Bonus trasporti, al via le richieste dal 17 aprile. Guida

Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha reso noto che dalle ore 8 del giorno 17 aprile 2023 è possibile richiedere il Bonus trasporti. Ecco come procedere.

Cos’è il bonus trasporti 2023 e per quali viaggi è richiedibile

Il bonus trasporti è stato istituito con l’articolo 35 del Dl Aiuti n.50/2022 e ha l’obiettivo di aiutare le famiglie a far fronte alle spese dei trasporti in un periodo di particolari difficoltà economiche. Può essere richiesto per l’acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale ovvero per i servizi di trasporto ferroviario nazionale.

Per quanto riguarda il trasporto ferroviario è bene ricordare che il bonus trasporti 2023 non può essere utilizzato per l’acquisto di titoli di viaggio in business class, prima classe, executive, salotto, premium, working area e-business salottino, insomma si può ottenere solo per il classico viaggio in seconda classe.

Come richiedere il bonus trasporti 2023?

La richiesta del bonus trasporti può essere fatta per se stessi o per un familiare fiscalmente a carico, deve essere fatta sul sito https://www.bonustrasporti.lavoro.gov.it/ accedendo con la propria identità digitale, cioè Spid o Carta di identità elettronica. Deve però essere indicato il codice fiscale del beneficiario, quindi nel caso in cui l’istanza sia presentata per il figlio fiscalmente a carico, deve essere inserito il codice fiscale di costui.

Il bonus può essere richiesto da soggetti che hanno un reddito non superiore a 20.000 euro e non può avere un valore superiore a 60 euro. Il reddito deve essere auto-certificato con una semplice spunta al momento dell’inserimento della domanda, ma naturalmente potranno esservi dei controlli.

Il buono può essere utilizzato per l’acquisto di abbonamenti mensili, per più mesi o annuali, non è cedibile, non costituisce reddito imponibile e il valore non deve essere indicato nel modello Isee. Il buono inoltre è nominativo ed è compatibile con le detrazioni previste per le spese di trasporto, ma solo per la quota di spesa eccedente rispetto al bonus trasporti riconosciuto.

Come precedentemente detto, la piattaforma è accessibile dalle ore 8:00 del 17 aprile 2023 e il bonus trasporto è richiedibile fino al 31 dicembre 2023, ma comunque fino a esaurimento fondi, quindi non è detto che andando in piattaforma a dicembre vi siano ancora risorse disponibili. Il fondo è di 100 milioni di euro.

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Bonus 200 professionisti al via le domande, ecco da quando

Lentamente sembra arrivare la luce in fondo al tunnel per i professionisti e lavoratori autonomi che ad oggi ancora non hanno ricevuto il bonus di 200 euro. La data dalla quale potrebbe essere possibile presentare la domanda dovrebbe essere il 15 settembre 2022.

Bonus 200 professionisti: la domanda potrà essere presentata a breve

Il bonus 200 euro professionisti e lavoratori autonomi è disciplinato dal decreto Aiuti al fine di aiutare i lavoratori e pensionati a far fronte ai rincari energetici. Mentre i dipendenti, pubblici e privati, e i pensionati dovrebbero averlo già ricevuto, non è così per lavoratori autonomi e professionisti. Costoro infatti stanno ancora aspettando che siano delineate le modalità per potervi accedere, la procedura è stata invece più celere per colf e badanti. Anche per lavoratori autonomi e professionisti è previsto il requisito reddituale, cioè potranno richiederlo coloro che nel 2021 hanno avuto un reddito inferiore a 35.000 euro. Il fondo previsto in favore di queste categorie di lavoratori è di 95,6 milioni di euro.

Come presentare la domanda per il bonus 200 professionisti e lavoratori autonomi

In base a quanto finora stabilito nel decreto attuativo firmato dai Ministri del lavoro e dell’Economia, attualmente al vaglio della Corte dei Conti dal giorno 23 agosto 2022, ogni lavoratore autonomo e professionista, dovrà inoltrare la richiesta seguendo le modalità previste dalle singole casse previdenziali, ad esempio gli avvocati dovranno richiederlo seguendo le istruzioni operative fornite dalla Cassa Forense, mentre coloro che sono iscritti alla Gestione Separata Inps dovranno richiedere il Bonus attraverso le indicazioni che rilascerà l’Inps.

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Le domande per ottenere il bonus di 200 euro per lavoratori e professionisti dovrebbero essere inoltrate con molta probabilità dal 15 settembre 2022 e le stesse saranno vagliate e approvate in ordine cronologico di arrivo fino a concorrenza dei fondi messi a disposizione. In base alle prime stime fatte, a poterne godere saranno circa 477 mila professionisti e di questi 146.000 dovrebbero essere quelli iscritti alla Cassa Forense su un totale di iscritti di 243.000, insomma una larga parte degli avvocati guadagna meno di 35.000 euro l’anno.

Bonus 200 euro per lavoratori autonomi e professionisti: il decreto attuativo

Dopo una lunga attesa sembrano essere definite anche le modalità per la richiesta del bonus di 200 euro da parte dei lavoratori autonomi, professionisti, titolari di partita Iva. Ecco il contenuto del decreto attuativo firmato dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando.

Requisiti per ottenere il bonus di 200 euro per lavoratori autonomi e professionisti

Il bonus di 200 euro spetta ai lavoratori che non abbiano un reddito superiore a 35.000 euro. Ai lavoratori dipendenti del settore privato è stato erogato dal datore di lavoro. Mentre per i lavoratori del settore pubblico e i pensionati l’erogazione è avvenuta direttamente dall’INPS. Tocca ora definire le modalità operative per i lavoratori autonomi, come previsto dall’articolo 33 del decreto Aiuti. Anche per lavoratori autonomi e professionisti vi è il limite del reddito annuo di 35.000 euro.

Per poter accedere al beneficio, il lavoratore deve essere iscritto a una delle gestioni previdenziali dell’INPS. In alternativa agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza di cui al D.Lgs. 30 giugno 1994, n. 509 e al D.Lgs. 10 febbraio 1996, n. 103. L’iscrizione deve essere avvenuta prima dell’entrata in vigore del decreto Aiuti (18 maggio 2022). Inoltre deve essere stato effettuato almeno un versamento per la contribuzione dovuta alla gestione di iscrizione.

Come richiedere il bonus di 200 euro per partita Iva e professionisti?

Nel comunicato è specificato che i lavoratori autonomi per poter richiedere il bonus di 200 euro devono seguire le istruzioni che saranno rese disponibili dagli enti di gestione previdenziale. Ad esempio chi è iscritto alla Gestione Separata INPS deve attendere le istruzioni dell’INPS, chi è iscritto a un’altra cassa previdenziale deve attendere le istruzioni operative fornite da queste. Questo vuol dire che attualmemnte non è ancora possibile effettuare la richiesta. Ogni lavoratore autonomo dovrà prestare attenzione ai siti e alle informazioni che arrivano direttamente dagli enti gestori della previdenza e assistenza obbligatoria per il proprio settore.

Per l’erogazione del bonus di 200 euro previsto nel decreto Aiuti al fine di aiutare le famiglie e i professionisti a fronteggiare gli effetti della crisi energetica e del caro prezzi è stato istituito un fondo presso il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali. Lo stesso vanta un finanziamento per il 2022 di 600 milioni di euro. Questo vuol dire che in caso di eccesso di domande, sarà ridotto proporzionalemnte il contributo erogato a professionisti, lavoratori autonomi e titolari di partita Iva.

Credito di imposta autotrasporti nel decreto Aiuti: arriva il decreto attuativo

Con il decreto direttoriale 324 del 2022 il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile (MIMS) ha indicato i criteri di attuazione del credito di imposta per autotrasporti destinati ad aiutare le imprese a far fronte all’aumento dei costi determinati dall’aumento dei prezzi nel settore carburanti.

Decreto Aiuti e credito di imposta autotrasporti

Il credito di imposta autotrasporti è previsto dall’articolo 3 commi da 1 a 6 del DL aiuti n.50/2022, convertito con modifiche in legge 91 del 2022. Prevede il credito di imposta pari al 28% ( al netto Iva) della spesa sostenuta nel primo trimestre del 2022 per l’acquisto del gasolio per autotrasporti. Il credito di imposta è rivolto a imprese che operano nel settore del trasporto merci su gomma con veicoli di massa massima complessiva pari o superiore a 7,5 tonnellate. Le imprese per poter ottenere questo beneficio devono essere iscritte all’Albo nazionale degli autotrasportatori e al Registro elettronico nazionale per l’anno 2022 al momento della presentazione della domanda.

Possono accedere al credito di imposta per autotrasporti le imprese che abbiano sede legale o stabile organizzazione in Italia, esercenti le attività di trasporto indicate all’articolo 24 -ter , comma 2, lettera a), del testo unico delle accise approvato con decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504.

Il credito di imposta in oggetto può essere utilizzato esclusivamente in compensazione, quindi consente di “scontare” altre imposte  versate con modello F24 non concorre alla formazione del reddito di impresa e alla base imponibile Irap.

Modalità operative per il credito di imposta autotrasporti nel decreto Aiuti

Con il decreto direttoriale 324 del 29 luglio 2022 si è provveduto a indicare le modalità operative, la piattaforma per la richiesta del credito di imposta non è ancora accessibile e sarà fruibile sul sito dell’Agenzia Dogane e Monopoli. La piattaforma informatica sarà accessibile per 30 giorni, in questo lasso di tempo sarà possibile inoltrare la propria istanza. Il fondo stanziato per il credito di imposta in favore degli autotrasportatori è di 496.845.000 euro. Con un avviso sul sito del Ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibile sarà comunicata la data e il link attraverso il quale accedere alla piattaforma per la presentazione delle istanze.

Già ora è noto che la piattaforma sarà divisa in due sezioni, una per l’inoltro e l’altra per la consultazione della domanda già proposta. Per poter accedere alla piattaforma è necessario essere in possesso di Spid, Cie o CNS e devono essere allegati i file fatture per dimostrare gli importi per i quali si può usufruire del credito di imposta per autotrasportatori e i file targhe, Questi sono necessari perché è possibile accedere al beneficio solo per parco mezzi almeno euro 5.

Per conoscere nel dettaglio le modalità operative, scarica il decreto direttoriale del MIMS decreto direttoriale 324/2022

Società Benefit: pubblicato il codice tributo per il credito di imposta

Con la Risoluzione 42 l’Agenzia delle Entrate ha reso noto il codice tributo per avvalersi del credito di imposta riconosciuto per la costituzione di Società Benefit.

Cosa sono le Società Benefit e a quanto ammonta il credito di imposta

Le Società Benefit sono una particolare tipologia di società che ha doppio scopo, cioè lo scopo di lucro e uno scopo altruistico.

Per conoscere le peculiarità delle Società Benefit leggi l’articolo: Società benefit: cosa sono, come funzionano e quali vantaggi portano.

Per sostenere lo sviluppo delle Società Benefit, con il Decreto Rilancio prima e con il decreto Aiuti dopo, è stato previsto un credito di imposta in favore dei soggetti che decidono di costituire una società benefit. Il credito di imposta è riconosciuto anche in caso di trasformarmazione di una società già esistente in società benefit. Il credito di imposta è relativo a:

  • le spese notarili e per l’iscrizione nel Registro delle Imprese;
  • le spese inerenti l’assistenza professionale e le consulenze sostenute e destinate alla costituzione e trasformazione delle Società Benefit.

In misura pari al 50%.

Risoluzione 42/E/2022: ecco il codice tributo per le Società Benefit

Con la Risoluzione 42  del 27 luglio 2022 L?Agenzia delle Entrate ha reso noto il codice tributo da utilizzare esclusivamente con il modello F24 che consente di scontare tali spese. Il codice tributo è “6976” (credito d’imposta per il rafforzamento del sistema delle società benefit – art. 38-ter, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34).

È importante ricordare che il credito di imposta si riferisce alle operazioni contemplate nel decreto Rilancio e cioè quelle effettuate tra il 19 luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 e non quelle successive che sono invece previste nel decreto Aiuti e che comprendono le operazioni di costituzione o trasformazione di società benefit fino al giorno 31 dicembre 2022. Possono utilizzare il codice tributo le società che hanno presentato correttamente e nei termini istanza attraverso la piattaforma telematica messa a disposizione e a cui è stato comunicato l’ammontare del credito di imposta riconosciuto.

Leggi anche Credito di imposta Società Benefit: c’è tempo fino al 15 giugno per la domanda

Scarica qui l’intera Risoluzione 42/E/2022 RIS_n_42_del_27_07_2022

Superbonus: conversione DL Aiuti via libera alla cessione dei crediti ai correntisti

Nella conversione del decreto Aiuti già votata alla Camera c’è un’importante novità per la cessione dei crediti: le banche potranno a loro volta cedere i crediti alle partita Iva. Ecco cosa cambia.

Superbonus 110%: nel conversione al decreto Aiuti arriva il via libera alla quarta cessione

Buone notizie per coloro che hanno iniziato i lavori per il Superbonus ma hanno i crediti bloccati, infatti arriva un emendamento al decreto legge Aiuti che consente di sbloccare i fondi. Abbiamo visto in un precedente articolo che l’Agenzia delle Entrate ha riferito che ci sono 5 miliardi di euro bloccati nel cassetto fiscale. Allo stesso tempo abbiamo visto che i fondi disponibili per il superbonus 110% sono ormai esauriti. Al fine di sbloccare questa situazione, nel decreto Aiuti che deve ora superare il passaggio al Senato, che sembra però inevitabile, è prevista la possibilità per le banche di cedere ulteriormente i crediti.

Leggi anche: Superbonus 110%: 5 miliardi di credito bloccati nel cassetto fiscale

Cessione dei crediti del Superbonus anche ai correntisti

Si tratta dell’ennesima modifica al meccanismo della cessione del credito, infatti la normativa attualmente in vigore prevede che nel momento in cui il beneficiario chiede lo sconto in fattura, oppure cede il credito all’impresa che si occupa dei lavori, questi soggetti possono utilizzare tale credito di imposta per scontare le proprie tasse, oppure possono cedere alle banche o intermediari finanziari.

Con la normativa ora in vigore non ci possono essere ulteriori cessioni. Questo ha però destabilizzato il panorama perché le banche, dopo aver scontato i debiti fiscali che loro stessi hanno maturato, hanno smesso di accettare la cessione del credito, si parla di incapienza fiscale. Tra le piattaforme bloccate vi sono quelle di Poste Italiane, ma anche di moltre altre banche come Unicredit e Intesa.

La norma prevista nel decreto Aiuti mira a sbloccare tale situazione, infatti è prevista la possibilità per le banche e gli intermediari finanziari di cedere ulteriormente i crediti, ma solo a clienti con partita Iva. È  espressamente esclusa la possibilità di cedere i crediti a consumatori quindi correntisti senza partiva Iva.

Il decreto Aiuti prevede che questa norma trovi applicazione retroattiva, quindi sarà possibile optare per la ulteriore cessione del credito da parte di banche e intermediari finanziari per cessioni o sconti in fattura comunicate all’Agenzia delle Entrate prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del dl Aiuti.

Lavoratori autonomi: c’è il decreto attuativo per il bonus 200 euro?

I lavoratori autonomi, partite Iva, professionisti iscritti alle casse previdenziali sono in allarme: perché non è stato emanato il decreto attuativo per il bonus una tantum di 200 euro che i lavoratori dipendenti e i pensionati avranno a luglio?

Bonus una tantum di 200 euro per il contrasto al caro vita: a chi spetta?

Il decreto aiuti 2022 del 2 maggio, entrato in vigore il 17 maggio 2022, prevedeva un bonus una tantum di 200 euro in favore di pensionati, lavoratori dipendenti, percettori di reddito di cittadinanza, di disoccupazione agricola, NASpI, Dis-coll e lavoratori autonomi, insomma una vasta platea, differenziata per le modalità di erogazione.

L’erogazione è infatti automatica per i percettori di reddito di cittadinanza e altre misure erogate dall’INPS, ad esempio NASpI ed è automatica per i dipendenti pubblici.  Questi soggetti potranno riceverla nel mese di luglio insieme a stipendi e indennità varie. Mentre per le altre categorie ci sono piccole complicazioni.

La prima è la necessità per i lavoratori dipendenti del settore privato di produrre un’autocertificazione circa il possesso dei requisiti, cioè un reddito annuo inferiore a 35.000 euro e aver goduto dell’assunzione con sgravio contributivo. L’Inps non ha però pubblicato il modello di autocertificazione e di conseguenza ci hanno pensato commercialisti e consulenti del lavoro.

Per avere maggiori informazioni e scaricare il modulo leggi l’articolo: Bonus 200 euro: lavoratori dipendenti devono presentare l’autodichiarazione?

Resta però ancora un nodo da sciogliere e cioè come, e soprattutto quando, percepiranno il bonus di 200 euro i lavoratori autonomi? Ecco cosa sta succedendo.

Che fine ha fatto il decreto attuativo per il bonus una tantum di 200 euro ai lavoratori autonomi?

Per i lavoratori autonomi la normativa prevedeva la necessità di un decreto attuativo di concerto tra Ministero del Lavoro  e il Ministero dell’Economia attraverso il quale il Governo avrebbe indicato le modalità per poter usufruire del bonus di 200 euro nato per aiutare le famiglie a far fronte alle conseguenze dell’inflazione.

Il decreto attuativo doveva essere emanato entro 30 giorni, il termine è però scaduto il 17 giugno e oggi, 22 giugno, purtroppo ancora non ci sono notizie. Il termine è evidentemente slittato e di conseguenza sono numerosi i lavoratori che con molta probabilità non riceveranno il bonus nel periodo estivo con il rischio che slitti all’autunno, a condizione che vi sia la conferma dello stesso. In realtà nel decreto aiuti erano previsti 43 decreti attuativi e di questi solo 11 sono stati emanati.

Il bonus di 200 euro per i titolari di partita Iva era contemplato nell’articolo 33 del decreto Aiuti 2022 e prevedeva lo stanziamento di un fondo da ripartire tra i lavoratori autonomi e professionisti iscritti a una gestione previdenziale INPS. Già da questa prima indicazione si evince che in realtà non è detto che alle partita Iva sarà riconosciuto un bonus di 200 euro, potrebbe anche essere inferiore e in base alle domande pervenute probabilmente si addiverrà alla ripartizione del fondo. Sono tutte ipotesi, perché in realtà fino a quando il decreto attuativo non c’è, non vi è alcuna sicurezza del fatto che gli autonomi possano avere il Bonus.

Il fondo da stanziare dovrebbe avere un ammontare di 500 milioni di euro.

Delusione tra i precari della scuola

Tra i delusi vi sono anche i precari della scuola con contratto in scadenza il 30 giugno, infatti per loro attualmente non si prevede il bonus di 200 euro, sebbene il M5S abbia presentato un emendamento per estendere a loro tale aiuto.

Per maggiori informazioni leggi anche: Precari scuola: arriva l’emendamento per estendere il bonus di 200 euro

Nessun problema per i precari della scuola con contratto in scadenza ad agosto.

Bonus 200 euro:lavoratori dipendenti devono presentare l’autodichiarazione?

Con l’articolo 31 del decreto Aiuti 2022 si introduce il bonus di 200 euro per dipendenti e pensionati. Se la procedura è abbastanza semplice per i pensionati che lo riceveranno automaticamente con la pensione del mese di luglio, non sembra essere altrettanto semplice per i lavoratori dipendenti che dovranno presentare un’autodichiarazione. Ecco perché questo adempimento.

Perché l’autodichiarazione occorre solo pe ri lavoratori dipendenti?

Il bonus di 200 euro è previsto nel Decreto Aiuti dall’articolo 31 per i lavoratori dipendenti e nell’articolo 32 per pensionati e altri soggetti. L’obiettivo è aiutare le famiglie a far fronte al caro vita attraverso aiuti una tantum, quindi senza aumenti di salari che stimolerebbero la spinta inflazionistica, ciò in attesa che la corsa dei prezzi si fermi.

Il bonus di 200 euro viene versato direttamente dall’ente previdenziale che eroga la pensione per i pensionati, titolari Naspi, dis-coll, disoccupazione agricola, RdC. Questi soggetti potranno quindi riceverlo nel mese di luglio senza presentare domanda e senza adempimenti. Diverso è invece il caso dei lavoratori dipendenti, che potranno percepirlo su erogazione del datore di lavoro che potrà poi usare le somme erogate in compensazione, quindi scalandole dalle imposte che deve versare. Di conseguenza i datori di lavoro onerati di questi impegni hanno l’esigenza di scaricare eventuali responsabilità legate al fatto che qualche lavoratore potrebbe percepire il bonus di 200 euro senza averne diritto.

I requisiti per accedere al bonus 200 euro dipendenti

Per i lavoratori dipendenti l’articolo 31 del decreto 50 del 2022 prevede, oltre il limite dei 35.000 euro annuali, anche un altro requisito. In particolare aver beneficiato dell’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti di cui alla Legge di Bilancio 2022 (art. 1, comma 121, L. n. 234/2021) per almeno un mese.

Inoltre il Bonus di 200 euro dipendenti spetta una sola volta quindi chi ha più datori di lavoro e non deve essere titolare di altri trattamenti, ad esempio RdC, oppure trattamenti pensionistici. Il rischio è che se il lavoratore riceve il bonus dall’INPS o da un altro datore di lavoro, qualche datore di lavoro possa perdere la compensazione dei 200 euro perché il bonus è stato erogato senza che la persona ne avesse diritto.

Proprio per questo motivo si è pensato a un’autodichairazione in cui il lavoratore conferma di non ricevere il bonus di 200 euro da nessun altro soggetto e di avere i requisiti previsti tra cui quello legato all’esonero contributivo.

Autodichiarazione: perché è essenziale?

Inoltre la normativa prevede in modo espresso che l’indennità “è riconosciuta in via automatica, previa dichiarazione del lavoratore di non essere titolare delle prestazioni di cui all’articolo 32, commi 1 e 18.”. Tale articolo prevede il bonus in favore di pensionati, percettori di NASpI, disoccupazione agricola, RdC…) .

Il problema nasce dal fatto che il legislatore non ha provveduto a rendere noto il modello per l’autodichiarazione. Questo naturalmente ha mandato in confusione datori di lavoro e commercialisti. Per colmare la lacuna, visto che ormai siamo a giugno inoltrato, i consulenti del lavoro hanno redatto un modello di autodichiarazione alternativo. I lettori possono scaricare l’approfondimento, nell’ultima pagina è presente il modello di autodichiarazione.

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