Intesa Giovannini-Calderone su legalità e semplificazione

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha stipulato un protocollo d’intesa con l’Ordine Nazionale dei Consulenti del Lavoro, volto a garantire la regolarità delle imprese per quanto riguarda contribuzione e retribuzione.

Alla firma erano presenti il ministro del Lavoro Enrico Giovanni e il presidente del Consiglio dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, che desiderano portare avanti, con questo accordo, lo sviluppo e la diffusione della cultura della legalità e la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese.

Da una nota comune: “L’asseverazione, denominata Asse.Co., verrà rilasciata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, anche attraverso la propria Fondazione Studi; consentirà di certificare la regolarità rispetto a lavoro minorile, orario di lavoro, contratti collettivi, obblighi contributivi e pagamento della retribuzione, relativi al lavoro subordinato e parasubordinato instaurati dai datori di lavoro. La garanzia della regolarità così certificata dai consulenti del lavoro consentirà ai datori di lavoro di fare affidamento sulla correttezza dei propri adempimenti semplificandone la gestione. L’Asse.Co., rilasciata esclusivamente su istanza volontaria del datore di lavoro, avrà validità annuale e prevede idonee verifiche quadrimestrali rivolte a constatare il permanere delle condizioni di regolarità“.

Questa convenzione prevede l’applicazione dei regime sanzionatorio in caso di falsa attestazione da parte del datore di lavoro e del consulente e quest’ultimo sarà anche soggetto ai relativi provvedimenti disciplinari.
L’elenco dei datori di lavoro che otterranno l’Asse.Co. sarà pubblicato sul sito del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e da quello del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro.

Enrico Giovanni ha dichiarato a proposito: “Mi sembra veramente un risultato importante perché è un passo decisivo nella semplificazione e nel lavoro che insieme facciamo per far funzionare meglio il nostro Paese. E’ una collaborazione e una valorizzazione utile per tutti“.

Marina Calderone ha poi aggiunto: “Io credo molto nella funzione sussidiaria degli Ordini professionali e, nello specifico, in quella dei consulenti del lavoro. Questo è un atto di responsabilità dei professionisti; per questo faremo un’attività di formazione specifica sul processo di certificazione. Sono convinta che si debba contare sempre di più sulla specializzazione e sulle competenze, altrimenti trasmetteremmo ai nostri ragazzi il messaggio che si può fare tutto con pochi sforzi“.

Vera MORETTI

I Consulenti del Lavoro chiedono proroga per lo Spesometro

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro ha espresso il suo scetticismo riguardo la scadenza del 12 novembre prossimo per lo Spesometro.
I contribuenti, infatti, sono chiamati, in questo periodo, ad una serie infinita di adempimenti e si rischia, in questo modo, di creare confusione e accavallamenti pericolosi.

I tempi, inoltre, sono stretti, poiché il software di controllo dati, necessario per la corretta compilazione del modulo, è disponibile solo dal 25 ottobre. Ma, e i Consulenti del Lavoro lo sanno benissimo, la fretta è cattiva consigliera e rischia di far commettere una serie infinita di errori.

I dubbi, comunque, sono molteplici, e i consulenti hanno voluto esprimerli con un comunicato.
Vediamo quali sono i più salienti:

Primo. Per ciò che concerne le operazioni soggette, non è più indicata l’esplicita esclusione delle operazioni fuori campo Iva, prevista invece fino alla precedente versione del documento.

Secondo. Sulle operazioni legate al turismo, la versione definitiva delle istruzioni dice: “Sono comunicate esclusivamente in forma analitica nel quadro TU del modello“. I consulenti si chiedono, perciò, se le comunicazioni vanno indicate sia nel TU che nel Q/FN o solo nel Q/TU.

Terzo. Secondo le istruzioni, nel Q/SE vanno indicate le autofatture emesse per acquisti da 7 bis a 7 septies da prestatori extracomunitari. Non è specificato dove va indicata l’autofattura emessa per un acquisto di servizio 7-quater da un prestatore comunitario. Inoltre, a decorrere dalle operazioni 2013, per questi ultimi acquisti non si deve più emettere l’autofattura ma è obbligatoria l’integrazione della fattura estera emessa dal prestatore comunitario. Di tale differenza normativa fra il 2012 e il 2013 di cui non vi è alcun approfondimento nelle istruzioni.

Quarto. Per ciò che concerne le prestazioni rese a clienti esteri (diversi dai comunitari) da riportare nella sezione BL in forma aggregata unitamente a quelle BlackList, le istruzioni prevedono di indicare anche le operazioni ‘non soggette’. Tale riferimento dovrebbe riguardare solo la BL Black List (che includono quelle di cui art 7-ter). Per lo spesometro le stesse operazioni art 7-ter non dovrebbero.

Quinto: nel caso di nota di credito, si devono segnalare i relativi importi con segno negativo; purtroppo, però, i tracciati record disponibili prevedono la possibilità di inserire per tutti i campi solo numeri positivi.

Sesto: gli agricoltori in regime di esonero, perché con volume d’affari inferiore a 7mila euro, non risultano esclusi dall’applicazione del nuovo adempimento; mente logica e regole consiglierebbero la ricomprensione.

Settimo. Le operazioni verso privati non titolari di partita Iva sono esonerate dallo spesometro qualora il pagamento sia avvenuto mediante carte di credito, debito o prepagate. Ma ciò non è indicato con chiarezza.

Ottavo. Le registrazioni di riepilogo e schede carburanti richiederanno una verifica delle registrazioni operate nel 2012 con relativo inserimento di informazioni supplementari richieste e non note all’atto della originaria registrazione; insomma, una duplicazione di quanto già fatto.

Vera MORETTI

Marina Calderone accusa i politici di non pensare al bene del Paese

La situazione politica, in una fase di stallo che non ha precedenti, sta danneggiando il Paese, bisognoso di riforme e di azioni forti per contrastare una crisi economica che sembra non finire mai.
Tra i provvedimenti più urgenti c’è, sicuramente, quello di un sostegno concreto alle pmi, il vero motore economico dell’Italia, che ora vivono un periodo di serio affanno.

Per risollevare le sorti dell’Italia occorre far ripartire la produttività e, quindi, l’occupazione, ma i continui battibecchi tra i politici, incapaci di trovare un accordo, certo non servono per migliorare la situazione.
E, se il Governo Monti, ancora in carica in attesa che qualcosa si sblocchi, ha pensato ad un provvedimento che possa permettere un recupero di liquidità attraverso lo sblocco dei debiti da parte delle PA, purtroppo non si è ancora passati ai fatti.

Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, ha dichiarato: “Si tratterebbe di un provvedimento che va certamente nella giusta direzione. Nella confusione politica e istituzionale di questo periodo, non bisogna infatti dimenticare che imprese, lavoratori e famiglie versano nelle medesime condizioni in cui erano fino a prima delle elezioni; se non peggiori. Per questo tutto ciò che può dare liquidità e risorse agli imprenditori va sottolineato con favore. Mi auguro che si concretizzi in tempi molto rapidi, con decorrenza immediata e non differita. La scommessa é creare un sistema strutturato e costante di regole che vanno nella direzione delle imprese. La priorità delle priorità per chiunque governerà il nostro Paese deve essere il rilancio dell’economia per far ripartire l’occupazione. Tutto il resto é molto importante , ma non ha il grado di priorità che ha il sostegno al mondo produttivo“.

I Consulenti del Lavoro, dunque, denunciano la mancanza di azioni concrete che potrebbero davvero fare la differenza.
E Marina Calderone fa un esempio tra ciò che dovrebbe passare ora in secondo piano e ciò che, invece, non può più aspettare: “Se dovessi scegliere quale sia la priorità tra la Tav e la riduzione del costo del lavoro, tra il conflitto di interessi e il pagamento dei crediti alle aziende, tra l’ineleggibilità e il contenimento della pressione fiscale, non avrei alcun dubbio. Sono chiarissime le priorità a chi conosce i problemi del Paese reale e delle famiglie. Spero lo siano anche per i decisori politici“.

Vera MORETTI

DURC in concordato preventivo per le aziende in difficoltà

Poiché la crisi ha messo in difficoltà molte aziende, il Ministero del Lavoro ha deciso che le imprese che versano in situazioni critiche possono ottenere il rilascio del DURC, Documento unico di regolarità contributiva, in concordato preventivo.

La decisione è stata presa per favorire una ripresa lavorativa alle imprese duramente colpite alla crisi e, senza il rilascio del DURC, non potrebbero partecipare a nessuna gara di appalto.
Ma, per recuperare le liquidità che oggi scarseggiano, è fondamentale rimettersi in pista e il concordato preventivo permette alle imprese di evitare il fallimento e trovare un accordo con i creditori sui tempi per il pagamento dei debiti.

E’ bene ricordare, però, che la moratoria, che può essere richiesta dalle imprese che non presentano condizioni di crisi strutturale e può includere i contributi previdenziali e assistenziali, potrà durare al massimo un anno.
Durante questo tempo l’azienda può ottenere il DURC e continuare la propria attività. Trascorso un anno però se non salda i debiti l’azienda diventa irregolare.

Vera MORETTI

Chiarimenti sul sussidio di disoccupazione per la madre lavoratrice

A fronte di alcuni dubbi difficili da districare, il Ministero del Lavoro ha deciso di fare chiarezza sul diritto al sussidio di disoccupazione nei confronti della madre lavoratrice.

Tale sussidio spetta anche quando è la madre stessa a dimettersi, anche nel periodo in cui vige il divieto di licenziamento.
Infatti, l’indennità spetta anche in caso di licenziamento volontario, ma solo se la richiesta è inoltrata prima che il figlio compia un anno di vita.

Le perplessità sulle modalità di applicazione della legge derivavano dal fatto che la L. n. 92/2012 (art. 55, comma 4) estende il diritto all’ammortizzatore sociale ai primi tre anni di età del bambino, mentre prima il sussidio era garantito sono per il suo primo anno di vita.

La domanda, legittima, riguardava dunque l’arco di tempo e la sua validità in caso di genitore dimissionario.
La risposta è chiara: l’arco temporale viene equiparato in caso di dimissioni volontarie a quello del licenziamento volontario.

Ciò significa che anche in caso di licenziamento volontario, alla lavoratrice madre o al lavoratore padre spetta di diritto la percezione di tutte le indennità, compresa quella di disoccupazione involontaria, previste in caso di licenziamento: il requisito è che la richiesta di dimissioni o il licenziamento avvenga entro l’anno di vita del bambino.

Occorre inoltre ricordare che il periodo in cui il datore di lavoro non può licenziare la lavoratrice va dall’inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione dal lavoro e fino al compimento di un anno di età del bambino.

In questo arco temporale la lavoratrice non può neanche essere sospesa dal lavoro, a meno che non sia stata sospesa l’attività dell’azienda o di un reparto di essa, o essere collocata in mobilità, a meno che non venga attivata per cessazione dell’attività imprenditoriale.
Sempre nello stesso arco temporale il lavoratore/lavoratrice ha diritto all’indennità erogata a seguito di dimissioni volontarie.

Vera MORETTI

Premio Aidda 2012 a Marina Calderone

Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e del Cup (Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali), è stata insignita del Premio Aidda (Associazione Imprenditrici e Dirigenti d’Azienda) 2012.
Il riconoscimento è stato consegnato a Cagliari, per mano del sindaco della città Massimo Zedda.

La motivazione alla base del conferimento è semplice: Marina Calderone ha saputo distinguersi in questo anno con le tante iniziative e i tanti interventi a favore delle categorie di professionisti.
E la stessa presidente del Consulenti del Lavoro ha voluto sottolineare l’estrema difficoltà, nei suoi sette anni di mandato, nell’adeguarsi ai continui mutamenti del mondo del lavoro, soprattutto alla luce di leggi e riforme sempre diverse.

Il primo obiettivo che sta a cuore all’Ordine che lei stessa rappresenta è garantire un’occupazione a chi non ce l’ha: “Se non riusciremo a creare nuova occupazione avremo un problema per i giovani: se i padri rimangono al lavoro 10 anni in più, i figli non riusciranno a entrare. Ecco che la flessibilità potrebbe consentire a chi è prossimo alla pensione di poter insegnare il lavoro a un giovane purché non gli pregiudichi la pensione“.

Antonella Siragusa, presidente dell’Aidda Sardegna, ha voluto lanciare un messaggio agli imprenditori: “Soprattutto in un periodo come questo siamo noi – donne e uomini – a dover lavorare per far crescere le aziende. In Sardegna si parla di imprenditoria ma le imprese sono sottocapitalizzate: ecco che gli imprenditori devono crederci reinvestendo per irrobustire le società e superare le crisi“.

Vera MORETTI

Il ruolo primario dei consulenti del lavoro in tempo di crisi

I consulenti del lavoro rappresentano una figura professionale molto in auge in questo periodo, perché hanno saputo, con i loro interventi, tamponare, almeno in parte, l’emorragia di posti di lavoro, in particolare nelle piccole e medie imprese.

Questo è il concetto che Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, ha voluto esprimere in occasione del Congresso Straordinario di categoria all’Auditorium della Conciliazione di Roma, alla presenza del ministro della Giustizia, Paola Severino.

L’assistenza continua nei confronti delle pmi rappresenta la principale finalità da parte dei consulenti del lavoro ma, per poter svolgere le loro mansioni al meglio, i professionisti di categoria chiedono a gran voce: “la semplificazione amministrativa, la necessità di monitoraggi preventivi all’emanazione delle norme, questo per evitare effetti discorsivi sul mondo del lavoro e sulla società“. E la presidente dei consulenti del lavoro ha denunciato anche “il peggioramento della qualità dei servizi erogati da alcuni interlocutori istituzionali“.

Per essere più incisivi nei loro interventi, ed offrire consulente sempre più precise, i consulenti hanno, negli ultimi anni, acquisito nuove funzioni e competenze professionali, soprattutto per quanto riguarda il contenzioso tributario, l’intermediazione e selezione del personale, la certificazione dei contratti di lavoro e conciliazione e arbitrato nelle controversie di lavoro, mediazione civile e commerciale.

Calderone ha infine aggiunto: “Un ruolo attivo nella deflazione del contenzioso del lavoro é la dimostrazione concreta dell’impegno sociale della professione che é profondamente conscia che la mole e la durata dei contenziosi giudiziari in Italia, é uno dei principali fattori di allontanamento degli investimenti esteri dal nostro Paese“.

Vera MORETTI

Consulenti del lavoro, attacco all’Inps

Consulenti del lavoro e Inps ai ferri corti. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine ha infatti deliberato di adire le vie legali per contestare per via giudiziaria i contenuti del protocollo d’intesa stipulato tra Inps e Lapet sulla gestione del Libro Unico. Una delibera che fa seguito alla denuncia contro il protocollo presentata nei giorni scorsi dalla presidente dei Consulenti del Lavoro Marina Calderone.

Secondo i Consulenti del Lavoro, i contenuti del protocollo d’intesa violano le disposizioni della legge 12/79 istitutiva dell’Ordine. La materia infatti in oggetto è sottratta all’autonoma discrezionalità dell’Inps, la quale può stipulare accordi e/o protocolli unicamente con i soggetti preventivamente individuati come legittimati dalla legge. In questo senso, si potrebbero individuare anche profili di responsabilità civilistica rispetto agli effetti causati dall’accordo.

Vedremo se Inps e Lapet metteranno in campo delle contromosse.

Marina Calderone ancora alla guida del CUP

Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, è stata confermata anche alla guida del CUP, carica che, quindi continuerà a ricoprire fino al 2015.
La votazione è avvenuta all’interno dell’assemblea formata dai Presidenti dei Consigli Nazionali che fanno parte del Comitato Unitario degli Ordini e dei Collegi Professionali.

La Calderone, dopo la rielezione, ha dichiarato: “E’ un grande onore e una grande responsabilità continuare a guidare il CUP in un momento importante e delicato di cambiamento per le professioni ordinistiche, che hanno dimostrato di occupare un posto di rilievo nella società italiana. Ci impegneremo sempre di più a manifestare la peculiarità e la forza di due milioni di professionisti e del loro indotto: sarà un banco di prova importante per un organismo che è diventato ormai un elemento importante di confronto interno tra le professioni”.

La fiducia rinnovata alla presidente dell’ordine dei Consulenti del lavoro, inoltre, significa anche un importante riconoscimento a questo ordine, ultimamente sempre più coinvolto nelle vicende del Paese, tanto che la stessa Calderone ha ammesso la volontà di “creare un collegamento strutturale della rete ordinistica, che permetta il consolidarsi del valore sociale delle professioni“.

Vera MORETTI

Calderone in difesa della fedeltà fiscale dei professionisti

“Il grado di fedeltà fiscale dei professionisti ordinistici è molto elevato. Più in generale servirebbe un nuovo modo di gestire il rapporto fiscale con un sistema diverso, basato più sulla tassazione dei consumi che sulla presunzione dei ricavi”. Così Marina Calderone, presidente del Cup e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, in un’intervista a ‘Il Sole 24 Ore’, commenta l’azione di controllo della Gdf nei confronti delle professioni.

“Tutti i contribuenti -continua Calderone- devono rispondere del loro rapporto tributario con lo Stato. Non ci possono essere aree grigie o di tolleranza: nè può apparire strana l’esistenza di aree residuali, su di un campione non esattamente significativo, di illiceità che va perseguita ma non enfatizzata”.

Per Calderone, in conclusione “gli Ordini devono continuare ad assolvere il loro gravoso compito di garanzia nei confronti dei cittadini a tutela della fede pubblica, perseguendo chi non rispetti le regole”.

Fonte: Adnkronos.it