Contributi lavoratori domestici: quanto dovrò pagare? Aggiornamenti Inps

Cambiano gli importi dei contributi da versare per i lavoratori domestici e a comunicarlo è l’Inps con la Circolare 13 del 2023. Di seguito gli importi aggiornati con l’addizionale per coloro che stipulano un contratto a tempo determinato.

Come sono calcolati i contributi Inps per i lavoratori domestici?

L’importo dei contributi per i lavoratori domestici cambia in base alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati registrata dall’Istat. Per il periodo intercorrente tra gennaio 2021 e dicembre 2022 si è registrata una variazione dell’8,1% e di conseguenza è stato necessario aggiornare l’importo dei contributi previdenziali che il datore di lavoro deve versare all’Inps per il lavoro prestato da colf e badanti.

Deve però essere ricordato che per i rapporti di lavoro a tempo determinato è previsto il versamento anche di una quota addizionale pari all’1,40% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali. Il contributo addizionale non si applica per i collaboratori assunti in sostituzione di altri lavoratori, ad esempio in caso di astensione obbligatoria dal lavoro per maternità.

Quanto costano i contributi Inps per i lavoratori domestici 2023?

Fatte le premesse, ecco gli importi dei contributi previdenziali da versare per i lavoratori domestici ( colf e badanti).

  • importo massimo 8,92 euro – retribuzione convenzionale pari a 7,90 euro, contributo orario pari a 1,58 euro (1,59 senza quota CUAF Cassa Unica Assegni Familiari);
  • importo compreso tra 8,92 e sino a 10,86 euro – retribuzione convenzionale pari a 8,92 euro, contributo orario pari a 1,78 euro (1,79 senza quota CUAF);

  • importi superiori a 10,86 euro – retribuzione convenzionale pari a 10,86 euro, contributo orario pari a 2,17 euro (2,18 senza quota CUAF);

  • Orario di lavoro superiore a 24 ore settimanali – retribuzione convenzionale pari a 5,75 euro, contributo orario pari a 1,15 euro (1,16 senza quota CUAF).

Nel caso in cui il contratto di lavoro sia a tempo determinato deve essere versato anche il contributo addizionale visto in precedenza, questo implica che gli importi saranno:

  • fino a 8,92 euro – retribuzione convenzionale pari a 7,90 euro, contributo orario pari a 1,69 euro (1,70 senza quota CUAF);

  • contributi di importo oltre 8,92 e sino a 10,86 euro – retribuzione convenzionale pari a 8,92 euro, contributo orario pari a 1,91 euro (1,92 senza quota CUAF);

  • Oltre 10,86 euro – retribuzione convenzionale pari a 10,86 euro, contributo orario pari a 2,32 euro (2,33 senza quota CUAF);

  • Orario di lavoro superiore a 24 ore settimanali – retribuzione convenzionale pari a 5,75 euro, contributo orario pari a 1,23 euro (1,24 senza quota CUAF).

Ricordiamo che in caso di assunzione di lavoratrici madri vi è un’esenzione del 50% delle quote contributive a carico della lavoratrice (articolo 1, comma 137, della legge n. 234/2021).

Scarica la Circolare Inps 13 del 2 febbraio 2013

Leggi anche: Cambia l’accesso al sito Inps: ecco le nuove modalità per la verifica dell’identità. Guida

 

Bonus 200 euro colf e badanti: come effettuare la richiesta

Il bonus 200 euro è riservato a pensionati e a diverse categorie di lavoratori. Alcuni lavoratori possono riceverlo direttamente dal datore di lavoro, mentre altri devono richiederlo all’Inps. Tra coloro che devono chiedere all’Inps il bonus di 200 euro ci sono colf e badanti, ecco come possono effettuare la richiesta.

Colf, badanti e baby sitter: chi può richiedere il bonus di 200 euro

Colf, badanti e baby sitter hanno tempo dal 20 giugno al 30 settembre 2022 per poter richiedere il bonus di 200 euro. Deve essere sottolineato che colf, badanti e baby sitter per poter richiedere il bonus badanti devono essere iscritti alla Gestione dei lavoratori domestici dell’INPS. La normativa prevede inoltre che queste categorie di lavoratori possano accedere al beneficio nel caso in cui alla data del 18 maggio 2022, cioè al momento dell’entrata in vigore del decreto Aiuti,  avessero in essere un rapporto di lavoro e che per tale rapporto di lavoro sia attiva l’iscrizione alla Gestione Inps.

Inoltre per poter beneficiare del bonus di 200 euro per colf, badanti e baby sitter nell’anno 2021 devono aver dichiarato un reddito non superiore a 35.000 euro. Concorrono alla formazione di tale reddito tutte le somme percepite, comprese i redditi esenti da imposta, soggetti alla ritenuta alla fonte o con imposta sostitutiva. Non concorrono alla formazione del reddito di 35.000 euro il reddito della casa che funge da prima abitazione e sue pertinenze, gli assegni per il nucleo familiare, l’assegno unico universale, TFR e competenze arretrate sottoposte a tassazione separata.

Come presentare la domanda per il bonus 200 euro

La domanda deve essere presentata attraverso il sito dell’INPS. Una volta entrati nella homepage è necessario identificarsi con un sistema di identità digitale, in particolare si possono utilizzare SPID, CIE e CNS. Una volta effettuata l’identificazione, si entra alla voce “Prestazioni e Servizi”, si prosegue alla voce “servizi” e infine “ Punto di accesso alle prestazioni non pensionistiche”. A questo punto basta solo inserire la categoria per la quale si richiede il bonus e, infine, compilare la scheda. Per chi non ha abbastanza dimestichezza con le nuove tecnologie vi è la possibilità di presentare l’istanza per ottenere il bonus di 200 euro per colf, badanti e baby sitter attraverso il Contact Center Multicanale, telefonando al numero verde 803 164 da rete fissa (gratuitamente) oppure al numero 06 164 164 da rete mobile, in questo caso viene applicata la tariffa del proprio operatore telefonico.

Infine, la domanda può essere presentata tramite patronato.

Per il bonus badanti, colf e baby sitter, a differenza degli altri lavoratori dipendenti, il datore di lavoro non deve anticipare nulla, infatti il bonus di 200 euro viene erogato direttamente dall’INPS. Prima viene presentata la domanda e prima si ottiene il pagamento delle somme.

Le somme sono pagate direttamente su conto corrente, se chi propone l’istanza indica un codice Iban di conto a lui intestato. Inoltre si può chiedere l’accredito su libretto postale o bonifico domiciliato. Infine, è possibile chiedere il pagamento in contanti presso lo sportello dello poste.

Colf e badanti: in arrivo il bonus una tantum di 300 euro

Al fine di favorire il ricongiungimento tra colf e badanti di origine ucraina che si trovano in Italia e loro famigliari, Cassa.colf eroga una misura una tantum di 300 euro. Ecco chi potrà riceverla e come presentare la propria richiesta.

Chi eroga il bonus una tantum di 300 euro per colf e badanti?

Il bonus una tantum di 300 euro per colf e badanti è stato approvato da Cassa.colf . Si tratta di un organismo paritetico a cui aderiscono le varie sigle sindacali e che ha firmato il CCNL del lavoro domestico. Cassa.colf eroga prestazioni sanitarie e assistenziali per i lavoratori del settore. Tra i contributi approvati vi è appunto il bonus una tantum di 300 euro per colf e badanti.

Chi può ottenere il bonus una tantum?

Naturalmente per poter accedere vi sono delle condizioni. In primo luogo deve trattarsi di colf e badanti iscritti alla cassa che abbiano versato a Cassa.colf i contributi nei due trimestri precedenti rispetto a quello in cui si chiede il rimborso delle somme viste.

Se questa prima condizione è presente potranno accedere al contributo nel caso in cui ospitino presso il proprio domicilio o residenza parenti entro il terzo grado (genitori, figli, nonni, nipoti, sorelle/fratelli, bisnonni, zii, nipoti [cioè figli di sorella e fratello], bisnipoti [figli di nipoti in linea retta]) e affini entro il secondo grado ( suocero/a, cognato/a, nonno/a del coniuge) che siano sfollati dall’Ucraina a causa della guerra in corso. Non deve quindi trattarsi di parenti di origini ucraine che si trovano in un qualche altro paese, ma esclusivamente proveniente dall’Ucraina e sfollati a causa della guerra.

Si tratta di una misura una tantum quindi se anche si ospitano più parenti il contributo si eroga una sola volta. Inoltre si ha diritto alla prestazione a fronte di spese sostenute per acquisto di beni alimentari, prodotti farmaceutici, corredo scolastico, spese mediche e altri oggetti di prima necessità come il vestiario.

Come ottenere il bonus per colf e badanti

Per avere maggiori informazioni sul bonus una tantum di 300 euro per colf e badanti che ospitino sfollati ucraini è necessario andare sul sito www.cassacolf.it. Ulteriori informazioni possono essere richieste al numero verde 800 1000 26.

Le richieste devono invece essere inoltrate attraverso l’indirizzo e-mail praticheucraina@cassacolf.it

Colf e badanti, rimodulazione aliquote contributi Inps: chi ci guadagna?

Per colf e badanti, e per le famiglie datrici di lavoro, è tempo di rimodulazione delle aliquote ai fini dei contributi Inps. Per varie fasce di lavoratori domestici saranno versati più contributi previdenziali per ogni ora di lavoro. Per altre, invece, la rimodulazione delle aliquote porterà un minore versamento, con un risparmio per le famiglie. Ecco nel dettaglio chi ci guadagna e chi risparmia.

Colf e badanti, contributi Inps in rialzo per la rimodulazione delle fasce di aliquote

Rispetto allo scorso anno, nel 2022 saranno in aumento gli importi dei contributi dell’Inps per colf e badanti. L’aggiornamento delle tabelle dei contributi fatta dall’Inps per i lavoratori domestici riguarda sia chi ha un contratto a tempo indeterminato che determinato, con o senza la quota degli assegni familiari. In generale, per via dell’adeguamento all’aumentato livello dei prezzi (inflazione), gli importi nel 2022 cresceranno rispetto al 2021 da due a quattro centesimi di euro per ciascuna ora lavorata.

Colf e badanti, di quanto aumenteranno i contributi Inps nel 2022

In base agli aumenti del 2022, dunque, i contributi Inps passeranno da 1,43 a 1,46 euro per i colf e i badanti assunti con contratto a tempo indeterminato e una retribuzione effettiva di 8 euro per ogni ora. L’aumento dei contributi previdenziale include già la tredicesima mensilità e l’eventuale accordo circa il vitto e l’alloggio.

Colf e badanti, contributi Inps del 2022: quali famiglie risparmieranno con meno versamenti?

Non ci saranno aumenti ma risparmi, in relazione ai contributi Inps versati per i colf e le badanti che abbiano un rapporto di lavoro fino a 24 ore alla settimana. Per questi rapporti di lavoro, i domestici e le famiglie datrici di lavoro vedranno scendere i versamenti contributivi. Infatti, per le retribuzioni orarie che abbiano un valore compreso tra 7,45 e 7,60 euro per ogni ora, a esclusione della tredicesima mensilità, le famiglie risparmieranno 50 euro di contributi previdenziali ogni tre mesi.

Colf e badanti per 9 euro l’ora, quanti contributi Inps vanno versati?

Per i colf e badanti pagati tra 9,10 euro e 9,28 euro, il risparmio dei versamenti contributivi si attesterà sui 100 euro ogni tre mesi. Secondo l’Assindatcolf, le famiglie che avranno meno contributi Inps da pagare per colf e badanti saranno all’incirca 30 mila su un totale di 920 mila. Si tratta, in questo caso, di quasi un milione di famiglie che hanno regolarizzato il lavoro domestico dei propri collaboratori. La prima scadenza del 2022 per versare i contributi Inps ai colf e alle badanti è fissata all’11 aprile 2022.

Quando il datore di lavoro può pagare in contanti i lavoratori?

La tracciabilità dei flussi di denaro è uno dei modi in cui lo Stato combatte l’evasione fiscale e proprio per questo la legge stabilisce che anche le prestazioni lavorative debbano essere pagate con strumenti tracciabili, ma vi sono dei casi in cui il datore di lavoro può pagare in contanti i lavoratori. Ecco le specifiche e i limiti all’uso dei contanti.

Obbligo di pagare i lavoratori con strumenti tracciabili

La legge 205/2017, legge di bilancio per il 2018, all’articolo 1 comma 910 stabilisce che dal primo luglio 2018 i datori di lavoro o committenti debbano usare strumenti tracciabili per il pagamento delle prestazioni lavorative. In particolare i lavoratori devono essere pagati con:

  • bonifico su IBAN indicato dal lavoratore;
  • strumenti di pagamento elettronici, ad esempio il POS, carte pre-pagate;
  • assegno o vaglia consegnato al lavoratore o a un suo delegato (la delega è possibile solo in caso di comprovata impossibilità di pagamento al lavoratore, può essere in favore del figlio almeno sedicenne, del coniuge o del convivente, familiare in linea retta o collaterale);
  • infine, può essere disposto il pagamento in contanti presso una banca o un ufficio postale, ma anche in questo caso il pagamento è comunque tracciabile perché vi è la presenza di un intermediario. Il datore di lavoro quindi non paga direttamente in contanti il lavoratore. Il pagamento deve essere disposto presso una banca o un ufficio postale dove il datore di lavoro abbia un conto corrente e dietro mandato di pagamento.

Nel caso in cui si dovesse contravvenire a queste regole, è prevista la somministrazione di una sanzione amministrativa compresa tra 1.000 euro e 5.000 euro. Non sono previste conseguenze penali.

Eccezioni: quando il datore di lavoro può pagare in contanti il lavoratore?

Vi sono limitati episodi in cui è possibile il pagamento in contanti delle prestazioni lavorative. Si tratta del caso in cui il pagamento avvenga in favore di stagisti, tirocinanti, colf, badanti e collaboratori occasionali.

Non solo, infatti vi sono alcune tipologie di “pagamenti” che possono essere effettuati in contanti, vediamo quindi quando il datore di lavoro può pagare in contanti i lavoratori.

Con la nota 16 luglio 2018, n. 6201 l’Ispettorato del Lavoro ha fatto sapere che non vi è l’obbligo del pagamento con strumenti tracciabili nel caso in cui le somme siano erogate per elementi diversi rispetto alla vera e propria retribuzione.

Questo implica che è possibile pagare in contanti i rimborsi spese, le spese di trasferta, gli anticipi di cassa, spese di vitto e alloggio. Anche in questi casi è però necessario prestare attenzione, infatti il pagamento in contanti di questi importi incontra un altro limite, cioè il limite all’uso dei contanti. Per il 2021, ormai agli sgoccioli, esso è fissato a 2.000 euro, ma per il 2022 il limite viene abbassato a 1000 euro. Questo vuol dire che il datore di lavoro potrà pagare la trasferta al dipendente in contanti per un importo massimo di 999,99 euro. La violazione di questa norma porta all’applicazione di sanzioni specifiche previste per il divieto di uso di contanti e quindi da 1.000 euro a 50.000 euro.

Ricordiamo inoltre che le spese di trasferta concorrono a formare il reddito del dipendente, mentre le spese per il vitto, l’alloggio, il viaggio e il trasporto fuori dal Comune di lavoro non concorrono a determinare il reddito, tali spese devono comunque essere documentate.

Per maggiori informazioni sulla tassazione dell’indennità di trasferta, leggi l’articolo: indennità di trasferta: come funziona il rimborso della diaria?

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Trasferte fisse e occasionali: quando sono dovuti i contributi

Colf e badanti: rivalutazione, accantonamento, anticipo Tfr e deducibilità fiscale contributi

Alla fine di ogni anno, per i lavoratori domestici è necessario calcolare la quota del Trattamento di fine rapporto (Tfr). Inoltre, colf e badanti possono richiedere un anticipo del trattamento di fine rapporto non più di una volta all’anno. Infine, le famiglie datrici di lavoro possono dedurre nella dichiarazione dei redditi circa 1550 euro all’anno di tutti i contributi versati a favore dei lavoratori domestici.

Colf e badanti, come si calcolano le quote di accantonamento del Trattamento di fine rapporto?

Alla fine di ogni anno in cui il lavoratore domestico ha prestato lavoro, è necessario procedere con la quota del trattamento di fine rapporto. Per il calcolo è necessario considerare la somma di tutto ciò che è stato corrisposto durante l’anno a favore di colf e badanti e dividerla per 13,5. Nel numeratore devono essere incluse le indennità di alloggio e di vitto se il lavoratore è convivente, e la tredicesima mensilità.

Come si rivaluta il Tfr di colf e badanti?

Le varie quote del trattamento di fine rapporto accantonate alla fine dell’anno precedente necessitano di essere rivalutate. Per la rivalutazione è necessario utilizzare due coefficienti:

  • il primo è quello annuale fisso ed è pari all’1,5%;
  • segue il coefficiente variabile corrispondente al 75% dell’aumento del costo della vita (inflazione) calcolato dall’Istat.

Pertanto, la quota di accantonamento del trattamento di fine rapporto della fine dell’anno in corso sommata agli accantonamenti degli anni precedenti (rivalutate con i due coefficienti), determinano il Tfr del lavoratore domestico che dovrà essere corrisposto al termine del rapporto di lavoro.

Qual è il Trattamento di fine rapporto spettante a colf e badanti al termine del contratto di lavoro?

Il Trattamento di fine rapporto che dovrà essere pagato a colf e badanti nel momento in cui termina il contratto di lavoro deriva dalla somma di quanto accantonato nell’ultimo anno di servizio con l’accantonamento totale degli anni precedenti. Il tutto deve essere rivalutato con i due coefficienti fino all’ultimo mese di servizio.

Possono colf e badanti chiedere degli anticipi sul Trattamento di fine rapporto?

Colf e badanti possono chiedere degli anticipi del trattamento di fine rapporto rispettando determinati vincoli. In primo luogo l’anticipo del Tfr si può chiedere al massimo una volta all’anno. Il limite di anticipo del Trattamento di fine servizio è pari al 70% delle quote maturate. Datore di lavoro e lavoratore domestico possono, in ogni modo, mettersi d’accordo per il pagamento di tutto il trattamento di fine rapporto maturato.

Lavoratori domestici, come possono richiedere l’anticipo del Tfr?

La richiesta di anticipo del Trattamento di fine rapporto deve essere presentata dal lavoratore domestico in forma scritta. La famiglia datrice di lavoro può rilasciare la ricevuta nel momento in cui corrisponda l’anticipo del Tfr. Nella ricevuta devono essere riportati gli elementi del calcolo delle quote del Trattamento di fine rapporto. In ogni modo, il datore di lavoro non è obbligato a consegnare la ricevuta.

Colf e badanti: il datore di lavoro può dedurre nel modello dei redditi fino a 1.549.37 euro per ciascun anno

È importante sottolineare che il totale dei contributi previdenziali obbligatori versati all’Inps a favore di colf e badanti possono essere dedotti in sede di dichiarazione dei redditi, sia nel modello Redditi che nel 730. Il limite di deducibilità nel 730 è pari a 1.549.37 euro per ciascun anno. La determinazione dei contributi che si possono dedurre segue le regole del pagamento per cassa.

Come calcolare la deducibilità dei contributi di colf e badanti?

Pertanto, per il calcolo dei contributi deducibile occorre prendere in considerazione tutti i contributi versati nell’anno solare entro le date:

  • il 10 gennaio (per i contributi del quarto trimestre dell’anno precedente);
  • 10 aprile (contributi del primo trimestre dell’anno);
  • il 10 luglio (contributi del secondo trimestre);
  • 10 ottobre (contributi del terzo trimestre).

Infine, per le spese che vengono sostenute per assistere a persone non autosufficienti si può procedere con la detrazione dell’imposta alla percentuale del 19% fino al limite di 2100 euro.

Colf e bandati, cos’è la Certificazione unica di fine anno e come vanno gestite ferie e festività

Per colf e badanti entro la fine dell’anno il datore di lavoro rilascia la Certificazione unica (Cu) con la retribuzione lorda e i contributi versati. La certificazione unica che viene fornita ai lavoratori domestici corrisponde a quella del sostituto di imposta. Entro la fine dell’anno, dunque, la famiglia datrice di lavoro deve assolvere a determinati adempimenti: la tredicesima al lavoratore domestico, la certificazione unica e la gestione delle festività e dei giorni di ferie.

A cosa serve la Certificazione unica per colf, badanti e lavoratori domestici?

Il primo adempimento del datore di lavoro nei riguardi dei lavoratori domestici riguarda la Certificazione unica. Si tratta di mettere a disposizione di colf e badanti una dichiarazione che riporti le somme al lordo che sono state corrisposte durante l’anno. Nella certificazione devono essere riportate anche i contributi eventualmente trattenuti al lavoratore durante l’anno per i vari periodi di pagamento.

Certificazione unica a colf e badanti: vale come quella del sostituto di imposta

È importante chiarire che la Certificazione unica rilasciata al lavoratore domestico vale come quella del sostituto di imposta. Tuttavia, la famiglia datrice di lavoro non riveste la qualifica di sostituto di imposta. Pertanto, la famiglia non deve operare alcuna ritenuta sulla retribuzione. Nel momento in cui il datore di lavoro consegna la Certificazione unica al lavoratore domestico deve mantenere una copia della dichiarazione, debitamente firmata dal colf o dalla badante.

Come devono essere gestite le festività di colf e badanti?

Trattandosi, dicembre, di un mese con varie festività, è importante saper gestire queste giornate. Le festività sono disciplinate dall’articolo 16 del Contratto nazionale di lavoro che regolarizza le festività sia dei domestici conviventi che dei non conviventi. Colf e badanti hanno diritto al riposo e a vedersi pagata la normale retribuzione.

Festività cade in un giorno non lavorativo, bisogna pagarla a colf e badanti?

Può capitare che colf e badanti lavorino solo alcuni giorni della settimana. Ad esempio, il lunedì e il giovedì. Nel caso di festività ricadente in un giorno non lavorativo (quale può essere l’8 dicembre che nel 2021 capita di mercoledì), a colf e badanti va pagato 1/26 della retribuzione totale mensile.

Cosa avviene se il lavoratore domestico lavora nel giorno festivo?

Nel caso in cui colf e badanti lavorino in giornate festive, oltre al normale pagamento della giornata lavorativa, è necessario versare una maggiorazione su tutte le ore lavorate. Quest’ultima si calcola incrementando del 60% la retribuzione globale di fatto.

Festivo coincidente con la domenica, come bisogna pagare colf e badanti?

Nel caso in cui la giornata di festività coincida con la domenica, colf e badanti hanno diritto a recuperare il riposo. Quest’ultimo deve essere fissato in un altro giorno della settimana. In alternativa, al lavoratore può essere proposto il pagamento maggiorato che si calcola aggiungendo 1/26 della retribuzione totale mensile.

Come si calcolano le ferie del lavoratore domestico?

Per quanto concerne la gestione delle ferie, a colf e badanti spettano 26 giorni all’anno. È necessario dunque considerare questo periodo di ferie per lavoratori domestici che abbiano lavorato continuativamente durante l’anno presso la stessa famiglia datrice di lavoro. I 26 giorni di ferie per ogni anno lavorato spettano a prescindere dalla distribuzione delle ore di lavoro e dalla durata.

Quando vanno fruite le ferie di colf e badanti?

In linea generale le ferie dei colf e delle badanti devono essere fissate tra giugno e settembre. Tuttavia, può essere prevista una diversa collocazione, a seconda delle esigenze della famiglia datrice di lavoro e del lavoratore domestico. Le ferie normalmente sono continuative e possono essere frazionate in non oltre due periodi dell’anno. Inoltre, la consumazione delle ferie deve avvenire per non meno di due settimane entro l’anno in cui maturano. Le restanti due settimane di ferie possono essere consumate entro i 18 mesi successivi. Per i lavoratori domestici senza cittadinanza italiana, per favorire il periodo di rimpatrio, è consentito accumulare ferie per chiedere un periodo più lungo nell’arco dei due anni.

Come devono essere pagate le ferie a colf e badanti?

Per ciò che riguarda il trattamento di paga dei periodi in cui colf e badanti usufruiscano delle ferie, è necessario calcolare 1/26 della retribuzione mensile. Questo calcolo deve essere fatto e il trattamento deve essere corrisposto per ogni giornata di ferie. Nella retribuzione delle ferie deve essere inclusa anche l’eventuale indennità sostitutiva dell’alloggio e del vitto.

Colf e badanti, come si calcola la tredicesima di dicembre e i contributi di fine anno?

Colf, badanti e lavoratori domestici a dicembre riceveranno la tredicesima mensilità. Ma non è solo quella l’unica rata che le famiglie datrici di lavoro devono versare. Infatti, il datore di lavoro entro i primi giorni di gennaio deve effettuare il versamento all’Inps dei contributi previdenziali a favore dei lavoratori relativi all’ultimo trimestre dell’anno. Vediamo nel dettaglio tutti i versamenti a favore dei colf e delle badanti.

Come si calcola la tredicesima a colf e badanti che va versata entro dicembre?

La tredicesima a colf, badanti e lavoratori domestici va calcolata e versata in prossimità del Natale o, in ogni modo, entro la fine del mese di dicembre. Per il calcolo è necessario rifarsi all’articolo 39 del Contratto nazionale di lavoro domestico. La tredicesima corrisponde esattamente a una mensilità aggiuntiva. E va calcolata sulla retribuzione globale del lavoratore incluse le indennità sostitutive di vitto e di alloggio, qualora il lavoratore conviva con la famiglia datrice di lavoro.

Come si calcola la tredicesima per un lavoratore domestico assunto da meno di un anno?

Se il lavoratore domestico è assunto da meno di un anno, è necessario riparametrare il calcolo della tredicesima sui mesi effettivi di lavoro durante l’anno. Pertanto, la famiglia datrice di lavoro deve versare al lavoratore tanti dodicesimi quanti sono i mesi in cui colf e badanti hanno lavorato nell’anno.

Calcolo della tredicesima a colf e badanti pagati a ore o mensile

Diverso è il calcolo nel caso in cui colf e badanti siano assunti con contratto a ore. In questo caso, si deve moltiplicare la paga oraria per il numero di ore che il lavoratore svolge durante la settimana. Il risultato va moltiplicato per 52 (che sono le settimane dell’anno) e infine dividere per 12. Nel caso in cui il lavoratore venga pagato mensilmente per il lavoro svolto, la tredicesima corrisponde esattamente a una mensilità normale.

Quando matura la tredicesima per un lavoratore domestico?

Diventa importante precisare che la tredicesima dei colf e badanti matura anche nel caso di assenze per:

  • infortunio sul lavoro;
  • malattia;
  • maternità;
  • malattia professionale.

In questi casi è necessario tener conto dei limiti dei periodi di conservazione del posto di lavoro e anche delle parti non liquidate dagli enti predisposti.

Versamenti Inps a colf e badanti ultimo trimestre dell’anno, entro quando la famiglia deve farli?

La famiglia datrice di lavoro deve effettuare i versamenti Inps dell’ultimo trimestre dell’anno a favore di colf, badanti e lavoratori domestici entro il 10 gennaio. In particolare, è questa la data per i versamenti Inps relativi ai mesi di ottobre, novembre e dicembre 2021. In caso di non rispetto di questa scadenza, il datore di lavoro subirà l’applicazione di sanzioni pecuniarie.

Avvisi PagoPa dall’Inps per il versamento dei contributi a colf e badanti

È l’Inps che invita tutte le famiglie datrici di lavoro a effettuare i versamenti con gli avvisi PagoPa. Negli avvisi Inps sono presenti il codice di avviso, quanto bisogna pagare, la data di scadenza entro la quale effettuare il pagamento e le istruzioni su come versare i contributi.

Come effettuare i versamenti dei contributi dell’ultimo trimestre dell’anno a favore di colf e badanti?

Il versamento dei contributi Inps a favore di colf e badanti dell’ultimo trimestre dell’anno può essere effettuavo in varie modalità. In particolare:

  • servendosi dei servizi telematici on line, attraverso il portale dei pagamenti disponibile sul sito dell’Inps;
  • attraverso gli uffici postali, le banche e gli altri istituti di pagamento che aderiscono al sistema PagoPa;
  • mediante il sistema bancario Cbill. Si tratta di un servizio offerto dalla banca presso la quale si ha un conto corrente, alternativo ai canali tradizionali, che permette ai cittadini e alle imprese di consultare e pagare online bollettini e avvisi di pagamento PagoPa.

Pagamento contributi ai lavoratori domestici, si possono ottenere due copie di ricevuta

Tutti i sistemi di pagamento sopra elencati relativi ai contributi da versare a favore dei lavoratori domestici permettono:

  • ai datori di lavoro di verificare che il pagamento sia stato effettuato;
  • a colf e badanti di ottenere l’accredito dei contributi sulla propria posizione lavorativa.

Per ogni versamento effettuato, si possono ottenere due copie di ricevuta del pagamento effettuato. Una delle due copie si può consegnare al lavoratore domestico.

Un aiuto per colf e badanti stranieri in Piemonte

di Vera MORETTI

Il ciclo di incontri formativi “Colf e badanti…senza frontiere” organizzato a Torino da Agenzia delle Entrate, Inps e Inail ha avuto molto successo, con una partecipazione di 150 persone.

I cittadini immigrati, molto presenti in Piemonte, hanno apprezzato questa iniziativa, considerando che il lavoro domestico è per loro la maggior fonte di lavoro e di guadagno. Le nazionalità dei partecipanti erano in maggioranza peruviana, rumena, egiziana, equadoregna e marocchina.

Le informazioni che venivano date durante gli incontri riguardavano soprattutto l’area previdenziale e contributiva, oltre alle tematiche di obblighi e agevolazioni fiscali.
Per semplificare l’assimilazione di ciò che veniva spiegato, sono stati distribuiti opuscoli informativi redatti con linguaggio semplice, che riassumevano i temi trattati durante le lezioni che diventerà un vero e proprio vademecum per chi lo utilizzerà.

Per chi non avesse avuto la possibilità di partecipare al corso, l’opuscolo è scaricabile online sui siti istituzionali dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps. Disponibile per ora in lingua italiana, verrà presto tradotto in inglese, spagnolo e rumeno.

Le nuove versioni saranno reperibili sui siti web e presso gli Uffici dell’Agenzia delle Entrate, le associazioni di immigrati di Torino, in particolare il Centro Popoli dove si sono svolti gli incontri formativi.

Bolzano: 4000 assunti nel settore domestico

La provincia di Bolzano evidenzia oltre 4000 assunzioni nel settore del lavoro domestico. In questa cifra trovano spazio circa 650 colf (collaboratori domestici e assimilati) e badanti (addetti all’assistenza personale a domicilio) che hanno potuto mettere in regola la propria posizione, grazie alla sanatoria del 2009.

L’assessore provinciale al Lavoro, Roberto Bizzo, sottolinea che la sanatoria ha visto la regolarizzazione di persone provenienti in particolare dal Marocco, il Pakistan, l’Albania, l’Ucraina e la Moldavia.

Dei quasi 650 occupati nel settore domestico che sono stati messi in regola in occasione della sanatoria del 2009, però, due anni dopo solo circa il 60% è ancora occupato nel settore domestico.