Giorgia Meloni, Fisco deve essere amico delle imprese. Stop comportamenti vessatori

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha partecipato attraverso un video-messaggio all’Assemblea dell’Ance ( associazione nazionale costruttori edili) che si è tenuta a Roma. Diversi i punti toccati nel suo intervento, ma ha puntato soprattutto sulla necessità di un Fisco alleato delle imprese, obiettivo da realizzare con la riforma fiscale.

Giorgia Meloni ai costruttori edili: il fisco deve essere amico delle imprese

La partecipazione di Giorgia Meloni all’assemblea dell’Ance ha un importante significato, infatti la categoria dei costruttori edili è in allarme a causa delle difficoltà create dal blocco delle cessioni del credito e dai crediti incagliati. Non ha però toccato l’argomento. Ha invece concentrato l’attenzione sul disegno di legge di delega fiscale sottolineando che fin dalla prima stesura è stata chiesta la collaborazione dei professionisti che si occupano di fisco e in particolare dei commercialisti e che molti spunti da loro offerti sono entrati nel disegno di legge di delega.

Giorgia Meloni ha ribadito che è arrivato il momento di cambiare passo, non è giusto che le imprese siano sempre accompagnate dal pregiudizio di evasione fiscale, deve essere data loro fiducia perché sono il fulcro dell’economia, solo nel momento in cui effettivamente si scoprono comportamenti non leali con il Fisco è necessario prendere provvedimenti. Il fisco non deve più avere un atteggiamento vessatorio.

Interventi in favore delle imprese

Dal punto di vista pratico questo nuovo atteggiamento si sostanzia nella semplificazione burocratica, a cui si aggiungono sgravi per le aziende che assumono. Il principio deve essere che più si assume più si aiuta lo Stato e di conseguenza chi assume deve essere premiato. Il meccanismo di premialità dovrà tenere in considerazione il rapporto tra fatturato e spesa per il personale.

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Un altro principio base della riforma fiscale è la riduzione del carico fiscale e in questo caso Giorgia Meloni accenna nuovamente alla flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti, ipotesi che sembrava accantonata nei giorni passati.

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Naturalmente anche la riduzione delle aliquote Irpef da tre a due e l’eliminazione delle microtasse, come il Superbollo contribuscono effettivamente a ridurre la pressione fiscale.

Un altro punto toccato riguarda le sanzioni tributarie che secondo il Presidente del Consiglio devono essere proporzionate in modo da non mettere in eccessiva difficoltà le imprese.

Giorgia Meloni ha sottolineato che il cambio di passo del Governo verso le imprese è molto evidente, infatti già nei mesi scorsi vi sono stati provvedimenti come la sospensione dell’invio di avvisi di accertamento nel mese di agosto e lo spostamento dei termini di versamento che ricadono nel periodo feriale.

Bonus edilizi, le nuove proposte dei costruttori edili (Ance)

L’Associazione italiana costruttori edili arriva al dialogo con il Governo con proposte innovative per i bonus edilizi, sembra prendere il via una nuova strada che andrà incontro anche alle richieste dell’Unione europea per quanto riguarda la direttiva Case green.

Addio Superbonus, arriva il testo unico dei bonus edilizi

Archiviato il Superbonus è arrivato il momento di nuove normative per i bonus edilizi. Continuano i controllo serrati volti a trovare le truffe, ripristinate le detrazioni al posto di cessioni del credito e sconto in fattura ed effettuati gli interventi per sbloccare i crediti incagliati, non resta che cambiare strada e a proporre nuove soluzioni è l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili).

Il Governo nel frattempo è impegnato nella mappatura delle detrazioni dell’Agenzia delle entrate in modo da predisporre un testo unico ordinato e schematico che renda più semplice fruire delle varie agevolazioni fiscali. L’obiettivo della mappatura e della successiva realizzazione di un testo unico per le detrazioni è quello di andare incontro alle esigenze di chi deve adeguare il proprio immobile in vista dell’entrata in vigore della direttiva Case Green.

Con molta probabilità si riparte dalle agevolazioni per la riqualificazione degli edifici maggiormente energivori con particolare favore per coloro che hanno un reddito più basso.

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Le proposte Ance

La proposta di Ance è quella di favorire maggiormente gli interventi di un certo spessore economico e che prevedono efficientamento energetico e adeguamento antisismico.

Tra le strutture da tenere in particolare considerazione, secondo l’Ance, ci sono i condomini, in questo caso occorre pensare soluzioni mirate che possano contemperare gli interessi anche degli inquilini che hanno basso reddito e che di conseguenza potrebbero avere problemi ad adeguarsi alle esigenze dell’intero condominio.

Per evitare ricadute sui condomini con bassi redditi e con capienza fiscale ridotta o nulla, che non potrebbero quindi usufruire delle detrazioni fiscali, l’Ance propone una copertura delle spese da parte dello Stato dei costi che sarebbero a carico dei contribuenti a basso reddito.

Al fine di evitare pesanti ricadute sul sistema fiscale, come avvenuto con il Superbonus, l’Ance propone di creare un apposito fondo a esaurimento, di conseguenza, non accesso limitato, fino al termine degli stanziamenti predisposti, in questo modo non si mette a rischio l’intero sistema della spesa pubblica.

Tra le proposte vi è anche lo sconto Iva al 50% per l’acquisto di case nuove da società, queste infatti sono generalmente già adeguate alle normative recenti in materia di efficientamento energetico e di conseguenza non necessitano di interventi edilizi.

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Superbonus e crediti incagliati: cosa succede ora?

Il Superbonus mette in apprensione molti italiani, soprattutto coloro che hanno già iniziato i lavori e rischiano di dover pagare di propria tasca gli interventi, sebbene avessero fatto affidamento sulla misura introdotta dal Governo Conte e voluta dal M5S. Da quanto emerso ieri c’è però la volontà di uscire dall’empasse e risolvere il problema dei crediti incagliati. Ecco le ipotesi allo studio.

Superbonus: i numeri della legge che consentiva di ristrutturare gratis

Con il decreto 11 del 16 febbraio 2023 il Governo ha provveduto a bloccare la cessione del credito e dello sconto in fattura per le operazioni per le quali entro il 16 febbraio 2023 non sia intervenuta la Cila (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) e per i lavori in condominio anche la delibera di assemblea.

Lo stop dello sconto in fattura non riguarda solo il Superbonus, ma anche tutti i bonus edilizi in vigore che potranno però continuare ad ottenere le agevolazioni con lo sconto Irpef a rate.

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Nelle ultime ore sono in forte apprensione i proprietari di case e le imprese edili, le seconde mettono in rilievo soprattutto la necessità di dover licenziare migliaia di lavoratori e il rischio di fallimento per circa 25.000 imprese del settore edile. La perdita dei posti di lavoro ammonterebbe a circa 100.000 unità. In questo momento vi è la certezza dello stop alla cessione dei crediti futuri. Molta apprensione vi è invece per la sorte di quelli che già sono esistenti, si parla di circa 15 miliardi di crediti incagliati. L’obiettivo dello stop alla cessione dei crediti futuri è proprio quello di favorire lo “smaltimento” di quelli pre-esistenti.

I proprietari invece scontano il blocco della cessione dei crediti maturati. Resta che, in base a quanto dichiarato dal Governo, il Superbonus avrebbe generato 9 miliardi di debito pubblico che pesa per circa 2.000 euro su ogni italiano, compresi i neonati. Il totale del debito pubblico italiano ammonta invece a 2.700 miliardi di euro.

Crediti incagliati: cartolarizzazione o uso del modello F24

Per aiutare tutte le parti a superare il problema, nella giornata del 20 febbraio 2023 vi è stato un incontro tra il Governo, l’ABI (Associazione bancari) e i costruttori dell’Ance, Cassa Depositi e Prestiti, Sace (Servizi Assicurativi e Creditizi per le Imprese). L’obiettivo è evitare il completo blocco anche dei cantieri già avviati e tra le soluzioni che sembrano essere maggiormente apprezzate e condivise tra le parti l’ipotesi dell’utilizzo del modello F24 per “scontare” i crediti vantati.

Tra le ipotesi allo studio vi è un intervento di Cassa Depositi e Prestiti, partecipata dallo Stato, che dovrebbe intervenire con una cartolarizzazione dei crediti, a questa ipoetesi sta lavorando soprattutto Forza Italia con l’aiuto del Mef ( Ministero dell’Economia e delle Finanze). La stessa ipotesi sembra però residuale.

L’intervento di Sace invece sembra confermare l’ipotesi di un aumento delle garanzie pubbliche sui crediti incagliati.

Resta infine l’ipotesi più plausibile, cioè utilizzare i crediti incagliati con il modello F24. Si tratta del modello utilizzato per il pagamento della maggior parte dei tributi e di conseguenza i crediti maturati potrebbero essere usati in compensazionee quindi smaltiti in questo modo.

 

Bonus edilizi: dal Sostegni Ter stop alle cessioni multiple dei crediti

Novità dall’articolo 26 della bozza del decreto Sostegni Ter: per i bonus edilizi è prevista la sospensione della cessione multipla dei crediti.

Bonus edilizi e contrasto alle frodi: stop alle cessioni multiple dei crediti

Deve essere sottolineato che l’introduzione dell’articolo 26 del decreto Sostegni Ter ha sollevato molti malumori e di conseguenza, questa norma potrebbe cambiare. Nonostante questo, vediamo attualmente cosa prevede l’articolo. La prima cosa da sottolineare è che esso è rubricato: Misure di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche. Di conseguenza il governo è consapevole che il riconoscimento dei Bonus Edilizi e in particolare il Superbonus 110% sta creando delle fasce di frode piuttosto rilevanti con importi per i lavori gonfiati e di conseguenza, oltre ad aver introdotto il visto di conformità e varie asseverazioni, sta pensando a ulteriori misure che dovrebbero ostacolare i furbetti.

Secondo le nuove norme, la cessione del credito potrebbe essere effettuata una sola volta. Il cessionario, ad esempio l’impresa che si occupa dei lavori edili, a sua volta potrebbe cedere il credito solo agli intermediari finanziari.

Obiettivo: bloccare la catena delle cessioni dei crediti: critiche dai professionisti del settore

Il Governo ha dichiarato che l’intenzione è bloccare la catena delle cessioni dei crediti che ha portato la Guardia di Finanza a scoprire numerose frodi. Naturalmente questa bozza ha destato l’interesse delle imprese edili che criticano aspramente il costante cambio di norme applicabili ai bonus edilizi. Tale comportamento, secondo l’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), andrebbe a danneggiare soprattutto le imprese più serie e a penalizzare le famiglie più bisognose. Le seconde infatti non possono avvalersi delle detrazioni sull’IRPEF.

Il presidente dell’ANCE Gabriele Buia sottolinea che questo provvedimento costringerà molte imprese a dover modificare i contratti già stipulati con il rischio che nascano molti contenziosi e un blocco del mercato.

Dello stesso avviso è anche la Rete delle Professioni Tecniche (RPT). Questa sottolinea come le continue modifiche alle disposizioni generino confusione e incertezza togliendo efficacia ai provvedimenti. RPT sottolinea che è concorde sulla necessità di evitare le frodi, ma tale obiettivo può essere realizzato attraverso strumenti informatici, banche dati e tutte le informazioni già in possesso dell’Agenzia delle Entrate.

Occorre, infine, sottolineare che, in base alla bozza del decreto Sostegni Ter approvata, il blocco delle cessioni del credito previsto dall’articolo 26 dovrebbe entrare in vigore per gli atti stipulati dopo il 7 febbraio 2022. Per i crediti che alla data del 7 febbraio 2022 sono stati già oggetto di cessione, sarà possibile effettuare solo un’altra cessione. I contratti stipulati dal 7 febbraio e che prevedono cessioni multiple sono nulli.

Il blocco delle cessioni del credito multiple riguarderà tutti i bonus edilizi e in particolare Sisma Bonus, Ecobonus, Bonus Ristrutturazioni, Super Bonus 110% e Bonus facciate.

Le costruzioni italiane vanno forti all’estero

Se le cifre e i trend delle costruzioni in Italia sono ormai un pianto greco, le imprese di casa nostra continuano ad andare forte all’estero.

È il quadro che emerge dal Rapporto Ance 2016 sulla presenza delle imprese italiane di costruzioni all’estero, che nel 2015 hanno aperto oltre 230 nuovi cantieri, per un totale di 17,2 miliardi di euro e un fatturato oltreconfine di 12 miliardi, +14,5% rispetto al 2015.

Le cifre elaborate dall’Ance sulle imprese di costruzioni italiane parlano anche di una crescita che si consolida per l’undicesimo anno consecutivo e che vede le aziende italiane delle costruzioni attive in 89 Paesi, con contratti di costruzione per oltre 87 miliardi di euro.

Il Rapporto Ance 2016 sottolinea anche la forte presenza delle imprese italiane di costruzioni nei mercati più sviluppati al mondo. Una presenza che, lo scorso anno, ha portato 7 miliardi di commesse acquisite in 21 Paesi Ocse, che rappresentano circa la metà del totale dei contratti sottoscritti nel 2015.

L’indagine Ance 2016 non manca di sottolineare come l’attività estera è ormai un business stabile e significativo per le imprese delle costruzioni. Di certo, l’intraprendenza e la caparbietà degli imprenditori gioca un ruolo fondamentale ma, ricorda l’Ance, molto di questo successo per le costruzioni made in Italy si deve all’intenso lavoro di diplomazia economica svolto da ministero degli Esteri, Mise, all’Agenzia Ice, Sace e Simest.

Non caso, la presentazione del Rapporto Ance 2016 è avvenuta nei giorni scorsi alla Farnesina congiuntamente con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, presente il ministro Paolo Gentiloni, insieme al Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina, Vincenzo De Luca, e al Presidente del Comitato Estero e Vicepresidente Ance, Giandomenico Ghella.

Edilizia: frenano le costruzioni, volano le compravendite

Dopo che il 2016, almeno nelle previsioni di Ance, si era aperto con la speranza per una ripresa del settore delle costruzioni, man mano che sono passati i mesi e che il quadro macroeconomico è andato delineandosi e assestandosi, le speranze sono sparite.

In una nota del suo Centro Studi, infatti, l’Ance sottolinea come, in un contesto economico di crescita, seppur modesta, per il settore delle costruzioni ancora emergono segnali di debolezza che mettono a rischio l’avvio della tanto attesa ripresa.

L’indice Istat di produzione edilizia a luglio 2016 risulta ancora negativo (-1,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) e nei primi sette mesi registra una riduzione tendenziale dello 0,5%.

Purtroppo per il settore delle costruzioni, anche i bandi di gara per lavori pubblici nei primi otto mesi del 2016 evidenziano una dinamica negativa, dopo gli andamenti positivi del biennio 2014-2015.

In termini di occupazione, le costruzioni continuano a registrare flessioni nel numero di occupati, rimanendo l’unico settore in Italia che registra ancora un segno ancora negativo: -4,9% nel secondo trimestre 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A fare da contraltare allo scenario negativo delle costruzioni, c’è il mercato immobiliare, che continua a essere caratterizzato da una dinamica positiva. Nel secondo trimestre 2016 il numero di abitazioni compravendute registra un ulteriore incremento del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Anche le compravendite del settore non residenziale registrano crescite a doppia cifra nel secondo trimestre 2016: +28,7% nel segmento produttivo, rispetto allo stesso periodo del 2015, +14,7% nel terziario e +12,9% nel commerciale. Mentre le costruzioni restano al palo. Quanto può durare?

Biancofiore (Ance): Pmi pronte a investire in Iran

La fine delle sanzioni economiche nei confronti dell’Iran è una ghiotta e ricca occasione di business per le imprese italiane, a partire dalle imprese edili. Lo sa bene l’ Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) che, a conclusione della prima giornata della visita in Italia del presidente iraniano Hassan Rouhani e degli incontri bilaterali, ha commentato questa apertura attraverso le parole del presidente del Gruppo Pmi Internazionale dell’ Ance, Gerardo Biancofiore.

Le Pmi italiane del mondo dell’edilizia e delle costruzioni – ha detto Biancofioresono pronte ad affrontare la sfida del mercato iraniano che oggi si riapre grazie alla fine dell’embargo. La missione della delegazione governativa iraniana è il frutto del grande lavoro messo in campo da tutti gli attori istituzionali in grande sinergia con Confindustria e Ance“.

L’Italia delle costruzioni – ha proseguito Biancofioreè molto amata in Iran e molte nostre imprese, anche di medie dimensioni ma altamente specializzate, negli ultimi decenni hanno realizzato progetti importanti nel Paese”.

La sfida che ci proponiamo come Pmi dell’edilizia – ha detto ancora Biancofioreè di contribuire alla crescita e alla ripresa economica dell’Iran e al contempo di vivere lo sviluppo economico di quel Paese, a cui ci lega una storia di amicizia e grandi scambi commerciali, non da spettatori ma da protagonisti. Ed in quest’ottica saranno tante le aziende italiane a partecipare a febbraio alla missione del Governo in Iran dedicata ai settori delle infrastrutture e costruzioni ed Oil&Gas, che vedrà la partecipazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. La missione, che fa seguito alla tavola rotonda sulle infrastrutture, tenutasi presso l’ Ance il 15 dicembre 2015, è resa possibile dalla collaborazione con la Farnesina, l’Ambasciata d’Italia a Teheran e l’ICE-Agenzia, oltre al sostegno del Mise e del Mit“.

Un 2016 positivo per le costruzioni secondo Ance

Ormai lo sanno anche i sassi che il settore delle costruzioni è stato quello più duramente colpito dalla crisi economica. Eppure, forse, qualche segnale positivo si intravede anche nel mondo dell’edilizia italiana.

Non sono maghi o indovini a dirlo, ma l’osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni dell’ Ance (l’associazione che riunisce i costruttori edili italiani), secondo il quale il settore è visto in crescita dell’1% il prossimo anno, dopo un 2015 che sta per chiudersi con un altro segno meno, anche se contenuto (-1,3%).

Merito soprattutto, secondo l’ Ance, delle misure contenute nella Legge di Stabilità, che hanno anche contribuito a contenere il calo del 2015. La stima dell’osservatorio Ance per l’anno in corso viene infatti dopo il -5,2% dello scorso anno e il -7% del 2013. Per parlare davvero di ripresa però, dice l’osservatorio Ance, meglio aspettare il 2017, quando la crescita del settore è stimata all’1,7%.

La misura contenuta nella Legge di Stabilità dalla quale il settore trarrà il maggior beneficio, sostiene l’ Ance, è la proroga del potenziamento delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e gli interventi di efficientamento energetico degli edifici che durerà per tutto il 2016. Una misura, secondo l’Ance, che potrà portare un ulteriore aumento dell’1,5% degli investimenti in recupero abitativo il prossimo anno.

Segnali positivi anche dal mercato immobiliare, che già quest’anno ha ricominciato a crescere in maniera convinta (+5,3%) e che nel 2016 è previsto addirittura in doppia cifra: +13,5%, con prezzi stabili o in leggera flessione.

Debiti PA, il ballo dei numeri

La questione dei debiti PA nei confronti delle imprese è ben lungi dall’essere risolta, anche se qualche timido miglioramento comincia a intravedersi. Stando all’ultimo aggiornamento del ministero dell’Economia al 20 luglio, dalle amministrazioni pubbliche alle imprese sono arrivati finora 38,685 miliardi di euro sui 56,3 miliardi complessivamente stanziati a questo scopo, anche se la quota di risorse messa a disposizione degli enti debitori per saldare i debiti PA è di 44,675 miliardi.

Si tratta comunque solo di un inizio, ma se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno per quanto riguarda i debiti PA, consoliamoci con il fatto che, secondo i dati comunicati dal Mef, le imprese sono rientrate di quasi 10 miliardi di euro (9,594 per la precisione).

Il bicchiere è invece mezzo vuoto se si confronta il totale dei pagamenti finora effettuati da province e comuni con i 16,1 miliardi stanziati a loro favore per saldare i debiti PA: in questo caso si nota come rimangano ancora 6,5 miliardi da utilizzare, di cui circa 2,2 disponibili agli enti stessi.

In termini percentuali, comuni e province hanno utilizzato circa l’81% delle risorse a loro disposizione per saldare i debiti PA e dovrebbero avere disponibili altri 4,312 miliardi. L’Ance però (l’associazione dei costruttori edili, quelli maggiormente esposti nei confronti della PA) ha fatto dei conti diversi. Il suo centro studi ha infatti sempre indicato in 19 miliardi la quota totale di mancati pagamenti alle imprese per appalti su lavori svolti: in questo caso resterebbe ancora da liquidare più o meno la stessa cifra di quella finora girata alle imprese.

Missione dell’ Ance in Ungheria

Se il mercato interno dell’edilizia è praticamente morto a causa della crisi economica e della tassazione folle sugli immobili, qual è la mossa più intelligente da fare per le imprese edili italiane? Farsi un giro all’estero. L’ Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori edili, ci ha pensato.

Dal 25 al 27 marzo sono infatti 50 le imprese italiane del settore costruzioni che partecipano alla Missione Budapest, in programma nella capitale ungherese. L’iniziativa è promossa dall’ Ance in collaborazione con l’Agenzia Ice e con il supporto dell’Ambasciata d’Italia in Ungheria.

La missione Ance è focalizzata sul settore delle infrastrutture (progettazione e costruzione), con particolare riferimento a quelle di trasporto (strade, ferrovie, ecc.), di base (acquedotti, fognature, ospedali, scuole, ecc.) e al real estate.

Il programma della missione Ance, oltre a riunioni istituzionali e a un seminario di approfondimento specifico dei programmi del governo ungherese per il settore delle costruzioni e delle infrastrutture, prevede incontri bilaterali tra imprenditori italiani e ungheresi, oltre ad approfondimenti con vertici del mondo finanziario e assicurativo.

La scelta dell’Ungheria da parte dell’ Ance non è casuale. L’incremento del Pil ungherese nel 2014 è stato del 3,2% e le previsioni dicono che la crescita dovrebbe proseguire nel prossimo quadriennio, con un aumento medio previsto del 2,6%. Inoltre, di recente il governo di Budapest ha adottato una serie di misure a favore delle imprese e degli investimenti produttivi, con un ciclo di fondi strutturali 2014-2020 da 34 miliardi di euro, parte dei quali sarà destinata a interventi urbanistici e infrastrutturali.

E’ una grande opportunità per le nostre aziende – sostiene il presidente del Gruppo Pmi Internazionale dell’ Ance Gerardo Biancofioree intendiamo coglierla, continuando un processo di integrazione del nostro settore in un’economia continentale, comunitaria in particolare, che va vista sempre più come un mercato domestico dalle notevolissime potenzialità di crescita”.