Cassa integrazione e sostegno al reddito, tutte le novità

La cassa integrazione e sostegno al reddito sono misure prese in esame dalla legge di bilancio 2023 e dal Decreto milleproroghe, quali sono le novità?

Cassa integrazione e sostegno al reddito, la circolare INPS

L’Inps con la circolare numero 4 del 16 gennaio 2023 riepiloga tutte le misure introdotte dalla leggi di Bilancio 2023 e il Decreto milleproroghe in materia di cassa integrazione e sostegno al reddito. In particolare riassume le disposizioni destinate a produrre effetti nel corso del 2023. Sia in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro che di sostegno al reddito e alle famiglie.

La manovra incrementa di 250 milioni di euro il fondo sociale per occupazione e formazione a partire dal 2023. Inoltre 70 milioni di euro sono destinati ai trattamenti di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti da imprese che operano in aree di crisi industriale complessa. Tra le maggiori misure c’è anche quella a sostegno dei lavoratori di call center, gruppo ILVA,

Cassa integrazione e sostengo del reddito, call center

E’ prorogata per tutto il 2023 la misura di sostengo al reddito per i dipendenti dei call center. Disponibilità monetaria pari a 10 milioni di euro. Si prevede l’erogazione di un’indennità pari al trattamento massimo di integrazione salariale. Sempre estensione per tutto il 2023 per l’accesso all CIGS per le aziende che hanno cessato, o sono in procinto di farlo, la loro attività produttiva, ai fini della gestione degli esuberi di personale. Lo stanziamento per questa misura è pari a 50 milioni di euro e potrà essere concessa per al massimo 12 mesi direttamente al lavoratore. La legge demanda le attività di monitoraggio all’Istituto. Inoltre continuerà a farsi carico dell’erogazione dei trattamenti di integrazione salariale con la modalità del pagamento diretto ai lavoratori.

La manovra ha prorogato, fino al 2023 il trattamento di sostegno al reddito a favore dei lavoratori sospesi dal lavoro o impiegati a orario ridotto, dipendenti da aziende sequestrate e confiscate, sottoposte ad amministrazione giudiziaria. L’intervento è prorogato per una durata massima di 12 mensilità ed è pari al trattamento integrativo salariale.

Altre misure previste o prorogate

Disposta anche la proroga, per gli anni 2022, 2023 e 2024, del trattamento straordinario di integrazione salariale per processi riorganizzativi complessi o piani di risanamento complessi di crisi. Le risorse a disposizione sono nel limite di spesa rispettivamente di 130 milioni di euro per l’anno 2022, 100 milioni di euro per l’anno 2023 e 50 milioni di euro per l’anno 2024.

Nel corso dell’anno 2023 troverà applicazione l’intervento straordinario di integrazione salariale a seguito di accordi di transizione occupazionale. Il trattamento, finalizzato al recupero occupazionale dei lavoratori a rischio esubero, può essere concesso, in deroga ai limiti massimi di durata 12 mesi per la riorganizzazione aziendale.

Infine per il congedo parentale la novità principale riguarda l’innalzamento dal 30 all’80% dell’indennità di retribuzione. Ma per un massimo di un mese di un congedo e fino al sesto anno di vita del bambino. La misura vale per entrambi i genitori.

 

 

La crisi dei microchip: difficoltà per le imprese di tutti i settori e prospettive

Siamo pronti all’evoluzione digitale? La risposta sembra essere proprio “no”, infatti la crisi dei microchip, di cui si sta molto parlando, porterà inevitabilmente a nuovi equilibri che per ora sono difficili da immaginare, ma cos’è la crisi dei microchip e da cosa è generata?

Crisi dei microchip: come impatta su aziende e lavoratori

Il mondo sta cambiando, ce ne siamo accorti, forse, ma è altrettanto vero che non eravamo pronti e non siamo preparati all’improvvisa svolta tecnologica determinata anche dalla pandemia. La crisi dei microchip ce lo sta dimostrando e sta impattando sulla vita quotidiana di ognuno di noi, anche se la maggior parte di noi non ha ben chiara l’importanza di questa “crisi”. I primi ad essersene accorti sono i lavoratori del settore automobilistico, infatti molti stabilimenti di Stellantis (FCA, la vecchia FIAT,+ PSA) stanno affrontando l’inverno con molte ore di Cassa Integrazione a causa della difficoltà di approvvigionamento dei microchip. Non va meglio a Toyota che ha tagliato la produzione di auto al 40% a causa della crisi dei microchip.

Il problema reale è che non si trovano e tale scarsità sta anche facendo aumentare i prezzi, aumento che si ripercuoterà sui consumatori finali. A voler essere precisi mancano i semiconduttori, cioè diodi, resistori e transistor che sono alla base dei microchip e che hanno un’elevata conducibilità elettrica. Il mercato dei microchip però non interessa solo le auto, ma le aziende di tutti i settori, partendo da telefonia, computer, elettrodomestici (piccoli e grandi) e tutto ciò che prevede l’applicazione di nuove tecnologie e oggi praticamente tutto è basato su queste.

Il colosso dei chip attualmente è TMSC che si trova a Taiwan e che fornisce microchip a livello globale alle varie aziende. TMSC ha annunciato già l’aumento dei prezzi dei microchip, ma sono molte le aziende che stanno pensando all’autoproduzione, il problema resta la scarsità dei semiconduttori che sono alla base dei funzionamento dei chip e allora come si esce da questa crisi?

Le origini della crisi dei microchip: forte aumento di domanda

Le origini della crisi sono determinate da due fattori principali: la diffusione del 5G che utilizza i microchip nel settore della comunicazione, d’altronde lo sviluppo sempre più massivo del 5G ha avuto un’accelerazione in seguito alla crisi pandemica che ci ha costretto allo smartworking, alla DAD e alla digitalizzazione dei servizi e questa per funzionare bene ha bisogno di una rete efficiente e stabile e le attuali tecnologie non sono in grado di assicurare questo.

Ce ne accorgiamo ogni giorno, quando facendo la fila alle Poste o in qualunque altro ufficio ci sono problemi di connessione che ritardano i pagamenti, ce ne accorgiamo quando tentiamo di guardare un film con il nuovo televisore smart, o quando i figli hanno difficoltà con i collegamenti con la classe in DAD…

Allo stesso tempo il settore automobilistico sta avendo uno sviluppo ragguardevole e usa sempre più tecnologie avanzate, si studiano auto elettriche e a guida autonoma e queste hanno bisogno di chip. Le auto utilizzano i microchip per molte funzioni, dal monitoraggio costante delle funzioni all’airbag, passando per i sistemi di comunicazione presenti in auto, i sistemi di gestione da remoto, i sistemi audio. A ciò deve aggiungersi lo sviluppo della domotica, computer e smartphone che ci accompagnano quotidianamente nella vita e svolgono molteplici funzioni, sono diventati anche un sistema semplice di identificazione per l’accesso ai servizi: basti pensare al Green Pass e alle varie App “pubbliche”. C’è quindi un aumento esponenziale nella domanda a cui non corrisponde un aumento proporzionato della produzione e il sistema va in tilt generando effetti a catena.

Come reagiscono i Paesi al dominio dei colossi dei microchip

L’estremo bisogno di chip ha portato anche ulteriori conseguenze, cioè un inasprimento delle tensioni tra Stati Uniti e Cina, qui il colosso Huawei sembra abbia accumulato scorte di microchip. Proprio per questo sono in molti a credere che la crisi dei microchip sia costruita ad arte.

Se questa crisi ha sicuramente un impatto negativo in molti settori, da un altro potrebbe avere un impatto positivo, infatti è molto probabile che saranno generati nuovi posti di lavoro ad elevata specializzazione. La crisi dei microchip dovrebbe durare fino al 2023, questa è la previsione fatta dal colosso Intel, nel frattempo sono in molti a correre al riparo, anche per proteggersi da rilevanti perdite in borsa. Una soluzione potrebbe arrivare dalle multinazionali dell’informatica che sono spesso esortate a trovare soluzioni all’obsolescenza tecnica dei loro dispositivi cercando di renderli più longevi (di fatto dal punto di vista economico questa soluzione è poco interessante per le multinazionali che fanno affidamento proprio sul costante ricambio delle tecnologie).

Non solo, infatti i Paesi stanno adottando strategie volte all’indipendenza dai colossi di Taiwan e della Corea (TMSC e Samsung) attraverso la predisposizione di piani pubblici. Per gli Stati Uniti c’è l’Innovation and Competition Act che prevede un piano infrastrutturale del valore di 50 miliardi di dollari per l’industria americana dei chip e 52 miliardi di dollari da investire nel settore dei semiconduttori. L’Europa dal suo canto reagisce con l“European Chips Act” che ha come obiettivo la produzione di almeno il 20% dei chip mondiali entro il 2030. Il piano è sicuramente attraente, ma la realizzazione entro il 2030 sembra davvero un po’ tarda.

I colossi di Taiwan e Corea del Sud non indietreggiano

Sicuramente questi investimenti sembrano rilevanti, ma se confrontati all’obiettivo della Corea del Sud che ha annunciato 451 miliardi di dollari di investimenti nel settore, ci rendiamo conto che sono briciole. Il principale attore di questa strategia resta Samsung che quindi non vuole cedere il podio di questo importante segmento dell’industria globale. TMSC (Taiwan) risponde con 100 miliardi di dollari di investimenti nei prossimi tre anni per la progettazione e la realizzazione dei microchip. Messa così sembra che la carenza di chip sarà soltanto temporanea e che semplicemente si stia cercando di avere la fetta più grossa di mercato e mantenere i prezzi della tecnologia alti. TMSC vanta le fonderie di semiconduttori più evolute e intende investire anche in Arizona, quindi negli Stati Uniti.

Di sicuro dalla soluzione della crisi dei microchip dipendono le sorti globali in termini di occupazione e concentrazione di ricchezza a livello globale e si spera che ci sia uno sguardo in più ai deboli della società attraverso uno sviluppo equo e il più possibile inclusivo.

Cassa integrazione 2022: maggiori importi ed estensione dei beneficiari

Il disegno di legge di bilancio porta novità anche nel campo degli ammortizzatori sociali e in particolare modifica la disciplina della cassa integrazione 2022. Ecco le principali novità che riguarderanno i lavoratori e i datori di lavoro.

Cassa integrazione 2022: si amplia la platea dei beneficiari

La normativa di riferimento per la disciplina della cassa integrazione è il decreto legislativo 148 del 2015, questo viene però modificato dal titolo V del disegno di legge di bilancio denominato “riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali” . La riforma avrà un costo di 3 miliardi di euro.

La prima cosa da sottolineare è che l’atto in oggetto, in particolare l’articolo 43, va in primo luogo ad ampliare la platea dei soggetti aventi diritto alla cassa integrazione, infatti per la prima volta vengono inseriti i lavoratori a domicilio che avranno una riduzione dell’orario di lavoro o una sospensione dell’attività lavorativa dal primo gennaio 2022.

La cassa integrazione 2022 sarà inoltre estesa agli apprendisti. Attualmente la cassa integrazione spetta soltanto a coloro che hanno un contratto di apprendistato professionalizzante, invece con l’approvazione definitiva del disegno di legge bilancio per il 2022 avranno diritto a percepirla anche a coloro che svolgono:

  1. apprendistato di alta formazione e ricerca;
  2. apprendistato volto ad ottenere la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore o il certificato di specializzazione tecnica.

L’articolo 43 citato precisa però che la sospensione o riduzione di orario dell’apprendistato non deve pregiudicare il completamento del percorso formativo.

Importi della nuova cassa integrazione 2022: aumentano i massimali

Le novità introdotte dal disegno di legge di bilancio non riguardano solo la platea dei beneficiari, ma anche gli importi della cassa integrazione.

L’attuale disciplina prevede due massimali:

1) 939,89 mensili nel caso in cui la retribuzione mensili non superi 2.159,48 euro ;

2) 1.129,66 mensili se la retribuzione supera il tetto precedente.

Con l’articolo 45 della riforma viene eliminata la prima fascia di massimale e resta in vigore esclusivamente la seconda. Si precisa inoltre che tale importo è soggetto alle modifiche necessarie per adeguamento all’indice ISTAT e quindi all’inflazione.

Un ulteriore contributo è a carico delle aziende e lo stesso è del:

  • 9% della retribuzione oraria che sarebbe spettata al lavoratore, commisurata naturalmente alle ore non lavorate, fino al limite di 52 settimane nell’arco del quinquennio;
  • 12% della retribuzione per periodi di cassa integrazione ulteriori a 52 settimane nell’arco del quinquennio e fino a 104 settimane;
  • 15% per settimane ulteriori rispetto a 104.

Il quinquennio è mobile, cioè si fa riferimento sempre agli ultimi 5 anni rispetto al momento in cui si usufruisce nuovamente della cassa integrazione.

Sulle addizionali a carico delle aziende ci sono però delle novità che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2025, infatti per le aziende che per 24 mesi non usufruiranno di Cassa Integrazione Guadagni, l’addizionale sarà del 6%. Vengono quindi premiate le aziende più virtuose.

Cassa integrazione Guadagni Straordinaria 2022

Novità anche per la CIGS, Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, destinata ad aziende in crisi e a rischio licenziamento. L’articolo 51 infatti riconosce l’estensione di questa misura ad imprese che non abbiano usufruito dei fondi di solidarietà e che abbiano occupato nel semestre precedente in media 15 dipendenti.

Ricordiamo che il disegno di legge dovrà essere approvato dal Parlamento e quindi potrebbero esservi leggere modifiche alle impostazioni ora viste.

Uni-Cig, ecco come presentare passo passo le domande di cassa integrazione anche dal cellulare

Datori di lavoro e consulenti avranno a disposizione un nuovo sistema per presentare le domande di cassa integrazione. È stato chiamato “Uni-Cig” il nuovo sistema di presentazione delle domande, operazione che si può portare a termine sia mediante l’utilizzo del personal computer che con dispositivi mobili come smartphone e notebook.

Quali tipologie di domanda di cassa integrazione si possono presentare con Uni-Cig?

Le tipologie di domande che si potranno presentare con il nuovo sistema Uni-Cig riguardano tutte le istanze di cassa integrazione guadagni a modalità unificata. Pertanto, il sistema è utilizzabile per le causali ordinarie e le causali “Covid”. Nel dettaglio, la nuova piattaforma può essere utilizzata per le prestazioni Aso (ovvero di assegno ordinario), la cassa integrazione e guadagni in deroga e quella in deroga plurilocalizzata avente causale “Covid-19”. Al momento, si può utilizzare la piattaforma per le domande di cassa integrazione salariale. In un successivo momento, si potranno presentare anche le domande Aso e Cigo.

Vantaggi nell’utilizzo della nuova piattaforma Inps Uni-Cig

I vantaggi dell’utilizzo della nuova piattaforma Uni-Cig consistono innanzitutto nella possibilità di una verifica e di controllo dei dati già dalla fase di inserimento o di conferma, con avviso immediato in caso di incongruità della domanda stessa. Inoltre, la nuova modalità consente di utilizzare una piattaforma più facile e intuitiva.

Cosa si può fare con la nuova piattaforma Uni-Cig?

L’utilizzo della nuova piattaforma Uni-Cig consente al datore di lavoro o ai consulenti di lavoro di utilizzare una modalità di compilazione delle istanze strutturata per quadri successivi. Questi ultimi si alternano fino all’invio della domanda stessa. Per ciascun quadro, il sistema rileva eventuali errori ed anomalie che possono essere corretti da chi sta compilando la domanda.

Quali sono i dati che dovranno essere inseriti nel modello Uni-Cig?

I datori di lavoro e i consulenti, per ciascuna domanda di prestazione di cassa integrazione, devono indicare i seguenti dati:

  • inizio e fine effettiva del periodo interessato alla riduzione dell’attività di lavoro o della sospensione;
  • quanti sono i beneficiari;
  • il numero delle ore di integrazione salariale da richiedere;
  • si può allegare il file con i codici fiscali dei beneficiari della cassa integrazione;
  • si può indicare l’Iban dei beneficiari e le ore richieste per ciascun lavoratore nel caso in cui si richieda l’anticipo del 40% della prestazione.

Uni-Cig, quali anomalie può rilevare la piattaforma?

Nel momento in cui il datore di lavoro inserisce i dati nella piattaforma, quest’ultima potrà già segnalare eventuali anomalie o errori. A questo punto, si potrà comunque forzare la procedura immettendo nell’apposito campo, le motivazioni. All’invio della domanda, la nuova piattaforma Uni-Cig effettua in automatico dei controlli immediati volti ad accertare che la domanda sia ricevibile. All’esito positivo della procedura corrisponde un numero di ticket e di protocollo. Se l’esito dovesse essere negativo, la domanda diventa irricevibile.

Verifica di una domanda già inviata con la piattaforma Uni-Cig

La piattaforma Uni-Cig consente anche di visualizzare e di seguire le domande già presentate e in fase di verifica. Durante questa fase, il sistema fa dei controlli sia sui requisiti dei lavoratori che beneficeranno della cassa integrazione, sia sulla congruità della domanda stessa. In caso di anomalie, quando ormai la domanda è stata inviata e si ha il numero di ticket, si può procedere alla rettifica della domanda. Il termine è di 5 giorni dall’invio.

Come presentare domanda di cassa integrazione sulla piattaforma Uni-Cig passo passo

La domanda di cassa integrazione sulla piattaforma Uni-Cig segue quadri disposti in ordine successivo da compilare. Il primo quadro, quello “A”, prevede la selezione dell’anagrafica aziendale dall’elenco apposito. Il quadro risulta precompilato perché il sistema prende le informazioni dall’archivio unificato delle aziende. Pertanto, non è possibile modificare i dati, non si può inserirne di nuovi, oppure modificare i campi della posta elettronica certificata (Pec), della mail e dei recapiti.

Piattaforma Uni-Cig, il quadro B

Il quadro successivo, quello “B”, della piattaforma Uni-Cig presenta la scelta del tipo di trattamento al quale si voglia accedere. In questa sezione della domanda al datore di lavoro viene richiesto se voglia accedere alle prestazioni che abbiano la clausola “Covid-19”. Anche per questo quadro, il sistema fa un primo controllo segnalando al datore di lavoro se il tipo di trattamento richiesto non sia compatibile con l’inquadramento contributivo della propria azienda. Nel quadro “B” si può anche selezionare la possibilità di ricevere l’anticipo del 40%.

Quadri C e D della piattaforma per la richiesta della cassa integrazione Uni-Cig

Il quadro “C” della piattaforma Uni-Cig permette di inserire e di scegliere l’unità produttiva per la quale il datore di lavoro richieda l’integrazione salariale. Anche questo quadro risulta precompilato dalle informazioni che il sistema recupera in automatico dalle banche date. Il quadro “D”, infine, è quello che consenti di inserire:

  • l’inizio e la fine effettiva del periodo interessato alla riduzione dell’attività di lavoro o della sospensione;
  • il numero di quanti siano i beneficiari;
  • il monte delle ore di integrazione salariale da richiedere.

Controlli della piattaforma Uni-Cig sulla domanda di cassa integrazione inserita

L’ultima fase della piattaforma, prima dell’assegnazione del ticket e del protocollo della domanda, è un controllo automatico nel quale il sistema verifica:

  • che il periodo richiesto per la riduzione o la sospensione lavorativa sia coerente con la scelta effettuata;
  • che detto periodo non vada a sovrapporsi con altre domande già presentate precedentemente con la stessa procedura;
  • il tetto massimo delle ore che possono essere richieste;
  • l’orario contrattuale dei lavoratori per i quali viene inoltrata la richiesta.

Cosa avviene se la piattaforma Uni-Cig segnala errori o anomalie?

In caso di anomalie, apparire in automatico l’alert di correzione della domanda o di inserimento della nota nel caso di forzatura della procedura. Al superamento della verifica, la schermata successiva permette di allegare il file con l’elenco dei lavoratori beneficiari. Il formato del file deve essere Csv o Xml: è denominato Uni-Cig e può essere scaricato dal software delle paghe. Dopo l’allegato, le ultime due schermate riguardano le dichiarazioni di responsabilità e la possibilità di allegare l’accordo sindacale. In quest’ultimo caso, l’allegato deve essere in formato Pdf.

Cassa integrazione, al via la nuova piattaforma Uni-Cig

È in arrivo il nuovo servizio per la presentazione della domanda unificata Uni-Cig per i trattamenti della cassa integrazione in deroga, in deroga plurilocalizzata e per l’assegno ordinario con la causale “Covid-19”. Ne dà comunicazione l’Inps con il messaggio numero 3727 del 29 ottobre 2021.

Nuova piattaforma Inps per la Cig

L’istituto previdenziale informa del sostanziale rinnovamento e della semplificazione della procedura per gestire gli ammortizzatori sociali. L’obiettivo è quello di assicurare una piattaforma che possa ridurre i tempi della definizione e della liquidazione della prestazioni. La nuova procedura consentirà dunque di presentare la “Domanda Unificata della Cassa integrazione guadagni Uni-Cig”.

Le linee guida della nuova piattaforma Inps per gli ammortizzatori sociali

La nuova piattaforma Uni-Cig punta a innovare la domanda degli ammortizzatori sociali in due modi. Il primo è quello di uniformare i quadri della compilazione delle domande di cassa integrazione. Il secondo consentirà di effettuare tutta una serie di controlli automatizzati sia mentre si compila la domanda che successivamente al suo invio. A vantaggio delle imprese, in questo modo, il sistema consentirà di ridurre gli eventuali errori nella presentazione delle domande. Si eviterà, altresì, che le imprese, gli uffici e gli intermediari abilitati possano presentare una domanda errata che comporti il mancato accoglimento, anche in parte, dell’istanza.

Quali sono le novità della nuova piattaforma per la cassa integrazione?

La nuova piattaforma Uni-Cig consentirà una modalità più immediata alle imprese di compilare la domanda della cassa integrazione. Le istanze dovranno indicare, come avviene attualmente:

  • le date di inizio e di termine effettivo del periodo di sospensione o di riduzione dell’attività lavorativa;
  • il numero dei lavoratori per i quali si presenta domanda;
  • le ore oggetto di integrazione salariale.

La piattaforma permetterà di allegare alla domanda il file, in un nuovo formato semplificato, all’interno del quale dovranno essere contenuti i codici fiscali dei lavoratori per i quali si richiede il trattamento di cassa integrazione. Nel caso in cui si richieda l’anticipo del 40% del trattamento, dovranno essere indicati anche gli Iban e le ore oggetto della richiesta stessa.

Eventuali errori nella compilazione della domanda di cassa integrazione con Uni-Cig

Ulteriore novità della nuova piattaforma di richiesta della cassa integrazione Uni-Cig consiste proprio nel fatto che il sistema, già nel momento in cui si procede con l’inserimento dei dati, farà segnalazione di eventuali errori e anomalie. Il sistema, in ogni modo, consentirà di completare la domanda: il richiedente può inserire eventuali motivazioni nel campo predisposto appositamente per fornire informazioni utili alla domanda.

Invio della domanda di cassa integrazione con la nuova piattaforma Uni-Cig

Una volta inoltrata la domanda di cassa integrazione con la nuova piattaforma Uni-Cig, il sistema effettuerà in maniera immediata e automatica, una serie di controlli formali. Tali controlli servono a verificare che la domanda sia ricevibile. A esito positivo del sistema circa la domanda stessa, la procedura termina con l’assegnazione di un ticket e di un numero di protocollo dell’istanza.

Ulteriore verifica dopo aver inviato la domanda di ammortizzatori sociali con Uni-Cig

Dopo aver inviato la domanda di cassa integrazione con il sistema Uni-Cig, l’istanza verrà sottoposta a un’ulteriore controllo. In questa fase verranno analizzati i requisiti di accesso al trattamento di cassa integrazione attraverso il controllo dell’elenco dei beneficiari allegato dall’impresa. Eventuali errori o anomalie risulteranno nei report degli esiti. L’impresa, in questo caso, può procedere con la correzione delle anomalie nel termine di 5 giorni. In mancanza di correzioni, la domanda verrà ugualmente inviata alla struttura competente per territorio per la fase successiva di istruttoria.

Decreto fiscale, ecco tutte le novità: sicurezza sul lavoro, incentivi auto, cassa integrazione e cartelle

Arrivano le novità del decreto Fiscale approvato dal Consiglio dei ministri. Tra queste, la stretta sulle imprese che non rispettano la sicurezza sul lavoro, il rifinanziamento (parziale) degli incentivi sull’acquisto di un’auto, la cassa integrazione Covid, il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali e i fondi per il Reddito di cittadinanza.

Decreto fiscale e irregolarità sul lavoro: si abbassa la soglia di irregolari che dà luogo alla sospensione

Sulle imprese arriva la stretta in merito alla sicurezza sul lavoro. Infatti scende al 10% (dal 20%) il tetto degli addetti irregolari sui luoghi di lavoro che fa scattare la sospensione dell’attività. Il provvedimento prevede che non sia più necessaria la recidiva. In caso di violazione, scatta da subito la sospensione dell’attività. Il decreto rafforza anche le competenze dell’Ispettorato del lavoro: insieme alle aziende sanitarie del territorio dovranno intensificare la vigilanza del rispetto della norma. Si rafforzerà anche l’organico dell’Ispettorato: in arrivo concorsi per 1.024 nuovi posti oltre al bando di 1.122 in corso.

Aziende irregolari per a sicurezza: cosa fare per riprendere l’attività?

In caso di violazione del decreto Fiscale e della sospensione, l’azienda per riprendere l’attività dovrà ripristinare le condizioni regolari di svolgimento del lavoro. Si prevede anche il pagamento di una somma aggiuntiva. L’importo varia da 300 a 3000 euro per ogni lavoratore: vale la gravità della violazione. L’importo da pagare si moltiplica per due nel caso in cui l’azienda sia incorsa, nei 5 anni prima, già in un provvedimento di sospensione. Durante la sospensione, l’azienda non potrà avere contatti con la Pubblica amministrazione.

Decreto fiscale, le novità per gli incentivi auto

Cifre ben più modeste rispetto al 2021 sono state riservate dal decreto Fiscale sugli incentivi auto. Infatti l’ecobonus è stato rifinanziato di soli 100 milioni di euro dei quali:

  • 65 milioni andranno all’acquisto di nuove vetture a basso impatto ambientale, da 0 a 60 g/km di CO2. Si tratta, in buona sostanza, dei modelli plug in (ibridi) e delle auto elettriche;
  • 10 milioni di euro andranno alle auto mediamente impattanti per l’ambiente (da 61 a 135 g/km). Rientrano in questa categoria le vetture ibridi semplici e vari modelli Euro 6 a benzina e a gasolio;
  • per le auto usate il decreto Fiscale destina 5 milioni di euro.

Proroga Cassa integrazione Covid nel decreto Fiscale: da 9 a 13 settimane fino al 31 dicembre 2021

Il decreto Fiscale del governo prevede anche il rifinanziamento della Cassa integrazione Covid. La proroga è di 13 settimane per:

  • le piccole imprese del terziario;
  • il commercio;
  • gli artigiani;
  • grande distribuzione;
  • giornalisti.

Le 13 settimane vanno utilizzate dal 1° ottobre scorso al 31 dicembre 2021. Devono essere già state utilizzate tutte le precedenti 28 settimane di proroga della Cassa integrazione Covid. Proroga di 9 settimane, invece, per i settori tessili, dell’abbigliamento e delle calzature. L’utilizzo delle settimane deve avvenire sempre nel periodo dal 1° ottobre al 31 dicembre 2021 e devono essere state utilizzate le 17 settimane concesse precedentemente. La proroga della Cig Covid ha un costo di 878,4 milioni di euro.

Cartelle esattoriali, più tempo per pagarle

Altri 5 mesi (150 giorni) vengono concessi per il pagamento delle cartelle notificate dall’agente pubblico della riscossione. La notifica deve essere avvenuta dal 1° settembre 2021 fino al 31 dicembre 2021. Benefici anche per non perdere i vantaggi della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Infatti, si possono saldare le rate del 2020 non ancora versate entro la scadenza del 30 novembre in un unico pagamento insieme alle rate rientranti nella pace fiscale di quest’anno. Inoltre, il piano di rateizzazione non decade per i contribuenti che hanno dilazionato i debiti con richiesta prima dell’8 marzo 2020.

Decreto Fiscale, rifinanziato il congedo parentale delle famiglie

Il decreto Fiscale procede anche al rifinanziamento dei congedi parentali al 50% delle famiglie. Il congedo va a favore sia dei lavoratori dipendenti che autonomi genitori di figli fino a 14 anni. I lavoratori possono assentarsi da lavoro per i casi di sospensione dell’attività educativa e didattica del figlio. La durata della sospensione può essere per tutta per una parte dell’infezione o per la quarantena che sia stata disposta dalle autorità sanitarie. Per i figli da 14 a 16 anni di età il congedo non è retribuito. Rifinanziato anche il fondo dell’Inps per la malattia dei lavoratori posti in quarantena.

Nuovo patent box rafforzato per le imprese dal decreto Fiscale

Va in pensione il vecchio patent box e il decreto Fiscale introduce e rafforza la deducibilità di quello nuovo. Nel provvedimento del governo si prevede la deduzione rafforzata del 90% relativa ai costi sostenuti per la ricerca e lo sviluppo. I costi deducibili, anche ai fini dell’Irap, devono essere stati sostenuti per:

  • software coperti da copyright;
  • marchi di impresa;
  • brevetti industriali;
  • modelli, disegni, formule delle imprese nello svolgimento della propria attività.

Le imprese che hanno in corso procedure con il vecchio patent box possono richiedere di accedere al più vantaggioso nuovo strumento.

Decreto Fiscale, 200 milioni al Reddito di cittadinanza

Dal decreto Fiscale arriva anche il rifinanziamento per 200 milioni del Reddito di cittadinanza. Salvaguardati anche 100 mila posti di lavoro di somministrati assunti con contratto a tempo indeterminato dalle Agenzie per il lavoro. Si tratta di lavoratori mandati a tempo determinato presso le imprese utilizzatrici. Il provvedimento cancella la scadenza del 31 dicembre 2021 per i 24 mesi della missione stessa.

Proroga cassa integrazione: almeno fino al 31 dicembre 2021

Arriva la nuova proroga per la cassa integrazione Covid. Ecco cosa accadrà da oggi fino a fine anno per i lavoratori e le imprese.

Proroga cassa integrazione: la novità del Ministero del lavoro

La proroga cassa integrazione è stata annunciata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Si tratta di 13 settimane per coloro che hanno esaurito la loro disponibilità entro ottobre. Sopratutto per quei settori maggiormente colpiti come il tessile, il commercio, abbigliamento. Attualmente però la cassa integrazione è ancora in essere per molti imprese. Si tratterebbe pertanto di prolungare il periodo fino alla fine dell’anno. Una manovra che dovrebbe entrare di diritto sul tavolo dei ministri nei prossimi giorni con il Decreto Fiscale.

Le parole del ministro Andrea Orlando

E’ stato il Deputato del Governo Draghi, Andrea Orlando ad annunciarlo in aula. Ecco le sue parole: ““E’ al vaglio in questo momenti, l’opportunità in intervenire con un’integrazione degli interventi emergenziali per le imprese che hanno terminato le settimane autorizzabili nel mese di ottobre 2021.

Infatti il Ministero del Lavoro ha proposto di inserire la proroga nel Decreto fiscale che potrebbe essere emanato nell’arco di pochi giorni. Il ministro ha aggiunto: “Si propone con questo di rifinanziare fino al 31 dicembre ulteriori 13 settimane di Cassa integrazione con causale COVID, senza contributo addizionale, anche al fine di gestire l’uscita graduale dal blocco dei finanziamenti sulla scorta di quanto fatto a fine giugno, quando è terminato (tranne che per il settore tessile-moda), il blocco degli atti di recesso nei settori dell’industria e costruzioni”. 

Altri provvedimenti in corso

Oltre alla proroga della cassa integrazione per le imprese che hanno utilizzato le 17 settimane o che stanno per esaurire la copertura degli ammortizzatori sociali, il Governo sta pensando anche ad altro. Infatti sta ipotizzando un rifinanziamento degli ammortizzatori sociali per i lavoratori ex Alitalia.

Inoltre potrebbe essere anche valutata una proroga di 120 giorni per pagare le cartelle esattoriali notificate dal primo settembre 2021. Infine anche una riapertura dei termini per le rate della Rottamazione ter è probabile.

 

Prestazioni assistenziali e a sostegno del reddito: cosa sono e in quali occasioni sono erogate

Non solo pensioni e previdenza: l’Inps e le Casse di previdenza erogano anche una serie di prestazioni assistenziali che vanno a sostenere il reddito dei cittadini e dei contribuenti. Queste prestazioni si concretizzano in una serie di indennità economiche e sociali fornite in situazioni di disagio. Come le pensioni, queste prestazioni vengono pagate solo in presenza di determinati requisiti e condizioni. Ad esempio, il non raggiungimento di un certo livello di reddito o la presenza in famiglia di persone in condizioni di disabilità.

Erogazioni Inps per il sostegno al reddito: quali sono?

I maggiori interventi forniti dall’Inps in tema di sostegno al reddito sono:

  • l’assegno sociale;
  • gli assegni per il nucleo familiare;
  • la Cassa integrazione guadagni ordinaria industria ed edilizia;
  • la Cassa integrazione guadagni straordinaria;
  • l’indennità di accompagnamento;
  • l’indennità di disoccupazione o Naspi;
  • il reddito e la pensione di cittadinanza;
  • la quattordicesima mensilità di pensione.

Assegno sociale: nel 2021 servono 67 anni di età

L’assegno sociale rappresenta una prestazione sostitutiva della pensione sociale. Viene erogata dall’Inps ai cittadini che abbiano almeno 67 anni di età e che si trovino in una particolare condizione di disagio economico. Non è necessario dimostrare un certo montante dei contributi per ottenere l’indennità. Tuttavia, oltre all’età, è indispensabile la residenza effettiva e continuativa per non meno di dieci anni sul territorio nazionale.

Qual è l’importo dell’assegno sociale?

Nell’anno in corso l’importo dell’assegno corrisponde a 460,28 euro e viene pagato per 13 mensilità all’anno. L’importo viene erogato per intero solo se i beneficiari non hanno alcun reddito oppure, se coniugati, hanno un reddito familiare inferiore al totale annuo dell’assegno. L’indennità è ridotta per i cittadini non coniugati che hanno un reddito familiare più basso del totale annuo dell’assegno (pari a 5.983,64 euro). Inoltre l’erogazione va a favore anche dei soggetti coniugati il cui reddito familiare sia compreso tra l’ammontare annuo dell’assegno e il doppio della stessa cifra. Quindi la misura ha un importo pari alla sottrazione tra l’importo intero annuale dell’assegno sociale e l’ammontare del reddito annuale.

Gli assegni Inps per il nucleo familiare

Anche nel caso di pagamento degli assegni Inps per il nucleo famigliare si rientra nei sostegni economici versati alle famiglie di lavoratori. In particolare, ai lavoratori dipendenti, ai dipendenti agricoli, ai titolari di pensione, agli iscritti alla Gestione separata Inps, ai titolari di prestazioni previdenziali.

Assegno familiare: importo e chi può richiederlo

L’importo dell’assegno dipende da vari fattori: tra questi, sicuramente incidono la numerosità del nucleo e il livello del reddito familiare. In assegna di questi requisiti l’assegno familiare può essere anche chiesto per particolari situazioni come, ad esempio, la presenza di familiari inabili. L’indennità viene pagata dal datore di lavoro insieme alla retribuzione. In questo caso il datore paga per conto dell’Inps.

La Cassa integrazione guadagni ordinaria industria ed edilizia

Si tratta di un’indennità economica pagata dall’Inps per integrare o sostituire la retribuzione dei lavoratori impiegati nell’industria e nell’edilizia. La condizione essenziale è che i lavoratori debbano trovarsi in precarie condizioni economiche. Ciò deve avvenire come conseguenza della sospensione oppure della riduzione dell’attività lavorativa.

Cassa integrazione guadagni straordinaria

La Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) viene erogata dall’Inps per integrare o per sostituire la retribuzione dei lavoratori di imprese che siano in una situazione di crisi. L’erogazione avviene anche se per l’impresa sia in corso un processo di ristrutturazione, o di riorganizzazione o di riconversione.

L’indennità di accompagnamento agli inabili

A favore degli inabili, l’Inps eroga l’indennità di accompagnamento. Non si fa riferimento alla situazione reddituale del richiedente, ma al suo disagio per l’impossibilità di poter deambulare senza che l’aiuti un accompagnatore. Si tratta, inoltre, di soggetti che non possono compiere atti di vita quotidiana, ma hanno bisogno di una continua assistenza.

Per i disoccupati c’è la Naspi

L’Inps eroga l’indennità di disoccupazione, che dal 2015 ha preso il nome di Naspi. Per ottenere la prestazione è necessario presentare domanda. Il requisito essenziale per l’erogazione è quello di aver perduto il posto di lavoro per cause che non siano dipese dalla propria volontà. L’importo della Naspi si determina in base alla retribuzione percepita prima di perdere il lavoro. In particolare si considera l’imponibile ai fini previdenziali ricevuto negli ultimi 4 anni diviso per il numero delle settimane di contribuzione. Il risultato va moltiplicato per 4,33. A partire dal quarto mese, l’importo della Naspi diminuisce del 3% al mese.

Il Reddito e la pensione di cittadinanza: chi può beneficiarne?

Le due misure sono state introdotte con la legge di Bilancio 2019 per sostenere le famiglie in condizioni di difficolta. Il Reddito di cittadinanza, in particolare, sostiene le famiglie ed è finalizzato al reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale. Il calcolo del Reddito di cittadinanza dipende dalla numerosità e dalla composizione della famiglia, nonché dalla relativa scala di equivalenza. Il beneficiario riceve l’importo su di specifica carta prepagata ogni mese. La pensione di cittadinanza, invece, è una prestazione economica che spetta a chi ha già compiuto i 67 anni di età e rientri entro certi limiti Isee. L’obiettivo è lo stesso del Reddito di cittadinanza, ovvero quello di sostenere le fasce della popolazione più svantaggiate.

Per i pensionati dai 64 anni l’Inps eroga la quattordicesima

La quattordicesima rappresenta la mensilità aggiuntiva corrisposta insieme al mensile di pensione. Il pagamento dell’Inps della misura avviene una sola volta l’anno, generalmente a luglio o a dicembre. Spetta ai contribuenti pensionati a partire dai 64 anni di età e con un reddito complessivo che non superi determinati limiti. In particolare, il reddito complessivo non deve superare di 2 volte il trattamento minimo annuo previsto dall’inps per il Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti.

Che tipi di Cassa Integrazione esistono e come funzionano

L’emergenza epidemiologica ha costretto molte attività economiche a chiudere totalmente o parzialmente, mandando in forte crisi il mondo del lavoro. Ed è proprio in questo periodo che abbiamo sentito parlare più del solito, di Cassa Integrazione. Uno degli strumenti di sostegno economico a cui il Governo ha dovuto fare ricorso per supportare le aziende e i suoi lavoratori.

La Cassa Integrazione: come funziona

La Cassa Integrazione guadagni (CIG) è, quindi, un ammortizzatore sociale con cui lo Stato si fa carico delle retribuzioni delle persone che si sono viste ridurre l’orario di lavoro o che sono state costrette a lasciare la propria occupazione.

Tale misura straordinaria è stata largamente utilizzata nel corso della pandemia da Covid-19, e continuerà ad essere usata fino al termine della crisi economica che si è innescata, al fine di sostenere economicamente sia le aziende che i suoi dipendenti.

Esistono tre tipi di CIG: la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO); la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS); la Cassa Integrazione Guadagni in Deroga. Ma come funzionano?

Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO)

La CIGO viene erogata dall’INPS nel caso di chiusura temporanea dell’attività aziendale causata a sopraggiunti imprevisti. Quindi, la cessazione non definitiva non dipende né dal datore di lavoro né dai suoi dipendenti. Essa viene concessa in presenza di gravi danni ambientali, per la riorganizzazione interna dell’azienda dovute a crisi o condizioni particolari di mercato.

La richiesta di fruizione della Cassa Integrazione Ordinaria deve essere inviata all’ente previdenziale pubblico, unità operativa afferente alla sospensione dell’attività di lavoro.

Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS)

Anche la CIGS viene erogata dall’INPS, questa misura di sostegno economico si applica a favore delle imprese considerate strategiche e dei suoi lavoratori, quando si aprono scenari economici non previsti, come l’emergenza da Covid-19. E’ possibile beneficiare di questo tipo di ammortizzatore sociale anche per importanti riassetti aziendali o il ricorso a contratti di solidarietà.

Sono strategiche, le aziende la cui attività di produzione è fondamentale per l’economia del Paese, e quindi, sarebbe deleterio il verificarsi di licenziamenti e cessazioni di tali attività.

Cassa Integrazione Guadagni in Deroga (CIGD)

La CIGD è riservata alle aziende che non possono fruire della Cassa Integrazione Ordinaria o Straordinaria per motivi legati al proprio assetto aziendale, oppure alle imprese che hanno già usufruito della CIGO e della CIGS. Questa misura di sostegno viene rinnovata di anno in anno.

A chi spetta la CIGO

Possono richiedere la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, i seguenti settori:

  • Imprese industriali forestali, boschive e del tabacco;
  • Cooperative agricole, zootecniche e i loro consorzi che producono, trasformano e commercializzano i prodotti agricoli solamente per i propri dipendenti che possiedono un contratto a tempo indeterminato;
  • Imprese industriali dedite all’armamento ferroviario;
  • Imprese industriali manifatturiere, estrattive, dei trasporti, di installazione impianti, di produzione e distribuzione dell’energia, acqua e gas;
  • Impianti di impianti telefonici ed elettrici;
  • Imprese per la produzione di calcestruzzo preconfezionato;
  • Imprese dell’industria per la frangitura delle olive per conto terzi;
  • Imprese per la distribuzione e il noleggio dei film, nonché sviluppo e stampa di relative pellicole;
  • Imprese industriali e artigiane dell’edilizia e affini;
  • Imprese industriali che svolgono l’attività di escavazione e/o lavorazione di materiale di pietra;
  • Imprese artigiane che svolgono attività di escavazione e di lavorazione di materiali pietristici, con esclusione di quelle che svolgono strutture ed escavazione.
  • Imprese industriali degli enti pubblici, fatto salvo il caso nel quale tutto il capitale è pubblico;
  • Cooperative di produzione e lavoro che esercitano attività simili a quella operaia delle imprese dell’industria, escluse le cooperative indicate dal D.P.R. n. 602/1970.

Se vuoi approfondire l’argomento, leggi anche: Cassa integrazione: la guida con le ultime novità Covid

La retribuzione della CIGO

Il lavoratore che fruisce della CIGO ottiene l’80% della retribuzione spettante complessiva lorda, con indennità, tredicesima e premi inclusi, in riferimento al suo turno di lavoro. Per la determinazione dell’importo da ricevere, il relativo calcolo viene effettuato in base alle ore di lavoro (non oltre le 40 settimanali) come previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di categoria e che l’ammontare della CIGO non superi l’importo annuo stabilito per l’assegno mensile.

La durata della Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (fatti salvi i casi relativi ad eventi inevitabili) può corrispondere a 13 settimane continuative, prorogabili in caso di crisi ritenuta grave, fino a 52 settimane. Può durare 52 settimane totali nell’arco di due anni, ma solo con più periodi non consecutivi.

La richiesta

Per via dell’emergenza da Covid-19, il Governo ha esteso la CIGD a una platea di beneficiari più ampia, con lo scopo di andare incontro anche alle piccole imprese. Motivo per cui, è possibile richiedere la Cassa Integrazione in Deroga indicante la dicitura “COVID-19 L. 178/20” come causale. Prevista originariamente per una durata di nove settimane, i successivi decreti l’hanno allungata.

Per richiedere la CIGO si deve possedere un contratto di lavoro subordinato, apprendisti inclusi, ma con i dirigenti e i lavoratori a domicilio esclusi. Inoltre, il lavoratore deve essere stato assunto in azienda a partire dal 23 febbraio 2020 per una durata minima di nove settimane.

La domanda deve essere presentata entro il quarto mese dalla sospensione delle attività.

Cassa integrazione: la guida con le ultime novità Covid

La Cassa Integrazione Guadagni, meglio conosciuta con l’acronimo CIG, è un ammortizzatore sociale cui beneficia il dipendente. Tale sostegno economico viene concesso al lavoratore che versa in una condizione di difficoltà a cui è stata intimata una riduzione o una sospensione del rapporto di lavoro.

La suddetta prestazione economica viene erogata dall’INPS o dall’INPGI. Esistono diversi tipi di Cassa Integrazione: l’ordinaria (CIGO) e la Straordinaria (CIGS), in quest’ultimo caso le risorse utilizzate sono quelle del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Qualora le imprese siano impossibilitate al ricorso di CIGO e CIGS a prescindere dalla motivazione, possono richiedere la Cassa Integrazione in deroga (CIGD). Possono ricorrervi anche i piccoli imprenditori e le cooperative sociali.

A chi spetta la CIG

Il DL n.148/2015 norma in materia di integrazioni salariali e allarga la platea dei beneficiari, livellando i periodi di durata massima e adeguando la contribuzione addizionale in relazione del reale uso del trattamento di integrazione relativa alla retribuzione.

Il periodo massimo di fruizione della Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) e della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) per ciascuna unità di produzione è pari a 24 mesi nell’arco di cinque anni di riferimento mobile. Per le imprese artigiane e industriali del settore edile e affini, ma anche per le imprese che svolgono un’attività di scavo e/o lavorazione di materiale fatto di pietra, i trattamenti ordinario e straordinario devono essere pari o inferiori i 30 mesi in cinque anni mobile per ogni unità produttiva.

I suddetti sostegni economici spettano alle categorie di lavoratori in possesso di un’anzianità di servizio effettiva di 90 giorni, presso lo stabilimento per cui si richiede il trattamento. Stiamo parlando di operai; apprendisti assunti con un contratto di apprendistato professionalizzante; impiegati; quadri; lavoratori in possesso di un contratto di inserimento o di solidarietà; soci di società cooperative di produzione e lavoro.

Soggetti esclusi dalla Cassa Integrazione e PSP

Non rientrano nella platea dei beneficiari della CIG: gli apprendisti con un contratto di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione di tecnica superiore e con un contratto di apprendistato di alta formazione e di ricerca, gli autisti dipendenti da imprenditori, i lavoratori a domicilio e i dirigenti.

I soggetti coinvolti da processi di CIG con una sospensione o riduzione superiore al 50% dovranno essere convocati presso i Centri per l’Impiego per stipulare il Patto di Servizio Personalizzato (PSP). Qualora non vengano rispettati gli obblighi indicati dal PSP, il beneficiario del trattamento Cassa Integrazione è soggetto ad una sanzione che consiste in un taglio dell’integrazione fino quando non decade del tutto dal beneficio.

Le novità sulle integrazioni salariali nell’emergenza Covid

Nel periodo di emergenza dovuto alla pandemia che ha fortemente messo in crisi l’economia in generale, lavoratori inclusi, il Governo ha ampliato la platea dei beneficiari dei trattamenti di integrazione salariale, prorogando di ulteriori 13 settimane la CIGO nel periodo compreso tra il 1° aprile e il 30 giugno 2021. Prorogando di ulteriori 28 settimane la CIGD (Cassa Integrazione Guadagni in Deroga) e l’ASO (Assegno Ordinario) nel periodo compreso tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2021.

Per quanto concerne la cassa integrazione salariale operai agricoli (CISOA) è concesso, in deroga ai limiti di fruizione riferiti al singolo lavoratore e al numero di giornate lavorative da svolgere presso la stessa azienda, per una durata massima di 120 giorni, nel periodo compreso tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2021.

Inoltre, i datori di lavoro privati, che a decorrere dalla data del 1° luglio 2021 sospendono o riducono l’attività lavorativa e presentano domanda di CIGO o CIGS, sono esonerati dal versamento del contributo addizionale fino al 31 dicembre 2021, nei limiti di spesa previsti dalla legge.

Altresì, in alternativa ai trattamenti di integrazione salariale, i datori di lavoro privati che nei primi sei mesi dell’anno hanno subito una perdita di fatturato del 50% rispetto al medesimo periodo dell’anno 2019, possono presentare, previa stipula di accordi collettivi aziendali finalizzati al mantenimento dei livelli occupazionali, domanda di CIGS in deroga per un massimo di 26 settimane nel periodo tra la data di entrata in vigore del Decreto Sostegni bis e il 31 dicembre 2021.

Peraltro, dalla data di entrata in vigore del Decreto Sostegni bis e fino al 31 dicembre 2021 può essere autorizzata una proroga di sei mesi della CIGS previo ulteriore accordo da stipulare in sede governativa, per le aziende che abbiano particolare rilevanza strategica sul territorio qualora abbiano avviato il processo di cessazione aziendale, le cui azioni necessarie al completamento e per la salvaguardia occupazionale, abbiano incontrato fasi di particolare complessità.

Il Decreto Sostegni bis successivamente ha allargato la platea delle aziende che possono ricorrere al contratto di espansione che, infatti, viene esteso ai datori di lavoro con 100 unità lavorative in organico, anche ai fini dello scivolo pensionistico.

Inoltre, fino al termine dell’emergenza epidemiologica, ai fini dell’approvazione del programma di crisi aziendale conseguente all’evento pandemico, la fattispecie viene valutata, ferma restando la salvaguardia occupazionale:

  • anche in assenza del piano di risanamento;
  • con sospensioni del lavoro anche in deroga al limite dell’80% delle ore lavorabili nell’unità produttiva nell’arco di tempo di cui al programma autorizzato, con riferimento ai periodi di vigenza dei provvedimenti emergenziali di limitazione dell’attività produttiva.

La Legge di Bilancio 2021 con lo scopo di assicurare la prosecuzione degli interventi di cassa integrazione guadagni straordinaria e di mobilità in deroga, nelle aree di crisi industriale complessa individuate dalle Regioni per l’anno 2020 e non autorizzate per mancanza di copertura finanziaria, ha istituito un Fondo per il sostegno al reddito dei lavoratori delle aree di crisi industriale complessa con una dotazione di 10 milioni di euro per l’anno 2021 i cui criteri di riparto saranno stabiliti con apposito Decreto interministeriale.

Altresì, viene prorogata per gli anni 2021 e 2022 la CIGS per crisi aziendale con un periodo massimo di 12 mesi.

Ulteriore novità, l’assegno di ricollocazione deve essere riconosciuto dal Centro per l’impiego anche a coloro che si trovino in una delle seguenti condizioni:

  • collocazione in CIGS;
  • sospensione del rapporto di lavoro e collocazione in CIGS per cessazione dell’attività anche nel 2021 per 12 mesi;
  • percezione della NASpI e dell’indennità mensile di disoccupazione da oltre 4 mesi.

A seguito dell’emergenza Covid, le imprese che hanno in corso un trattamento di CIGS, hanno la possibilità di sospenderlo e di accedere alla CIGO se rientrano in un settore che la preveda.