Bonus 200 euro autonomi e professionisti: finalmente potrebbe esserci la data

Da un incontro tenutosi il 19 settembre 2022 tra i direttori generali delle varie casse di previdenza iniziano a trapelare le possibili date dalle quali i lavoratori autonomi e professionisti potranno presentare la domanda per ottenere il bonus da 200 euro previsto nel decreto Aiuti Bis (articolo 33).

Dal 26 settembre potrebbero essere disponibili le piattaforme per la richiesta del bonus di 200 euro per lavoratori professionisti e autonomi

I lavoratori dipendenti e i pensionati lo hanno ormai ricevuto da tempo, mentre i lavoratori autonomi ancora sono in alto mare perché fino a ieri non era neanche nota una possibile data a partire dalla quale si potesse presentare l’istanza. Ora sembra che finalmente si sia giunti a un accordo e dal giorno 26 settembre alle ore 12:00 dovrebbero essere disponibili le piattaforme delle varie casse previdenziali per poter inoltrare la domanda volta a riscuotere il bonus di 200 euro. La notizia è stata data in anteprima con un comunicato dell’AdEPP (Associazione degli Enti Previdenziali Privati). Naturalmente la notizia deve essere ufficializzata attraverso la pubblicazione di un decreto attuativo che potrebbe arrivare nelle prossime ore.

Ricordiamo che lavoratori autonomi e professionisti per poter ricevere il bonus di 200 euro attraverso la piattaforma devono dichiarare di aver percepito nel 2021 un reddito inferiore a 35.000 euro.

Si potrà presentare un’unica domanda e ricevere anche il bonus di 150 euro?

Ora che iniziano a chiarirsi i termini per poter richiedere il bonus di 200 euro per lavoratori autonomi e professionisti, c’è anche chi ipotizza di farvi confluire la domanda per il bonus di 150 euro riconosciuto nel decreto Aiuti Ter nella domanda per il bonus di 200 euro. Questo consentirebbe ai lavoratori autonomi e professionisti di riscuotere in un’unica soluzione anche 350 euro. Questa ipotesi è sostenuta soprattutto dai lavoratori perché il rischio è che con domande separate il bonus di 150 euro potrebbe arrivare in riscossione nel 2023.

Appare alla scrivente difficile riuscire ad unire le due domande e questo per un motivo abbastanza semplice: tra questi due bonus cambiano i requisiti, infatti per il bonus di 150 euro è necessario non aver superato nell’anno 2021 un reddito superiore a 20.000 euro lordi. Questo vuol dire che dovranno per forza di cose esservi due separate domande con due auto-dichiarazioni. Non è neanche detto quindi che tutti coloro che possono percepire il bonus da 200 euro, possano percepire anche quello da 150 euro.

Leggi anche: Bonus Una tantum 150 euro: a chi spetta? È necessaria la domanda?

Pannelli solari: con il decreto attuativo sarà più semplice installarli

Le priorità per il prossimo inverno saranno legate alla spesa energetica, che è in continua risalita, e alla necessità di ridurre il fabbisogno di rifornimenti dalla Russia che sta usando il metano come arma di ricatto per i Paesi vicini all’Ucraina. Proprio per questo già con il decreto Energia si è prevista la liberalizzazione dell’installazione di pannelli solari di potenza fino a 200 kW. Ora, con il decreto attuativo del Ministro Cingolani sono state indicate le principali norme da rispettare.

Liberalizzazione dell’installazione di pannelli solari

Dal Ministero per la Transizione Ecologica (MiTE), guidato da Roberto Congolani, è arrivato il decreto attuativo della misura che prevede la liberalizzazione della installazione di pannelli fotovoltaici su edifici, strutture e “manufatti fuori terra diversi dagli edifici” fino a 200 kW . Per la realizzazione di questa tipologia di impianto si potrà utilizzare il Modello Unico Semplificato, questo vuol dire che non c’è bisogno di alcuna autorizzazione o permesso per poter procedere in quanto sono interventi parificati a quelli di manutenzione ordinaria. In passato tale regime semplificato era previsto solo per gli impianti di potenza fino a 50kW.

Questa misura, oltre a rispondere alla necessità di far fronte al rincaro dell’energia e ridurre la dipendenza dalla Russia, risponde anche all’esigenza di ridurre l’inquinamento ambientale attraverso l’uso di fonti sostenibili, rinnovabili e a zero emissione di CO2.

Fotovoltaico: in quali casi si usa il Modello Unico Semplificato?

Il Modello Unico Semplificato, oltre a poter essere utilizzato per la realizzazione di nuovi impianti con pannelli fotovoltaici, può essere utilizzato anche per modifica, potenziamento, connessione ed esercizi degli impianti.

La norma non trova applicazione nel caso in cui impianti installati in aree o su immobili identificati dalla legge come di “notevole interesse pubblico”, inclusi i centri e i nuclei storici. In questi casi sarà possibile installare gli impianti solo nel caso in cui gli stessi siano integrati nei tetti e non visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici, o ancora se le coperture sono realizzate con materiali della tradizione locale.

Come procedere all’installazione dei pannelli solari

Per procedere all’installazione degli impianti  fotovoltaici è necessario compilare il modello e inviarlo telematicamente al gestore di rete competente. Spetterà poi al gestore di rete provvedere a valutare la compatibilità dell’impianto rispetto alle condizioni previste dalla legge. Se la verifica ha esito positivo, il gestore avvia in automatico la pratica.

Occorre sottolineare che secondo le dichiarazioni di Cingolani, ogni Gigawatt prodotto sarà in grado di far risparmiare 3 metri cubi di gas. La liberalizzazione dell’installazione dei pannelli fotovoltaici darà inoltre un nuovo input alle imprese che si occuipano di queste tipologie di lavori.

Bonus Ristoranti: è arrivato il decreto attuativo. Tutte le novità

È pronto al via il Bonus Ristoranti, con agevolazioni fino a 30.000 euro in favore delle aziende del settore, tra cui anche gelaterie e pasticcerie, per investimenti in beni strumentali. Ecco codici Ateco interessati e requisiti.

Cos’è il bonus ristoranti

Il bonus ristoranti è stato introdotto con la legge di bilancio 2022, mancava però fino ad ora il decreto attuativo del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF). Lo stesso è stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 agosto 2022. Il Bonus ristoranti prevede in favore delle imprese del settore (ristoranti, pasticcerie e gelaterie) un bonus a copertura fino al 70% delle spese sostenute per l’acquisto di beni strumentali durevoli, per un importo massimo di spese ammissibili di 30.000 euro. Il fondo stanziato è di 56 milioni di euro.

Chi può chiedere il bonus ristorazione?

Abbiamo anticipato che il Bonus Ristoranti è rivolto a ristoranti, pasticcerie e gelaterie, sono però previsti ulteriori requisiti specifici. Ecco di quali si tratta.

Le attività ammesse hanno codice Ateco 56.10.11 cioè ristoranti con somministrazione di cibo e bevande, 56.10.30 (pasticceria, gelateria), 10.71.20 (produzione di pasticceria fresca) e potranno accedere se regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle Imprese da almeno 10 anni.

In alternativa:

  • per i ristoranti è possibile godere dei contributi a fondo perduto nel caso in cui l’attività abbia provveduto all’acquisto prodotti certificati DOP, IGP, SQNPI, SQNZ e prodotti biologici per almeno il 25% degli acquisti totali degli ultimi 12 mesi;
  • Per pasticcerie e gelaterie nel caso in cui negli ultimi 12 mesi siano stati acquistati prodotti DOP, IGP, SQNPI e prodotti biologici per almeno il 5% del totale.

Inoltre per poterne fruire è necessario:

  • essere nel pieno esercizio dell’attività;
  • non essere sottoposti a procedure concorsuali o liquidazione volontaria;
  • essere in regola con il versamento dei contributi (Durc);
  • in regola con gli adempimenti fiscali;
  • che abbiano restituito somme dovute in caso di revoca delle agevolazioni;
  • non abbiano ricevuto aiuti poi valutati dalla Commissione Europea come illegali o incompatibili.

Si può già chiedere il Bonus Ristoranti?

Il Bonus Ristoranti attualmente non è richiedibile, infatti manca ancora un decreto che dovrà essere emanato nell’arco di 30 giorni. Già ora è però noto che la richiesta dovrà essere effettuata tramite la piattaforma Invitalia che sarà il soggetto gestore della misura.

Si tratta di un contributo a fondo perduto, quindi nessun credito di imposta da far valere con le detrazioni, ma un versamento in conto.

Il Bonus Ristoranti è sottoposto alla disciplina degli aiuti de minimis e quindi è necessario rispettare i limiti previsti per questa tipologia di aiuto.

Leggi anche: Aiuti de minimis: cosa sono, limiti, ammontare e come ottenerli

Bonus 200 euro per lavoratori autonomi e professionisti: il decreto attuativo

Dopo una lunga attesa sembrano essere definite anche le modalità per la richiesta del bonus di 200 euro da parte dei lavoratori autonomi, professionisti, titolari di partita Iva. Ecco il contenuto del decreto attuativo firmato dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando.

Requisiti per ottenere il bonus di 200 euro per lavoratori autonomi e professionisti

Il bonus di 200 euro spetta ai lavoratori che non abbiano un reddito superiore a 35.000 euro. Ai lavoratori dipendenti del settore privato è stato erogato dal datore di lavoro. Mentre per i lavoratori del settore pubblico e i pensionati l’erogazione è avvenuta direttamente dall’INPS. Tocca ora definire le modalità operative per i lavoratori autonomi, come previsto dall’articolo 33 del decreto Aiuti. Anche per lavoratori autonomi e professionisti vi è il limite del reddito annuo di 35.000 euro.

Per poter accedere al beneficio, il lavoratore deve essere iscritto a una delle gestioni previdenziali dell’INPS. In alternativa agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza di cui al D.Lgs. 30 giugno 1994, n. 509 e al D.Lgs. 10 febbraio 1996, n. 103. L’iscrizione deve essere avvenuta prima dell’entrata in vigore del decreto Aiuti (18 maggio 2022). Inoltre deve essere stato effettuato almeno un versamento per la contribuzione dovuta alla gestione di iscrizione.

Come richiedere il bonus di 200 euro per partita Iva e professionisti?

Nel comunicato è specificato che i lavoratori autonomi per poter richiedere il bonus di 200 euro devono seguire le istruzioni che saranno rese disponibili dagli enti di gestione previdenziale. Ad esempio chi è iscritto alla Gestione Separata INPS deve attendere le istruzioni dell’INPS, chi è iscritto a un’altra cassa previdenziale deve attendere le istruzioni operative fornite da queste. Questo vuol dire che attualmemnte non è ancora possibile effettuare la richiesta. Ogni lavoratore autonomo dovrà prestare attenzione ai siti e alle informazioni che arrivano direttamente dagli enti gestori della previdenza e assistenza obbligatoria per il proprio settore.

Per l’erogazione del bonus di 200 euro previsto nel decreto Aiuti al fine di aiutare le famiglie e i professionisti a fronteggiare gli effetti della crisi energetica e del caro prezzi è stato istituito un fondo presso il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali. Lo stesso vanta un finanziamento per il 2022 di 600 milioni di euro. Questo vuol dire che in caso di eccesso di domande, sarà ridotto proporzionalemnte il contributo erogato a professionisti, lavoratori autonomi e titolari di partita Iva.

Lavoratori autonomi: c’è il decreto attuativo per il bonus 200 euro?

I lavoratori autonomi, partite Iva, professionisti iscritti alle casse previdenziali sono in allarme: perché non è stato emanato il decreto attuativo per il bonus una tantum di 200 euro che i lavoratori dipendenti e i pensionati avranno a luglio?

Bonus una tantum di 200 euro per il contrasto al caro vita: a chi spetta?

Il decreto aiuti 2022 del 2 maggio, entrato in vigore il 17 maggio 2022, prevedeva un bonus una tantum di 200 euro in favore di pensionati, lavoratori dipendenti, percettori di reddito di cittadinanza, di disoccupazione agricola, NASpI, Dis-coll e lavoratori autonomi, insomma una vasta platea, differenziata per le modalità di erogazione.

L’erogazione è infatti automatica per i percettori di reddito di cittadinanza e altre misure erogate dall’INPS, ad esempio NASpI ed è automatica per i dipendenti pubblici.  Questi soggetti potranno riceverla nel mese di luglio insieme a stipendi e indennità varie. Mentre per le altre categorie ci sono piccole complicazioni.

La prima è la necessità per i lavoratori dipendenti del settore privato di produrre un’autocertificazione circa il possesso dei requisiti, cioè un reddito annuo inferiore a 35.000 euro e aver goduto dell’assunzione con sgravio contributivo. L’Inps non ha però pubblicato il modello di autocertificazione e di conseguenza ci hanno pensato commercialisti e consulenti del lavoro.

Per avere maggiori informazioni e scaricare il modulo leggi l’articolo: Bonus 200 euro: lavoratori dipendenti devono presentare l’autodichiarazione?

Resta però ancora un nodo da sciogliere e cioè come, e soprattutto quando, percepiranno il bonus di 200 euro i lavoratori autonomi? Ecco cosa sta succedendo.

Che fine ha fatto il decreto attuativo per il bonus una tantum di 200 euro ai lavoratori autonomi?

Per i lavoratori autonomi la normativa prevedeva la necessità di un decreto attuativo di concerto tra Ministero del Lavoro  e il Ministero dell’Economia attraverso il quale il Governo avrebbe indicato le modalità per poter usufruire del bonus di 200 euro nato per aiutare le famiglie a far fronte alle conseguenze dell’inflazione.

Il decreto attuativo doveva essere emanato entro 30 giorni, il termine è però scaduto il 17 giugno e oggi, 22 giugno, purtroppo ancora non ci sono notizie. Il termine è evidentemente slittato e di conseguenza sono numerosi i lavoratori che con molta probabilità non riceveranno il bonus nel periodo estivo con il rischio che slitti all’autunno, a condizione che vi sia la conferma dello stesso. In realtà nel decreto aiuti erano previsti 43 decreti attuativi e di questi solo 11 sono stati emanati.

Il bonus di 200 euro per i titolari di partita Iva era contemplato nell’articolo 33 del decreto Aiuti 2022 e prevedeva lo stanziamento di un fondo da ripartire tra i lavoratori autonomi e professionisti iscritti a una gestione previdenziale INPS. Già da questa prima indicazione si evince che in realtà non è detto che alle partita Iva sarà riconosciuto un bonus di 200 euro, potrebbe anche essere inferiore e in base alle domande pervenute probabilmente si addiverrà alla ripartizione del fondo. Sono tutte ipotesi, perché in realtà fino a quando il decreto attuativo non c’è, non vi è alcuna sicurezza del fatto che gli autonomi possano avere il Bonus.

Il fondo da stanziare dovrebbe avere un ammontare di 500 milioni di euro.

Delusione tra i precari della scuola

Tra i delusi vi sono anche i precari della scuola con contratto in scadenza il 30 giugno, infatti per loro attualmente non si prevede il bonus di 200 euro, sebbene il M5S abbia presentato un emendamento per estendere a loro tale aiuto.

Per maggiori informazioni leggi anche: Precari scuola: arriva l’emendamento per estendere il bonus di 200 euro

Nessun problema per i precari della scuola con contratto in scadenza ad agosto.

I decreti attuativi della delega fiscale

La delega fiscale entra nel vivo con l’esame, da parte del Consiglio dei Ministri, di ben sei decreti attuativi. Tra essi, merita attenzione quello riguardante il potenziamento degli strumenti utili al contraddittorio preventivo tra i contribuenti e l’amministrazione tributaria.

Questo decreto della delega fiscale definisce 5 modalità di interpello preventivo, oltre agli strumenti della mediazione e delle conciliazione per evitare o chiudere le liti con Fisco.

Il decreto prevede 5 tipi di interpello inerenti la delega fiscale: ordinario, per superare le incertezze; probatorio, per richiedere l’accesso a determinati regimi fiscali; qualificatorio per chiedere la corretta qualificazione di alcune fattispecie; antiabuso, sull’abuso del diritto; disapplicativo per disapplicare limiti a deduzioni e crediti.

Relativamente all’istituto del reclamo e della mediazione tributaria (ricordiamo che è obbligatorio per le controversie fino a 20mila euro sugli atti emessi dall’Agenzia delle Entrate), questo viene esteso anche alle controversie catastali e alle controversie dove la controparte è Equitalia o uno degli altri concessionari abilitati alla riscossione.

Da ultimo, i decreti attuativi relativi alla delega fiscale prevedono che la conciliazione giudiziale non sia limitata solo alla prima udienza di primo grado, ma possa essere tentata anche in appello.

Fino al 30 settembre è possibile ottenere il riconoscimento degli immobili rurali

Ancora pochi i giorni disponibili per presentare la domanda al Ministero dell’Economia per
ottenere il riconoscimento di immobili rurali: la scadenza è fissata per il 30 settembre prossimo.

Il Decreto attuativo è stato appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, dove si possono trovare maggiori informazioni al riguardo e le iatruzioni su come completare la presentazione delle domande.

Il Decreto Sviluppo introduce la possibilità di attribuire alla propria abitazione rurale la categoria A/6, di classe R – classe appena istituita con il Decreto – e a fabbricati rurali ad uso strumentale la categoria D/10. Chi possedesse un immobile accatastato in un’altra categoria ma volesse effettuare il passaggio di categoria dovrà presentare una domanda di variazione all’Agenzia del Territorio.

La domanda può essere presentata da chiunque detenga diritti sull’immobile, o da professionisti tutelati, e va integrata con un’autocertificazione che attesti che l’immobile possiede i requisiti necessari per il cambio di categoria da almeno cinque anni, vale a dire almeno dal 2006, a meno che non siano stati acquistati in seguito.

Spetterà poi all’Ufficio del Territorio stabilire se sussistono i requisiti di ruralità che possano convalidare sia l’autocertificazione presentata, sia l’attribuzione della nuova categoria catastale. Ogni strumento, è scritto nel Decreto, sarà valido per accertare l’idoneità della domanda.

L’obbligo di presentazione della domanda non è invece rivolto ai possessori di immobili in grado di cambiare categoria catastale anche se è sicuramente conveniente, in quanto permette di risolvere i problemi fiscali in cui ci si imbatte quando un fabbricato rurale è iscritto in una categoria catastale non corretta, pur di essere esclusi dall’Ici.

Il tempo a disposizione è davvero poco, sarà difficile rispettare la scadenza.

Vera Moretti