano. Lo sblocco dei terreni a riposo è un vantaggio non indifferente per alcune produzioni di cui già oggi si ha grande bisogno. L’Unione Europea sblocca di fatto ben 22.000 ettari di terreni a riposo. Il mondo dell’agricoltura è in fermento. Il settore dell’agricoltura è tra quelli più colpiti da ciò che sta accadendo in Ucraina, con il conflitto con la Russia.

In Emilia Romagna adesso di potranno  seminare nuovi campi di girasole soia, sorgo e mais. La questione della salvaguardia di approvvigionamento alimentare ha spinto le Autorità Europee a passare all’azione.  E le associazioni di categoria gongolano. Il problema nasce dalla carenza sempre maggiore di concimi e fertilizzanti. E dalla Confagricoltura dell’Emila Romagna, fanno sapere che la via giusta è quella intrapresa dalla UE. Si deve virare direttamente su colture che prevedono un uso meno drastico e radicale di prodotti fitosanitari.

Si deve guardare ad altre colture in agricoltura

La guerra tra Russia ed Ucraina gioco forza ha portato ad un netto calo di approvvigionamento di questi prodotti utili alle coltivazioni più disparate, primo tra tutti il grano. Proprio Lorenzo Furini, il responsabile per la Confagricoltura della Regione, per quanto concerne la sezione cereali, parla di coltivazioni di girasole, soia e sorgo, come di quelle dove c’è meno bisogno di concimi e fertilizzanti. Prodotti che per il grano, ma anche per il mais (anche se è inserito tra le colture da avviare, si consiglia di scegliere le altre), servono a dismisura. E visto che comunemente è da quei paesi oggi in Guerra che si attinge per la maggiore in Italia, ecco che le vie alternative vanno sfruttate.

Il suggerimento della Confagricoltura

Oltre al responsabile dell’area cereali della Confagricoltura, anche il presidente della stessa associazione in Emilia Romagna la pensa in egual modo. Secondo Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, per le coltivazioni di questo 2022 e anche dell’anno venturo, serve  adottare dei piani strategici di settore finalizzati a coltivare nel tempo ciò di cui abbiamo bisogno. E senza considerare i fertilizzanti che purtroppo saranno sempre meno reperibili vista la piega lunga che sta prendendo il conflitto in Ucraina.

Secondo i rappresentanti della nota associazione, come si legge sul già citato sito, proprio lo sblocco dei terreni a riposo fa da lancio al fatto che in Emilia Romagna sarà possibile incrementare la produzione di girasole di oltre il 25%. Con una variazione non indifferente e non solo numericamente. In effetti in Emilia Romagna si sta svoltando verso il girasole da olio e non solo quello da seme. Il tutto per la continua carenza di questo prodotto sempre più richiesto e sempre più carente.  Da 12.000 a 17.000 ettari sarà l’aumento dei campi coltivati a girasole. E da 40.000 a 47.000 ettari sarà l’incremento dei campi di soia.

L’allarme delle Coldiretti: in Italia moltissimi alberi sono pericolosi per i cittadini

Da una parte il verde, con l’importanza per ambiente e clima che inevitabilmente hanno alberi e piante. Le città che diventano sempre più un agglomerato di cemento sono sempre all’ordine del giorno di ambientalisti e amanti del verde. Ed hanno ragione, visto che il cambiamento climatico e quello che l’uomo sta facendo al pianeta Terra è davvero grave. Ma è altrettanto vero che ci sono altre problematiche da tenere in considerazione fortemente quando si parla di alberi. Perché pare che i Italia ben 54.000 alberi in giro per la Penisola, sono pericolosi.

Perché ci sono alberi pericolosi per l’incolumità dei cittadini

Come si legge sul sito “Ottopagine.it”, la Coldiretti, popolare associazione operante nel settore agricolo, lancia un pesante allarme. In Italia ci sarebbero circa 54.000 alberi pericolosi. Alberi che cadono perché piantati dove non va bene. SI solleva l’attenzione su errori pregressi come terreno o posizione. Ed un albero pericolante, inevitabilmente è un pericolo per la comunità. Senza considerare poi le carenze di manutenzione, problema del problema se si parla di alberi e verde pubblico.

I cambiamenti climatici, che hanno portato ovunque in Italia, i fenomeni che prima erano tipicamente tropicali, hanno aumentato esponenzialmente il numero di eventi gravi e di alberi sradicati da vento e intemperie. La carenza nelle opere di manutenzione del verde pubblico è dimostrato e dimostrabile. Inoltre, le statistiche di cui parla la Coldiretti hanno i riscontri precisi dei vari interventi che in tutta Italia hanno prodotto i Vigili del Fuoco. I 54.000 alberi pericolanti in giro per l’Italia infatti, sono esattamente gli interventi che i nostri pompieri hanno effettuato con questo genere di motivazione. L’occasione per parlare di queste cose è stata l’ultima allerta meteo che la Protezione Civile ha diramato in questi giorni a causa delle condizioni atmosferiche in ben 7 Regioni dello Stivale.

L’Italia ha seri problemi, alcune province molti di più

Prendendo spunto dalla nuova allerta meteo di questi giorni, poi dimostratasi assolutamente reale viste le grandinate ed il forte vento in diversi luoghi d’Italia, la Coldiretti ha prodotto la sua specifica analisi. Un approfondito quadro della Penisola dove si evince come il problema di alberi abbattuti dal vento o spezzati e riversi su carreggiate e strade, è diffuso ovunque. Stando a quanto si legge sul prima citato sito, ci sono città e Province dove i casi sono numericamente maggiori. Varese, Monza Brianza,  Milano, Gorizia, Trieste, Napoli, Roma, La Spezia e Prato, avrebbero fatto registrare il maggior numero di interventi dei Vigili del Fuoco. Tra scelte sbagliate con alberi piantati in posizioni non propriamente ideali e mancata manutenzione, pare che siano salite di oltre il 5% le chiamate ai Vigili del Fuoco rispetto agli anni precedenti. L’analisi chiama in causa l’anno 2021 rispetto al 2020 e al 2019. Secondo l’associazione, le scelte sbagliate sono soprattutto quelle della collocazione. Gli alberi non andrebbero piantati dove capita. Ogni albero deve avere il suo terreno ideale. E ogni albero deve avere l’adeguata manutenzione.

Quindi, il terreno e la posizione, ma anche il clima di ogni particolare zona deve essere ben calcolato. Le potature periodiche poi, come anche la cura del terreno circostante sono altrettanto importanti. Il suggerimento della Coldiretti è di rendere partecipi anche i professionisti del settore, cioè gli agricoltori che sanno bene cosa significa tenere in buona salute un albero e curarlo alla perfezione. La sinergia tra istituzioni e privati cittadini (gli agricoltori), potrebbe dare una concreta mano a risolvere la questione.

Gli effetti della crisi in Ucraina anche sull’agricoltura italiana, ecco tutti i perché

Anche e forse soprattutto il settore agricolo esce con le ossa rotta da quanto sta succedendo in Ucraina. Il conflitto nato a seguito dell’invasione della Russia non avrà certo conseguenze marginali rispetto all’economia mondiale, europea ed italiana. Gli scambi internazionali ormai sono diffusissimi. Non c’è nulla da fare da questo punto di vista. Le interazioni tra Stati portano inevitabilmente a delle conseguenze quando, per un motivo o per l’altro, la macchina si inceppa. E una guerra non poteva che produrre effetti drammatici da questo punto di vista. Ed anche la Penisola sarà interessata da tutto ciò. Settore più settore meno, i danni saranno ingenti. E l’agricoltura come settore economico è uno di quelli che maggiormente ne pagherà dazio. È ciò che sostiene la Senatrice Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama.

Cosa inciderà di più sull’economia del settore agricolo

Da sempre attenta alle politiche economiche e agricole, la senatrice Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, ha messo in luce un grave pericolo per il comparto agricolo. Secondo la senatrice forzista, circa un terzo della produzione agricola nazionale finirà con l’essere messa in ginocchio, o quanto meno a rischio, per l’incremento  dei costi dell’energia e per la nota carenza di fertilizzanti e dei cereali. Si tratta di materie utili al settore dell’agricoltura, che l’Italia recupera dai Paesi in guerra, e che adesso mancano o salgono di prezzo. È la legge del mercato questa. E se a questo si aggiunge la siccità che da oltre tre mesi interessa molte Regioni dello Stivale, il gioco è fatto.

Una situazione queste che per Anna Maria Bernini rischia di diventare drammatica. Per questo servirebbero immediatamente aiuti e incentivi. La Bernini in pratica, chiede nuovi sostegni nazionali e soprattutto un cambio di passo a livello comunitario. Italia ed Europa devono intervenire, almeno secondo la senatrice forzista. Un po’ le stesse cose che  chiedono le associazioni di categoria. Lo si legge a chiare lettere sul sito “agricoltura.it”, dove appunto, vengono riportate le parole di Anna Maria Bernini.

Gli errori fatti adesso vengono a galla anche in agricoltura

Da tempo si parla di pericolo enorme per l’intera economia italiana con gli effetti indiretti della guerra tra Ucraina e Russa. Se pensiamo che circa il 40% del gas usato in Italia da famiglie e imprese proviene dalla Russia, inevitabile la crisi. E si parla degli errori che sono stati fatti in passato visto che il dipendere in una misura così forte da uno Stato per una materia così importante come il gas, è un errore. Occorre incentivare la produzione autonoma e differenziare maggiormente i fornitori. Lo stesso è ciò che dice la Bernini sul settore agricolo.

Secondo la senatrice berlusconiana, la guerra in Ucraina ha messo a nudo gli errori strategici commessi. A partire dallo smantellamento della produzione energetica e agroalimentare. E adesso serve rivedere il tutto, con nuovi aiuti  di Stato oltre che il rinvio della nuova Politica agricola comunitaria (Pac). Nuovi aiuti quindi e nuove misure che devono guardare alla situazione attuale che è peggiorata con il conflitto in Ucraina.

In arrivo nuovi aiuti in agricoltura, ecco di cosa si tratta

Con l’obbiettivo di detonare gli effetti della grave crisi economica per il Covid, da parte dell’Unione Europea ecco alcune misure eccezionali. Per sostenere la filiera e l’intero settore agricolo e zootecnico, non potevano mancare aiuti su base europea. Il settore è nettamente in crisi, soprattutto per due fattori scatenati. Gli aumenti di molti dei prodotti che tipicamente si utilizzano in agricoltura e la speculazione di mercato che non manca mai in periodi di crisi economica.

Cosa sta accadendo nel settore dopo la crisi Russia-Ucraina

Una serie di aiuti si sono resi necessari per contenere la gravissima crisi economica che la guerra tra Russia e Ucraina ha indotto. Una crisi che si aggiunge ad un’altra. Perché sono ancora in pieno corso gli altri effetti sull’economia, di due anni di pandemia. E tra i settori maggiormente colpiti dalla grave crisi, senza dubbio l’agricoltura e la zootecnia. Settori questi colpiti duramente da aumenti dell’energia elettrica e del gas, da incrementi del prezzo del carburante (anche quello per uso agricolo naturalmente), da aumenti dei mangimi e dei concimi e dalla speculazione dei mercati. Come si legge sul sito di settore “agricoltura.it”, la crisi c’è e si sente bene, ma dalla UE sta per arrivate una prima risposta importante. Nuove misure e provvedimenti  per garantire la sicurezza alimentare e aiutare gli agricoltori a fronteggiare gli effetti di questa crisi.

Sblocco dei terreni a riposo, di cosa si tratta?

Si parte con lo sblocco di più di 4 milioni di ettari di terreni messi a riposo. Questo il primo capitolo degli interventi dell’Unione Europea. Si tratta di terreni siti nelle aree di interesse ecologico.  Un intervento atto a implementare la produzione di beni quali il mais o i vari cereali. La Comunità Europea quindi spinge per coprire gli ammanchi di produzione di questi beni. Solo per l’Italia, a questo capitolato di intervento, la UE ha intenzione di mettere a disposizione 50 milioni di euro. Si tratta di un intervento e di dotazioni utili come sostegno per l’attivazione della cosiddetta riserva di crisi della PAC.

Sul sito prima citato, anche i commenti che una delle principali associazioni italiane di settore, la CIA-Agricoltori, ha prodotto dopo l’annuncio del pacchetto di aiuti. Un autentico piano straordinario europeo è quello che si sta per mettere in atto per fronteggiare le emergenze dell’intero settore. Più o meno quello che è accaduto già con la pandemia in questi ultimi 24 mesi.

Cosa dice la CIA Agriocoltori

Molto importanti le deroghe al greening per tutto il 2022 sui terreni a riposo. Una soluzione per accelerare la produttività di cereali per esempio, vista la grave crisi che questo genere di prodotto sta vivendo per la speculazione dei mercati viste le difficoltà di approvvigionamento internazionale. Il fatto che verranno a mancare le importazioni dalle zone scenario di guerra oggi, cioè l’Ucraina. Sono circa 7/8 milioni di tonnellate di mais per esempio, quelli si cui si sentirà la mancanza perché di provenienza dall’Ucraina. Ma anche il grano avrà seri problemi perché oggi Russia e Ucraina rappresentano un quarto delle esportazioni globali del cereale. Dalla UE inevitabile, vista la situazione, spronare gli agricoltori italiani a seminare di più.

Anche gli anticipi PAC

Un tipico esempio il granturco è un prodotto che l’Italia deve spingere. Infatti nell’ultimo decennio l’Italia ha perso il 30% della produzione di granoturco. Dalla UE arriva anche ilvia alla attivazione della cosiddetta riserva di crisi PAC. Si tratta di un fondo da 500 milioni di euro che ogni stato che fa parte dell’Unione Europea potrà finanziare in partecipazione in misura pari al 200%. L’idea è quella di arrivare a 35.000 euro ad azienda, in modo tale da sostenere tramite aiuti di Stato, le spese di produzione delle aziende stesse.

Agricoltura, in arrivo contributi per la crisi Ucraina: aiuti imprese per 35mila euro

In arrivo contributi e aiuti in agricoltura per le imprese del settore e della pesca colpite dalla crisi scatenata dalla guerra in Ucraina. Complessivamente, per i Paesi membri dell’Unione europea sarà messo a disposizione mezzo miliardo di euro per il sostegno delle imprese agricole e per gli agricoltori. In più ci sarà una deroga per la coltivazione di quattro milioni di ettari di terreni incolti e maggiore flessibilità sui requisiti inerenti le importazioni di mangimi. Si tratta di alcune delle misure incluse nel “pacchetto Ucraina” approvato nella giornata del 23 marzo dalla Commissione europea.

Contributi imprese agricole e della pesca, quanti fondi sono a disposizione per la crisi Ucraina del 2022?

I provvedimenti in arrivo per l’agricoltura e le imprese agricole e della pesca sono a carattere straordinario e temporaneo. Il nuovo framework di aiuti alle imprese agricole terminerà il 31 dicembre 2022. Lo chiarisce la stessa Commissione europea. L’obiettivo è garantire la sicurezza alimentare all’interno dei Paesi membri dell’Unione europea. Per l’Italia le risorse a disposizione sono di 48 milioni di euro di contributi diretti. I fondi derivano dalle riserve della Politica agricola comune (Pac) messe a disposizione per le eventualità di crisi. Ma i fondi possono essere integrati fino a 148 milioni di euro (+ 200%) grazie alle risorse nazionali. L’integrazione dei terreni da coltivare corrispondono a 200 mila ettari.

Quanti contributi potranno ricevere le imprese agricole con gli aiuti della Commissione europea nel 2022?

In base alla comunicazione della Commissione europea, il massimale che le imprese agricole potranno ricevere di contributi per il 2022 arriva a 35 mila euro. L’importo va rapportato a ogni singola impresa agricola oppure della pesca. La soglia minima, rispetto alla bozza della comunicazione della Commissione europea dei giorni scorsi, è dunque aumentata. Si ipotizzavano aiuti di 20 mila euro per ciascuna impresa. Ma nella fase di stesura finale della comunicazione, si prevedevano aiuti che potevano arrivare fino al limite dei 40 mila euro.

Quando partiranno i contributi a fondo perduto per le imprese agricole e per la pesca della Commissione europea?

La distribuzione dei contributi a favore delle imprese agricole e della pesca per il sostegno della crisi della guerra in Ucraina, necessiterà di provvedimenti che gli Stati membri dovranno adottare entro il termine massimo del 30 giugno 2022. Nel dettaglio, gli Stati membri dovranno notificare entro fine giugno le misure che verranno adottate, i criteri per l’elargizione dei contributi e l’impatto atteso.

Cosa si sa dei contributi a favore delle imprese agricole e della pesca?

Le risorse che ciascun Paese avrà a disposizione per il sostegno delle imprese agricole e della pesca dovranno essere distribuite in base a un budget previsionale. L’importo massimo del sostegno economico alle imprese, pari a 35 mila euro, potrà prevedere le seguenti formule:

  • la sovvenzione diretta;
  • le agevolazioni fiscali e di pagamento;
  • le altre formule di aiuto che prevedano un rimborso. Ad esempio, finanziamenti o prestiti, garanzie o anticipi;
  • gli aiuti dovranno essere al lordo di ogni detrazione d’imposta o di ogni altro onere.

Quali altre condizioni potranno prevedere i contributi e i finanziamenti alle imprese agricole e della pesca?

Inoltre, la comunicazione della Commissione europea sugli aiuti alle imprese agricole e della pesca prevede che non potranno essere concessi contributi alle imprese oggetto di sanzioni economiche adottate dall’Unione europea; il divieto vige anche per le imprese controllate da entità o da persone russe o bielorusse. Inoltre, i contributi per le imprese agricole non dovranno essere stabiliti in base alla quantità oppure al prezzo dei prodotti immessi sul mercato.

Aiuti Commissione europea anche al mercato delle carni

Ulteriori aiuti alle imprese del settore primario sono assicurati dalla Commissione europea anche per il mercato delle carne suine. Saranno a vantaggio delle imprese agricole anche le misure che assicurino maggiori anticipi sui pagamenti diretti. Inoltre, gli Stati membri potranno decidere di ridurre le aliquote Iva.

 

Fino a 15.000 euro di ristori per le aziende agricole, ecco dove e quando

L’emergenza epidemiologica non ha risparmiato nessuno. Nessun settore è stato esentato dalla grave crisi economica parallela all’emergenza sanitaria. I lockdown sono stati un disastro per tutti, per tutte le attività e in ogni settore o quasi. Anche quello agricolo ha subito ingenti danni. Lo Stato e le amministrazioni locali però, corrono ai ripari. Contributi a fondo perduto, ristori, aiuti. Gli ultimi anni sono stati pieni di misure straordinarie di aiuto, anche se il più delle volte dimostratesi insufficienti. Una novità adesso riguarda il settore agricolo, con un ristoro per le aziende colpite dal lockdown che può arrivare a 15.000 euro. Ecco di cosa si tratta e cosa occorre sapere per questa importante novità.

Perché anche il settore agricolo ha subito il duro colpo del lockdown

Quando era ancora Ministro, Teresa Bellanova, si aprì ad una regolarizzazione degli stranieri, anche e soprattutto per venire incontro al settore agricolo. Infatti iniziava a registrarsi una netta carenza di manodopera. Il fato che erano vietati gli spostamenti tra Regione e Regione e tra Stato e Stato, è stato il primo vero problema per il settore agricolo.

Un settore che attinge manodopera, storicamente, dall’estero. E gli extracomunitari che comunemente riempiono la campagna delle accolte nei campi, sono mancati. Producendo danni alle aziende agricole e alla filiera.

Ma non c’è solo questo genere di problema. Infatti il settore ha inevitabilmente subito il calo delle vendite, dell’economia e i provvedimenti di chiusura che hanno costretto le persone a casa, senza lavoro e senza reddito. L’economia tutta è stata gravemente colpita. E la ricaduta sul settore agricolo è stata eloquente.

La Sicilia si muove, nuovo aiuto alle aziende agricole, presto i soldi

Fino a 15.000 euro a fondo perduto, come ristoro per alcune delle aziende maggiormente colpite dai lockdown. È ciò che si sta per fare in Sicilia. L’Assessore Regionale  all’Agricoltura, allo Sviluppo rurale e alla Pesca mediterranea, Toni Scilla, lo ha annunciato ufficialmente.  “Domani sarà pubblicato l’elenco dei beneficiari degli aiuti a fondo perduto”, questo ciò che ha detto l’Assessore Regionale, come si legge sul sito di informazione locale, “PalermoToday.it”.

E ristori fino a 15.000 euro alle imprese agricole  colpite dal lockdown sono una specie di manna dal cielo molto attesa dagli interessati. A bilancio per l’operazione, sono stati messi 15 milioni di euro per contributi a fondo perduto di cui tratterà l’elenco che l’amministrazione Regionale renderà pubblico presto. Il contributo da 15.000 euro va inteso come contributo massimo spettante. Infatti la misura prevede la concessione di un ristoro tra 1.000 e 15.000 euro a beneficiario.

“Con una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro sarà pubblicato domani l’elenco dei beneficiari degli aiuti a fondo perduto con ristori che vanno da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 15 mila euro ad azienda”, sono queste le parole dette da Toni Scilla.

Nello specifico la misura riguarda tutte le aziende che erano in attività alla data del 4 maggio 2020 e che hanno subito cali di fatturato in misura pari o superiore al 60%.

Agroalimentare, mix di incentivi con finanziamenti fino al 100%: ecco per quali spese

In arrivo per il settore agroalimentare un mix di incentivi con finanziamenti che possono arrivare a coprire fino al 100% degli investimenti effettuati. Si tratta dei contratti della filiera agricola e alimentare con investimenti rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Il relativo decreto è quello del ministero delle Politiche agricole del 22 dicembre 2022, pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 61 del 14 marzo scorso. Il mix di contributi a fondo perduto e in conto capitale e di finanziamenti a tassi agevolati permetterà alle imprese operanti nel settore agricolo e nella filiera della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli di effettuare investimenti in ricerca e sviluppo.

Quali imprese agroalimentari sono ammesse ai contributi a fondo perduto e finanziamenti dei contratti di filiera?

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, secondo quanto dispone il decreto, andranno a favore delle imprese delle filiera agroalimentare. Le tipologie di aziende ammesse agli incentivi saranno non solo le singole imprese ma anche:

  • le imprese organizzate in forma consortile;
  • società cooperative e consorzi;
  • le reti di imprese;
  • organizzazioni di produttori agricoli e associazioni di organizzazioni;
  • società che esercitano attività agricole e imprese industriali, commerciali e distributive.

Obiettivi dei contratti di filiera tra imprese e soggetti impegnati a realizzare gli investimenti

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati sono volti dunque a favorire gli investimenti in ricerca e sviluppo di imprese appartenenti alla filiera agricola e commerciale. L’obiettivo è quello di creare relazioni più efficienti tra i diversi livelli della filiera incrementando le ricadute positive sulle produzioni agricole. Il contratto di filiera, pertanto, dovrà essere sottoscritti tra diverse imprese che partecipano alla filiera. Al contratto potranno partecipare anche altri soggetti beneficiari degli incentivi che si impegneranno in maniera diretta alla realizzazione degli investimenti e dei progetti.

Quali costi potranno essere finanziati fino al 100% da contributi e finanziamenti?

Le spese per realizzare gli investimenti nell’ambito della filiera agroalimentare potranno coprire fino al 100% dei costi mediante contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. In particolare, risultano ammissibili le seguenti spese:

  • costi per il personale. Si tratta di spese realizzate per finanziare le attività dei tecnici, dei ricercatori e del personale ausiliare necessario ad arrivare all’obiettivo del progetto di ricerca e di sviluppo;
  • costi per le attrezzature e per i beni strumentali a realizzare gli obiettivi dei progetti. Se il costo delle attrezzature o dei beni strumentale è previsto per un numero di anni superiore a quello necessario a realizzare l’obiettivo, si considera il costo di ammortamento degli anni corrispondenti alla realizzazione del progetto stesso;
  • allo stesso modo, il progetto può finanziare i costi di ammortamento degli immobili necessari per realizzare gli interventi. In tal caso, si considera il costo di ammortamento corrispondente agli anni di durata del progetto stesso. Ovvero gli anni nei quali l’immobile verrà utilizzato per realizzare gli investimenti in ricerca e sviluppo.

Costi di ricerca e spese generali ammissibili per i progetti di ricerca e sviluppo nella filiera agroalimentare

Ulteriori costi e spese sono ammissibili per ottenere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti della filiera agroalimentare. In particolare, sono ammissibili:

  • le spese per la ricerca, per i brevetti e relative licenze acquistati, per le consulenze necessarie in linea con le finalità del progetto di investimento;
  • i costi generali, comprese le spese di fornitura necessari al progetto stesso.

Da quando si potrà presentare domanda per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti della filiera agricola e alimentare?

Per la presentazione della domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati alle imprese della filiera agricola e alimentare è necessario attendere il provvedimento del ministero delle Politiche agricole. Nel decreto verranno indicate tutte le procedure e i termini per la presentazione delle domande e dei progetti di investimento delle imprese interessate ai fondi. Gli interventi devono essere iniziati dopo la presentazione dell’istanza di richiesta dei contributi e dei finanziamenti. Si tratta dunque di inviti a presentare proposte. Sulla base delle pratiche pervenute, il ministero stilerà una graduatoria delle potenziali imprese ammesse agli incentivi.

Si possono cumulare gli incentivi alle imprese agroalimentari con altri aiuti?

I finanziamenti e i contributi a fondo perduto per le imprese operanti nei settori agricoli e alimentari possono essere cumulati con qualunque altro aiuto di Stato. Sono compresi nella cumulabilità degli incentivi anche gli aiuti in regime de minimis. Tuttavia, le imprese dovranno prestare attenzione affinché l’intensità degli aiuti percepiti non superi il 100% di ammissibilità delle spese necessarie per portare alla realizzazione il progetto.

Contributi a fondo perduto e mutui agricoltura, agevolazioni fino al 100% delle spese

Per le imprese agricole e per quelle di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli arrivano i contributi a fondo perduto e i finanziamenti fino al 100% delle spese ammissibili. È stato infatti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 61 del 14 marzo 2022 il decreto del ministero delle Politiche Agricole del 22 dicembre 2021 che prevede i nuovi incentivi per i contratti di filiera. Sono previsti contributi in conto capitale e finanziamenti agevolati per le imprese del settore con sostegni in investimenti tra i 4 e i 50 milioni di euro.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati alle imprese agricole: ecco le agevolazioni

In totale, i fondi messi a disposizione per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati alle imprese agricole e a quelle che svolgono attività di trasformazione e di commercializzazione delle materie prime ricavate dai campi ammontano a 1,2 miliardi di euro. I finanziamenti andranno ai settori agricoli e alimentari, agricoli ed energetici, dell’acquacoltura e della pesca.

Contratti di filiera, da dove derivano le risorse messe a disposizione delle imprese agricole?

Le risorse messe a disposizione rientrano negli investimenti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Inoltre, ulteriori investimenti per 900 milioni di euro arrivano dal Fondo rotativo per il sostegno alle imprese agli investimenti in ricerca (Fri). Tali risorse sono gestiti dalla Cassa depositi e prestiti per i finanziamenti bancari concessi alle imprese del settore con tassi agevolati.

Imprese agricole, quali contributi a fondo perduto sono previsti per le spese ammissibili?

In merito alle imprese agricole, i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati previsti sono ammissibili per:

  • le spese di costruzione, di acquisizione o di miglioramento dei beni immobili;
  • l’acquisto di macchine e attrezzature;
  • per acquistare software e beni immateriali;
  • i costi generali;
  • l’acquisto di animali da riproduzione;
  • la partecipazione ai regimi di qualità e misure promozionali fino al 100%.

Imprese agricole, costruzioni beni immobili e acquisto di macchine, attrezzature e software con i contributi a fondo perduto

In rapporto ai contributi a fondo perduto ottenibili per le spese di costruzione, di acquisizione e di miglioramento dei beni immobili, le imprese agricole possono ottenere le seguenti agevolazioni:

  • il 50% se l’imprese è situata nelle regioni meno sviluppate e in transizione ecologica e digitale, il 40% nelle altre regioni;
  • la maggiorazione del 20% per imprese gestite da giovani o per progetti collettivi e con impatto ambientale.

Per acquistare le macchine e le attrezzature, per i software e i beni immateriali e per i costi generali le imprese agricole hanno la medesima intensità delle agevolazioni dei contributi a fondo perduto delle spese sostenute per la costruzione, l’acquisizione e il miglioramento dei beni immobili.

Acquisto di animali da riproduzione, quali contributi a fondo perduto sono previsti per le imprese agricole?

Tra le spese ammissibili ai finanziamenti a fondo perduto delle imprese agricole figura l’acquisto di animale da riproduzione. L’intensità massima dell’incentivo è del 30%. Si possono ottenere agevolazioni fino al 20% per le imprese gestite da giovani o per progetti collettivi e ad impatto ambientale.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti per le imprese che trasformano e commercializzano i prodotti agricoli: quali sono?

Nell’ambito dei contratti di filiera, sono previsti contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolate per le imprese che trasformano e commercializzano prodotti agricoli. Anche in questo caso, per le spese ammissibili relative alla costruzione, all’acquisizione e al miglioramento dei beni immobili si può ottenere una percentuale massima di contributo pari al:

  • 50% per le imprese situate nelle regioni meno sviluppate e in transizione ecologica e digitale;
  • 40% per imprese situate in altre regioni.

Sono altresì previste coperture per le altre spese, ovvero per l’acquisto di macchine e attrezzature con le medesime percentuali di copertura e per l’acquisto o lo sviluppo e di software o di beni immateriali.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolate alle imprese agricole: caratteristiche delle agevolazioni

I progetti di spesa delle imprese agricole e di quelle di filiera per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli possono avere importi di spesa compresi tra i 4 e i 50 milioni di euro. Per poter richiedere una delle due formule di agevolazione (contributi o mutui agevolati), i progetti di spesa devono coinvolgere imprese del settore appartenenti a differenti stadi della filiera.

Contributi a fondo perduto agricoltura, come si può presentare la domanda di finanziamento?

Per la presentazione dei progetti di spesa e delle domande di contributi e finanziamenti, le imprese agricole devono attendere il decreto ministeriale. Nel provvedimento, di prossima uscita, verranno indicate le tempistiche per presentare la pratica e le modalità che le imprese agricole interessate dovranno seguire per formalizzare la richiesta. Nel decreto verranno indicati, inoltre:

  • i requisiti per poter presentare domanda;
  • le condizioni di ammissibilità dei progetti di spesa;
  • il dettaglio delle spese ammissibili;
  • le modalità di ripartizione delle agevolazioni;
  • i parametri di valutazione dei progetti di spesa;
  • le modalità con le quali verranno concessi i contributi e i finanziamenti.