Incontro positivo tra Paola Severino e Marina Calderone

L’incontro avvenuto tra Paola Severino, ministro della Giustizia, e Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, si è concluso positivamente, tanto da far pronunciare parole di soddisfazione da parte della presidentessa del Cup.

A nome dell’ordine che rappresenta, la Calderone ha infatti ringraziato il ministro per la particolare attenzione che ha dimostrato nei confronti degli ordini professionali, che ha permesso di approfondire il tema della riforma delle professioni.

Si tratta di “una sorta di ricognizione su tutti gli istituti della riforma, utile a fare un bilancio complessivo delle norme entrate in vigore. Abbiamo chiesto l’emanazione di un ulteriore decreto parametri ricomprendente le professioni non incluse nel precedente“, ha dichiarato Marina Calderone.

Vera MORETTI

Gli emendamenti proposti al DPR professioni dai commercialisti

Tante le proposte di emendamenti al DPR attuativo della riforma delle professioni predisposte dal Consigliere con delega alla riforma delle professioni, Andrea Bonechi, che lo ha successivamente portato alla discussione del CUP. Dal testo dei commercialisti sono derivate le posizioni che lo stesso Comitato unitario dei professionisti ha sottoposto alle Commissioni Giustizia di Camera e Senato per la redazione dei rispettivi pareri. Proprio in queste ore è atteso quello della Camera, che sarà depositato dal relatore Maria Grazia Siliquini e che, secondo anticipazioni di stampa, dovrebbe recepire gran parte dei rilievi critici e delle conseguenti richieste di modifica avanzate da commercialisti e CUP. D’altro canto, un giudizio complessivamente negativo sul DPR era già stato espresso nelle scorse settimane dal Consiglio di Stato, con una pronuncia su molti temi anch’essa collimante con le posizioni espresse dai professionisti. Riserve di metodo e di merito erano state anche espresse dai presidenti degli Ordini professionali direttamente al Ministro della Giustizia, Paola Severino, che li aveva convocati nelle scorse settimane.

I temi caldi

Osservazioni critiche vengono mosse dai commercialisti innanzitutto sulla definizione di professione regolamentata. il DPR, fanno notare,è destinato unicamente agli Ordini e non occorre affatto richiamare una definizione comunitaria che comprende tutte le possibili fattispecie esistenti nella UE. In Italia, poi, tutte le professioni sono organizzate in Ordini o Collegi, ragion per cui la definizione non può allargarsi oltre

A giudizio del Consiglio nazionale, il DPR trasforma poi il tirocinio in un percorso ad ostacoli per i giovani. I commercialisti chiedono che sia dato rilievo al principio per cui il tirocinio deve svolgersi in studio e che il corso di formazione post laurea, previsto dal DPR; non sia obbligatorio e che comunque si integri con l’effettiva frequentazione dello studio, giudicata fondamentale. Ciò per evitare che si crei un’ulteriore fase di studio che si aggiungerebbe al già lungo percorso universitario e per di più con anche  test intermedi o finali, la cui previsione è giudicata dalla categoria “incomprensibile”, inutile ulteriore ostacolo all’iscritto per sostenere l’esame.

Sulla formazione professionale continua, l’idea del Consiglio nazionale è che la validazione dei corsi e degli eventi formativi debba essere mantenuta in capo agli Ordini, gli unici in grado di garantire che non vi sia “commercio” della formazione. Si deve garantire all’iscritto di potersi formare anche senza oneri. Così come occorre che sia mantenuta l’uniformità di valutazione delle offerte formative

Modifiche vengono richieste anche in materia disciplinare. Il provvedimento governativo, a parere del Consiglio nazionale, tradisce la volontà del Dl138/2011 di puntare su un’effettiva separazione tra funzioni amministrative e disciplinari per garantire terzietà e indipendenza nei giudizi. I commercialisti chiedono di rendere possibile l’accesso di un magistrato alla guida dei collegi di disciplina. Secondo la categoria, non può essere un consigliere di altro Ordine a comporre i collegi di disciplina, dal momento che l’incompatibilità è di ruolo e non solo territoriale. E’ il caso di prevedere, invece, la designazione di colleghi disponibili a far parte dei consigli di disciplina a cura del Consiglio dell’Ordine, ma se del caso anche da un organismo terzo (tribunale). L’ importante è che i colleghi designati da un Ordine vadano a comporre i Collegi di disciplina di altri Ordini così che vi sia massima terzietà.

Di specifico interesse dei commercialisti è infine che il tirocinio sia ritenuto valido per l’iscrizione al registro dei revisori legali e che sia del pari ritenuta valida anche la formazione professionale continua svolta in ambito della materia di revisione legale.

 

 

Il Cup chiede al ministro Severino di modificare la riforma delle professioni

Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni (Cup), ha chiesto nell’incontro con il ministro della Giustizia, Paola Severino, di modificare diversi punti della riforma delle professioni.

Un appuntamento importante, anche alla luce del parere del Consiglio di Stato, che ha affrontato il tema della riforma delle professioni, mettendo in luce diverse criticità nei punti cardine del provvedimento, attualmente in discussione alla commissione Giustizia della Camera dei deputati.

“Un aspetto fondamentale su cui abbiamo espresso le nostre perplessità – ha detto Marina Calderone – è la formazione, concessa anche a non meglio definite associazioni professionali. Questa formulazione evasiva rischia infatti di ampliare i soggetti deputati a gestire la formazione, con il rischio di penalizzare i giovani praticanti”.

Tra gli altri punti critici, le conseguenze della normativa prevista per il tirocinio. “L’ulteriore previsione di un corso di formazione da effettuare nell’arco di un semestre, che sembra garantire una migliore preparazione teorica per il giovane, si traduce in realtà nell’impoverimento dell’esperienza tecnico-professionale che si può maturare in un contesto lavorativo”, ha continuato Marina Calderone.

“Al ministro Severino – ha ricordato – abbiamo chiesto di intervenire anche sull’obbligo dell’assicurazione di responsabilità civile per i professionisti, poiché, in questa specifica materia, la previsione delle associazioni tra professionisti come parti di convenzioni collettive si configura come un eccesso di delega”.

Un altro punto importante su cui si è soffermata la presidente del Cup nel corso del confronto con il ministro ha riguardato la modalità di gestione dei procedimenti disciplinari. Il Cup ha chiesto inoltre al ministro Severino di fornire una definizione migliore di professione intellettuale, poiché nel testo si fa riferimento “a una definizione eccessivamente ampia di professione regolamentata, qualificata come l’attività il cui esercizio è consentito a seguito di iscrizione in ordini, collegi, albi o registri ed elenchi tenuti da amministrazioni o enti pubblici, allorché l’iscrizione è subordinata al possesso di qualifiche professionali o all’accertamento di specifiche professionalità”. “E’ necessario eliminare – ha precisato – il riferimento a registri ed elenchi comunque tenuti da amministrazioni o enti pubblici, valutando meglio come precisare la nozione di professione regolamentata, per evitare che vengano fatte rientrare in questo ambito anche le associazioni professionali”.

Orlandi: “La riforma delle professioni è da rifare”

Secondo Roberto Orlandi, la riforma delle professioni va completamente rifatta dopo il parere del Consiglio di Stato. Il vicepresidente del Cup (Comitato unitario professioni) e presidente del Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati, commenta con LABITALIA il parere del Consiglio di Stato relativo al decreto del Presidente della Repubblica, predisposto dal ministro della Giustizia, di riforma del sistema professionale. “Sicuramente – ammette – sono molto soddisfatto, perchè il Consiglio di Stato ha ripreso per il 90% tutte le obiezioni che lo scorso 3 luglio gli avevamo inviato”.

“Per l’ufficio legislativo del ministero di via Arenula – sottolinea – il parere rappresenta una debacle che ha pochi precedenti, per il mondo delle professioni, e soprattutto per i giovani praticanti rappresenta una ventata di fresca aria di buon senso e libertà. In sintesi, il ministero deve riscrivere tutto”.

“Incontrerò il ministro Severino – aggiunge Orlandi – e vedremo come si procederà. Certo, il governo può anche decidere di disattendere il parere del Consiglio di Stato, tuttavia non è affatto consigliabile: sarebbe un vero e proprio suicidio”.

“Tecnicamente – spiega il vicepresidente del Cup – come fatto osservare dagli agrotecnici, l’articolo 1 del testo di riforma, secondo il Consiglio di Stato, va riscritto perché ampliava all’infinito la definizione di ‘professione intellettuale’. Viene ripristinata la capacità negoziale dei consigli nazionali professionali in materia assicurativa che il ministero aveva cancellato”.

“Sono salvi – fa notare Orlandi – i tirocini inferiori a 18 mesi e salta l’obbligo del tirocinio generalizzato per tutti, anche per quelle categorie che non lo avevano. Viene ripristinata l’autonoma capacità dei consigli nazionali professionali di stipulare in proprio convenzioni con le università per lo svolgimento dl tirocinio durante il corso di studi”.

E’ stato, inoltre, eliminato – rimarca – l’assurdo divieto del limite di non più di tre tirocinanti ogni professionista (ciascun albo deciderà quanti). Salta il divieto per i pubblici dipendenti di svolgere l’attività professionale. Salta anche l’obbligo di ripetere il tirocinio se lo si sospende per più di sei mesi e l’odioso e costoso obbligo del corso di formazione semestrale a cui erano irragionevolmente costretti i tirocinanti. Il corso sopravvive ma come alternativa al tirocinio, non più come ulteriore gravame”.

Calderone in difesa della fedeltà fiscale dei professionisti

“Il grado di fedeltà fiscale dei professionisti ordinistici è molto elevato. Più in generale servirebbe un nuovo modo di gestire il rapporto fiscale con un sistema diverso, basato più sulla tassazione dei consumi che sulla presunzione dei ricavi”. Così Marina Calderone, presidente del Cup e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, in un’intervista a ‘Il Sole 24 Ore’, commenta l’azione di controllo della Gdf nei confronti delle professioni.

“Tutti i contribuenti -continua Calderone- devono rispondere del loro rapporto tributario con lo Stato. Non ci possono essere aree grigie o di tolleranza: nè può apparire strana l’esistenza di aree residuali, su di un campione non esattamente significativo, di illiceità che va perseguita ma non enfatizzata”.

Per Calderone, in conclusione “gli Ordini devono continuare ad assolvere il loro gravoso compito di garanzia nei confronti dei cittadini a tutela della fede pubblica, perseguendo chi non rispetti le regole”.

Fonte: Adnkronos.it

Il decreto sulle qualifiche professionali accolto da polemiche

di Vera MORETTI

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sulle qualifiche professionali che permette la partecipazione delle associazioni professionali riconosciute ai tavoli di negoziazione Ue.

Il testo non fa riferimento agli attestati di competenza dei professionisti non iscritti all’albo, questione che era stata sollevata nelle settimane precedenti e bisognosa di essere risolta.

A questo proposito, Roberto Orlandi, vice coordinatore del Cup, si è mostrato agguerrito e in attesa di quando tale provvedimento passera al Cnel. Ha infatti affermato: “Ritengo irrilevante la questione dell’attestato, comunque siamo nel campo dell’extra delega. Come coordinatore del gruppo delle libere professioni del Cnel posso assicurare che il nostro parere, anche se non vincolante, sarà negativo“.

Si tratterà, dunque, di una battaglia doppia, che vedrà schierati sia Cup sia Cnel, poiché quest’ultimo avrà un peso significativo quando si tratterà di impugnare il testo del decreto.

Secondo tale testo, le associazioni dovranno avere un’organizzazione ramificata a livello nazionale e assicurare l’affidabilità degli iscritti, con il rispetto del codice deontologico e con l’obbligo di formazione continua.
D’altro canto, non avranno il permesso di esercitare competenze riservate né fare uso di denominazioni usate da Ordini e Collegi. Per quanto riguarda la possibilità di rilasciare attestati di competenza, c’è ancora incertezza.

Gli argomenti caldi del Professional Day

di Vera MORETTI

Voglia di progredire e guardare al futuro con ottimismo sono emersi durante il Professional Day dell’1 Marzo, la giornata delle professioni organizzata oggi da Cup, Adepp e Pat, per formulare delle proposte per rilancio del Paese.

Sul palco dell’Auditorium della Conciliazione di Roma si sono avvicendati i rappresentanti del mondo professionale ed ognuno ha formulato le proprie proposte di sviluppo relative al settore di competenza professionale, che saranno consegnate al presidente del Consiglio, Mario Monti.

Marina Calderone, presidente del Cup e del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, ha sottolineato: “Il governo dei tecnici dialoghi con i tecnici: perché la professionalità dei professionisti italiani è utile al Paese e siamo qui per ribadire che vogliamo dare il nostro contributo per la crescita e il futuro dell’Italia. Si può parlare di riforme, di futuro, partendo da un presupposto: siamo lavoratori intellettuali impegnati a svolgere al meglio il nostro compito”.

Gli argomenti affrontati sono stati molteplici e tutti particolarmente urgenti.
Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, ha voluto incentrare il suo intervento sulla necessità di semplificare le procedure normative e investire nella ricerca, al fine di “tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini passando per un ampio piano di rigenerazione urbana nell’ottica della sostenibilità, crocevia di un approccio sistemico multidisciplinare improntato a una progettazione etica. Con lo sguardo rivolto ai giovani“.

I commercialisti, nella persona di Claudio Siciliotti, il numero uno di categoria, hanno invece affrontato il tema fiscale, che deve essere affrontato con la cooperazione delle parti e l’ascolto di esse e, in merito alla giornata, ha dichiarato: “Questa è l’occasione per mettersi d’accordo sul metodo da utilizzare, basti pensare che ad oggi, per via di tutte le riforme che si sono sovrapposte incessantemente da oltre sei mesi, non è chiaro se si applicano le tariffe, se il giovane che ha compiuto 18 mesi di tirocinio può sostenere l’esame di stato, se l’assicurazione è obbligatoria nell’immediato e se si possono costituire società tra professionisti“.

L’intervento di Armando Zingales, presidente del consiglio nazionale dei chimici, è invece servito per lanciare una proposta, ovvero una nuova Authority che sia davvero espressione degli ordini professionali, questo perché “l’attuale, ovvero l’Antitrust non è sufficiente per reggere la sfida delle liberalizzazioni così concepite dall’esecutivo. Come chimici proponiamo che gli ordini professionali siano essi stessi delle vere e proprie Authority con poteri maggiori da definire“.

Soddisfatto Leopoldo Freyrie, numero uno degli architetti, il quale ha approvato la retromarcia fatta dal governo in tema di liberalizzazioni, convinto che, dopo questa mossa, “si aprirà una nuova fase che è quella di attuare una riforma concreta non solo dal punto di vista legislativo. Crediamo fortemente che questa sia l’occasione giusta per riaffermare la valenza sociale delle professioni ordinistiche e il loro ruolo di sussidiarietà nei confronti dello stato“.

Roma: si apre con un flash mob il ‘Professional day’

‘La sicurezza ce l’abbiamo in testa’. Questo lo slogan lanciato dagli ingegneri italiani, casco giallo in testa, aprendo con un ‘flash mob’ il ‘Professional day‘ all’Auditorium della Conciliazione a Roma. Centinaia di migliaia i professionisti oggi in collegamento diretto con la giornata delle professioni organizzata da Cup (Comitato unitario delle professioni), Pat (Professionisti area tecnica) e Adepp (Associazione degli enti di previdenza privati).

La manifestazione unitaria dei 27 ordini professionali che sta prendendo il via in questi momenti sarà trasmessa in diretta dall’Auditorium della Conciliazione di Roma, ma oltre 150 sedi in tutta Italia saranno collegate via satellite. Dei 2 milioni e 300mila iscritti ai 27 ordini professionali, che generano un giro d’affari di 195,8 miliardi di euro, saranno centinaia di migliaia quelli che potranno quindi partecipare all’evento grazie all’innovativa ‘organizzazione’ multimediale.

E al ‘Professional day’ si attendono le proposte dei professionisti non solo sugli ordini professionali, ma anche su tanti altri temi come lavoro e fisco.

Fonte: adnkronos.com

Calderone: la riforma sulle professioni non deve diventare uno spot

“Negli Ordini c’è un problema di eccesso e non di accesso. E’ realmente difficile immaginare come si possa pensare di aumentare la produttività con la mera redistribuzione dei redditi. Credo che la riforma delle professioni sia una cosa seria che vada affrontata in modo organico, non con spot o slogan”. Con queste parole Marina Calderone, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, esprime il suo scetticismo nei confronti delle affermazioni del segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, che ha quantificato nel 4% l’incremento che dovrebbe derivare dalle liberalizzazioni delle professioni ordinistiche.

“Sarebbe interessante comprendere come viene calcolato l’aumento della produttività proveniente dalla riforma delle professioni – continua la Presidente del Cup, il Comitato Unitario delle Professioni. – E’ errato individuare il comparto dei professionisti come un sistema chiuso considerato che negli ultimi dieci anni vi hanno avuto accesso oltre un milione di under 45enni”.

Poco efficace, a suo avviso, il metodo scelto per intervenire sull’annosa questione della riforma degli ordini professionali in Italia. La Calderone ci tiene poi a sottolineare “la differenza di trattamento tra lavoratori aventi la medesima rilevanza costituzionale”, che calpesta l’articolo 1 della Costituzione Italiana, che sancisce come l’Italia sia una Repubblica fondata sul lavoro, autonomo o subordinato. Due pesi e due misure, in sostanza, per gli ordini professionali, per i quali una nuova legge sembra imminente, e per la riforma sul lavoro, per la quale invece la stesura di una nuova legislazione appare sempre più lontana da venire.

“Non comprendo la differenza di trattamento riservata alle riforme relative al lavoro autonomo e a quello dipendente – precisa la Calderone. – Con i professionisti si è scelta la decretazione d’urgenza, mentre per le riforme del lavoro quella del percorso parlamentare ordinario. Per quale ragione?”

Decreto “paga-Italia”? No, grazie

di Vera MORETTI

Marina Calderone prende posizione nei confronti dei decreti “salva-Italia” e “cresci-Italia” perché, sostiene: “sono piuttosto dei decreti “paga Italia“, in cui gli unici a guadagnarci sono i banchieri con l’aumento degli oneri bancari”.

La presidente del Cup, Comitato unitario professioni, non si tira indietro e si dice ancora disposta al dialogo e al confronto con il Governo, “ma diciamo no al confronto a tutti i costi“.

Proprio per questo motivo, la Calderone, in occasione dell’assemblea nazionale dei consigli provinciali dei consulenti del lavoro, ha invitato i colleghi a scendere in piazza l’1 marzo durante la manifestazione promossa da Cup e Adepp.
Oltre che per protestare contro “le politiche di dispersione delle nostre funzioni e capacità“, il motivo primario sarà difendere i diritti dei giovani, perché “oggi i giovani sotto i 45 anni rappresentano il 50% dei professionisti e dobbiamo assicurare loro un futuro“.

E, a questo proposito, Marina Calderone ha espresso il suo “pollice verso” nei confronti della nuova società a responsabilità limitata a 1 euro: “Questa società non va da nessuna parte, neanche in banca, perché i giovani devono essere accompagnati dalla nonna, altrimenti non gli dà nulla nessuno“.

Non è mancato un riferimento alla categoria dei consulenti del lavoro, il cui ruolo è di assoluta importanza dal momento che funge da tramite tra mondo delle imprese e dei lavoratori. E, in un 2012 iniziato all’insegna di casse integrazioni e ammortizzatori sociali, si tratta di un incarico delicato ma indispensabile per affrontare la crisi.

Noi mettiamo a disposizione del ministro del Lavoro, del Parlamento la nostra funzione tecnica, la nostra competenza sulle norme perché credo che sia venuto il tempo di affrontare con serenità senza preconcetti una riforma non solo dei contratti di lavoro e delle regole del mercato, ma anche una riforma ragionata degli ammortizzatori sociali che crei un sostegno nei confronti di una platea molto ampia di cittadini, all’interno della quale credo che il legislatore non debba dimenticarsi che ci sono anche i liberi professionisti“.