Busta paga da marzo: assegno unico,detrazioni, bonus Irpef, la guida alle novità

La busta paga a partire dal mese di marzo cambierà e non poco. Questo è più che una certezza dal momento che proprio a partire da marzo, l’elaborazione della busta paga dovrà per forza di cose recepire le tante novità introdotte dalle nuove normative. Cambia tutto sia per aziende, imprese e datori di lavoro che sono chiamati ad elaborare i documenti, che per i lavoratori che li riceveranno.

Busta paga di marzo, si cambia, ecco cosa succede

Assegni familiari, assegno unico, detrazioni che vanno e detrazioni che vengono. Parlare di autentica rivoluzione in materia di buste paga non è certo azzardato alla luce della importanti e notevoli novità introdotte dalla normativa vigente.
Il solo assegno universale sui figli per esempio, cambia radicalmente tutto il settore del welfare per le famiglie che per i lavoratori dipendenti significava assegni familiari e detrazioni per familiari a carico.
Entrambe queste voci resteranno in molte buste paga, ma saranno notevolmente differenti, sia come importi, che come persone a cui fanno riferimento. E poi occorrerà fare i conti con gli assegni al nucleo familiare residui. E poi occorre fare i conti con le detrazioni Irpef che non riguarderanno più alcuni figli che invece entrano nel nuovo strumento dell’assegno unico universale.
Ma c’è ancora altro, perché cambia pure l’integrazione Irpef, il cosiddetto bonus che proviene dal taglio del cuneo fiscale.
Per i professionisti che devono elaborare le buste paga e per le aziende che devono passarle ai loro dipendenti, l’attenzione deve essere massimale. Da marzo entra in scena come detto, l’assegno unico universale per i figli sotto i 21 anni di età. Ma dal 2022 sono entrate in vigore le nuove tassazioni dei redditi di lavoro subordinato. Una miriade di novità che adesso andiamo a spiegare in sintesi.

Assegno unico universale sui figli a carico

Cambiano i benefit per i figli a carico, almeno per quelli fino ai 21 anni di età. Se fino a febbraio su questi figli un lavoratore dipendente che ne aveva diritto, percepiva i cosiddetti ANF (Assegni Nucleo Familiare), da marzo percepirà l’assegno unico universale.

E se gli ANF erano erogati direttamente dal datore di lavoro in busta paga, adesso si passa al pagamento diretto da parte dell’Inps. Un pagamento scollegato dalla busta paga e direttamente sull’Iban indicato in domanda da parte del richiedente. Oltre all’assegno al nucleo familiare, il nuovo assegno unico universale assorbe pure le detrazioni per questi figli a carico. Anche in questo caso, le detrazioni che comparivano sulle buste paga fino a febbraio, adesso non ci saranno più. Sempre in relazione ai figli nel perimetro dell’assegno universale.
Nulla cambia in effetti, per i figli sopra i 21 anni e per il coniuge o gli altri familiari a carico. Le detrazioni resteranno spettanti per chi ne ha diritto ed anche gli ANF continueranno a comparire nelle buste paga. E per quanto concerne le dichiarazioni dei redditi, anche se molti confondono il tutto, restano perfettamente fruibili tutti i bonus anche sui figli a carico che rientrano nell’assegno unico universale.
Infatti le spese di istruzione, piuttosto che le spese sanitarie, restano fruibili. Questo genere di spese, se sostenute da figli sotto i 21 anni ma a carico del genitore, possono dare diritto alla detrazione del 19% come sempre.

Cosa cambia in busta paga sull’Irpef

Novità consistenti riguardano anche la determinazione del trattamento integrativo all’Irpef, il cosiddetto bonus Irpef da 100 euro al mese. Sono cambiati gli scaglioni Irpef applicati, che passano da 5 a 4 e cambia anche la struttura del bonus Irpef del taglio del cuneo fiscale.
La legge di bilancio 2022 è intervenuta in materia di Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). Un intervento piuttosto profondo che ha riguardato sia gli scaglioni Irpef che la materia delle detrazioni spettanti. Inoltre, l’intervento ha riguardato pure il bonus Irpef da 100 euro al mese.
Le nuove aliquote per i 4 scaglioni di reddito sono:

  • Fino a € 15.000 euro, 23%;
  • Oltre € 15.000 e fino a 28.000 euro, 25%;
  • Oltre € 28.000 e fino a 50.000 euro, 35%;
  • Sopra i € 50.000, 43%.

Le nuove detrazioni da lavoro dipendente sono:

  • Sui redditi non superiori a € 15.000 , € 1.880 di detrazione se il rapporto di lavoro è a tempo indeterminato e mai sotto a € 1.380 se il rapporto di lavoro è a tempo determinato;
  • Sui redditi superiori a € 15.000 e fino a € 28000, detrazioni pari al risultato di 1.910 + 1.190 moltiplicato per il risultato di 28.000 – reddito complessivo diviso 28.000 – 15.000;
  • Per i redditi oltre € 28.000 euro e fino a € 50.000, detrazioni pari al risultato di 1.910 moltiplicato per il risultato di 50.000 – reddito complessivo diviso 50.000 – 28.000.

Il bonus Irpef da 100 euro come funziona

Per i soggetti con reddito complessivo non superiore a 15.000 euro, spettano 1.200 euro all’anno in busta paga come bonus Irpef o come trattamento integrativo Irpef. È quello che emerge per via del nuovo bonus Irpef che ha sostituito il vecchio bonus Renzi da 80 euro al mese.
Per i redditi non superiori a € 28.000 il bonus spetta a condizione che la somma di tutte le detrazioni (carichi di famiglia, da lavoro dipendente, interessi sui mutui, spese sanitarie, recupero del patrimonio edilizio e così via) sia superiore all’imposta lorda dovuta. Il bonus è determinato in misura pari alla differenza tra la somma delle già citate detrazioni e la stessa imposta lorda.

Spese sostenute per i figli, chiarimenti AdE su detrazioni e deduzioni anche con l’assegno unico

Sulle spese sostenute per i figli è intervenuta l’Agenzia delle entrate per gli opportuni chiarimenti in merito alle deduzioni e alle detrazioni. I chiarimenti si sono resi necessari per l’avvicinarsi dell’introduzione dell’assegno unico. Nel dettaglio, nel 2022 rimangono le deduzioni e le detrazioni sulle spese sostenute per i figli. Di conseguenza devono essere riportate nella dichiarazione dei redditi gli oneri per i figli under 21 a carico.

Chiarimenti Agenzia delle entrate sulle deduzioni e detrazioni per i figli a carico

Il chiarimento dell’Agenzia delle entrate riguarda i genitori dei figli fino a 20 anni e 364 giorni (under 21) fiscalmente a carico. Si potrà continuare a fruire delle detrazioni e delle deduzioni per le spese sostenute nel loro interesse. Anche se non si potrà più beneficiare delle detrazioni inerenti per i figli. Il chiarimento si è reso necessario per l’interpretazione delle detrazioni per i figli a carico inserite nel decreto legislativo numero 230 del 2021. Si tratta del provvedimento di legge che ha introdotto l’assegno unico per i figli.

Assegno unico per i figli, cosa avviene per le spese dal 1° gennaio 2022 su detrazioni e deduzioni?

Il che significa che dal 1° marzo 2022 i sostituti di imposta non dovranno più riconoscere nella busta paga le detrazioni spettanti per i figli fino a 21 anni di età. Tali detrazioni verranno già incorporate nell’assegno unico per i figli. Tuttavia, i genitori potranno continuare a fruire delle deduzioni e delle detrazioni per le spese sostenute a favore dei figli a carico. Inoltre, ai genitori andrà riconosciuto anche il regime fiscale agevolato dei servizi e dei beni del welfare aziendale. È quanto prevede il comma 2, dell’articolo 51 del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir).

Spese detraibili e deducibili per i figli, come deve comportarsi il sostituto di imposta per la busta paga?

Il sostituto di imposta deve, pertanto, computare le detrazioni per le spese sostenute per i figli per i primi due mesi del 2022 (ovvero gennaio e febbraio). Per i restanti mesi dell’anno, ovvero a partire dal 1° marzo 2022, è necessario applicare quanto prevede l’articolo 10 del decreto legislativo numero 230 del 2021 che ha introdotto l’assegno unico per i figli. Pertanto, per gennaio e febbraio 2022 si devono computare le detrazioni spettanti per le spese sostenute per i figli secondo quanto prevede l’articolo 12 del Tuir, salvo il conguaglio di fine anno o il termine del rapporto sulla base del reddito complessivo.

Detrazioni e deduzione, cosa avviene per i figli non fiscalmente a carico?

Inoltre, “ai fini delle disposizioni fiscali che fanno riferimento alle persone indicate nel presente articolo, anche richiamando le condizioni ivi previste, i figli per i quali non spetta la detrazione ai sensi della lettera c) del comma 1 sono considerati al pari dei figli per i quali spetta tale detrazione”. In altre parole, per i figli fino a 21 anni che rispettano i criteri stabiliti dal comma 2 dell’articolo 12 (risultanti, pertanto, fiscalmente a carico), anche se non spettano più le detrazioni per figli a carico, continuano a spettare le detrazioni e le deduzioni previste per oneri e spese sostenute nell’interesse dei familiari fiscalmente a carico di cui all’articolo 12 del Tuir. Per i figli di età inferiore ai 21 anni, anche se non fiscalmente a carico, continuano ad applicarsi le disposizioni di cui all’articolo 51, comma 2, del Tuir in tema di welfare.

Assegno unico per i figli, due regimi di calcolo fiscale per il 2022

Per il 2022, anno di transizione per l’introduzione dell’assegno unico per i figli, i sostituti di imposta dovranno applicare pertanto due regimi di calcolo relativi al calcolo delle detrazioni per i figli a carico. I due regimi dovranno essere calcolati rispettivamente per il periodo fino al 28 febbraio 2022 e per quello successivo, ovvero a partire dal 1° marzo 2022. Il primo regime fa riferimento all’articolo 12 del Testo unico delle imposte sui redditi; il secondo periodo all’articolo 10 del decreto legislativo numero 230 del 2021. Saranno da formulare due differenti conguagli.

Assegno unico figli, Isee se in famiglia ci sono divorziati, altri familiari, separati mai sposati, padre risposato

La pratica dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) ai fini della presentazione della domanda per l’ottenimento dell’Assegno unico per i figli può generare difficoltà nell’individuazione dei membri della famiglia richiedente. La definizione del nucleo familiare diventa, pertanto, indispensabile ai fini del calcolo dell’Isee e per la determinazione della nuova misura introdotta nel 2022. Possono presentarsi, infatti, casi di famiglie allargate, di presenza di altri familiari, del padre risposato o della presenza di un figlio maggiorenne, di genitori mai sposati o di uno dei due che viva all’estero. Infine, è da prendere in considerazione anche il caso di un genitore straniero.

Isee, come si calcola l’indicatore se si tratta di famiglia allargata ai fini dell’Assegno unico per i figli?

In linea di massima, la famiglia è composta, ai fini dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) da tutte le persone presenti nello stato di famiglia. Il documento si può richiedere all’anagrafe comunale. Tuttavia, rispetto a questa regola generale, si possono verificare vari casi. Ad esempio, i due coniugi possono avere una differente residenza. Ciò può presentarsi nel caso della domanda di Assegno unico quando la madre divorziata e con due figli minori ha un nuovo convivente. In questo caso fanno parte sempre dello stesso nucleo familiare per il calcolo dell’Isee? I coniugi, anche se hanno una differente residenza, costituiscono un medesimo nucleo familiare per il calcolo dell’Isee. Il nuovo convivente, dunque, se figura nello stato di famiglia della madre divorziata, fa parte del nucleo familiare ai fini dell’Isee della famiglia di quest’ultima. Se scegliesse tuttavia la famiglia del coniuge, non potrebbe rientrare nel nucleo della madre divorziata.

Isee, come vanno considerati i figli maggiorenni non conviventi fino a 26 anni e oltre per l’Assegno unico?

I figli maggiorenni e fino a 26 anni e oltre, ai fini dell’Isee necessario per l’Assegno unico, se non sono conviventi, hanno diversa disciplina. Ovvero, se non hanno ancora compiuto i 26 anni fanno parte del nucleo familiare dei genitori nel caso in cui risultano a carico per il calcolo dell’Irpef. Se hanno già compiuto i 26 ani di età o li hanno superati fanno parte di un nucleo familiare a sé stante anche nel caso in cui dovessero risultare ancora a carico dei genitori. In tal caso, dunque, il figlio maggiorenne che abbia già compiuto i 26 anni o li abbia superati costituisce un nucleo familiare a parte ai fini dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente.

Assegno unico, come bisogna considerare il padre risposato e gli altri familiari, come zii e nonni, ai fini dell’Isee?

Nel calcolo dell’Isee per l’Assegno unico devono essere inseriti anche gli altri familiari come zii e nonni, nel caso in cui risultino conviventi con la famiglia. In tal caso, fa sempre fede lo stato di famiglia: se gli altri familiari risultano presenti vanno inclusi. Il padre che si è risposato, che normalmente risulta estraneo alla famiglia di un figlio minore, deve essere incluso ai fini dell’Isee per minorenni. Si tratta di un “componente aggiuntivo”. Nell’Isee della madre dovrà essere indicato l’importo versato ai fini del mantenimento del minore. Tale disciplina incontra due limiti nei casi in cui:

  • non sia presente il provvedimento dell’autorità giudiziaria che stabilisca l’obbligo di versare il mantenimento al figlio da parte del padre risposato;
  • sia presente un provvedimento di allontanamento, di esclusione della potestà genitoriale oppure di estraneità nei rapporti economici ed affettivi.

Come calcolare l’Isee nel caso di due genitori mai sposati, con diversa residenza, e figlio minore per l’assegno unico?

Il caso dei genitori separati e mai sposati può avere due soluzioni. La situazione è quella nella quale i due genitori abbiano un figlio minore e una residenza differente. Ai fini dell’Assegno unico per il figlio minore, è necessario alternativamente:

  • presentare un’unica Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) per il calcolo dell’Isee da parte del genitore che conviva con il minore. Nella dichiarazione deve essere indicato il genitore esterno al nucleo familiare, a meno che non vi sia un provvedimento dell’autorità giudiziaria;
  • in alternativa si possono presentare due Isee diversi. Il primo si riferisce al nucleo familiare del minore e del genitore convivente, mentre il secondo fa capo al genitore esterno. Nel Documento sostitutivo unico è necessario indicare il protocollo Dsu del genitore esterno già inoltrato all’Inps.

Calcolo Isee ai fini dell’Assegno unico per genitori che lavorano all’estero o per genitore straniero

Se uno dei due genitori lavora all’estero pur avendo la residenza in Italia, la famiglia del minore ha diritto a una maggiorazione dell’Assegno unico. La condizione è che il genitore che lavora all’estero debba pagare le imposte in Italia. Se uno dei due genitori è un cittadino straniero senza codice fiscale lo si può indicare nella domanda. In tal caso, è necessario seguire nella pratica i passaggi nella sezione dei dati del figlio: “Il nucleo familiare del figlio comprende uno solo dei 2 genitori”, “Genitore unico” e successivamente “Altro genitore cittadino straniero senza codice fiscale”. Con questa procedura, quanto spetta per l’assegno viene riconosciuto a chi ha presentato richiesta senza che sia possibile procedere con la ripartizione del 50%.

Assegno unico per i figli, come si presenta la domanda?

Si possono già presentare le domande all’Inps per l’assegno unico per i figli. Già dal 1° gennaio 2022, infatti, risulta disponibile sul sito istituzionale dell’Istituto previdenziale la piattaforma online per l’invio delle istanze. Chi presenterà la domanda entro il 30 giugno 2022 riceverà anche gli arretrati dal mese di marzo. Chi, invece, provvederà a presentare l’istanza dal 1° luglio prossimo, vedrà riconoscersi l’assegno unico per i figli solo a partire dal mese successivo a quello di presentazione della domanda stessa.

Assegno unico per i figli, quali sono i requisiti per ricevere l’indennità?

L’Inps ha fornito chiarimenti sui requisiti e sulle modalità di presentazione della domanda dell’assegno unico per i figli con la comunicazione numero 4748 del 31 dicembre 2021. La misura è contenuta nel decreto legislativo numero 230 del 2021. Si ha diritto a ricevere l’assegno unico per ciascun figlio a carico minorenne e per ciascun figlio maggiorenne a carico entro il compimento dei 21 anni di età. La comunicazione non menziona limiti di età per i figli affetti da disabilità: l’Inps paga l’assegno indipendentemente dai requisiti di studio o di lavoro richiesti per i maggiorenni.

Quali sono i requisiti per ricevere l’assegno unico per i figli maggiorenni e fino ai 21 anni?

Nello specifico, per ottenere l’assegno unico per i figli maggiorenni e fino all’età di 21 anni, è necessario che si verifichino determinate situazioni. Il figlio deve, infatti, frequentare un corso di formazione scolastica o professionale oppure un corso di laurea universitario. È corrisposto l’assegno unico anche se il figlio maggiorenne svolge un tirocinio oppure un’attività lavorativa. Dall’attività lavorativa deve ottenersi un reddito annuo che non superi gli 8 mila euro. L’assegno è fruibile anche per i figli risultanti come disoccupati e in cerca di lavoro: in questo caso è necessaria l’iscrizione ai servizi pubblici per l’impiego. Infine, l’assegno unico viene corrisposto anche per i figli impiegati nel servizio civile universale.

Assegno unico per i figli e Isee

Il pagamento dell’assegno unico per i figli necessita della determinazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Per i figli minorenni si terrà conto dell’Isee previsto dall’articolo 7 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 159 del 2013 (Isee minorenni) e secondo quanto disciplinato dall’articolo 9 dello stesso decreto (Isee minorenni corrente). Per i figli maggiorenni, l’Isee al quale fare riferimento è quello previsto dagli articoli da 2 a 5 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 159 del 2013 (Isee ordinario) e dall’articolo 9 dello stesso decreto.

Assegno unico per i figli, cosa fare se non si ha l’Isee al momento della domanda?

Nel caso in cui non si disponga dell’Isee al momento della domanda, l’assegno verrà corrisposto dall’Inps sulla base dei dati che siano stati autocertificati nel modello della domanda stessa. Se l’Isee viene presentato entro il 30 giugno, l’Inps provvede a conguagliare l’assegno unico per i figli e a pagare anche gli arretrati a decorrere da marzo 2022. Per l’Isee presentato dopo il 30 giugno 2022, la prestazione viene calcolata sulla base dell’Isee al momento della presentazione dello stesso. Se l’Isee dovesse mancare oppure essere superiore a 40 mila euro, la prestazione viene calcolata secondo l’importo minimo previsto. Ovvero di 50 euro per i figli minori e di 25 euro per i figli maggiorenni.

Assegno unico per i figli, come si presenta la domanda?

La domanda dell’assegno unico per i figli deve essere presentato da un genitore una sola volta per ciascun anno. Gli interessati possono presentare la domanda dal portale on line del sito dell’Inps, andando sul servizio dedicato. Per l’accesso è necessario lo Spid almeno di livello 2 o la Carta di identità elettronica 3.0 (Cie), oppure la Carta nazionale dei servizi (Cns). Si può richiedere l’assegno unico anche attraverso il contact center integrato, chiamando il numero verde 803 164 o lo 06 164 164 (da rete mobile). Infine si possono utilizzare i servizi gratuiti dei patronati.

Chi deve presentare la domanda dell’assegno unico per i figli e quando?

Uno dei genitori deve presentare la domanda dell’assegno unico per i figli una sola volta. I beneficiari devono presentare poi la domanda ogni anno. Nella domanda devono essere indicati tutti i figli per i quali si richieda l’indennità. Si possono aggiungere anche altri figli nel caso di nuove nascite. Risulta altresì necessario aggiornare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) per gli eventi che possono capitare.

Assegno unico per i figli, come lo paga l’Inps?

L’Inps provvede al pagamento dell’assegno unico per i figli al genitore che presenta la domanda. Si può scegliere di indirizzare il pagamento dell’assegno unico a un solo genitore (quello che presenta la domanda) oppure all’altro, da indicare nella domanda. Ai fini del pagamento, infatti, nel modello si possono indicare, oltre ai dati del genitore che ha presentato la domanda, anche quelli dell’altro genitori. In tal caso l’Inps paga l’assegno in maniera ripartita tra i due genitori. I dati di pagamento del secondo genitori possono essere forniti anche in un momento susseguente. In tal caso, il 50% del pagamento Inps all’altro genitore avviene a partire dal mese susseguente a quello nel quale si presenta la comunicazione all’Inps. L’inserimento di un altro genitore per il pagamento ripartito deve essere comunicato mediante l’accesso alla domanda già presentata in precedenza.

Assegno unico per i figli, come avviene il pagamento dell’Inps?

Il pagamento dell’assegno unico da parte dell’Inps può avvenire mediante accredito su conto corrente bancario o postale, sulla carta di credito o di debito purché dotata di codice Iban o sul libretto di risparmio dotato di codice Iban. In alternativa, si può ottenere il pagamento anche in contanti, andando presso gli sportelli postali oppure facendo accreditare l’importo sulla carta dove si riceve il reddito di cittadinanza.

Compatibilità dell’assegno unico per i figli con altre prestazioni Inps

Per le famiglie che già percepiscono altre misure e sostegni, come ad esempio il reddito di cittadinanza, l’Inps provvede a corrispondere d’ufficio anche l’assegno unico per i figli. L’erogazione, dunque, avviene in automatico e si aggiunge al reddito di cittadinanza. Le famiglie, inoltre, possono cumulare l’assegno unico per i figli con altri sostegni a favore dei figli erogati dalle regioni, dalle province autonomi di Trento e Bolzano e dagli altri enti locali.

Bonus asilo nido, bebè e assegno ponte 2021: ecco le misure ancora valide fino al 31 dicembre

Ancora oltre 5 miliardi di euro da assegnare alle imprese e ai cittadini con i contributi a fondo perduto fino alla fine del 2021. Tra le misure sono numerosi e consistenti i contributi a favore delle famiglie. Si va dal bonus asilo nido a quello bebè 2021, dall’assegno ponte per i figli minori al bonus cultura. Ma altri contributi sono previsti per gli occhiali, i pc e i tablet e anche per il risparmio idrico.

Bonus asilo nido 2021, domande fino al 31 dicembre

Si può presentare fino al 31 dicembre 2021 la domanda del bonus asilo nido. Il sostegno è a vantaggio dei genitori con figli nati o adottato a partire dal 1° gennaio 2016. Per richiedere il bonus è necessario andare sul sito dell’Inps dove è presente la procedura telematica per richiedere il contributo. Non è più richiedibile il bonus cultura per i figli che abbiano compiuto la maggiore età nel 2020, ovvero i nati nel 2002. La domanda, scaduta il 31 agosto scorso, ha visto la registrazione sul sito dedicato di 1,6 milioni di ragazzi. Il bonus va speso entro il 28 febbraio 2022.

Bonus bebè 2021, confermato per tutto il 2021

Il bonus bebè è ancora valido per tutto l’anno in corso. Si tratta di un sostegno ai genitori con figli nati o adottati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021. La domanda deve essere presentata entro 90 giorni dalla nascita o dall’adozione.

Assegno ponte per i figli minori, domanda entro il 31 dicembre 2021

È ancora possibile presentare la domanda per l’assegno ponte per i figli minori. Beneficiari del contributo sono i lavoratori autonomi, i disoccupati, i coltivatori diretti, i coloni e i titolari di pensione da lavoro autonomo. È necessario avere un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) che non superi i 50 mila euro. La domanda deve essere presentata sul sito dell’Inps. La data di inizio dell’invio delle istanze era fissata al 1° luglio 2021 per chi l’ha presentata entro il 31 ottobre scorso l’Inps ha corrisposto anche gli arretrati a partire dal 1° luglio 2021. Per le domande successive il contributo spetta solo per il periodo corrispondente, senza gli arretrati. L’assegno ponte per i figli minori sarà sostituito a partire dal 1° gennaio 2022, dal nuovo assegno unico universale per le famiglie. Le domande potranno essere presentate da gennaio con erogazione del contributo a partire da marzo 2022.

Bonus occhiali, pc e tablet per le famiglie: ecco i contributi che si possono ancora richiedere

Il bonus per l’acquisto di occhiali non è ancora operativo. Si è in attesa del relativo decreto attuativo che non è stato mai approvato. I beneficiari sono le famiglie che abbiano un Isee non eccedente i 10 mila euro. Le famiglie con Isee che non superi i 20 mila euro potevano invece presentare domanda per la fase 1 del Piano Voucher per pc e tablet fino al 9 novembre scorso. Si tratta di un buono del valore di 500 euro per dotarsi di una connessione veloce a internet e per comprare un personal computer o un tablet. La misura ha visto attivare oltre 200 mila voucher nei 12 mesi in cui è rimasta in vigore per un totale di oltre 98 milioni di euro erogati alle famiglie. La prossima fase riguarderà le imprese con uno stanziamento di oltre 515 milioni di euro.

Bonus idrico, presentazione delle domande sulla piattaforma da gennaio 2022

Si è in attesa di un’altra misura a favore delle famiglie o persone fisiche. Si tratta del bonus del risparmio idrico per il quale il ministero per la Transizione ecologica ha già emesso il decreto attuativo. Si potrà presentare la domanda registrandosi sulla piattaforma “Bonus idrico” che sarà pronta a partire da gennaio 2022. I contributi andranno alle persone fisiche residenti in Italia, maggiorenni, che siano proprietari o titolari di un altro diritto reale o personale di godimento dell’immobile, all’interno del quale verranno svolti dei lavori rientranti nella disciplina agevolata.

Assegno ponte figli minori, la domanda per avere anche gli arretrati scade il 31 ottobre 2021

La domanda per richiedere l’assegno ponte per i figli minori di 18 anni ha una doppia scadenza: il prossimo 31 ottobre ed entro la fine del 2021. Ma solo chi presenterà la domanda entro la fine di questo mese avrà diritto agli arretrati calcolati da luglio in poi. L’assegno ponte è una misura temporanea introdotta dal decreto legge numero 79 del 2021. Spetta per i figli minori, ma anche per gli adottati e in affido preadottivo. Si tratta di una misura temporanea per i mesi da luglio a dicembre 2021. Dal 1° gennaio 2022, infatti, l’assegno ponte verrà sostituito dall’assegno unico universale.

Chi ha diritto all’assegno temporaneo per i figli minori?

Hanno diritto all’assegno temporaneo per i figli minori i nuclei familiari che abbiano un reddito Isee fino a 50 mila euro. Inoltre, la misura è incompatibile per le famiglie che già percepiscono l’assegno per il nucleo familiare (Anf). Possono presentare domanda i lavoratori autonomi, i disoccupati, i coltivatori diretti, i coloni e mezzadri e i titolari di pensione derivante da lavoro autonomo.

Quali sono i requisiti per avere l’assegno temporaneo per i figli?

I requisiti richiesti per avere l’assegno temporaneo per i figli minori consistono:

  • nell’essere cittadino italiano oppure di uno Stato membro dell’Unione europea. È ammesso alla richiesta della misura anche il familiare del cittadino italiano o dello Stato membro purché titolare del diritto di soggiorno (anche permanente). Per i cittadini di Stati extra europei è necessario il permesso di soggiorno nell’Unione europea per periodi lunghi. I permessi di soggiorno di lavoro e ricerca devono avere durata di almeno 6 mesi.
  • essere soggetti al pagamento delle imposte sui redditi in Italia;
  • avere la residenza e il domicilio in Italia con i figli a carico fino al compimento dei 18 anni;
  • presentare un Isee in corso di validità.

Assegno ponte, quanto spetta per ogni figlio?

L’assegno temporaneo viene erogato in base al numero dei figli minori e al valore dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) presentato. Più nel dettaglio, l’importo spettante è differente a seconda che nella famiglia ci siano uno o due figli minori, oppure almeno tre figli minori. Con un Isee non superiore a 7 mila euro, l’importo spettante è pari a:

  • 167,5 euro per ogni figlio fino a due figli;
  • 217,8 euro per figlio nei nuclei con almeno tre figli minori;
  • per Isee superiori, ma fino al massimo di 50 mila, l’importo dell’assegno temporaneo diminuisce fino ad azzerarsi;
  • l’importo spettante è maggiorato di 50 euro per ciascun figlio minore disabile all’interno del nucleo familiare, a prescindere dal grado di disabilità.

Come si presenta la domanda per l’assegno temporaneo figli minori?

La domanda per avere l’assegno temporaneo per i figli può essere presentata in tre modi:

  • direttamente sul portale web dell’Inps, usando gli appositi servizi raggiungibili dalla home page. È necessario accedere con il codice Pin dispositivo se rilasciato entro il 1° ottobre 2021. Diversamente si può accedere con Spid di livello 2 o Carta di identità elettronica (Cie) o Carta di identità elettronica 3,0 (Cie) o, infine, con la Carta nazionale dei servizi (Cns);
  • attraverso il contact cente dell’Inps, chiamando il numero verde 803 164 o 06 164 164 da cellulare;
  • avvalendosi di un patronato con servizio offerto gratuitamente.

Scadenza domanda assegno temporanea per i figli minori e arretrati

La domanda può essere presentata entro il 31 ottobre 2021 per avere anche gli arretrati che vanno a decorrere dalla mensilità di luglio. Dopo il 31 ottobre può essere presentata la domanda, anche fino a fine anno, ma quanto spetta di assegno per i figli minori viene calcolato a decorrere dal mese di presentazione della domanda stessa. La scadenza della domanda al 31 ottobre era stata già prorogata dopo la prima scadenza fissata al 30 settembre 2021.

Come viene pagato l’assegno ponte per i figli minori?

L’accredito dell’assegno ponte per i figli minori, previo accertamento dei requisiti richiesti, avviene attraverso:

  • i conti correnti dotati di Iban, area Sepa. L’intestazione del conto deve essere conforme ai dati del richiedente e deve esserci l’abilitazione a ricevere bonifici.
  • libretti di risparmio e carte prepagate (purché con Iban) sono ammesse a ricevere l’assegno ponte;
  • il bonifico domiciliato al richiedente presso lo sportello postale;
  • l’accredito sulla carta per i beneficiari del Reddito di cittadinanza.

Compatibilità assegno temporaneo figli minori e altre misure sostegno al reddito

L’assegno ponte è incompatibile con l’assegno per il nucleo familiare (Anf), ma è pagabile a chi percepisce altre forme di sostegno al reddito. Nel dettaglio, l’assegno ponte si può ricevere anche se già si percepisce:

  • il reddito di cittadinanza;
  • l’assegno di natalità;
  • il premio alla nascita;
  • gli assegni familiari previsti dal decreto Presidente repubblica numero 797 del 1955.

Assegno ponte figli minori, può essere richiesto da genitori uno dipendente e uno autonomo?

L’assegno ponte per i figli minori può essere richiesto anche dalle famiglie nelle quali un genitore risulti lavoratore dipendente e l’altro autonomo. Deve verificarsi però che non siano destinatari dell’assegno per il nucleo familiare (Anf) per mancanza dei requisiti. Ovvero che, nella composizione del reddito del nucleo familiare, non si arrivi al 70% composto dal solo lavoro alle dipendenze. Lo stesso diritto spetta anche ai genitori che non percepiscono l’assegno per il nucleo familiare (Anf) perché il loro reddito supera i limiti della tabella Anf: naturalmente, in questo caso, l’Isee deve essere inferiore a 50 mila euro.

Assegno unico figli, in arrivo decreto attuativo: dal 2022 importo base di 180 euro, aiuti a stranieri e maggiorazioni giovani madri

È in arrivo il decreto attuativo del Family act relativo all’assegno unico per i figli. Dal 2022 saranno 19 i miliardi di euro all’anno che il governo impegnerà per gli aiuti in partenza del 1° gennaio prossimo. La misura è stata anticipata nel corso del 2021 dall’assegno ponte, prorogato fino al 30 ottobre 2021 per dar modo di presentare domanda. I lavoratori autonomi, inoltre, presentando domanda entro fine ottobre non perderanno gli arretrati calcolati dal 1° luglio 2021. La misura  che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2022 si traduce in un aiuto economico di circa 180 euro mensili che arrivano fino a 250 euro per il terzo figlio.

Assegno universale figli: quali sono le risorse, un terzo arriva dalle detrazioni Irpef

Tra le novità del decreto attuativo anche gli aiuti agli stranieri e le maggiorazioni per le giovani madri e i disabili. Per il finanziamento della misura, ormai pronta per il Consiglio dei ministri del governo Draghi, sono pronti sei miliardi di euro che si andranno ad aggiungere ai 6,2 miliardi per le detrazioni Irpef, ai 5,1 degli assegni familiari e ai 770 milioni del premio alle nascite. Altri fondi saranno recuperati dall’accorpamento degli altri bonus temporanei della stessa finalità e natura.

Decreto assegno unico universale per i figli: le prossime tappe per l’approvazione definitiva

Tra le riforme in tema delle tasse, dunque, la delega fiscale relativa all’assegno unico dei figli permetterà riforme strutturali fin dall’inizio del 2022. La delega dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri la prossima settimana o, al massimo, entro la fine della successiva. In seguito, il provvedimento sarà sottoposto all’esame delle commissioni compente per materia al Parlamento e, infine, alla Conferenza unificata. Dopo 30 giorni si arriverà all’approvazione definitiva.

Cosa prevede l’assegno unico universale per i figli e quali sono gli importi?

L’assegno universale per i figli prevede un importo minimo di circa 180 euro per ogni figlio minorenne. Ulteriori 80 o 90 euro possono essere richiesti per il terzo figlio minorenne presente in famiglia e così via. L’importo pieno viene corrisposto alle famiglie che abbiano un Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) più contenuto. Il che dovrebbe corrispondere a un tetto Isee di circa 9 mila euro.

Isee per la richiesta dell’assegno universale per i figli

Tuttavia, l’assegno sarà corrisposto anche alle famiglie che abbiano un Isee più elevato dei 9 mila euro. Dalle anticipazioni sulla misura, infatti, non vi sarà uno sbarramento per redditi superiori, ma il decrescere dell’assegno per i figli sarà piuttosto morbido al crescere di redditi e del patrimonio. Il minimo, dunque, di assegno che le famiglie vedranno riconoscersi potrà essere intorno ai 40 o 50 euro mensili per il primo figlio, anche in corrispondenza di un Isee più elevato.

Assegno per i figli dai 18 ai 21 anni di età

La base dell’assegno universale per i figli rappresenta il via anche ai meccanismi per altri sostegni. Il primo è l’indennità aggiuntiva per le madri con figli fino a 21 anni di età o per figli disabili. Infatti, tra i 18 e i 21 anni è possibile ricevere l’assegno per figli che siano a carico del nucleo familiare. È necessario, tuttavia, che i figli siano inseriti in percorsi di formazione o di avviamento al lavoro. In alternativa il requisito richiede l’inserimento nelle liste di collocamento.

Figli disabili e stranieri: l’assegno universale anche a loro

Per i figli disabili, l’assegno universale sarà corrisposto fino ai 21 anni e anche oltre. L’indennità è prevista, infatti, a condizione che il figlio rimanga a carico della famiglia. L’assegno verrà riconosciuto anche agli stranieri.

Assegno universale per i figli e Reddito di cittadinanza

Da ultimo sarà necessario verificare quale sarà il rapporto tra l’assegno universale per i figli e il Reddito di cittadinanza. Chi percepisce già il Reddito, infatti, dovrà decurtare la quota relativa alla presenza di figli in famiglia. Il meccanismo sarà necessario per evitare che vi siano famiglie che percepiscano due indennità, quella dell’assegno ai figli e quella del Reddito di cittadinanza.

In arrivo assegno di 150 euro mensili per famiglie con figli a carico

Il disegno di legge 1473, presentato al Senato nel 2014 e ora in esame, prevede che tutte le agevolazioni riconosciute finora alle famiglie, dall’assegno al nucleo familiare ANF, al sussidio per famiglie numerose ossia con almeno tre figli minori, passando dalle detrazioni IRPEF per minori a carico, saranno sostituite da un assegno universale per ciascun figlio a carico di 150 euro al mese fino a 26 anni, ma in misura ridotta dai 18 anni in poi.

Un figlio può essere considerato a carico o meno a seconda della sua autonomia economica, ovvero rientra nei carichi di famiglia se con reddito inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili compresi redditi soggetti a tassazione sostitutiva o esenti.
Se in corso di anno d’imposta viene superata la soglia, si perde la detrazione fiscale, completamente. Una detrazione IRPEF aggiuntiva scatta inoltre per i figli minori di 3 anni. Le altre forme di sostegno al reddito sono gli assegni familiari (ANF) e gli assegni alle famiglie numerose.

Potranno beneficiare dell’assegno mensile di 150 euro per ogni figlio fino a 18 anni e di 100 fino ai 26 le famiglie con reddito ISEE fino a 50mila euro. Superato questo limite, e fino a 70mila euro, l’importo scalerà progressivamente. Ogni figlio inoltre fa salire la soglia di 5mila euro.
Ciò significa che verrebbero escluse da questo beneficio il 15% delle famiglie.

Vera MORETTI