Riscaldamento a gas o pellet, quale conviene?

In un periodo, come quello attuale, in cui ci si abitua ad una maggiore attenzione ecologica e in cui anche le bollette sono diventate una vera piaga per il consumatore, vediamo quale riscaldamento conviene nello scegliere una caldaia a gas o a pellet.

Gas contro Pellet, vediamo il confronto

Andiamo a vedere, dunque, come scegliere in base alla convenienza, quale riscaldamento tra sistema a gas e caldaia a pellet può essere più utile, in base ai vari pro e contro del caso.

Iniziamo subito col dire che quello che cambia tra le due opzioni, in primo luogo, è il combustibile impiegato.

Per quanto riguarda il riscaldamento a gas, si tratta del metano, ovvero il più utilizzato in Italia arriva in tutte le abitazioni attraverso una rete capillare di distribuzione, mentre d’altro canto troviamo il pellet che è un combustibile lavorato di derivazione naturale e che richiede uno spazio di stoccaggio in casa perché risulta conveniente quando è acquistato in grandi quantità.

Pro e contro del riscaldamento a gas

Vediamo di seguito le caratteristiche principali di un riscaldamento a gas

  • Costo di acquisto e di gestione più basso
  • Basse emissioni inquinanti: la caldaia a condensazione ha di fatto, un bruciatore dotato di premiscelazione che ha il vantaggio di abbassare la temperatura dei gas di scarico e di conseguenza pure il consumo di combustibile e la diffusione di sostanze nocive come gli ossidi di azoto e il monossido di carbonio.
  • Modularità: essa si può abbinare ad un sistema di pannelli solari termici, per ottenere un risparmio ancora maggiore.
  • Conveniente a lungo termine: il costo iniziale di acquisto lo si può ammortizzare nel tempo, grazie al risparmio in bolletta e alle detrazioni che il governo attua al momento (Ecobonus 65% o Superbonus 110%)

Tuttavia, lo svantaggio da non perdere di vista risiede nel fatto che con la caldaia a gas si utilizza un combustibile fossile che ha un impatto sull’ambiente maggiore; sebbene questo può essere ridotto con una caldaia a condensazione

Pro e contro del riscaldamento a pellet

Possiamo subito evidenziare nel novero dei vantaggi della caldaia a pellet il rendimento del combustibile: infatti, il costo del pellet è inferiore a quello del gas e permette un risparmio di circa il 50%. Di contro, però, andiamo a vedere alcuni svantaggi:

  • Costo caldaia: sostanzialmente una caldaia a condensazione ha un costo di circa 1.500/2.000 euro, mentre una caldaia a pellet di un certo livello ha un prezzo di circa 4.000/4.500 euro.
  • Praticità: in tal caso, la caldaia a pellet richiede di essere ricaricata quando occorre, il che comporta lo svuotamento del contenitore per le ceneri. Inoltre, occorre provvedere all’acquisto periodico di biomassa e avere a disposizione uno spazio per lo stoccaggio, per averne sempre a portata di mano.
  • Manutenzione: come ogni caldaia, ovviamente anche quella del riscaldamento a pellet richiede un controllo periodico che sia a norma di legge. Dal momento che la stufa a pellet è sicuramente più complessa di una caldaia a condensazione, la manutenzione può risultare anche più costosa.
  • Occorre tenerla accesa anche in estate e quando fa caldo per avere a disposizione l’acqua calda sanitaria.

Dunque, questi sono gli elementi fondamentali per portare ad una scelta di preferenza di acquisto nella scelta tra un riscaldamento a gas ed uno a pellet, non vi resta che trarre le dovute considerazioni.

Leggi anche: Riscaldamento: soluzioni ecologiche per risparmiare

Da notariato e consumatori l’iniziativa “Casa bene primario”

Da tempo è ormai consolidata una stretta collaborazione tra notariato e associazioni dei consumatori, che si sostanzia ora con una nuova iniziativa informativa sul tema casa, programmata su tutto il territorio nazionale.

Il 21 settembre, dalle 10 alle 13, in 5 città italiane, notai e 13 associazioni dei consumatori – Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori – saranno presenti per offrire informazioni ai cittadini su tutto ciò che è necessario fare per acquistare la casa in sicurezza.

Ecco i luoghi dell’iniziativa congiunta notariato-consumatori:

  • Cagliari: Piazza Ravot/Piazza Costituzione
  • Catania: Piazza Università
  • Como: Piazza Duomo
  • Roma: Piazza delle Coppelle (dalle 14 alle 19)
  • Salerno: Galleria Capitol, Corso Vittorio Emanuele 193

L’iniziativa del notariato e dei consumatori arriva quanto mai opportuna in un momento in cui il mercato immobiliare riprende a crescere. A dimostrarlo sono gli ultimi dati Istat che registrano un aumento delle compravendite, nel primo trimestre 2016 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, del 17,3% e di oltre il 20% se si considera solo il settore delle abitazioni.

A livello territoriale, l’aumento delle compravendite coinvolge tutte le aree del Paese: è più accentuato nel Nord-ovest (+20,7%) e sotto la media nazionale nelle Isole (+16,5%), al Sud (+16,3%) e al Centro (+15,8%), senza differenze tra compravendite di abitazioni ed accessori e unità immobiliari ad uso economico.

Secondo i dati Istat relativi a luglio 2016, l’aumento delle convenzioni notarili di compravendita per unità immobiliari è maggiore nelle città metropolitane (+19,1%) e più contenuto nei piccoli centri (+16,9%).

Si torna ad investire nella casa pertanto è opportuno farlo consapevolmente per evitare di incorrere in spiacevoli conseguenze. Ecco alcune tra le informazioni che il 21 settembre saranno fornite nelle piazze italiane dal notariato e dai consumatori:

Che cosa è necessario verificare per un acquisto sicuro?

  1. Che chi vende sia realmente il proprietario e che ci siano i titoli giuridici che garantiscono la certezza dell’acquisto.
  2. Che non esistano vincoli sulla casa, come ipoteche o pignoramenti.
  3. Che la planimetria catastale corrisponda alla situazione reale della casa.
  4. Che la casa sia regolare dal punto di vista edilizio.

Come pagare la casa?

  1. Se non si vuole un finanziamento, l’acquisto deve avvenire con bonifico, assegni non trasferibili o vaglia postali. Per la normativa antiriciclaggio, che è molto severa a riguardo, non possono essere pagate somme in contanti per importi superiori a 3mila euro.
  2. Se con un mutuo, attenzione a far verificare le clausole e l’intero contenuto del contratto.

Che cosa sono i pubblici registri immobiliari?

Sono dei registri dove vengono trascritti gli atti dei notai e le sentenze dei giudici relativamente ai beni immobili; servono sia per mettere tutte le persone in grado di conoscere a chi appartengono gli immobili, sia per sapere se gli immobili sono liberi da vincoli. L’attendibilità dei dati inseriti nei registri immobiliari italiani è riconosciuta a livello mondiale.

Perché è importante la trascrizione del contratto nei pubblici registri immobiliari?

Perché con la trascrizione nei pubblici registri immobiliari viene reso conoscibile a tutti che l’acquirente è diventato proprietario della casa e quindi si ha la garanzia che la casa non venga venduta due volte ed eventuali successivi non possono pregiudicare l’acquisto trascritto. Per queste ragioni è molto importante anche la trascrizione del contratto preliminare, conosciuto anche come compromesso.

Ci sono altri metodi alternativi per comprar casa?

  1. Il leasing immobiliare, la forma di leasing applicato all’acquisto immobili a scopo abitativo che presenta agevolazioni fiscali specie per i più giovani.
  2. Il rent to buy, che permette di usufruire subito dell’immobile a fronte del pagamento periodico di un canone in denaro, da imputare, in tutto o in parte, al prezzo da corrispondere per il successivo acquisto.

Un premio per Angelo Deiana

Un importante riconoscimento è stato conferito nei giorni scorsi ad Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni, il quale è stato indicato come Manager dell’Anno per la sua forte attenzione ai consumatori.

KONSUMER Italia, una delle più innovative associazioni dei consumatori del Paese – ha ricordato Adriana Apicella, direttore generale di Confassociazioni -, durante la sua Assemblea Nazionale, ha premiato il nostro Presidente, Angelo DEIANA, come Manager dell’Anno per l’attenzione dimostrata nei confronti dei consumatori”.

Presidente di Confassociazioni dal 2013 e di ANPIB (Associazione Nazionale Private & Investment Bankers) dal 2010, Angelo Deiana è considerato uno dei maggiori esperti di economia della conoscenza e dei servizi finanziari e professionali in Italia. Manager di primari gruppi bancari nazionali e internazionali, docente universitario, è autore di numerose pubblicazioni in campo economico/finanziario, attualmente è CEO di Scudo Investimenti SGR.

Un riconoscimento che sappiamo meritato – ha proseguito Apicellaperché basato soprattutto sui fatti concreti che Angelo Deiana ha posto alla base della sua attività pubblica sia come manager che come leader delle professioni associative. Il suo sguardo attento e propositivo sul mondo del consumerismo è stato costante nel corso della sua carriera professionale. Ma l’ulteriore elemento della nostra soddisfazione è dato dalla significativa attenzione verso la nostra Confederazione da parte di un mondo di straordinaria importanza come quello dei consumatori. Un interesse, questo, che rende merito dell’immagine chiave di Confassociazioni: quella della staffetta dove noi vogliamo correre con i primi ma senza dimenticare gli altri, anche se fossero gli ultimi. Da qui i nostri hashtag: #laretedellereti, #unitisivince, #noicisiamosempre”.

Troppo spesso le categorie professionali – ha ricordato il presidente di KONSUMER Italia, Fabrizio Premutisi sono lasciate ghettizzare in lobby divenendo estranee al contesto sociale. Con Angelo Deiana siamo andati nella direzione opposta ed è per questo che l’abbiamo voluto premiare. Deiana ha messo sempre in evidenza l’importanza di essere connessi e collaborativi. Ogni professionista è portatore sano del proprio sapere nel momento in cui crea il circolo virtuoso della condivisione. È in grado di arricchire la società quando, rapportandosi con gli altri, in particolare con noi consumatori, fa diventare bene comune il proprio know how”.

Ringrazio KONSUMER Italia e suoi organi dirigenziali – ha concluso Deianaper avermi voluto assegnare questo premio. Ho profonda stima di Fabrizio Premuti perché con il suo contributo e quello di una persona altrettanto straordinaria come Marco Recchi, il ponte tra Confassociazioni e KONSUMER, possiamo ben sperare di fare qualcosa che sia nello stesso tempo protettivo per tutti e innovativo per molti nel futuro del nostro Paese”.

Dal notariato la guida “Genitori e figli, la legge oltre gli affetti”

È stata presentata e distribuita il 3 febbraio scorso nell’auditorium del Consiglio notarile di Roma la tredicesima guida per il cittadino “Genitori e figli, la legge oltre gli affetti”, promossa dal Consiglio Nazionale del Notariato insieme a 12 tra le principali associazioni dei consumatori (Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori).

Si tratta di una guida che affronta gli aspetti legislativi della relazione genitori-figli alla luce delle novità introdotte nel 2014, che hanno sostanzialmente equiparato il rapporto con i figli nati dentro o fuori il matrimonio.

Il vademecum del notariato nasce dalla necessità di rispondere alle trasformazioni della società italiana in cui, secondo i dati Istat, nel 2014 sono stati appena 363.916 i figli nati all’interno del matrimonio, ben 100mila in meno rispetto al 2008, anche a fronte del forte calo della nuzialità registrato nello stesso periodo (-57mila nozze tra 2008 e 2014).

Ad aumentare risultano quindi i nati da genitori non coniugati, che diventano oltre 138mila nel 2014 (quasi 26mila in più sul 2008), e il loro “peso” relativo, che raggiunge il 27,6% del totale delle nascite, con punte del 30% al Centro-Nord.

La Guida del notariato descrive gli aspetti giuridici della relazione genitori-figli come la responsabilità genitoriale che si sostituisce alla potestà enfatizzandone gli aspetti “doverosi” di cura morale e materiale del figlio fino a quando non abbia raggiunto l’indipendenza economica; l’affidamento e l’adozione, nelle modalità ammesse in Italia, la procreazione assistita e tutte le misure di tutela quando si ha a che fare con minori; e ancora, l’amministrazione di sostegno, la fase successoria con i relativi aspetti fiscali e il passaggio generazionale di un’azienda.

Come tutte le altre Guide, il vademecum è distribuito gratuitamente dal Consiglio Nazionale del Notariato e dalle Associazioni dei Consumatori che hanno partecipato alla sua realizzazione ed è inoltre scaricabile dai rispettivi siti web.

Saldi, il decalogo dei consumatori

Che li si prendano da una parte o dall’altra, i saldi invernali si presentano o come un’occasione di business, di affari o di possibili fregature. Nell’attesa di tirare le somme su giro d’affari, numeri e volumi di merce acquistata, non si fermano i consigli che, da più parti, arrivano per vivere i saldi al meglio. Oggi tocca a quelli di Altroconsumo.

  • Il negoziante non è tenuto a cambiare la merce (a meno che non sia difettosa); se non si è sicuri del proprio acquisto, prima di comprare chiedere se il negozio consente l’eventuale cambio della merce e in quali termini;
  • Provare sempre l’articolo scelto: se ci si pente dell’acquisto, potrebbe non esserci l’opportunità di cambiarlo;
  • Non acquistare i capi d’abbigliamento che non abbiano, oltre all’etichetta di composizione, anche quella di manutenzione: si eviteranno incidenti durante la pulitura;
  • Se si compra una merce che è stata espressamente messa in saldo perché difettata, occorre ricordarsi che non si può far valere la garanzia contestando il difetto al negoziante;
  • La garanzia vale per due anni dall’acquisto anche per la merce acquistata durante i saldi. Prestare attenzione agli scontrini di carta chimica, potrebbero deteriorarsi. Il consiglio è di fotocopiarli, per poterli esibire al momento opportuno se necessario;
  • La garanzia va fatta valere entro 60 giorni dal momento in cui si scopre il difetto del prodotto acquistato;
  • Un negoziante convenzionato con una carta di credito è tenuto ad accettarla sempre, anche in periodo di saldi. Se non lo fa, è bene insistere e protestare con la banca o la società emittente della carta;
  • I prezzi esposti durante i saldi vincolano il venditore: se alla cassa viene praticato un prezzo o uno sconto diverso da quello indicato, farlo notare al negoziante. Se quest’ultimo insiste, per tutelare i propri diritti è possibile chiamare la polizia municipale.

Per evitare confusione e acquisti non desiderati, la merce venduta durante i saldi deve essere esposta separatamente da quella non scontata: se la regola non viene rispettata, si può fare denuncia alla polizia municipale.

Accordo Equitalia-Codacons

Buone notizie per i consumatori italiani, specialmente per quelli che si trovano a gestire pratiche e contenziosi con Equitalia; che sono momenti non sempre rilassanti e vissuti con leggerezza…

Attraverso un proprio comunicato, Equitalia ha infatti informato l’avvio di una collaborazione con il Codacons attraverso un apposito protocollo di intesa firmato dal presidente di Equitalia Vincenzo Busa e da quello del Codacons Carlo Rienzi.

In virtù dell’accordo, attraverso uno sportello telematico raggiungibile con un link all’interno del sito di Equitalia nell’area Associazioni e Ordini, i delegati del Codacons potranno richiedere informazioni per conto dei loro assistiti all’ente e avere risposte ragionevolmente veloci.

A solo titolo d’esempio, Equitalia segnala che sarà possibile avere informazioni in tempo reale su cartelle debitorie, ipoteche, situazioni di fermo amministrativo, oltre alla possibilità di presentare richiesta per la sospensione della riscossione.

Adiconsum e CoLAP per la trasparenza

Adiconsum e CoLAP attivano lo Sportello del Cittadino per chiedere informazioni su professionisti, qualità dei servizi resi e risoluzione di eventuali contenziosi. Un’iniziativa che, se da una parte è in linea con l’attenzione che storicamente Adiconsum dedica ai diritti del consumatore, dall’altra dimostra come il CoLAP ami giocare a carte scoperte, garantendo sulla professionalità dei suoi associati.

Fisioterapisti, kinesiologi, operatori shiatsu e cranio sacrali, naturopati, ma anche pedagogisti, traduttori e interpreti, progettisti di interni, ingegneri naturalistici, professionisti della sicurezza, amministratori di condominio e tanti altri ancora, fanno parte di quel mondo delle libere professioni che è composto da circa 3,5 milioni di professionisti, come ricorda Pietro Giordano, Presidente nazionale di Adiconsum; un mondo con cui quotidianamente i consumatori entrano in contatto, a volte senza conoscere né ricevere l’adeguata prestazione.

Per questo – prosegue Giordanoabbiamo sottoscritto un protocollo con il CoLAP, il Coordinamento delle Libere Associazioni Professionali, prima forma aggregativa individuata ed inserita nell’elenco del Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi della L. 4/2013. L’intento è quello di ampliare sempre più la tutela del consumatore, andando a confrontarsi con tutte le realtà con cui egli viene in contatto, per scrivere regole condivise da consumatori e da tutti quegli operatori corretti che pongono al centro della loro attività il consumatore”.

Frutto del protocollo Adiconsum – CoLAP – continua Giordanoè lo Sportello del Cittadino, al quale il consumatore può rivolgersi per ottenere informazioni sulle Associazioni iscritte e sui loro standard qualitativi e di qualificazione professionale, oltre a gestire eventuali reclami che dovessero insorgere tra il Coordinamento e il consumatore”.

Il funzionamento dello Sportello del Cittadino Adiconsum – CoLAP è molto semplice: chiunque se ne voglia servire, basta che compili un apposito modulo e lo invii a sportellodelcittadino@adiconsum.it, oppure che chiami il numero verde 800 585379 spiegando il motivo del contatto.

Esercizi commerciali: servono orari più stabili

Confcommercio ha espresso la sua opinione circa la regolamentazione degli orari degli esercizi commerciali dando il suo parere positivo affinché ciò avvenga.
Si tratterebbe, fanno sapere da Confcommercio,”di una regolamentazione minima e ragionevole in materia di orari dei negozi, peraltro assolutamente compatibile con i principi e le prassi prevalenti in Europa in materia di libertà di concorrenza”.

Obiettivo di questo provvedimento è quello di arrivare ad avere deroghe certe all’interno di un chiaro quadro normativo, per consolidare, così, il modelli distributivo italiano e le sue imprese, piccole, medie o grandi che siano, arrivando così a valorizzare la vocazione turistica delle diverse e sfaccettate territorialità. Ma non è tutto, perché con questa modalità si arriverebbe a rispettare anche il valore sociale di queste imprese, mantenendo un adeguato livello nell’offerta dei servizi ai consumatori.

Nella nota divulgata da Confcommercio si legge inoltre: “Vale la pena come la totale liberalizzazione del commercio avviata all’inizio del 2012 non abbia prodotto né maggiore concorrenza, obiettivo impossibile da raggiungere visto il già elevato grado di liberalizzazione del settore, né particolari stimoli ai consumi o all’occupazione. E anche i dati più recenti indicano che le imprese del commercio al dettaglio continuano a chiudere – poco meno di 23mila nei primi tre mesi di quest’anno con un saldo negativo per oltre 10mila unità rispetto alle nuove aperture – e i consumi continuano a mostrare ritmi di ripresa ancora inadeguati a recuperare quanto perso dal 2007 ad oggi (-7,6%) e comunque insufficienti a dare qualche beneficio ai negozi di vicinato“.

Vera MORETTI

Il grande bluff delle liberalizzazioni

Quando se ne cominciò a parlare diversi anni fa, le liberalizzazioni sembravano la soluzione unica e irripetibile per fa risparmiare agli italiani carrettate di soldi e rendere finalmente felici le associazioni dei consumatori, da sempre impegnate a combattere monopoli e oligopoli che andavano a danno dei cittadini.

Invece, pare che nei i settori interessati dall’apertura alla concorrenza avvenuta con le liberalizzazioni, negli ultimi 20 anni si sia mosso assai poco, a eccezione di medicinali e telefonia. Anzi, nonostante le liberalizzazioni, i prezzi e le tariffe sono aumentati più dell’inflazione, con il risultato che i consumatori ci hanno rimesso un’altra volta

È quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia, che hanno messo i fila i settori nei quali, dal 1994 a oggi, si sono registrati gli aumenti tariffari più eclatanti, nonostante l’apertura del mercato con le liberalizzazioni. Al primo posto ci sono le assicurazioni sui mezzi di trasporto, le cui tariffe sono aumentate del 189,3%, contro una crescita dell’inflazione del 50,1%.

Seguono i servizi bancari e finanziari, con una crescita del 115,6% (inflazione +50,1%). Al terzo posto i trasporti aerei, +71,7% dal 1997 a oggi (inflazione +41,5%). Tocca poi ai pedaggi autostradali, liberalizzati dal 1999 (+69,9%, inflazione +36,5%), al trasporto ferroviario dal 2000 (+58,3%, inflazione +33,1%), al gas dal 2003 (+43,2%, inflazione +23,1%), alle poste dal 1999 (+40,4%, inflazione +36,5%), ai trasporti urbani dal 2009 (+27,3%, inflazione +9%) ed elettricità dal 2007 (+21%, inflazione +13,6%)

In controtendenza e favoriti dalle liberalizzazioni solo la telefonia (23%, inflazione +38,8%), e i medicinali (-12,1%, inflazione +50,1%). Saldi, quindi, ancora negativi.

Per onestà di ricerca, l’Ufficio Studi della Cgia ha anche precisato che l’andamento delle tariffe di energia e trasporti è stato in parte condizionato dai costi delle materie prime e da aggravi fiscali di cui non è stato possibile tenere conto nell’analisi sugli effetti delle liberalizzazioni.

I rincari avvenuti nel settore del gas – dice il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi hanno sicuramente risentito del costo della materia prima, mentre l’energia elettrica è stata influenzata dall’andamento delle quotazioni petrolifere e dall’aumento degli oneri generali di sistema, in particolare per la copertura degli schemi di incentivazione delle fonti rinnovabili. I trasporti urbani, invece, hanno subito gli aumenti del costo del carburante e quello del lavoro. Non va dimenticato che molti rincari sono stati condizionati anche, e qualche volta soprattutto, dall’ aggravio fiscale. Tuttavia, nonostante le liberalizzazioni avvenute negli ultimi decenni abbiano interessato gran parte di questi settori, i risultati ottenuti sono stati deludenti. In linea di massima, oggi siamo chiamati a pagare di più, ma la qualità dei servizi resi non ha subito miglioramenti sensibili, anzi in molti casi è addirittura peggiorata”.

Canone Rai nella bolletta Enel, è rivolta

Una delle tasse più odiate dagli italiani, il canone Rai, è anche una delle più evase e i governi non sanno più che cosa inventarsi per combattere questa evasione. L’esecutivo Renzi pare intenzionato a muoversi secondo una linea che già da qualche tempo era nell’aria: inserire nella bolletta dell’elettricità il pagamento del canone Rai. L’intervento del governo sarebbe inserito nella legge di stabilità e si potrebbe legare a quello sulle emittenti locali, per le quali l’intenzione è di risolvere il problema in modo strutturale.

L’intenzione sarebbe dunque quella di trasferire in bolletta il pagamento del canone Rai, ridotto rispetto all’attuale, e le risorse aggiuntive servirebbero a finanziare le emittenti locali. Il viceministro all’Economia Morando ha spiegato che “le tv locali sono in una situazione tale per cui hanno dovuto mettere in cassa integrazione una parte enorme dei dipendenti, sono in una situazione di disagio drammatico” e che la soluzione del problema “è connessa a una modifica dell’assetto del canone Rai“.

Naturalmente l’idea di infilare il discusso e sorpassato canone Rai nella bolletta della luce ha suscitato una tempesta di NO. Scontato quello della Lega, che da sempre incita a non pagare il canone Rai, anche Federconsumatori si è fatta sentire con una nota durissima: “E’ balzana ed illegale – vi si legge – l’idea di addossare sulle bollette elettriche l’ennesimo, assurdo, odioso balzello, per far pagare il canone Rai, con arbitraria norma ad hoc nella Legge di Stabilità, anche a famiglie, cittadini, consumatori ed utenti che non  hanno la televisione, imponendo alle aziende elettriche l’ingrato compito di fungere da esattori. Un conto è combattere l’evasione del canone Rai, altro è l’inammissibile obbligo di addossare nelle bollette dell’energia elettrica, già gravate da oneri di sistema, tasse e vari balzelli l’ennesima tassa di scopo, come quella del canone Rai anche a coloro che hanno la libertà di non voler possedere in casa un televisore. Il fatto di esigere il canone non già ai possessori di apparecchi televisivi, ma a chiunque abbia un’utenza elettrica ossia famiglie, imprese, uffici pubblici, condomini, pensionati, studenti e disoccupati, costituisce una evidente lesione di norme costituzionali ancora vigenti, che Federconsumatori ed Adusbef impugneranno davanti la Corte Costituzionale”.