Bonus dipendenti e fringe benefit, le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate

Il decreto Lavoro 2023 ha introdotto una speciale misura in favore dei lavoratori/genitori, cioè la possibilità di avere solo per quest’anno l’esenzione della tassazione dei benefit aziendali fino a 3.000 euro. L’Agenzia delle Entrate con la circolare del 1° agosto 2023, n°23, fornisce ai datori di lavoro le istruzioni per riconoscere l’esenzione fiscale per i bonus dipendenti.

Fringe benefit, aumenta l’esenzione fiscale, ma non per tutti

Generalmente la legge riconosce la possibilità per i datori di lavoro di riconoscere bonus dipendenti fino a un importo massimo di 258, 23 euro senza versamento di imposte. Per benefit aziendali di valore superiore si applica invece l’imposta. Con il decreto Lavoro, al fine di agevolare le famiglie e incentivare la nascita di nuove famiglie, per il solo 2023 viene riconosciuto il diritto all’esenzione dal versamento delle imposte per importi fino a 3.000 euro, ma solo a lavoratori che abbiano figli fiscalmente a carico. Sono considerati fiscalmente a carico i figli con reddito non superiore a 2.840,51 euro, limite elevato a 4.000 euro per i figli con meno di 24 anni.

In particolare tali somme non concorrono a formare il reddito imponibile. L’esenzione spetta a entrambi i genitori, quindi ogni genitore può usufruire di benefit aziendali del valore fino a 3.000 euro senza corrispondere le tasse. Per avere la doppia esenzione è necessario che i figli, o l’unico figlio, sia fiscalmente a carico di entrambi i genitori. Nel caso di modifica dei presupposti che portano al riconoscimento dell’agevolazione fiscale, il lavoratore è tenuto a comunicarlo immediatamente al datore di lavoro/sostituto di imposta.

Bonus dipendenti limiti e come ottenerli

Ricordiamo che i benefit possono consistere in buoni pasto, buoni carburanti, polizze assicurative e altre forme di premialità. Deve essere sottolineato che i benefit aziendali non devono obbligatoriamente essere riconosciuti, nella maggior parte dei casi sono una prerogativa di aziende di particolare rilevanza. Non rientrano, invece, le prestazioni elencate all’articolo 51 comma 2 del Tuir, come il rimborso delle rette scolastiche o del rimborso dei libri e testi scolastici, viaggi con finalità ricreative o culturali, medicina preventiva e diagnostica ecc .

L’Agenzia delle Entrate nella circolare comunica che per poter usufruire di tale agevolazione il lavoratore dipendente deve dichiarare al proprio datore di lavoro di averne diritto, indicando il codice fiscale dell’unico figlio o dei figli fiscalmente a carico.

Leggi anche: Alternanza scuola lavoro, con il decreto Lavoro arriva la riforma

Bonus assunzioni Neet, domande dal 31 luglio. Dettagli

Il decreto Lavoro ha previsto il bonus assunzioni Neet 2023, si tratta di un’agevolazione per i datori di lavoro che dal 1° giugno 2023 al 31 dicembre 2023 assumono under 30 che non studiano, non sono impegnati in un percorso di formazione e non lavorano. Per poter usufruire dell’agevolazione è necessario che i ragazzi siano iscritti al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani.

Cos’è il bonus assunzioni Neet?

Il bonus assunzioni Neet può arrivare al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. Le indicazioni per i datori di lavoro per richiedere il bonus assunzioni Neet sono contenute nella circolare Inps 68 del 21 luglio 2023 e le domande possono essere presentate a partire dal 31 luglio. Gli unici lavoratori esclusi, per i quali quindi non si può beneficiare del bonus assunzioni Neet sono i lavoratori domestici.

Affinché si possa ottenere l’incentivo, in aggiunta ai requisiti prima visti, cioè l’età e il non essere impegnati in percorso di studio o lavoro, è necessario che ci sia uno tra i seguenti requisiti:

  • sia privo di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi
  • il giovane non sia in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado o di una qualifica o diploma di istruzione e formazione professionale;
  • abbia completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni e non abbia ancora ottenuto il primo impiego regolarmente retribuito;
  • il giovane sia assunto in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25 per cento la disparità media uomo-donna.

Come funziona il bonus assunzioni Neet?

L’assunzione può avvenire anche con contratto di apprendistato professionalizzante.

L’incentivo è parametrato alla retribuzione erogata e non alla contribuzione datoriale, questo implica che il datore di lavoro potrebbe maturare un credito di imposta anche superiore rispetto ai contributi da versare per quel dipendente, in questo caso può comunque utilizzare il credito di imposta maturato per conguaglio sull’intera posizione debitoria del datore di lavoro.

Per ciascuna mensilità l’incentivo deve essere utilizzato entro il mese successivo rispetto allo svolgimento della prestazione lavorativa.

Il periodo di fruizione dell’incentivo può essere sospeso durante il periodo di congedo per maternità.

Deve essere sottolineato che il datore di lavoro può ottenere il bonus assunzione Neet solo nel caso in cui ci sia un incremento netto dell’occupazione rispetto alla media della forza occupata nell’anno precedente l’assunzione. Inoltre deve essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e non deve aver commesso violazioni delle norme fondamentali in materia di diritti dei lavoratori e sicurezza sul luogo di lavoro.

Il datore di lavoro deve presentare istanza per essere ammesso ad accedere alle agevolazioni del Bonus assunzioni Neet attraverso il sito dell’Inps e accedendo alla pagina Portale delle Agevolazioni, scegliendo la voce on lineNEET23”.

Leggi anche: Bonus assunzione Neet, fino al 60% della retribuzione coperta dallo Stato

Fringe benefit detassati, limiti e critiche

Il decreto Lavoro, ora al vaglio del Senato per la conversione in legge, ha introdotto la detassazione per i fringe benefit di importo fino a 3.000 euro, ma non per tutti. Proprio i limiti e le condizioni poste stanno sollevando molte critiche. Ecco chi potrà beneficiarne e quali sono i limiti.

Detassazione dei fringe benefit fino a 3.000 euro, limiti

La detassazione dei fringe benefit fino a 3.000 euro vuole essere un vantaggio riconosciuto alle famiglie e si inserisce quindi nelle politiche per le famiglie volte a incentivare con aiuti economici coloro che decidono di metter su famiglia.

I fringe benefit rappresentano compensi di natura aggiuntiva e accessoria attribuiti a un determinato soggetto dall’azienda. Non si tratta di una misura obbligatoria ma di una libera scelta aziendale. Generalmente si tratta di una retribuzione non in denaro, ad esempio può trattarsi di telefoni aziendali, auto, buoni carburante che vanno a creare un reddito aggiuntivo.

L’articolo 51 del Tuir prevede la non imponibilità fiscale dei fringe benefit di importo fino a 258,23 euro. Questa soglia più volte è stata innalzata per cercare di aiutare i lavoratori. L’ultimo intervento è proprio nel decreto Lavoro che prevede l’innalzamento della soglia di non tassabilità fino a 3.000 euro, ma solo per alcune categorie di lavoratori.

In particolare, possono ottenere la detassazione dei fringe benefit per un importo fino a 3.000 euro i lavoratori dipendenti che abbiano figli a carico.

Ad oggi ancora non sono però stati forniti chiarimenti in merito al caso in cui i figli siano a carico di entrambi i genitori, deve infatti essere chiarito se per ciascun genitore ci sia la possibilità di avere la detassazione fino a 3.000 euro, oppure se ciascun genitore possa avvalersene in misura del 50% o se, infine, possa avvalersene un solo genitore. Molto probabilmente i chiarimenti dell’AdE arriveranno dopo la conversione del decreto legge.

Critiche alla detassazione dei fringe benefit fino a 3.000 euro

Nel frattempo a criticare la disposizione è l’Aiwa, Associazione italiana welfare aziendale, sottolinea la stessa che la norma crea disparità di trattamento tra dipendenti della stessa azienda, infatti chi ha figli a carico potrà avere un vantaggio fiscale rilevante rispetto ai lavoratori che invece non potranno usufruirne. Nonostante le critiche il Governo non sembra intenzionato a modificare l’impianto di questa norma che molto probabilmente diventerà a breve legge.

Per conoscere le altre misure del decreto Lavoro, leggi:

Bonus estivo lavoratori turismo, di cosa si tratta? Chi può riceverlo?

Azzeramento contributi badanti, ultime notizie per chi assume

Reddito di cittadinanza e assegno inclusione, limiti al rifiuto impiego

Bonus estivo lavoratori turismo, di cosa si tratta? Chi può riceverlo?

I lavori di conversione del decreto Lavoro, decreto legge 48 del 2023, continuano a riservare sorprese, infatti tra gli emendamenti approvati vi è quello che definito Bonus estivo lavoratori turismo, in realtà non si tratta di un vero bonus, ma un importo maggiore in busta paga derivante dalla detassazione del lavoro notturno e svolto nei lavori festivi.

Bonus estivo lavoratori turismo, cos’è

Il comparto turismo sta avendo negli ultimi anni notevoli difficoltà, le prime sono state legate alle sospensioni di attività derivanti dal Covid, le seconde sono determinate dal fatto che il settore turismo è in forte ripresa. C’è una domanda elevata da parte di turisti italiani e stranieri, turisti che decidono di muoversi anche solo per un giorno, per scappare via dalle città e dedicarsi ad arte cultura, relax.

Sembra essere una notizia interessante e positiva, ma la realtà è ben diversa perché molti operatori non riescono a soddisfare la domanda a causa delle difficoltà a trovare personale. Denunciano il fatto che anche quando offrono compensi più elevati rispetto a quelli previsti per le diverse categorie dal contratto nazionale comunque non trovano personale, in particolare quello stagionale. A rendere questo settore poco attrattivo sono gli orari di lavoro e il fatto che viene percepito come un lavoro precario. Per aiutare il settore si è quindi pensato a un bonus lavoratori turismo.

leggi anche: Emergenza lavoro estate, mancano 100.000 lavoratori

Un emendamento approvato in Commissione Senato prevede la detassazione dei compensi maturati per il lavoro notturno e per quello svolto nei giorni festivi.

Bonus estivo lavoratori turismo, come funziona?

L’articolo 39 bis aggiunto al decreto legge 48 del 2023 è rubricato Detassazione lavoro notturno e festivi per dipendenti di strutture turistico-alberghiere e mira a riconoscere ai lavoratori del settore turismo, ivi inclusi gli stabilimenti termali, una somma a titolo di trattamento integrativo speciale, che non concorre alla formazione del reddito, pari al 15 per cento delle retribuzioni lorde corrisposte in relazione al lavoro notturno e alle prestazioni di lavoro straordinario effettuato nei giorni festivi.

Affinché si possa ottenere questo beneficio è necessario rispettare delle condizioni, in particolare, non possono ottenerlo i lavoratori del settore privato che nell’anno di imposta 2022 hanno maturato un reddito superiore a 40.000 euro.

In base a quanto stabilisce la normativa il bonus lavoratori turismo non sarà riconosciuto in automatico, ma solo dietro presentazione di istanza. La norma prevede infatti “Il sostituto d’imposta riconosce il trattamento integrativo speciale di cui al comma 1 su richiesta del lavoratore, che attesta per iscritto l’importo del reddito di lavoro dipendente conseguito nell’anno 2022”.

Tale importo potrà essere usato dal datore di lavoro in compensazione.

Per gli altri contenuti del decreto Lavoro, leggi:

Azzeramento contributi badanti, ultime notizie per chi assume 

Reddito di cittadinanza e assegno inclusione, limiti al rifiuto impiego

 

Decreto Lavoro, tutte le novità su fringe benefit, smart working e non solo

Il decreto lavoro ha apportato alcune novità sui fringe benefit, ma anche sul lavoro fragile e smart working. Ecco quindi qual’è il punto della situazione.

Decreto lavoro, il fringe benefit 2023

I Fringe benefit sono un valido aiuto per le famiglie che si trovano sempre più a fare i conti con l’aumento del caro vita. L’inflazione ha fatto aumentare anche il costo dei beni di prima necessità, su cui si chiede al nuovo governo di abbassare o addirittura annullare l’Iva. Una manovra che potrebbe aiutare i consumatori, almeno per quanto concerne prodotti necessari quali: latte, uova, pane e pasta.

Com’è noto il decreto legge Lavoro n.48 del 2023 ha stabilito di innalzare il limite per i fringe benefits fino a tre mila euro solo per i dipendenti con figli a carico. Tuttavia la misura ha avuto delle critiche dovute al fatto che cos si crea una discriminazione tra lavoratori, anche all’interno delle stesse aziende. Infatti si sta discutendo su come modificare il limite, visto che qualcuno propone di abbassarlo a due mila euro, ma ampliare la platea dei beneficiari.

Lavoro agile e smart working

In merito al lavoro fragile, il 30 giugno 2023, scade il diritto per i più fragili (sia nel pubblico che nel privato) e per i genitori con figli fino a 14 anni (nel privato). Lo smart working è prorogato fino al 31 dicembre per i lavoratori fragili e genitori con figli fino a 14 anni solo nel settore privato. Lo prevede un emendamento al decreto lavoro che è stato approvato dalla commissione Affari sociali del Senato. Lo riferisce la relatrice del provvedimento Paola Mancini (FdI

Tutte le altre novità in discussione

Approvato anche all’emendamento che prevede che il ‘libretto famiglia’ per pagare piccoli lavori domestici o babysitter oltre che alle poste potrà essere acquistato nelle tabaccherie.

Arriva anche la decontribuzione totale per 3 anni per chi assume o stabilizza badanti che assistono anziani non autosufficienti. Le modifica riguarderebbe gli anni dal 2023 al 2025 e prevede un “esonero contributivo del 100%, nel limite massimo di importo di 3.000 euro annui, per 36 mesi, in caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a persona non autosufficiente con più di 65 anni”. Il beneficio non spetta se tra il lavoratore e il datore di lavoro sia cessato un rapporto di lavoro domestico da meno di 24 mesi.

Inoltre in merito all‘assegno di inclusione, l’occupabile con figli con meno di 14 anni sarà tenuto ad accettare le offerte a tempo indeterminato solo entro gli 80 chilometri o di due ore di percorrenza con i mezzi. Infine la platea dei beneficiari si allarga anche ai soggetti in cura presso i servizi socio-sanitari.

Azzeramento contributi badanti, ultime notizie per chi assume

Novità importanti per chi assume o stabilizza badanti: un emendamento prevede la decontribuzione totale per 3 anni. Ecco i dettagli dell’azzeramento contributi badanti.

Azzeramento contributi badanti, a chi si rivolge?

In Italia vi è una situazione sociale particolare, poche nascite, aumento dell’aspettativa di vita e tutto ciò che ne consegue, cioè persone anziane che hanno bisogno di avere assistenza, spesso continua, e giovani che invece hanno bisogno di lavorare. Al fine di aiutare le famiglie a gestire il welfare vi sono quindi molteplici iniziative, tra queste l’ultima arriva nell’esame in commissione del decreto Lavoro, è stato infatti approvato l’emendamento che prevede l’azzeramento della contribuzione per chi assume o stabilizza badanti.

L’emendamento prevede un esonero contributivo del 100% fino ad un valore massimo di 3.000 euro l’anno. L’agevolazione avrà durata triennale, quindi la decontribuzione si applica per il 2023, 2024 e 2025.

Affinché si possa ottenere l’agevolazione il contratto deve essere stipulato per l’assistenza a persone non autosufficienti di età superiore ai 65 anni.

Limiti alla decontribuzione per l’assunzione badanti

L’ultima condizione prevista per poter usufruire dell’azzeramento dei contributi per l’assunzione di badanti è che tra il lavoratore e il datore di lavoro non sia cessato un rapporto di lavoro precedentemente stipulato da meno di 24 mesi, insomma non si può ottenere per la riassunzione di personale già cessato.

Tale deroga vige anche se il precedente contratto di assunzione era stato stipulato tra il lavoratore e altra persona dello stesso nucleo familiare. Questo implica che se il precedente contratto era stato stipulato dal coniuge A e il lavoratore X e il successivo tra il coniuge B e lo stesso lavoratore X e sia cessato da meno di 24 mesi, non si può usufruire della decontribuzione per l’assunzione di badanti.

L’agevolazione non può inoltre essere sfruttata nel caso in cui l’assunzione riguardi parenti o affini.

Per l’azzeramento degli oneri contributivi per l’assunzione di badanti è stato istituito un fondo del valore di 15 milioni di euro. Naturalmente la decontribuzione non avrà effetti a fini pensionistici sul lavoratore, insomma vengono comunque riconosciuti tutti i diritti previdenziali e assistenziali ai lavoratori.

Leggi anche: Detrazione e deduzione contributi colf e badante, modello 730/2023: importi e requisiti

Taglio del cuneo fiscale, quali sono i vantaggi in busta paga?

Il decreto Lavoro prevede che dal mese di luglio 2023 fino al mese di dicembre dello stesso anno ci sia un nuovo taglio del cuneo fiscale, vale questa volta il 7% e consente ai lavoratori di avere una busta paga più alta. Ma a quanto ammonta realmente tale aumento? Queste le simulazioni eseguite.

A quanto ammonta il taglio del cuneo fiscale?

Il taglio del cuneo fiscale prevede un taglio degli oneri contributivi che sono a carico del lavoratore, sebbene versati dal datore di lavoro. Non è la prima volta che viene adottata questa misura e infatti con il decreto Lavoro si raggiunge il 7% cumulando gli altri tagli già vigenti. Non si tratta purtroppo di un taglio strutturale, infatti sarà in vigore solo per 6 mesi, sebbene il Governo abbia dichiarato di avere intenzione di rendere strutturale la misura on oggetto.

Tornando al taglio del cuneo fiscale nel decreto lavoro, lo stesso prevede due fasce:

  • la prima fascia è per buste paga fino a 1.923 euro in questo caso il taglio del cuneo fiscale è pari al 7%;
  • per le buste paga da 1923 euro fino a 2.692 euro il taglio sarà invece più basso, cioè del 6%.

I vantaggi in busta paga con il taglio del cuneo fiscale

Le simulazioni sui reali aumenti che i lavoratori dipendenti troveranno in busta paga sono state effettuate dalla Fondazione Studi Consulenti del lavoro. Si calcola per una retribuzione di 2.692 euro mensile l’aumento in busta paga sarà di circa 108 euro.

In caso di busta paga di 1.000 euro, l’aumento sarà di 40 euro, mentre per una busta paga di 1.500 euro, l’aumento per i lavoratori sarà di 60 euro.

Chi ha una busta paga di 2.000 euro potrà vedere un aumento dello stipendio di circa 80 euro.

Ricordiamo che il decreto lavoro prevede anche aiuti per chi assume e in particolare:

  • sgravio contributivo fino al 100% per chi assume percettori dell’assegno di inclusione;
  • sgravio contributivo fino al 60% per chi assume Neet, cioè under 35 che non studiano e non lavorano;
  • aiuti per le agenzie che facilitano l’assunzione di percettori di reddito di cittadinanza.

Leggi anche: Contributi datori di lavoro per chi assume percettori assegno di inclusione

Bonus assunzione Neet, fino al 60% della retribuzione coperta dallo Stato

Alternanza scuola lavoro, con il decreto Lavoro arriva la riforma

Dopo gli incidenti che hanno caratterizzato l’anno scorso e che hanno coinvolto numerosi studenti impegnati nell’alternanza scuola lavoro, arriva la riforma inserita all’interno del decreto Lavoro varato il 1° maggio. Ecco cosa cambierà nei prossimi mesi.

Alternanza scuola-lavoro: arriva la riforma

La sicurezza dei percorsi di formazione e avviamento all’impiego previsti nell’alternanza scuola-lavoro è un elemento importante e troppe volte messo a rischio, nonostante vi siano norme che dovrebbero tutelare gli studenti. Proprio in seguito alla morte e in alcuni casi meno gravi, infortuni si è sentita l’esigenza di provvedere a una riforma dell’istituto.

Il ministro dell’Istruzione, Valditara, ha spiegato la riforma mira rafforzamento delle esperienze “on the job” ed è frutto dell’ascolto dei soggetti coinvolti e in particolare sindacati, stakeholder, imprese e vari componenti del mondo della scuola. Il nuovo protocollo di sicurezza entrerà in vigore nel prossimo anno scolastico 2023-2024.

Nuovi obblighi per le imprese impegnate nell’alternanza scuola-lavoro

La prima cosa da sottolineare è che le imprese che vogliono ospitare i ragazzi dell’alternanza scuola lavoro, compresi quelli impegnati nei PCTO (Percorsi trasversali per l’orientamento) dovranno redigere un nuovo documento di valutazione dei rischi con indicazione dei dispositivi di sicurezza da utilizzare.

Il documento deve essere pertinente con i reali rischi caratteristici di una determinata tipologia di mansioni in un determinato ambito lavorativo. Nel nuovo documento vi dovrà essere una sezione specifica per la prevenzione ed i dispositivi di protezione dedicati agli studenti. Tale sezione dovrà essere integrata alla Convenzione stipulata tra scuola e impresa. Con il decreto adottato il 1° maggio si rafforza il Registro per l’alternanza scuola-lavoro presso le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, con l’inserimento di ulteriori requisiti che devono possedere le imprese ospitanti.

Gli obblighi delle scuole

La sicurezza sul lavoro dovrà inoltre essere trattata anche nell’ambito delle lezioni di educazione civica.

L’esperienza lavorativa dovrà essere inerente al percorso di studi, proprio per questo il piano di formazione e il PCTO devono essere compatibili/coerenti. Ci sarà inoltre il monitoraggio delle attività di Pcto e dovrà essere emanato un decreto ministeriale con le linee guida per il Pcto.

Anche se è triste pensare che vi debba essere una previsione simile, è stato istituito un fondo con 10 milioni di euro per il 202e e 3 milioni di euro per il 2024 da utilizzare per l’indennizzo delle famiglie degli studenti vittime di incidenti durante l’attività di alternanza scuola-lavoro.

Leggi anche: Alternanza Scuola- Lavoro: come possono registrarsi le aziende

Bonus assunzione Neet, fino al 60% della retribuzione coperta dallo Stato

Con il decreto Lavoro arriva il Bonus assunzione Neet, uno sconto del 60% della retribuzione da versare nel caso in cui l’assunzione riguardi giovani under 30 che non lavorano e non sono impegnati in attività di formazione.

Bonus assunzione Neet, copre fino al 60% della retribuzione

Si parla spesso dei Neet, cioè i giovani con meno di 30 anni che non hanno un lavoro e non sono impegnati in attività di formazione. Si tratta di soggetti a rischio in quanto potrebbero avere difficoltà anche in futuro ad inserirsi in modo proficuo nel mondo del lavoro, proprio per questo il Governo sta cercando soluzioni che potrebbero agevolare il loro inserimento. Tra i provvedimenti previsti all’interno del decreto Lavoro vi è un importante sgravio in favore dei datori di lavoro che decidono di impiegare questa categoria di persone. Si parla anche di Bonus assunzione Neet o Bonus Neet.

L’agevolazione è prevista in favore di datori di lavoro che stipuleranno nel periodo compreso tra il 1° giugno 2023 e il 31 dicembre 2023 un contratto di lavoro:

  • a tempo indeterminato;
  • a tempo determinato;
  • contratto di lavoro in somministrazione.

Viene esclusa l’applicabilità ai lavoratori domestici.

Come funziona il bonus assunzione Neet?

Siamo abituati generalmente a vedere che i bonus previsti per le assunzioni riguardano soprattutto sgravi contributivi, non è così in questo caso, infatti l’agevolazione va a ricadere direttamente sulla retribuzione e sarà pari al 60% della stessa. Il punto di riferimento per il calcolo sarà la retribuzione lorda mensile a fini previdenziali. A ciò si deve aggiungere che la durata dell’agevolazione sarà di 12 mesi.

Affinché si possa ottenere lo sgravio del 60% della retribuzione lorda media mensile è necessario che la persona assunta:

  • abbia meno di 30 anni;
  • appartenga alla categoria dei neet cioè Not in Education, Employment or Training non lavorare e non essere inseriti in un corso di formazione;
  • sia iscritta al programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani, in attuazione del programma europeo Garanzia Giovani.

Il bonus viene riconosciuto anche per l’assunzione di ragazzi che in precedenza hanno avuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il bonus Neet è cumulabile anche con altre agevolazioni, ad esempio il bonus giovani.

Dal punto di vista pratico per ottenere il Bonus Neet l’azienda, certa del fatto che il soggetto che si vuole occupare rientri nella categoria Neet, deve proporre telematicamente la domanda all’Inps che valuterà la disponibilità di risorse ed entro 5 giorni darà conferma dell’applicazione dell’agevolazione. A questo punto il datore di lavoro deve provvedere entro 7 giorni a formalizzare il contratto e trasmetterlo all’Inps.

Il Governo per il 2023 ha stanziato in favore di questa misura ben 80 milioni di euro, ulteriori fondi sono previsti per il 2024. Il fondo si riparte poi tra le Regioni. I datori di lavoro potranno avvalersi dell’agevolazione tenendo in considerazione che la stessa rientra nel regime degli aiuti de minimis che prevede un limite di aiuti di 200.000 euro nell’arco di 3 anni.

Fondo nuove competenze, arrivano nuovi fondi per le imprese

Nella bozza del decreto Lavoro approvata il 1° maggio c’è il rifinanziamento del Fondo nuove competenze che, di conseguenza, dovrebbe continuare ad essere utilizzato dalle imprese per la formazione e riqualificazione dei lavoratori fino al 2027.

Cos’è il Fondo Nuove Competenze

Il fondo nuove competenze nasce con il DL 34 /2020 del Governo Conte e finanziato con Fondi europei, possono accedervi le aziende che propongono la riqualificazione del personale. La misura è gestita dal punto di vista operativo da ANPAL ( Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) e prevede il finanziamento di corsi di formazione utili alla riqualificazione del personale e alla eventuale ricollocazione dei lavoratori nel mondo del lavoro.

Il Fondo nuove competenze con il decreto lavoro ottiene un rifinanziamento fino al 2027 e tale nuova dotazione sarà diretta a finanziare accordi di rimodulazione dell’orario di lavoro, la retribuzione oraria e i contributi dell’orario di lavoro dedicato alla formazione,

Le risorse per il rifinanziamento del Fondo nuove competenze arrivano dal Piano nazionale Giovani, donne, lavoro a cui si aggiungono fondi del Fondo sociale europeo +, inoltre potrebbero aggiungersi risorse del Programma Operativo Complementare POC SPAO. Non è però ancora stato determinato l’ammontare del rifinanziamento.

Come accedere al Fondo nuove competenze?

I datori di lavoro possono accedere al fondo nuove competenze per finanziare le ore di formazione in favore dei lavoratori e quindi pagare i contributi per tali ore e sostenere il costo di materiale e professionisti.

Per accedere al fondo nuove competenze è necessario presentare istanza attraverso MyAnpal, il servizio messo a disposizione dal ministero del Lavoro.

Naturalmente per conoscere i nuovi fondi sarà necessario attendere il decreto attuativo che renderà il tutto operativo.

Ricordiamo che il decreto lavoro contiene anche ulteriori misure, come la detassazione fino a 3.000 euro dei fringe benefit, la nuova disciplina dell’assegno di inclusione che sostituisce il reddito di cittadinanza, sono inoltre previste nuove norme per il rinnovo dei contratti a tempo determinato.

Per saperne di più leggi gli approfondimenti: Approvato il Decreto Lavoro, la Meloni lo spiega con un video

Dal Reddito di cittadinanza all’assegno di inclusione, cosa cambia?