Il Fisco cambia riscossione delle cartelle esattoriali con il modello 730

Nell’ultima legge di Bilancio niente, ma c’è stato un momento in cui sembrava in procinto di passare la volontà di mettere mano alla riscossione delle cartelle esattoriali, cambiando l’attuale meccanismo e rendendolo più semplice per lo Stato. Una nuova norma a vantaggio dello Stato che modificava il testo unico sulla riscossione. Nulla è stato fatto, ma ciò non vuol dire che nulla si farà, perché il progetto resta. In pratica si velocizzavano le operazioni di rientro dei crediti dello Stato, mettendo mani alle dichiarazioni dei redditi, come il modello 730.

La riscossione oggi, come funziona il meccanismo delle cartelle esattoriali

Ogni cittadino deve pagare le tasse. Questa è la regola generale. Ed ogni cittadino colpevole, se prende una multa la deve pagare. I debiti con Enti pubblici vanno onorati (ma a dire il vero anche quelli tra privati). Non pagare le tasse mette in moto un particolare meccanismo. L’Ente a cui la tassa era dovuta, continua per un periodo più o meno lungo, a chiedere al contribuente di pagare. Si passa alle lettere di sollecito, alle diffide ad adempiere e alle minacce di passare all’esecuzione forzata. Quest’ultima tira dentro, nel rapporto tra Ente a cui la tassa è dovuta e cittadino che deve pagare, un terzo soggetto. SI tratta del concessionario alla riscossione. Il più delle volte è Agenzia delle Entrate Riscossione, come una volta era Equitalia. E quindi da un debito fiscale classico si passa ad una vera e propria cartella esattoriale.

Quando il debito diventa di competenza del concessionario alla riscossione

In quel caso il debito diventa cartella esattoriale, o come si dice in gergo tecnico, si passa a ruolo. E ricomincia il tutto, con solleciti e intimazioni di pagamento, stavolta di Agenzia delle Entrate Riscossione. In questo caso si rischia di più, perché la cartella è un titolo esecutivo come lo erano le tanto diffuse cambiali di una volta. Il concessionario alla riscossione può procedere con pignoramenti, sequestri, fermi amministrativi, confische e ipoteche. Procedure lunghissimi nella maggior parte dei casi. E non sempre lo Stato riesce a recuperare quanto preteso, per via di prematuri decessi dei debitori, per condizioni di nullatenenza dei debitori e così via. Per questo si guarda oltre, si cercano soluzioni differenti. E una di queste è il progetto di cui parliamo che ancora non è stato avviato ma che presto potrebbe tornare in agenda dopo il nulla di fatto della legge di Bilancio.

Dal debito alla cartella esattoriale del concessionario alla riscossione

La novità sarebbe l’utilizzare il modello 730 per recuperare, dove possibile, il corrispettivo dovuto dal contribuente per delle cartelle esattoriali. Il modello 730, serve per pagare le imposte sui redditi (Irpef e relative addizionali comunali e regionali). Quest’anno si presenta la dichiarazione  per l’anno fiscale 2021. Oltre che per pagare le tasse, il modello 730 serve anche per recuperare dalle tasse già pagate, eventuali spese detraibili sostenute sempre nel corso dell’anno 2021.

E non è raro che un contribuente si trovi ad andare a credito, cioè ad essere beneficiario di un rimborso fiscale. Spese sanitarie, spese dentistiche, spese funebri, ristrutturazione edilizia, il nuovo superbonus 110%. Sono solo alcune delle spese detraibili, che permettono di recuperare dal 19% al 110% dell’importo sostenuto, al netto di eventuali franchigie o limitazioni di importo che sono presenti per alcune tipologie di spese. Significa che spesso il contribuente riceve indietro dal Fisco diverse centinaia se non migliaia di euro. Fino ad oggi, a prescindere dalla presenza di eventuali cartelle esattoriali, il rimborso eventuale, non veniva per niente toccato. E non verrà per niente toccato nemmeno oggi.

Debiti fiscali, cartelle e modello 730 tutti sullo stesso piano

Debiti fiscali e cartelle esattoriali viaggiano su un binario differente rispetto all’Irpef e alle dichiarazioni dei redditi. Certo, non è raro che il mancato versamento dell’Irpef o delle addizionali regionali all’Irpef o comunali all’Irpef, finiscano con il passare da Agenzia delle Entrate ad Agenzia delle Entrate Riscossione diventando a loro volta cartelle.

Ciò che la proposta o il progetto, al momento ancora fermo, intende fare, è il consentire allo Stato di bloccare il rimborso fiscale spettante, fino alla soddisfazione di un eventuale debito del contribuente. In altri termini, se una persona deve recuperare 1.900 euro di Irpef per una spesa dentistica da 10.000 euro, potrebbe non ricevere nulla, ma si troverebbe ad aver pagato la cartella esattoriale da 1.900 euro per una serie di bolli auto non pagati per esempio. Rimborsi sul modello  730 bloccati alla fonte quindi, o tagliati se i debiti e le cartelle sono inferiori al rimborso spettante. L’idea sarebbe di aprire a questo genere di provvedimento, in qualsiasi caso, anche qualora il credito fiscale fosse insufficiente per azzerare una cartella.

Alcuni esempi che dimostrano la facilità delle operazioni di riscossione delle cartelle esattoriali

Se per esempio si hanno 1.000 euro di debiti, dal rimborso di 1.900 euro dell’esempio precedente, si passerebbe ad avere solo 900 euro, perché i 1.000 euro vengono utilizzati per la cartella sospesa. Allo stesso modo, se il debito fosse di 3.000 euro, tutti i 1.900 euro servirebbero per ridurre la pendenza che passerebbe da 3.000 euro a 1.100 euro. In attesa della dichiarazione dei redditi dell’anno successivo, quando si ripeterebbe pari pari l’operazione.

La semplificazione a favore dello Stato però anche sulle cartelle esattoriali

Parlare di semplificazione è esercizio assai facile in questo senso, anche se si tratta di una semplificazione delle operazioni di riscossione che va ad esclusivo vantaggio dello Stato. Senza considerare che le cartelle o i debiti fiscali di ogni genere, possono essere oggetto di contestazioni, riscorsi e vie giudiziarie. Probabilmente sono queste le difficoltà oggettive che hanno portato il progetto ad essere al momento accantonato, dopo che per settimane si dava per assai probabile il suo inserimento nella legge di Bilancio 2022.

 

 

Cartelle, ecco tutte le scadenze dei pagamenti della rottamazione ter

Cambia ancora il calendario per i pagamenti delle rate delle cartelle esattoriali dopo la rimessione dei termini per la pace fiscale. Giovedì 17 marzo 2022 c’è stato il primo passaggio al Senato del decreto “Sostegni ter” in attesa dell’ultima approvazione alla Camera prevista entro fine mese. Con il provvedimento, 532 mila contribuenti decaduti dalle due sanatorie, ovvero dalla rottamazione ter e dal saldo e stralcio, saranno riammessi a pagare le rate dovute. Ovvero quelle che dovevano essere pagate entro il 2020 e il 2021, prorogate a causa dell’emergenza sanitaria.

Cartelle esattoriali, entro il 31 marzo 2022 l’ultima notifica per i pagamenti a 180 giorni

Da quest’ultimo decreto, il calendario per i pagamenti delle rate decadute risulta completamente stravolto. Il nuovo decreto va a integrarsi con i pagamenti delle cartelle esattoriali degli ultimi provvedimenti approvati. E, pertanto, entro il 31 marzo 2022 potranno essere notificate ai contribuenti le ultime cartelle esattoriali da pagare entro la scadenza di 180 giorni e non entro i consueti 60 giorni di tempo.

Rate scadute nel 2020, entro il 30 aprile 2022 la nuova dilazione ed entro il 2 maggio 2022 il pagamento delle rate della rottamazione ter e saldo e stralcio

Ai fini dei pagamenti delle rate già scadute, è da cerchiare in rosso sul calendario la data del 30 aprile 2022. Infatti, entro questa scadenza dovranno essere rimodulate le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio originariamente in scadenza entro il 2020. Si tratta della rateizzazione intercorsa anteriormente alla sospensione della riscossione per l’emergenza sanitaria della prima ondata di Covid. I contribuenti potranno dunque richiedere una nuova dilazione delle rate mancanti. Il termine per il pagamento delle rate della rottamazione ter e del saldo è stralcio del 2020 è fissato al 2 maggio 2022 dal momento che il 30 aprile capiterà di sabato e il 1° maggio è una giornata festiva.

Scadenza del 29 giugno 2022 per il pagamento delle cartelle notificate al 31 dicembre 2021

la scadenza successiva per i pagamenti delle rate scadete è fissata al 29 giugno 2022. Entro questa data, infatti, andranno pagate le cartelle notificate al 31 dicembre 2021. Si tratta degli effetti dovuti al posticipo dei pagamenti a 180 giorni dalla ricezione delle cartelle esattoriali. La scadenza successiva da cerchiare in rosso è quella del 1° agosto 2022. Entro tale data andranno pagate le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio originariamente in scadenza nell’anno 2021. Il termine del 1° agosto è stato spostato dal 31 luglio 2022 che capita di domenica.

Cartelle esattoriali, le scadenze del 27 settembre e del 30 novembre 2022

Il 27 settembre 2022 sarà l’ultimo giorno utile per pagare le ultime cartelle notificate entro il 31 marzo 2022 con scadenza a 180 giorni. I sei mesi di tempo per pagare le cartelle dunque terminano in questa data. Infatti, per le cartelle notificate a partire dal 1° aprile 2022 il termine di pagamento ritorna ai consueti 60 giorni. Infine, il 30 novembre 2022 è l’ultimo giorno per pagare le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio per quelle originariamente in scadenza nel 2022. Entro questa data, pertanto, andranno pagate tutte le rate dovute nell’anno in corso.

Cartelle: nuove scadenze per le rate dal 2020 al 2022, opzioni bonus edilizi entro il 29 aprile

Arriva il nuovo calendario per 532 mila contribuenti che non hanno pagato le rate del 2020, del 2021 e del 2022 della rottamazione ter e del saldo e stralcio. La riapertura della pace fiscale arriva dall’emendamento approvato nella Commissione Bilancio del Senato. Si tratta di una strada già percorsa con il decreto legge numero 137 del 2020 (decreto “Ristori”), convertito nella legge numero 176 del 2020. Intanto è slittata la data di scadenza delle comunicazioni relative ai bonus edilizi per le opzioni di cessione dei crediti di imposta o per lo sconto in fattura. Di conseguenza slitta anche il termine per la messa a disposizione dei contribuenti del modello 730 precompilato e i giorni a disposizione per confermarlo da parte dei contribuenti.

Nuova possibilità per i pagamenti delle cartelle esattoriali risultanti dalla rottamazione ter e saldo e stralcio

L’emendamento dunque riapre i termini di pagamento delle cartelle esattoriali in seguito alla chiusura del 31 dicembre 2021. La platea riguarda i contribuenti decaduti. Si tratta del 43% su 1,25 milioni di contribuenti (pari a 532 mila debitori) che rientra in corsa per la rottamazione ter e il saldo e stralcio. Per questi contribuenti, risultati fuori dalle due definizioni agevolate precedenti, c’è la possibilità del pagamento scontato di quanto dovuto.

Cartelle esattoriali, ecco il nuovo calendario delle scadenze e dei pagamento delle rate dal 2020 al 2022

Con la nuova opportunità concessa dall’emendamento approvato in Commissione Bilancio, i nuovi termini di pagamento saranno i seguenti:

  • per le rate in scadenza originariamente nel 2020, il pagamento deve essere effettuato entro il 30 aprile 2022;
  • i debiti dovuti originariamente nel 2021 dovranno essere saldati entro il 31 luglio 2022;
  • per le somme dovute nel 2022 la scadenza è fissata al 30 novembre prossimo.

Per tutte e tre le scadenze, saranno considerati validi i pagamenti effettuati entro i 5 giorni successivi. Si tratta del termine concesso al contribuente come tolleranza.

Bonus edilizi, slitta la data di scadenza della comunicazione della cessione dei crediti di imposta

Intanto, è slittata al 29 aprile 2022 la scadenza per le comunicazioni relative ai superbonus e bonus edilizi. Il termine iniziale era il 7 aprile prossimo, scadenza già prorogata rispetto al 16 marzo. Entro il 29 aprile, dunque, i contribuenti dovranno procedere all’invio della comunicazione della cessione dei crediti di imposta. La comunicazione va fatta sulla piattaforma dell’Agenzia delle entrate e riguarda le spese sostenute nel 2021 e le rate residue non utilizzate dalle detrazioni fiscali riferite all’anno 2020.

Dichiarazione redditi 2022, slitta anche il calendario della precompilata

La conseguenza dello slittamento delle scadenza delle comunicazioni delle opzioni dei bonus edilizi è quella di un cambio di calendario anche della dichiarazione dei redditi precompilata. Infatti, l’Agenzia delle entrate dovrà attendere prima le informazioni relative alle detrazioni fiscali dei bonus edilizi per poi predisporre, in maniera corretta, le dichiarazioni.

Invio del modello precompilato 730, quando si potrà fare?

Ragione per la quale il termine del 30 aprile, giorno entro il quale l’Agenzia delle entrate avrebbe dovuto mettere a disposizione il modello 730 precompilato, subisce uno slittamento al 23 maggio 2022. E, a cascata, il termine per poter accettare, modificare e inoltrare il 730 precompilato dalla propria area personale del portale dell’Agenzia delle entrate, dovrebbe slittare a inizio di giugno prossimo.

Cartelle esattoriali sbagliate, anche in Parlamento se ne discute, tutte le novità

Cartelle esattoriali sbagliate con soldi richiesti ai contribuenti che invece non sono dovuti, sono una cosa che si ripete sempre. Non sono poche le cartelle che presentano errori anche poco evidenti a primo impatto, ma che portano alla nullità dell’atto impositivo nei confronti del contribuente. A volte capita anche di ricevere cartelle, per posta ordinaria o elettronica, con richieste di pagamento per balzelli o cartelle, già saldate. Problemi che si abbattono sui contribuenti, ma che derivano da una struttura, quella del Fisco, niente affatto precisa e funzionante. Tanto è vero che adesso anche in Parlamento se ne discute.

Gli errori nelle richieste dell’Agenzia delle Entrate

Persone fisiche, famiglie, aziende e professionisti, nessuno è escluso quando si parla di cartelle esattoriali. E nessuno è escluso nemmeno quando si parla di errori nelle cartelle esattoriali. Il problema è da ricercare nell’incrocio dei dati che le amministrazioni utilizzano. Le banche dati sono  sicuramente una grande cosa, uno strumento utilissimo per permettere controlli, accertamenti e cose di questo genere. Ma lo strumento è utile solo se queste banche dati funzionano. Altrimenti sono guai seri. Ed evidentemente, qualcosa non funziona se è vero che sono numerosissime le cartelle che finiscono ai contribuenti per errore.

Evidentemente siamo di fronte a banche dati che non comunicano bene tra loro. Le banche dati delle Pubbliche Amministrazioni non funzionano bene tra loro, non si scambiano dati come dovrebbe essere. Un serio problema che finisce in Parlamento, poiché è la Commissione Vigilanza a sollevarlo.

La Commissione ha presentato una indagine conoscitiva chiamata “Digitalizzazione e interoperabilità delle banche dati fiscali”. Uno studio che Commissione parlamentare di Vigilanza sull’anagrafe tributaria ha usato per mettere in luce le problematiche evidenti del settore. Problemi che secondo la stessa Commissione, sono un evidente illecito.

I contribuenti non possono essere vessati

Il principio fondamentale in materia di rapporto tra le amministrazioni pubbliche e i contribuenti è che un documento non deve essere richiesto se già presente. Un po’ quello che succede adesso con le dichiarazioni dei redditi ed i controlli fiscali. Come è noto, chi presenta il modello 730 precompilato oggi, correggendo un dato rispetto a quanto pre-iscritto dal Fisco, può finire a controllo. Ma l’accertamento documentale deve riguardare solo il dato cambiato e non gli altri. Infatti se gli altri dati vengono accettati dal contribuente, significa che di quei dati il Fisco ha già la documentazione utile. Inutile chiederla di nuovo.

La burocrazia è un problema serio anche sulle cartelle

È la legge che prevede il divieto ad una Pubblica Amministrazione, di richiedere un documento che dovrebbe avere già. Siamo di fronte ad uno dei maggiori problemi che attanagliano gli italiani, famiglie, singoli e imprese. La burocrazia a volte folle di cui l’Italia è composta. Basti pensare al contribuente che può finire in guai seri per via di iscrizioni negli elenchi dei cattivi pagatori. Oppure all’impresa che può avere problemi con il DURC.

Anche la Cgia di Mestre ha da tempo sollevato queste problematiche, che oltre ad ingessare il sistema, arriva a produrre un rilevante costo.

Secondo Assolombarda solo di burocrazia le imprese spendono tra i 108.000 e i 710.000 euro. e ci rimettono oltre 100 giorni di lavoro per un addetto, a risolvere queste problematiche.

Le cartelle esattoriali nel 2022 peseranno di meno, ma non così tanto come si sperava

All’insegna del risparmio per i contribuenti le novità che sono state introdotte per le cartelle esattoriali dal governo. Infatti dal primo gennaio 2022 per i contribuenti alle prese con questi debiti fiscali, si riducono le cifre da pagare. Vengono meno infatti alcune voci che andavano a comporre il totale da versare a carico dei contribuenti. Nulla di trascendentale però, perché come vedremo, molte altre voci che sembravano sul punto di essere eliminate, restano a gravare i contribuenti.

Cosa cambia per le cartelle esattoriali nel 2022 e perché si dice che sono più leggere

È stato il numero uno di Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini a firmare il provvedimento con cui il Fisco italiano sceglie di venire incontro ai contribuenti vessati dalle cartelle esattoriali. Un provvedimento datato 17 gennaio 2022 con cui si è deciso di togliere dal groppone dei contribuenti le cifre aggiuntive delle cartelle, relative all’aggio di riscossione. Per le cartelle emesse a partire dallo scorso primo gennaio questa la grande novità che si ritrovano i contribuenti.

Niente di nuovo invece per le cartelle più vecchie, quelle cioè che sono state affidate al concessionario per la riscossione (oggi è Agenzia delle Entrate Riscossione, mentre prima era Equitalia), fino allo scorso 31 dicembre.

Parliamo di affidamento dell’incasso all’Agenzia delle Entrate Riscossione e non di notifica della cartella.

Cosa cambia per i contribuenti

Ciò che viene meno è l’utile dell’Agente di Riscossione. L’aggio infatti è il guadagno che il concessionario si caricava per il servizio di incasso. Un utile che prima, proprio in virtù dell’aggio, gravava sui contribuenti e che adesso graverà sulle casse dello Stato. I costi di gestione del servizio di riscossione passano al bilancio statale.

Va ricordato che l’aggio era pari al 3% ma solo se il contribuente indebitato pagava nei canonici 60 giorni. Si passava al 6% per debiti estinti dopo i 60 giorni prima citati. Va sottolineato che la percentuale di aggio si calcola sulle cifre del “balzello” evaso e quindi iscritto a ruolo, ma anche sulle somme relative agli interessi di mora.

Restano a carico dei contribuenti tutte le altre somme che sembravano sul punto di seguire la stessa sorte dell’aggio. Parliamo di spese per le procedure cautelari ed esecutive, a partire dalle spese di notifica della cartella.

Rate scadute, si può richiedere una nuova dilazione: ecco come

Le rate scadute e decadute e da versare all’agente della riscossione possono essere oggetto di una nuova dilazione. È quanto prevede il decreto “Milleproroghe” in merito alla riapertura, fino al 30 aprile 2022, della possibilità di chiedere un nuovo piano di rientro, con nuove rate, per quelle che risultavano decadute alla data dell’8 marzo 2020. Secondo quanto prevede il decreto, non è necessario versare in anticipo le rate già scadute.

Rate decadute, bisogna saldare i debiti non pagati per ottenere la nuova dilazione?

La possibilità di dilazionare ulteriormente le rate già scadute con l’agende della riscossione rientra nella normativa emergenziale. Il decreto “Milleproroghe” ha quindi “bypassato” quanto prevede il decreto del Presidente della Repubblica numero 602 del 1973 che, all’articolo 19, stabilisce che nel caso in cui la rateazione decada, non si possa più dilazionare in seconda battuta il debito residuo. A meno che non si paghi prima il totale delle rate scadute.

Rate decadute all’8 marzo 2020, cosa fare?

Il decreto legge numero 137 del 2020, all’articolo 13 decies, aveva già bypassato questa norma, in riferimento alle rate decadute alla data dell’8 marzo 2020. Questa data è quella di entrata in vigore della sospensione dei pagamenti previsti dal decreto legge numero 18 del 2020, secondo quanto specifica l’articolo 68.

Rate decadute al giorno 8 marzo 2020, riaperte le richieste dei nuovi piani di dilazione entro il 30 aprile 2022

Tuttavia, lo stesso articolo specificava che era necessario trasmettere la domanda della nuova rateazione entro la fine del 2021. Il decreto “Milleproroghe”, dunque, ha riaperto i termini per la domanda del nuovo piano di rateazione da presentare entro il 30 aprile 2022. In altre parole, i debitori che si trovino nella condizione di non aver saldato il debito dovuto, possono chiedere una nuova rateazione, senza dover procedere con il pagamento delle rate rimate non pagate in precedenza.

Nuovo piano di rateazione, quante rate non pagate determinano la decadenza del piano?

Va chiarito, inoltre, che alle rateazioni andrà applicata la norma ordinaria. La regola, infatti, prevede la decadenza del piano di rateazione nel caso in cui non si provveda a pagare 5 rate complessive. La riduzione delle rate non pagate, dalle originarie 10, proviene dall’articolo 13 decies del decreto legge numero 137 del 2020 per le domande inviate entro il 31 dicembre 2021. Lo stesso decreto “Milleproroghe” richiama il decreto 137 del 2020 solo per la possibilità di dilazionare il debito residuo, senza apportare modifiche al nuovo impianto delle cinque rate non pagate.

Quote scadute e nuove opportunità concesse alle rate rimanenti fino al 30 aprile 2022

Pertanto, anche i piani rateali riguardanti le dilazioni dei debiti residui alla data dell’8 marzo 2020 rientrano nella disciplina delle decadenza con cinque quote non pagate. Oltre al versamento delle cinque rate, la decadenza avviene anche in presenza delle difficoltà di pagamento di un debito che superi il limite dei 60 mila euro. Per questi debiti, pertanto, viene abbandonato il tetto dei 100 mila euro previsto in precedenza.

Rottamazione ter e altre sanatorie scadute, le condizioni per richiedere il nuovo piano di rientro delle rate

Inoltre, il decreto legge numero 18 del 2020 prevede, in via eccezionale, che i debitori decaduti dalla rottamazione ter possano chiedere la nuova dilazione del totale rimasto da pagare. La stessa agevolazione può applicarsi anche ad altre rottamazioni agevolate precedenti. La nuova dilazione può essere ammessa purché la decadenza della sanatoria sia già avvenuta al 31 dicembre del 2019. Con ulteriori sanatorie precedenti, si può osservare la scadenza del 30 aprile 2022 per richiedere un nuovo piano di rateazione.

Cartella esattoriale, come si legge e cosa fare dopo averla ricevuta

La cartella esattoriale è la paura di molti italiani, e quando arriva al suo interno ci sono sempre dolori, alcune indicazioni in merito.

Cartella esattoriale, cos’è?

La cartella esattoriale è un terrore degli italiani, liberi professionisti e commercianti. Contiene al suo interno una richiesta di pagamento. E’ un atto che l’Agenzia delle entrate-Riscossione invia ai contribuenti al fine di recuperare i crediti vantati dagli enti impositori. Infatti tramite una cartella esattoriale possono richiedere i propri soldi la stessa Agenzia delle entrate, i Comuni, l’INPS, e la pubblica amministrazione in generale.

La cartella esattoriale contiene la descrizione delle somme dovute all’ente creditore. Al suo interno vi è sempre una lettera di accompagnamento che indica i termini in cui provvedere al pagamento, la data di notifica e le informazioni sulle modalità di pagamento. Inoltre sono anche definite le istruzioni per la sospensione, il ricorso o per richiedere una eventuale rateizzazione.

Dall’iscrizione al ruolo alla consegna al debitore

La cartella esattoriale prima di arrivare nelle mani del debitore, com’è noto, ha un percorso che parte dall’accertamento del debito. Infatti una volta accertato viene iscritto al ruolo. Il ruolo non è altro che un elenco che contiene tutti i nominativi dei debitori (ben definiti), la tipologia del credito e le relative somme dovute.

Il ruolo formato dall’ente viene trasmesso all’Agenzia delle entrate-Riscossione. Quest’ultima ha il compito di provvedere a notificare le cartelle, riscuotere le somme indicate, concedere la rateizzazione e valutare le varie situazioni. In particolare l’Agente della riscossione può, a seguito di istanza del contribuente, concedere la rateizzazione della cartella ai sensi dell’art. 19 del D.P.R. 602/73, salvo diverse indicazioni dell’ente creditore.

Tuttavia una volta ricevuto il pagamento del debito, l’Agenzia delle entrate lo riversa all’ente che lo aveva emesso per la chiusura della situazione debitoria. Mentre nel caso di mancato pagamento, avvia le procedure cautelari o esecutive per il recupero delle somme dovute.

Come si leggono i documenti ricevuti

Quando si riceve una cartella è opportuno saper leggere i documenti che ci sono all’interno. Nella prima pagina è indicato, in alto a sinistra, il numero identificativo dell’atto, e sotto il creditore. Mentre nel lato a desta, sono riportati i dati del destinatario e l’eventuale indicazione della qualità di coobbligato. Si tratta di colui che è il soggetto tenuto al pagamento in pari grado insieme ad altro o ad altri soggetti.

Sempre nella prima pagina sono riportati:

  • i riferimenti degli enti creditori che hanno affidato all’Agenzia delle entrate-Riscossione l’incarico di riscuotere i ruoli contenuti nella cartella di pagamento e ai quali è necessario rivolgersi per avere informazioni o approfondimenti sulla natura del tributo e sulla correttezza delle somme dovute (a sinistra);
  • la causale del debito (parte centrale) e la somma da pagare distinta per ente creditore e l’importo da corrispondere per il rimborso dei diritti di notifica (a destra).

Tuttavia nelle pagine successive sono indicate le modalità sia per la sospensione, per la rateizzazione e per la riscossione. Infine viene anche indicato da quale ente è stato emesso il ruolo e il dettaglio delle somme da pagare.

 

Cartelle esattoriali: dal 2022 non si paga il servizio di riscossione

La notizia è ufficiale e l’ha resa nota Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che ha comunicato anche l’approvazione di un nuovo modello di cartella esattoriale. Dal 1° gennaio 2022 non sono più applicati gli oneri per il servizio di riscossione, anche chiamato aggio. Ne deriva che le cartelle esattoriali saranno più leggere.

Nuove cartelle esattoriali senza più l’aggio

Le nuove regole sono operative con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 18 gennaio 2022. Questa importante novità arriva in realtà dalla legge di bilancio 2022 (Legge 234 del 2021 comma 15) che ha disposto che il costo relativo alla riscossione delle cartelle esattoriali non deve essere più a carico del contribuente, ma a carico del bilancio statale. Secondo l’articolo in oggetto la finalità di questa nuova regola è sostenere, dare impulso all’ “adesione spontanea agli obblighi tributari e per il presidio della funzione di deterrenza e contrasto dell’evasione”. Lo stesso articolo sottolinea che restano a carico del debitore “spese esecutive”, correlate all’attivazione di procedure esecutive e cautelari da parte dell’agente della riscossione.

Quando entrano in vigore nel nuove regole sulle cartelle esattoriali?

Dal punto di vista temporale questa modifica entra il vigore il 1° gennaio 2022, ma è bene sottolineare che si applica alle cartelle che a partire da tale data sono state affidate all’agente di riscossione. Non si applica invece alle cartelle che sono state affidate all’agente di riscossione nei mesi precedenti, ad esempio dicembre 2021 e che vengono però notificate dopo il 1° gennaio 2022.

A quanto ammontano gli oneri di riscossione o aggio?

Per capire il peso di questa importante novità occorre ricordare quali erano le tariffe applicate per gli oneri di riscossione sulle cartelle esattoriali.

Se il pagamento avviene:

  • entro il 60° giorno dalla notifica della cartella, l’aliquota dell’aggio è del 3% delle somme iscritte a ruolo;
  • oltre il 60° giorno dalla notifica della cartella, in questo caso l’aggio è il 6% ;
  • in caso di riscossione spontanea, l’aggio è 1% delle somme iscritte a ruolo.

Naturalmente maggiore è il peso della cartella esattoriale e più elevato è il risparmio prodotto con le nuove regole. Il nuovo modello delle cartelle esattoriali quindi non avrà più alcun riferimento alle spese di riscossione o aggio.

Cartelle esattoriali, nuova pace fiscale in arrivo per chi ha debiti con il Fisco

Pace fiscale in arrivo sulle cartelle esattoriali? Probabilmente questo ciò che molti contribuenti sperano accada visto che ormai i precedenti provvedimenti di sanatoria sono terminati da tempo e soprattutto perché erano provvedimenti che non coprivano tutti i debiti a carico di molti contribuenti.

Una speranza che potrebbe diventare realtà immediatamente, perché c’è chi spinge su un nuovo provvedimento.

Rottamazione ter scaduta, e adesso?

Alla data del 28 febbraio scorso è terminata l’esperienza dei contribuenti italiani con rottamazione ter. Scaduta quindi la sanatoria a cui moltissimi contribuenti hanno aderito. Al momento le Istituzioni lavorano solo sull’estendere la possibilità di rientrare nei benefici per i soggetti decaduti. Infatti nel decreto Sostegni alcuni emendamenti hanno proprio come obbiettivo la riapertura dei benefici per i decaduti.

Il decreto Sostegni ter, è arrivato alla fase di conversione in Legge, e sembra che alcuni hanno proposto alcune soluzioni alle problematiche delle cartelle esattoriali. Una di queste è una specie di nuova Pace Fiscale.

Cartelle esattoriali, nuova pace fiscale in arrivo

Ricapitolando, il 28 febbraio è scaduto il termine per la prima rata della definizione agevolata delle cartelle, ma con i 5 giorni di tolleranza  saranno ritenuti validi i versamenti effettuati entro il 7 marzo 2022 (il 5 marzo è sabato).

Come la stessa Agenzia delle Entrate sottolinea, il mancato pagamento entro il 7 marzo comporta la decadenza dei benefici della definizione agevolata. Tutte le eventuali rate precedentemente pagate, diventeranno acconti sulle somme dovute senza considerare il beneficio della rottamazione.

Rate più lunghe e nuova Pace Fiscale, questa la proposta che ha alcune possibilità di essere approvata visto che ha già ricevuto l’ok della Camera un ordine del giorno di Fratelli d’Italia. Un ODG che impegna l’esecutivo Draghi a trovare nuove soluzioni per i contribuenti che hanno debiti fiscali e contributivi. Si punta per esempio, a concedere una specie di salvaguardia per i contribuenti decaduti, ma estendendo le rate che devono essere almeno 72.

Molto dipende dalla grave crisi economica di oggi e dalle inevitabili conseguenze per le famiglie dei rincari di luce acqua e gas.

Senza la Pace Fiscale molti contribuenti nei guai

Quasi mezzo milione di contribuenti sono quelli decaduti dalla definizione agevolata. Ma non è solo la perdita delle agevolazioni della definizione agevolata a dare preoccupazione. Infatti questi contribuenti finiranno nel mirino del Fisco davvero assai facilmente.

I contribuenti interessati dalla decadenza dei contributi adesso dovranno pagare in unica soluzione il loro debito fiscale. E sarà l’Agenzia delle Entrate Riscossione a mandare gli avvisi, ovvero a ripartire con le operazioni di riscossione. Saranno riscossioni fast dal momento che al contribuente verrà intimato di pagare in soli 5 giorni dal ricevimento della lettera.

E senza pagamento via alle azioni successive, dal pignoramento ai fermi, dalle confische a tutto quello che il Fisco può adottare.

Nuova rateizzazione delle cartelle esattoriali: la guida al nuovo piano agevolato per gli indebitati

SI riaprono i termini perla rateizzazione delle cartelle esattoriali con il decreto Milleproroghe. Un emendamento al decreto infatti viene approvato e quindi si apre ad una nuova possibilità per i contribuenti, di rientrare più facilmente dei debiti a loro carico. Una misura su cui occorre approfondirne la portata visto che non riguarda tutti i contribuenti e non riguarda tutti i ruoli affidati al Concessionario alla Riscossione.

Il nuovo emendamento al decreto Milleproroghe corre in aiuto di chi ha cartelle esattoriali

Approvata una proposta di correzione del decreto Milleproroghe. Un emendamento che il governo ha approvato lo scorso 17 febbraio che apre ad una nuova dilazione delle cartelle esattoriali.

Ad emendamento approvato, la novità è ufficialmente attiva. A Montecitorio durante la trattazione delle tante proposte correttive al decreto Milleproroghe, disco verde per questo provvedimento.  La maggioranza del governo ha detto sì alla proposta di prevedere nuova rateizzazione delle cartelle in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati.

Ma approfondendo il tutto è evidente che sia un provvedimento non esteso a macchia d’olio a tutti i contribuenti. Infatti si parla di una nuova possibilità appannaggio di contribuenti che erano decaduti dai precedenti piani dilazionatori.

Ancora più nel dettaglio, per poter rientrare nel beneficio occorre risultare decaduti dal beneficio prima del periodo di sospensione.

I provvedimenti del governo a favore degli indebitati fiscali e tributari

Anche il classico collegato alla legge di Stabilità, cioè il solito decreto Fiscale ha previsto proroghe alle scadenze per chi aveva determinate rateizzazioni concesse entro la data dell’8 marzo 2020. Una misura che insieme alle altre di questo tipo, compresa la sospensione delle operazioni di riscossione, nasceva dalla emergenza prima sanitaria e poi economica di questi lunghi mesi di pandemia. Ed anche il nuovo emendamento segue la linea tracciata di venire incontro a contribuenti che hanno avuto serie difficoltà perfino a tirare avanti, figuriamoci a pagare le bollette.

Uno di questi provvedimenti per esempio ha riguardato i piani di dilazione in essere all’8 marzo 2020, cioè per i piani rateali concessi prima del periodo emergenziale.  Il termine per il pagamento delle rate in scadenza era passata dal 30 settembre al 31 ottobre 2021.

Per i soggetti ammessi al nuovo piano di rateizzazione invece, c’è di nuovo la possibilità di richiedere la dilazione delle somme dovute. E questo, a prescindere dal saldo delle precedenti. Il periodo però non è lunghissimo, perché scade il 30 aprile del 2022. Possibilità data anche ai contribuenti che hanno sfruttato la sospensione delle cartelle previste dal decreto Cura Italia (uno dei tanti decreti emergenziali del governo nella fase di pandemia).

Come funziona la nuova rateizzazione delle cartelle di pagamento

Sono state confermate le modalità con cui verranno richieste le comunicazioni di irregolarità che poi sono quelle che possono essere rateizzate. E sono le seguenti:

  • Fino a 5.000 euro, massimo 8 rate trimestrali di pari importo;
  • Oltre i 5.000 euro, massimo 20 rate trimestrali di pari importo.

 

Entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione va pagata la prima rata. Gli interessi sono al tasso del 3,5% annuo.