Debiti PA, le proposte di modifica del CUP

Dopo aver analizzato le criticità che il CUP rileva nel decreto legge che dovrebbe sbloccare i crediti della pubblica amministrazione verso le imprese, vediamo oggi quali sono le proposte del Comitato unitario degli ordini e dei collegi professionali per modificare in meglio il decreto.

1) Estensione della possibilità di compensazione dei crediti vantanti nei confronti della PA con tutte le imposte, tributi, contributi previsti dall’articolo 17 del D.lgs.241/1997. Vanno comprese, in particolare, le somme vantate periodicamente ed annualmente e non solo quelle previste dagli art. 28 quater (imposte iscritte a ruolo) e 28 quinquies (accertamenti con adesione, ecc.) del DPR 602/1973;
2) Estensione della possibilità di compensazione anche alle somme dovute alle Casse Edili in quanto determinanti ai fini della regolarità del DURC;
3) Considerare regolare ai fini del DURC/agevolazioni quella impresa che registra debiti in misura inferiore ai crediti vantati nei confronti della PA; a tale scopo costituire una banca dati dei creditori della PA consultabile dagli enti preposti al rilascio del DURC;
4) Riduzione dell’aggio dovuto ad Equitalia considerato che l’agente della riscossione è di proprietà pubblica. Le somme richieste attraverso l’iscrizione a ruolo sono già maggiorate di sanzioni ed interessi e pertanto gli aggi si traducono in nuove somme aggiuntive calcolate anche sulle sanzioni. Quantomeno l’aggio dovrebbe essere minimo per quanto concerne somme iscritte a ruolo dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps;
5) Aumentare la possibilità di rateazione dei debiti maturati dalle imprese con Equitalia;
6) Destinare un accesso al credito garantito dal Tesoro in misura pari al credito (certo, liquido ed esigibile) vantato dall’impresa e dai professionisti nei confronti della PA.
7) Anticipazione dell’innalzamento a 700mila euro della compensazione mediante F24.

Naturalmente, il CUP si impegna a portare nelle sedi istituzionali le sue proposte di modifica, in modo da accelerare il processo di modifica di un decreto che, è ormai chiaro, ha in sé più luci che ombre.

Debiti PA, il punto di vista del CUP

Il CUP ha presentato davanti alla Commissione Speciale della Camera dei Deputati – incaricata di audire le forze sociali sul provvedimento sui pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione – le proposte di modifica del decreto da parte dei Professionisti Italiani. “Il decreto legge 35/2013, pubblicato nella G.U. dell’8 aprile scorso, rappresenta senza dubbio un passo avanti rispetto alla situazione di stallo che registrano i crediti vantati da imprese e professionisti nei confronti della Pubblica Amministrazione – commenta Marina Calderone, presidente del CUP. –. Certamente positiva è anche l’indicazione esplicita dei professionisti tra i soggetti che possono recuperare i loro crediti. Tuttavia, il provvedimento varato è oggettivamente contrassegnato da una eccessiva burocrazia e da alcune criticità che ne paralizzano l’effettiva operatività“.

Le difficoltà maggiori riguarderanno soprattutto le PMI che avranno le maggiori difficoltà ad attuare il complesso iter burocratico previsto per incassare il credito vantato.

Entrando nel merito del provvedimento, non può essere considerato positivo il rinvio al 2014 dell’innalzamento a 700mila euro della compensazione mediante F24. Discutibile poi la novità relativa alla possibilità di compensare i crediti PA con gli accertamenti con adesione, inviti a comparire, acquiescenza, definizione sanzioni, conciliazione giudiziale e mediazione, emessi dall’Agenzia delle Entrate.

Non è prevista infatti la compensazione con debiti ordinari (ritenute fiscali, IVA periodica, saldi ed acconti in sede di dichiarazioni annuali), ravvedimento operoso, avvisi di irregolarità. Se si considera che finora era prevista la possibilità di compensare il credito con i ruoli art. 28 quater dpr 602/73, il paradosso è che se non si è morosi o accertati non sarà possibile compensare.

Non si comprende quindi il motivo per cui il debito dovuto al fisco periodicamente o che emerge dalla dichiarazione debba necessariamente attendere l’iscrizione a ruolo per poter essere compensato con i crediti vantati dalla PA. In conseguenza di ció le somme dovute originariamente, quando saranno iscritte a ruolo, verranno maggiorate di sanzioni, interessi ed aggi esattoriali. Inoltre, il rischio è quello di incorrere nelle sanzioni penali per gli omessi versamenti che superano le soglie previste dal D.Lgs.74/2000.

Ma nel provvedimento in esame il buco più grande è quello relativo ai contributi previdenziali, assistenziali, assicurativi che sono poi quelli che impediscono il rilascio del DURC (Documento Unico di Regolaritá Contributiva). Com’è noto, le aziende in questi anni hanno accumulato debiti con l’Inps omettendo o ritardando il versamento dei contributi per mancanza di liquidità causata, tra l’altro, proprio dal mancato pagamento di quanto legittimamente maturato. Questa situazione di irregolarità contributiva determina il mancato rilascio del Durc da parte dell’Inps. La normativa vigente prevede dunque che per incassare i crediti sia necessario essere in regola con il versamento dei contribuiti. Tale condizione si ottiene anche con la compensazione dei debiti maturati con i crediti vantati.

Ma se tutto ciò sarà possibile solo dal 2014 le aziende non potranno essere in regola con i contributi , quindi non potranno avere il Durc, quindi non potranno incassare il credito residuo dall’Ente pubblico debitore. E’ bene ricordare che, almeno per gli affidamenti che originano in appalti pubblici, il problema dovrebbe essere stato già risolto dalla legge e dallo scorso anno le stazioni appaltanti prima di pagare compensano il debito nei riguardi degli Enti (vedi la circolare 3/2012 del Ministero del Lavoro). Ma per tutti gli altri la situazione diventerebbe paradossale.

Gli architetti escono dal Cup

Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, con una lettera indirizzata al Cup e al Pat, ha annunciato la sua decisione di uscire, con decorrenza immediata, dal Comitato Unitario delle Professioni.

Le motivazioni che stanno alla base di questa scelta vanno a ricercarsi nei profondi cambiamenti che, negli ultimi anni, hanno caratterizzato le professioni, non ultima la Riforma delle Professioni: “La realtà dei nostri mestieri è profondamente cambiata, non solo nel grande incremento del numero dei professionisti e nella varietà delle prestazioni professionali che offriamo, ma soprattutto nella richiesta di servizi integrati, di mobilità sul territorio, di uso di tecnologie avanzate, di maggiore responsabilità etica. I principi di inter-disciplinarietà e di rete, formalizzati solo in parte nelle Società tra professionisti e società multiprofessionali, sono la risposta alle esigenze del presente e del futuro, sulla quale ognuno dei nostri Consigli Nazionali ha compiti importanti per promuovere un cambiamento profondo nella realtà organizzativa e di lavoro dei nostri iscritti, nella stragrande maggioranza ancora legata ad una tradizione micro-professionale e solitaria“.

Questa profonda trasformazione, anche dal punto di vista culturale, deve comunque salvaguardare l’etica professionale, ma anche riflettersi negli approcci e nelle strategie degli organismi interprofessionali, facendone dei fondamentali nodi di un coordinamento capace di guidare il cambiamento.
Ma, secondo gli architetti, i comitati interprofessionali non agiscono per integrare le conoscenze, piuttosto per “rappresentare in sede politica una mera somma di numeri delle cosiddetta categoria delle professioni liberali, in funzione di proposta o resistenza a norme che regolano il mercato”.
La distanza che si è creata, dunque, non aiuta ad unire i cittadini e i professionisti, che si trovano sempre più emarginati dal mercato.

Non a caso, negli ultimi mesi, si è evidenziata l’incapacità da parte dell’insieme delle professioni, peraltro divise in due diversi coordinamenti, di affrontare con proposte davvero innovative e integrate la crisi che colpisce l’Italia; di mettere in mora chi ha responsabilità di Governo con progetti strutturati, realizzabili e sostenibili; di collegarsi stabilmente con tutti i soggetti economici e sociali del Paese; di organizzare servizi integrati di sostegno ai cittadini e ai professionisti. La volontà di alcuni di noi di perseguire questa via è rimasta isolata.
I coordinamenti si sono accontentati, più o meno bene, di trattare la Riforma delle Professioni sui tavoli governativi, con posizioni spesso diverse, in una difficile opera di equilibrismo: hanno in sostanza svolto un’opera di mediazione tutta interna, avulsa dalla realtà, salvo poi rappresentare, anche arbitrariamente, posizioni opposte a quelle di parte degli associati, per esempio le nostre
”.

Vera MORETTI

Dal Professional Day, tanta carne al fuoco

Il Professional Day appena svoltosi a Roma con la partecipazione dei rappresentanti di tutti gli ordini professionali, nonché degli esponenti dei partiti politici, è stato teatro di una serie di proposte che i professionisti italiani hanno voluto portare all’attenzione della politica, per poter risolvere i gravi problemi che affliggono il nostro Paese.

Ad accomunare i partecipanti all’evento era la consapevolezza dell’importanza degli Ordini professionali, indispensabili per la realizzazione del principio di sussidiarietà, necessario alla Pubblica Amministrazione per lo snellimento dell’attività burocratica e il miglioramento dell’efficienza.

Tra le richieste, spiccano:

  • la necessità di ridurre il costo del lavoro per il rilancio immediato dell’economia;
  • il problema del sovraffollamento delle carceri;
  • lo snellimento dell’attività nel settore delle autorizzazioni attraverso l’assunzione di responsabilità dei professionisti che si sostituirebbero al rilascio dei pareri;
  • il contributo nella telematizzazione delle procedure di Giustizia.

Marina Calderone ha dichiarato, ottimista: “Sono emerse idee interessanti e tutti gli intervenuti si sono dimostrati disponibili nell’affrontare un nuovo percorso nel rapporto politica-professioni. Sarà nostro compito monitorare che ciò avvenga; ma soprattutto che gli impegni presi vengano mantenuti e siano tradotti in provvedimenti a favore dei cittadini. E su questo ci diamo appuntamento dopo i primi cento giorni dall’insediamento del nuovo esecutivo per la verificare se quanto promesso sarà mantenuto”.

Vera MORETTI

In arrivo il regolamento delle società di professionisti

Il regolamento attuativo delle società di professionisti è in dirittura d’arrivo.

Questo ha assicurato Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro e del Comitato unitario delle professioni: “Da quello che ci risulta, il provvedimento è in fase di uscita. Abbiamo avuto nei giorni scorsi l’ultimo confronto con il ministero di Giustizia e adesso le ultime notizie ci dicono che il ministero dello Sviluppo economico ha dato il suo benestare“.

E, a quanto pare, sembra che si tratti di un’attesa di pochi giorni, e poi finalmente potrà dirsi completo quel processo che è cominciato nell’agosto 2011, quando la riforma delle professioni cominciava a concretizzarsi.

Compito dei professionisti sarà, ora di vigilare sulla corretta applicazione della legge: “Credo che adesso la partita passerà agli ordini che dovranno applicare e vigilare affinché l’istituto sia adeguatamente applicato e non vi siano forme di abuso. Noi riteniamo che possa essere uno strumento societario utile soprattutto per le giovani generazioni, ecco perché io metto l’accento sulla corretta applicazione della norma che farà sì che i nostri ragazzi possano nello strumento societario trovare una reale opportunità di aggregazione professionale“.

Vera MORETTI

Appuntamento il 19 febbraio con il Professional Day

Dopo il successo della prima edizione, sta per partire il secondo Professional Day, organizzato da Cup (Comitato unitario permanente degli ordini e collegi professionali), Pat (Professioni area tecnica) e Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati.

La data da segnare in agenda è il 19 febbraio, quando, all’Auditorium della Conciliazione di Roma, si discuterà con i presidenti e i consiglieri nazionali delle varie professioni, per un confronto fondamentale e costruttivo tra i rappresentanti della politica e delle istituzioni, per poter proporre le misure necessarie per rilanciare l’Italia.

Non si mancherà, come è anche confermato da una nota i presentazione dell’evento, di parlare “del ruolo che i 2.300.000 iscritti agli ordini e collegi professionali italiani svolgono quotidianamente a supporto dei cittadini e della pubblica amministrazione”.

Ciò avverrà anche grazie a collegamenti via satellite con le sedi territoriali, che permetteranno la partecipazione di circa 500.000 professionisti appartenenti a tutti gli ordini e collegi professionali italiani.

Vera MORETTI

Premio Aidda 2012 a Marina Calderone

Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e del Cup (Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali), è stata insignita del Premio Aidda (Associazione Imprenditrici e Dirigenti d’Azienda) 2012.
Il riconoscimento è stato consegnato a Cagliari, per mano del sindaco della città Massimo Zedda.

La motivazione alla base del conferimento è semplice: Marina Calderone ha saputo distinguersi in questo anno con le tante iniziative e i tanti interventi a favore delle categorie di professionisti.
E la stessa presidente del Consulenti del Lavoro ha voluto sottolineare l’estrema difficoltà, nei suoi sette anni di mandato, nell’adeguarsi ai continui mutamenti del mondo del lavoro, soprattutto alla luce di leggi e riforme sempre diverse.

Il primo obiettivo che sta a cuore all’Ordine che lei stessa rappresenta è garantire un’occupazione a chi non ce l’ha: “Se non riusciremo a creare nuova occupazione avremo un problema per i giovani: se i padri rimangono al lavoro 10 anni in più, i figli non riusciranno a entrare. Ecco che la flessibilità potrebbe consentire a chi è prossimo alla pensione di poter insegnare il lavoro a un giovane purché non gli pregiudichi la pensione“.

Antonella Siragusa, presidente dell’Aidda Sardegna, ha voluto lanciare un messaggio agli imprenditori: “Soprattutto in un periodo come questo siamo noi – donne e uomini – a dover lavorare per far crescere le aziende. In Sardegna si parla di imprenditoria ma le imprese sono sottocapitalizzate: ecco che gli imprenditori devono crederci reinvestendo per irrobustire le società e superare le crisi“.

Vera MORETTI

Calderone: sì alla riforma, no ai tagli sul praticantato

La riforma delle professioni è stata ben accolta da Marina Calderone, presidente del Cup (Comitato unitario delle professioni) e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, la quale ha dichiarato a proposito: “In un momento storico in cui da più parti gli Ordini vengono pretestuosamente attaccati da settori non disinteressati, è stato invece riconfermato il valore sociale delle professioni liberali“.
Anche se, a dire il vero, Calderone ha anche ammesso la presenza di “aspetti perfettibili e sui quali chiederemo modifiche, ove ne ricorrano le condizioni“.

Tra i “difetti” ai quali il presidente dei Consulenti del Lavoro si riferisce c’è, in primo luogo, il praticantato, che va difeso e riparato da qualunque tentativo di taglio. Questo perché: “più si accorciano i tempi di tirocinio, più si riduce la presenza dei praticanti negli studi, maggiore è la possibilità di trovarsi al cospetto di giovani professionisti preparati in teoria ma con un’esperienza ridotta“.

Tra i progetti futuri, Marina Calderone ha in mente un’altra edizione del Professional day, utile momento di confronto, ma anche l’intenzione di rilanciare il valore sociale dei professionisti che con la loro attività quotidiana “prestano un vero e proprio servizio sociale alla collettività“.

Vera MORETTI

Niente ordini di serie A e serie B per Lupoi e Calderone

Giuseppe Lupoi, presidente del CoLAP, e Marina Calderone, presidente del CUP, hanno la stessa opinione riguardo la regolamentazione delle associazioni professionali: entrambi desiderano tutelare gli ordini professionali, ad oggi ben 27, ed evitare che si arrivi a distinguere tra ordini di serie A e ordini di serie B.

Ma, a quanto pare, in Senato sono al lavoro per regolamentare le professioni che ancora non fanno capo a nessun ordine, ma senza alcun riferimento a distinzioni di sorta.

Giuseppe Lupoi, a questo proposito, ha dichiarato: “Sono associazioni liberamente costituite da professionisti che esercitano attività professionali consentite dalle leggi vigenti sul territorio della Repubblica. Il loro scopo è da sempre la formazione continua dei professionisti: chi non si aggiorna esce! Non è previsto alcun obbligo di iscrizione“.
La legge, dunque, permetterebbe una migliore informazione al cliente delle capacità del professionista a cui si affida.

La differenza tra ordini ed associazioni sta nel fatto che gli iscritti agli ordini, quelli riconosciuti dallo Stato, lo sono obbligatoriamente che, ad esempio, “da semplici notai, prendono atto del possesso di un titolo e iscrivono il professionista ai loro albi professionali. Null’altro sono in grado di certificare ai clienti di quei professionisti“.

E per Lupoi appartenere ad un’associazione rappresenta un valore aggiunto.

d.S.

Marina Calderone ancora alla guida del CUP

Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, è stata confermata anche alla guida del CUP, carica che, quindi continuerà a ricoprire fino al 2015.
La votazione è avvenuta all’interno dell’assemblea formata dai Presidenti dei Consigli Nazionali che fanno parte del Comitato Unitario degli Ordini e dei Collegi Professionali.

La Calderone, dopo la rielezione, ha dichiarato: “E’ un grande onore e una grande responsabilità continuare a guidare il CUP in un momento importante e delicato di cambiamento per le professioni ordinistiche, che hanno dimostrato di occupare un posto di rilievo nella società italiana. Ci impegneremo sempre di più a manifestare la peculiarità e la forza di due milioni di professionisti e del loro indotto: sarà un banco di prova importante per un organismo che è diventato ormai un elemento importante di confronto interno tra le professioni”.

La fiducia rinnovata alla presidente dell’ordine dei Consulenti del lavoro, inoltre, significa anche un importante riconoscimento a questo ordine, ultimamente sempre più coinvolto nelle vicende del Paese, tanto che la stessa Calderone ha ammesso la volontà di “creare un collegamento strutturale della rete ordinistica, che permetta il consolidarsi del valore sociale delle professioni“.

Vera MORETTI