Assegno unico per i figli, come si presenta la domanda?

Si possono già presentare le domande all’Inps per l’assegno unico per i figli. Già dal 1° gennaio 2022, infatti, risulta disponibile sul sito istituzionale dell’Istituto previdenziale la piattaforma online per l’invio delle istanze. Chi presenterà la domanda entro il 30 giugno 2022 riceverà anche gli arretrati dal mese di marzo. Chi, invece, provvederà a presentare l’istanza dal 1° luglio prossimo, vedrà riconoscersi l’assegno unico per i figli solo a partire dal mese successivo a quello di presentazione della domanda stessa.

Assegno unico per i figli, quali sono i requisiti per ricevere l’indennità?

L’Inps ha fornito chiarimenti sui requisiti e sulle modalità di presentazione della domanda dell’assegno unico per i figli con la comunicazione numero 4748 del 31 dicembre 2021. La misura è contenuta nel decreto legislativo numero 230 del 2021. Si ha diritto a ricevere l’assegno unico per ciascun figlio a carico minorenne e per ciascun figlio maggiorenne a carico entro il compimento dei 21 anni di età. La comunicazione non menziona limiti di età per i figli affetti da disabilità: l’Inps paga l’assegno indipendentemente dai requisiti di studio o di lavoro richiesti per i maggiorenni.

Quali sono i requisiti per ricevere l’assegno unico per i figli maggiorenni e fino ai 21 anni?

Nello specifico, per ottenere l’assegno unico per i figli maggiorenni e fino all’età di 21 anni, è necessario che si verifichino determinate situazioni. Il figlio deve, infatti, frequentare un corso di formazione scolastica o professionale oppure un corso di laurea universitario. È corrisposto l’assegno unico anche se il figlio maggiorenne svolge un tirocinio oppure un’attività lavorativa. Dall’attività lavorativa deve ottenersi un reddito annuo che non superi gli 8 mila euro. L’assegno è fruibile anche per i figli risultanti come disoccupati e in cerca di lavoro: in questo caso è necessaria l’iscrizione ai servizi pubblici per l’impiego. Infine, l’assegno unico viene corrisposto anche per i figli impiegati nel servizio civile universale.

Assegno unico per i figli e Isee

Il pagamento dell’assegno unico per i figli necessita della determinazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Per i figli minorenni si terrà conto dell’Isee previsto dall’articolo 7 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 159 del 2013 (Isee minorenni) e secondo quanto disciplinato dall’articolo 9 dello stesso decreto (Isee minorenni corrente). Per i figli maggiorenni, l’Isee al quale fare riferimento è quello previsto dagli articoli da 2 a 5 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 159 del 2013 (Isee ordinario) e dall’articolo 9 dello stesso decreto.

Assegno unico per i figli, cosa fare se non si ha l’Isee al momento della domanda?

Nel caso in cui non si disponga dell’Isee al momento della domanda, l’assegno verrà corrisposto dall’Inps sulla base dei dati che siano stati autocertificati nel modello della domanda stessa. Se l’Isee viene presentato entro il 30 giugno, l’Inps provvede a conguagliare l’assegno unico per i figli e a pagare anche gli arretrati a decorrere da marzo 2022. Per l’Isee presentato dopo il 30 giugno 2022, la prestazione viene calcolata sulla base dell’Isee al momento della presentazione dello stesso. Se l’Isee dovesse mancare oppure essere superiore a 40 mila euro, la prestazione viene calcolata secondo l’importo minimo previsto. Ovvero di 50 euro per i figli minori e di 25 euro per i figli maggiorenni.

Assegno unico per i figli, come si presenta la domanda?

La domanda dell’assegno unico per i figli deve essere presentato da un genitore una sola volta per ciascun anno. Gli interessati possono presentare la domanda dal portale on line del sito dell’Inps, andando sul servizio dedicato. Per l’accesso è necessario lo Spid almeno di livello 2 o la Carta di identità elettronica 3.0 (Cie), oppure la Carta nazionale dei servizi (Cns). Si può richiedere l’assegno unico anche attraverso il contact center integrato, chiamando il numero verde 803 164 o lo 06 164 164 (da rete mobile). Infine si possono utilizzare i servizi gratuiti dei patronati.

Chi deve presentare la domanda dell’assegno unico per i figli e quando?

Uno dei genitori deve presentare la domanda dell’assegno unico per i figli una sola volta. I beneficiari devono presentare poi la domanda ogni anno. Nella domanda devono essere indicati tutti i figli per i quali si richieda l’indennità. Si possono aggiungere anche altri figli nel caso di nuove nascite. Risulta altresì necessario aggiornare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) per gli eventi che possono capitare.

Assegno unico per i figli, come lo paga l’Inps?

L’Inps provvede al pagamento dell’assegno unico per i figli al genitore che presenta la domanda. Si può scegliere di indirizzare il pagamento dell’assegno unico a un solo genitore (quello che presenta la domanda) oppure all’altro, da indicare nella domanda. Ai fini del pagamento, infatti, nel modello si possono indicare, oltre ai dati del genitore che ha presentato la domanda, anche quelli dell’altro genitori. In tal caso l’Inps paga l’assegno in maniera ripartita tra i due genitori. I dati di pagamento del secondo genitori possono essere forniti anche in un momento susseguente. In tal caso, il 50% del pagamento Inps all’altro genitore avviene a partire dal mese susseguente a quello nel quale si presenta la comunicazione all’Inps. L’inserimento di un altro genitore per il pagamento ripartito deve essere comunicato mediante l’accesso alla domanda già presentata in precedenza.

Assegno unico per i figli, come avviene il pagamento dell’Inps?

Il pagamento dell’assegno unico da parte dell’Inps può avvenire mediante accredito su conto corrente bancario o postale, sulla carta di credito o di debito purché dotata di codice Iban o sul libretto di risparmio dotato di codice Iban. In alternativa, si può ottenere il pagamento anche in contanti, andando presso gli sportelli postali oppure facendo accreditare l’importo sulla carta dove si riceve il reddito di cittadinanza.

Compatibilità dell’assegno unico per i figli con altre prestazioni Inps

Per le famiglie che già percepiscono altre misure e sostegni, come ad esempio il reddito di cittadinanza, l’Inps provvede a corrispondere d’ufficio anche l’assegno unico per i figli. L’erogazione, dunque, avviene in automatico e si aggiunge al reddito di cittadinanza. Le famiglie, inoltre, possono cumulare l’assegno unico per i figli con altri sostegni a favore dei figli erogati dalle regioni, dalle province autonomi di Trento e Bolzano e dagli altri enti locali.

Assegno nucleo familiare, cos’è e quali sono gli importi maggiorati

L’assegno per il nucleo familiare (Anf) rappresenta una prestazione economica dell’Inps alle famiglie di determinate categorie di lavoratori. Il riconoscimento e il calcolo dell’importo dell’Anf dipende dalla composizione del nucleo familiare e dal reddito della famiglia, oltre al numero di familiari e dei figli. Il calcolo dell’assegno familiare avviene per importi via via decrescenti a scaglioni di reddito crescenti.

Assegni nucleo familiare, a chi spettano?

Gli assegni per i nuclei familiari vengono riconosciuti ed erogati dall’Inps alle seguenti categorie di lavoratori:

  • dipendenti del settore privato;
  • domestici e somministrati;
  • dipendenti agricoli;
  • gli iscritti alla Gestione separata;
  • i dipendenti di ditte fallite o cessate;
  • i titolari di pensioni a carico del Fondo pensione lavoratori dipendenti, dei fondi speciali e degli ex Enpals;
  • chi percepisce prestazioni previdenziali;
  • i lavoratori che si trovino in altre situazioni di pagamento diretto.

Anf, da quando decorre e per quanto tempo dura

L’assegno per il nucleo familiare decorre dal primo giorno del periodo di busta paga o, in ogni modo, del pagamento della prestazione previdenziale in concomitanza con il momento in cui si verifichino determinate condizioni previste dal diritto. Ad esempio, la nascita dei figli o la celebrazione del matrimonio fa iniziare a decorrere gli assegni familiari. Il termine del riconoscimento degli Anf è fissato alla fine del periodo in corso oppure alla data in cui cessano le condizioni stesse che hanno determinato il diritto all’assegno. Ad esempio, in seguito alla separazione legale del coniuge, o alla maggiore età dei figli.

Assegni familiari, i requisiti per presentare la domanda

Gli assegni spettano alle famiglie composte da:

  • il lavoratore che fa la richiesta o il titolare della pensione;
  • il coniuge oppure la parte di un’unione civile, anche se non convivente;
  • i figli fino a 18 anni di età, conviventi oppure no;
  • figli maggiorenni che siano stati dichiarati inabili assoluti e permanenti;
  • figli dai 18 ai 21 anni, facenti parte di famiglie numerose, ovvero con almeno 4 figli di età non superiore ai 26 anni.

Quando si presenta domanda per gli assegni familiari?

La domanda per gli assegni familiari deve essere inoltrata per ciascun anno nel quale si ha diritto all’indennità. Nel caso in cui intervengano delle variazioni nel reddito o nella composizione della famiglia, è necessario presentare comunicazione entro i 30 giorni successivi. Non deve essere presentata una nuova domanda o domanda di variazione degli Anf in corso, nel caso in cui si venga rioccupati presso il medesimo datore di lavoro.

Come, a chi e da chi deve essere presenta la domanda degli assegni familiari?

La presentazione della domanda degli assegni familiari per i dipendenti di aziende del settore privato, a esclusione di imprese agricole, deve essere presentata esclusivamente on line sul sito dell’Inps. È lo stesso lavoratore a presentarla personalmente oppure attraverso un patronato. Per i dipendenti di aziende agricole a tempo indeterminato (Oti), la domanda deve essere presentata dai datori di lavoro attraverso il modello Anf/Dip (SR 16) in modalità cartacea. L’Anf relativa ai lavoratori di imprese fallite o cessate avviene mediate erogazione diretto dell’assegno da parte dell’Inps. La relativa domanda deve essere presentata entro 5 anni all’inps attraverso i servizi del sito ufficiale, oppure tramite contact center o patronati.

Assegno per il nucleo familiare, quali redditi bisogna considerare?

Il calcolo di quanto spetti di Assegno per il nucleo familiare dipende dalla tipologia del nucleo familiare, dal numero dei familiari e dal reddito complessivo della famiglia stessa. I redditi da prendere in considerazione ai fini del calcolo sono quelli assoggettati all’Irpef, al lordo delle detrazioni di importa, degli oneri deducibili e delle ritenute erariali. I redditi da prendere in considerazione per il calcolo degli Anf sono quelli maturati nell’anno solare precedente al 1° luglio di ciascun anno fino al 30 giugno dell’anno susseguente.

Quali redditi non devono essere presi in considerazione per il calcolo degli Anf?

Non devono essere dichiarati ai fini della determinazioni dei redditi:

  • i Trattamenti di fine rapporto (Tfr), quelli di famiglia, le rendite vitalizie dell’Inail;
  • le pensioni di guerra o tabellari per i militari di leva vittime di infortunio;
  • le indennità di accompagnamento a ai ciechi civili assoluti, agli invalidi civili, ai minori invalidi impossibilitati a camminare, ai pensionati di inabilità, le indennità di comunicazione per i sordi e le indennità per i ciechi parziali, le indennità per i danni irreversibili da vaccinazioni obbligatorie o per trasfusioni o somministrazioni di emoderivati;
  • eventuali arretrati della cassa integrazione di anni precedenti;
  • le indennità di trasferta;
  • gli assegni di mantenimento del coniuge separato e destinati al mantenimento dei figli.

Da chi viene pagato l’assegno familiare?

Affinché maturi il diritto agli assegni familiari, il reddito complessivo del nucleo deve essere composto, per non meno del 70%, dal reddito del lavoro alle dipendenze o assimilato. L’assegno familiare viene liquidato dal datore di lavoro per conto dell’Inps, tranne nei casi di addetti ai lavoratori domestici, iscritti alla Gestione separata, operai agricoli dipendenti a tempo determinato, lavoratori di ditte fallite e cessate e beneficiari di altre prestazioni previdenziali. In tutti questi casi l’Anf viene versata direttamente dall’Inps.

Quanto spetta di Assegno nucleo familiare fino al 31 dicembre 2021?

Dal 1° luglio al 31 dicembre 2021 la disposizione ponte dettata dall’articolo 5 del decreto legge numero 79 del 2021 ha previsto una maggiorazione degli importi degli assegni del nucleo familiare pari a 37,5 euro per ogni figlio per i nuclei familiari fino a 2 figli, e a 55 euro a figlio per i nuclei familiari di almeno 3 figli. La disposizione è parallela a quella dell’assegno temporaneo dei figli per quanto riguarda la decorrenza e la durata. tuttavia, chi già percepisce l’assegno per il nucleo familiare non può percepire gli importi previsti per l’assegno temporaneo dei figli.

Assegno unico figli da gennaio 2022: quanto perdono i dipendenti in busta paga

Dal 1° gennaio 2022 scatta il semaforo verde per l’Assegno Unico Figli. Ma cosa comporterà per i dipendenti l’introduzione di questa nuova misura? A conti fatti, i dipendenti dovrebbero trovarsi del denaro in meno in busta paga, cerchiamo di capirne il perché.

Assegno unico figli 2022

L’Assegno unico universale figli (al termine della misura dell’assegno ponte) entrerà in vigore il 1° gennaio 2022, salvo modifiche dell’ultima ora. Tale misura di sostegno per le famiglie dei dipendenti, provocherà la perdita di tutte le agevolazioni per genitorialità che sono state in vigore in precedenza. Tuttavia, la riforma delle detrazioni IRPEF non è ancora stata completata, motivo per cui, è anche possibile (anzi, sicuro) che il governo Draghi stia pensando a un periodo di transizione per gestire al meglio il passaggio tra i due regimi, in modo meno doloroso per i dipendenti.

Che la cosa vada così, lo conferma la ministra Elena Bonetti (Per la famiglia e le Pari opportunità), annunciando un passaggio che funga da periodo transitorio tra le vecchie misure e il nuovo Assegno Unico Figli, non solo per le famiglie, ma anche per dare tempo e modo di adeguarsi all’INPS, Patronati e CAF. Infatti, l’Assegno unico universale figli interesserà circa nove milioni di famiglie che hanno a carico figli minori di 21 anni.

Per saperne di più, si attende il Decreto Legislativo in attuazione della legge delega 46/2021 per il Family Act, atteso in Consiglio dei Ministri per questa settimana. L’obiettivo che si pone l’AUUF è la semplificazione ma anche una misura che tiene conto dei carichi familiari, che incentivi il lavoro femminile e l’indipendenza economica dei giovani.

Ma quali sono le penalizzazioni dell’Assegno Unico?

Per quanto è stato previsto sino ad ora, l’assegno non sarà ricevuto automaticamente, così come avviene per le detrazioni IRPEF inserite nella busta paga dei dipendenti con famiglia a carico, ma sarà necessario fare richiesta specifica all’INPS quando entrerà in vigore il nuovo assegno, quindi, dal 1° gennaio 2022.

L’Assegno Unico ha il vantaggio di allargare la platea dei beneficiari, ma con l’introduzione di un requisito che si basa sugli scaglioni ISEE. Ciò significa che quello che oggi i dipendenti ricevono in busta paga direttamente come detrazioni figli, il nuovo assegno sostituisce le detrazioni IRPEF e ANF cambiando in base al reddito ISEE, che si ottiene solo tramite domanda, con un sussidio variabile:

  • massimo 180 euro a figlio con ISEE fino a 15.000 euro (250 dal terzo figlio in poi);
  • minimo 40 euro a figlio con ISEE oltre 40.000 euro.

Fatti due calcoli, un dipendente con un reddito percepito poco oltre i 20.000 euro e uno familiare poco oltre i 40.000 euro, andrebbe a perdere quasi 300 euro mensili. Infatti, oltre alla perdita delle detrazioni IRPEF e ANF, in busta paga il dipendente perde l’assegno familiare dovuto con tre figli minori, il bonus bebè e il bonus mamma domani.

Inoltre, passare dall’automatismo delle agevolazioni ricevute in busta paga, alla richiesta di ottenimento di ISEE valido e alla domanda con conseguente verifica INPS, allungherà di molto i tempi oltre ai vari tagli delle agevolazioni legati alla nuova regola ISEE. In parole semplici, a beneficiarne saranno solo coloro che avranno un ISEE fino a 15.000 euro, mentre il resto potrebbe perdere qualcosa a secondo dei redditi da lavoro dipendente e familiari. Ed è proprio per questo che il governo sta vagliando un periodo di transizione dal vecchio metodo al nuovo assegno. Ma la realtà delle cose, ci dice che dopo il periodo di adeguamento, la sostanza non cambierà.

 

Assegno ponte figli minori, la domanda per avere anche gli arretrati scade il 31 ottobre 2021

La domanda per richiedere l’assegno ponte per i figli minori di 18 anni ha una doppia scadenza: il prossimo 31 ottobre ed entro la fine del 2021. Ma solo chi presenterà la domanda entro la fine di questo mese avrà diritto agli arretrati calcolati da luglio in poi. L’assegno ponte è una misura temporanea introdotta dal decreto legge numero 79 del 2021. Spetta per i figli minori, ma anche per gli adottati e in affido preadottivo. Si tratta di una misura temporanea per i mesi da luglio a dicembre 2021. Dal 1° gennaio 2022, infatti, l’assegno ponte verrà sostituito dall’assegno unico universale.

Chi ha diritto all’assegno temporaneo per i figli minori?

Hanno diritto all’assegno temporaneo per i figli minori i nuclei familiari che abbiano un reddito Isee fino a 50 mila euro. Inoltre, la misura è incompatibile per le famiglie che già percepiscono l’assegno per il nucleo familiare (Anf). Possono presentare domanda i lavoratori autonomi, i disoccupati, i coltivatori diretti, i coloni e mezzadri e i titolari di pensione derivante da lavoro autonomo.

Quali sono i requisiti per avere l’assegno temporaneo per i figli?

I requisiti richiesti per avere l’assegno temporaneo per i figli minori consistono:

  • nell’essere cittadino italiano oppure di uno Stato membro dell’Unione europea. È ammesso alla richiesta della misura anche il familiare del cittadino italiano o dello Stato membro purché titolare del diritto di soggiorno (anche permanente). Per i cittadini di Stati extra europei è necessario il permesso di soggiorno nell’Unione europea per periodi lunghi. I permessi di soggiorno di lavoro e ricerca devono avere durata di almeno 6 mesi.
  • essere soggetti al pagamento delle imposte sui redditi in Italia;
  • avere la residenza e il domicilio in Italia con i figli a carico fino al compimento dei 18 anni;
  • presentare un Isee in corso di validità.

Assegno ponte, quanto spetta per ogni figlio?

L’assegno temporaneo viene erogato in base al numero dei figli minori e al valore dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) presentato. Più nel dettaglio, l’importo spettante è differente a seconda che nella famiglia ci siano uno o due figli minori, oppure almeno tre figli minori. Con un Isee non superiore a 7 mila euro, l’importo spettante è pari a:

  • 167,5 euro per ogni figlio fino a due figli;
  • 217,8 euro per figlio nei nuclei con almeno tre figli minori;
  • per Isee superiori, ma fino al massimo di 50 mila, l’importo dell’assegno temporaneo diminuisce fino ad azzerarsi;
  • l’importo spettante è maggiorato di 50 euro per ciascun figlio minore disabile all’interno del nucleo familiare, a prescindere dal grado di disabilità.

Come si presenta la domanda per l’assegno temporaneo figli minori?

La domanda per avere l’assegno temporaneo per i figli può essere presentata in tre modi:

  • direttamente sul portale web dell’Inps, usando gli appositi servizi raggiungibili dalla home page. È necessario accedere con il codice Pin dispositivo se rilasciato entro il 1° ottobre 2021. Diversamente si può accedere con Spid di livello 2 o Carta di identità elettronica (Cie) o Carta di identità elettronica 3,0 (Cie) o, infine, con la Carta nazionale dei servizi (Cns);
  • attraverso il contact cente dell’Inps, chiamando il numero verde 803 164 o 06 164 164 da cellulare;
  • avvalendosi di un patronato con servizio offerto gratuitamente.

Scadenza domanda assegno temporanea per i figli minori e arretrati

La domanda può essere presentata entro il 31 ottobre 2021 per avere anche gli arretrati che vanno a decorrere dalla mensilità di luglio. Dopo il 31 ottobre può essere presentata la domanda, anche fino a fine anno, ma quanto spetta di assegno per i figli minori viene calcolato a decorrere dal mese di presentazione della domanda stessa. La scadenza della domanda al 31 ottobre era stata già prorogata dopo la prima scadenza fissata al 30 settembre 2021.

Come viene pagato l’assegno ponte per i figli minori?

L’accredito dell’assegno ponte per i figli minori, previo accertamento dei requisiti richiesti, avviene attraverso:

  • i conti correnti dotati di Iban, area Sepa. L’intestazione del conto deve essere conforme ai dati del richiedente e deve esserci l’abilitazione a ricevere bonifici.
  • libretti di risparmio e carte prepagate (purché con Iban) sono ammesse a ricevere l’assegno ponte;
  • il bonifico domiciliato al richiedente presso lo sportello postale;
  • l’accredito sulla carta per i beneficiari del Reddito di cittadinanza.

Compatibilità assegno temporaneo figli minori e altre misure sostegno al reddito

L’assegno ponte è incompatibile con l’assegno per il nucleo familiare (Anf), ma è pagabile a chi percepisce altre forme di sostegno al reddito. Nel dettaglio, l’assegno ponte si può ricevere anche se già si percepisce:

  • il reddito di cittadinanza;
  • l’assegno di natalità;
  • il premio alla nascita;
  • gli assegni familiari previsti dal decreto Presidente repubblica numero 797 del 1955.

Assegno ponte figli minori, può essere richiesto da genitori uno dipendente e uno autonomo?

L’assegno ponte per i figli minori può essere richiesto anche dalle famiglie nelle quali un genitore risulti lavoratore dipendente e l’altro autonomo. Deve verificarsi però che non siano destinatari dell’assegno per il nucleo familiare (Anf) per mancanza dei requisiti. Ovvero che, nella composizione del reddito del nucleo familiare, non si arrivi al 70% composto dal solo lavoro alle dipendenze. Lo stesso diritto spetta anche ai genitori che non percepiscono l’assegno per il nucleo familiare (Anf) perché il loro reddito supera i limiti della tabella Anf: naturalmente, in questo caso, l’Isee deve essere inferiore a 50 mila euro.

Assegno unico figli, in arrivo decreto attuativo: dal 2022 importo base di 180 euro, aiuti a stranieri e maggiorazioni giovani madri

È in arrivo il decreto attuativo del Family act relativo all’assegno unico per i figli. Dal 2022 saranno 19 i miliardi di euro all’anno che il governo impegnerà per gli aiuti in partenza del 1° gennaio prossimo. La misura è stata anticipata nel corso del 2021 dall’assegno ponte, prorogato fino al 30 ottobre 2021 per dar modo di presentare domanda. I lavoratori autonomi, inoltre, presentando domanda entro fine ottobre non perderanno gli arretrati calcolati dal 1° luglio 2021. La misura  che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2022 si traduce in un aiuto economico di circa 180 euro mensili che arrivano fino a 250 euro per il terzo figlio.

Assegno universale figli: quali sono le risorse, un terzo arriva dalle detrazioni Irpef

Tra le novità del decreto attuativo anche gli aiuti agli stranieri e le maggiorazioni per le giovani madri e i disabili. Per il finanziamento della misura, ormai pronta per il Consiglio dei ministri del governo Draghi, sono pronti sei miliardi di euro che si andranno ad aggiungere ai 6,2 miliardi per le detrazioni Irpef, ai 5,1 degli assegni familiari e ai 770 milioni del premio alle nascite. Altri fondi saranno recuperati dall’accorpamento degli altri bonus temporanei della stessa finalità e natura.

Decreto assegno unico universale per i figli: le prossime tappe per l’approvazione definitiva

Tra le riforme in tema delle tasse, dunque, la delega fiscale relativa all’assegno unico dei figli permetterà riforme strutturali fin dall’inizio del 2022. La delega dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri la prossima settimana o, al massimo, entro la fine della successiva. In seguito, il provvedimento sarà sottoposto all’esame delle commissioni compente per materia al Parlamento e, infine, alla Conferenza unificata. Dopo 30 giorni si arriverà all’approvazione definitiva.

Cosa prevede l’assegno unico universale per i figli e quali sono gli importi?

L’assegno universale per i figli prevede un importo minimo di circa 180 euro per ogni figlio minorenne. Ulteriori 80 o 90 euro possono essere richiesti per il terzo figlio minorenne presente in famiglia e così via. L’importo pieno viene corrisposto alle famiglie che abbiano un Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) più contenuto. Il che dovrebbe corrispondere a un tetto Isee di circa 9 mila euro.

Isee per la richiesta dell’assegno universale per i figli

Tuttavia, l’assegno sarà corrisposto anche alle famiglie che abbiano un Isee più elevato dei 9 mila euro. Dalle anticipazioni sulla misura, infatti, non vi sarà uno sbarramento per redditi superiori, ma il decrescere dell’assegno per i figli sarà piuttosto morbido al crescere di redditi e del patrimonio. Il minimo, dunque, di assegno che le famiglie vedranno riconoscersi potrà essere intorno ai 40 o 50 euro mensili per il primo figlio, anche in corrispondenza di un Isee più elevato.

Assegno per i figli dai 18 ai 21 anni di età

La base dell’assegno universale per i figli rappresenta il via anche ai meccanismi per altri sostegni. Il primo è l’indennità aggiuntiva per le madri con figli fino a 21 anni di età o per figli disabili. Infatti, tra i 18 e i 21 anni è possibile ricevere l’assegno per figli che siano a carico del nucleo familiare. È necessario, tuttavia, che i figli siano inseriti in percorsi di formazione o di avviamento al lavoro. In alternativa il requisito richiede l’inserimento nelle liste di collocamento.

Figli disabili e stranieri: l’assegno universale anche a loro

Per i figli disabili, l’assegno universale sarà corrisposto fino ai 21 anni e anche oltre. L’indennità è prevista, infatti, a condizione che il figlio rimanga a carico della famiglia. L’assegno verrà riconosciuto anche agli stranieri.

Assegno universale per i figli e Reddito di cittadinanza

Da ultimo sarà necessario verificare quale sarà il rapporto tra l’assegno universale per i figli e il Reddito di cittadinanza. Chi percepisce già il Reddito, infatti, dovrà decurtare la quota relativa alla presenza di figli in famiglia. Il meccanismo sarà necessario per evitare che vi siano famiglie che percepiscano due indennità, quella dell’assegno ai figli e quella del Reddito di cittadinanza.

Assegno unico da luglio per professionisti e disoccupati, dal 1 gennaio 2022 per tutti

A breve partirà l’assegno unico per professionisti e disoccupati, mentre con l’avvio del nuovo anno avremo una possibilità molto più ampia, abbracciando tutto il restante. Andiamo con questa rapida guida a scoprire di cosa si tratta e come scatteranno le date dei cambiamenti.

Assegno unico, di cosa si tratta

Con assegno unico si fa riferimento ad un sostegno economico erogato per famiglie che ne hanno diritto. Trattasi di un sostegno per i propri figli e per il proprio nucleo famigliare, a cui far riferimento per incrementare o meno il proprio reddito.

L’assegno unico per i figli è emesso nella forma del credito d’imposta ovvero di una somma di denaro mensile. Il beneficio viene concesso per ogni figlio a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza e fino ai 21 anni di età della prole. Il limite anagrafico decade, invece per i figli con disabilità.

Assegno unico luglio 2021 per disoccupati e professionisti

Cosa ci attende nel prossimo luglio 2021, in merito all’assegno unico per professionisti e disoccupati, lo scopriamo in breve nelle prossime righe. Dunque, dal prossimo 1 luglio, fino al 31 dicembre 2021 l’assegno unico sarà rivolto solo alle categorie finora escluse dagli aiuti familiari, ossia i lavoratori autonomi, disoccupati e incapienti con figli minori a carico, Una massa di persone che, secondo le stime del governo, ammonterebbe a circa 1,8 milioni di famiglie nelle quali sono presenti 2,7 milioni di figli minori.

Ma quali sono i requisiti per ottenere tale assegno, sono in tanti ad arrovellarsi, chiedendoselo. Non a caso, ora vi saranno elencati di seguito, per esaudire soddisfazione a tale quesito:

  • Occorre essere cittadino italiano o di uno Stato membro  dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto  di  soggiorno o del diritto di soggiorno permanente,
  • non avere diritto agli assegni per il nucleo familiare, poiché non cumulabili
  • essere soggetto al pagamento  dell’imposta sul reddito nel territorio italiano;
  • essere domiciliato e residente in Italia e avere i  figli a carico sino al compimento del diciottesimo anno d’età;
  • per gli stranieri, invece occorre essere residenti in Italia da almeno due anni, anche in maniera non continuativa, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di   durata di un tempo almeno semestrale;

Come fare domanda assegno unico

Per fare domanda, oltre ai requisiti richiesti, sopra elencati, occorre rivolgersi all’INPS secondo le istruzioni che dovrebbero essere emanate dall’Istituto entro il prossimo 30 giugno.

Per coloro che faranno domanda entro il 30 settembre 2021, invece, l’assegno unico figli è garantito da luglio mentre per le domande successive l’erogazione partirà dal mese di presentazione della domanda.

Come detto, queste categorie sopra elencate, ovvero professionisti, disoccupati, autonomi e incapienti, avranno il beneficio dal prossimo luglio. Mentre il governo, in alcune sue frange spinge per portare a regime totale l’erogazione dell’assegno unico, va invece detto che dovrà toccare al prossimo 1 gennaio, nel 2022, per tutte le altre categorie.

Ovviamente, non è da meravigliarsi che tante altre categorie, escluse al momento da questo sostegno, non siano esattamente felici e serene.

Assegno unico per famiglie, modalità e importi luglio 2021

Dunque, cosa ci si deve attendere dal prossimo luglio, è un’altra domanda canonica tra chi attenderà l’assegno unico.

Possiamo, in breve, elencare in questo modo quali saranno gli importi per l’assegno. Essi saranno necessariamente rapportati alla situazione economica della famiglia:

  • Famiglie con Isee fino a 7 mila euro  e due figli a carico  l’assegno sarà di 167,5 euro per ciascuno
  • Famiglie con isee fino a 7 mila euro  e con almeno  tre figli l’assegno sara di 217,8 per ciascuno
  • Famiglie con ISEE tra 40 e 50 mila euro l’assegno scende rispettivamente a 30 o 40 euro, con più di due figli

Un’altra e al momento ultima precisazione che andrà fatta in merito alla questione assegno unico è la sua compatibilità o meno col reddito di cittadinanza.

Molti, infatti si chiedono se potranno recepire sia l’assegno unico che il reddito di cittadinanza, qualora essi abbiano diritto al reddito, si intende.

Ebbene, l’assegno unico è compatibile e cumulabile con il Reddito di cittadinanza. Dunque coloro che già percepiscono il sussidio vedranno un effettivo aumento dell’importo mensile a partire dal 1° luglio.

Tutti gli altri non avranno che da attendere il prossimo 2022, sperando di arrivarci senza troppi affanni e collassi economici che ancora non sono lontani dalla nostra condizione economica nazionale e in parte planetaria.