Per l’Istat le vendite al dettaglio sono rimaste invariate

Secondo i dati diffusi dall’Istat le vendite al dettaglio rispetto allo stesso mese dell’anno scorso sono rimaste praticamente invariate. Il dato destagionalizzato ha registrato un incremento dello 0,1% rispetto a gennaio.

Nel complesso  le vendite di prodotti alimentari sono aumentate dello 0,3% in termini tendenziali e dello 0,2% in termini congiunturali; mentre quelle di prodotti non alimentari sono diminuite dello 0,1% su base annua e sono rimaste invariate su base mensile. L’aumento maggiore lo han fatto registrare i prodotti farmaceutici con il +1,4% mentre il record in negativo spetta ai supporti magnetici e strumenti musicali (-7%).

Anche gli elettrodomestici specie radio, tv e registratori registrano una caduta del -1,9% e lostesso vale per i giochi, sport e campeggio (-1,5%). Ulteriori aumenti, invece, si registrano per i prodotti di foto-ottica e pellicole (+1%),utensileria per la casa e ferramenta (+0,7%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+0,6%). In una nota di Confesercenti si legge: “La fiducia non si compra ma è il frutto di una serie di fatti, di interventi utili a rilanciare la crescita economica ed il lavoro. Di questo vorremmo che si occupasse con priorità il Parlamento ed il Governo“.

Mirko Zago

Il Governo cerca di sostenere le reti d’impresa

Il Governo nei giorni scorsi a Palazzo Chigi ha presentato alle associazioni datoriali, tra cui Rete Imprese Italia, un insieme di incentivi per favorire la realizzazione di reti d’impresa.

Confesercenti afferma: “Nel nostro Paese da sempre le Pmi più dinamiche hanno cercato spontaneamente, e spesso realizzato, sistemi più o meno integrati di relazioni produttive, soprattutto in alcuni territori, ottenendo anche risultati di grande successo a livello internazionale. Oggi, in un momento di difficoltà, decidere di sostenere attivamente, con incentivi e facilitazioni, l’aggregazione e la messa in rete può essere uno strumento in più per permettere alle piccole e medie imprese, che maggiormente stanno sopportando i costi della crisi, di ridefinire una strategia produttiva più competitiva sul mercato globale”.

Si tratta effettivamente di un aiuto importante da cui può dipendere una rinascita economica grazie allo scambio di informazioni, know-how e aiuto su diversi versanti rispettando il motto l’unione fa la forza.

M.Z.

Pasqua: quest’anno si viaggerà più dello scorso anno

La crisi sembra parzialmente archiviata, almeno per il settore turistico in tempo di festa. Per le festività pasquali infatti sembra che gli italiani abbiano recuperato fiducia e siano pronti a mettersi in viaggio. Secondo un’indagine di Confesercenti l’aumento di vacanzieri rispetto al 2010 sarebbe siginificativo: si passa dal 38% al 47% con un allungamento della permanenza fuori casa: sale di 4 punti (dal 25 al 29%) sia quella che va da 4 a 6 giorni sia quella di una settimana (dall’8% al 12%), calano invece le vacanze “fuori porta” (-2%) e soprattutto quelle “brevi” (dal 49% al 41%) tipiche invece degli anni precedenti.

La paura delle crisi internazionali (Libia tra tutte) non spaventa più di tanto, è solo 1 italiano di 10 a dichiararsi allarmato preferendo rinunciare alla vacanza, nonostante l’11% degli intervistati sia portato a cambiare meta o preferisca non viaggiare in aereo per paura. Le aree calde del Mediterraneo non vengono percepite come a rischio dagli italiani (37%) mentre il 38% le giudica comunque abbastanza lontane dalle aree di crisi; il 22% non giudica la “minaccia libica” credibile; un altro 15% pensa che comunque il sud sia ben difeso. Resta un 25% timoroso spaventato dall’afflusso ingente di profughi ed immigrati o comunque un’eccessiva vicinanza con la Libia.  Il 50% degli italiani in viaggio uscirà dalla regione di appartenenza (nel 2010 erano il 46%) preferendo Toscana, Sicilia e Lazio; il 16% viaggerà in Europa specialmente Spagna (18% contro 13% dell’anno scorso) e Gran Bretagna (14% contro 6% del 2010). Se la Germania è in calo del 4%, la Francia registra una caduta importante, passando dal 32% al 20%. La spesa media sarà di 541 € e sembra che ci siano fasce di reddito alto in cui l’incremento di spesa è ben al di sopra della media.

Buono l’andamento delle vacanze “verdi”: erano al 9% due anni fa, all’11% nel 2010, sono al 16% nel 2011. Mentre montagna, campagna e terme perdono punti percentuali, così come le crociere (dal 3 al 1%). A viaggiare saranno soprattutto le famiglie, a fronte di un leggero calo delle coppie. Le strutture ricettive preferite saranno albergi, pensioni, agriturismi (dal 7 al 9%) e bed&breakfast (dal 13 al 15%) mentre calano le sistemazioni presso amici o parenti (dal 21 al 15%), ma anche quelle in case di proprietà (dal 18 al 17%) ed in residence (dal 7 al %%). L’auto sarà il mezzo di trasporto preferito nonostante il caro carburanti.

Confermata manifestazione degli imprenditori balneari del 5 aprile

Migliaia di imprenditori balneari rappresentati dalle sigle sindacali Sib-Fipe/Confcommercio e dalla Fiba-Assoturismo/Confesercenti si sono dati appuntamento oggi, 5 aprile, alle ore 11 e in Piazza Navona, di fronte al palazzo del Senato, per manifestare le loro preoccupazioni dinnanzi ad una situazione incerta del future di alcune strutture balenari che rischiano di essere messe all’asta. A rischio sono 30mila imprese e un milione di persone impiegate nel settore.

Verrà ribadita anche la necessità che si arrivi ad una intesa forte tra Governo, Parlamento, parlamentari europei, Regioni e Associazioni delle imprese per avviare un confronto serio con la Comunità europea al fine di ribadire la volontà dell’Italia di salvaguardare un comparto importante per l’economia turistica italiana. Contemporaneamente altre due delegazioni si recheranno presso la sede romana della Regione Abruzzo, che svolge funzioni di coordinamento in materia turistica, e presso il Ministero per i Rapporti con le Regioni, per riaffermare la contrarietà alla bozza dell’atto di intesa Stato-Regioni sulla riforma delle concessioni predisposta dal ministro Raffaele Fitto.

Prosposte di riforma sono già state raccolte e firmate nel novembre scorso e le parti chiedono che queste vengano recepite nella legge quadro nazionale quanto prima.

Mirko Zago

Indagine Confesercenti-Ispo: Per gli italiani il peggio non è ancora passato, nonostante ottimismo per la propria condizione personale

Secondo la periodica indagine Confesercenti-Ispo, è solo il 7% degli italiani a pensare che il peggio sia davvero passato a fronte di un 92% che teme che la situazione sia ancora negativa (la percentuale nel febbraio  2010 era dell’83%). Migliore appare invece la considerazione della condizione lavorativa ed economica nel piccolo, relativa alla singola persona.

In un’ intervista al sociologo Renato Mannheimer, il professore spiega così il miglioramento della considerazione circa il futuro del singolo intervistato: “E’ emerso dal sondaggio come i cittadini si sentano ancora coinvolti nella crisi: nonostante le giuste osservazioni degli economisti che annunciano l’uscita dalla crisi economica, questo dato non viene ancora percepito nella vita quotidiana degli italiani che avvertono una crisi ancora presente e perdurante nel tempo. Al tempo stesso i cittadini sono, invece, convinti che ce la faranno: una quota rilevante è convinta, infatti, di cavarsela e quindi guarda con più ottimismo al prossimo anno. Dunque sfiducia nel presente ma si confida nel fatto che ce la faremo“.

Manca però fiducia verso le istituzioni, percepite lontane e inefficienti, a fronte invece di “una maggiore fiducia nelle piccole e medie imprese che vengono avvertite come il motore dello sviluppo economico del Paese“. Mannheimer analizza inoltre la preoccupazione maggiore degli italiani ovvero il lavoro: “Gli italiani sono molto preoccupati per il lavoro: è questa la principale ansia dei cittadini. Se si chiede loro su quali temi il governo, oggi, deve maggiormente intervenire emerge al primo posto, tra le priorità, l’occupazione. Sottolineo, inoltre, che risultano preoccupati anche coloro che hanno un occupazione ma temono di perderla e fra questi anche chi occupa un posto di lavoro a tempo indeterminato, oltre ad un’importante fetta di cittadini che il lavoro non ce l’ha o lo sta per perdere”.

Ciò che appare chiaro sia dal fronte delle imprese che dei comuni cittadini è la voglia di voltare pagina in fretta, e per Marco Venturi, Presidente di Confesercenti, la politica ha un ruolo fondamentale per determinare un buon esito in termini di crescita economica: “Riteniamo fondamentale che la politica non guardi solo il suo ombelico, ma si lavori per ritrovare un vero e proprio progetto di sviluppo. Un progetto che ora manca e che invece deve diventare una priorità. Se questo è vero è altrettanto sacrosanto che si debbano tagliare spese e sprechi per ridurre la pressione fiscale oggi davvero troppo elevata e che è di impedimento ad una ripresa degli investimenti e dei consumi“.

Analizziamo ora i dati registrati dal sondaggio che restituisce una buona panoramica della situazione italiana:

PREOCCUPAZIONE – La preoccupazione verso la situazione economica incerta continua ad essere alto. Da febbraio 2010 a febbraio 2011 si è passati dal 90% al 96% in modo abbastanza omogeneo sul piano territoriale. Il picco si tocca nelle regioni del nord-ovest con il 97% (era l’86% lo scorso anno), mentre nel nord est si sale dal 90 al 94%, al centro dal 90 al 96%, al sud e nelle isole dal 94 al 96%. Maggiori perplessità per quanto riguarda il mondo del lavoro, il 95% del campione Confesercenti-Ispo continua a dichiararsi allarmato (un anno fa era il 92%) e di essi lo sono “molto” coloro che non hanno lavoro o subiscono la cassa integrazione. Impiegati e insegnanti sembrano essere i più preoccupati.

PMI – L’86% degli intervistati crede che la crisi stia pesando in modo particolare sulle piccole e medie imprese. Fra un anno per il 53% degli intervistati la situazione sarà ancora negativa (ed in peggioramento per il 25% di essi). Mentre il 43% vede un futuro positivo: di essi un 38% scommette sulla ripresa, ma appare in calo rispetto al 51% di febbraio 2010.

CASSA INTEGRAZIONE – Il 90% del campione non è stato e non prevede di andare in Cig. Anche dalle famiglie giunge qualche segnale più confortante, confermando una tendenza presente nelle rilevazioni sulla crisi, già registrata precedentemente e che vede gli italiani più pessimisti sullo scenario generale ma un poco più ottimisti sulle proprie condizioni. Le famiglie che si sentono coinvolte nella crisi sono il 20% (un anno fa erano il 23%). 3 italiani su 5 credono in un futuro migliore.

Infatti il 60% del campione è ottimista sul proprio futuro, mentre un 35% all’opposto resta pessimista. Un altro tema dolente della crisi è l’accesso ai prestiti, mitigato in parte dalle intese sulla moratoria dei debiti delle imprese, prolungata proprio nei giorni scorsi.

Le difficoltà di ottenere prestiti però ci sono: la pensa così il 52% degli italiani (un punto sopra il dato di un anno fa, ma era il 60% a settembre 2010).

ISTTUZIONI – Continua a mancare fiducia verso le istituzioni, considerate a volte inefficaci. Il miglior risultato in termini di considerazione positiva lo ottengono le Associazioni delle Pmi (dal 20% al 24%). Bene anche i sindacati (dal 15 al 20%). Meno bene le regioni e gli enti locali con un lieve calo dal 22 al 21%. Cala il governo di otto punti dal 23% al 15% mentre resta stabile l’opposizione ma all’11%. Agli ultimi posti le banche al 9% come a settembre scorso.

Per avere maggiori informazioni è possibile visitare il sito di Confesercenti e consultare lo studio relativo alla crisi in formato Pdf.

Mirko Zago

Moratoria dei debiti: oggi la firma della proroga

La tanto attesa proroga della moratoria dei debiti per le Pmi sta per concretizzarsi. Le parti sono state convocate dal Ministero dell’Economia per oggi, 16 febbraio. Come già annunciato (l’incontro per definire il piano d’azione è avvenuto il il 31 gennaio) l’accordo prevede una proroga di sei mesi della moratoria e l’allungamento fino a 3 anni dei debiti per le imprese che hanno usufruito della precedente moratoria. Parteciperà al vertice anche il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti. I soggetti coinvolti sono l’Abi insieme a Confindustria, Coldiretti, Legacoop, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confedilizia, Confesercenti e Confetra.

Lo stesso Ministero dell’Economia ha fatto sapere che a fine dicembre hanno superato quota 252mila le domande di sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese a dimostrare che si tratta di qualcosa di molto sentito visto l’elevato numero di richieste. Oltre alla proroga di 6 mesi e l’allungamento fino a 3 anni per imprese che già hanno usufruito della precedente moratoria verrà discussa anche la possibilità di una copertura per il tasso di rischio.

Mirko Zago

L’Imposta Municipale Unica potrebbe compromettere la realizzazione del federalismo fiscale

La realizzazione del federalismo fiscale potrebbe trovarsi difronte ad un ostacolo, si tratta della nuova imposta municipale unica (IMU). In caso di una maggior onerosità per le imprese, fa sapere Giorgio Guerrini, Presidente di Rete Imprese Italia, l’appoggio al federalismo fiscale potrebbe subire un’inversione di rotta. L’IMU andrà a sostituire l’Ici relativamente alla tassazione per seconde case e immobili produttivi con una aliquota media stimata al 7,5 per mille contro quella attuale pari al 6,4 per mille. Ad allarmare è in particolare l’eliminazione, nella nuova versione del testo del decreto sul fisco municipale ripresentato al Governo, dell’obbligo di riduzione alla metà dell’IMU per gli immobili produttivi delle imprese o dati in locazione. Saranno i singoli Comuni, facoltativamente a decidere se propendere per tale riduzione o meno, con un evidente aggravio dei costi.

Rete Imprese Italia che rappresenta Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti chiede che si ritorni alla precedente formulazione del decreto rispettando l’intento di abbassare il carico fiscale promesso dall’introduzione del federalismo fiscale con riguardo soprattutto alle imprese.

Il Presidente Giorgio Guerrini, in merito ha sostenuto: “Ci aspettiamo che la riforma garantisca maggiore responsabilità delle amministrazioni pubbliche, migliori servizi, riduzione degli sprechi, eliminazione delle sovrapposizioni tra livelli di
governo e dell’oppressione burocratica. I recuperi di efficienza della P.A. ed i conseguenti risparmi dovranno essere prioritariamente destinati a ridurre la pressione fiscale che grava su imprese e famiglie
”.

Mirko Zago

Giorgio Guerrini Presidente Rete Imprese Italia

Passaggio di testimone ai vertici di Rete Imprese Italia: dal 1 gennaio 2011, l’attuale presidente dell’organizzazione interassociativa nonché presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, lascerà il vertice a Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato, che siederà alla presidenza di Rete Imprese Italia per i successivi sei mesi.

L’annuncio é stato dato in questi giorni, durante un incontro con i giornalisti dello stesso Sangalli, che si é definito, “già in prorogatio”, e Giuseppe De Rita, presidente della fondazione di Rete Imprese.

Sangalli era stato nominato giusto lo scorso maggio 2010 in occasione della costituzione dell’organizzazione interassociativa composta da Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, Cna, Casartigiani.

In quest’ultimo incontro, Sangalli ha voluto ribadire la sua posizione rispetto alle scelte del governo, ovvero

“con forza la richiesta di una riforma fiscale che, incrociandosi con il federalismo, punti a due obiettivi: la semplificazione e la riduzione del pressione fiscale”.

Equitalia e Confesercenti siglano un accordo per agevolare le piccole imprese

Equitalia e Confesercenti hanno siglato un accordo quadro biennale per istituire un canale diretto tra gli agenti della riscossione e le realtà rappresentate dall’associazione cercando così di evitare tanti intralci burocratici ed offrendo più semplificazione per le piccole e medie imprese.

L’accordo prevede una stretta collaborazione tra le due istituzioni per fornire assistenza alle imprese attraverso soluzioni individuate di volta in volta da intese a livello locale.

In particolare, gli agenti della riscossione e le associazioni territoriali di Confesercenti aderenti all’iniziativa stipuleranno convenzioni per avviare progetti su più fronti: consulenza, formazione, sportelli dedicati e tutto quanto ritenuto più adatto a semplificare la vita a imprenditori e commercianti.  Nel protocollo sono previsti anche incontri periodici per monitorare i risultati raggiunti sul territorio, nell’ottica di potenziare ulteriormente l’assistenza alle piccole e medie imprese.

Rete Imprese Italia ha una nuova sede

Da lunedì 8 novembre 2010 Rete Imprese Italia ha aperto una nuova sede operativa a Roma.

Gli uffici si trovano nel centralissimo Palazzo Sforza Cesarini, sito in Corso Vittorio Emanuele II 282-284.

Una testimonianza in più del percorso di crescita e di consolidamento sostenuto da R.ETE. Imprese Italia che ha designato per sé una sede prestigiosa nel cuore della Capitale, quale punto di riferimento per gli attori istituzionali e sociali, nonché – dicono dal quartier generale – “un luogo di lavoro, di condivisione e di scambio per le proprie organizzazioni fondatrici (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti)”.

La nuova sede romana è attrezzata per ospitare le riunioni delle Assemblee e degli Organi collegiali, i tavoli di lavoro interistituzionali, le conferenze stampa, i convegni e le presentazioni di R.ETE. Imprese Italia.

Nuovo indirizzo Rete Imprese Italia

Corso Vittorio Emanuele II, 282-284 00186 Roma
Centralino: 06-98378014
Fax: 06-68806761
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Paola Perfetti