Monitoraggio dei bandi europei da parte di Confprofessioni

Confprofessioni ha lanciato il progetto “Monitoraggio bandi europei” che ha come obiettivo quello di censire ed eventualmente segnalare le opportunità più rilevanti ed interessanti che riguardano i bandi europei, ma anche nazionali e regionali, che siano dedicati al settore delle libere professioni e delle piccole e medie imprese italiane.

A collaborare a questa iniziativa è Apri Europa, società che fa capo alla Confederazione, che viene diffusa a tutti i liberi professionisti attraverso canali informativi e si occupa anche nella valutazione del rischio, ad esempio considerando la difficoltà e l’impegno richiesto, ma anche delle opportunità, come benefici finanziari e pratici.

L’analisi copre i bandi dei programmi di finanziamento gestiti direttamente dalla Commissione europea o dalle agenzie collegate, dei Programmi operativi regionali e nazionali, dei programmi di Cooperazione territoriale europea.
I risultati della valutazione del rischio generano un archivio interno delle opportunità, da cui sono estratte le schede bando, che sintetizzano le informazioni chiave e fungono allo scopo di divulgare le opportunità di finanziamento tra i liberi professionisti e nel sistema confederale nel suo complesso.

Partnership editoriale è quella de Il Sole 24Ore, che ogni primo e terzo venerdì del mese pubblica nella sezione Norme e Tributi alla pagina Incentivi e agevolazioni una scheda bando curata da Confprofessioni. Un ulteriore spazio informativo è presente sul sito Quotidianofisco.ilsole24ore.com.

Inoltre, ad arricchire ulteriormente questa offerta, c’è una collaborazione con la Camera di Commercio belgo-italiana che, sempre sfruttando i canali informativi di Confprofessioni, pubblica un bollettino settimanale sul monitoraggio degli appalti europei di interesse per i liberi professionisti italiani.

Vera MORETTI

Roberto Callioni presidente di Fondoprofessioni

E’ avvenuta lo scorso 26 gennaio l’elezione del nuovo presidente di Fondoprofessioni, ovvero il Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la formazione continua negli studi professionali e nelle aziende collegate.

Ad essere eletto, non a sorpresa in verità, è stato Roberto Callioni, una vecchia conoscenza, poiché ricopre già la carica di vicepresidente di Confprofessioni.
Il neo eletto ha accolto l’incarico con entusiasmo e tanta voglia di fare, poiché crede vivamente in questo progetto, che si pone come obiettivo principale quello di far interagire in modo ancora più concreto l’azione degli Enti Bilaterali e quella di Confprofessioni.

Callioni non ha nascosto che si tratta di una carica onerosa, ma sicuramente ha ribadito la sua importanza e il fatto che l’elezione sia avvenuta coinvolgendo gli esponenti di Giunta fa capire che il ruolo è delicato ma fondamentale.

Il nuovo presidente ha dichiarato: “La scelta scaturisce dalla determinazione di armonizzare ancora di più l’azione degli Enti Bilaterali con l’azione politica di Confprofessioni. In tal senso è stato deciso che le presidenze degli stessi vengano assegnate ad esponenti di Giunta. Un risultato prestigioso ma certamente molto impegnativo”.

Ecco la composizione totale del Consiglio di Amministrazione di Fondoprofessioni:
vicepresidente, Ivana Veronese (UIL); Francesco Longobardi (Confprofessioni); Maria Pia Nucera (Confprofessioni); Susanna Pisano (Confprofessioni); Giovanni De Baggis (Confedertecnica); Carmen Colangelo (CIPA); Danilo Lelli (CGIL); Paolo Terranova (CGIL); Rosetta Raso (CISL); Dario Campeoto (CISL); Pietro Giuseppe Bartolomei (UIL).

Vera MORETTI

Professioni, risorsa per il Paese

Che lavoratori autonomi, partite Iva e il mondo delle professioni stiano cominciando ad assumere una certa importanza agli occhi del Governo, non solo con i proclami di facciata, pare essere finalmente un dato di fatto. Lo dimostra il recente dibattito sullo Statuto del lavoro autonomo.

Proprio su questo argomento sì è tenuto la scorsa settimana a Roma, al Tempio di Adriano, un incontro organizzato da Confprofessioni Lazio, al quale hanno partecipato rappresentanti del Governo, del Parlamento, dei sindacati e, appunto, del mondo delle professioni. Tema dell’incontro, lo Statuto del lavoro autonomo e la Carta dei diritti universali della Cgil.

L’evento è stato articolato su tre tavole rotonde, durante le quali si sono affrontati i temi più rilevanti del provvedimento varato dal Governo sulle professioni. La prima sessione dei lavori è stata dedicata a “Il Jobs act del lavoro autonomo”, la seconda a “La previdenza dei professionisti”, la terza a “Dal diritto del lavoro ai diritti del lavoratore”.

Secondo il presidente di Confprofessioni Lazio, Andrea Dili, “il ddl sullo Statuto del lavoro autonomo e la carta universale dei diritti universali della Cgil rappresentano una svolta fondamentale della politica e dei sindacati verso l’universo delle professioni“.

Il presidente nazionale di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha invece ricordato come “il Ccnl studi professionali risponde alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Abbiamo dato vita a forme di tutele a dipendenti e datori di lavoro; ora siamo pronti ad estendere il welfare contrattuale ai lavoratori autonomi, ma è necessario un intervento normativo per assicurare una deducibilità contributiva per i lavoratori autonomi e partite Iva“.

Statuto del lavoro autonomo e rilancio dell’Italia

È perfettibile, ritoccabile, integrabile, ma intanto c’è. Lo Statuto del lavoro autonomo è una realtà con cui professionisti e imprese ora dovranno fare i conti e con il quale è stato messo in opera un atto di equità che riconosce il valore e la dignità del lavoro autonomo e professionale.

Battaglia vinta, dunque, per Acta, Alta partecipazione, Confassociazioni e Confprofessioni che esprimono grande soddisfazione per l’approvazione del disegno di legge per lo Statuto del lavoro autonomo, varato dal Consiglio dei ministri.

Il provvedimento, infatti – affermano le associazioni -, ha accolto le istanze di tutti i liberi professionisti e dei freelance; una norma tanto attesa che mette la parola fine alle disparità nel mercato del lavoro. Secondo le associazioni professionali che più si sono battute per affermare i diritti fondamentali di oltre 2 milioni di lavoratori autonomi, misure quali la deducibilità integrale delle spese di formazione, il rispetto dei termini di pagamento e l’accesso agli appalti pubblici e la conferma dei fondi strutturali europei rappresentano senza dubbio una tappa fondamentale per competere ad armi pari sul mercato dei servizi professionali. Allo stesso tempo il rafforzamento di diritti fondamentali sulla maternità, sulla malattia e gli infortuni sono il segno tangibile di un rinnovato interesse per una parte importante del tessuto economico del Paese”.

Il ddl sul lavoro autonomo rappresenta, infatti, l’inizio di un nuovo percorso di crescita per l’intero Paese, reso possibile dalla sensibilità di una larga parte del governo e del parlamento, ma anche dalla perseveranza di quanti hanno portato avanti una battaglia di equità e di giustizia, per affermare l’identità del lavoro autonomo e professionale”.

Naturalmente – concludono le associazioni -, alcune parti del provvedimento sono perfettibili, sia nella definizione delle misure di tutela, sia sul fronte previdenziale e fiscale, prima di arrivare in tempi rapidi all’approvazione finale in Parlamento”.

#NonCiGarba, un hashtag contro le modifiche al ddl sullo Statuto del lavoro autonomo

Nell’era delle proteste attraverso i social network, i professionisti non stanno certo a guardare. Confassociazioni, Acta, Alta Partecipazione e Confprofessioni lanciano l’hashtag #NonCiGarba per dire no alle modifiche introdotte nel testo del Disegno di Legge per lo Statuto del lavoro autonomo.

Una legge che, come sottolineano i firmatari dell’iniziativa in una nota, “abbiamo subito valutato positivamente e che continuiamo a sostenere, come nella legge di stabilità abbiamo sostenuto il blocco dell’aliquota previdenziale e l’accesso ai fondi europei, misure che vanno nella giusta direzione. Ma ci sono tre modifiche che devono essere ritirate”.

#NonCiGarba che si voglia cancellare la tutela della malattia grave – continua la nota -. Per questo rilanciamo l’appello di Daniela Fregosi, che nei mesi scorsi con la sua petizione ha raccolto il sostegno di 86mila firme: lavoratori autonomi, ma anche dipendenti, pensionati, cittadini italiani che pensano che davanti al tumore e a malattie gravi lo Stato non possa dividere fra cittadini di serie A e di serie B”.

Nelle precedenti versioni del Disegno di Legge si stabiliva che ‘i periodi di malattia certificata come conseguente a trattamenti terapeutici delle malattie oncologiche sono equiparati alla degenza ospedaliera’. Un comma che aveva due conseguenze: permetteva di pagare di più i giorni impegnati in queste terapie; allungava da 61 a180 i giorni di copertura della degenza domiciliare riconducibili a queste terapie. Perché è scomparso? Non possiamo accettare che la motivazione sia la carenza di risorse, peraltro non ingenti, dato che la platea di interessati è fortunatamente ristretta”.

“#NonCiGarba che sui tempi di pagamento si facciano passi indietro. Non vogliamo continuare ad essere le banche dei nostri clienti: nella precedente stesura del DDL si definiva clausola abusiva un termine di pagamento superiore ai 60 giorni, ora si passa a 90. Esiste già una legge che fissa a 30 giorni il tempo massimo per il saldo delle fatture, ma è sempre stata ignorata. Ciò che ci attendiamo dallo Statuto è che finalmente sia operativo e vincolante: 60 giorni per essere pagati sono tanti, perché fare marcia indietro e dilatare ulteriormente questo limite a 90 giorni?”.

“#NonCiGarba l’introduzione di vincoli per formazione e orientamento. Infine, sulla formazione chiediamo che non si faccia marcia indietro dal principio che era presente nel DDL e che noi abbiamo sostenuto senza riserve: la formazione deve poter essere decisa dal lavoratore in autonomia e deducibile sino ad un massimo di 10mila euro annui. Ora per alcuni servizi si vincola all’accreditamento dell’ente erogante la possibilità di deducibilità. Ci sembra un passo indietro verso una vecchia logica, e una concessione a potentati che non mollano l’osso”.

Per questi motivi – conclude la notachiameremo tutti i lavoratori autonomi a dire #NonCiGarba. Per questi motivi chiediamo al Governo di recedere da modifiche peggiorative”.

Confprofessioni esalta gli studi professionali

Confprofessioni conferma al Senato il ruolo di ispiratori che gli studi professionali possono avere per l’attuazione dei decreti delegati del Jobs Act. Lo ha spiegato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, durante la sua audizione alla Commissione Lavoro di Palazzo Madama.

Gli studi professionali – ha detto il presidente di Confprofessionipossono essere un valido banco di prova per l’attuazione dei decreti delegati del Jobs Act, ma soprattutto rappresentano un punto di riferimento all’interno del mercato del lavoro per sperimentare innovativi modelli contrattuali tesi alla creazione e alla stabilizzazione di posti di lavoro”.

Al Senato Confprofessioni si è espressa su altri due decreti legislativi del Jobs Act relativi alle misure di conciliazione delle esigenze di cura, vita e lavoro e al riordino delle tipologie contrattuali e revisione della disciplina delle mansioni.

Con l’ipotesi di rinnovo del Ccnl degli studi professionali, sottoscritto da Confprofessioni con le organizzazioni sindacali di categoria lo scorso 17 aprile – ha proseguito Stellaabbiamo adottato una moderna regolazione dei rapporti di lavoro ed un nuovo assetto del welfare nell’ambito delle attività professionali. Per esempio la forte incidenza femminile nella popolazione degli studi (circa il 90% della forza lavoro) ha permesso di conciliare tempi di vita e di lavoro grazie al ricorso a forme di lavoro a tempo parziale. Oltre ad una piena disciplina delle ipotesi di flessibilità abbiamo introdotto disposizioni dirette a sostenere nuove assunzioni stabili, mediante la maturazione progressiva di diritti e tutele che potrà anche accompagnare gli istituti di recente messi a disposizione dal legislatore”.

Ddl concorrenza, il notariato passa all’azione

C’era da aspettarselo. Dopo che il Consiglio Nazionale del Notariato aveva sollevato nei giorni scorsi più di un’osservazione sul ddl concorrenza (così come hanno fatto anche i commercialisti), ora è passato all’azione chiedendo al Ministro della Giustizia Andrea Orlando, garante dello Stato di diritto italiano, un incontro urgente per rappresentare i rischi connessi all’approvazione di alcune disposizioni contenute nel ddl concorrenza, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri.

Il notariato condivide i suggerimenti dell’Ocse in materia di professioni regolamentate, ma è contrario a quella parte del ddl concorrenza che, peraltro non indicata dalle organizzazioni internazionali, porta con sé potenziali effetti distorsivi della concorrenza, che alterano il mercato e creano condizioni di svantaggio competitivo in danno dell’utenza.

Il ddl concorrenza, infatti, prevede l’eliminazione del controllo preventivo di legalità del notaio per le transazioni relative a beni immobili ad uso non abitativo fino a 100mila euro di valore catastale e la costituzione di alcune tipologie di società (Srl semplificata e società semplici).

Come segnalato anche da Confprofessioni, questo ddl concorrenza, dice il notariato, consegna il mercato dei servizi professionali alle lobby delle banche e delle assicurazioni e a pagarne le conseguenze saranno i cittadini e i professionisti. L’imparzialità, la terzietà e il controllo antiriciclaggio garantiti dall’intervento notarile rischiano di essere cancellati unitamente alle altre garanzie che il sistema professionale italiano offre ai cittadini.

Il Manifesto del Lavoro Intellettuale

I professionisti sono sempre più all’attacco del governo e della politica che chiacchiera e non decide, specialmente su professioni e lavoro intellettuale. Ecco perché ci hanno pensato loro a presentare il Manifesto del Lavoro Intellettuale – Il decalogo dei diritti negati.

La presentazione è avvenuta nei giorni scorsi a Roma da parte di Confprofessioni, con l’obiettivo di cercare e trovare soluzioni che possano risollevare il lavoro intellettuale, professionale e autonomo dalla voragine in cui la politica lo ha spinto.

Non a caso, il comunicato stampa che ha accompagnato la presentazione del Manifesto del Lavoro Intellettuale dice che “il lavoro autonomo e professionale è stato definitivamente affondato dal Governo Renzi. Ogni giorno, a parole, la politica si riempie la bocca di competenze, innovazione, capacità di ‘auto impiego’… ma nella realtà dei fatti si puniscono proprio i soggetti più professionalizzati, innovativi e indipendenti: migliaia di giovani professionisti, partite Iva e freelance che rischiano di scomparire dal mercato del lavoro”.

Secondo i professionisti di Confprofessioni, la classe politica italiana rimane ancorata alla visione di un modello economico e sociale ormai superato, basato sul binomio impresa/lavoro dipendente. Ne è prova il fatto che le ultime misure adottate dal Governo Renzi per rilanciare occupazione e crescita sono state indirizzate proprio alla impresa e al lavoro dipendente. Lavoro intellettuale, autonomo e professionale non pervenuto. Nonostante siano oltre 1,5 milioni gli occupati stabili del settore.

Confprofessioni si è dunque mossa per farsi sentire, chiamando a raccolta tutte le associazioni delle libere professioni e tutte le organizzazioni di rappresentanza dei liberi professionisti, dei freelance e delle partite Iva. Un’unità da cui scaturisce il Manifesto del Lavoro Intellettuale, al quale si unisce il decalogo dei diritti negati. Diritto a…

  1. poter lavorare;
  2. un compenso equo;
  3. tutele di welfare;
  4. poter andare in pensione;
  5. stessi diritti delle attività imprenditoriali;
  6. un prelievo fiscale e contributivo sostenibile;
  7. un credito accessibile;
  8. essere parte attiva del tessuto economico;
  9. difendere i propri interessi
  10. contribuire allo sviluppo del Paese.

Gaetano Stella interviene sulla riforma del mercato del lavoro

Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, è intervenuto davanti alla Commissione Lavoro della Camera per parlare della riforma relativa ai servizi del mercato del lavoro.

Ciò su cui ha voluto porre l’accento è stato, in primo luogo, il problema delle lacune del placement, in Italia più evidenti rispetto ad altri Paesi d’Europa, per il quale occorre coinvolgere maggiormente le parti sociali.

I professionisti sono disponibili a fare la loro parte, come ha affermato Stella: “Nell’ambito delle libere professioni posso fin da ora confermare la disponibilità di Confprofessioni a partecipare a questo percorso virtuoso”.

E il suo presidente, ha detto che anche Confprofessioni è pronta ad investire in questa attività.
Ciò che si pone di fare, precisamente, è interpretare il ruolo di parte sociale utilizzando il progetto Garanzia Giovani in modo da diventare punto di riferimento per gli addetti ai lavori e per coloro che potrebbero avere bisogno di competenza ed esperienza al fine di svolgere la propria attività.

Stella considera essenziale la creazione di una rete di servizi per il lavoro partecipata ed integrata, che possa agire in modo preventivo contro l’abbandono o l’uscita dal sistema scolastico e che dia le giuste opportunità a chi cerca lavoro. In questo modo, infatti, si contribuirebbe concretamente a far abbassare il numero dei Neet, in Italia ancora molto alto.

A questo proposito “occorre sviluppare percorsi di alternanza e integrazione dei momenti formativi, capaci di valorizzare la valenza formativa del lavoro, creare centri di placement e orientamento al lavoro nelle scuole e nelle Università, volti a favorire l’ingresso nel mercato del lavoro e capaci per questo di stringere alleanze con il mondo dell’associazionismo imprenditoriale/professionale e sindacale”.

Garanzia Giovani si presta perfettamente a sperimentare nuove forme di organizzazione e raccordo tra i diversi operatori dei servizi per il lavoro e gli attori del placement, in vista di una loro imminente riforma.

Ha poi concluso Stella: “La Struttura di Missione che detiene la regia del piano può ancora intervenire in questo senso, affinché anche questa opportunità non vada persa. Noi siamo pronti a giocare la partita, fornendo il nostro supporto ai giovani nelle fasi di accoglienza, orientamento e inserimento lavorativo, supportandoli anche nei percorsi verso l’autonomia e l’autoimpiego, fornendo loro la consulenza necessaria e mettendo a loro disposizione il nostro know-how. Partiamo da qui per mettere le basi di un network moderno di servizi per il lavoro capace di lavorare in rete e di fare rete, capace di funzionare alla prova dei fatti”.

Vera MORETTI

Il Mise ha presentato Agipro

A seguito di un decreto del Ministero dello Sviluppo economico, pubblicato sul portale Impresainungiorno.gov.it, è stato disposto l’accreditamento di Agipro srl, l’Agenzia nazionale per le imprese dei professionisti.

Viene introdotta una nuova figura di intermediazione tra impresa e Pubblica Amministrazione, prevista dal regolamento che attua lo Sportello unico delle Attività Produttive (Suap) e prevede l’introduzione dell’esclusivo utilizzo di strumenti telematici nell’esplicazione di tutte le fasi del procedimento amministrativo, per garantire semplificazione e certezza dei tempi di conclusione.

L’Agenzia è un soggetto privato accreditato, controllato da Open Dot Com e partecipato da Confprofessioni, cui l’imprenditore può rivolgersi per effettuare l’inoltro della documentazione al Suap.

Agipro dovrà attestare il possesso dei requisiti e dei presupposti previsti dalla normativa per l’esercizio dell’attività d’impresa e, una volta rilevatane la sussistenza, di rilasciare la “dichiarazione di conformità” che costituisce titolo autorizzatorio per l’esercizio delle attività stesse, per la loro trasformazione, trasferimento o cessazione.

Agipro fornisce all’imprenditore un vantaggio competitivo in termini di maggior celerità nella documentazione dell’avvio delle attività economiche.
Questo vantaggio deriva dal valore di autorizzazione riconosciuto all’attestazione della sussistenza dei requisiti, ma anche di superare i problemi connessi alla piattaforma telematica per la presentazione delle domande al Suap.

Vera MORETTI