Contributi a fondo perduto e mutui agricoltura, agevolazioni fino al 100% delle spese

Per le imprese agricole e per quelle di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli arrivano i contributi a fondo perduto e i finanziamenti fino al 100% delle spese ammissibili. È stato infatti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 61 del 14 marzo 2022 il decreto del ministero delle Politiche Agricole del 22 dicembre 2021 che prevede i nuovi incentivi per i contratti di filiera. Sono previsti contributi in conto capitale e finanziamenti agevolati per le imprese del settore con sostegni in investimenti tra i 4 e i 50 milioni di euro.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati alle imprese agricole: ecco le agevolazioni

In totale, i fondi messi a disposizione per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati alle imprese agricole e a quelle che svolgono attività di trasformazione e di commercializzazione delle materie prime ricavate dai campi ammontano a 1,2 miliardi di euro. I finanziamenti andranno ai settori agricoli e alimentari, agricoli ed energetici, dell’acquacoltura e della pesca.

Contratti di filiera, da dove derivano le risorse messe a disposizione delle imprese agricole?

Le risorse messe a disposizione rientrano negli investimenti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Inoltre, ulteriori investimenti per 900 milioni di euro arrivano dal Fondo rotativo per il sostegno alle imprese agli investimenti in ricerca (Fri). Tali risorse sono gestiti dalla Cassa depositi e prestiti per i finanziamenti bancari concessi alle imprese del settore con tassi agevolati.

Imprese agricole, quali contributi a fondo perduto sono previsti per le spese ammissibili?

In merito alle imprese agricole, i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati previsti sono ammissibili per:

  • le spese di costruzione, di acquisizione o di miglioramento dei beni immobili;
  • l’acquisto di macchine e attrezzature;
  • per acquistare software e beni immateriali;
  • i costi generali;
  • l’acquisto di animali da riproduzione;
  • la partecipazione ai regimi di qualità e misure promozionali fino al 100%.

Imprese agricole, costruzioni beni immobili e acquisto di macchine, attrezzature e software con i contributi a fondo perduto

In rapporto ai contributi a fondo perduto ottenibili per le spese di costruzione, di acquisizione e di miglioramento dei beni immobili, le imprese agricole possono ottenere le seguenti agevolazioni:

  • il 50% se l’imprese è situata nelle regioni meno sviluppate e in transizione ecologica e digitale, il 40% nelle altre regioni;
  • la maggiorazione del 20% per imprese gestite da giovani o per progetti collettivi e con impatto ambientale.

Per acquistare le macchine e le attrezzature, per i software e i beni immateriali e per i costi generali le imprese agricole hanno la medesima intensità delle agevolazioni dei contributi a fondo perduto delle spese sostenute per la costruzione, l’acquisizione e il miglioramento dei beni immobili.

Acquisto di animali da riproduzione, quali contributi a fondo perduto sono previsti per le imprese agricole?

Tra le spese ammissibili ai finanziamenti a fondo perduto delle imprese agricole figura l’acquisto di animale da riproduzione. L’intensità massima dell’incentivo è del 30%. Si possono ottenere agevolazioni fino al 20% per le imprese gestite da giovani o per progetti collettivi e ad impatto ambientale.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti per le imprese che trasformano e commercializzano i prodotti agricoli: quali sono?

Nell’ambito dei contratti di filiera, sono previsti contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolate per le imprese che trasformano e commercializzano prodotti agricoli. Anche in questo caso, per le spese ammissibili relative alla costruzione, all’acquisizione e al miglioramento dei beni immobili si può ottenere una percentuale massima di contributo pari al:

  • 50% per le imprese situate nelle regioni meno sviluppate e in transizione ecologica e digitale;
  • 40% per imprese situate in altre regioni.

Sono altresì previste coperture per le altre spese, ovvero per l’acquisto di macchine e attrezzature con le medesime percentuali di copertura e per l’acquisto o lo sviluppo e di software o di beni immateriali.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolate alle imprese agricole: caratteristiche delle agevolazioni

I progetti di spesa delle imprese agricole e di quelle di filiera per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli possono avere importi di spesa compresi tra i 4 e i 50 milioni di euro. Per poter richiedere una delle due formule di agevolazione (contributi o mutui agevolati), i progetti di spesa devono coinvolgere imprese del settore appartenenti a differenti stadi della filiera.

Contributi a fondo perduto agricoltura, come si può presentare la domanda di finanziamento?

Per la presentazione dei progetti di spesa e delle domande di contributi e finanziamenti, le imprese agricole devono attendere il decreto ministeriale. Nel provvedimento, di prossima uscita, verranno indicate le tempistiche per presentare la pratica e le modalità che le imprese agricole interessate dovranno seguire per formalizzare la richiesta. Nel decreto verranno indicati, inoltre:

  • i requisiti per poter presentare domanda;
  • le condizioni di ammissibilità dei progetti di spesa;
  • il dettaglio delle spese ammissibili;
  • le modalità di ripartizione delle agevolazioni;
  • i parametri di valutazione dei progetti di spesa;
  • le modalità con le quali verranno concessi i contributi e i finanziamenti.

Agricoltura: ecco quando il Bonus Sud spetta anche alle imprese agricole

L’8 marzo 2022, in risposta a un’interrogazione in Commissione Finanze della Camera, il MEF ha chiarito alcuni punti rispetto al credito di imposta del Bonus Sud chiarendo in quali casi spetta anche alle imprese agricole.

Cos’è il Bonus Sud?

Il Bonus Sud è un’agevolazione fiscale, sotto forma di credito di imposta, riservata alle imprese delle Regioni del Sud, e in particolare Campania, Molise, Abruzzo, Calabria, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna. Il credito viene riconosciuto per gli investimenti in beni strumentali effettuati dalle imprese indicate nell’articolo 55 del Tuir (Testo Unico Imposte sul Reddito) . Si tratta di titolari del reddito di impresa indipendentemente dalla forma giuridica della loro attività. Si può trattare di investimenti per imprese pre-esistenti, ma anche finalizzati a un investimento iniziale, mentre non si può ottenere nel caso in cui si tratti di beni strumentali acquistati con il solo obiettivo di sostituire quelli dismessi e che non portano una reale novità nell’impresa.

Nell’articolo 55 del Tuir sono ricomprese anche le aziende agricole, ma in merito ad esse devono essere fatte delle precisazioni e la risposta all’interrogazione parlamentare ha l’obiettivo di chiarire punti critici della disciplina.

Aziende agricole: in quali casi possono ricevere il Bonus Sud?

Le aziende agricole possono essere distinte in due categorie, cioè quelle che producono reddito di impresa e quelle che invece producono solo reddito agrario e reddito dominicale. Si tratta delle aziende agricole ricomprese nell’articolo 32 del Tuir. Il reddito agrario è considerato il reddito medio ordinario dei terreni derivante dallo sfruttamento delle potenzialità del terreno stesso. Si tratta più specificamente di:

  • attività di coltivazione del terreno e silvicoltura;
  • allevamento di animali con mangimi ottenibili per almeno ¼ dal terreno stesso e attività dirette alla produzione di vegetali attraverso l’uso di strutture fisse o mobili (serre) che però non devono coprire più di una metà del terreno;
  • le attività dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti derivanti prevalentemente dalla propria azienda agricola.

Questa esclusione dal beneficio è dovuta al fatto che le aziende agricole che producono reddito agrario e dominicale godono di una tassazione di vantaggio. Per maggiori informazioni leggi l’articolo: Tassazione delle aziende agricole: il regime delle imposte sul reddito

Deriva da questo che l’azienda agricola produce reddito di impresa nel caso in cui svolga attività anche attraverso l’uso di prodotti di altre aziende o realtà commerciali, ad esempio se l’azienda X si occupa della trasformazione in succhi di frutta della sua frutta e contemporaneamente anche della frutta dell’azienda Y e Z e i prodotti di queste due aziende sono prevalenti rispetto ai propri, siamo nell’ambito dell’attività di impresa e di conseguenza è possibile accedere al credito di imposta previsto dal Bonus Sud.

Quali soni i vantaggi del Bonus Sud in agricoltura?

Ricordiamo che in base alla legge di bilancio 2022 c’è tempo fino al 31 dicembre 2022 per effettuare investimenti in beni strumentali che possano usufruire del Bonus Sud. Inoltre la legge di bilancio 2022 ha previsto un credito di imposta maggiorato per le imprese che si trovano in aree svantaggiate anche in deroga ai limiti previsti per gli aiuti dall’Unione Europea. La legge di Bilancio ha infatti previsto l’applicazione della Carta degli Aiuti a finalità regionali approvata dall’Unione Europea e valida fino a 31 dicembre 2027.

Le regioni che possono avere tali maggiorazioni sono quelle che hanno un PIL pro capite inferiore al 75% della media dell’Unione Europea. Per gli investimenti effettuati in tali regioni il credito d’imposta sarà del 45% per le piccole imprese, del 35% per le medie imprese e 25% per le grandi aziende. In Abruzzo (Regione con reddito pro-capite che non rientra negli standard visti) invece saranno applicate le aliquote del 30% per le piccole imprese, 20% per le medie imprese e 10% per le grandi imprese.

Per conoscere le differenze e i limiti tra piccole, medie e grandi imprese, leggi la guida: Micro, Piccola e Media Impresa: definizione e differenze

Agricoltura e agroindustria, bandi regionali contributi per nuove sedi, sicurezza e attrezzature

Operativi nuovi bandi regionali a favore dell’agricoltura e dell’agroindustria per lo sviluppo di nuove produzioni, per la valorizzazione dei prodotti e per l’integrazione dei due comparti. I bandi assicureranno aiuti e contributi a fondo perduto per la costruzione di nuove sedi, per la sicurezza sul lavoro, ma anche per l’acquisto di macchinari e attrezzature. Ad oggi, nell’ambito del Piano dello sviluppo rurale, sono operativi i bandi in tre regioni italiane: in Toscana, in Emilia Romagna e in Piemonte.

Bandi Regione Toscana per contributi alle filiere agroalimentari: chi può richiedere i finanziamenti?

In Toscana la Regione ha stanziato fondi per 6 milioni e mezzo di euro per i contributi in conto capitale. Si possono ottenere fino a 600 mila euro per progetti rientranti nelle filiere agricole e alimentari. Ammessi ai finanziamenti sono le piccole e le medie imprese agricole, inclusi gli imprenditori agricoli professionali. I settori di attività devono rientrare nella trasformazione, nel commercio e nello sviluppo dei prodotti agricoli. Sono esclusi i prodotti della pesca o di commercio di beni floricoli.

Contributi agricoltura: cosa si può finanziare con il bando della Regione Toscana?

Si possono finanziare tutti le tipologie di investimento. Il sostegno ammonta al 40% dell’investimento con margini di richiesta minimi di 50 mila euro. Il limite minimo per gli Iap è di 30 mila euro. I contributi possono essere richiesti per tutti i rafforzamenti delle imprese agroalimentari e per la valorizzazione dei prodotti agricoli.

Bando Toscana per contributi alle imprese agricole, quali spese sono ammissibili e quando si presenta la domanda?

Sono ammissibili spese in beni materiali e immateriali: in particolare, si mira ad ammodernare le strutture produttive, incrementare la produttività e la sicurezza nei posti di lavoro. Particolarmente ambiti sono i progetti in linea con il rispetto dell’ambiente. Risultano ammissibili anche le opere edili e le spese per gli impianti, le attrezzature e i macchinari. La domanda può essere presentata dalle imprese a partire dal 21 marzo ed entro la scadenza del 27 giugno 2022.

Bando Emilia Romagna per le imprese agricole: contributi a fondo perduto

Il bando della Regione Emilia Romagna per le imprese agricole prevede dei contributi a fondo perduto per 59 milioni di euro per i seguenti obiettivi:

  • aumentare l’integrazione del comparto agricolo con quello agroindustriale;
  • incrementare le attività di trasformazione, di commercio e di sviluppo di nuove processi produttivi che valorizzino le materie prime dell’agricoltura.

I contributi a fondo perduto sono pari al 35% dei progetti di investimento delle imprese per un limite minimo di 100 mila euro. Si può arrivare a un massimo di aiuto di 2,8 milioni di euro.

Quali spese sono ammissibili per i contributi a fondo perduto della Regione Emilia Romagna?

I contributi a fondo perduto, elargiti per aumentare la competitività delle imprese agricole e il rendimento, ammettono le seguenti spese:

  • investimenti materiali e immobiliari, comprese le costruzioni e le ristrutturazioni;
  • gli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature;
  • le spese generali e gli investimenti in beni immateriali.

Le imprese agricole interessate possono presentare domanda entro le ore 13:00 del 1° luglio 2022. L’agenzia di riferimento è l’Agrea: sul portale saranno fornite nei prossimi giorni tutte le indicazioni in merito.

Bando Regione Piemonte per contributi a fondo perduto delle imprese agroalimentari: cosa finanziano?

Infine, è in scadenza il bando della Regione Piemonte per i contributi a fondo perduto del settore agricolo e di produzione alimentare. Si tratta di contributi in conto capitale di percentuale pari al 40% delle spese ritenute ammissibili. Il bando punta a aumentare la competitività delle imprese mediante investimenti interessanti la trasformazione, il commercio e lo sviluppo di prodotti agricoli.

Bando Piemonte, quando si può presentare la domanda dei contributi per il settore agricolo?

Le imprese interessate al bando agricoltura della Regione Piemonte devono fare in fretta. La scadenza della domanda dei contributi è fissata al 15 marzo 2022. Il portale di riferimento è quello istituzionale del “Sistema Piemonte”. Il bando finanzia aiuti per 21 milioni di euro, con una spesa massima ammissibile per progetto di 2 milioni di euro. Il limite minimo è fissato in 300 mila euro. I contributi ammettono le seguenti spese:

  • costruzioni e ristrutturazioni di immobili per l’attività agroalimentare;
  • l’acquisto di attrezzature, macchinari e impianti per trasformare, commercializzare e conservare i prodotti agricoli;
  • acquisto di beni immateriali.

Agricoltura, per il caro energia incentivi a realizzare impianti: in cosa consistono?

Sono stati estesi a tutto il 2022 gli incentivi per gli impianti di produzione di energia elettrica in agricoltura. La misura è contenuta nelle disposizione del decreto legge “Milleproroghe” e va inquadrata nei recenti interventi legislativi per contrastare il caro energia e l’emergenza Covid. Proprio sul caro energia, è intervento il comma 5 septies dell’articolo 11 del decreto “Milleproroghe” che estende a tutto il corrente anno la realizzazione degli impianti di produzione elettrica a biogas. La potenza massima degli impianti deve essere pari a 300 kW.

Incentivi per la realizzazione di impianti di energia elettrica in agricoltura: cosa sono?

L’incentivo per il caro energia a favore degli imprenditori agricoli rientra nelle misure già previste dal comma 954 dell’articolo 1, della legge numero 145 del 2018 (legge di Bilancio 2019). Gli impianti realizzati in agricoltura devono far parte del ciclo produttivo dell’attività imprenditoriale. Tra i requisiti richiesti, vi è la necessità che gli impianti siano alimentati da reflui e da materie provenienti prevalentemente dalle imprese agricole realizzatrici. La percentuale dell’origine da materie delle aziende deve essere pari a non meno dell’80%. La restante parte del 20% deve provenire da colture di secondo raccolto.

Quali requisiti sono richiesti per ottenere gli incentivi degli impianti in agricoltura e presentazione domanda

Tra gli altri requisiti richiesti per ottenere gli incentivi degli impianti di energia elettrica in agricoltura rientra anche l’autoconsumo aziendale dell’energia elettrica prodotta. La domanda per la realizzazione di impianti che abbiano una potenza massima pari a 100 kW deve essere presentata solo dopo che l’impianto sia entrato in esercizio. Per gli impianti di potenza superiore (e non oltre i 300 kW) è necessaria l’iscrizione al Registro per ottenere il contingente di potenza.

Quanti incentivi sono a disposizione delle imprese agricole per gli impianti di energia elettrica?

Per gli impianti di energia elettrica le imprese agricole possono contare sullo stanziamento del ministero per la Transizione ecologica (Mite) di 267 milioni di euro. Il decreto legge “Energia”, all’articolo 14, prevede che i fondi siano stanziati a favore di impianti fino a 200 kW. L’energia prodotta deve essere utilizzata per l’autoconsumo da fonti rinnovabili. Inoltre, l’articolo 15 dello stesso decreto consente l’ottenimento di un credito di imposta per chi presenti la domanda nelle regioni del Sud Italia. L’ottenimento degli incentivi deve avere sempre come obiettivo quello di migliorare l’efficienza energetica e la produzione dell’energia dalle fonti rinnovabili.

Quale incentivo per le imprese agricole che investano in efficienza energetica o in fonti rinnovabili?

Proprio l’obiettivo dell’efficienza energetica o quello dell’energia prodotta da fonti rinnovabili determina l’entità dell’incentivo spettante alle imprese agricole. A tal proposito, è necessario attendere il decreto ministeriale che stabilirà l’incentivo spettante alle imprese agricole che adottino l’una o l’altra soluzione energetica.

 

Agricoltura, maxi-asta per acquistare i terreni abbandonati e finanziamenti a tasso zero per giovani e donne

Arriva la nuova maxi asta sul terreni abbandonati: le operazioni di acquisto saranno gestiste da Ismea. In tutta Italia, saranno 19.800 gli ettari che andranno alla compravendita dei terreni. Si tratta di terre coltivabili per un valore di asta totale di 312 milioni di euro. Fino a questo momento sono stati aggiudicati 349 terreni per un totale di 13 mila ettari. Il totale delle aziende agricole investite dalla maxi asta è di 827. Le operazioni di acquisto dei terreni abbandonati, inoltre, rientrano negli incentivi sui finanziamenti a tasso zero e agevolati per gli under 41 e per l’imprenditoria femminile.

Maxi asta dei terreni agricoli abbandonati, in quali regioni ci sono più opportunità?

La maxi asta per l’acquisto dei terreni abbandonati rientra nel quinto bando lanciato tramite la Banca delle terre agricole, l’istituto che fa capo al ministero dell’Agricoltura nato nel 2016 per assegnare i terreni pubblici che si trovino in stato di semiabbandono. Il quinto bando della maxi asta riguarda, principalmente, terreni destinati a seminativi per circa il 50% del totale. Per il resto, il 22% riguarda terreni è riservato a pascoli e prati, mentre il restante è suddiviso tra uliveti, boschi, agrumeti, frutteti e vigneti. In Sicilia c’è la più ampia fetta dei terreni da assegnare (il 33%), seguita dalla Basilicata e dalla Sardegna con il 12%, dalla Toscana con l’11%, dalla Puglia con il 9%, dalla Calabria con il 6%, dall’Emilia Romagna con il 5% e, infine, dal Lazio con il 4%. La provincia di Matera è quella con la maggiore estensione dei terreni da assegnare tramite asta: circa 1.825 ettari.

Agricoltura, come si sono svolte le precedenti aste per l’assegnazione dei terreni pubblici in stato di abbandono?

Nei precedenti quattro bandi di asta delle terre abbandonate, sono stati già assegnati 349 terreni per un totale di più di 13 mila ettari. L’assegnazione ha riguardato il 42% dei terreni che erano stati messi all’asta. Quanto incassato dall’Ismea dalla maxi asta viene messo a disposizione per interventi che vadano a sostenere i nuovi agricoltori. Nei precedenti bandi, con le aste sono andati esauriti i terreni del Veneto e quasi tutti quelli della Lombardia. In Abruzzo e nelle Marche le percentuali di aggiudicazione sono state del 75%, in Umbra del 70%.

Chi può partecipare all’asta per l’acquisto dei terreni agricoli abbandonati?

Chiunque può partecipare gratuitamente alla maxi asta per l’assegnazione dei terreni agricoli abbandonati. Le agevolazioni sono previste per gli acquirenti dai 18 ai 41 anni di età. Per l’imprenditoria giovanile, infatti, è possibile procedere con il pagamento del prezzo d’asta del terreno a rate mediante un mutuo ipotecario. Il piano di ammortamento può arrivare a 30 anni. Tuttavia, il piano di ammortamento a un tasso di mercato può riguardare chiunque, in quanto non si configura come un aiuto di Stato. Il bando di riferimento è inserito all’interno del Programma di sviluppo rurale (Psr). Ma sono previste agevolazioni specifiche anche nell’ambito del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Ragione per la quale il 2022 potrebbe rivelarsi un anno particolarmente vantaggioso per investire nell’agricoltura.

Agricoltura, maxi asta terreni abbandonati: come si fa a presentare un’offerta?

Per chi fosse interessato a presentare un’offerta sui terreni agricoli abbandonati può farlo sul sito Ismea, nella sezione “Banca delle terre”. La scadenza per presentare le offerte, in tutte le regioni, è fissata alla mezzanotte del 5 giugno 2022. Sul sito si possono consultare le modalità di partecipazione alla maxi asta e le caratteristiche dei terreni oggetto di passaggio. Per partecipare al bando Ismea è inoltre necessario il deposito cauzionale del 10% del valore a base d’asta di ciascun terreno. Chi presenta l’offerta per i terreni è vincolato per 180 giorni.

Maxi bando per l’acquisto all’asta di terreni agricoli abbandonati: quali incentivi per le donne?

Ulteriori facilitazioni sono previste per l’imprenditoria femminile e per l’acquisto dei terreni agricoli abbandonati da parte delle donne. Infatti, oltre alle possibilità riservate agli under 41 anni, la legge di Bilancio 2022 ha previsto dotazioni finanziarie per le donne nella misura “Più impresa”. Mediante questa misura, le donne hanno la possibilità di finanziare l’acquisto del terreno con un finanziamento a tasso zero e garanzia del 120% del valore del terreno. Inoltre, a differenza dei finanziamenti agevolati riservati agli under 41, la misura “Più impresa” non prevede limiti di età. Le adesioni delle donne a questo tipo di finanziamento sembra funzionare. Infatti, il 34% delle domande arriva da donne per avviare una nuova impresa al femminile.

Agricoltura: primavera precoce e coda inverno, danni ingenti, come risolvere

Di calamità naturali l’agricoltura ne è piena nella sua storia. Grandini, alluvioni, gelate. Il clima incide come nessun’altra cosa nel mondo dell’agricoltura.

Ma anche senza per forza di cose arrivare a parlare di eventi calamitosi come quelli prima citati, il clima può fare la fortuna di una campagna agricola, così come segnarne il fallimento.

E ciò che in questi mesi sta accadendo, non sarà una calamità naturali, ma ci va molto vicino. Freddo inaspettato adesso, con neve a bassa quota anche al Sud. Ma pochi giorni fa, caldo primaverile ovunque ed alberi in fiore. Sbalzi climatici di 20 gradi che non sono certo la miglior cosa per l’agricoltura e le colture.

Frutteti a rischio, anche Confagricoltura parla di calamità naturali

Da Confagricoltura ecco l’allarme per i frutteti in Emilia Romagna per esempio. Ma anche la richiesta di una soluzione che produca la protezione dal rischio climatico.

Perché di questo si tratta, di rischio per l’agricoltura per via del clima. La precoce primavera che ha portato i fiori di diversi alberi da frutto a schiudersi quasi, non è una notizia positiva. Il brusco calo di temperatura di notte, vista l’anomala temperatura diurna può essere dannoso per le colture.

Figuriamoci questa coda di inverno nel Centro Sud Italia.

Sull’Ansa si riportano le dichiarazioni di Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna.

“Sollecitiamo l’attuazione di un modello efficace di protezione dal rischio climatico, con nuovi strumenti assicurativi, polizze meno costose, che diano garanzie e certezze alle aziende nel momento in cui ripartono a pieno ritmo tutte le attività agricole”.

La ripresa vegetativa tipica della primavera quest’anno (ma è un trend che ormai si ripete da diverso tempo), è scattata in anticipo.

Sempre il presidente di Confagricoltura sottolinea che solo l’anno 2019 è stato risparmiato da quello che resta un grave problema per l’agricoltura.

Occorrono piani assicurativi precisi e innovativi, ma che costino poco

Alberi da frutto penalizzati pesantemente da questo clima “impazzito”, e nonostante negli ultimi anni non è  la prima volta che si verificano queste situazioni, non sono poche le aziende che non sono riuscite ad assicurarsi in tempo. Senza considerare anche gli indennizzi sulle calamità naturali sono sempre scarni.

Per questo le associazioni di categoria chiedono a gran voce la modifica del Fondo di solidarietà nazionale e della legge 102 del 2004.

Agricoltura, danni da calamità naturali, cosa si è deciso a fine 2021

Argomento particolare quello delle calamità naturali, soprattutto se slegate da eventi eccezionali e collegate solo al clima, come dicevamo, “impazzito”. A fine dicembre fu trovata una intesa con la Conferenza Stato-Regioni per ripartire in tutte le Regioni la parte spettante dei 70 milioni di euro in aiuto alle imprese agricole colpite anche dalle gelate tardive della primavera 2021.

Contributi agricoli più cari nel 2022

I contributi a carico delle imprese agricole per i dipendenti impiegati nel settore saranno più cari nel 2022. La percentuale di contribuzione totale è fissata infatti al 46,8465%. L’aumento dei contributi nel 2022 rispetto al 2021 è dovuto a quanto prevede l’articolo 3 del decreto legislativo numero 146 del 1997. Il provvedimento fissa le aliquote dovute dalle aziende agricole per il fondo pensioni dei lavoratori impiegati nell’agricoltura e vengono riviste anno per anno. La revisione delle aliquote contributive, dunque, va a modificare le percentuali fino a raggiungere quella della generalità dei datori di lavoro del settore.

Contributi agricoli del 2022, l’aumento dell’aliquota del fondo pensioni

Pertanto, l’aliquota da versare per i contributi delle pensioni (per invalidità, vecchiaia e superstiti, detta Ivs) aumenta dello 0,20% portandosi al 29,70% rispetto al 29,59 del 2021. Di questa aliquota pensionistica, il 20,86% è a carico dell’azienda e l’8,84% a carico del lavoratore agricolo. Quest’ultima percentuale è l’unica a carico del lavoratore. Le percentuali di aumento dei contributi agricoli sono riportate dalla comunicazione dell’Inps numero 31 del 2022.

Quali altre aliquote contributive sono a carico del datore di lavoro delle aziende agricole?

Le altre percentuali di contributi agricoli dovute dai datori di lavoro consistono:

  • nella quota base dello 0,11% (non è dovuta alcuna percentuale da parte del lavoratore agricolo);
  • nell’assistenza per gli infortuni sul lavoro per una percentuale del 10,1250%. Tale percentuale Inail è rimasta invariata rispetto allo scorso anno;
  • nell’addizionale per gli infortuni sul lavoro del 3,1185%, anche questa invariata e a carico del solo datore di lavoro;
  • nella percentuale per la disoccupazione pari all’1,41%;
  • nelle prestazioni economiche relative alla malattia per una aliquota dello 0,683%;
  • nella cassa integrazione per l’1,5%;
  • nel fondo di garanzia per il Trattamento di fine rapporto (Tfr) per lo 0,20%. Questa quota non è dovuta per gli operai con contratto a tempo determinato per i quali, dunque, l’aliquota complessiva dei contributi dovuti è ridotta al 46,6465%.

Contributi per la disoccupazione Naspi dovuti per gli operai agricoli dovuti anche dalle imprese cooperative

Inoltre, la legge di Bilancio 2022 (legge numero 234 del 30 dicembre 2021), al comma 221 dell’articolo 1, ha modificato e integrato il comma 1 dell’articolo 2, del decreto legislativo numero 22 del 4 marzo 2015. In base alla modifica, a partire dal 1° gennaio 2022, risulta estesa la tutela delle prestazioni di disoccupazione Naspi anche a favore degli operai agricoli a tempo indeterminato (Oti), agli apprendisti e ai soci lavoratori con contratto alle dipendenze delle cooperative e dei loro consorzi inquadrati nel settore dell’agricoltura. Il versamento della contribuzione di finanziamento Naspi è dovuto, pertanto, ai dipendenti, ai soci e agli apprendisti che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici in prevalenza propri oppure conferiti dai loro soci secondo quanto dispone la legge numero 240 del 15 giugno 1984.

Contribuzione dovuta dalle imprese agricole per il finanziamento della Naspi: in cosa consiste?

In base a quanto spiegato dall’Inps, pertanto, dal 1° gennaio 2022 le imprese agricole, le cooperative e i loro consorzi operanti nel settore dell’agricoltura, devono versare la contribuzione di finanziamento Naspi per i lavoratori:

  • assunti a partire dal medesimo giorno a tempo indeterminato con qualifica di operaio agricolo;
  • già assunti in precedenza e ancora in forza alla data del 1° gennaio 2022 (secondo quanto spiegava la circolare Inps numero 2 del 4 gennaio 2022).

Tutti i lavoratori agricoli, per l’applicazione dell’aliquota di finanziamento della Naspi, non devono essere più assoggettati all’aliquota contributiva del 2,75% per la disoccupazione agricola secondo quanto prevedeva l’articolo 11 del decreto legge numero 402 del 29 luglio 1981. Il decreto è stato convertito, con modifiche, dalla legge numero 537 del 26 settembre 1981.

Riduzione dei contributi agricoli per le aziende del settore nell’anno 2022

Anche per l’anno 2022 sono previste le agevolazioni e le riduzioni per le imprese agricole che siano ubicate o che comunque operino in territori montani, classificati come particolarmente svantaggiati. Le stesse agevolazioni sono godute dalle imprese agricole situate nei territori delle aree della ex Cassa del Mezzogiorno. Pertanto, se i contributi agricoli sono dovuti nella misura del 100% dalle imprese del settore operanti in territori non svantaggiati, le riduzioni operano:

  • per le imprese agricole situate in territori particolarmente svantaggiati (ex zone montane) per il 75% con aliquota applicata a carico dell’azienda pari al 25%;
  • per le imprese dei territori classificati come svantaggiati. In questo caso la misura della riduzione è pari al 68%. Rimangono a carico dell’impresa agricola contributi per il 32%.

Sostegno agricoltura: l’ABC delle misure in vigore, aiuti e incentivi

Dalle misure fiscali agli incentivi per avviare le attività, dall’agricoltura alla pesca e a tutte le filiere, non mancano le misure a sostegno. Con la legge di Bilancio del 2022, cioè con la legge n° 234 del 2021, sono stati messi nel piatto 2 miliardi di euro di dotazioni per sostenere quelli che sono alcuni dei settori trainanti della nostra economia nazionale.

L’agricoltura, la pesca e tutte le filiere a loro collegate dimostrato di risultare importanti per l’Italia e per il suo governo. Ma cosa si può sfruttare nel settore e quali sono le misure che sfrutteranno queste ingenti dotazioni? Vediamo con questo articolo di approfondire il tutto elencando una per una le agevolazioni di questi settori.

Cosa cambia dal punto di vista fiscale per l’agricoltura

Per gli allevatori e gli agriturismo niente più Irap dal primo gennaio 2022. La novità è tremendamente importante dal momento che parliamo di una imposta regionale sulle attività produttive che grava dal 1997 su chi svolge abitualmente  una attività autonomo in cui si effettua  la produzione di beni e servizi o il loro scambio.

Altra novità importante in materia fiscale per le aziende e gli imprenditori agricoli riguarda le cartelle di pagamento. Slitta anche per loro la scadenza di tutte le cartelle esattoriali che sono state notificate ai diretti interessati entro il 31 marzo 2022. Non devono essere saldate entro i consueti 60 giorni ma entro 180 giorni. Inoltre possibile ottenere la rateizzazione delle cartelle senza addurre motivazioni particolari purché il debito complessivo sia sotto la soglia dei 60.000 euro. Per debiti superiori invece occorre presentare la documentazione inerente lo stato di difficoltà che spinge il contribuente a chiedere i benefici del rientro dilazionato del debito.

Cambiano anche i limiti per decadere dal beneficio delle rate. Per tutte le rateizzazioni chieste ed ottenute a far data dal primo gennaio 2022, la decadenza scatta nel momento in cui si omettono i versamenti di  5 rate. In questo caso peggiorano i termini dal momento che per le dilazioni concesse prima del 9 marzo 2020 le rate saltate per finire con la decadenza del beneficio erano 18 anche non consecutive e per quelle successivamente concesse era di 10 rate.

Niente Irpef sui redditi dominicali e agrari

Come è noto i terreni agricoli ai fini Irpef vengono tassati in base ai redditi dominicali ed agrari come si evincono dalle visure catastali degli stessi terreni. Per gli imprenditori agricoli professionali e per i coltivatori diretti la legge di Bilancio ha prorogato la detassazione di questi redditi. Non si tratta quindi di una novità, dal momento che la detassazione dei redditi agrari e dominicali tanto per gli imprenditori agricoli professionali che per i coltivatori diretti è stata attiva dal 2017 al 2021.

Altra proroga riguarda le detrazioni d’imposta conosciute come bonus verde. In questo caso più che per il settore agricolo nello specifico, il bonus riguarda tutti i contribuenti che sostengono spese relative agli interventi di sistemazione delle aree private o degli edifici, trasformandole in aree verdi o ripristinando il verde.

Una detrazione prevista fino a 5.000 euro di spesa con percentuale pari al 36%. Gli interventi agevolabili sono anche quelli relativi a manutenzione del verde, a realizzazione di pozzi, coperture a verde, giardini anche pubblici e impianti di irrigazione.

Le misure specifiche in campo agricolo

Resta attiva anche per il 2022 la compensazione forfettaria per la cessione di bovini e suini. Proroga quindi per il regime speciale con la compensazione forfettaria del 9,5%.  Sale a 2 milioni di euro invece il tetto massimo di credito  d’imposta e dei contributi compensabili. Di proroga in proroga va segnalata anche quella relativa all’obbligo di adottare il registro telematico di movimentazione per i cereali. Slitta tutto al 30 aprile 2022.

Ancora un anno di vita per la decontribuzione prevista per gli under 40 coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali. La proroga termina il 31 dicembre 2022. Un esonero dal versamento dei contributi previdenziali al 100%. Serve però che l’iscrizione del soggetto fino a 40 anni di età alla previdenza agricola sia pervenuta  entro il 31 dicembre 2022. La decontribuzione è fissata in massimo 24 mesi. L’esonero quindi, riguarda tutti i contributi relativi alla quota invalidità, superstiti, vecchiaia e perfino al contributo integrativo addizionale.

Capitolo incentivi in agricoltura

Un occhi di riguardo alle donne e ai giovani che decidono di intraprendere una attività in agricoltura è un altro argomento che è stato affrontato nella legge di Bilancio. Mutui agevolati a tasso zero per le donne che decidono di investire nel settore. Il mutuo concesso in misura pari al 60% delle spese ammissibili, è di 120 rate come numero massimo di dilazione ammissibile. Sempre relativamente agli investimenti, il 35% viene considerato per un contributo a fondo perduto.

Questi incentivi si rivolgono ad imprese (a prescindere dalla forma con cui sono costituite) che subentrino nella conduzione di un intera azienda agricola. Occorre che l’impresa subentrante che decide di provare ad ottenere i benefici degli incentivi prima citati, rispetti alcune condizioni. In primo luogo deve essere condotta da giovani di età compresa tra i 18 ed i 40 anni o da donne a prescindere dalla loro età.

Incentivi e agevolazioni sono stati previsti anche per i territori indicati dalla delibera del Consiglio dei Ministri relativamente ai danni da incendi boschivi. Nella delibera c’è l’elenco delle aree interessate.

Acquistare un terreno agricolo: quali agevolazioni e bonus ci sono?

Come funziona acquistare un terreno agricolo al giorno d’oggi? Scopriamo quali agevolazioni e bonus si possono ottenere in merito alla possibilità di tale acquisto, in questa rapida ed esaustiva guida in merito.

Bonus e agevolazioni per terreno agricolo

Stando a ciò che prevedono le norme in vigore, sono previsti bonus e agevolazioni per comprare un terreno nel 2022 solo nei casi in cui si tratta di specifiche tipologie di terreni, come nei casi di terreni agricoli o terreni montani, mentre non è prevista alcuna agevolazione né alcun bonus per chi decide di comprare un terreno edificabile.

Scopriamo, nello specifico quali sono questi bonus e queste agevolazioni in merito alla questione.

Dunque, se si decide di acquistare un terreno è sempre bene verificare se sono previste agevolazioni per l’acquisto dello stesso, considerando che le norme in vigore prevedono bonus e agevolazioni per l’acquisto solo, però, come detto di alcune tipologie di terreni. Vediamo allora se e quando si può beneficiare di agevolazioni per l’acquisto di un terreno.

Agevolazioni ISMEA e altri bonus

Uno dei metodi agevoli per acquistare un terreno agricolo è attraverso le agevolazioni ISMEA, scopriamo cosa sono.

Quando si parla di ISMEA si parla dell’ Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, offre, infatti, finanziamenti giovani imprenditori agricoli che decidono di comprare un terreno agricolo o a persone che vogliono acquisire la qualifica nella professione agricola.

Per poter richiedere i finanziamenti proposti da Ismea per comprare un terreno agricolo occorre appartenere alle seguenti categorie:

  • giovani imprenditori con una età inferiore ai 40 anni;
  • soggetti che intendono acquisire la qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale o di coltivatore diretto entro 2 anni dall’assegnazione del terreno da parte di Ismea;
  • imprenditori agricoli a titolo principale;
  • coltivatori diretti con età al di sotto dei 50 anni;
  • cooperative o piccole cooperative agricole di conduzione.

Va, inoltre messo in considerazione che il capitale massimo che viene erogato come finanziamento è di due opzioni:

  • 750.000 euro nel caso di un’azienda assegnata a un unico imprenditore agricolo;
  • 250.000 euro per ogni socio a tempo pieno nel caso di un’azienda assegnata a più di un imprenditore o in forma di cooperativa.

Altri bonus per acquistare terreni agricoli

Una ulteriore agevolazione prevista per chi vuol comprare un terreno agricolo nel 2022 è quella della Piccola Proprietà Contadina, ovvero una agevolazione riconosciuta a imprenditori agricoli professionali (IAP) e coltivatori diretti che siano regolarmente iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale, che abbiano una forza lavoro del proprio nucleo familiare non inferiore a 1/3 di quella necessaria per tutte le necessità inerenti la coltivazione del fondo o l’allevamento del bestiame.

La richiesta della certificazione va fatta prima dell’acquisto, alla Provincia in cui è situato il terreno oggetto dell’atto di acquisto tramite apposita domanda e presentando apposita documentazione che comprende:

  • autocertificazione composizione familiare o stato di famiglia valido;
  • attestazione della iscrizione Inps nelle rispettive liste;
  • copia del certificato di attribuzione della partita Iva;
  • certificato catastale del terreno in acquisto;
  • copia della mappa catastale del terreno;
  • copia di iscrizione alla CCIAA di riferimento;
  • fotocopia del documento d’identità in corso di validità;
  • altri eventuali certificati catastali di tutti gli immobili già posseduti dal o dai richiedente/i e dai suoi familiari o elenco terreni in atto.

Questo, dunque è quanto di più utile e necessario da sapere in merito alla possibilità di acquistare un terreno agricolo nel 2022, con agevolazioni o bonus attuabili.

Banca delle Terre Agricole: ISMEA mette a disposizione terreni in Puglia

Ismea con la Banca delle Terre Agricole mette a disposizione 1.557 ettari di terreni in Puglia. Ecco come ottenerli e avviare la propria azienda.

Aziende agricole in Puglia: disponibili numerosi lotti di terreno a condizioni agevolate

ISMEA, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, mette in vendita con agevolazioni 71 lotti di terreni in Puglia. Le agevolazioni sono rivolte prevalentemente a giovani agricoltori. Le disponibilità sono:

  • 8 terreni da 65 ettari in provincia di Bari
  • 15 lotti a Brindisi di 246 ettari
  • 25 terreni in provincia di Foggia per un totale di oltre 476 ettari
  • 13 terreni da 407 ettari a Taranto;
  • 6 terreni in provincia di Barletta- Andria- Trani di estensione di oltre 339 ettari;
  • 4 lotti in provincia di Lecce di circa 23 ettari.

La Banca delle Terre Agricole è stata istituita dall’art. 16 della legge 28 luglio 2016, n. 154 ed è un inventario completo dei terreni disponibili per essere coltivati. I terreni sono divisi per Regioni.

Si tratta di fondi abbandonati a causa di prepensionamenti e abbandono dell’attività produttiva. L’obiettivo di questo inventario è far in modo che i terreni possano arrivare nella disponibilità di soggetti interessati alla coltivazione ma che non hanno risorse fondiarie. Si tratta soprattutto di giovani agricoltori, che non possono contare su un patrimonio fondiario agricolo familiare, ma che vogliono iniziare una carriera in questo settore portando innovazione, progettualità, idee green.

Per sapere cos’è e come funziona la Banca delle Terre Agricole, leggi l’articolo: Banche delle terre agricole: uno strumento per trovare terreni incolti.

La Banca delle Terre Agricole predilige i giovani agricoltori

Negli ultimi anni l’interesse per l’agricoltura è cresciuto e questo grazie alla nuove opportunità che offre anche con l’uso delle innovazioni tecnologiche che sempre più si fanno largo nel mondo dell’agricoltura. Dai dati raccolti emerge che le aziende agricole condotte dai giovani under 35 hanno anche una migliore produttività e riescono a creare occupazione più delle tradizionali aziende agricole condotte con vecchie tecniche.

Viene così meno la tradizionale remora degli italiani a lavorare in questo settore che nei prossimi anni sarà strategico per il PIL italiano. Accedere ai terreni attraverso la Banca dei Terreni Agricoli, come sottolinea Coldiretti Puglia, offre notevoli vantaggi, infatti in questa Regione i costi ordinari dei terreni sono piuttosto elevati.

  • 14/16mila euro per il seminativo irriguo;
  • 20/25mila euro ad ettaro per i suoli olivetati
  • 33/37mila euro ad ettaro per i terreni ad uva da tavola
  • 15/18mila euro ad ettaro per il frutteto.

Tali valori sono più alti anche rispetto a quelli generalmente praticati in Germania questo perché tutti riconoscono la particolare fertilità di questi terreni che, insieme al clima della Puglia, fanno in modo che i prodotti agricoli di questa regione siano molto ricercati, anche per l’export.

Come ottenere i terreni della Banca delle Terre Agricole in Puglia

Per poter accedere a questa opportunità è necessario visitare il sito: https://www.ismea.it/banca-delle-terre

Dal sito è possibile visualizzare i terreni presenti nelle varie Regioni d’Italia, tra cui anche quelli che si trovano in Puglia. Una volta cercato il terreno di proprio interesse sulla mappa, occorre presentare una manifestazione di interesse. La procedura è molto semplice, maè necessario prima registrarsi con e-mail e password.Fatto questo primo passo si potrà accedere ai servizi.

Deve essere sottolineato che la disponibilità è maggiore nelle regioni del Sud Italia. Molto probabilmente perché proprio qui l’agricoltura ha generato redditi più bassi che hanno portato molti a emigrare al nord o all’estero lasciando terreni incolti.  Sono presenti numerose opportunità in Sicilia, Basilicata, Puglia, poche le disponibilità in Campania, in Lombardia ci sono poco più di 10 ettari in provincia di Pavia.

Ricorda che in Agricoltura sono inoltre presenti ulteriori incentivi a cui puoi accedere e di conseguenza avviare la tua azienda agricola con un supporto economico importante.

Per conoscere le agevolazioni leggi gli articoli:

Agricoltura: aiuti dell’Unione Europea ai settori vitivinicolo e ortofrutticolo

Agricoltura: scopri il Piano Nazionale di sostegno al settore vitivinicolo

Agricoltura: tutte le novità della legge di bilancio 2022

Strategia farm to Fork: come cambieranno agricoltura e consumi