CoLAP, a novembre un evento a Roma

Torna in pista il CoLAP con “RIPARTE L’ITALIA con la Road Map del CoLAP”. Il Coordinamento Libere Associazioni Professionali organizza infatti un evento speciale a Roma il 13 novembre 2015 all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum a partire dalle 9:30.

L’iniziativa romana costituisce la tappa centrale del roadshow “RIPARTE L’ITALIA con la Road Map del CoLAP”, nato per presentare ai diversi interlocutori politici e istituzionali la Road Map elaborata dal CoLAP, un documento contenente proposte riguardanti Previdenza, Formazione e Politiche Attive, Fisco e Lavoro e il ruolo delle Regioni e dell’Europa nel sistema delle Libere Professioni.

La Road Map del CoLAP è stata presentata per la prima volta nel seminario “RIPARTE L’ITALIA con la Road Map del CoLAP” svoltosi nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati il 23 luglio scorso, evento che ha costituito la fase preparatoria dell’appuntamento centrale del 13 novembre prossimo.

L’accesso all’iniziativa è gratuito e aperto a tutti. Durante il talk show che si terrà alla mattina, a partire dalle 10, è prevista la partecipazione di importanti esponenti del Governo e delle istituzioni, oltre a rappresentanti del mondo delle professioni, associative e ordinistiche, del mondo della scuola e dell’informazione.

Nella fascia pomeridiana invece, a partire dalle 14:30, si svolgeranno workshop e attività dimostrative tenute dalle singole associazioni sponsor di “RIPARTE L’ITALIA con la Road Map del CoLAP”.

Il CoLAP ci prova e #RIPARTELITALIA

La politica si propone quasi quotidianamente di far ripartire l’Italia. Di sicuro, chi ci prova davvero sono le imprese e le associazioni professionali. Tra queste c’è anche il CoLAP, che nei giorni scorsi ha promosso a Roma proprio l’evento RIPARTELITALIA-con la Roadmap del CoLAP (dove RIPARTE è l’acronimo di RIunione Professioni Associative per la Ripresa del Trend Economico).

L’evento era dedicato ai presidenti delle associazioni che aderiscono al CoLAP ed è stato un momento di incontro, di scambio, di confronto e condivisione per scrivere insieme la Roadmap del CoLAP, il contributo dei professionisti associativi per far ripartire l’Italia. Una platea composta da partite Iva, autonomi, che si sono divisi sui diversi tavoli nei quali si è sviluppato l’evento: dalla previdenza alla formazione, dalle regioni all’Europa, dal Fisco al lavoro.

Il presidente del CoLAP Emiliana Alessandrucci è stata chiara in occasione dell’evento: “Occorre liberare il lavoro – ha detto – rendendo più agile, competitivo il presente dei professionisti, e nello stesso tempo più sicuro il loro futuro. Sono stati due giorni di entusiasmante lavoro; abbiamo lavorato insieme raccogliendo il contributo di tutti, e questo è il primo successo: il metodo CoLAP. Le proposte che nascono da basso e fondate sul dialogo e il confronto”.

Noi professionisti, siamo dei privilegiati – ha continuato -, scegliamo il nostro lavoro, scegliamo il modo di professarlo, scegliamo gli ambiti di intervento e di specializzazione. Le nostre competenze vanno ancor più valorizzate perché sono la forza della nostra occupabilità”.

Oggi – ha poi concluso Alessandrucciabbiamo una roadmap del CoLAP che vuole contribuire con proposte fattive alla ripresa del nostro settore e attraverso questo alla ripartenza del nostro Paese; avere un’idea è un inizio, progettarla un seguito, lavorarci insieme un successo”.

Il faro della Cgil sui professionisti

La Cgil ha scattato una interessante fotografia dei professionisti nella ricerca “Vita da professionisti”, dalla quale emerge che la maggior parte di loro è interessata a una maggiore continuità occupazionale, oltre a più tutele, più diritti compensi maggiori.

Sempre secondo la ricerca elaborata dall’Associazione Bruno Trentin insieme alla Consulta delle Professioni della Cgil e alla Filcams Cgil, i professionisti hanno quasi zero possibilità di contrattare il proprio reddito e le condizioni contrattuali e ben il 45% di loro dichiara di guadagnare meno di 15mila euro all’anno.

La ricerca è stata condotta su un campione rappresentativo dei circa 3,4 milioni di professionisti censiti secondo i dati Isfol. Il 58,4% di loro sono uomini, il 41,6% da donne divisi tra professioni regolamentate (35%) e non regolamentate (65%); il 46% diplomati e il 53% da laureati o più, distribuiti su tutto il territorio nazionale, con concentrazione nelle grandi città.

Una delle cose più interessanti emersa dalla ricerca è l’autopercezione e autodefinizione che i professionisti hanno proprio stato lavorativo. Il 68,5% degli intervistati si sente infatti “professionista-lavoratore autonomo con scarse tutele”, 17,9% “professionista-lavoratore autonomo” e il 13,6% “professionista-lavoratore non regolarizzato.

Gli obiettivi dei professionisti intervistati sono per la maggior parte dei casi una maggiore continuità occupazionale e più tutele (51%), un compenso più elevato (34%), un lavoro stabile con contratto a tempo indeterminato (15,1%).

In sostanza, la ricerca della Cgil rivela luci e ombre sul mondo dei professionisti italiani di oggi: “La maggior parte – conclude infatti la ricerca – non si percepisce in una condizione di falsa autonomia ma come un professionista indipendente che opera sul mercato, col bisogno di continuità occupazionale, più diritti e tutele, compensi più elevati”.

La nuova Confassociazioni

Confassociazioni cresce, si struttura e si rinnova. Un passaggio sottolineato dal presidente, Angelo Deiana: “Una grande piattaforma collaborativa fatta di professionisti di alto livello ha bisogno di una struttura di direzione competente e capace di visioni di lungo periodo. È per questo che, dopo un lungo lavoro di riflessione e condivisione, da oggi parte la nuova struttura di Confassociazioni, Tanti grandi professionisti al servizio della nostra Confederazione e di tutto il sistema Italia”.

I nostri processi di crescita – ha continuato Deianasono per fortuna rapidissimi. Siamo ormai arrivati a 175 associazioni e l’integrazione della nostra struttura era necessaria per dare risposte ancora più efficaci ed efficienti ai nostri associati. Volevamo persone di alto standing che innervassero i nostri progetti di sviluppo con le proprie competenze innovative. Un altro momento del percorso di Confassociazioni verso quell’orizzonte di eccellenze che condenseremo nel progetto ‘30 azioni per l’Italia’ che sarà presentato ai media subito dopo Pasqua, e che vedrà i nostri 320mila professionisti e i nostri 60mila giovani impegnati nel portare avanti idee e azioni pragmatiche per il futuro del Paese”.

Grande rilievo per le nostre new entry: a partire da Paolo Righi (Presidente FIAIP, Federazione Italiana Agenti Immobiliari, circa 12mila agenzie e 50mila professionisti) che avrà la responsabilità di Confassociazioni Professioni Immobiliari, a Claudio Barbaro (Presidente Manager Sportivi Associati e ASI, Alleanza Sportiva Italiana) che avrà la delega a Confassociazioni Professioni Sportive, a Giorgio Roveri (già Presidente CNA In Proprio) che gestirà i rapporti con il sistema delle Pmi. Novità anche nelle deleghe strategiche dell’Ufficio di Presidenza: da Manuele Bacchi che si occuperà del Web 2.0, a Stefano Bruni che sarà responsabile dei Public Affairs, a Roberta Caselli che sarà il punto di sintesi delle Relazioni Esterne, a Luca Gazocchi, che si occuperà del Business Development”.

Ma non è finita – prosegue Deiana -: per accompagnare la già fortissima espansione di Confassociazioni sul territorio, abbiamo costituito anche i coordinamenti Nord, Centro affidati a Giorgio Granello e Manuel Fantasia, rispettivamente Responsabile del Coordinamento del Nord e del Centro Italia. In attesa di avere il Responsabile anche per il Sud, nuove responsabilità regionali per Piero Vecchiato, Commissario del Veneto, Oliviero Casale, Commissario Emilia Romagna, Paolo della Queva, Commissario Toscana, Damiano Marinelli, Commissario Umbria, Franco Savastano Commissario del Lazio”.

Last but not least, la fondamentale riorganizzazione degli uffici di Direzione: da Francesco Miscioscia, nuovo Direttore Generale in sostituzione di Marco Recchi (promosso per i risultati ottenuti al ruolo di Vice Presidente con delega alle Relazioni Sindacali), ad Adriana Apicella che sarà Vice DG con delega a Comunicazione e Organizzazione, a Fabio Gerosa, nuovo Direttore del Centro Studi”.

Il Manifesto del Lavoro Intellettuale

I professionisti sono sempre più all’attacco del governo e della politica che chiacchiera e non decide, specialmente su professioni e lavoro intellettuale. Ecco perché ci hanno pensato loro a presentare il Manifesto del Lavoro Intellettuale – Il decalogo dei diritti negati.

La presentazione è avvenuta nei giorni scorsi a Roma da parte di Confprofessioni, con l’obiettivo di cercare e trovare soluzioni che possano risollevare il lavoro intellettuale, professionale e autonomo dalla voragine in cui la politica lo ha spinto.

Non a caso, il comunicato stampa che ha accompagnato la presentazione del Manifesto del Lavoro Intellettuale dice che “il lavoro autonomo e professionale è stato definitivamente affondato dal Governo Renzi. Ogni giorno, a parole, la politica si riempie la bocca di competenze, innovazione, capacità di ‘auto impiego’… ma nella realtà dei fatti si puniscono proprio i soggetti più professionalizzati, innovativi e indipendenti: migliaia di giovani professionisti, partite Iva e freelance che rischiano di scomparire dal mercato del lavoro”.

Secondo i professionisti di Confprofessioni, la classe politica italiana rimane ancorata alla visione di un modello economico e sociale ormai superato, basato sul binomio impresa/lavoro dipendente. Ne è prova il fatto che le ultime misure adottate dal Governo Renzi per rilanciare occupazione e crescita sono state indirizzate proprio alla impresa e al lavoro dipendente. Lavoro intellettuale, autonomo e professionale non pervenuto. Nonostante siano oltre 1,5 milioni gli occupati stabili del settore.

Confprofessioni si è dunque mossa per farsi sentire, chiamando a raccolta tutte le associazioni delle libere professioni e tutte le organizzazioni di rappresentanza dei liberi professionisti, dei freelance e delle partite Iva. Un’unità da cui scaturisce il Manifesto del Lavoro Intellettuale, al quale si unisce il decalogo dei diritti negati. Diritto a…

  1. poter lavorare;
  2. un compenso equo;
  3. tutele di welfare;
  4. poter andare in pensione;
  5. stessi diritti delle attività imprenditoriali;
  6. un prelievo fiscale e contributivo sostenibile;
  7. un credito accessibile;
  8. essere parte attiva del tessuto economico;
  9. difendere i propri interessi
  10. contribuire allo sviluppo del Paese.

Niente ordini di serie A e serie B per Lupoi e Calderone

Giuseppe Lupoi, presidente del CoLAP, e Marina Calderone, presidente del CUP, hanno la stessa opinione riguardo la regolamentazione delle associazioni professionali: entrambi desiderano tutelare gli ordini professionali, ad oggi ben 27, ed evitare che si arrivi a distinguere tra ordini di serie A e ordini di serie B.

Ma, a quanto pare, in Senato sono al lavoro per regolamentare le professioni che ancora non fanno capo a nessun ordine, ma senza alcun riferimento a distinzioni di sorta.

Giuseppe Lupoi, a questo proposito, ha dichiarato: “Sono associazioni liberamente costituite da professionisti che esercitano attività professionali consentite dalle leggi vigenti sul territorio della Repubblica. Il loro scopo è da sempre la formazione continua dei professionisti: chi non si aggiorna esce! Non è previsto alcun obbligo di iscrizione“.
La legge, dunque, permetterebbe una migliore informazione al cliente delle capacità del professionista a cui si affida.

La differenza tra ordini ed associazioni sta nel fatto che gli iscritti agli ordini, quelli riconosciuti dallo Stato, lo sono obbligatoriamente che, ad esempio, “da semplici notai, prendono atto del possesso di un titolo e iscrivono il professionista ai loro albi professionali. Null’altro sono in grado di certificare ai clienti di quei professionisti“.

E per Lupoi appartenere ad un’associazione rappresenta un valore aggiunto.

d.S.

Grande successo per Plus Italia

La questione che riguarda la regolamentazione delle professioni non lascia indifferenti e una riprova si è avuta venerdì scorso, il giorno di Plus Italia, l’evento organizzato da CoLAP, Coordinamento Libere Associazioni Professionali.

All’appuntamento non hanno voluto mancare in molti, che da ogni parte d’Italia sono approdati a Roma per rappresentare oltre 200 associazioni professionali del coordinamento.
La loro voce è stata sentita da tutti, politici e media compresi. La richiesta è sempre e solo quella: una regolamentazione delle associazioni professionali in grado di tutelare l’utenza e dare dignità al loro lavoro.

I professionisti che ne fanno parte rappresentano un esercito di 3 milioni e 227mila lavoratori, tra i quali ci sono tributaristi, grafologi, counselor, psicomotricisti, interpreti, manager, musicoterapeuti, operatori delle discipline bionaturali, pedagogisti, informatici, bibliotecari, esperti delle disgrafie, ma anche tanti altri.

Giuseppe Lupoi, presidente CoLAP, ha dichiarato: “I dati emersi dalla nostra indagine confermano il ruolo determinate del nostro universo nella crescita e lo sviluppo del Paese. I professionisti associativi producono il 4% del PIL e rappresentano il 14% della forza lavoro. Ed è per questo che una regolamentazione delle associazioni professionali rappresenta una opportunità unica per rilanciare l’occupazione in Italia, in particolare per giovani, donne ed over ’50. Perché ciò sia possibile è assolutamente necessario che la legge, oggi in esame al Senato, venga approvata definitivamente entro l’attuale legislatura, a conferma dell’impegno assunto dai parlamentari presenti a PLUS ITALIA”.

All’evento sono stati proposti seminari, tavole rotonde e dimostrazioni pratiche che hanno dato la possibilità anche ai non addetti ai lavori di conoscere le professioni associative.
La sensibilizzazione dei cittadini è passata anche attraverso le offerte proposte dai professionisti del benessere, tanto in voga in questo periodo.

CoLAP si augura che tutto ciò sia stato recepito anche nella stanza dei bottoni.

Vera MORETTI

Nasce il Comitato Scientifico per la mediazione civile e commerciale

LIstituto Nazionale Tributaristi (INT) ha deliberato la nascita e la costituzione di un nuovo Comitato Scientifico che si occuperà di mediazione civile e commerciale. Il nuovo organo si occuperà di deflazionare i carichi di lavoro dei tribunali, trovando soluzioni il più possibile rapide, economiche e di accordo tra le parti in lite. L’obiettivo del Comitato Scientifico risponde alla necessità di “mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali”, introdotta nel nostro ordinamento dal d.lgs. 4 marzo 2010 n. 28, ma soprattutto ha come scopo principale la volontà di istituire nel nostro Paese una nuova cultura da adottare nella risoluzione delle controversie.

Il Comitato Scientifico per la mediazione civile e commerciale sarà costituito da esperti e cultori della materia, docenti e formatori che si occupano di ADR (alternative dispute resolution). A ricoprire la carica di coordinatore nazionale sarà Edoardo G. Boccalini, mentre il ruolo di responsabile scientifico spetterà a Piero Iafrate; sono previste poi tre differenti figure di coordinamento per ogni parte della penisola: Deborah Furci per il nord, Massimo Caciuttolo per il centro e infine Carmelo Arena che si occuperà del sud e delle isole.

A svolgere un ruolo fondamentale saranno poi i tributaristi stessi: “Si tratta di avere direttamente all’interno dell’INT una struttura che possa dare corretto orientamento e supporto ai tributaristi mediatori o agli aspiranti tali – ha affermato Riccardo Alemanno, Presidente nazionale dell’INT. – Il compito, oltre a quello dello studio ed alla diffusione delle norme relative alla mediazione, sarà anche quello di rapportarsi con altri soggetti pubblici e/o privati collegati a tale funzione professionale.”

Il neonato Comitato Scientifico diventerà quindi un punto di riferimento per professionisti e non solo, come sottolinea Edoardo G. Boccalini, Segretario nazionale dell’INT e Coordinatore del Comitato: “Gli iscritti all’Istituto avranno un punto di riferimento per eventuali scelte, decisioni, problemi e costanti aggiornamenti relativi alla professione del mediatore professionista, ma non solo, anche il Ministero, le associazioni di consumatori, gli enti accreditati, ordini o associazioni professionali , potranno trovare all’interno dell’INT, validi referenti con cui interagire.”

Alessia Casiraghi

Nicola Testa nuovo referente delle associazioni professionali

Giorno di elezioni, il 25 maggio, per nominare, presso la Consulta delle Professioni della Regione Lombardia, i nuovi rappresentanti degli ordini, collegi e delle associazioni professionali.
Tra questi, Nicola Testa, membro del Consiglio Direttivo Colap, è stato eletto in qualità di rappresentante dell’ufficio di presidenza delle associazioni professionali.

Si tratta di una carica importante, perché la Consulta si occupa, tra l’altro, di studiare i problemi relativi all’esercizio delle attività professionali intellettuali, oltre a proporre iniziative che possano servire a qualificare le libere professioni anche nel contesto europeo, promuovere studi per la tutela dei professionisti, formulare proposte e pareri sugli interventi programmatici e sui progetti di legge in ambito regionale.

Nicola Testa ha dichiarato: “Siamo lieti di riprendere il lavoro della consulta e ci fa molto piacere sapere che la Regione Lombardia ha deciso di riaprire i termini per la presentazione delle istanze di adesione consentendo alle associazioni rimaste fuori di proporre la loro candidatura e dare il loro contributo alla discussione sulle problematiche relative alle professioni regolamentate e non”.

Giuseppe Lupoi, presidente Colap, gli ha fatto eco così: “Con la nomina di Nicola Testa il Colap conferma nuovamente il suo ruolo di rilievo nell’interlocuzione con le istituzioni e l’attenzione per le questioni relative alle professioni sia a livello nazionale che regionale. Il nostro augurio è che la nuova consulta possa presto cominciare la sua attività per promuovere la qualità professionale e garantire l’utenza”.

Vera MORETTI

Camera, sì alla legge sulle associazioni professionali

Ieri la Camera dei deputati ha approvato la legge sulle associazioni professionali chiudendo la prima parte di un iter parlamentare avviato, nella presente legislatura, da 3 anni.

Soddisfazione grande è stata espressa da Giuseppe Lupoi, Presidente del Colap: “Le idee, se giuste, prima o poi passano, occorre solo avere pazienza, determinazione e dei buoni partner, noi abbiamo saputo attendere (ben 13 anni!), lottare e abbiamo avuto l’onore di poterci confrontare con politici di calibro, seri e professionali. Il nostro grazie va a chi ha speso energie, tempo e lavoro su questo disegno: l’on.le Abrignani, l’on.le Froner, l’on.le Lulli, l’on.le Mantini, l’on. Quartiani, che hanno creduto nel progetto, che hanno fatto del dialogo la forza della politica; al sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico De Vincenti con il quale ci siamo confrontati al fine di trovare la soluzione che soddisfa le nostre richieste. Ovviamente il grazie va anche a tutto il nostro consiglio direttivo e in particolare alla giunta che mai hanno pensato di mollare

La strada non è conclusa – continua Lupoi, ora occorre arrivare con celerità al Senato, lavoreremo per questo e chiediamo un impegno alle forze politiche e al Governo per fare in modo che questa proposta passi prima della fine della legislatura. E grazie ancora alla Direttrice, Emiliana Alessandrucci, e a tutta la struttura operativa del CoLAP. E’ un provvedimento a tutela dell’utenza e che può dare un contributo determinante alla ripresa del paese sia come crescita del PIL, che come crescita occupazionale ed implementazione dei processi di internazionalizzazione. Ed ora godiamoci questo meritato giorno di festa“.